CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 13 novembre 2008
94.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 4 NOVEMBRE 2008

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RISOLUZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO

Giovedì 13 novembre 2008. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 9.05.

Risoluzione del Parlamento europeo del 25 settembre 2008 sul dibattito annuale sui progressi compiuti nel 2007 nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (articoli 2 e 39 del Trattato UE).
Doc. XII, n. 154.

(Parere alle Commissioni riunite I e II).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 125 del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta dell'11 novembre 2008.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, osserva preliminarmente come la risoluzione in esame, che potrebbe apparire di poco rilievo in relazione alle competenze della XIV Commissione, rivesta in realtà particolare importanza, innanzitutto per il nuovo metodo suggerito di una ampia cooperazione interistituzionale tra Parlamenti nazionali. Osserva inoltre come l'Europa viva un momento difficile, con riferimento alla mancata entrata in vigore del Trattato di Lisbona; le istituzioni comunitarie, tuttavia, non possono fermarsi e debbono dare risposte su tematiche così

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delicate e rilevanti, quali sono quelle della libertà, sicurezza e giustizia.
Anche tenuto conto delle osservazioni che i colleghi gli hanno fatto pervenire personalmente sul provvedimento, formula quindi una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1).

Mario PESCANTE, presidente, si sofferma sull'enfasi che il documento assegna all'obiettivo di coinvolgere i Parlamenti nazionali degli Stati membri; si tratta di una indicazione che ritiene possa dimostrarsi di particolare utilità.

Jean Leonard TOUADI (PD) esprime particolare apprezzamento per il metodo indicato dalla risoluzione, volto a coinvolgere sempre più i Parlamenti nazionali, tenuto conto del fatto che, sulle materie in esame, la direzione adottata è quella di uno spazio europeo sempre più unificato. Appare utile, a suo avviso, anche un maggiore coinvolgimento della società civile: su temi di tale importanza dialogare con i cittadini appare, a suo avviso, un dovere del Parlamento.
Si sofferma quindi su due specifici aspetti. Il primo riguarda la necessità di accrescere la cooperazione giudiziaria tra paesi europei. Si tratta di un obiettivo non facile, anche tenuto conto delle differenze esistenti tra le diverse culture giuridiche, ma assai importante in considerazione della grande mobilità dei cittadini - sia comunitari che provenienti da paesi terzi - e del carattere transfrontaliero dei crimini commessi.
Rileva quindi l'attenzione dedicata dal documento in esame sulla immigrazione legale, che appare l'unico rimedio per non creare le condizioni per la degenerazione illegale del fenomeno. Occorre a tal fine lavorare nella direzione di una corrispondenza tra richieste del mercato del lavoro e programmazione dei flussi; di particolare interesse appare inoltre l'idea della carta blu, poiché occorre lavorare nella direzione di quella che i francesi chiamano immigration choisie, intercettando i migliori «cervelli» che circolano nel mondo.
Sottolinea infine i ritardi molto forti che si debbono registrare in materia di asilo, che occorre recuperare al fine di garantire, a coloro che sfuggono a gravi pericoli, un percorso di protezione nei nostri paesi.

Mario PESCANTE, presidente, condivide l'osservazione dell'onorevole Touadi in ordine alla differenziazione delle culture giuridiche dei paesi europei, anche derivante da diverse impostazioni di ordine costituzionale; nella direzione di una maggiore armonizzazione appare particolarmente utile l'azione, oltre che di Europol, anche di Eurojust.

Antonio RAZZI (IdV) concorda pienamente con la proposta formulata dal relatore. Esprime quindi apprezzamento per l'indicazione, recata dal documento in esame, di un maggior coinvolgimento dei Parlamenti nazionali, anche tenuto conto del fatto che l'Italia fa parte dei paesi dell'area mediterranea che, per la loro situazione geografica, sono particolarmente esposti al pericolo del terrorismo.
Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Sandra ZAMPA (PD) si associa alle considerazioni svolte dal collega Touadi e ribadisce il valore simbolico del documento in esame, volto a coinvolgere i Parlamenti nazionali e la società civile, anche se, sotto tale ultimo profilo, occorrerebbe fare ancora di più.
La creazione di un importante canale di collaborazione tra istituzioni dell'Unione europea e Parlamenti nazionali è particolarmente significativo per il settore dell'immigrazione in cui sarebbe fondamentale assicurare coerenza e organicità tra normativa e indirizzi dell'UE, tenuto anche conto della rilevanza per tutti gli Stati membri dei problemi posti dai flussi migratori.
Si tratta di aspetti di estrema importanza sui quali è fondamentale che la Camera intervenga attivamente in due direzioni. Da un lato, definendo indirizzi per

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il Governo su tutte le principali proposte legislative all'esame delle istituzioni dell'UE. In questo senso è estremamente positivo l'avvio, su iniziativa del gruppo del Partito democratico, dell'esame in Commissione politiche dell'UE e presso le Commissioni congiunte affari costituzionali e giustizia della proposta di direttiva sulle sanzioni per i datori di lavoro che impiegano immigrati irregolari. Per altro verso, occorre utilizzare a pieno i canali per sviluppare rapporti diretti con il Parlamento europeo e con la Commissione. Ciò non soltanto con riferimento ad atti di indirizzo generali, quali quello al nostro esame, ma anche con riguardo a problemi e questioni specifiche. In particolare, sarebbe fondamentale, a suo avviso, collaborare con le istituzioni dell'UE nella valutazione sistematica sia, in via preventiva, sia in via successiva delle politiche nazionali in materia di immigrazione. In altri termini occorre evitare di assumere iniziative unilaterali a livello nazionale come invece avvenuto in questo inizio di legislatura senza tenere adeguatamente conto del quadro giuridico e politico disegnato a livello europeo.

Mario PESCANTE, presidente, segnala, con riferimento alla proposta di direttiva in materia di sanzioni di lavoro per i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente dell'Unione europea, che - all'esito dell'esame istruttorio svoltosi nell'ambito del Comitato permanente per l'esame dei progetti di atti comunitari e dell'Unione europea - sono in corso contatti informali tra i gruppi al fine di pervenire alla formulazione di una proposta di parere il più possibile condivisa, che potrà quindi essere sottoposta alla valutazione della Commissione.

Sandro GOZI (PD) con riferimento alla proposta di parere formulata dal relatore, esprime apprezzamento per il recepimento di alcune indicazioni che, a nome del suo gruppo, aveva rappresentato al relatore, e che appaiono recepite nel testo.
Ritiene tuttavia che si potrebbero apportare alcune utili modifiche all'attuale formulazione. Con riferimento, innanzitutto, alla considerazione di cui alla lettera a), ed essendovi piena convergenza in ordine all'opportunità di un più ampio coinvolgimento dei Parlamenti nazionali, propone che si faccia riferimento, oltre che ad una stretta interlocuzione anche ad una cooperazione più strutturata con il Parlamento europeo.
Riguardo poi all'osservazione recata alla lettera c) riterrebbe utile, in relazione al richiamato rafforzamento dell'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (Frontex), segnalare l'opportunità di un rafforzamento dei meccanismi di solidarietà, politica o finanziaria, che non appaiono ancora sufficienti.
Segnala, infine, ai colleghi, l'opportunità di inserire nel parere un richiamo alle disposizioni stabilite dalla Convenzione internazionale sulla protezione di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, che stabilisce una serie di standard normativi vincolanti riguardanti il trattamento, l'assistenza sociale e i diritti umani dei migranti sia regolari, sia - a diverse condizioni - irregolari, e dispone obblighi e responsabilità per gli Stati di origine, transito e destinazione dei migranti stessi. Tale Convenzione è entrata in vigore nel 2003, ma è stata ratificata da pochi paesi europei ed è pertanto, di fatto, inattuata.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, prende atto delle considerazioni particolarmente interessanti svolte dai colleghi, che meriterebbero certamente un'analisi approfondita ma che i ristretti tempi di esame a disposizione della Commissione purtroppo non consentono. Segnala tuttavia come gli interventi odierni siano caratterizzati dalla tendenza - peraltro tipicamente italiana - a soffermarsi solo su alcuni aspetti, che ciascun oratore considera maggiormente significativi, senza offrire una valutazione della materia nel suo complesso. Ritiene invece che, quando si affrontano temi come quello dell'immigrazione, la valutazione della disciplina riguardante

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diritti e doveri dei migranti non possa essere disgiunta da quella relativa alle misure di repressione e che occorre affrontare non solo il problema dei diritti dei migranti ma anche quello del controllo dei processi di immigrazione e del rafforzamento dello spazio di libertà; si rischia altrimenti di valutare la materia da una prospettiva limitata, che non consente, tra l'altro, un efficace dialogo con la società civile, che può essere più sensibile ad un profilo piuttosto che all'altro. Anche per questo motivo non ritiene opportuno, nel parere che la Commissione si accinge ad esprimere, soffermarsi su accentuazioni di un aspetto o dell'altro, che rivestono a suo avviso carattere più politico che tecnico.
Circa le proposte formulate dall'onorevole Gozi, condivide l'ipotesi di riformulazione della lettera a), nel senso di inserire, il riferimento ad una cooperazione più strutturata. Propone inoltre di inserire alla lettera c), un richiamo alla maggiore esposizione di alcuni Paesi, tra cui l'Italia per ragioni geografiche, ai fenomeni immigratori, che indicherebbe l'attivazione di meccanismi di solidarietà per fare fronte agli oneri che ne conseguono. Non ritiene invece accoglibile il suggerimento di un riferimento alla Convenzione internazionale sulla protezione dei lavoratori migranti, anche tenuto conto del fatto che il parere fa esclusivo riferimento a atti normativi europei. Osserva inoltre che tale richiamo è implicitamente contenuto nell'osservazione di cui al punto e), che invita ad assegnare la massima importanza alle iniziative volte a garantire una piena tutela dei diritti degli individui vittime dei crimini e del terrorismo e a procedere con la massima tempestività nella definizione di una disciplina tendenzialmente uniforme in materia di asilo e di immigrazione legale ed illegale.

Sandro GOZI (PD) osserva che il Parlamento europeo ha richiesto di inserire, nelle decisioni e nelle decisioni quadro CE, tutte le disposizioni stabilite dalla citata Convenzione. Tale richiesta appare particolarmente significativa, alla luce del fatto che essa integrerebbe le norme della convenzione nel quadro istituzionale unico dell'Unione europea, le renderebbe applicabili in tutti gli Stati membri, e rilancerebbe così una convenzione che ad oggi è di fatto inattuata a causa dello scarso numero di paesi ratificanti.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, propone di inserire tale osservazione in forma generica, aggiungendo un richiamo, alla lettera e), alla materia di diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie.
Formula quindi, in conclusione, una proposta di parere favorevole con osservazioni, come riformulata nel corso del dibattito (vedi allegato 2).

Sandro GOZI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 10.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 13 novembre 2008. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 14.35.

DL 155/08: Misure urgenti per la stabilità del sistema creditizio nell'attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali.
Nuovo testo C. 1762 Governo.

(Parere alla VI Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 30 ottobre 2008.

Mario PESCANTE, presidente, osserva che è pervenuta nella mattina di oggi la richiesta di parere sul decreto-legge in

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oggetto, come risultante dagli emendamenti approvati dalla VI Commissione Finanze. Ritiene tuttavia, anche tenuto conto della complessità del provvedimento in esame, che la Commissione non sia nelle condizioni di esprimere il proprio parere, in considerazione dei tempi eccessivamente ristretti a sua disposizione; i lavori dell'Assemblea, sospesi alle ore 14.30, riprenderanno infatti alle ore 15.

Sandro GOZI (PD) condivide la valutazione del Presidente.

Giovanni DELL'ELCE (PdL) osserva che lavorare in tempi così ristretti svilisce il ruolo della Commissione.

Mario PESCANTE, presidente, tenuto conto delle osservazioni svolte, propone che la Commissione non esprima il parere sul disegno di legge C. 1762.

La Commissione concorda.

La seduta termina alle 14.40.

ATTI COMUNITARI

Giovedì 13 novembre 2008. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 14.40.

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente l'applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera.
COM(2008)414 def.

(Parere alla XII Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Benedetto Francesco FUCCI (PdL), relatore, osserva che la proposta di direttiva all'esame della Commissione riveste una particolare importanza e delicatezza in quanto è volta ad istituire un quadro normativo comunitario per l'assistenza sanitaria transfrontaliera all'interno dell'UE. Si intende, in particolare, definire in modo chiaro i presupposti e i limiti dei diritti al rimborso spettante per l'assistenza sanitaria ricevuta in uno Stato membro diverso da quello di appartenenza e garantire che tale assistenza transfrontaliera soddisfi i necessari requisiti di qualità, sicurezza ed efficienza. Si tratta di un intervento necessario e urgente in quanto, a seguito di numerose pronunce della Corte di giustizia in merito al diritto dei pazienti di uno Stato membro di beneficiare di cure mediche in un altro Stato membro, si è determinata una situazione di incertezza che ha posto ostacoli concreti alla libera circolazione dei pazienti e più in generale dei servizi sanitari. A conferma dell'importanza della proposta di direttiva, sottolinea che essa è oggetto di particolare attenzione anche da parti di altri parlamenti dell'UE. Secondo i dati forniti dalla banca dati IPEX, ben 17 Camere di 13 Parlamenti nazionali stanno esaminando la proposta.
La proposta al nostro esame interviene in tre ambiti principali:
definisce principi comuni a tutti i sistemi sanitari dell'UE, al fine di stabilire a quale Stato membro competa garantire l'assistenza sanitaria e il contenuto di tale competenza, in modo che sia chiaro e certo quali autorità debbano fissare e controllare gli standard dell'assistenza sanitaria nell'UE;
fissa norme specifiche per precisare i diritti dei pazienti a ricevere l'assistenza sanitaria in un altro Stato membro, a stabilire le restrizioni che gli Stati membri potranno imporre a tale forma di assistenza e il livello di copertura finanziaria in base al principio secondo il quale i pazienti hanno diritto al rimborso fino a concorrenza della somma che sarebbe stata erogata per il trattamento terapeutico in patria;
stabilisce un quadro per la cooperazione europea in settori quali il riconoscimento

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delle prescrizioni rilasciate in altri paesi, le reti di riferimento europee, la cooperazione nelle regioni frontaliere, la valutazione delle tecnologie sanitarie, la raccolta dei dati, la qualità e la sicurezza, al fine di assicurare la realizzazione efficace e continuativa della potenzialità di tale cooperazione.

Per quanto attiene più in dettaglio al primo aspetto, la proposta, individua, anzitutto, le competenze delle autorità dello Stato membro in cui vengono effettuate le cure (Capo II, articolo 5). Si stabilisce, in particolare, che gli Stati membri in cui vengono prestate le cure sono responsabili dell'organizzazione e della fornitura delle cure sanitarie e definiscono standard chiari di qualità e sicurezza per l'assistenza sanitaria fornita sul loro territorio, garantendo che:
esistano meccanismi che assicurino la capacità dei fornitori di assistenza sanitaria di soddisfare gli standard definiti in base alla scienza medica internazionale e alle buone pratiche mediche generalmente riconosciute;
l'applicazione degli standard da parte dei fornitori di assistenza sanitaria sia oggetto di un regolare monitoraggio e siano adottate azioni correttive in caso di mancato rispetto degli standard adeguati;
i fornitori di assistenza sanitaria forniscano tutte le informazioni pertinenti in merito a disponibilità, prezzi e risultati dell'assistenza sanitaria prestata, a dati sulla copertura assicurativa o su altri mezzi di tutela personale o collettiva per la responsabilità professionale, che consentano ai pazienti di compiere una scelta informata, in particolare;
i pazienti dispongano di un mezzo per effettuare denunce e che ad essi siano riconosciuti strumenti di tutela e risarcimenti del danno eventualmente subito a causa dell'assistenza sanitaria ricevuta;
per le cure fornite sul loro territorio esistano sistemi di assicurazione di responsabilità professionale o garanzia o analoghi meccanismi equivalenti o essenzialmente comparabili quanto a finalità e commisurati alla natura e alla portata del rischio;
il diritto fondamentale alla vita privata con riguardo al trattamento dei dati personali sia protetto conformemente alle misure nazionali che attuano le norme comunitarie relative alla tutela dei dati personali;
i pazienti di altri Stati membri siano trattati in modo non discriminatorio rispetto ai pazienti dello Stato membro di cura.

Con riguardo al secondo profilo, il Capo III disciplina la fruizione dell'assistenza sanitaria in un altro Stato membro, e prevede, per facilitare la prestazione dei servizi, il rimborso dei costi dell'assistenza sanitaria erogata (articoli 6-9). La proposta non modifica il diritto degli Stati membri di definire le prestazioni che essi decidono di erogare. Se uno Stato membro non include determinate cure tra le prestazioni cui i suoi cittadini hanno diritto in patria, la proposta di direttiva non crea per i pazienti alcun nuovo diritto a ricevere tale cura all'estero e ad ottenerne il rimborso.
Pertanto, i sistemi sanitari degli Stati membri e la sostenibilità finanziaria dei loro sistemi di sicurezza sociale non saranno compromessi se i principi della libera circolazione relativi alla fruizione dell'assistenza sanitaria in un altro Stato membro saranno applicati nei limiti della copertura garantita dal regime di assicurazione malattia dello Stato membro di affiliazione.
La proposta consente agli Stati membri di prevedere un sistema di autorizzazione preventiva per la copertura dei costi delle cure ospedaliere prestate in un altro Stato membro, purché però essi siano in grado di dimostrare il rispetto di alcune condizioni (articoli 7 e 8): il fatto che se le cure fossero state erogate in patria sarebbero state a carico del sistema sanitario di tale Stato membro; la compromissione dell'equilibrio finanziario del sistema di sicurezza

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sociale a causa del flusso di pazienti determinato dalle norme di attuazione della futura direttiva.
Vengono fornite altresì alcune garanzie procedurali fondate su criteri obiettivi non discriminatori e resi preventivamente pubblici (articolo 9) nonché l'accessibilità, anche per via elettronica, delle informazioni sulle prestazioni (articolo 10).
Il Capo IV stabilisce l'obbligo da parte degli Stati membri a prestarsi reciproca assistenza ai fini dell'attuazione della futura direttiva (articolo 13) e fissa altresì il riconoscimento delle prescrizioni rilasciate in un altro Stato membro (articolo 14). La cooperazione tra Stati membri si articolerà anche nei settori specifici attraverso reti comunitarie (reti di riferimento europee (articolo 15), reti per la valutazione delle tecnologie sanitarie (articolo 17), nonché attraverso la realizzazione dell'interoperabilità di sistemi basati sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nel settore dell'assistenza sanitaria (sanità elettronica, articolo 16).
Il Capo V (articoli 19-22) delega, infine, alla Commissione il potere di definire, secondo le procedure di comitatologia: un elenco di cure che, pur non comportando il ricovero per la notte, vanno assoggettate alla medesima disciplina delle cure ospedaliere; le misure di accompagnamento per escludere specifiche categorie di medicinali o sostanze dal riconoscimento (previsto dalla futura direttiva) delle prescrizioni rilasciate in un altro Stato membro; un elenco di condizioni e criteri che le reti di riferimento europee devono soddisfare e la relativa procedura di istituzione.
L'esame della proposta da parte del Parlamento e del Consiglio non è ancora entrato nel vivo, per cui ci sono ampi margini per la definizione di indirizzi da parte delle Camere al Governo.
La proposta, che segue la procedura di codecisione, sarà oggetto di una prima valutazione da parte del Consiglio, presumibilmente nella riunione del 15 dicembre 2008. Il Parlamento europeo dovrebbe esaminarla, in prima lettura, il 24 aprile 2009. L'adozione del progetto di relazione - di cui è incaricato John Bowis (Regno Unito, Gruppo del Partito popolare europeo) - da parte della Commissione ambiente salute e sicurezza alimentare del PE è prevista per il 12 marzo 2009.
Il 25 settembre 2008, peraltro, il Parlamento europeo ha svolto, in plenaria, un dibattito orientativo sulla proposta di direttiva al quale ha partecipato il Ministro francese della sanità, Roselyne Bachelot, che ha ricordato l'impegno della Presidenza francese a far procedere i negoziati sulla proposta il più presto possibile. In quella sede, sono emerse posizioni differenziate tra i parlamentari europei. Alcuni hanno espresso il loro appoggio alle proposte della Commissione, ritenendo che esse costituiscano una soluzione equilibrata in quanto, da una parte, non introdurrebbero cambiamenti ed oneri aggiuntivi nel finanziamento dei sistemi sanitari che dipenderebbe esclusivamente dagli Stati membri e, dall'altro, non favorirebbe l'esodo dei pazienti. Altri parlamentari hanno comunque espresso riserve e chiesto miglioramenti su elementi specifici della proposta, quali l'informazione dei medici sulle possibilità offerte dalla nuova legislazione, l'informazione dei pazienti sul coste delle cure, i tempi per le cure all'estero, il pericolo di vedere migliorare la qualità delle cure nei centri medici meglio attrezzati lasciando allo stesso tempo deperire quelli che lo sono meno. Infine, un ultimo gruppo di parlamentari ha deplorato l'approccio «minimalista» della proposta di direttiva, la quale si limiterebbe alle cure transfrontaliere tralasciando, tra l'altro, la mobilità dei professionisti del settore sanitario.
Passando alla valutazione della proposta sotto il profilo giuridico e politico, va anzitutto segnalato che alcuni parlamenti nazionali, segnatamente il Bundesrat austriaco e la Camera polacca, avrebbero manifestato perplessità in merito alla giustificazione della proposta sotto il profilo della sussidiarietà. La proposta appare, a suo avviso, pienamente giustificata sotto i profili di sussidiarietà e proporzionalità. Come sottolineato opportunamente dalla Commissione, la proposta persegue obiettivi

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che non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono, per le dimensioni dell'azione, essere meglio realizzati a livello comunitario. Un'azione condotta unicamente a livello nazionale pregiudicherebbe, infatti, in maniera sostanziale l'efficienza e la sicurezza dell'assistenza sanitaria transfrontaliera (che presenta molti aspetti transnazionali di dimensione comunitaria) lasciando gli Stati membri privi della capacità reale di gestire il complesso dei propri sistemi sanitari. Inoltre, la proposta lascia agli Stati membri la competenza di stabilire norme da applicare per il rimborso dei pazienti e per la prestazione di assistenza sanitaria e non modifica la libertà di scelta degli Stati membri in merito alle norme applicabili a un determinato caso. Per quanto riguarda invece il principio di proporzionalità, come sottolineato dalla Commissione, esso viene rispettato dalla proposta in quanto questa enuncia soli i principi generali relativi all'istituzione di un quadro comunitario, lasciando agli Stati membri ampio margine per dare attuazione a tali principi in base alle condizioni nazionali, regionali e locali.
Con riguardo al merito della proposta, ritiene che il seguito dell'esame consentirà di acquisire elementi di conoscenza e valutazione più approfonditi ai fini della definizione di indirizzi al Governo. In vista della prosecuzione dell'esame, intende attirare sin d'ora l'attenzione dei colleghi su due aspetti che meritano, a suo avviso, un approfondimento da parte della XIV Commissione e della Commissione affari sociali. Il primo riguarda il fatto che la proposta sembra costituire un compromesso equilibrato e pragmatico per quanto riguarda la questione delle cure transfrontaliere; va tuttavia esaminato l'impatto che essa avrà sul sistema nazionale e sugli operatori sanitari nazionali nonché sui diritti dei pazienti italiani che si recano in altri stati membri dell'UE. Il secondo aspetto è che la proposta, come evidenziato anche nel corso del dibattito al Parlamento europeo, non interviene sulla questione della mobilità dei professionisti del settore sanitario. Posto che l'esclusione dei servizi sanitari dalla direttiva sui servizi (cosiddetta Bolkestein), ha lasciato una evidente lacuna normativa in materia, sarebbe opportuno valutare se ed in quale misura questi aspetti possano essere integrati nella proposta di direttiva al nostro esame. A questo scopo riterrebbe particolarmente utile prevedere lo svolgimento di alcune audizioni informali di rappresentanti delle categorie interessate.

Mario PESCANTE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.50 alle 15.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO PERMANENTE PER IL MONITORAGGIO SULL'ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DELL'UE

INDAGINE CONOSCITIVA

Indagine conoscitiva sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea: attuazione della legge n. 11 del 2005 e prospettive di riforma - Audizione del professor Roberto Adam, coordinatore della Struttura di missione presso il Dipartimento per le Politiche comunitarie della Presidenza del Consiglio dei ministri, sul contenzioso comunitario e le procedure d'infrazione.