CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 9 dicembre 2008
105.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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INCONTRI CON DELEGAZIONI DI PARLAMENTI STRANIERI

Martedì 9 dicembre 2008.

Incontro con una delegazione della Commissione Agricoltura dell`Assemblea Nazionale del Popolo Cinese.

L'incontro informale si è svolto dalle 10.15 alle 11.40.

SEDE REFERENTE

Martedì 9 dicembre 2008. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 11.40.

DL 171/08: Misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare.
C. 1961 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge, rinviato nella seduta del 4 dicembre 2008.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che sono stati presentati 135 emendamenti e articoli aggiuntivi. Numerosi sono di indubbia inammissibilità per estraneità di materia, mentre alcuni, pur non incidendo direttamente sulle materie oggetto delle singole disposizioni del dcreto-legge, sono riferibili comunque alla problematica affrontata dall'intervento normativo in esame e, quindi, pur presentando aspetti di criticità rispetto alla loro attinenza alla

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materia del decreto-legge, potrebbero essere considerati ammissibili. Si tratta di emendamenti che si riferiscono alla eccezionale situazione del settore agroalimentare e alla necessità di dare una rapida risposta alle numerosissime sollecitazioni pervenute alla Commissione, già sfociate in numerose audizioni e richieste di intervento.

Carlo NOLA (PdL), relatore, ritiene necessario produrre ogni sforzo possibile per evitare che alcuni emendamenti, pur non incidendo direttamente su singoli oggetti del provvedimento, ma essendo riferibili alla problematica urgente affrontata dall'intervento normativo, non superino il vaglio di ammissibilità.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) rileva una questione di carattere generale, che attiene alla differenza tra i criteri di ammissibilità degli emendamenti ai decreti-legge applicati dalla Camera dei deputati e quelli adottati dal Senato. Poiché i criteri applicati alla Camera sono ispirati, tanto nelle norme quanto, e soprattutto, nella prassi, a maggior rigore, si verifica, in questa come in molte altre occasioni, che proposte emendative dichiarate ammissibili e votate nel corso dell'esame al Senato debbano essere dichiarate inammissibili presso questo ramo del Parlamento.
Da tale situazione deriva un problema rilevante in termini di disparità del potere emendativo dei decreti-legge tra i due rami del Parlamento, con conseguenti riflessi negativi sull'esercizio della rappresentanza da parte dei deputati.
Ritiene dunque importante che la Commissione produca uno sforzo unitario per raggiungere un'intesa e individuare quegli emendamenti riferibili alla problematica affrontata dall'intervento normativo che potrebbero essere dichiarati ammissibili.

Viviana BECCALOSSI (PdL), nel rilevare che è il primo decreto-legge che giunge all'esame della Commissione agricoltura in sede referente, fa presente che il provvedimento necessita di essere migliorato in alcune sue parti e quindi è necessario che la Commissione produca uno sforzo il più possibile unitario al fine di individuare quegli emendamenti qualificanti ed indispensabili sui quali concentrare gli sforzi.

Giuseppe RUVOLO (UdC) rileva come in questa legislatura, in ragione del contenuto prevalente dei decreti-legge adottati dal Governo o per le modalità con le quali è stata esaminata in Parlamento la manovra finanziaria annuale, la Commissione Agricoltura non ha avuto modo di esaminare in sede primaria alcuna delle proposte legislative di cui si sta discutendo nell'ambito dei settori economici di riferimento. Conseguentemente, la Commissione non ha potuto disporre degli strumenti necessari al fine di dare una risposta, nell'eccezionale situazione in cui versa il settore agroalimentare, alle numerosissime sollecitazioni pervenute. Nella speranza che il provvedimento non sia «blindato» e che le aspettative dei componenti la Commissione non siano nuovamente deluse, manifesta disponibilità ad individuare, d'intesa con gli altri gruppi, quegli emendamenti riferibili alla problematica affrontata dall'intervento normativo che potrebbero essere dichiarati ammissibili.

Paolo RUSSO, presidente, rilevando che il provvedimento non può definirsi politicamente «blindato», osserva che la sua emendabilità potrebbe di fatto trovare uno ostacolo insormontabile nella rigida interpretazione della circolare del 10 gennaio 1997 del Presidente della Camera nella parte relativa all'individuazione della materia oggetto dei decreti-legge e, quindi, all'ammissibilità degli emendamenti ad essi riferiti. Da tale rigidità spesso deriva una limitazione dell'intervento del legislatore in questo ramo del Parlamento rispetto a quanto è invece concesso al Senato.
Risulta da ciò la necessità essenziale di non vedere precluso l'esame di taluni emendamenti a causa della inammissibilità degli stessi e di trovare una valutazione

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comune della Commissione al fine di addivenire ad una soluzione che consenta di migliorare l'efficaciadel provvedimento.

Viviana BECCALOSSI (PdL) nel rilevare l'esistenza di problematiche meramente tecnico-regolamentari propone di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento alla soluzione delle stesse, demandando ai capigruppo di trovare un'intesa sugli emendamenti che presentano profili critici di ammissibilità.

Giuseppina SERVODIO (PD) nel condividere le motivazioni e la disponibilità offerta dal presidente del suo gruppo, e al di là delle intese con gli altri gruppi, ritiene necessaria una riflessione regolamentare che salvaguardi la logica stessa dell'attività legislativa. In particolare, non può essere invocato quale elemento di ammissibilità il riferimento alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo, trattandosi di decreto-legge dal contenuto disomogeneo, reso ancor più disomogeneo dopo il passaggio al Senato.
Così interpretata, la normativa sull'ammissibilità degli emendamenti rischia di creare una inaccettabile disparità di trattamento tra il Governo e il Parlamento, atteso che è a quest'ultimo che compete la funzione legislativa, quasi impedendo ad esso di legiferare, intasando i tempi di lavoro con disegni di legge di conversione di decreti-legge. Rammenta infine che nel cosiddetto decreto «milleproroghe» della scorsa legislatura furono considerate ammissibili proposte emendative assolutamente disomogenee rispetto al contenuto dell'atto. Gli emendamenti qui proposti affrontano invece tutti il tema del rilancio competitivo del settore agroalimentare.

Paolo RUSSO, presidente, rileva che l'attuale stringente prassi applicativa della normativa sull'ammissibilità degli emendamenti riferiti ai disegni di legge di conversione dei decreti legge fu varata a tutela dell'opposizione al fine di evitare colpi di mano della maggioranza. Peraltro si ravvisa un evidente problema di differente trattamento della materia dell'ammissibilità fra i due rami del Parlamento.

Giuseppe RUVOLO (UdC) ritiene necessario dare mandato al presidente Russo di verificare con il Presidente della Camera la praticabilità dell'ipotesi dell'ammissibilità per quegli emendamenti urgenti e condivisi. Ritiene altresì necessario che andrebbero ben rappresentate le ragioni poste a base di tale richiesta.

Paolo RUSSO, presidente, rammenta come in alcune vicende simili a questa è stato possibile trovare larghe intese in Assemblea. Osserva come il presupposto per la dichiarzione di ammissibilità degli emendamenti in questione non debba essere la non condivisione dei principi sanciti dalla predetta circolare del 10 gennaio 1997 del Presidente della Camera, quanto la specificità di alcune singole questioni di merito oggetto di taluni emendamenti, sulle quali si registra una larga condivisione in Commissione anche in relazione alla urgenza di trovare loro una soluzione normativa. Da ciò deriva l'esigenza di prospettare alla Presidenza della Camera l'opportunità di procedere per tali emendamenti ad una deroga ai principi di cui alla circolare del 1997 volta a consentirne la loro ammissibilità. Ribadisce che tale prospettiva, per essere praticabile, necessita di una larga convergenza rispetto a singole e specifiche vicende, in relazione alle quali risulti acclarata la ragione di fondo. Sospende, quindi, la seduta.

La seduta sospesa alle 12.50 riprende alle 13.05.

Paolo RUSSO, presidente, prendendo atto del dibattito svolto, e in attesa di una più precisa definizione dell'atteggiamento dei gruppi, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.10.

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SEDE CONSULTIVA

Martedì 9 dicembre 2008. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 13.10.

DL 180/08 recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca.
C. 1966 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.

Gaetano NASTRI (PdL), relatore, rileva che il decreto-legge n. 180 del 2008, recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca, contiene disposizioni in materia di reclutamento nelle università e per gli enti di ricerca, per la qualità del sistema universitario, per il diritto allo studio universitario dei capaci e dei meritevoli, in materia di anagrafe nazionale dei professori ordinari e associati e dei ricercatori, di valutazione dell'attività di ricerca, di pubblicità delle attività di ricerca delle università, di ordinamenti didattici delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica.
Per quanto riguarda le competenze della Commissione Agricoltura, l'articolo 4 del decreto-legge prevede che per la copertura degli oneri recati dall'articolo 1, comma 3, relativi all'assunzione di personale da parte delle università e quantificati in 24 milioni di euro nel 2009, 71 milioni di euro nel 2010 e 141 milioni di euro a partire dal 2011 - si proceda a riduzione lineare delle missioni di spesa di spesa di ciascun Ministero, secondo gli importi indicati nell'elenco 1 allegato al decreto. Sono escluse dalle riduzioni le spese obbligatorie indicate nell'articolo 60, comma 2, del decreto-legge n. 112 del 2008.
Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, subisce una riduzione pari a 542.000 euro per il 2009, 1.175.000 euro per il 2010 e 2.156.000 euro per il 2011. La riduzione è ripartita nel modo seguente tra le diverse missioni di spesa del MIPAAF:
1) Missione 7, Ordine pubblico e sicurezza: 10.000 euro nel 2009; 35.000 nel 2010; 69.000 nel 2011;
2) Missione 8, Soccorso civile: 36.000 euro nel 2009; 115.000 nel 2010; 228.000 nel 2011;
3) Missione 9 agricoltura, politiche agroalimentari e pesca: 275.000 euro nel 2009; 752.000 nel 2010; 1.316.000 nel 2011;
4) Missione 18, sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente: 18.000 euro nel 2009; 63.000 nel 2010; 125.000 nel 2011;
5) Missione 32, Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche: 2.000 nel 2010 e 5.000 nel 2011;
6) Missione 33, Fondi da ripartire: 102.000 euro nel 2009; 208.000 nel 2010; 413.000 nel 2011.

Si riserva quindi di formulare una proposta di parere all'esito del dibattito.

Viviana BECCALOSSI (PdL), nel sottolineare la prontezza della XIII Commissione nel rispondere in senso affermativo alle richieste delle altre Commissioni, rileva la inderogabile necessità di procedere in tal senso anche su questo disegno di legge.

Giuseppina SERVODIO (PD) contesta la ratio, sottesa nel disegno di legge in esame, del taglio orizzontale delle risorse quale scelta qualunquistica priva di fondamento politico. In particolare, ritiene che i tagli operati con riferimento al dissesto idrogeologico e alla messa in sicurezza del territorio siano completamente privi di una logica di lungo e medio periodo proprio con riferimento

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alla creazione dei presupposti di un benessere in agricoltura.

Paolo RUSSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica Convenzione sull'Istituto forestale europeo. C. 1930 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Vincenzo TADDEI (PdL), relatore, ricorda che il disegno di legge in esame reca la ratifica della Convenzione sull'Istituto forestale europeo (EFI), creato nel 1993 allo scopo di fornire informazioni e ricerche nel campo delle scienze forestali a livello europeo.
Nell'ambito di una strategia volta a sviluppare il suo contributo, l'Istituto è stato trasformato in organizzazione internazionale attraverso la stipula della Convenzione di Joensuu (Finlandia) del 2003 che, all'articolo 12, conferisce all'EFI personalità giuridica nazionale e internazionale.
La Convenzione è stata adottata il 28 agosto 2003 dalla Conferenza convocata ad hoc ed aperta alla firma degli Stati europei e delle organizzazioni europee di integrazione economica. La Convenzione è entrata in vigore il 4 settembre 2005 ed è stata ratificata finora da diciassette Stati.
L'Istituto svolge ricerche a livello paneuropeo sulla politica forestale, inclusi gli aspetti ambientali, ecologici, il benessere delle foreste, i prodotti e i servizi da esse provenienti, nonché la domanda e la produzione di legname e di altri prodotti boschivi. Il lavoro dell'Istituto contribuisce quindi alla promozione della conservazione e della gestione sostenibile delle foreste in Europa.
L'Italia ha coordinato alcuni progetti di ricerca dell'Istituto forestale europeo. Fra di essi, i due che risultano in corso, sono condotti dalla Fondazione Eni Enrico Mattei e dall'Università del Molise.
La Convenzione consta di un Preambolo e di 19 articoli.
L'articolo 1 istituisce l'EFI e ne stabilisce la sede a Joensuu, in Finlandia, mentre l'articolo 2 ne definisce le finalità e le funzioni. L'articolo 4 stabilisce che le Parti contraenti sono Membri dell'Istituto. Gli articoli da 5 a 9 riguardano gli Organi della Convenzione.
Quanto al finanziamento dell'Istituto, esso avviene grazie alle quote versate dai Membri associati e affiliati, oltre che da donazioni e contributi volontari.
L'Istituto ha personalità giuridica a livello nazionale ed internazionale e la sua sede gode di privilegi ed immunità in base ad uno specifico accordo stipulato con il governo di Finlandia.
Gli articoli 14-18 contengono le clausole finali.
La Convenzione ha durata illimitata ma cesserà di esistere qualora, successivamente alla sua entrata in vigore, le Parti contraenti dovessero risultare ridotte fino ad un numero inferiore ad otto.
Il relativo disegno di legge di ratifica si compone altresì di tre articoli recanti, nell'ordine, l'autorizzazione alla ratifica della Convenzione sull'Istituto Forestale Europeo, l'ordine di esecuzione, e l'entrata in vigore della legge.
Nelle relazioni che accompagnano il disegno di legge (v. A.S. 1132) il Governo sottolinea l'importanza che la ratifica della Convenzione riveste per l'Italia, anche in vista del potenziale inserimento di docenti e ricercatori universitari italiani negli organismi dell'Istituto.
Si riserva quindi di formulare una proposta di parere all'esito del dibattito.

Giuseppina SERVODIO (PD) rileva il notevole lasso temporale intercorso tra la firma della Convenzione e la ratifica parlamentare.

Paolo RUSSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

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Ratifica Accordo partenariato e cooperazione con Tagikistan.
C. 1931 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Vincenzo TADDEI (PdL), relatore, ricorda che l'Accordo di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea ed il Tagikistan si inscrive nel contesto dei negoziati che le Comunità europee hanno condotto con ciascuna delle nuove realtà statuali sorte dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica, anche al fine di sostituire l'Accordo di partenariato tra la CEE e l'URSS del 1989.
L'Accordo di partenariato e cooperazione concluso a Lussemburgo l'11 ottobre 2004 tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato, e la ex Repubblica sovietica del Tagikistan, dall'altro, rientra nella categoria degli accordi cosiddetti «misti», in quanto contengono disposizioni che interessano anche gli aspetti più propriamente politici, e quindi anche gli ordinamenti dei singoli Stati membri, dei quali è necessaria la ratifica.
L'Accordo di partenariato tra la Unione europea e il Tagikistan mira a fornire una cornice entro cui dovranno svilupparsi le relazioni politiche, economiche e commerciali tra le Parti. Esso, come chiarisce il preambolo, rientra tra gli strumenti di sostegno alla transizione del Tagikistan verso la democrazia e l'economia di mercato e ha come condizione il pieno rispetto dei diritti umani.
L'Accordo consta di 101 articoli, suddivisi in undici titoli, quattro Allegati e un Protocollo sulla mutua assistenza doganale.
L'articolo 1 dell'Accordo identifica gli obiettivi del partenariato nel fornire un contesto per lo sviluppo delle relazioni politiche tra le parti, promuovere il commercio, gli investimenti e le relazioni economiche nonché gettare le basi per una cooperazione legislativa, economica, sociale, finanziaria e culturale.
Gli articoli 2 e 3 (Titolo I) contengono un forte richiamo al rispetto dei principi definiti nell'Atto finale di Helsinki e nella carta di Parigi per una nuova Europa.
L'Accordo di articola poi in titoli, nei quali sono disciplinati i diversi aspetti della cooperazione.
In particolare, per la parte di competenza della XIII Commissione Agricoltura, la cooperazione in questo settore si prefigge il conseguimento della riforma agraria e della riforma delle strutture agricole, l'ammodernamento, la lotta contro le malattie, la privatizzazione e la ristrutturazione dell'agricoltura, dell'allevamento, dell'agroindustria e del terziario nella repubblica di Tagikistan, lo sviluppo dei mercati, interno ed estero per i prodotti tagiki, tutelando anche l'ambiente e tenendo contro dell'esigenza di migliorare l'approvvigionamento alimentare, nonché lo sviluppo delle imprese di produzione, di trasformazione e di distribuzione dei prodotti agricoli. Le parti cercano inoltre di avvicinare progressivamente le norme tagike alle norme tecniche comunitarie in materia di prodotti alimentari industriali e agricoli, comprese le norme sanitarie e fitosanitarie.
Si riserva quindi di formulare una proposta di parere all'esito del dibattito.

Paolo RUSSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.35.

AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 9 dicembre 2008.

Audizione dell'Associazione Città del pane sulle problematiche della filiera dei pani tradizionali di qualità.

L'audizione informale si è svolta dalle 13.35 alle 14.10.