CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 dicembre 2008
114.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 23 dicembre 2008. - Presidenza del presidente della VI Commissione Gianfranco CONTE, indi del presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Luigi Casero e Giuseppe Vegas.

La seduta comincia alle 9.05.

DL 185/08: Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale.
C. 1972 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 22 dicembre scorso.

Alessandro PAGANO (PdL) premette che il suo intervento intende tracciare un quadro di riepilogo delle principali questioni poste in evidenza dai deputati del suo gruppo; questioni sulle quali il gruppo del Popolo della libertà si attende dal Governo risposte concrete.
Per quanto riguarda il cosiddetto bonusper le famiglie a basso reddito, dopo aver ricordato il progressivo invecchiamento della popolazione e sottolineato l'esigenza di guardare alle generazioni future, nell'interesse di tutti, invita il Governo a definire meglio la platea dei beneficiari della misura di cui all'articolo 1, concentrando l'intervento sulle famiglie con più figli ed escludendo, di conseguenza, quelle mononucleari; e questo tanto più nel caso in cui corrisponda a verità la voce secondo cui il Governo intenderebbe ridurre lo stanziamento previsto dal provvedimento per la copertura dell'articolo in questione.
In relazione al blocco e alla riduzione delle tariffe di cui all'articolo 3 ed alla riduzione dell'acconto IRAP di cui all'articolo 10, sottolinea il forte disagio delle regioni del centro-sud, invitando il Governo a procedere sul punto con particolare prudenza.
Per quanto riguarda, poi, il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), premesso che non intende ripercorrere tutti i termini

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della complessa e già lungamente dibattuta questione, si limita ad osservare che è vero, sì, che alcune regioni dimostrano incapacità di spesa o tendenza alla spesa improduttiva, ma che è anche vero che è compito del Governo orientare la spesa delle regioni e suggerire comportamenti virtuosi: in altre parole, il Governo dovrebbe prevedere l'erogazione di finanziamenti al raggiungimento di precisi risultati concreti.
Passando poi all'analisi di questioni più specifiche, segnala il suo articolo aggiuntivo 2.037, inteso a evitare forme di penalizzazione o di aggravio di interessi o commissioni ai pensionati che richiedono mutui per l'acquisto o la ristrutturazione della prima casa di parenti in linea diretta fino al quarto grado o che ricorrono al credito al consumo con garanzia nelle forme di cessione del quinto, prevedendo che l'autorizzazione da parte di INPS ed INPDAP venga rilasciata esclusivamente a intermediari creditizi o società finanziarie pubbliche o private che abbiano sottoscritto convenzioni specifiche con i suddetti enti. Ricorda, a questo proposito, che il credito al consumo ha subito negli ultimi anni una brusca crescita e che sta per esplodere il problema dell'insolvenza dei debitori, raccomandando pertanto al Governo di affrontare tale problema con tempestività e senza indugi.
Segnala altresì il suo emendamento 13.4, inteso a scongiurare le OPA ostili.
Sottoscrive quindi l'articolo aggiuntivo Leo 6.05, che esenta dall'IRAP i piccoli professionisti, e l'emendamento Polledri 8.21, che prevede alcuni opportuni correttivi alla disciplina degli studi di settore. Sottoscrive inoltre l'emendamento Gioacchino Alfano 3.104 e gli articoli aggiuntivi Fugatti 14.03, 14.014 e 14.015, che tendono a sopprimere la commissione di massimo scoperto.
Segnala, ancora, il proprio emendamento 17.2, in materia di incentivi per il rientro in Italia di docenti e ricercatori scientifici residenti all'estero.
Ritira, invece, l'emendamento 19.89, a meno che il Governo non sia disposto a garantire, per le finalità in esso previste, risorse maggiori di quelle proposte. Ritiene infatti preferibile non intervenire affatto, in materia di assunzione dei lavoratori precari, piuttosto che farlo con misure di mera apparenza e destinate a non avere alcun effetto concreto.
Dichiara poi di non comprendere le ragioni per le quali è stato dichiarato inammissibile il suo articolo aggiuntivo 2.030, finalizzato a istituire, nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze, presso l'Ufficio centrale antifrode dei mezzi di pagamento (UCAMP), un sistema di prevenzione delle frodi nel settore del credito al consumo e dei pagamenti dilazionati o differiti, basato su un archivio centrale informatizzato. Fa presente che, a fronte di un investimento di modesta entità, si potrebbe efficacemente contrastare un sistema di truffe basate sul furto di identità nei pagamenti con carta di credito che fruttano ogni anno circa 200 milioni di euro.
Sottoscrive, infine, l'emendamento Germanà 6.19, del quale condivide le finalità, e segnala i propri emendamenti 29.17 e 29.27.

Maurizio FUGATTI (LNP), a nome del gruppo Lega Nord Padania, segnala, all'articolo 1, gli emendamenti 1.26, 1.29, 1.17, 1.21, 1.20, 1.22 e 1.27, che tendono a riservare il cosiddetto bonusper le famiglie a basso reddito ai soli residenti che siano cittadini italiani, ad includere tra i beneficiari anche chi produce reddito d'impresa e ad estendere l'erogazione dell'assegno per nuclei familiari con componenti disabili prevedendo anche il caso che i componenti disabili non siano i figli, ma i genitori.
All'articolo 2, segnala gli emendamenti 2.31 e 2.32, nonché gli articoli aggiuntivi 2.052 e 2.059, tendenti ad estendere anche a coloro che hanno contratto mutui a tasso di interesse fisso le misure di favore previste nell'articolo 2 per i sottoscrittori di mutui a tasso variabile, nonché ad estendere anche alle imprese la previsione volta a parametrare i mutui al tasso di sconto della Banca centrale europea.
All'articolo 3, segnala gli emendamenti 3.51, 3.55, 3.53, 3.54, 3.52, 3.59 e 3.57, sottolineando in particolare l'importanza

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di riservare ai soli residenti di cittadinanza italiana le misure di favore ivi previste in materia di accisa nei territori confinanti con l'Austria.
All'articolo 4, segnala gli emendamenti 4.34 e 4.35 e gli articoli aggiuntivi 4.04 e 4.06, tendenti a limitare i benefici del Fondo di credito per i nuovi nati ai soli residenti che siano cittadini italiani.
All'articolo 5, segnala l'emendamento 5.2 e l'articolo aggiuntivo 5.07, tendenti ad ampliare il novero dei soggetti beneficiari della proroga della detassazione degli straordinari prevista dal decreto-legge n. 93 del 2008, che ha dato risultati soddisfacenti, nonché ad agevolare e promuovere l'addestramento e la preparazione di giovani calciatori di età compresa tra i quattordici ed i diciannove anni compiuti.
All'articolo 6, segnala gli emendamenti 6.11, 6.6, 6.7, 6.8 e l'articolo aggiuntivo 6.011, sottolineando, in particolare, la questione della mancata deduzione IRAP per banche e imprese assicurative.
All'articolo 7, segnala l'emendamento 7.6 e gli articoli aggiuntivi 7.010 e 7.09.
All'articolo 8, segnala gli emendamenti 8.22, 8.24, 8.34, 8.30, 8.29, 8.28, 8.27, 8.26, 8.31 e 8.32 e gli articoli aggiuntivi 8.09 e 8.08, sottolineando, in particolare, l'esigenza che, in materia di studi di settore, si distingua tra città e piccoli comuni e si chiarisca una volta per tutte se esiste una ragione per la quale i commercianti sottoposti agli studi di settore debbano emettere lo scontrino fiscale. Segnala altresì l'articolo aggiuntivo Caparini 8. 01, che prevede un interessante sistema di agevolazioni per le attività economiche nei comuni ad alta specificità montana.
All'articolo 10, segnala gli articoli aggiuntivi 10.05 e 10.011, intesi alla eliminazione degli indicatori di normalità economica, i quali hanno provocato una ingiustificata revisione verso l'alto dei livelli di reddito presunto.
Agli articoli 11 e 12, segnala gli emendamenti 11.10, 12.10, 12.9, 12.8, 12.11 e 12.12.
All'articolo 13 segnala l'emendamento 13.6, volto a limitare la presenza di capitale straniero nelle imprese a rilevanza strategica.
All'articolo 14, segnala gli emendamenti gli emendamenti 14.23 e 14.22 e gli articoli aggiuntivi 14.014, 14.02, 14.03, 14.015, 14.07 e 14.09, soffermandosi, in particolare, sul problema delle cosiddette «sofferenze» bancarie per evidenziare l'opportunità di non applicare gli ordinari criteri di attivazione delle procedure di tutela bancaria in periodi di crisi come l'attuale, onde evitare che finiscano iscritte nella centrale dei cattivi pagatori anche famiglie che non sono insolventi e che stanno solo attraversando un momento di difficoltà congiunturale.
All'articolo 15, segnala gli emendamenti 15.13 e 15.9 e gli articoli aggiuntivi 15.010 e 15.07, nonché l'articolo aggiuntivo 15.011, ancorché dichiarato inammissibile, illustrandone brevemente le finalità.
All'articolo 16, segnala gli emendamenti 16.16, 16.11, 16.6, 16.7 e 16.8, illustrandone brevemente le finalità.
All'articolo 17, segnala l'articolo aggiuntivo 17.09, illustrandone brevemente le finalità.
Agli articoli 19 e 20, segnala gli emendamenti 19.18, 19.16, 19.17, 19.15 e 20.11, illustrandone brevemente le finalità.
Segnala, ancora, le proposte emendative 23.2, 24.1 e 24.2; 26.1, 26.04, 26.9 e 26.10; 27.11, 27.03, 27.04; 29.66, 29.69, 29.70 e 29.74; 30.8; 33.01; 34.8, 34.9, 34.038 e 34.039, illustrandone per sommi capi le finalità.

Sabrina DE CAMILLIS (PdL) segnala il proprio emendamento 19.8, che reca interventi volti ad una razionalizzazione delle disposizioni vigenti in materia di sospensione degli adempimenti di obblighi contributivi e tributari nelle aree interessate da calamità naturali, che nella loro applicazione hanno determinato l'insorgere di un rilevante contenzioso giurisdizionale, particolarmente significativo nelle aree del Molise e della Puglia interessate dal terremoto dell'ottobre 2002.
In particolare, segnala che il primo comma della proposta emendativa intende abrogare l'articolo 6, comma 1-bis, del decreto-legge n. 263 del 2006, convertito dalla legge n. 290 del 2006, che - con una

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disposizione di interpretazione autentica applicabile a tutte le calamità naturali - ha previsto che le disposizioni delle ordinanze di protezione civile che prevedono il beneficio della sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi assicurativi si applichino esclusivamente ai datori di lavoro privati aventi sede legale ed operativa nei comuni individuati dalle medesime ordinanze, escludendo pertanto l'applicabilità dei predetti benefici ai datori e prestatori di lavoro pubblici. Tale interpretazione ha determinato l'insorgere di un immediato obbligo di restituzione dei contributi per enti e lavoratori del settore pubblico che avevano ritenuto di poter beneficiare della sospensione in relazione agli eventi calamitosi verificatisi negli ultimi anni non solo in Molise, ma anche in Umbria, Marche, Sicilia, Campania, Piemonte e Lombardia. In attuazione della disposizione di interpretazione autentica che si propone di abrogare il 4 dicembre scorso l'INPS ha, da ultimo, emanato una circolare con cui ha precisato che il recupero dovrà avvenire in unica soluzione, salva la possibilità di ottenere una dilazione secondo le disposizioni vigenti per la generalità dei contribuenti, e quindi con l'aggravio degli interessi. Osserva, tuttavia, come l'applicazione della normativa sia particolarmente difficoltosa e le interpretazioni adottate dall'INPS, che spesso non trovano conforto nel dettato normativo sottostante, abbiano determinato l'insorgenza di un rilevante contenzioso giurisdizionale.
Quanto al secondo comma dell'emendamento, volto a rimuovere disparità tra le diverse aree oggetto degli eventi calamitosi dell'ottobre 2002, segnala che esso riprende in sostanza il contenuto di un suo ordine del giorno al disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 93 del 2008, che in quell'occasione venne accolto dal Governo, osservando come nella gestione delle fasi successive al verificarsi delle emergenze sia fondamentale assicurare la massima chiarezza ed uniformità delle disposizioni. Ritiene, infatti, assolutamente necessario precisare in modo univoco i beneficiari delle agevolazioni, la durata e le modalità della sospensione degli adempimenti di obblighi contributivi e tributari e le modalità di restituzione di quanto dovuto al termine del periodo di sospensione. In mancanza di tali precisazioni, infatti, si determina il rischio di interpretazioni arbitrarie da parte degli enti previdenziali competenti, che stanno costringendo soggetti che ancora vivono nei villaggi temporanei costruiti immediatamente dopo il sisma a vedere pignorato un quinto del proprio stipendio per la restituzione di contributi per i quali si ritiene, erroneamente, vi sia stata un'indebita sospensione. Sottolinea, inoltre, come le disposizioni di riferimento sono contenute in una molteplicità di provvedimenti che hanno previsto termini e modalità di restituzione delle somme oggetto della sospensione assai differenziate, creando una situazione di disorientamento nelle imprese e nei cittadini tenuti alla restituzione. In questo quadro, segnala, ad esempio, come si preveda una restituzione in 41 anni a fronte delle sospensioni degli adempimenti tributari nel periodo 2002-2007 ed una articolata disciplina delle restituzioni delle somme dovute a fronte di adempimenti contributivi sospesi, che prevede termini e modalità di recupero assai differenziate.
A fronte di tale situazione di massima incertezza, rispetto alla quale si è detto che alla calamità del terremoto si è aggiunta la calamità del terremoto della normativa sulle sospensioni, molti soggetti hanno intrapreso la strada dell'instaurazione di contenziosi giurisdizionali volti ad opporsi al recupero delle somme oggetto della sospensione. In particolare, segnala che l'ABI ha contestato l'interpretazione della normativa vigente adottata dagli enti previdenziali e ha quindi invitato le aziende aderenti a non procedere alla restituzione delle somme in attesa di una più approfondita valutazione delle questioni ermeneutiche sul tappeto. Analogamente, ricorda che alcuni dipendenti del Ministero della difesa hanno ottenuto dal tribunale amministrativo regionale per il Molise la sospensione cautelare dei provvedimenti

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volti al recupero dei contributi sospesi in relazione al verificarsi del sisma.
Fa, inoltre, presente che l'emendamento, al comma 18-quater, si fa carico anche delle difficoltà delle piccole e medie imprese, evidenziate in particolare dalle associazioni di categoria, ricordando che in molti casi, proprio per il contenzioso in atto con riferimento all'interpretazione della normativa relativa alla sospensione degli adempimenti contributivi, le imprese non riescono ad ottenere documenti unici di regolarità contributiva positivi, con evidenti ricadute sfavorevoli sulle loro attività e sull'economia dei territori.
Dichiara, infine, di condividere l'emendamento Franzoso 6.21, che prevede di estendere anche ai soggetti residenti nelle aree interessate dal terremoto del 31 ottobre 2002 le misure recentemente previste nell'ambito dell'articolo 3 del decreto-legge n. 162 del 2008 per le regioni Marche ed Umbria, colpite dagli eventi sismici del 1997.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, ritiene che il problema segnalato dal deputato De Camillis sia effettivamente serio, considerando pertanto opportuno disporre di un quadro di sintesi delle diverse disposizioni di proroga dei tributi e contributi adottate in favore delle aree colpite da calamità naturali.

Gianfranco CONTE, presidente, concorda anch'egli con la rilevanza delle questioni evidenziate dal deputato De Camillis, rilevando, a tale proposito, come non sussista concordanza tra l'ammontare del gettito tributario registrato in Molise, il quale risulta particolarmente ridotto, e l'ammontare delle rateizzazioni previste a titolo di restituzione dei tributi e contributi sospesi.

Sergio Antonio D'ANTONI (PD), pur comprendendo la particolare fase dell'esame del provvedimento in cui interviene la discussione odierna, ritiene che, al fine di inquadrare correttamente le questioni da affrontare, sia necessario sviluppare una riflessione sulle ragioni che hanno portato all'attuale crisi economica a livello globale. A tale riguardo, ritiene che alla base dell'attuale situazione di crisi si ponga in primo luogo l'enorme crescita, realizzatasi negli ultimi venti anni, della disuguaglianza nella distribuzione dei redditi tra le diverse aree geografiche e tra i diversi soggetti economici. Ritiene quindi evidente che, se questa è la ragione di fondo della crisi, tutti gli interventi da mettere in campo dovranno avere come prima finalità quella di introdurre elementi di perequazione nella distribuzione della ricchezza e di sostenere i redditi medio-bassi. Osserva, infatti, che il quadro della situazione economica delle famiglie nel nostro Paese è stato tracciato in modo molto chiaro dall'ISTAT che, nei dati diffusi nella giornata di ieri sulla distribuzione del reddito e sulle condizioni di vita in Italia, evidenziano come oltre il 5 per cento delle famiglie italiane abbia vissuto negli ultimi anni momenti con insufficienti risorse per l'acquisto di cibo. In tale contesto, pertanto, i reiterati appelli all'ottimismo che sono stati rivolti non potranno che essere accolti solo dalle classi più agiate, mentre i cittadini con redditi medio-bassi non potranno certo incrementare le proprie spese. Rileva inoltre che l'accentuazione delle sperequazioni nella distribuzioni del reddito trova altresì conferma nelle rilevazioni della Banca d'Italia, che di recente ha evidenziato come il 10 per cento della popolazione detenga circa il 50 per cento delle ricchezze del Paese.
In considerazione di tale contesto economico particolarmente grave, auspica l'apertura, entro la ripresa dei lavori parlamentari, di un vero tavolo di concertazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel quale tutte le parti sociali possano contribuire all'elaborazione delle proposte volte ad integrare e a correggere gli interventi previsti dal decreto, consentendo di pervenire a disposizioni ampiamente condivise e meno improvvisate di quelle fin qui esaminate.
Alla luce di queste premesse, ritiene che gli interventi del decreto-legge debbano indirizzarsi prioritariamente al sostegno

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delle famiglie, al rafforzamento del sistema degli ammortizzatori sociali e al sostegno delle aree più deboli.
Quanto alla prima direttrice d'intervento, ritiene fondamentale individuare con chiarezza la platea dei soggetti destinatari delle misure di sostegno e prevedere meccanismi di facile applicazione per l'erogazione dei benefici. Osserva, infatti, come, allo stato, beneficino della social cardsolo 300.000 persone, e non 1.300.000 persone, come indicato dal Governo. Al riguardo ritiene siano state create molte ingiustificate illusioni, costringendo un gran numero di persone a fare lunghe file per scoprire di non poter beneficiare della carta acquisti, per l'ottenimento della quale è stato previsto un vero e proprio percorso ad ostacoli. Osserva altresì che il meccanismo dell'erogazione dei benefici previsto per la social cardappare estremamente macchinoso e si interroga su quali siano stati i costi amministrativi per la realizzazione dell'intervento. Evidenzia che anche con riferimento all'erogazione del bonusstraordinario previsto dall'articolo 1 del decreto-legge in esame si pongono questioni analoghe, osservando come andrebbe meglio definita la platea dei beneficiari della misura e sia necessario individuare strumenti che garantiscano la certezza e la tempestività della concessione dei benefici,
Un altro rilevante settore di intervento è rappresentato dal potenziamento degli strumenti di tutela del reddito e degli ammortizzatori sociali. In questo campo ritiene assolutamente necessario che il Governo proceda in accordo con le parti sociali, sviluppando un approfondimento in ordine agli strumenti da mettere in campo, anche al fine di evitare di indicare come novità istituti già da lungo tempo presenti nel nostro ordinamento, come il contratto di solidarietà, previsto sin dal 1984 e perfezionato nel 1993. Con riferimento a tale istituto, che pare essere oggetto dell'interesse del Governo, segnala che attualmente la sua attivazione è rimessa ad un'intesa tra le parti sociali a livello delle imprese interessate e, pur ritenendo apprezzabile che lo Stato intenda intervenire accollandosi parzialmente o integralmente i costi dell'intervento, sottolinea come sia comunque imprescindibile procedere in pieno accordo con le parti interessate. Osserva che in ogni caso il vero problema è quello di reperire le risorse necessarie a finanziare il potenziamento del sistema degli ammortizzatori sociali, in quanto, in assenza di un incremento delle risorse, si determinerà esclusivamente una ripartizione delle somme già stanziate tra un numero maggiore di soggetti. Ritiene pertanto che anche in questo campo si debba assolutamente evitare di ingenerare illusioni nei soggetti che saranno interessati da crisi occupazionali, osservando che gli strumenti per intervenire, pur potendo essere aggiornati e perfezionati, in gran parte già esistono nel nostro ordinamento. Resta, peraltro, tuttora irrisolta la questione della tutela dei lavoratori atipici e a tempo determinato, i quali - pur subendo le conseguenze della crisi - non beneficiano degli interventi finora previsti.
Quanto al finanziamento degli interventi, osserva che l'ipotizzato utilizzo delle risorse del Fondo sociale europeo distoglierebbe le poche risorse ancora destinate alle aree deboli del Paese. Tale scelta, pur legittima, segnerebbe peraltro la definitiva sconfitta delle politiche di sostegno alle aree sottoutilizzate, determinando il loro sostanziale abbandono. Ritiene, piuttosto, che anche negli interventi a favore del sistema produttivo previsti dal decreto-legge, sia possibile introdurre elementi volti al sostegno delle aree deboli. Segnala, in particolare, che i beneficiari dell'intervento sull'IRAP previsti dal decreto-legge, si collocano per il 92,2 per cento nelle aree del centro-nord e che, pertanto, le misure hanno effetti marginali nelle aree del Mezzogiorno. Valuta, pertanto, opportuno, anche al fine di dare un segnale di attenzione alle aree del centro-sud, introdurre elementi di differenziazione nell'erogazione dei benefici che consentano di ottenere effetti significativi anche nelle aree sottoutilizzate. Ipotizza al riguardo, in analogia con quanto disposto per la riduzione del cuneo fiscale, modifiche volte a consentire

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almeno un raddoppio della platea dei beneficiari dell'intervento nel Mezzogiorno. Osserva inoltre che sulla questione dei crediti d'imposta il Ministro dell'economia e delle finanze sta conducendo un'autentica battaglia e ricorda come in una recente occasione il Ministro abbia sostenuto che i crediti d'imposta non possono essere utilizzati come un bancomat. A tale riguardo, segnalato che come bancomat è stato invece utilizzato il Fondo per le aree sottoutilizzate, ritiene tuttavia che, alla luce della rilevanza strategica degli interventi che beneficiano delle agevolazioni fiscali, l'esigenza fondamentale sia quella di assicurare le risorse necessarie al finanziamento dei crediti d'imposta. Tale esigenza sarebbe ancora più forte, se fosse vero quanto dichiarato dal ministro Tremonti in ordine all'ammontare delle risorse mobilitate dai crediti d'imposta, quantificate in 4 miliardi di euro: lo stanziamento di risorse a coperture di tali oneri consentirebbe infatti di attivare un processo di stimolo dell'economia reale di vastissime proporzioni, ideale per affrontare l'attuale situazione di crisi economica e finanziaria. Alla luce di queste premesse, segnala in particolare le proposte emendative del proprio gruppo volte a stanziare nuovi fondi per il finanziamento dei crediti d'imposta, osservando come il mancato incremento delle somme attualmente disponibili significherebbe in sostanza la rinuncia a realizzare interventi volti a garantire lo sviluppo produttivo nelle aree sottoutilizzate.

Gian Luca GALLETTI (UdC), rinviando alle considerazioni già espresse dai deputati del suo gruppo nell'ambito dell'esame preliminare del provvedimento, e riservandosi di illustrare più analiticamente i singoli emendamenti al momento in cui questi saranno posti in votazione, segnala taluni emendamenti a firma di componenti del suo gruppo. Si tratta, in particolare, delle seguenti proposte emendative: Poli 5.08, 8.20, 19.85, 19.09, 19.010, Galletti 19.016, Poli 34.17, Ruvolo 34.025 e 34.029.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, sospende la seduta fino alle ore 11.

La seduta, sospesa alle 10.20, è ripresa alle 11.

Gioacchino ALFANO (PdL) segnala l'emendamento 2.51 Del Tenno, che sottoscrive, il quale interviene sulle modalità di rimborso da parte dello Stato degli interessi sui mutui eccedenti la soglia del quattro per cento, prevedendo l'attribuzione di un credito di imposta agli istituti. Segnala ancora l'emendamento 3.104 che intende abrogare la clausola del massimo scoperto; nonché l'emendamento 3.105, già illustrato dalla collega Savino. Segnala ancora gli emendamenti 6.19 Germanà e 6.21 Franzoso e 9.26 di Vincenzo Antonio Fontana, nonché gli emendamenti 8.1, 8.2 e 8.3 a prima firma del collega Zorzato che intervengono sul calcolo presuntivo dei redditi nell'ambito degli studi di settore. Segnala il proprio emendamento 11.2 che estende anche ai revisori contabili la possibilità di stipulare polizze contro gli errori professionali. Invita il Governo a porvi particolare attenzione, per sanare la discriminazione in atto.
Segnala l'emendamento 14.24 che modifica in componenti del Comitato per la sicurezza finanziaria.
Segnala inoltre le seguenti proposte emendative: Toccafondi 16.43, Girlanda 16.37, che agevola l'utilizzo della posta elettronica nei rapporti con la pubblica amministrazione, Franzoso 18.2, Zorzato 16.2, 18.39, 18.40, 19.7, 19.89, 19.86 e 29.86, Pagano 17.2, Ventucci 27.3, Pugliese 27.4, e Savino 30.30 e 30.6.
Segnala quindi il proprio emendamento 30.1, il quale interviene su quello che ritiene essere un errore normativo. Ricorda infatti che il trasferimento di immobili alle ONLUS è esente da imposta di registro e catastale mentre, con evidente incongruenza, ciò non vale per l'acquisto da parte dei medesimi soggetti. Segnala poi le proposte emendative Germanà 32.12 e 32.13, nonché il proprio articolo aggiuntivo 18.01, che interviene sui meccanismi di finanziamento delle imprese, e gli articoli aggiuntivi 31.07 e 32.02.

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Antonio BORGHESI (IdV), dopo aver ricordato di aver indicato nella seduta di ieri i possibili mezzi di copertura per le ulteriori misure di sostegno all'economia che il suo gruppo ritiene necessarie e aver precisato che in alcuni casi l'inammissibilità per carenza di copertura può essere superata dai chiarimenti del Governo, segnala, con riferimento alle problematiche affrontate ieri, anche i propri emendamenti 12.29 e 16.30, che intendono potenziare la lotta all'elusione fiscale attraverso meccanismi di tracciabilità, meccanismi invece depotenziati dall'attuale Governo. Con riferimento alle questioni degli ammortizzatori sociali, segnala che il proprio emendamento 19.66 applica in Italia la soluzione tedesca nella sua integrità e non nella versione riduttiva prospettata da più parti in questi giorni in Italia. Infatti, non si prospetta una riduzione del salario da parte delle imprese, a fronte della riduzione dell'orario di lavoro, integrata dal trattamento di cassa integrazione che è inferiore allo stipendio, ma, come in Germania, dovrebbe essere lo Stato a garantire il mantenimento del salario integrale con parità di potere d'acquisto. Altri interventi proposti dal suo gruppo intendono estendere ad altri soggetti l'accesso agli ammortizzatori sociali. Al riguardo segnala i propri emendamenti 19.65, 19.67, 19.68, 19.69, 19.70, 19.71 e 19.72.

Pier Paolo BARETTA (PD), con riferimento agli ammortizzatori sociali, e riservandosi di fornire l'elenco degli emendamenti segnalati dal suo gruppo, rileva che è indispensabile garantire a tutti i lavoratori indipendentemente dalla tipologia di contratto, l'accesso per il 2009 agli ammortizzatori sociali. A tale proposito, osserva che a tale estensione si dovrebbero accompagnare controlli rigorosi da parte del Ministero del lavoro per evitare abusi. In secondo luogo occorre non limitare l'estensione alla sola indennità di disoccupazione, bensì includervi il più sostanzioso trattamento di cassa integrazione. In terzo luogo, più in generale, rileva la necessità di trovare fin da questo provvedimento risorse aggiuntive da destinare al funzionamento degli ammortizzatori sociali, che rischia altrimenti di divenire l'autentica emergenza dei prossimi mesi.

Giuliano CAZZOLA (PdL), con riferimento alle proposte emendative di cui è firmatario, segnala in primo luogo l'emendamento 1.16 che ripristina il cosiddetto «bonusMaroni» previsto dalla legge n. 243 del 2004. Rileva infatti che è necessario tutelare chi decide di rimanere al lavoro, osservando che la compensazione dei maggiori oneri potrebbe essere garantita dai risparmi effettuati da registrare a tal fine sulla spesa pensionistica. Segnala poi gli emendamenti 4.1, il quale prevede la soppressione del comma 2 dell'articolo 4, il quale prevede il riscatto ai fini contributivi del periodo di servizio civile; 4.2, che richiede che il decreto attuativo della riduzione di imposte per i dipendenti del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, sia emanato entro trenta giorni dalla legge di conversione, rimediando all'attuale assenza di termine; 4.3,che estende la possibilità di anticipo del TFR anche ai dipendenti pubblici in regime di trattamento di fine servizio, nonché l'emendamento 4.4, che prevede che il decreto attuativo della possibilità dell'anticipo sia emanato entro trenta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione e non del decreto-legge. Segnala infine gli emendamenti 19.2 e 19.81.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame.

La seduta termina alle 11.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.50 alle 12.