CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 22 dicembre 2008
113.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Lunedì 22 dicembre 2008. - Presidenza del presidente della VI Commissione Gianfranco CONTE, indi del presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Luigi Casero e Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 10.10.

DL 185/08: Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale.
C. 1972 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 18 dicembre.

Gianfranco CONTE, presidente, comunica che nelle sedute precedenti non è stata dichiarata l'inammissibilità di alcune proposte emendative di contenuto analogo ad altre già dichiarate inammissibili nella seduta del 17 dicembre 2008. Si tratta, in particolare, dell'emendamento 3.60 Ciccanti, analogo all'emendamento 3.11 Milanato, dichiarato inammissibile per carenza di compensazione; dell'emendamento 19.6 Milanato, identico all'emendamento 19.12 Del Tenno, dichiarato inammissibile per carenza di compensazione; degli emendamenti 28.2 Marsilio e 28.4 Giudice identici all'emendamento 28.5 Polledri, anch'esso dichiarato inammissibile per carenza di compensazione; dell'articolo aggiuntivo 32.07 Fugatti, quasi identico all'emendamento 32.09 Bitonci, dichiarato inammissibile per carenza di compensazione. Le predette proposte emendative sono pertanto da ritenersi inammissibili. Segnala, invece, che gli emendamenti 8.16 e 8.17 Ceccuzzi, di contenuto analogo all'emendamento 8.15 Lulli, che è stato riammesso, nonché l'articolo aggiuntivo 34.019 Barbato, identico agli articoli aggiuntivi 34.09 Osvaldo Napoli e 34.010 Graziano, ammissibili, saranno a loro volta riammessi. Quanto all'organizzazione dei lavori, fa presente

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che, in base agli accordi intercorsi, la discussione sul complesso degli emendamenti sarà articolata in modo da assicurare un esame di gruppi omogenei di articoli e proposte emendative. Nella seduta antimeridiana di oggi la discussione verterà quindi sulle proposte riferite alle disposizioni recanti misure di sostegno e di semplificazione in favore delle famiglie e delle imprese, contenute negli articoli 1, 2, 3, 4, comma 1, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 15, 16 e 17, e alle disposizioni recanti misure di razionalizzazione e potenziamento in materia tributaria, previste negli articoli 24, 27, 28, 29, 30, 31 e 31. Nella seduta pomeridiana la discussione avrà ad oggetto gli articoli 11, 12, 13 e 14, i quali recano interventi per assicurare la disponibilità del credito e in materia di mercati finanziari, e gli articoli 18, 20, 21, 22, 23, 25 e 26, che recano misure un materia di infrastrutture e di servizi pubblici. Nella seduta di martedì mattina la discussione sarà incentrata sulle proposte recanti interventi in materia di ammortizzatori sociali, di previdenza e pubblico impiego, riferite agli articoli 4, commi da 2 a 5, 19, 33 e 34.
Avverte poi che il deputato Pugliese sottoscrive gli emendamenti 1.5, 6.2, 6.23, 6.22 e 8.21 e gli articoli aggiuntivi 2.037, 2.031, 6.09 e 8.05; il deputato Realacci sottoscrive l'articolo aggiuntivo 21.03; il deputato Polledri sottoscrive l'emendamento 19.5; il deputato Stagno d'Alcontres sottoscrive l'emendamento 18.6 e il deputato Calvisi sottoscrive l'articolo aggiuntivo 11.05; il deputato Rubinato sottoscrive gli articoli aggiuntivi 10.06 e 10.07.
Avverte infine che, per un errore tipografico, non sono state inserite nell'allegato al resoconto delle Commissioni del 17 dicembre scorso le proposte emendative riferite all'articolo 33 (vedi allegato 1).

Maurizio LEO (PdL), nel condividere lo spirito ed il contenuto del provvedimento in esame, ricorda di aver presentato proposte emendative volte, da un lato, a migliorare la formulazione tecnica di alcune disposizioni e, dall'altro, a completare e rendere più efficaci gli interventi messi in campo dal Governo.
Quanto alla prima tipologia di proposte emendative, segnala in primo luogo quella volta a sostituire la rubrica dell'articolo 6 del decreto-legge, che sembrerebbe limitare la deduzione della quota di IRAP relativa al costo del lavoro e degli interessi ai soggetti in regime di IRES, mentre la disposizione si riferisce più in generale alla deduzione di quota dell'IRAP dalle imposte dirette. Sempre con riferimento alla medesima disposizione, ha altresì proposto la soppressione del riferimento al comma 4-bis dell'articolo 11 del decreto legislativo no 446 del 1997, il quale non fa riferimento a spese riferite al costo del lavoro. Ricorda, inoltre, l'emendamento da lui presentato volto ad estendere la disciplina volta alla riduzione del cuneo fiscale alle aziende operanti nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, che nell'attuale situazione assume particolare rilevanza. Segnala altresì l'emendamento con il quale propone di elevare a 50.000 euro il limite massimo di deducibilità delle spese sostenute da imprese e professionisti per l'acquisto di autovetture, sottolineando come la misura ivi prevista, favorendo il rinnovo del parco veicoli, potrebbe avere positivi effetti di sostegno al settore automobilistico, che in questi mesi sta risentendo in modo significativo della crisi. Ulteriori proposte emendative da lui presentate intendono invece introdurre meccanismi fiscali di carattere premiale per le imprese e i lavoratori autonomi che nell'ultimo anno abbiano realizzato incremento di reddito, prevedendo in un caso l'incremento della quota degli ammortamenti e nell'altro la sottoposizione dell'incremento di reddito realizzato ad una aliquota ridotta.
Per quanto riguarda, invece, la disciplina degli studi di settore, dichiara il proprio apprezzamento per le disposizioni dell'articolo 8 del decreto-legge, osservando tuttavia che, in ragione dei tempi necessari al completamento del procedimento di revisione degli studi, potrebbe esserci il rischio di non riuscire a rendere operative le disposizioni in tempo utile per

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le prossime scadenze fiscali. Ricorda, infatti, che la predisposizione di nuovi studi di settore comporta l'avvio di una procedura che prevede l'inoltro di questionari ai contribuenti al fine di raccogliere dati che possano essere poi oggetto di elaborazione e che tale fase di consultazione difficilmente potrebbe essere conclusa entro due mesi. Ha, pertanto, presentato un emendamento volto a prevedere una disciplina da applicare nel caso in cui non fosse possibile completare in tempo utile il processo di revisione congiunturale previsto dall'articolo 8. In quel caso, per i settori che subiscano gli effetti della crisi economica, gli studi dovrebbero rappresentare esclusivamente delle presunzioni semplici e, pertanto, spetterebbe all'ufficio accertatore provare gli scostamenti sulla base di ulteriori circostanze e indicatori.
Ritiene, inoltre, particolarmente apprezzabili le misure contenute nel provvedimento in materia di semplificazione e di eliminazione di adempimenti inutili posti a carico delle imprese, che si muovono nel solco degli interventi già realizzati dal decreto-legge n. 112, osservando che ulteriori semplificazioni potranno essere previste e ricordando il proprio emendamento volto a sopprimere l'obbligo di comunicazione telematica delle dichiarazioni di intenti da parte degli esportatori. Con riferimento alla disciplina contabile delle imprese, segnala che l'utilizzo dei principi contabili internazionali IAS/IFRS ai fini della determinazione dei redditi imponibili previsto dalla legge finanziaria per il 2008 comporta rilevanti problemi applicativi per la determinazione in modo univoco del reddito imponibile di soggetti economicamente assai rilevanti, come le società quotate e le società appartenenti a gruppi bancari. Per far fronte a tale grave situazione, ha quindi presentato una proposta emendativa volta a prevedere che anche le soluzioni applicative e le interpretazioni adottate dall'Organismo italiano di contabilità assumano rilievo ai fini della verifica della corretta applicazione dei principi contabili internazionali. Con riferimento al medesimo ambito disciplinare, segnala altresì la propria proposta emendativa volta a consentire, nell'attuale situazione di crisi economica, una riapertura del termine previsto in materia di passaggio alla contabilità semplificata per le imprese minori. Avrebbe, altresì, ritenuto opportuno un intervento di razionalizzazione della disciplina antielusiva prevista dall'articolo 37-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973, ma, in ragione della necessità di un maggiore approfondimento delle questioni affrontate, ritira il suo articolo aggiuntivo 15.02 che interveniva in materia. Segnala, invece, il proprio emendamento che modifica la disciplina agevolativa della fase di start up delle imprese al fine di consentire il reinvestimento anche in settori diversi da quello originario.
Rileva altresì che le disposizioni di cui ai commi 5 e 6 dell'articolo 27 recano un forte inasprimento delle misure cautelari previste in materia di riscossione dei tributi consentendo, in particolare, l'iscrizione di ipoteca e l'applicazione del sequestro conservativo anche sulla base di processi verbali di constatazione. Al riguardo, segnala di aver presentato proposte emendative volte a limitare l'applicazione di tale nuova disciplina, che rischia di danneggiare in modo significativo le attività economiche, ai casi nei quali emergano violazioni penalmente rilevanti.
Con riferimento, infine, alle previsioni volte a consentire il pagamento dell'IVA al momento dell'effettiva riscossione del corrispettivo, segnala la propria proposta volta ad estendere le disposizioni del comma 1 dell'articolo 7 del decreto a tutte le imprese fornitrici e subfornitrici di Alitalia, indipendentemente dal rispettivo volume di affari, in considerazione del fatto che con ogni probabilità molti di questi soggetti hanno già emesso fatture.

Antonio BORGHESI (IdV) osserva come, anche nell'esame degli emendamenti, non si possa non partire da una valutazione di carattere generale sul decreto-legge, ritenendo che il tema centrale da affrontare sia quello dell'adeguatezza delle risorse messe in campo. È stato

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infatti già più volte sottolineato come l'intervento del Governo italiano sia stato particolarmente limitato, diversamente da quanto deciso dai principali Paesi europei e in difformità anche dalle indicazioni recentemente fornite dal Fondo monetario internazionale. Sulla base di tali raffronti, la manovra avrebbe dovuto ammontare nel complesso a circa 20 miliardi di euro, e non ai 6 che sono stati invece stanziati dal Governo, anche in considerazione del fatto che gli interventi da adottare potrebbero avere una efficacia temporalmente limitata a due anni, salva la verifica di un prolungamento dell'efficacia delle misure al termine di tale periodo. Quanto all'individuazione delle ulteriori risorse da stanziare per far fronte alla crisi, ritiene che 2 miliardi di euro potrebbero rendersi disponibili attraverso una sospensione dell'abolizione dell'ICI sulla prima casa disposta dal Governo all'inizio della legislatura con un provvedimento di cui anche la maggioranza sembra ormai pentita. Attraverso tale sospensione gli enti locali recupererebbero risorse particolarmente utili nell'attuale situazione di crisi e lo Stato potrebbe risparmiare le somme destinante ai trasferimenti compensativi, che peraltro si sono dimostrate largamente insufficienti allo scopo. Ulteriori 5 miliardi di euro potrebbero essere ricavati da una migliore gestione dei condoni, come dimostra la relazione recentemente elaborata dalla Corte dei conti, che ha evidenziato come molti soggetti abbiano beneficato del condono versando solo la prima rata del corrispettivo dovuto e, ottenuti i benefici, abbiano cessato i pagamenti, con conseguenze gravissime per l'erario. Maggiori risorse, quantificabili in circa 4 miliardi di euro, potrebbero altresì rendersi disponibili in conseguenza della riduzione delle somme da destinare al pagamento degli interessi passivi sul debito pubblico, alla luce dell'andamento dei tassi, che negli Stati Uniti sono ormai pari a zero e che anche in Europa dovrebbero sensibilmente calare. Altri due miliardi potrebbero, infine, derivare da una seria lotta all'evasione fiscale, che tuttavia non appare rientrare tra gli obiettivi del Governo che anche in questo decreto, come già nel decreto-legge n. 112, continua ad adottare misure che facilitano l'evasione e l'elusione, con effetti registrati già dai dati recentemente diffusi secondo i quali nel 2008 l'area dell'evasione fa segnare un incremento di circa il 30 per cento. In questa ottica, ritiene fondamentale ripristinare i controlli sulla tracciabilità dei pagamenti e gli elenchi clienti e fornitori, segnalando come tali controlli saranno essenziali anche nel momento in cui si dovesse attuare il passaggio all'IVA per cassa.
Quanto ai provvedimenti da adottare, dichiara di essere favorevole a destinare l'intera massa delle risorse al sostegno del potere di acquisto delle famiglie, osservando che con uno stanziamento di 20 miliardi di euro potrebbero trasferirsi ai dieci milioni di Italiani con un reddito inferiore ai 15.000 euro circa 1.300 euro all'anno che potrebbero rivelarsi fondamentali per il sostegno al mercato interno e all'occupazione.
Con riferimento alle misure contenute nel provvedimento in esame, segnala come vi sia la necessità di una profonda modifica alle disposizioni in materia di mutui al fine di tenere conto della situazione di grave crisi nei pagamenti nella quale potrebbero essere coinvolti i soggetti vittime della crisi occupazionale che si va delineando. In questa ottica, più che preoccuparsi dell'andamento dei tassi, che appaiono ormai in discesa, sarebbe opportuno farsi carico delle difficoltà delle famiglie attraverso l'assunzione da parte dello Stato del differenziale esistente tra il tasso di riferimento della Banca centrale europea e il tasso effettivamente praticato. A tale riguardo, segnala in particolare le proprie proposte emendative 2.13, 2.14, 2.15, 2.28, 2.29 e 2.30.
Un'altra misura di sostegno alle famiglie, all'economia e all'ambiente potrebbe inoltre essere rappresentata da un profondo ripensamento della modifica alla disciplina del credito di imposta in materia di riqualificazione energetica degli immobili, prevista dall'articolo 29 del decreto-legge. A tale riguardo, nel segnalare i

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propri emendamenti 29.44, 29.46, 29.42, 29.43, 29.45 e 29.47, fa presente che sarebbe opportuno che la relazione tecnica, nello stimare gli effetti delle disposizioni, tenga comunque conto dei rilevanti effetti antielusivi della disciplina in materia di riqualificazione energetica, che in sostanza potrebbe pagarsi da sé consentendo l'emersione di compensi altrimenti non sottoposti a prelievo.
Per quanto riguarda le disposizioni in materia di blocco delle tariffe e dei pedaggi autostradali previste dall'articolo 3, prende atto della precisazione fornita dal Governo in ordine all'ambito di applicabilità delle disposizioni, osservando che nei settori dell'energia e del gas si rende necessario non tanto un blocco delle tariffe, quanto piuttosto una loro riduzione, anche alla luce dell'andamento dei costi delle materie prime. In ogni caso, rileva come con riferimento ai pedaggi autostradali il Governo sembri tornare sui propri passi dopo aver consentito ai concessionari il potere di disporre aumenti tariffari privi di ogni controllo. Al riguardo, ritiene che l'unico sistema che garantisca dagli aumenti indiscriminati dei pedaggi sia la suddivisione della tariffa in due quote, una riferita alla gestione e al mantenimento della rete affidata e l'altra commisurata all'attuazione del piano degli investimenti previsto e sottratta alla disponibilità del concessionario.
Esprime, inoltre, forti critiche con riferimento al comma 1 dell'articolo 4 del provvedimento, che favorisce l'indebitamento delle famiglie, osservando che un potenziamento delle detrazioni per carichi di famiglia, un rafforzamento degli assegni familiari e un incremento delle somme destinate al bonus straordinario previsto dall'articolo 1 potrebbero rappresentare un aiuto molto più efficace di un prestito di somme che dovranno comunque essere restituite.
Ritiene, inoltre, particolarmente pericolose le disposizioni in materia di riscossione dei tributi, osservando come anche in questo caso si tratti di misure che costituiscono un incentivo all'evasione fiscale e che rischiano di determinare pesanti conseguenze negative per le entrate fiscali.
Quanto, infine, alle disposizioni in materia di pagamento dell'IVA di cui all'articolo 7, dichiara di condividere lo spirito della norma, osservando tuttavia che si introducono rilevanti complicazioni amministrative che rischiano di rendere l'intero meccanismo estremamente difficoltoso per le imprese.

Pier Paolo BARETTA (PD) dopo avere espresso apprezzamento per la possibilità di discutere e focalizzare le problematiche attinenti al provvedimento prima del voto, sottolinea la drammaticità della situazione nella quale versa l'economia e auspica che il Governo rifletta adeguatamente sui rilievi emersi e che emergeranno nel corso della discussione. Ribadisce quindi il giudizio complessivo di insoddisfazione del Gruppo del Partito Democratico nei confronti del provvedimento, soprattutto per la dimensione non adeguata dello stesso, atteso che sarebbe necessaria una manovra pari ad almeno un punto del PIL. Poiché sussistono margini per intervenire in senso migliorativo, gli emendamenti del suo gruppo, animati da uno spirito costruttivo e collaborativo, sono volti ad ampliare e migliorare il provvedimento del Governo. Rileva peraltro che agli interventi proposti non sarebbe possibile obiettare una presunta insufficiente flessibilità dei saldi finanziari e che è ipotizzabile una manovra di medio periodo.
Gli interventi correttivi proposti nei predetti emendamenti riguardano sostanzialmente tre settori: il sostegno al reddito delle persone e delle famiglie, il sostegno all'impresa e gli ammortizzatori sociali. Riservandosi di intervenire successivamente sugli altri settori, illustra quindi gli interventi proposti in tema di sostegno del reddito.
Rileva che il bonus di cui all'articolo 1 da solo è insufficiente, dovendo essere integrato da un intervento a sostegno degli assegni familiari, soprattutto per sostenere le famiglie con più figli, che maggiormente risentono della crisi economica, nonché

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esteso anche ai lavoratori autonomi, con particolare attenzione ai giovani lavoratori con partita IVA. Occorre altresì introdurre il tema della «dote fiscale», poiché questa soluzione appare certamente preferibile a quella dell'indebitamento delle famiglie. Anche il tema delle detrazioni fiscali deve essere seriamente rivisitato. E lo stesso dicasi per altri interventi che anche indirettamente attengono al sostegno del reddito: ciò vale in particolare per i mutui, le tariffe e l'estensione del salario di produttività.
Conclusivamente sottolinea come tutti gli emendamenti del suo gruppo siano sia finanziariamente che politicamente sostenibili, rivolgendo al Governo l'invito ad una attenta riflessione sugli stessi.

Marco CAUSI (PD) nel ribadire che il Gruppo del Partito Democratico considera il provvedimento in esame insufficiente ed inefficiente, sottolinea come il Governo abbia sinora utilizzato una inadeguata strumentazione di politica economica, ricorrendo ad una sorta di «finanziaria permanente» che si è caratterizzata per il susseguirsi di più provvedimenti frammentari e talvolta contraddittori. Ritiene quindi necessario scongiurare il rischio che il provvedimento in esame costituisca una ulteriore manovra provvisoria, che sarà seguita da altri interventi, senza che sia possibile ravvisare un disegno unitario e razionale.
Premessa quindi una analisi delle cause macroeconomiche della crisi, sottolinea l'importanza che l'Europa nei prossimi anni sostenga adeguatamente la domanda interna. In questo contesto rileva che la manovra in esame è insufficiente perché di fatto la sua entità è di circa un terzo di punto del PIL, mentre la Commissione europea ha raccomandato di mettere in atto manovre nella misura di 1.5 punti del PIL.
Valutata la situazione dell'economia italiana, ritiene che in questo momento sarebbe necessaria una manovra della misura di almeno un punto percentuale del PIL ed evidenzia come questo risultato sia possibile anche tenendo conto delle prevedibili disponibilità di spesa che nel 2009 deriveranno dalla riduzione dei tassi di interesse. Le predette risorse, anziché essere lasciate alla discrezionalità del Governo per essere verosimilmente allocate nel contesto di ulteriori provvedimenti frammentari e disorganici, dovrebbero costituire sin d'ora oggetto di un preciso impegno del Governo ad allocare le medesime a sostegno del reddito delle famiglie, con conseguenti effetti positivi anche sul piano delle aspettative. In quest'ottica si collocano le norme di copertura programmatica contenute negli emendamenti 1.45 e 1.46 Baretta, 1.47 Causi, 1.48 D'Antoni, 1.49 Ventura, 1.50 Colaninno, 1.51 Fontanelli e 1.52 Misiani, che prevedono diverse possibili ipotesi a seconda delle risorse che sarà possibile reperire.
Illustra quindi il suo emendamento 15.14, del quale raccomanda l'approvazione.
Esprime perplessità sull'articolo 32, ritenendo inopportuno che sia aumentato l'aggio di riscossione dei tributi. In tale contesto si collocano pertanto gli emendamenti 32.23, 32.36 e 32.34 Fluvi, dei quali raccomanda l'approvazione, invitando ad una maggiore riflessione sui meccanismi di riscossione, che appaiono fortemente favorevoli al concessionario statale. Illustra altresì l'emendamento 32.43 Fluvi, del quale raccomanda l'approvazione.

Rolando NANNICINI (PD) evidenzia che per affrontare adeguatamente la grave situazione di crisi economica nella quale versa il Paese sarebbero necessarie misure triennali per il sostegno della domanda e riforme strutturali, mentre nulla di tutto questo è presente nel provvedimento in esame. La manovra, infatti, si richiama alle raccomandazioni assunte in sede europea, ma vi dà attuazione solo parzialmente e senza un disegno unitario e complessivo.
Illustra quindi l'emendamento 3.76, che interviene in materia di impianti di depurazione e ne raccomanda l'approvazione.
Esprime forti perplessità sull'articolo 9, relativo ai imborsi fiscali ultradecennali e

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alla velocizzazione, anche attraverso garanzie della SACE S.p.a., dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. Raccomanda, in particolare, la previsione di meccanismi efficaci per garantire, da parte degli enti pubblici, il tempestivo pagamento delle fatture non liquidate ai fornitori di beni e servizi.
Esprime altresì forti perplessità sull'opportunità delle disposizioni contenute nell'articolo 30, relativo ai controlli sui circoli privati.
Segnala infine il proprio articolo aggiuntivo 12.04.

Marco MARSILIO (PdL) segnala il suo emendamento 1.54 che estende la detraibilità delle spese per l'assistenza familiare e i lavori domestici a nuclei monoparentali ed a coppie con figli minori con uno dei genitori con età inferiore a 18 anni.
Segnala ancora l'emendamento 2.5 che interviene a sostegno di famiglie con lavoro precario che vogliano accedere ad un mutuo per l'acquisto di abitazione. Osserva infatti che vi è in materia un vuoto legislativo in quanto non sono oggetto di benefici fiscali i premi di assicurazioni sottoscritti a garanzia del rischio di insolvenza dei mutui a causa di perdita involontaria dal posto di lavoro o a causa di malattia. L'emendamento prevede pertanto per tali polizze una detraibilità fino a 2.000 euro annui. Sull'articolo 28 in materia di escussione delle garanzie prestate a favore della pubblica amministrazione, segnala il suo emendamento volto a superare il problema di incostituzionalità, rilevato da più parti, dell'ultimo periodo del primo comma.
Segnala infine l'articolo aggiuntivo 19.014 che prevede l'accorpamento di tre fondi per il sostegno all'imprenditorialità giovanile in un unico fondo, da porre sotto responsabilità del ministero delle politiche giovanili. Si prevede anche l'innalzamento dell'età massima per l'accesso a 35 anni. Rileva che le medesime misure sono contenute anche nel disegno di legge in materia già esaminato in via preliminare dal Consiglio dei ministri ed attualmente all'esame della Conferenza unificata per i rapporti tra Stato, regioni e autonomie locali.

Maino MARCHI (PD) intervenendo sull'articolo 29, segnala gli emendamenti 29.48, 29.58 e 29.34, a prima firma del collega Baretta, volti a reintrodurre i crediti di imposta per investimenti in ricerca e sviluppo e per le spese in materia di riqualificazione energetica degli edifici. Osserva che su tale materia il decreto introduce quattro novità: di fatto in primo luogo si aumentano le tasse perché alcuni non usufruiranno di agevolazioni; in secondo luogo la misura è retroattiva; in terzo luogo si crea un ulteriore adempimento burocratico; in quarto luogo si introduce nel procedimento amministrativo la figura singolare del silenzio-dissenso da parte dell'amministrazione.
In proposito, ricorda che il piano europeo di ripresa economica richiede esplicitamente interventi per migliorare l'efficienza energetica degli edifici e per potenziare la ricerca e l'innovazione tecnologica. Osserva che il piano prospetta anche la riduzione della tassazione per gli edifici con alta efficienza energetica e invita la BEI e gli Stati membri ad investire risorse in questi settori. In questo modo, invece, il Governo procede in direzione opposta e si colpisce un settore in crisi dopo anni di sviluppo, quello dell'edilizia. Pertanto il sostegno all'efficienza energetica rappresenterebbe anche un'importante misura di sostegno al settore. Inoltre, si colpisce una misura importante in materia ambientale mentre il Governo privilegia l'energia nucleare che non appare suscettibile di implementazione immediata. Invita poi a non compiere con riferimento alla copertura del provvedimento valutazioni esclusivamente in termini di minor gettito, senza prendere in considerazione gli effetti indiretti di aumento del gettito. In questa ottica, anche per il credito di imposta per la ricerca ci dovrebbe essere un riesame della problematica.

Franco CECCUZZI (PD) nel richiamare le considerazioni generali contenute negli

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interventi dei colleghi Baretta e Causi, si sofferma sugli articoli 2, 8 e 9. Con riferimento all'articolo 2, recante misure in materia di mutui, ritiene che sia il momento di tracciare un bilancio complessivo degli interventi posti in essere in questi anni. Ricorda che nell'ultimo ventennio si è registrata una costante erosione del potere d'acquisto delle famiglie a cui si è aggiunta la crisi degli ultimi mesi ed è conseguentemente aumentato lo stock di debito dei nuclei familiari, con un incremento da 15 anni a 25 anni della durata media dei mutui. Nella scorsa legislatura si è poi aumentata la detraibilità dei mutui ed è stato istituito il fondo di solidarietà per i mutuatari, del quale tuttavia non è stato emanato il necessario regolamento attuativo. Terzo intervento è stato quello sulla portabilità dei mutui, approvato con il decreto-legge n. 7 del 2007, potenziato poi da ulteriori misure contenute nella legge finanziaria per il 2008. In merito all'attuazione delle misure in materia di portabilità, ricorda che è intervenuto anche un provvedimento sanzionatorio dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato nei confronti delle banche che hanno posto difficoltà eccessive e non giustificate per consentire di usufruire della portabilità e che l'ABI ha stimato che solo 400.000 mutuatari ne abbiano usufruito. A questa misura si è aggiunta la rinegoziazione prevista dal decreto-legge n. 93 che non ha avuto i risultati positivi prospettati dal Governo. Ora il provvedimento in esame prevede, all'articolo 2, che lo Stato si accolli gli interessi superiori al 4 per cento. La misura risulta iniqua perché prescinde dal reddito e si registra una disparità con i sottoscrittori di mutui a tasso fisso. In proposito segnala l'emendamento 2.43 che, in caso di difficoltà nell'attuazione della portabilità dei mutui, si applichino le sanzioni previste dall'articolo 144 del Testo unico bancario che prevede che lo stesso articolo 2 richiama per il caso di violazioni delle disposizioni nello stesso contenute. Inoltre si agevola l'atto di surroga per la portabilità dei mutui, in deroga all'articolo 2703 del codice civile: rileva che una simile previsione agevolerebbe il passaggio non solo da una banca all'altra ma anche da un mutuo a tasso fisso a un mutuo a tasso variabile come del resto tornerà conveniente fare di qui a qualche mese in conseguenza della diminuzione dei tassi di interesse. Segnala poi l'emendamento 2.48 che aumenta dal 19 al 23 percento la detrazione dei mutui e l'emendamento 2.47 che mantiene la detrazione del 19 percento ma aumenta l'importo detraibile a 5000 euro. A simili misure si potrebbe obiettare che la detrazione interverrebbe in ritardo rispetto agli oneri immediati per le famiglie. Sul punto, segnala gli emendamenti 2.40 e 2.45 che prevedono che la banca agisca come una sorta di sostituto d'imposta anticipando la detrazione d'imposta relativa ai mutui al 31 gennaio 2009, rinviando alla presentazione della dichiarazione dei redditi l'eventuale conguaglio.
Con riferimento all'articolo 3, rileva che anche in questo caso si escludono i mutui a tasso fisso; ed inoltre si escludono i soggetti insolventi. Infine segnala gli emendamenti che ridotano il fondo per il sostegno varati dal Governo Prodi. Su tale materia, ricorda infine che la Commissione finanze ha approvato all'unanimità una risoluzione che richiede di incrementare i livelli di detraibilità dei mutui.
Con riferimento all'articolo 8, ne segnala in primo luogo la genericità. Ricorda che per il suo gruppo gli studi di settore rappresentano uno strumento di cui può essere fatto un buono o un cattivo uso, ma di cui non si può, allo stato, fare a meno.
In proposito, segnala i suoi emendamenti 8.16 e 8.17, che abbassano per due anni l'indice di normalità economica, rilevando che invece, se risulta sicuramente improponibile l'assunzione della base di riferimento 2006 per i prossimi due anni di crisi, un abbassamento permanente potrebbe depotenziare gli studi di settore. Ritiene poi che si debba continuare a lavorare sulla territorializzazione degli studi di settore e pertanto il suo emendamento 8.13, che segnala, richiede l'emanazione di un decreto entro 60 giorni, con l'espressione del parere sullo stesso da parte delle competenti Commissioni parlamentari.

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Rileva che il rischio è che invece di riformare seriamente gli studi di settore si depotenzi la lotta all'evasione fiscale. In questo contesto si potrebbe poi pensare a misure di sostegno alle piccole e medie imprese come la defiscalizzazione degli utili reinvestiti. Con riferimento all'articolo 9, segnala l'esigenza di sostenere le università, consentendo di derogare al limite di destinazione del 15 per cento del fondo di finanziamento ordinario delle università alle spese per mutui che le università possono contrarre. Sul punto interviene l'emendamento 9.11, che segnala.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) con riferimento all'articolo 1, chiede al rappresentante del Governo perché, per individuare i destinatari del bonus per le famiglie, non si utilizzano i parametri ISEE, come avviene per la social card e come richiesto dal suo emendamento 1.7, che segnala. Infatti osserva che l'attuale contenuto dell'articolo 1 consente di usufruire del bonus anche se si ha un reddito basso ma si possiedono quote ingenti di risparmi investiti in BOT e titoli di Stato.
Osserva inoltre che il bonus è esteso ai residenti extracomunitari che invece sono esclusi dalla social card: sul punto intervengono i suoi emendamenti 1.14 e 1.15, che segnala. Inoltre del bonus non possono beneficiare i soggetti privi di reddito. Al riguardo, segnala gli emendamenti 1.13, 1.9 e 1.10. Segnala poi l'emendamento 1.11 che aumenta la soglia del reddito al di sotto della quale il soggetto può essere a carico, che è ferma dal 1995. Segnala poi l'emendamento 5.1 che proroga anche la detassazione degli straordinari, e gli articoli aggiuntivi 5.02, che ripristina la detassazione delle erogazioni liberali dei datori di lavoro ai dipendenti e 5.04, che aumenta al sei per mille la deduzione per gli oneri sociali.
Con riferimento all'articolo 6, rileva che dovrebbe essere prevista l'esenzione dal pagamento dell'IRAP per agenti e rappresentanti che non operano con struttura di impresa. Sul punto segnala l'articolo aggiuntivo 6.08.
Segnala poi l'emendamento 7.4, che introduce un principio di equità con il trattamento fiscale di altri Stati, nel caso in cui si deve emettere fattura IVA con riferimento alle imprese in fallimento, anche se i relativi importi non verranno mai riscossi. Così si prevede l'introduzione dell'IVA per cassa anche per tale eventualità. Segnala ancora l'emendamento 8.7 che interviene in materia di studi di settore, prevedendone il valore di presunzione semplice. Segnala poi l'articolo aggiuntivo 10.01 in materia di aumento della soglia per la compensazione automatica dei crediti di imposta.
Segnala anche gli emendamenti 16.35, in materia di esonero dall'F24 telematico per le imprese minori e 16.39, in materia di semplificazione del modello 770.
Con riferimento all'articolo 29, rileva che non basta escluderne la retroattività e segnala sul punto gli emendamenti 29.24, 29.29, 29.32, 29.9, 29.21 e 29.10.
Rileva infine che il credito di imposta per le autoambulanze è anch'esso soggetto al limite di 250.000 euro annui e che risulta incongruo. Segnala in proposito l'emendamento 29.36. Richiama infine l'attenzione sugli emendamenti 19.80, 19.78, 20.2, 20.3, 20.6, 20.7 e 20.9.

Massimo VANNUCCI (PD), nel richiamare la valutazione complessiva dei colleghi Baretta e Causi, segnala in primo luogo l'emendamento 1.32. In proposito ricorda che l'Agenzia delle entrate ha negli scorsi giorni precisato che, nell'erogazione del bonus per le famiglie, non sarà previsto alcuno specifico trattamento per i portatori di handicap a carico che non abbiano lo status di figli. Per questo motivo rileva che il suo emendamento prevede che la soglia di reddito per usufruire del bonus si abbassi a 30.000 euro in presenza di una persona con handicap a carico diversa dai figli. Con riferimento all'articolo 9, osserva che attualmente i contratti tra fornitori e pubblica amministrazione non prevedono la possibilità di cessione del credito. Segnala pertanto il suo emendamento 9.14 che prevede l'introduzione di tale possibilità. Con riferimento

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all'articolo 10, segnala il suo articolo aggiuntivo 10.08, che ripristina l'aliquota sostitutiva per gli affitti del 20 per cento limitatamente all'housing sociale, vale a dire per le imprese che realizzano e ristrutturano edifici per finalità sociali. Segnala poi i suoi articoli aggiuntivi 10.06 e 10.07 di sostegno al settore del mobile che potrebbe risultare più colpito dalla crisi di quello dell'auto, ricordando che il settore ha una quota del 9 per cento dell'intera produzione manifatturiera italiana. In proposito, l'articolo aggiuntivo 10.06 include le spese per l'acquisto di mobili nelle detrazioni del 36 per cento per le ristrutturazioni edilizie. L'articolo aggiuntivo 10.07 prevede invece una dote fiscale per i giovani di 10.000 euro per l'acquisto di mobili, al fine di stimolare la formazione di nuove famiglie e la mobilità sociale.
Con riferimento all'articolo 15, segnala l'emendamento 15.20 che prevede per il settore termale un'aliquota di rivalutazione degli immobili ridotta del 50 percento, in considerazione del particolare valore degli immobili afferenti a tale settore, che peraltro risulta strategico per la ripresa del turismo. Con riferimento all'articolo 29, ricorda che il suo gruppo ne richiede in primo luogo la soppressione. In subordine bisogna eliminarne,ovvero limitarne l'applicazione retroattiva. In proposito segnala il suo emendamento 29.51, che chiede che si assuma come riferimento per l'applicazione della disposizione la data della concessione edilizia ovvero della dichiarazione di inizio attività.

Francesco BOCCIA (PD) segnala gli emendamenti 2.49 e 2.50 che modificano l'articolo 2, riproponendo in via generale l'ancoraggio al tasso di riferimento BCE del tasso di interesse per i mutui. Ricorda che la relazione tecnica stima in 178 milioni di euro l'importo dei mutui a tasso variabile di cui 100 milioni di euro destinati all'acquisto della prima casa. Sul punto chiede perché sono stati esclusi dall'intervento i mutui a tasso fisso e chiede se sono invece inclusi quelli a tasso variabile che si trasformeranno in breve tempo, in base alle condizioni contrattuali, in mutui a tasso fisso. Osserva che comunque, ponendo per i mutui in essere il tetto agli interessi al 4 per cento la norma rischia di essere inutile. Pertanto l'emendamento 2.49 raddoppia l'importo destinato al sostegno dei mutui e include anche i mutui a tasso fisso. Ricorda infatti che in una situazione di deflazione i tassi di interesse rimarranno bassi e pertanto le misure dell'articolo 2 risultano già superate dall'evoluzione della crisi degli ultimi mesi. A maggior ragione bisogna quindi agire anche per i tassi per i mutui a tasso fisso. L'emendamento prevede inoltre che lo stanziamento di 50 milioni previsto per Equitalia venga destinato a sostegno dei mutuatari. L'altro emendamento interviene invece a sostegno dei sottoscrittori di obbligazioni Lehman Brothers, che hanno subito perdite in conseguenza del fallimento di tale istituzione finanziaria. È recentemente emerso infatti che alcune banche italiane hanno incassato il giorno stesso del fallimento dei credit default swap e quindi in sostanza lucrato sul fallimento medesimo e si tratta delle medesime banche che hanno venduto ai risparmiatori obbligazioni della banca fallita. Pertanto si richiede che queste banche destinino le somme guadagnate dal fallimento per risarcire la perdita dei risparmiatori.

Roberto OCCHIUTO (UdC) segnala gli emendamenti 1.33 ed 1.38 che intervengono sul bonus per le famiglie a basso reddito che nella sua attuale formulazione privilegia le famiglie senza figli rispetto a quelle numerose e con figli, prevedendo invece benefici maggiori per tali soggetti. Sul punto osserva che comunque la manovra più efficiente, anche se forse di minore richiamo mediatico, sarebbe stata quella di integrare gli assegni familiari. Segnala poi l'emendamento 1.30, che include tra i possibili soggetti beneficiari del bonus i titolari di reddito d'impresa e di lavoro autonomo. Segnala ancora l'emendamento 2.33, il quale propone, in luogo di un intervento sui mutui limitato al 2009 e quindi sostanzialmente inutile, l'individuazione

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in maniera permanente di una soglia del 3,5 percento per i mutui a tasso variabile e del 4,5 percento per i mutui a tasso fisso. Richiama poi gli emendamenti del suo gruppo riferiti all'articolo 29, ribadendo il giudizio critico sulla disposizione. Segnala poi l'emendamento 31.6, che interviene sulla vicenda dell'IVA per i servizi televisivi trasmessi con tecnica digitale. L'emendamento chiede l'applicazione delle direttiva europea ma in maniera tale da garantire un periodo transitorio per evitare ricadute negative sui consumi. Segnala infine gli emendamenti 8.19, 9.7, 10.7 e 15 e l'articolo aggiuntivo 15.04.

Gianfranco CONTE, presidente, sospende la seduta, che riprenderà alle 15.

La seduta, sospesa alle 13.20, è ripresa alle 15.10.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL) si sofferma sul proprio articolo aggiuntivo 17.010, che illustra. Si tratta di una norma volta ad aggiungere un comma aggiuntivo all'articolo 3 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 226, che prevede che le attività di promozione e di assistenza tecnica in favore dei soggetti di cui all'articolo 2, nonché in favore delle attività di cui allo stesso articolo 3, rientrano fra quelle di cui agli articoli 16 e 17 del decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 154. Si tratta di una proposta emendativa che non comporta costi aggiuntivi, della quale pertanto raccomanda l'approvazione.
Si sofferma quindi sui propri emendamenti 29.49, che prevede una modifica all'articolo 1, comma 24, lettera c), della Legge n. 244 del 24 dicembre 2007, e 29.19, il quale prevede che, nel caso in cui le detrazioni di cui all'articolo 1, commi da 344 a 347, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, siano superiori alle previsioni di bilancio per l'anno 2008 ed ai limiti di spesa complessivi previsti per gli anni 2009, 2010 e 2011, il relativo onere è ripartito tra le utenze elettriche per uso domestico, nell'ambito della componente tariffaria A3, utilizzando il meccanismo stabilito con la delibera del Comitato interministeriale prezzi 29 aprile 1992, n.6 (CIP6). Si tratta di emendamenti volti a dare soluzioni ai settori di riferimento, dei quali raccomanda l'approvazione.
Si sofferma poi sull'emendamento 32.61 che prevede la rateizzazione delle somme dovute da parte dei contribuenti, nonché sull'emendamento 32.62, che assume particolare importanza in quanto contiene una disciplina in materia fiscale che consente alle ONLUS di riscuotere i propri crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni.
Si sofferma, infine, sull'emendamento 18.1, del quale illustra i contenuti e raccomanda l'approvazione.

Elvira SAVINO (PdL) si sofferma sul proprio emendamento 3.105, che incide sul decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, con riferimento all'Autorità per l'energia elettrica ed il gas, nonché sull'emendamento 3.6, in materia di amministrazione finanziaria, e sull'emendamento 30.30, volto a prevedere che le Fondazioni di comunità, iscritte all'albo delle Onlus alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, che erogano gratuitamente somme di denaro a favore di enti senza scopo di lucro per la realizzazione di progetti di utilità sociale, operano nell'esercizio di attività di beneficenza ai sensi del comma 1, numero 3, dell'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460. Di questi emendamenti raccomanda l'approvazione.

Marco PUGLIESE (PdL) illustra il proprio emendamento 27.4, che ha lo scopo di semplificare i rapporti tra Amministrazione finanziaria e contribuenti, mediante alcune modifiche al decreto legislativo del 19 giugno 1997, n. 218, che illustra dettagliatamente. Di quest'emendamento raccomanda l'approvazione in quanto diretto ad agevolare e semplificare gli oneri del contribuente.
Si sofferma quindi sugli emendamenti 1.5, in materia di bonus per le famiglie,

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3.23, 3.22 e 3.21, riferiti al sistema delle tariffe, nonché 6.23 e 6.22, riferiti al Fondo per le aree sottoutilizzate: di queste proposte emendative illustra i contenuti e raccomanda l'approvazione.

Raffaella MARIANI (PD) si sofferma sull'articolo 3, che reca una disciplina in materia di blocco e riduzione delle tariffe. Si tratta di un tema sul quale si è concentrato il parere reso dalla VIII Commissione, votato alla unanimità, che ha ispirato la presentazione di alcuni emendamenti da parte del proprio gruppo, che illustra e dei quali raccomanda l'approvazione. Si tratta degli emendamenti 3.87, 3.65, 3.69, 3.66, 3.74, 3.77, 3.78, 3.79, 3.81, 3.82, 3.83, 3.84 e dell'articolo aggiuntivo 3.04. In generale ritiene che debba essere approfondito il rapporto tra concedente e concessionario nonché, più in particolare, la necessità, asserita anche dall'Antitrust e dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, di assicurare la regolazione del mercato delle concessioni autostradali e dei trasporti in genere. Ritiene inoltre che debbano monitorarsi alcune anomalie che si riscontrano con riguardo alla gestione dell'ANAS, che sovente riveste la doppia veste di soggetto regolatore e soggetto regolato. In sostanza ritiene che il tema delle concessioni autostradali e delle tariffe dovrebbe essere oggetto di un apposito provvedimento che individui soluzioni più soddisfacenti per lo Stato e per l'utenza pubblica, assicurando al contempo un serio potere di controllo al Parlamento.
Illustra quindi gli emendamenti 18.30 e 18.31, in materia di destinazione di fondi per la realizzazione di opere infrastrutturali a tutela del suolo e del sistema idrogeologico nelle zone colpite da calamità naturali, dei quali raccomanda l'approvazione.
Si sofferma quindi sull'articolo 23, che contiene disposizioni in materia di detassazione dei microprogetti di arredo urbano o di interesse locale operati dalla società civile nello spirito della sussidiarietà: si tratta di norme in grado di fornire adeguate risposte ed aiuti alle amministrazioni comunali, ferma restando la necessità di rispettare i vincoli urbanistici. A tal fine il proprio gruppo ha presentato gli emendamenti 23.4, 23.7 e 23.8, che hanno lo scopo di garantire il rispetto delle regole e delle procedure in materia: di questi emendamenti raccomanda l'approvazione.
Si sofferma poi sull'articolo 29, che riguarda i meccanismi di controllo per assicurare la trasparenza e l'effettiva copertura delle agevolazioni fiscali: al riguardo fa presente che il suo gruppo ritiene che debba essere garantita la continuità del meccanismo virtuoso che ha nel recente passato assicurato ingenti investimenti in diverse zone del Paese. In questa prospettiva il suo gruppo ha presentato l'emendamento 29.56, del quale illustra i contenuti raccomandandone l'approvazione.
Si sofferma in fine sull'emendamento Nannicini 3.76, del quale è cofirmataria e di cui raccomanda l'approvazione in quanto volto ad andare incontro agli interessi non solo dei cittadini ma anche di molti enti locali.

Lino DUILIO (PD) desidera svolgere alcune considerazioni di carattere generale sul provvedimento in esame, che potrebbe essere definito come una delle varie leggi finanziarie che si sono susseguite dopo l'insediamento dell'attuale Governo, accentuando la frammentazione degli interventi in materia di finanza pubblica e rendendo quanto mai evidente l'urgenza di una riforma organica della sessione di bilancio. Sottolinea innanzitutto, in proposito, l'insufficienza delle misure contenute nel provvedimento medesimo, rilevando come sarebbero stati necessari interventi più cospicui, anche mediante un temporaneo peggioramento del deficit di bilancio, fermo restando il termine già previsto per il raggiungimento del pareggio. Osserva infatti che proprio l'insufficienza di dette misure potrebbe accrescere il rischio che, nel corso dell'anno 2009, l'economia italiana attraversi una fase di seria recessione. Preannuncia inoltre l'intenzione dell'opposizione di richiedere al Governo di fornire dati accurati e disaggregati sul

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trend delle entrate. Esiste infatti il rischio, a suo avviso, che l'aumento effettivo delle entrate sia inferiore al previsto e che, allo stesso tempo, si registri una riduzione della spesa inferiore alle previsioni, atteso che una seria riduzione della spesa sociale può realizzarsi, in Italia, solo attraverso una radicale revisione del modello di welfare. Esprime altresì il forte dissenso del suo gruppo rispetto agli interventi di cui all'articolo 1 del provvedimento in esame, sia per l'inadeguatezza dell'importo del bonus sia per la natura stessa dello strumento, ritenendo che sarebbe stato meglio ricorrere al meccanismo delle detrazioni. Sottolinea quindi la necessità di potenziare gli ammortizzatori sociali, individuando coperture certe. Chiede altresì al Governo di esplicitare in tempi brevi secondo quali linee intenda intervenire per modificare il provvedimento in esame e, in particolare, se intenda presentare, in Assemblea, un emendamento volto a recepire le modifiche introdotte dalla Commissione e se tali modifiche saranno il frutto di emendamenti presentati dallo stesso Governo entro la giornata di domani ovvero entro il prossimo 7 gennaio. Richiama in fine la problematica relativa agli adempimenti fiscali delle organizzazioni di volontariato, cui si riferisce il suo emendamento 30.22.

Paola DE MICHELI (PD) illustra il suo articolo aggiuntivo 2.041, in materia di estinzione anticipata dei mutui contratti dagli enti locali, il quale persegue finalità chiaramente virtuose, stabilendo che non sono conteggiati nei saldi utili ai fini del patto di stabilità interno i risparmi derivanti da minori interessi passivi registrati a seguito di estinzione anticipata di mutui. Illustra altresì i suoi articoli aggiuntivi 9.04 e 9.05, volti a tutelare i creditori degli enti locali, auspicandone l'approvazione. Passa quindi ad illustrare il suo emendamento 18.28, volto a prevedere che una quota del Fondo aree sottoutilizzate possa essere assegnata a interventi di riqualificazione urbana nei comuni e nei quartieri disagiati nelle aree urbane. Illustra altresì il suo emendamento 32.24, volto a correggere l'aumento dell'aggio al 10 per cento a carico degli enti locali nei confronti degli agenti di riscossione. Si sofferma quindi sull'emendamento Baretta 2.31, di cui è firmataria, volto a incrementare la dotazione del Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto per la prima casa e del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione. Aggiunge infine la propria firma all'emendamento Galletti 31.6.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL) illustra il suo emendamento 12.1, volto a sostenere le istituzioni scolastiche non statali. Si sofferma quindi sul suo emendamento 1.1, sottolineando come il bonus familiare sia una misura molto positiva, che si avvicina molto al quoziente familiare ma che, se non si correggono i criteri stabiliti all'articolo 1, rischia di beneficare soprattutto le famiglie meno numerose. Il suo emendamento 1.1 tenta di risolvere questo problema intervenendo sulle soglie di merito ma si dichiara sin d'ora disponibile a valutare anche soluzioni diverse, come quelle prospettate in altri emendamenti. Illustra infine il suo emendamento 16.43, volto a tutelare le aziende che producono apparecchiature elettroniche.

Gaspare GIUDICE (PdL) desidera svolgere alcune considerazioni in ordine al Fondo per le aree sottoutilizzate, cui il Governo ricorre sistematicamente per la copertura di interventi volti a perseguire finalità diverse da quelle per le quali detto Fondo è stato istituito. Nel caso del provvedimento in esame, in particolare, al Fondo si ricorre addirittura per il finanziamento di spese correnti. Ricorda quindi come il decreto-legge in esame persegue dichiaratamente finalità anti-crisi, particolarmente urgenti nelle regioni meridionali. In effetti, alcune disposizioni, come quelle contenute all'articolo 1, avranno un'incidenza significativa specie nelle regioni meno ricche e, dunque, nel Mezzogiorno, anche se in gran parte limitata ai consumi. Osserva però che tale incidenza sarà complessivamente modesta. Rileva inoltre che l'articolo 3 rischia di accrescere notevolmente

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il costo dell'energia proprio nelle regioni meridionali. Dichiara pertanto che non segnalerà alcun emendamento, ma invita il Governo a riflettere sui principali limiti del provvedimento e, in particolare, sull'opportunità di utilizzare il Fondo aree sottoutilizzate per le finalità che gli sono proprie.

Ivano STRIZZOLO (PD) rileva come le Commissioni stiano svolgendo nella giornata odierna un importante lavoro di ulteriore approfondimento dell'istruttoria fin qui condotta sul decreto-legge n. 185, che ha consentito una migliore messa a fuoco di alcune caratteristiche fondamentali del provvedimento. In primo luogo, osserva che - come è già stato segnalato - il provvedimento si caratterizza per l'utilizzo di un ammontare assai ridotto di risorse finanziarie. Ciò è dovuto, in primo luogo, sul fronte delle entrate, ad un evidente rallentamento della lotta all'evasione fiscale. L'intensificazione di tale lotta comporta infatti un evidente prezzo da pagare in termini di popolarità che il Partito democratico ha in effetti pagato nelle elezioni del 2008. È peraltro evidente che il mancato proseguimento della lotta all'evasione avviata nella scorsa legislatura con meccanismi che in taluni casi si sono rivelati forse complessi, ma che comunque hanno prodotto risultati significativi, determina una sensibile riduzione delle risorse disponibili per gli interventi di sostegno delle famiglie e dell'economia reale. Altre risorse potevano inoltre provenire da interventi selettivi di riduzione della spesa nei settori che evidenziano minore efficienza nell'utilizzo delle risorse pubbliche. Maggiori risorse sarebbero inoltre state disponibili per affrontare la crisi che abbiamo di fronte, qualora il Governo non avesse utilizzato circa 7 miliardi di euro nei primi mesi della legislatura per far fronte all'abolizione dell'ICI sulla prima casa e per gli interventi volti al salvataggio di Alitalia.
Con riferimento alle proposte emendative presentate, segnale in primo luogo quelle riferite all'articolo 29 del decreto-legge e in particolare all'abrogazione del meccanismo previsto dai commi da 6 a 11 per i crediti di imposta relativi agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Il meccanismo individuato da tali disposizioni ha infatti destato un immediato allarme tra i cittadini, le associazioni dei consumatori e le piccole e medie imprese, che ha spinto il Governo, pochi giorni dopo l'emanazione del decreto, a tornare sui propri passi e a comunicare l'avvenuto deposito di un emendamento volto a correggere le previsioni dell'articolo 29. Rileva, tuttavia, che a tutt'oggi non si ha notizia di tale proposta emendativa e chiede al rappresentante del Governo di fornire indicazioni al riguardo. Segnala, inoltre, il proprio articolo aggiuntivo 3.02, il quale, senza determinare alcun onere per la finanza pubblica, reca una disposizione di interpretazione autentica delle norme del decreto-legge Bersani-bis che hanno introdotto procedure semplificate per la cancellazione delle ipoteche iscritte a fronte di mutui per l'acquisto di immobili. La disposizione, che riprende il contenuto di un suo ordine del giorno accolto dal Governo, precisa che le procedure semplificate trovano applicazione anche con riferimento al sistema catastale tavolare vigente nelle regioni nord-orientali del Paese. Segnala, altresì, il proprio articolo aggiuntivo 8.06, rilevando che anche in questo caso si prevede di introdurre una norma di interpretazione autentica, volta ad escludere l'applicazione retroattiva delle disposizioni del comma 2 dell'articolo 36 del decreto-legge n. 223 del 2006. Ricorda, inoltre, l'emendamento 12.40 da lui presentato, che prevede che l'osservatorio sul finanziamento all'economia sia istituito non già presso le prefetture, come disposto dal comma 6 dell'articolo 12 del decreto, bensì presso le province, sottolineando come questa proposta tenda anche a valorizzare il ruolo dell'ente provinciale, che negli ultimi mesi è al centro di polemiche giornalistiche estremamente superficiali. Segnala altresì il proprio emendamento 18.9, che prevede la destinazione di una quota pari o superiore al 20 per cento delle risorse del Fondo infrastrutture istituito dal decreto-legge

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n. 112 del 2008 in favore di interventi per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, evidenziando che si tratta di una finalizzazione particolarmente importante in un Paese come il nostro nel quale oltre la metà degli edifici scolastici non è conforme alle prescrizioni in materia di sicurezza. Rileva poi che l'articolo 20 del decreto-legge prevede un ampio ricorso all'istituzione di commissari straordinari evidenziando come tali previsioni si collochino in una direttrice di intervento che già si era evidenziata negli ultimi mesi del Governo Prodi e che vede la sempre più frequente costituzione di strutture extra ordinem. A tale riguardo, segnala che il suo emendamento 20.27 intende limitare l'automatismo del ricorso al commissariamento, stabilendo che in prima battuta sul rispetto dei tempi di realizzazione degli investimenti vigilino i rappresentanti legali degli enti competenti per la realizzazione degli interventi e che solo in seconda battuta, in presenza di ritardi ingiustificati o della sopravvenuta impossibilità di realizzare l'investimento, il Ministro o il Presidente della regione esercitino i poteri sostitutivi nominando appositi commissari ad acta. Richiama, inoltre, il proprio emendamento 22.10, che intende favorire la concessione di prestiti da parte della Cassa depositi e prestiti in favore degli enti locali. In particolare, si prevede la possibilità per gli enti locali di rinegoziare i mutui in essere senza corresponsione di penale al fine di tenere conto dell'andamento del costo del denaro. La proposta dispone, altresì, che la Cassa depositi e prestiti individui specifiche linee di credito destinate agli enti locali che intendano effettuare investimenti ed interventi finalizzati alla messa in sicurezza degli edifici scolastici e delle strade ed istituisce un fondo rotativo destinato al finanziamento di investimenti realizzati da parte degli enti locali. Segnala altresì il proprio articolo aggiuntivo 27.01, che, riprendendo il contenuto di un proprio ordine del giorno accolto come raccomandazione dal Governo, reca una disposizione di interpretazione autentica volta ad eliminare le disparità di trattamento che si stanno verificando nell'attuazione dell'articolo 7-bis del decreto-legge n. 372 del 1992. Ricorda poi il proprio emendamento 32.51, il quale, intervenendo sulla disciplina delle procedure di discussione in caso di procedure concorsuali, è volto a consentire non solo la dilazione del pagamento dell'imposta sul valore aggiunto, ma anche una riduzione dell'importo dovuto nei casi in cui vi sia una manifesta convenienza dell'erario ad accogliere la soluzione concordataria. Tale proposta, in particolare, consentirebbe allo Stato di incassare l'imposta sul valore aggiunto in misura ridotta evitando la liquidazione o il fallimento dell'impresa che in molti casi rende radicalmente impossibile l'incasso. Ribadisce, infine, come le disposizioni dell'articolo 29 in materia di riqualificazione energetica abbiano determinato una situazione di assoluta incertezza per i cittadini, le piccole e medie imprese e gli artigiani, i quali non sanno come comportarsi con riferimento agli investimenti programmati nel mese di dicembre del 2008 e nei primi mesi del 2009. Segnala, in particolare, come in assenza di una chiara presa di posizione del Governo, si rincorrano voci sulle possibili modifiche delle disposizioni e sulla loro portata, segnalando come si parli di una circolare dell'Agenzia delle entrate di prossima adozione che prevederebbe l'esclusione dell'applicazione dell'articolo 29 agli importi già pagati prima dell'entrata in vigore del decreto-legge.

Gianfranco CONTE, presidente, per quanto riguarda l'organizzazione dei lavori, ricorda che l'Assemblea avvierà l'esame del provvedimento nella giornata di lunedì 12 gennaio 2009. Informa altresì che le Commissioni competenti ad esaminare il provvedimento in sede consultiva si sono già espresse al riguardo ovvero sono orientate ad esprimersi entro giovedì 8 gennaio sul testo presentato dal Governo. Pertanto, le Commissioni potranno terminare l'esame degli emendamenti e conferire il mandato al relatore entro le ore 14 di sabato 10 gennaio, anche al fine di poter predisporre in tempo utile il testo A per l'esame in Assemblea.

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Alberto FLUVI (PD) ritiene condivisibile il calendario dei lavori prospettato dal presidente, osservando tuttavia che il lavoro istruttorio che si sta conducendo nella giornata di oggi, per non tradursi in una mera ripetizione della discussione generale del provvedimento, richiederebbe un'interlocuzione attiva con il rappresentante del Governo, che dovrebbe chiarire la posizione dell'esecutivo sulle diverse questioni. In particolare ritiene importante acquisire l'avviso del Governo con riferimento alle questioni segnalate dai colleghi Giudice e Toccafondi.

Gianfranco CONTE, presidente, fa presente che il Governo ha rappresentato che intende intervenire al termine della seduta di domani per esprimere le proprie valutazioni sul complesso delle questioni sollevate.

Antonio BORGHESI (IdV) ritiene assolutamente necessario che, anche alla luce dell'alternarsi dei sottosegretari nella seduta di oggi, il Governo fornisca una risposta alle numerose questioni che sono state sollevate.

Il sottosegretario Luigi CASERO rileva che nella seduta di oggi il capogruppo del Partito democratico sembrava aver delineato un percorso di esame che prevedeva in questi giorni una fase di ascolto e di riflessione e, nella giornata del 7 gennaio 2009, la risposta ai quesiti e alle osservazioni formulati.

Lino DUILIO (PD) osserva che la presenza del rappresentante del Governo rischia di assolvere ad una funzione puramente ornamentale, riducendo l'intera discussione sul complesso degli emendamenti ad una farsa, se il Governo, come è ormai abitudine presenterà alla ripresa dei lavori proposte emendative che prescindono completamente dal dibattito svolto in Commissione. Pur sottolineando la consapevolezza del proprio gruppo circa la difficoltà dell'attuale situazione, che comporta una seria assunzione di responsabilità, ritiene, tuttavia, necessario che il Governo chiarisca qual è lo scenario e quali siano le misure che intende adottare.

Amedeo LABOCCETTA (PdL) segnala il suo emendamento 16.42, che snellisce il procedimento per il trasferimento in via telematica delle partecipazioni sociali; segnala altresì l'emendamento 18.40, che sottoscrive.

Lorenzo RIA (PD), nel richiamare la posizione critica e il giudizio di insufficienza sul provvedimento del Partito democratico, ricorda che gli emendamenti presentati dal suo gruppo intendono costituire una complessiva proposta alternativa, che stanzi risorse complessivamente pari ad un punto percentuale di PIL per fronteggiare la crisi. Si prevedono, in particolare, misure di incremento degli assegni familiari, la costituzione di una dote fiscale per i figli e misure di sostegno per le piccole e medie imprese, trascurate dal provvedimento. Segnala poi gli emendamenti 6.18 e 9.16 e l'articolo aggiuntivo 7.04. Ricorda che l'emendamento 6.18 eleva la deduzione dall'IRES della quota di IRAP relativa al costo del lavoro e agli interessi passivi al 30 per cento per le imprese manifatturiere. Ciò riguarderebbe in particolare le imprese contoterziste che, in particolare nelle regioni meridionali, lavorano per grandi marchi nazionali. Ricorda poi che l'articolo aggiuntivo 7.04 sopprime la maggiorazione di un punto percentuale dell'IVA prevista per i contribuenti che optano per il versamento trimestrale di tale imposta. Con riferimento alle misure per velocizzare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni, sottolinea l'importanza di velocizzare i pagamenti da parte degli enti locali, che spesso ritardano i pagamenti a causa dei vincoli del patto di stabilità interno. In proposito il suo emendamento 9.16 chiede di inserire al comma 3 dell'articolo 9 la previsione che il decreto attuativo previsto da tale disposizione sia finalizzato anche a ridurre i possibili effetti distorsivi derivanti dall'applicazione da parte degli enti locali delle disposizioni previste in tema di Patto di stabilità interno. Con riferimento al

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problema dell'utilizzo per finalità difformi delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, già segnalato anche dal collega Giudice, rileva come il provvedimento confermi in alcune sue disposizioni l'intenzione di non rispettare le attuali percentuali di riparto del FAS, con riferimento alle diverse aree territoriali del paese previste dalla normativa vigente. In materia, segnala i suoi emendamenti 18.18, 18.19 e 25.12. Segnala da ultimo il suo emendamento 32.33 che interviene sul comma 25-ter dell'articolo 3 del decreto-legge n. 203 del 2005, come modificato dalla legge n. 296 del 2006, prevedendo l'estensione delle misure in materia di personale delle società concessionarie del servizio di riscossione anche agli enti locali quando questi decidano di esercitare in proprio tale servizio.

Gian Luca GALLETTI (UdC) richiamandosi all'intervento svolto nel corso della odierna seduta antimeridiana dal deputato Occhiuto, segnala gli emendamenti 11.17, volto ad apportare alcune modificazioni all'articolo 11, e 18.36, in materia di infrastrutture.

Massimo POLLEDRI (LNP) si sofferma innanzitutto sull'articolo 1 del provvedimento in esame e sulle relative misure in materia di bonus per le famiglie, rilevando come il provvedimento richieda alcuni perfezionamenti, per impedire che la produzione dei relativi effetti si riferisca esclusivamente a soggetti concentrati in una determinata fascia di età.
Segnala quindi le proposte emendative 1.17, 4.04, 4.06 e 4.34, delle quali illustra i contenuti, raccomandandone l'approvazione.
Illustra quindi il contenuto di alcuni emendamenti riferiti all'articolo 8, in materia di studi di settore, dei quali raccomanda l'approvazione: si tratta degli emendamenti 8.22, 8.24, 8.34 e dell'articolo aggiuntivo 8.08.
Si sofferma quindi sul proprio articolo aggiuntivo 17.09, che il proprio gruppo ritiene particolarmente significativo, in quanto volto a consentire ai comuni di non violare i limiti contenuti nel Patto di stabilità.
Segnala quindi l'emendamento 13.1 Causi, che sottoscrive e che illustra, raccomandandone l'approvazione. Al riguardo ritiene che esso dovrebbe essere riformulato, aggiungendo un comma 1-quinquies con il quale prevedere che nei casi previsti dal comma 3-quater il Presidente del Consiglio dei ministri, ove non sospenda o vieti l'acquisizione, rilascia parere in ordine alla determinazione del prezzo di acquisto, nonché del prezzo dell'eventuale dell'eccessiva vendita della stessa partecipazione. Ove tale prezzo si discosti dalla determinazione resa nel parere in misura maggiore del 5 per cento, il contratto di acquisto o di vendita è nullo.
Segnala inoltre l'emendamento 13.6 Fava osservando, in proposito che, nel caso in cui siano state acquisite partecipazioni senza la prescritta partecipazione, i rimedi che vengono previsti appaiono alternativi, in quanto i commi 3-quinquies e 3-sexies dispongono il divieto di esercitare il diritto di voto e la vendita coattiva, presupponendo quindi la validità, almeno temporanea, del negozio di acquisto, mentre il 3-septies stabilisce la nullità in radice del negozio.
Segnala quindi gli emendamenti 15.3 e 15.5, che illustra, raccomandandone l'approvazione. Si sofferma poi sugli emendamenti 28.5, 6.11, 16.14, 19.25, nonché sugli emendamenti volti alla reintroduzione del «bonus Maroni», introdotto nella XIV legislatura per incentivare la permanenza al lavoro oltre il limite di anzianità contributiva.

Arturo IANNACCONE (Misto-MpA) esprime il giudizio sostanzialmente positivo del suo gruppo sul provvedimento in esame, che tuttavia dovrebbe contenere misure ulteriori volte a consentire la produzione di effetti positivi anche nelle zone meridionali del Paese, con particolare riferimento al tema dell'occupazione.
Segnala quindi tutti gli emendamenti presentati dal suo gruppo, con particolare

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riferimento a quelli volti a tutelare le famiglie riferendosi agli emendamenti presentati agli articoli 2, 3, 4 e 29.
Illustra quindi la portata degli emendamenti presentati dal proprio gruppo agli articoli 11, 12, 18, 20, 21, 22, 23, 25 e 34, con particolare riferimento all'emendamento 34.19.

Simonetta RUBINATO (PD) illustra gli emendamenti da lei presentati per contribuire a migliorare il provvedimento in esame, che non contiene misure idonee a fronteggiare la grave situazione finanziaria del Paese.
Questo provvedimento presenta un saldo netto positivo, mentre l'Unione europea invita a dare alla spesa pubblica carattere virtuoso, così come altre autorità monetarie internazionali invitano a prendere misure adeguate e costruttive per fronteggiare la crisi finanziaria. Al riguardo ritiene necessario rilanciare l'economia, riducendo la pressione fiscale o incrementando la spesa pubblica per investimenti.
Le norme contenute nel provvedimento in esame sono invece inadeguate ed incomplete al riguardo, e renderanno perciò necessari interventi integrativi in futuro.
Illustra quindi il proprio articolo aggiuntivo 2.038, in materia di mutuatari insolventi, i cui principi di fondo erano già stati in qualche modo recepiti all'interno del decreto-legge in materia di disagio abitativo in modo comunque incompleto, cosa che a suo avviso rende necessaria l'approvazione dell'articolo aggiuntivo richiamato.
Si sofferma quindi sul proprio emendamento 8.18, il quale prevede che i maggiori ricavi, compensi o corrispettivi desumibili dagli studi di settore costituiscono presunzioni semplici, e forniscono elementi idonei alla individuazione di ricavi, compensi e corrispettivi fondatamente attribuibili al contribuente, in relazione alle caratteristiche e alle condizioni di esercizio della specifica attività svolta nel territorio in cui ha sede l'attività medesima, tenendo conto degli effetti della crisi economica e dei mercati. Ai fini dell'accertamento l'Agenzia delle entrate ha l'onere di motivare e fornire elementi di prova per avvalorare l'attribuzione dei maggiori ricavi o compensi derivanti dall'applicazione degli studi di settore, come integrati dal decreto-legge. Si tratta di una norma che prova piena giustificazione in ragione della situazione di anormalità nella quale versa l'economia nazionale. Passa quindi a illustrare i propri emendamenti 9.9 e 9.10, sottolineando come l'articolo 9, cui tali emendamenti si riferiscono, risulti assai deludente rispetto alla dichiarata finalità di velocizzare i pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Il ritardo con cui le amministrazioni pubbliche procedono ai pagamenti rappresenta, infatti, uno dei fattori che riducono la competitività delle imprese italiane. Gli emendamenti in discorso sono pertanto volti, rispettivamente, al recepimento, con regolamento, delle indicazioni contenute nel «Piano europeo di ripresa economica», e a prevedere che gli enti locali possano procedere al pagamento di fatture per opere pubbliche e forniture eseguite da piccole e medie imprese, il cui termine di pagamento sia scaduto da almeno un mese, senza incorrere nelle sanzioni previste in caso di mancato rispetto del Patto di stabilità. Illustra, altresì, il proprio emendamento 18.34, volto a ricostituire il Fondo per lo sviluppo degli investimenti, per l'ammortamento di mutui contratti per finanziare progetti di opere pubbliche immediatamente cantierabili. Si sofferma dunque sui suoi emendamenti 20.12 e 20.13, finalizzati a consentire la realizzazione di interventi di messa in sicurezza e di adeguamento degli edifici scolastici. Dichiara infine di aggiungere la propria firma agli articoli aggiuntivi Vannucci 10.06 e 10.07.

Ermete REALACCI (PD), dopo aver sottolineato, in generale, l'esiguità delle misure contenute nel provvedimento in esame, dichiara di aggiungere la propria firma all'articolo aggiuntivo Vannucci 21.03, volto ad incrementare di 100 milioni di euro la dotazione del Fondo per gli interventi di protezione civile. In proposito,

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ricorda come, nei giorni scorsi, il Sottosegretario Bertolaso abbia minacciato le dimissioni proprio per la riduzione delle risorse destinate al sistema della protezione civile, che, desidera ricordarlo, si distingue per la sua efficienza e tempestività. Si sofferma quindi criticamente sull'articolo 29 del provvedimento in esame, ritenendo particolarmente grave l'intervento in materia di credito d'imposta per le attività di ricerca. In proposito, ricorda come questa misura abbia contribuito a favorire la ricerca e l'innovazione nelle imprese italiane. Esprime altresì forti rilievi critici sulla scelta di introdurre un tetto di spesa alle detrazioni di cui all'articolo 1, commi da 344 a 347, della legge n. 296 del 2006, che, unitamente all'introduzione del principio del silenzio-diniego, mette in discussione, di fatto, una misura che ha contribuito efficacemente a ridurre i consumi energetici e la produzione di anidride carbonica, nonché a favorire lo sviluppo delle imprese operanti nel settore delle ristrutturazioni edilizie. Ritiene altresì che le affermazioni del Governo relative ai costi di tale agevolazione non tengano conto degli effetti che essa produce in termini di emersione del gettito.

Massimo VANNUCCI (PD) illustra il suo articolo aggiuntivo 21.03, già richiamato da alcuni colleghi, ricordando come esso raccolga un'esigenza espressa all'unanimità dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, e ricorda come, negli scorsi giorni, il Sottosegretario Bertolaso abbia minacciato le dimissioni per il rischio di vedere ridotte le risorse destinate agli interventi di protezione civile. Esprime inoltre soddisfazione per il fatto che tale articolo aggiuntivo sia stato giudicato ammissibile, dopo un'iniziale pronuncia in senso contrario. Richiama inoltre i propri emendamenti 23.9 e 23.10, volti a correggere una norma a suo avviso poco chiara. In particolare, l'emendamento 23.9 è finalizzato a correggere il meccanismo del silenzio-assenso, che appare, in questo contesto, alquanto rischioso, perché suscettibile di produrre oneri, sia pure indiretti, a carico degli enti locali, a fronte di interventi privati che non hanno una chiara finalità sociale o pubblica. L'emendamento 23.10 è invece ispirato all'iniziativa «adotta un borgo», cioè all'istituzione di un credito d'imposta per le sponsorizzazioni in favore di comuni con popolazione non superiore a 3.000 abitanti.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, osserva che, pur essendo le finalità dell'articolo 23 senz'altro condivisibili, è giusto che, come osservato dal collega Vannucci, l'ente locale debba effettivamente esprimersi sui microprogetti presentati.

Giulio CALVISI (PD) segnala l'emendamento 11.06, che potenzia ulteriormente lo strumento dei confidi per le regioni del Mezzogiorno, attribuendo un contributo pari al doppio dell'ammontare di ciascun versamento da effettuare entro il 31 dicembre 2010.
Segnala poi l'articolo aggiuntivo 18.09, che prevede un programma di infrastrutture urgenti per il Mezzogiorno, prevedendo la copertura a valere sulla Tabella C.
Segnala ancora l'articolo aggiuntivo 23.03, che prevede un intervento su scala nazionale per territori colpiti da calamità naturali.
Segnala quindi l'emendamento 26.2, ricordando che finalmente l'Italia è costretta dalle autorità comunitarie ad avviare la privatizzazione della Tirrenia e ad assumere misure di liberalizzazione nel settore, rispetto alle quali l'articolo 26 prospetta in realtà un'ulteriore proroga. Per tali ragioni chiede che la posizione della Sardegna sia per così dire «stralciata» e sia consentito a tale regione di procedere alla gara per l'assegnazione delle tratte marittime. Si appella poi al Governo in ordine alle proposte emendative Milo 34.19, Schirru 19.62 e Giudice 34.040 in merito alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili. Tali proposte emendative sono state infatti dichiarate inammissibili per carenza di compensazione. Data l'importanza della questione su cui intervengono, tuttavia, il Governo dovrebbe fornire

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alle Commissioni una quantificazione esatta dei costi che deriverebbero dalla loro attuazione.
Segnala infine l'articolo aggiuntivo 11.05, a prima firma del presidente della XIII Commissione Paolo Russo, interviene a sostegno delle aziende che a causa della revoca di aiuti dichiarati illegittimi dalla Comunità europea, si trovano fortemente esposte nei confronti delle banche.

Antonio BORGHESI (IdV) richiamando le considerazioni svolte in precedenza sulle possibili modalità di copertura di interventi di sostegno all'economia più coraggiosi di quelli attualmente previsti, segnala, con riferimento agli emendamenti in materia di sistema creditizio e di infrastrutture, l'emendamento 11.23, che potenzia gli interventi a sostegno dei Confidi per quanto concerne specificamente le imprese artigiane. In materia bancaria segnala gli emendamenti 12.27 e 12.26, che cercano di limitare la commistione tra banca e impresa prospettata dal provvedimento. Con riferimento all'articolo 14, chiede di sospendere la retroattività della disposizione in materia di hedge fund ed in proposito segnala i suoi emendamenti 14.7, 14.8, 14.1 e 14.2.
Con riferimento agli interventi in materia di infrastrutture, segnala l'emendamento 3.43, che prospetta il ritorno al meccanismo del price cap; rileva, tuttavia, più in generale, la necessità di prevedere due componenti nella tariffa, di cui una legata alla realizzazione da parte dei concessionari degli investimenti.
Osserva poi come l'intervento dell'articolo 20, che limita la possibilità del ricorso al TAR per le opere pubbliche, rischi di limitare la possibilità per i cittadini di difendere in giudizio i propri interessi legittimi. Segnala che sul punto interviene il proprio emendamento 20.24. Segnala inoltre l'emendamento 23.11, che interviene in materia di detassazione dei microprogetti di arredo urbano o di interesse locale. Più in generale, in materia rileva come gli investimenti degli enti locali siano già stati ridotti di oltre 3,5 miliardi, anche a causa dei vincoli alla spesa imposti dal Patto di stabilità interno, e ritenendo necessario intervenire in maniera organica su tale aspetto. Con riferimento alla riqualificazione energetica degli edifici segnala gli emendamenti 29.40, 29.30, 29.42 e 29.46: in materia torna ad invitare il Governo a valutare i costi del mantenimento del credito d'imposta, tenendo non solo conto del minor gettito che deriva dallo stesso, ma anche degli effetti indiretti di sostegno all'economia e di emersione del sommerso che il meccanismo può provocare. Con riferimento all'articolo 14, osserva che devono essere date ulteriori garanzie per i lavoratori delle imprese soggette a processi di ristrutturazione aziendale, che invece vedono limitata la possibilità di riassunzione a causa delle disposizioni del decreto-legge. Sul punto segnala il suo emendamento 14.7. Con riferimento alla disposizione volta a favorire il rientro in Italia dei ricercatori, di cui all'articolo 17, segnala come la stessa si presti ad evidenti abusi; per questo il suo emendamento 17.1, che segnala, individua alcuni criteri per far sì che a fruire della disposizione siano solo i ricercatori che hanno lavorato in università straniere le quali offrono garanzie di serietà e qualità degli studi. Sempre con riferimento all'università, rileva, peraltro, come la limitazione del credito d'imposta per spese di ricerca e sviluppo appaia suscettibile di incrinare il rapporto tra università e imprese, che invece risulta importante per il sostegno dell'economia. Per correggere tale aspetto intervengono i suoi emendamenti 29.47 e 29.41, che segnala.
Segnala altresì l'emendamento 31.1, in materia di IVA per i servizi televisivi.
Invita poi il Governo ad intervenire in materia di porno-tax, per evitare il ridicolo dell'ispettore fiscale di Stato sulla pornografia. Ritiene peraltro che l'inasprimento fiscale non dovrebbe riguardare solo il materiale pornografico, ma anche quello che incita alla violenza. Su tale materia segnala il suo emendamento 31.13.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, con riferimento a talune proposte emendative in un primo momento dichiarate inammissibili

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e, quindi, riammesse su istanza dei presentatori, ricorda che, per quanto attiene ai profili di carattere finanziario, la riammissione è stata disposta subordinatamente alla richiesta di ulteriori chiarimenti da parte del Governo e rimettendosi alle valutazioni che il Governo stesso fornirà nel prosieguo dell'esame. Si tratta, in particolare, degli emendamenti Milanato 8.4, Del Tenno 8.36, Poli 8.19, Lulli 8.15, e Zeller 8.7, che introducono una serie di modifiche in materia di studi di settore, nonché Pugliese 27.4. Analoghe considerazioni valgono per gli emendamenti Ceccuzzi 8.16 e 8.17, e Fugatti 8.28, i quali devono considerarsi ammissibili in quanto di contenuto analogo ai precedenti, agli emendamenti Galletti 1.28, Capitanio Santolini 1.33, che rimodulano l'entità e gli scaglioni relativi al bonus per le famiglie meno abbienti, e all'emendamento Abrignani 7.5, il quale dispone che le operazioni del soggetto gestore sul mercato elettrico si considerino effettuate ai fini IVA all'atto di emissione della fattura. Ricorda, inoltre, che, con riferimento all'emendamento Girlanda 19.86, in materia di previdenza, lo stesso è stato riammesso nel presupposto che il Governo predisponga specifica relazione tecnica. L'emendamento Borghesi 32.49, è stato invece riammesso, nel presupposto - salvo diverso avviso da parte del Governo - che la procedura di ricognizione degli importi dovuti prevista dalla norma possa comunque concludersi in tempi utili per non pregiudicare il conseguimento degli effetti finanziari ascritti, già dal 2009, all'articolo 32 del decreto-legge.
Ricorda, infine, che prima dell'esame delle proposte emendative riferite, in particolare, all'articolo 22, è necessario che il Governo fornisca gli opportuni elementi di valutazione richiesti, nella seduta del 18 dicembre, in merito all'utilizzo delle risorse della Cassa depositi e prestiti, mentre per quanto riguarda le proposte emendative riferite all'articolo 29, nella medesima seduta, era stato richiesto al Governo di fornire taluni chiarimenti ai fini di una valutazione definitiva in merito all'ammissibilità delle proposte stesse. Invita, pertanto, il Governo a fornire i necessari chiarimenti alla ripresa dei lavori dopo l'aggiornamento per le festività di fine anno.
Comunica, infine, che gli emendamenti Duilio 30.22 e Ventucci 34.041 sono da ritenersi ammissibili alla luce dei testi come correttamente pubblicati in allegato alla seduta odierna (vedi allegato 2).

Maino MARCHI (PD) fa in primo luogo presente che le disposizione dell'articolo 11 del decreto-legge, volte a potenziare il sistema delle garanzie offerte dai Confidi, intendono consentire un più agevole accesso al credito per le piccole e medie imprese, recependo anche richieste formulate dall'opposizione nel corso dell'esame dei provvedimenti di urgenza relativi al sistema bancario. Ritiene tuttavia che gli interventi non debbano limitarsi ad incrementare le risorse finanziarie disponibili, ma debbano anche garantire una maggiore certezza dell'erogazione delle risorse. A tale riguardo, segnala in particolare le modifiche proposte dagli emendamenti Lulli 11.19, Marchignoli 11.20 e Ceccuzzi 11.16, osservando come si delinei un certo grado di convergenza politica sull'introduzione di strumenti volti a rendere più efficace ed immediata l'attivazione delle garanzie.
Il decreto-legge in esame affronta, altresì, all'articolo 25 le questioni connesse al potenziamento del sistema ferroviario e di trasporto pubblico locale, prevedendo lo stanziamento di risorse destinate, da un lato, ad investimenti e, dall'altro, alla stipula di nuovi contratti di servizio da parte dello Stato e delle regioni a statuto ordinario. Ritiene si tratti di un settore d'intervento strategico per il nostro Paese, specialmente nel momento in cui prende finalmente avvio il progetto dell'alta velocità ferroviaria, che, in una rete ancora fortemente deficitaria, rischia paradossalmente di determinare un ulteriore peggioramento delle condizioni del trasporto pubblico locale. In questa fase è a suo avviso fondamentale potenziare proprio il settore del trasporto pubblico locale rafforzando i servizi per i pendolari anche

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attraverso l'acquisizione di nuovi treni, che potrebbe altresì contribuire a stimolare la domanda e quindi lo sviluppo economico. Anche con riferimento a tali questioni segnala che sono state presentate diverse proposte emendative, volte a rendere più efficaci le misure previste dal decreto, richiamando in particolare gli emendamenti Meta 25.17, 25.18 e 25.13, l'emendamento Realacci 25.5 e l'emendamento Marchignoli 25.6.
Come già segnalato dalla collega De Micheli nella seduta odierna, ritiene, infine, fondamentale affrontare nell'ambito del decreto-legge la questione degli investimenti degli enti locali, osservando come un incremento degli investimenti a livello territoriale potrebbe costituire la misura più utile per far fronte all'attuale situazione di crisi. Lo stanziamento di risorse in conto capitale avrebbe infatti una rilevante funzione anticiclica e consentirebbe interventi che, non determinando un indebitamento a lungo termine, si limiterebbero a creare una situazione di temporaneo squilibrio per la finanza pubblica di modesta entità. In questa ottica, sottolinea come per assicurare la funzione anticiclica dell'investimento sia assolutamente necessario che gli interventi di cui si prevede la realizzazione siano immediatamente cantierabili. A tale riguardo osserva che le grandi opere, al di là di ogni giudizio di merito, non hanno tempi di realizzazione brevi, mentre le opere realizzate dai comuni e dalle province nei diversi settori di loro competenza, dall'edilizia scolastica alla manutenzione delle strade e alla realizzazione di nuove infrastrutture, garantiscono una più immediata spendibilità delle risorse stanziate. Al di là della formulazione tecnica delle proposte, che potrebbe anche essere rimessa alla valutazione del Governo, ribadisce come sia essenziale che nell'attuale congiuntura i vincoli posti dal patto di stabilità interno siano allentati con riferimento alla spesa per investimenti.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani.

La seduta termina alle 19.35.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 110 del 17 dicembre 2008, a pagina 26, seconda colonna, alla nona riga, le parole: «17.01» sono sostituite dalle seguenti: «17.011».

Nell'Allegato al Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 110 del 17 dicembre 2008, a pagina 79, prima colonna, ventisettesima riga, le parole: «del 5 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «del 10 per cento» e a pagina 366, seconda colonna, ventisettesima riga, le parole: «Angelino Alfano» sono sostituite dalle seguenti: «Gioacchino Alfano».

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 111 del 18 dicembre 2008, a pagina 73, prima colonna, alla quarantesima riga, le parole da: «in Sardegna» fino a: «servitù militari» sono sostituite dalle seguenti: «nella provincia di Cagliari insiste la maggior parte delle servitù militari che grava sul territorio della Sardegna».