CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 11 novembre 2008
92.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 11 novembre 2008. - Presidenza del vicepresidente Cosimo VENTUCCI.

La seduta comincia alle 9.

DL 155/08: Misure urgenti per la stabilità del sistema creditizio nell'attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali.
C. 1762 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 novembre 2008.

Franco CECCUZZI (PD) esprime preliminarmente il proprio apprezzamento per il serio approfondimento che la Commissione ha compiuto sul provvedimento in esame, che ha registrato un momento di particolare interesse con lo svolgimento delle audizioni, le quali hanno consentito di conoscere il punto di vista degli operatori interessati.
Il giudizio del proprio gruppo sul provvedimento in esame, tuttavia, è inevitabilmente legato ai passaggi successivi che saranno compiuti, ed in particolare al contenuto degli emendamenti che il Governo si accingerebbe a presentare nel prosieguo dell'esame.
Si sofferma quindi sul contenuto del provvedimento in oggetto, osservando in proposito come esso assuma carattere asimmetrico rispetto alle analoghe misure intraprese in altri Paesi, in quanto il Governo italiano ha finora manifestato solo la disponibilità ad intervenire in sostegno delle banche, senza tuttavia ancora assumere misure concrete in merito.
Rileva quindi sulle audizioni svolte nel corso dell'istruttoria legislativa sul provvedimento abbiano evidenziato una stretta correlazione tra la crisi finanziaria insorta negli Stati Uniti e la politica di accentuata deregolamentazione realizzata da quel Paese in anni recenti, in particolare attraverso il Gramm-Leach-Bliley Act, presentato dal senatore repubblicano Phil Gramm, uno dei maggiori consiglieri economici del candidato repubblicano McCain, che, eliminando una previsione del Glass-Steagall Act, ha eliminato le barriere tra servizi bancari, servizi di investimento ed attività assicurativa, consentendo conseguentemente alle holding finanziarie di

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operare anche nel settore degli strumenti derivati, tra i quali si annidano molti di quei titoli cosiddetti «tossici» che hanno in gran parte determinato l'esplosione dell'attuale crisi finanziaria.
Rileva inoltre come i fenomeni di insolvenza che si sono registrati nel sistema finanziario statunitense sono state originati non solo dalla crescita indiscriminata dei valori immobiliari, ma anche dall'impossibilità per le famiglie di pagare le rate dei mutui contratti. A suo avviso, l'origine di questa situazione va ricercata nell'accentuata politica di agevolazioni per l'accesso al credito, intrapresa dall'amministrazione Bush, che, contrariamente a quanto accade in Europa, ha consentito di accendere mutui anche in favore di soggetti sprovvisti di capacità finanziaria sufficiente ad onorare gli impegni assunti.
Tale condizione di generalizzata di insolvenza è dovuta al fatto che, nonostante la costante crescita del livello di produttività americano, non si è registrata una equa redistribuzione del reddito, né è stato possibile agire sulla leva fiscale.
Ritiene quindi che, con il cambio di Presidenza statunitense, anche in considerazione della solida maggioranza democratica che si registra sia al Congresso che al Senato, si apra una stagione nuova nella regolazione dei mercati e per la riforma delle istituzioni finanziarie, la quale può creare le premesse per interessanti sviluppi.
Si sofferma quindi sugli interventi che sono stati intrapresi sui diversi mercati interessati dalla crisi finanziaria in corso, osservando come essi assolvano alla duplice finalità di tutelare i risparmi, surrogando le carenze dei mercati, ma anche di svolgere una funzione anticiclica. Anche in Italia l'intervento pubblico dovrà rispondere alle medesime finalità di assicurare la tutela del risparmio e di garantire un'adeguata disponibilità di credito alle imprese ed alle famiglie, eventualmente anche attraverso interventi sui rapporti di patrimonializzazione delle banche.
Si tratta di finalità che, senza snaturare il carattere privatistico degli istituti di credito e senza pregiudicare il percorso virtuoso intrapreso nel settore creditizio a partire dagli anni novanta, possono essere opportunatamente perseguite con riferimento alla situazione finanziaria italiana, unitamente ad altri interventi di cui si discuterà in seguito.

Gianfranco CONTE (PdL), relatore, sulla base di informazioni assunte informalmente, ritiene che il Governo non intenda, in questa fase, presentare emendamenti, non essendo ancora maturate le condizioni in tal senso.

Alberto FLUVI (PD), anche alla luce degli elementi testè forniti dal relatore, sottolinea la piena disponibilità dell'opposizione a collaborare al miglioramento del provvedimento, che riveste un rilievo cruciale; ritiene, comunque, che sia necessario delimitare il perimetro del confronto, ad esempio chiarendo quale sia l'esposizione complessiva del sistema bancario italiano relativamente al fallimento di Lehman Brothers. A tale riguardo manca infatti qualsiasi dato analitico, anche se alcune indicazioni possono desumersi dalla circostanza che la Banca d'Italia ha messo a disposizione circa 40 miliardi di euro per l'effettuazione di operazioni di swap con titoli di bassa qualità presenti nel portafoglio delle banche. Considera inoltre opportuno conoscere se, come ventilato da taluni organi di stampa, il Governo ritenga di attendere l'esito della prossima riunione del G20 di Washington prima di presentare proposte di modifica al decreto o di adottare ulteriori provvedimenti.
In tale contesto sottolinea quindi l'esigenza di affrontare la problematica relativa all'applicazione dei principi contabili internazionali, che, attraverso il meccanismo del fair value, rischiano di determinare effetti dirompenti, sia sul piano degli equilibri di bilancio delle banche, sia, indirettamente, sotto il profilo fiscale. Anche sotto questo punto di vista considera prioritario che il Governo faccia conoscere i propri orientamenti.
Auspica quindi che sia possibile definire quanto prima un percorso condiviso per affrontare efficacemente tali problematiche, consentendo alla Commissione di

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contribuire al miglioramento del testo del decreto-legge, ovvero decidendo di ricorrere ad un ulteriore strumento legislativo.

Gianfranco CONTE (PdL), relatore, con riferimento ai rilievi espressi dal deputato Fluvi, sottolinea come le banche siano molto restie a fornire dati relativi alla propria esposizione nei confronti degli intermediari finanziari falliti: in tale contesto è pertanto molto difficile stabilire le modalità più efficaci di intervento, proprio perché nessuno degli istituti bancari intende far emergere eventuali situazioni di difficoltà.
In particolare, le banche non stanno facendo ricorso agli strumenti previsti dal decreto-legge n. 155 e dal decreto-legge n. 157 del 2008, per non dare l'impressione al mercato di trovarsi in una condizione di debolezza finanziaria: tale situazione induce tuttavia a temere che le stesse banche possano essere indotte a risolvere eventuali tensioni sul piano della loro patrimonializzazione riducendo il credito alle famiglie ed alle imprese.

Cosimo VENTUCCI, presidente, richiamando le considerazioni formulate dal deputato Fluvi, considera importanti gli elementi emersi nel corso della recente audizione dell'Organismo italiano di contabilità, dalla quale è risultato che i principi contabili internazionali sono stabiliti a livello sopranazionale, e che dunque appare particolarmente difficile per il legislatore nazionale intervenire su questa materia, in particolare attraverso il ricorso al decreto-legge in esame, il quale ha un contenuto molto specifico.

Alberto FLUVI (PD) condivide le considerazioni del Presidente, ritenendo comunque necessario affrontare il tema dell'unificazione tra bilancio fiscale e bilancio civilistico, che costituisce una peculiarità propria quasi esclusivamente del nostro Paese, nonché quello dell'elusione fiscale posta in essere da molte imprese.

Cosimo VENTUCCI, presidente, ritiene che le problematiche da ultimo segnalate dal deputato Fluvi siano strettamente connesse con gli effetti dell'applicazione del principio del fair value secondo il metodo del cosiddetto «mark to market», il quale amplifica gli effetti sui bilanci delle imprese delle fluttuazioni degli andamenti dei titoli, determinando effetti potenzialmente esplosivi sui bilanci e sullo stesso gettito tributario.

Marco CAUSI (PD) ritiene che la Commissione, al di là delle decisioni del Governo circa la presentazione di propri emendamenti, debba iniziare ad esaminare gli emendamenti che saranno presentati, svolgendo un lavoro utile proprio alla luce delle difficoltà di interlocuzione tra Governo e sistema bancario segnalate dal relatore. In tale contesto ritiene infatti che la relativa, minore esposizione del settore creditizio nazionale alla crisi mondiale possa avere l'effetto, paradossale, di indurre le banche a non ricorrere agli interventi di sostegno da parte dello Stato e di risolvere eventuali problemi di patrimonializzazione attraverso una contrazione del credito all'economia, che avrebbe conseguenze particolarmente devastanti per il tessuto economico italiano, strettamente dipendente dal canale di finanziamento bancario.
Passando quindi ad illustrare talune delle proposte emendative presentate dal suo gruppo, evidenzia come esse propongano innanzitutto di affiancare allo strumento dell'acquisto di azioni delle banche da parte dello Stato, anche il ricorso ad emissioni obbligazionarie sottoscritte dal Ministero dell'Economia. Inoltre si prospetta l'esigenza che la valutazione circa l'adeguatezza patrimoniale delle banche sia effettuata dalla Banca d'Italia confrontando gli attuali coefficienti patrimoniali degli istituti bancari con un benchmark relativo ad una fase del ciclo economico diversa dall'attuale. Gli emendamenti stabiliscono inoltre che gli interventi di sostegno statale debbano essere condizionati, analogamente a quanto accaduto in altri Stati dell'Unione europea, a taluni vincoli per le banche: in primo luogo, occorre che il tasso di riferimento per il calcolo delle

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rate dei mutui a tasso variabile per l'acquisto della prima casa si avvicini a quello applicato dalla BCE per il rifinanziamento delle banche; in secondo luogo, le banche dovrebbero impegnarsi ad escludere il ricorso all'escussione delle garanzie ipotecarie nei confronti dei mutuatari temporaneamente in difficoltà, anche promuovendo programmi che permettano alle famiglie in difficoltà nel pagamento delle rate di rimanere nelle abitazioni acquistate, in qualità di inquilini o comproprietari; ulteriormente, le banche dovrebbero impegnarsi a mantenere inalterata, rispetto alla media degli ultimi due anni, la disponibilità a concedere crediti alle piccole e medie imprese; da ultimo, occorre stabilire l'obbligo a modificare gli schemi retributivi degli amministratori e degli altri dirigenti, escludendo per un anno il pagamento a questi ultimi di parti variabili della retribuzione e di altri bonus.
Le proposte emendative del gruppo PD sono altresì volte a stabilire alcuni meccanismi che disciplinino il nuovo intervento statale nelle banche, per non ricadere negli errori che avevano caratterizzato la stagione delle partecipazioni pubbliche. In tale prospettiva si definiscono regole per l'esercizio dei diritti di voto connessi alle azioni acquisite dal Ministero dell'Economia, si prevede una rendicontazione periodica al Parlamento degli interventi posti in essere e si regola l'allocazione nel conto del patrimonio dello Stato dei titoli azionari od obbligazionari acquisiti, eventualmente stabilendo limiti temporali al mantenimento di tali titoli.
Auspica conclusivamente che il relatore e la maggioranza dimostrino disponibilità a valutare con spirito di apertura le questioni poste dai gruppi di opposizione.

Gianfranco CONTE (PdL), relatore, informa preliminarmente di avere invitato il Ministro dell'Economia e delle finanze ad intervenire in Commissione nell'ambito dell'esame in sede referente del provvedimento.
Passando quindi a taluni aspetti di merito, rileva come i decreti-legge nn. 155 e 157 del 2008 forniscano alcuni strumenti di sostegno alle banche, le quali non sembrano tuttavia al momento volersene avvalere: in tale situazione ogni eventuale condizione o vincolo che fosse posto rispetto a tali strumenti risulterebbe pertanto inefficace, salvo che non si stabilisca l'obbligo, per le banche stesse, di effettuare obbligatoriamente interventi di capitalizzazione.
Ritiene quindi che il Governo intenda definire le misure di sostegno allo sviluppo volte ad accompagnare le previsioni contenute nei predetti decreti-legge in un apposito provvedimento, che l'Esecutivo si appresta ad adottare.

Ignazio MESSINA (IdV) sottolinea come sussista un dovere istituzionale di intervenire su tematiche di tale rilievo, lamentando al riguardo come l'assenza del rappresentante del Governo costituisca un ostacolo alla proficua prosecuzione dei lavori della Commissione. Stigmatizza altresì come l'Esecutivo abbia assunto finora un atteggiamento contraddittorio, annunciando ripetutamente la presentazione di proposte emendative che invece, secondo quanto riferito nella seduta odierna dal relatore, non è ancora in grado di formalizzare. Pur comprendendo le difficoltà incontrate dall'Esecutivo nell'interlocuzione su questi temi con le banche, le quali tendono ovviamente ad evitare ogni ingerenza nelle proprie scelte, sottolinea come sia necessario intervenire innanzitutto a tutela dei cittadini, anche attraverso il supporto del Parlamento e delle forze politiche di opposizione.
Auspica quindi che la maggioranza ed il Governo chiariscano quanto prima la propria posizione, al fine di corrispondere alle reali esigenze del Paese e di dare un senso compiuto al lavoro svolto dalla Commissione.

Maurizio BERNARDO (PdL) evidenzia, in linea generale, come la maggioranza abbia un'idea estremamente chiara del ruolo che la Commissione deve svolgere su questi temi, anche rispetto alle decisioni che il Governo intende assumere in materia, considerando in tale contesto importante

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la partecipazione del Ministro dell'Economia all'esame in sede referente del provvedimento.
Per quanto riguarda taluni aspetti di merito, ritiene che gli inviti alla politica, da più parti espressi, a non entrare nei meccanismi gestionali delle banche italiane, debbano comunque tener conto di come gli stessi istituti bancari esprimano, da parte loro, degli orientamenti, per così dire «culturali», piuttosto chiari.

Roberto OCCHIUTO (UdC) prende atto della decisione del Governo di non presentare emendamenti al decreto-legge in esame, rilevando come, diversamente da altre occasioni, nelle quali l'Esecutivo ha certamente ecceduto nell'utilizzo dello strumento emendativo, in questo caso sarebbe stato auspicabile l'inserimento di elementi ulteriori nel testo del provvedimento.
Considera importanti i rilievi espressi dal relatore circa la resistenza delle banche ad utilizzare gli strumenti di sostegno previsti dal decreto-legge, ma ritiene necessario assumere che esse dovranno prima o poi avvalersene, salvo non ritenere che l'intervento legislativo sia di per sé privo di ogni fondamento. In tale prospettiva appare fondata l'esigenza di condizionare l'accesso a tali forme di sostegno a taluni vincoli.
Considera quindi necessario che il Governo chiarisca come intenda procedere su tale tematica, rammentando come, al momento dell'adozione dei decreti-legge nn. 155 e 157 del 2008, tutte le forze politiche avessero espresso una valutazione sostanzialmente positiva sull'opportunità di intervenire in questo senso.

Cosimo VENTUCCI, presidente, ringrazia in particolare i componenti dei gruppi di opposizione per aver consentito lo svolgimento della seduta anche in assenza del rappresentante del Governo. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta convocata alle ore 14 della giornata odierna.

La seduta termina alle 10.

SEDE REFERENTE

Martedì 11 novembre 2008. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE, indi del vicepresidente Cosimo VENTUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Luigi Casero.

La seduta comincia alle 14.

DL 155/08: Misure urgenti per la stabilità del sistema creditizio nell'attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali.
C. 1762 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge in oggetto, rinviato, da ultimo nella odierna seduta antimeridiana.

Gianfranco CONTE, presidente e relatore, avverte che sono stati numerosi emendamenti ed articoli aggiuntivi, rispetto ai quali si riserva di esprimere la valutazione di ammissibilità.

Matteo BRAGANTINI (LNP) rileva come il provvedimento in esame risulti comunque utile, indipendentemente dal fatto che le banche si avvalgano o meno di questo strumento di sostegno ivi previsti, in quanto è comunque positivo che gli operatori creditizi sappiano comunque di poter contare su tali strumenti. Condivide, peraltro, l'esigenza di introdurre meccanismi che escludano la riduzione della disponibilità di credito alle imprese ed alle famiglie da parte delle banche, rilevando come il proprio gruppo abbia presentato a tal fine alcune proposte emendative.

Antonio PEPE (PdL) ringrazia il relatore per il lavoro finora svolto, esprimendo una valutazione positiva sui decreti-legge nn. 155 e 157 del 2008 che, sulla scorta delle decisioni assunte in ambito internazionale, hanno definito una cornice normativa atta ad evitare gli effetti negativi sul sistema finanziario nazionale della grave crisi internazionale. In particolare, il

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decreto-legge n. 155, aggiungendo la garanzia statale sui depositi bancari, ha consentito di ristabilire la fiducia dei risparmiatori italiani, ponendo inoltre fine agli effetti deleteri di una concorrenza che si stava aprendo su questo piano tra i Paesi europei.
Concorda quindi con l'esigenza di chiarire taluni aspetti del decreto-legge, inducendo inoltre le banche a venire maggiormente incontro alle esigenze delle famiglie e delle imprese, in particolare stabilizzando il livello dei tassi di interesse praticati sui mutui ed evitando fenomeni di riduzione della disponibilità di credito. In tale prospettiva è inoltre opportuno attuare misure di rilancio dell'economia, richiamando a tale proposito le modifiche al disegno di legge finanziaria approvate nella seduta odierna, in base alle quali le maggiori entrate tributarie registratesi nel corso del prossimo anno saranno prioritariamente destinate alle famiglie ed alle imprese.

Alessandro PAGANO (PdL) sottolinea come il Governo abbia assunto decisioni positive sulla tematica oggetto dei decreti, consentendo innanzitutto di ristabilire la fiducia nel mercato finanziario nazionale. In tale contesto rileva, peraltro, l'esigenza di porre in essere incisivi interventi regolatori del mercato, che non può, diversamente da quanto ritenuto dai liberisti più estremi, essere completamente lasciato a se stesso e di rafforzare la consapevolezza che lo sviluppo economico non può basarsi sugli artifici finanziari, ma sullo stato di salute dell'economia reale.
In questa prospettiva occorre completare il quadro normativo definito dai decreti-legge nn. 155 e 157 del 2008, al fine di cogliere le esigenze poste dall'attuale momento della congiuntura, valutando con grande attenzione le proposte emendative presentate.
Sottolinea, in particolare, l'esigenza di affrontare il tema, emerso nel corso delle audizioni svolte nell'ambito dell'istruttoria legislativa, relativo al controllo dei conti delle società quotate, che presenta numerosi elementi di criticità, legati alla reale efficacia dell'attività di revisione ed alla situazione sostanzialmente oligopolista nella quale tale funzione è attualmente svolta. Parimenti cruciale è la questione del credito al consumo, nel quale si evidenziano notevoli difficoltà, legate sia all'operatività degli intermediari, sia alla condizione di debolezza di molte famiglie, che non sono più in grado di far fronte ai relativi oneri.
Considera quindi necessario raccogliere le sfide poste dall'attuale momento storico, salvaguardando non solo gli interessi del sistema finanziario, ma anche di quelli del Paese nel suo insieme, attraverso decisioni chiare che diano risposte a tali sollecitazioni, sia nel provvedimento in esame, sia mediante ulteriori interventi legislativi.

Il sottosegretario Luigi CASERO rileva come i decreti-legge nn. 155 e 157 del 2008 siano stati adottati dal Governo nel quadro della situazione di emergenza che si era evidenziata a cavallo tra i mesi di settembre e di ottobre, per evitare il diffondersi del panico nel mercato finanziario nazionale. Al fine di evitare conseguenze disastrose per l'economia italiana, il Governo è dunque intervenuto con tempestività per chiarire che il sistema creditizio italiano è in condizioni di piena sicurezza, sia prevedendo la garanzia dello Stato sui depositi bancari, fino ad un ammontare di 103.000 euro, sia prefigurando la possibilità di intervenire nella ricapitalizzazione di quelle banche che si trovino in situazione di inadeguatezza patrimoniale.
Successivamente la situazione economico-finanziaria si è evoluta, sia a livello europeo sia a livello nazionale, grazie agli interventi coordinati assunti dai Governi a livello internazionale, nonché al salvataggio statale di talune importante banche estere.
In tale contesto ritiene che le considerazioni svolte nel corso della seduta meritino certamente grande attenzione, chiarendo, peraltro, come il Governo intenda procedere lungo due linee fondamentali. Da un lato, si intendono varare prossimamente

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misure per il sostegno dell'economia reale, mentre, dall'altro, si intende assicurare, innanzitutto attraverso i decreti-legge nn. 155 e 157, la stabilità del sistema bancario e creditizio: in questa prospettiva l'Esecutivo considera necessario non stravolgere la natura di tali provvedimenti, introducendovi tematiche che in molti casi sono fondate ma che non attengono direttamente alla materia da essi affrontata.

Alberto FLUVI (PD), pur riservandosi un ulteriore approfondimento delle dichiarazioni del Sottosegretario, ritiene che l'atteggiamento del Governo stia ormai rasentando l'irresponsabilità. Considera infatti paradossale che la Camera abbia recentemente discusso, per ore, le questioni relative all'UNIRE, mentre si dedicano pochi minuti a temi di enorme rilievo, chiedendo alla Commissione di non apportare alcuna modifica al decreto-legge in esame e di attendere le iniziative legislative che il Governo si accingerebbe ad adottare in merito. Rileva infatti come in tal modo si sottovaluti la velocità con la quale la crisi finanziaria si sta trasmettendo all'economia reale, attraverso la riduzione della disponibilità di credito alle imprese, le quali dipendono da tali risorse per la loro stessa sopravvivenza.
Sebbene i decreti-legge nn. 155 e 157 del 2008 vadano nella direzione corretta, c'è dunque la sensazione che il Governo, in questa fase, stia giocando una sorta di «partita a scacchi» con il settore bancario relativamente ai futuri assetti di potere nel Paese.

Il sottosegretario Luigi CASERO, con riferimento alle considerazioni appena svolte dal deputato Fluvi, sottolinea come il Governo non stia in alcun modo sottovalutando la situazione, chiarendo inoltre come l'Esecutivo non ritenga che i decreti-legge nn. 155 e 157 siano di per sé sufficienti a far fronte alla crisi economica in atto, ma voglia semplicemente evitare di stravolgere le finalità di tali provvedimenti, nonché coordinare le iniziative legislative adottate a livello nazionale con le decisioni che saranno assunte in ambito internazionale in occasione della prossima riunione del G20 a Washington.
Esclude altresì che sia in atto alcuna lotta di potere con il settore bancario, sottolineando come i provvedimenti adottati non abbiano natura coercitiva, ma costituiscano strumenti di sostegno che le banche, sul loro richiesta, potranno utilizzare, senza che ciò incida sulla gestione delle banche stesse. Nel dichiarare la piena disponibilità a valutare tutte le proposte emendative congruenti con le finalità del decreto-legge, ribadisce quindi l'intenzione del Governo di evitare ogni riduzione nella disponibilità di credito in favore delle famiglie e delle imprese, nonché la volontà di adottare quanto prima ulteriori misure per il sostegno dell'economia reale.

Roberto OCCHIUTO (UdC) riconosce alla maggioranza ed al Governo la facoltà di decidere come procedere nell'adozione di misure di sostegno all'economia ed al sistema finanziario, ritenendo tuttavia poco rispettoso delle prerogative parlamentari chiedere alle Camere di convertire i decreti-legge nn. 155 e 157 senza alcuna modifica, facendo leva sull'argomentazione secondo la quale le misure in essi contenute non sono state finora utilizzate dalle banche: in tal caso, infatti, risulterebbe più razionale rinunciare definitivamente alla conversione in legge dei predetti decreti.
Ritiene, al contrario, che sia opportuno migliorare il testo del provvedimento, ad esempio stabilendo alcuni obblighi per le banche che intendano accedere al sostegno pubblico, in particolare per quanto riguarda il mantenimento della disponibilità di credito nei confronti delle imprese e delle famiglie.

Ignazio MESSINA (IdV) ritiene che le odierne dichiarazioni del Sottosegretario dimostrino come i decreti-legge nn. 155 e 157 costituiscano esclusivamente, nelle intenzioni del Governo, strumenti propagandistici per rassicurare i mercati finanziari. In tale contesto l'atteggiamento dell'Esecutivo appare comprensibile nel quadro di un vero scontro di potere con le banche,

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ovvero nel senso di una assoluta subordinazione dell'Esecutivo alla volontà delle banche stesse, che stanno salvaguardando i propri interessi patrimoniali a scapito dei risparmiatori e delle imprese, sui quali si scaricano responsabilità ascrivibili esclusivamente al mondo della finanza.
Sottolinea quindi come un immediato intervento sui meccanismi di erogazione del credito rappresenti la condizione indispensabile per sostenere l'economia, ritenendo, in caso contrario, che sia del tutto inutile procedere alla conversione dei decreti-legge.
Invita quindi la maggioranza ed il Governo ad indicare quali siano le proposte emendative sulle quali c'è la disponibilità ad avviare una discussione aperta, segnalando, a tale proposito, gli emendamenti presentati dal gruppo dell'IdV che prevedono la certificazione dei crediti vantati dai fornitori delle pubbliche amministrazioni, al fine di utilizzare tali crediti per l'ottenimento di linee di credito.

Marco CAUSI (PD) esprime preoccupazione per le affermazioni del Sottosegretario, in quanto l'atteggiamento del Governo sembra ispirarsi a quelle politiche economiche di «stop and go» tanto deprecate negli anni '70. Ritiene, infatti, che l'Esecutivo, dopo aver opportunamente adottato i decreti-legge nn. 155 e 157, abbia ora mutato indirizzo, senza tuttavia chiarire con precisione quale sia il proprio orientamento su una materia tanto delicata.
Considera positiva l'intenzione, preannunciata dal rappresentante del Governo, di adottare un provvedimento legislativo contenente misure di sostegno allo sviluppo, ma non comprende come mai non si sia ritenuto di utilizzare a tal fine lo strumento del disegno di legge finanziaria, attualmente all'esame della Camera. Occorre inoltre non perdere l'occasione costituita dal provvedimento in esame, che individua strumenti molto significativi di sostegno al sistema bancario, come la ricapitalizzazione e lo swap di titoli, i quali prefigurano nuove forme di intervento pubblico nell'economia, per definire una specifica disciplina di tale intervento.
Considera quindi necessario chiarire le ragioni che inducono il Governo a rinviare tali interventi ad un ulteriore provvedimento, e dare inoltre risposte incisive ai segnali, molto preoccupanti, di contrazione della disponibilità del credito alle imprese, coinvolgendo adeguatamente la Commissione ed il Parlamento nel suo complesso.

Cosimo VENTUCCI, presidente, esprime assoluto rispetto per le tesi espresse dai deputati di opposizione, esprimendo tuttavia forti perplessità rispetto alle affermazioni secondo le quali il Governo starebbe portando avanti una lotta di potere nei confronti delle banche, rilevando a tale proposito come il Ministro dell'economia abbia più volte affermato che il sistema bancario nazionale deve rimanere privato e che lo Stato deve svolgere in questo campo solo un'azione di sostegno e di garanzia.
Ritiene inoltre necessario considerare che interventi tanto delicati nel settore finanziario devono essere sviluppati in maniera coordinata a livello europeo ed internazionale, risultando quindi del tutto logico che il Governo richieda il tempo sufficiente per mettere a punto una normativa coerente con tale impostazione.

Giampaolo FOGLIARDI (PD), pur comprendendo alcune delle considerazioni espresse dal Sottosegretario, rileva come l'estrema gravità della situazione economica non consenta di rinviare l'adozione di misure che risultano invece urgentissime, tenuto conto che la maggior parte delle imprese italiane dipende, per la propria sopravvivenza dall'erogazione del credito bancario. Ritiene quindi che ogni ritardo nell'adozione di efficaci interventi di sostegno dell'economia possa risultare fatale, in quanto il tessuto produttivo si trova a far fronte fin d'ora alla riduzione dei finanziamenti da parte delle banche.

Cosimo VENTUCCI, presidente, dichiara concluso l'esame preliminare sul provvedimento. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi alla seduta di domani il seguito dell'esame.

La seduta termina alle 15.05.