CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 31 ottobre 2008
86.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 5 NOVEMBRE 2008

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SEDE CONSULTIVA

Venerdì 31 ottobre 2008. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Giuseppe Vegas.

La seduta comincia alle 9.10.

Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia.
C. 1441-ter-A.

(Parere all'Assemblea).
(Seguito dell'esame emendamenti e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame delle proposte emendative riferite al provvedimento, rinviato nella seduta del 30 ottobre 2008.

Giancarlo GIORGETTI, presidente e relatore, ricorda di aver proposto nella seduta di ieri di ribadire il parere contrario su alcuni emendamenti dei quali è stato chiesto il riesame.

Il sottosegretario Giuseppe VEGAS conferma il parere contrario su tali emendamenti, mentre avverte che non sono ancora disponibili i dati sull'editoria.

Pier Paolo BARETTA (PD) fa presente che sugli emendamenti proposti il proprio gruppo intende esprimersi in senso favorevole. Altrimenti ritiene che si possa rinviare la votazione, dal momento che è ancora in sospeso la questione dell'editoria.

Gioacchino ALFANO (PdL) ritiene opportuno rinviare la votazione.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia l'esame ad una successiva seduta.

La seduta termina alle 9.20.

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SEDE REFERENTE

Venerdì 31 ottobre 2008. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Giuseppe Vegas.

La seduta comincia alle 9.20.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009).
C. 1713 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011.
C. 1714 Governo.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 30 ottobre 2008.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che il relatore ha presentato l'emendamento Tab.A.39 (vedi allegato) che è in distribuzione.
Avverte quindi che l'onorevole Marinello gli ha trasmesso una lettera nella quale solleva forti obiezioni in ordine al giudizio di inammissibilità da lui pronunciato nella seduta del 28 ottobre scorso con riferimento a talune proposte emendative presentato dall'onorevole Marinello. Con l'occasione, precisa che le valutazioni di ammissibilità non possono certo essere attribuite agli uffici, in quanto rientrano pienamente nella propria responsabilità, in qualità di Presidente della Commissione. Osserva al riguardo che il lavoro di analisi tecnica svolto dagli uffici riveste carattere istruttorio e si è sempre dimostrato della massima utilità in quanto condotto con imparzialità e scrupolo.
Quanto agli emendamenti richiamati dall'onorevole Marinello, conferma su tutti il giudizio di inammissibilità, fatta eccezione per l'emendamento Tab.C.33, in quanto l'autorizzazione di spesa di cui alla Tabella C che l'emendamento stesso prevede di utilizzare per finalità di copertura concerne contributi da erogare ad enti ed associazioni la cui individuazione, così come l'importo da corrispondere a ciascuno di essi, non sono disposti direttamente dalla legislazione vigente.
Avverte inoltre che ad una più accurata valutazione deve ritenersi inammissibile anche l'emendamento 2.49 Brugger ed altri, analogamente ad altri emendamenti già dichiarati inammissibili, in quanto non direttamente riconducibile alle fattispecie cui ha fatto riferimento nella seduta del 28 ottobre scorso, per quanto concerne la tipologia di disposizioni di carattere fiscale che ai sensi dell'articolo 11 della legge n. 468 del 1978 possono ritenersi comprese nel contenuto proprio della legge finanziaria, trattandosi di includere nel reddito dominicale dei terreni agricoli la rendita attribuibile ai fabbricati rurali.
Segnala infine che il deputato Bobba ha ritirato il suo articolo aggiuntivo 2.046.
Invita infine il relatore ad esprimere il parere sugli emendamenti.

Gaspare GIUDICE (PdL), relatore per il disegno di legge finanziaria, fa presente di aver esaminato con attenzione tutti gli emendamenti presentati e dichiarati ammissibili e di aver avuto un confronto preliminare con il Governo per verificare le possibilità di modifiche e integrazioni dei contenuti del disegno di legge. Anche in esito a tale confronto, ritiene che si debba prendere atto che, in una situazione di crisi molto difficile, le possibilità di accogliere emendamenti sono estremamente limitate o pressoché nulle. Alcuni temi peraltro meritano un particolare interesse. Richiama in particolare il patto di stabilità interno, gli ammortizzatori sociali, l'editoria. Chiede pertanto al rappresentante del Governo se su questi temi vi sia la possibilità di definire alcuni interventi.

Chiara MORONI (PdL), relatore per il disegno di legge di bilancio, ritiene che le considerazioni svolte dal collega Giudice siano valide anche con riferimento agli

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emendamenti riferiti al disegno di legge di bilancio. Osserva peraltro che tra le questioni di particolare interesse che potrebbero essere affrontate nell'ambito dell'esame dei due provvedimenti bisogna considerare anche il finanziamento per i servizi segreti e i contributi alle scuole paritarie e ai collegi universitari.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, riprendendo gli interventi dei relatori, ribadisce che da un confronto preliminare con il Governo, gli emendamenti che possono essere accolti si riducono ad un numero estremamente limitato. Osserva tuttavia che vi sono problemi aperti, sui quali sollecita una riflessione da parte del rappresentante del Governo.

Il sottosegretario Giuseppe VEGAS ringrazia preliminarmente i relatori per il lavoro svolto in condizioni difficili. Osserva poi che per il Governo risulta essenziale non modificare i saldi. Pur non escludendo la possibilità di apportare modifiche ed integrazioni che risultino riconducibili per il loro contenuto alla configurazione assunta questo anno dal disegno di legge finanziaria, rileva che allo stato le proposte emendative presentate non risultano accoglibili per ragioni di carattere finanziario. Rileva infatti che le modalità di copertura principali utilizzate nelle proposte emendative sono quelle a valere sulle risorse del fondo degli interventi strutturali di politica economica, ovvero delle dotazioni della Tabella C o ancora attraverso l'aumento dell'aliquota sui tabacchi e sugli alcolici. In proposito, constata che le tre modalità di copertura risultano tutte, per diversi motivi, impraticabili. Infatti, le risorse del fondo per gli interventi strutturali di politica economica risultano già destinate a specifiche finalità, una riduzione delle dotazioni della Tabella C non consentirebbe l'operatività degli enti che si finanziano a valere sulle risorse di tale tabella mentre le aliquote sugli alcolici e tabacchi sono già, soprattutto per i tabacchi, molto alte e un ulteriore aumento è impraticabile perché avrebbe conseguenze sui consumi. Rileva che è ancora possibile una revisione del patto di stabilità interno rispetto alla quale sono ancora in corso colloqui con l'ANCI. In proposito, ritiene che si potrebbe modificare il periodo temporale da assumere come base per calcolare il saldo del patto di stabilità, dall'anno precedente a quello del triennio o del quinquennio precedente. Segnala inoltre che l'ANCI richiede di modificare anche la disposizione del comma 8 dell'articolo 77-bis che prevede l'esclusione dal patto di stabilità interno delle risorse derivanti da cessioni di azioni e partecipazioni se destinati ad investimenti infrastrutturali e alla riduzione del debito. Altro punto da affrontare è quello dell'uso dei derivati da parte degli enti locali. Segnala che comunque anche ogni modifica al patto di stabilità interno sarà comunque fatta lasciando invariati gli obiettivo di saldo fissati per tali settori dal decreto-legge n. 112.

Gioacchino ALFANO (PdL) segnala che negli anni passati la disciplina del patto non si è applicata ai comuni che nell'anno di riferimento erano gestiti da commissari. Ritiene che, pur trattandosi di una norma condivisibile, bisogna vedere come è stata gestita la spesa nei singoli comuni commissariati. Suggerisce che, per tener conto di tale aspetto, si dovrebbe prevedere un limite di spesa, in modo da verificare se effettivamente i singoli commissari si sono limitati alla gestione ordinaria riducendo la spesa o, invece, come è accaduto in alcuni casi, hanno speso più di quanto avrebbero fatto i sindaci. Per questo invita il Governo a valutare l'opportunità, se si intende mantenere la deroga, di porre un limite che permetta di tener conto delle differenze tra le situazioni dei singoli comuni interessati.

Renato CAMBURSANO (IdV) nel prendere atto delle dichiarazioni dei relatori, che correttamente piuttosto che dare parere favorevole su pochissime proposte emendative di importanza assai marginale hanno preferito esprimere un parere contrario complessivo, esprime perplessità sulle dichiarazioni del rappresentante del

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Governo che ha indicato che la situazione della finanza pubblica non consentono di modificare significativamente il disegno di legge finanziaria, quando invece sui giornali si leggono notizie di ulteriori interventi che richiedono invece notevoli risorse. Dichiara quindi di non comprendere quale sia il senso della seduta odierna, che si riduce ad un rito privo di sostanza, rilevando che la presenza consistente delle opposizioni e l'assenza della maggioranza fa sorgere la tentazione di abbandonare l'atteggiamento costruttivo adottato e chiedere di passare alla votazione degli emendamenti, facendo approvare quelli dell'opposizione. Chiede tuttavia se vi saranno singole proposte emendative sulle quali si possa registrare un'apertura da parte della maggioranza e che siano riconducibili alle priorità già indicate nelle precedenti sedute, come le politiche per la casa e il sostegno delle piccole e medie imprese. Con riferimento a questo ultimo aspetto, richiama l'esigenza di affrontare la crisi dei confidi e la possibilità di utilizzare un fondo per le piccole e medie imprese presso la Cassa depositi e prestiti di cui giudica con interesse le prospettive di riassetto.

Massimo VANNUCCI (PD), nel lamentare l'assenza dei membri della maggioranza ritiene assai grave che la Commissione non sia in grado di affrontare l'esame degli emendamenti. Critica in particolare la volontà di riservare al Governo l'assunzione di ogni decisione, mentre i provvedimenti all'esame del Parlamento non possono essere oggetto di modifiche e miglioramenti. Evidenzia che i gruppi di opposizione hanno assunto un atteggiamento costruttivo, segnalando che, per quanto sia stato il centro-sinistra ad assicurare il risanamento finanziario, anche in merito alla determinazione dei saldi, la minoranza ha dimostrato la propria disponibilità ad una interpretazione flessibile delle regole comunitarie. Ritiene dunque necessario un chiarimento sulle modalità con cui la Commissione intende lavorare. In particolare ritiene che devono essere affrontate tre questioni fondamentali; la detassazione di redditi di lavoro dipendente e pensioni, a partire dalle tredicesime, il finanziamento degli ammortizzatori sociali, gli interventi per favorire l'accesso al credito di piccole e medie imprese, con particolare riferimento ai confidi. Ritiene inoltre che anche emendamenti di limitato impatto che possono essere accolti debbano essere esaminati. Sollecita dunque una decisione del Presidente in merito alle modalità di prosecuzione dei lavori della Commissione.

Pier Paolo BARETTA (PD) ringrazia i relatori per l'onestà intellettuale con cui hanno chiarito la situazione. Ritiene necessario trovare una soluzione: se la maggioranza ed il Governo non intendono affrontare una discussione seria, risulta preferibile considerare consensualmente esaurita la procedura di esame in commissione dei disegni di legge finanziaria e di bilancio. Ritiene il dibattito in corso una mera finzione, anche in vista di future iniziative del Governo che avranno necessariamente impatto sui saldi. Sottolinea infine l'insostenibilità della situazione anche in considerazione di avvenimenti esterni.

Bruno TABACCI (UdC) rileva che nelle condizioni date è preferibile chiudere rapidamente l'esame in quanto il comportamento del Governo ha svuotato le procedure parlamentari. Osserva che si tratta di una tendenza che ha caratterizzato i primi mesi della legislatura, tendenza alimentata dal circuito decreto-legge voto di fiducia. In tal modo, il presidente del Consiglio, potrà sostenere la necessità, dopo l'approvazione del manifesto del federalismo fiscale, di una riforma presidenzialista e della riduzione del numero dei parlamentari. Rileva tuttavia che nel frattempo la situazione economica del Paese andrà peggiorando, anche a causa della politica economica del ministro Tremonti. Osserva infatti che, nonostante le dichiarazioni da parte del Governo sul carattere salvifico per l'economia nazionale da attribuire alla decisione di anticipare la manovra finanziaria a luglio con il decreto-legge n. 112,

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molte misure contenute in quel provvedimento risultano in realtà superate dagli eventi successivi. Infatti, la Robin hood tax a carico dei petrolieri non potrà produrre i risultati sperati, a causa del forte calo del prezzo del petrolio degli ultimi mesi. Insieme ritiene che il Governo dovrebbe affrontare la crisi del sistema bancario internazionale con maggiore trasparenza in Parlamento e non tentando solo un accordo di potere con le banche. In proposito rileva che si sta profilando un'intesa tra Tremonti e il presidente di Mediobanca che, in un momento di forte difficoltà, era stato salvato dalla fusione tra Capitalia ed Unicredit ed ora invece viene valorizzato quasi come un «supervisore» del sistema bancario e quindi anche di quella Unicredit che in realtà si trova in una situazione di sofferenza anche per i titoli di Lehman Brothers ereditati da Capitalia. Sulla materia rileva che un modo politicamente intelligente di procedere sarebbe quello di istituire una commissione parlamentare composta pariteticamente da maggioranza ed opposizione per controllare l'acquisizione delle partecipazioni nelle banche da parte dello Stato.
Di fronte invece all'assenza di ogni rispetto per il Parlamento confermata anche dalla quasi totale assenza dei colleghi della maggioranza, ritiene che sarebbe stato meglio non convocare la Commissione. Infatti, nel richiamare la sua precedente esperienza di presidente della Commissione quando condivideva con il presidente Giorgetti la necessità di tutelare il ruolo di Parlamento e Commissioni, invita il presidente a uno scatto di orgoglio, opponendosi ad un atteggiamento che umilia il Parlamento. Ritiene che in ciò potrebbero essere assunti come esempio gli Stati Uniti dove il presidente Bush ha contattato personalmente i membri del Congresso per far approvare il piano Paulson, che peraltro il Congresso ha profondamente modificato. Il confronto dimostra, a suo giudizio, che il presidenzialismo in Italia condurrebbe non ad un assetto di tipo statunitense ma di tipo sudamericano, come già si può ricavare, d'altra parte, dall'esperienza dell'elezione diretta dei presidenti di giunta regionale.

Lino DUILIO (PD) rileva l'esistenza di una sproporzione tra la consapevolezza soggettiva dell'inutilità della discussione e la ritualità della procedura in corso di svolgimento. Critica l'assenza della maggioranza, che si è così assunta la responsabilità di rendere priva di significato la riunione della Commissione, anche in considerazione della comunicazione da parte dei relatori sulla reiezione degli emendamenti. Osserva che anche il rappresentante del Governo appare a disagio di fronte all'incapacità di proseguire nei lavori. Rileva che le proposte della maggioranza parlamentare sembrano porsi in contrasto con la linea assunta del Governo, con riferimento, ad esempio, alla richiesta di reintegro dei fondi dell'otto per mille, tagliati drasticamente dalla manovra di luglio, e del riconoscimento di un diritto soggettivo per l'accesso ai contributi all'editoria. Ricorda che in occasione della discussione sulla decurtazione delle risorse destinate alla scuola, aveva chiesto se i tagli preludessero all'introduzione del maestro unico, ricevendo dal Governo una risposta di circostanza. Ribadisce l'inutilità del dibattito in corso ed invita ad evitare cerimonie ipocrite e dannose per le istituzioni, sottolineando l'incapacità della Commissione bilancio di svolgere un qualsiasi ruolo.
Rileva che oramai sono gli organi di stampa ad informare i parlamentari sulle possibili future iniziative del Governo, quali lo stanziamento di 16 miliardi per la realizzazione di infrastrutture o l'introduzione di un bonus per i nuovi nati. Chiede altresì se le misure che il Governo adotterà comporteranno una modifica dei saldi di finanza pubblica. Sottolinea il ruolo fondamentale delle istituzioni, che, come dice un bel libro, pensano e muoiono, auspicando che le riforme costituzionali non si incamminino nella direzione indicata dal collega Tabacci, anche alla luce del sussulto di dignità dimostrato recentemente dal Parlamento in occasione della

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discussione sulla legge elettorale per le europee. Rileva altresì che la Commissione bilancio corre il rischio di divenire un piccolo ufficio di contabilità di una piccola azienda, limitandosi a valutazioni ragioneristiche su misure di carattere marginale.
Sottolinea che, nel corso dell'esame in sede referente dei documenti di bilancio, gli emendamenti dovrebbero essere esaminati nel merito, motivando le ragioni della reiezione. Fa presente che alcuni emendamenti presentati dall'opposizione potrebbero in futuro essere fatti propri dal Governo eventualmente anche con decreti-legge e ricorda il grave errore commesso sull'ICI.
Chiede che si apra un dibattito su una possibile modifica dei saldi di finanza pubblica per sostenere la domanda interna, anche alla luce dell'orientamento dell'Unione europea volto ad allentare i vincoli del rapporto deficit/PIL; sottolinea che la discussione dei documenti di bilancio in Commissione è la sede per affrontare la questione così come quella, ugualmente rilevante, degli enti locali. Rileva che la strada intrapresa dal Governo si basa su una politica di tagli lineari indifferenziati agli stanziamenti di bilancio, che erano stati oggetto di aspre critiche quando erano stati adottati dal governo precedente. Osserva altresì che il Governo ha mantenuto gli accordi assunti in sede europea dal precedente Governo per garantire la stabilità dei conti pubblici, anch'essi duramente criticati in precedenza. Ricorda altresì che la spending review, avviata nella XV legislatura, non costituiva un esercizio astratto, ma un percorso concreto verso l'adozione di buone pratiche nella gestione delle risorse pubbliche; osserva che nella pubblica amministrazione esistono sacche di sprechi che dovrebbero essere eliminate ma gli interventi al riguardo dovrebbero essere più seri di quelli dettati dal furore moralistico del ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Sottolinea che la riduzione delle spese dovrebbe essere attuata non ricorrendo a tagli di carattere indifferenziato ma tenendo conto delle esigenze di funzionalità ed efficienza della pubblica amministrazione.
Ribadisce l'esigenza di una discussione seria sulle questioni poste, ricordando che il Governo ha deciso di non toccare le entrate. Ricorda inoltre, senza intenzioni demagogiche, la drammatica situazione in cui versano le famiglie con portatori di handicap, ai cui problemi il furore moralistico del ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione avrebbe dovuto trovare soluzione.
Richiede dunque una risposta seria sui possibili spazi di dibattito nell'esame del disegno di legge finanziaria e dei relativi emendamenti. Propone altrimenti di aggiornarsi direttamente a lunedì pomeriggio per votare direttamente il mandato al relatore, auspicando una maggiore serietà nel dibattito in Assemblea. Chiede infine al presidente di verificare quanto dichiarato da alcuni deputati secondo cui sono stati presentati emendamenti che non erano stati firmati dai presentatori.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, si impegna a svolgere una verifica, dichiarando peraltro di non essere a conoscenza dell'episodio.

Renato CAMBURSANO (IdV), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede al Presidente se intenda procedere all'esame e alla votazione degli emendamenti. Fa presente che, in caso contrario, ritiene inutile continuare a seguire i lavori e, pertanto, preannuncia la propria decisione di abbandonare la seduta.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, osserva che le modalità di prosecuzione dei lavori della Commissione saranno definite dopo che tutti i deputati iscritti a parlare avranno svolto i propri interventi.

Michele VENTURA (PD) ritiene che quanto dichiarato dai relatori sull'indisponibilità ad accogliere emendamenti dimostra la paura del confronto parlamentare e la presunzione del Governo di essere infallibile. Sottolinea che nelle decisioni

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adottate dal Governo con i decreti-legge di inizio legislatura sono stati effettuati gravi errori anche di prospettiva. Osserva che è evidente che si sta perseguendo la volontà di svuotare il ruolo del Parlamento, come dimostrano anche le posizioni del Presidente del Consiglio sulla elezione del Parlamento europeo. Esprime preoccupazione per la grave crisi che colpisce il Paese e per i riflessi che potrà avere anche sull'assetto istituzionale, sottolineando la fragilità della società civile in Italia. Ritiene che per invertire la deriva in atto siano necessari decisioni forti e responsabili degli organi parlamentari, anziché sedute inutili come quella in corso. Osserva che un sintomo significativo della situazione in cui versa il Parlamento è rappresentato dalla reazione di un intero settore della maggioranza di fronte alla minaccia di una multa di dieci euro per le assenze. In conclusione evidenzia che risulta necessario arrestare il processo con il quale gli organi parlamentari sono privati di ogni ruolo e capacità di decisione.

Francesco BOCCIA (PD), nel constatare la gravità della situazione, in quanto oggi vi è stata una oggettiva mancanza di rispetto nei confronti della Commissione e nell'associarsi alle considerazioni dei colleghi Tabacci, Ventura e Duilio, si rivolge al rappresentante del Governo per chiedere ancora una volta alcuni fondamentali chiarimenti. In particolare chiede chiarimenti in ordine al fatto se risultino ancora credibili gli andamenti della finanza pubblica indicati dal Governo. Ciò è vero ad esempio sul debito pubblico e sul servizio del debito. Sul punto rileva che anche le strutture tecniche che risultano asservite alla politica. In proposito, nel richiamare la sua interrogazione in Assemblea sull'esposizione del Tesoro nei confronti delle obbligazioni Lehman Brothers, rileva la necessità di comprendere i criteri per la gestione del debito pubblico nell'attuale fase, annunciando sul punto la presentazione di un'interrogazione a risposta immediata in Commissione. Infatti i meccanismi di copertura non appaiono cambiati nonostante la crisi. In particolare, deve essere compresa la gestione del debito pubblico attraverso il ricorso a strumenti derivati che servono solo a far guadagnare alcune banche. Ma l'aspetto più significativo è sapere come vengono contabilizzati questi rischi nei bilanci del tesoro e delle amministrazioni pubbliche. Segnala in particolare la situazione delle regioni. Più in generale rileva che ultimi avvenimenti dimostrano che troppo frettolosamente l'opposizione ha dato disponibilità a votare i provvedimenti sul settore creditizio, i quali, più che affrontare i rischi nel settore derivanti dalla crisi internazionale, sembrano diretti a far entrare lo Stato nelle banche. Chiede poi chiarimenti sull'utilizzo del fondo aree sottoutilizzate, che ha subito eccessive sottrazioni di risorse da destinare ad altre finalità. Al tempo stesso invita il Governo a considerare la necessità di modificare le dotazioni di bilancio all'interno di alcune specifiche missioni, operazioni che peraltro risulterebbe neutrale per i saldi complessivi. Conclusivamente, rileva la necessità di individuare sedi per affrontare i provvedimenti necessari per lo sviluppo che, invece, sedute come quella odierna risultano inutili ed umilianti per tutti, per i componenti appartenenti ai gruppi della maggioranza, per quelli appartenenti ai gruppi di opposizione e per il presidente della Commissione.

Rolando NANNICINI (PD) osserva che quest'anno, per limitare il contenuto del disegno di legge finanziaria, sono stati adottati un gran numero di provvedimenti, tanto che, come ha osservato perfino il relatore, sarebbe necessario un quadro d'insieme. Questa situazione dimostra che il Governo stesso non ha elaborato una strategia complessiva per affrontare la crisi, con il rischio che alla fine prevalgano le richieste di singoli gruppi di pressione, mentre non saranno realizzati gli interventi di cui l'economia del paese, le famiglie e le imprese hanno bisogno. Segnala che analogo atteggiamento, con effetti altrettanto gravi, è stato adottato dal Governo per quanto riguarda la scuola, dal momento che il Governo ha rinunciato agli

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strumenti che già erano disponibili per riorganizzare il sistema scolastico e ha invece adottato un decreto-legge che ha suscitato una forte e motivata protesta. Osserva che l'adozione di scelte rilevanti per il paese richiede in primo luogo una puntuale informazione. Segnala in proposito che si parla da tempo di federalismo e non si vanno a studiare i dati, pur disponibili, sul finanziamento degli enti locali. Al riguardo segnala che i comuni che hanno subito le maggiori decurtazioni sono i comuni di dimensioni intermedie, con popolazione compresa tra 15.000 e 30.000 abitanti. In definitiva ritiene che una questione come il federalismo dovrebbe essere affrontata in un'ottica unitaria, con una conoscenza solida dei dati relativi alla finanza regionale e locale, piuttosto che in un modo approssimativo e propagandistico, come sta facendo il Governo.

Simonetta RUBINATO (PD) nel richiamare l'intervento dell'onorevole Tabacci ricorda che se nella XV Legislatura si sosteneva che era la maggioranza risicata al Senato a giustificare la predominanza del Governo nel lavoro legislativo, ora che la maggioranza risulta ampia la situazione non è cambiata e si continua ad ignorare il corretto rapporto tra Parlamento e Governo. Rileva che la seduta odierna lo conferma e si sta consumando un momento triste in cui si fa violenza dell'articolo 70 della Costituzione che attribuisce la funzione legislativa collettivamente alle due Camere. In particolare il Parlamento deve essere luogo della trasparenza. In secondo luogo, rileva che il disegno di legge finanziaria e di bilancio non solo non affronta le questioni importanti per lo sviluppo del paese ma compromette la gestione ordinaria dei bilanci pubblici. In proposito richiama il taglio di 113 milioni di euro per scuole dell'infanzia private parificate che sono frequentate da un terzo dei bambini italiani in età da tre a sei anni e nella sua regione, il Veneto, dal settanta per cento. Ricorda poi il finanziamento del sistema metropolitano di superficie della regione Veneto approvato nella scorsa legge finanziaria su sollecitazione del Presidente Galan rivolta ai parlamentari veneti di maggioranza e di opposizione ed ora peraltro azzerato dal disegno di legge finanziaria in esame. Ora di fronte al problema delle scuole, il Presidente Galan, comprendendo che il Parlamento non conta, si è rivolto direttamente con una lettera a Tremonti. Richiama poi le difficoltà del patto di stabilità interno che impedisce anche a comuni con disponibilità di cassa di pagare opere pubbliche realizzate. Si sofferma infine sulle aziende agricole nei confronti delle quali c'è esigenza di rifinanziare il fondo contro le calamità naturali.

Maino MARCHI (PD) ricorda di aver già segnalato il rischio di una discussione che non affrontasse i problemi veri dell'economia italiana e che si disperdesse tra un gran numero di provvedimenti. Sollecita quindi il Governo a fornire qualche risposta sulle questioni sollecitate. Osserva altresì che alcune disposizioni del disegno di legge non hanno rilevanza finanziaria, ma sono dettate da ragioni politiche. Segnala in particolare il comma 35 dell'articolo 2, che vuole regolare i rapporti con le organizzazioni sindacali per quanto concerne il pubblico impiego. Rileva inoltre che non è ammissibile che quando su una questione il Parlamento assume decisioni anche in modo autonomo rispetto alle indicazioni fornite dal Governo, tali decisioni successivamente siano di nuovo poste in discussione, cancellate in fase di esame in Assemblea, se si tratta di decisioni delle Commissioni, ovvero disattese in fase di applicazione. Si riferisce in particolare alla disciplina del patto di stabilità interno e al trattamento dei proventi derivanti dalla vendita di società di proprietà degli enti locali. Osserva che di tale disposizione il Ministero dell'economia ha dato un'interpretazione che è opposta rispetto all'intenzione del legislatore. Segnala altresì che un rallentamento agli investimenti e alla crescita deriva anche dall'impossibilità degli enti locali, per effetto delle regole stabilite nell'ambito del patto di stabilità interno, di effettuare i pagamenti dovuti alle imprese che sono

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state incaricate dell'effettuazione dei lavori. Osserva in conclusione che la Commissione bilancio si trova quest'anno nell'impossibilità di affrontare le questioni concernenti gli enti locali, dal momento che tali questioni sono ritenute estranee rispetto al contenuto proprio della legge finanziaria e, al tempo stesso, le disposizioni introdotte nel decreto-legge attualmente all'esame del Senato, proprio in relazione ai termini di conversione di tale provvedimento, dovranno essere approvati nel testo che sarà trasmesso dall'altro ramo del Parlamento.

Il sottosegretario Giuseppe VEGAS con riferimento al patto di stabilità interno rileva che si tratta di scegliere fra approvare le modifiche unicamente in via parlamentare oppure concordandole con le associazioni rappresentative degli enti interessati. In risposta al deputato Marchi ritiene poi difficile affidare l'interpretazione del comma 8 dell'articolo 77-bis ad una circolare interpretativa. In via più generale, comunica poi che il Consiglio dei Ministri odierno non ha approvato ulteriori decreti-legge in materia creditizia. Con riferimento ai saldi della finanza pubblica conferma che la disponibilità a superare il limite del tre per cento da parte delle autorità comunitarie non significa che si possano approvare misure consistenti di spesa quando probabilmente il superamento avverrà già a causa del peggioramento delle condizioni dell'economia. Ribadisce quindi che i saldi di finanza pubblica stabiliti per il 2009 non possono a giudizio del Governo essere modificati.

Gaspare GIUDICE (PdL), relatore per il disegno di legge finanziaria, ricorda che anche nella precedente legislatura i gruppi di opposizione esprimevano dichiarazioni di forte disagio, pressoché identiche a quelle che si sono sentite nella seduta odierna. Sottolinea altresì i vincoli finanziari ai quali il paese è soggetto a causa dell'entità del debito pubblico. Rileva in proposito che da un esame attento di tutti gli emendamenti presentati, risulta che gran parte di essi determinano oneri e prospettano coperture finanziarie non sostenibili. Ritiene tuttavia che alcuni temi debbano essere affrontati. Richiama in particolare il patto di stabilità interno, le scuole paritarie, gli ammortizzatori sociali, il finanziamento dei servizi segreti e dell'editoria. Per questo invita il Governo ad assumere, alla ripresa dei lavori, una chiara posizione su questi temi evidenziando che si tratta di questioni che rispondono a esigenze rispetto alle quali il paese attende risposte, che il Governo e il Parlamento hanno il dovere di fornire.

Chiara MORONI (PdL), relatore per il disegno di legge di bilancio, condivide il disagio espresso in molti interventi di gruppi di minoranza, osservando che tale disagio, che si registra nelle ultime legislature con maggioranze politiche di diverso colore, ha per oggetto il ruolo del Parlamento rispetto alla decisione sull'allocazione delle risorse finanziarie. Ritiene in proposito che tale ruolo debba essere definito in termini nuovi, che tengano conto dell'esigenza del Governo di avere una più forte capacità di decisione e che rafforzino, per quanto concerne il Parlamento, le funzioni di indirizzo e controllo, mentre non ritiene condivisibile una rivendicazione del potere di spesa ampiamente esercitato in passato. Osserva che molte delle difficoltà che attualmente si avvertono e che sono state evidenziate negli interventi della seduta odierna derivano dal fatto che è in atto una transizione verso questa diversa definizione dei ruoli del Parlamento e dell'esecutivo. Più in generale ritiene che le considerazioni svolte nella seduta, in particolare nell'intervento del collega Tabacci, richiedano una riflessione complessiva sulle modalità di selezione della classe dirigente e sul numero stesso dei parlamentari. In ogni caso non sono questioni che possono essere affrontate in modo strumentale e demagogico o essere utilizzate semplicemente per giustificare il richiamo alla piazza in opposizione alle istituzioni della rappresentanza. Osserva che a suo avviso, se saranno adottate misure per affrontare

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la crisi, tali misure dovranno essere discusse e definite nella sessione di bilancio. Altrimenti vi è il rischio che interventi dispersi tra un gran numero di provvedimenti sfuggano al controllo non soltanto del Parlamento ma anche del Governo. Ribadisce la disponibilità dei relatori a prendere in considerazione alcune questioni particolarmente rilevanti e urgenti, evidenziando in particolare l'esigenza di definire la disciplina del patto di stabilità interno e assumendo come riferimento una base quinquennale. Sottolinea altresì la rilevanza del tema delle scuole paritarie, osservando peraltro che decisioni volte a sostenere tali scuole non possono poi essere utilizzate strumentalmente per accusare il Governo di sottrarre risorse alla scuola pubblica. Ritiene altresì che il riconoscimento per legge della specificità delle forze armate richieda lo stanziamento di apposite risorse finanziarie. Osserva infine che, se si intendono assumere misure per fronteggiare la crisi, occorre adottare interventi capaci di mostrarsi efficaci anche nel medio e nel lungo periodo, piuttosto che scegliere risposte, anche molto popolari ma di corto respiro.

Pier Paolo BARETTA (PD), in risposta alle osservazioni del collega Giudice, rileva preliminarmente che rispetto agli anni passati la differenza è data dal fatto che il Governo questa volta ha dichiarato di aver introdotto significative novità nelle procedure di bilancio, tali da risolvere le difficoltà evidenziate in passato. Osserva poi che l'obiettivo delle forze dell'opposizione non è quello di sforare i saldi programmatici, ma di calibrarli rispetto alla mutata situazione. Ritiene quindi un errore da parte del Governo non porre la Commissione in condizione di conoscere il quadro complessivo degli interventi di sostegno all'economia che si intendono porre in essere. Conseguentemente, nell'osservare che certamente non si può non tenere conto della disponibilità manifestata dai relatori ad approfondire alcuni temi, come quello del patto di stabilità interno, delle scuole private paritetiche e degli ammortizzatori sociali, a cui a suo giudizio andrebbe aggiunto il tema della necessità di modificare alcune dotazioni di bilancio all'interno di specifiche missioni, indicato dal collega Boccia, ritiene che questa disponibilità contrasta con l'atteggiamento del Governo che allo stato risulta di netta chiusura. Ricordando che l'attenzione delle parti sociali ed economiche sui lavori della Commissione sta aumentando, ritiene che la stessa non possa esimersi dal lavorare seriamente. Ad esempio, ricorda che sul tema degli ammortizzatori sociali non è possibile attendere l'esito delle trattative tra le parti sociali come invece è intenzione del Governo fare, sulla base delle dichiarazioni alla Commissione del Ministro Sacconi per quel che riguarda la detassazione degli straordinari. Conclusivamente, rileva quindi che occorre verificare la credibilità politica delle proposte dei relatori, credibilità che invece allo stato deriva solo dalla loro personale onorabilità.

Bruno TABACCI (UdC) nel rivendicare la coerenza delle proprie posizioni rispetto al passato, evidenzia che la differenza tra un Parlamento di eletti e uno di nominati sta nel fatto che nel secondo caso il Governo ritiene di avere la fiducia direttamente dal Paese e pertanto reputa di non dover confrontarsi sulle decisioni che assume con le forze politiche presenti in Parlamento. Rileva, rispetto a quanto affermato dalla collega Moroni, che le istituzioni non stanno affrontando una fase di transizione, ma sono oggetto di una vera e propria deriva. Osserva che anche su questo provvedimento il Governo si avvia a porre la questione di fiducia e non vi sono spazi per alcun lavoro parlamentare, neppure sui temi evidenziati dai relatori. Ribadisce che il Presidente del Consiglio e il ministro dell'economia, che pretendono di essere infallibili, sono gli stessi che in passato hanno adottato decisioni che hanno avuto effetti devastanti per il paese. Richiama in particolare l'utilizzo da parte dei comuni dei derivati autorizzato con la legge finanziaria per il 2002, che ha creato una situazione di grave difficoltà nella

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quale adesso si trovano comuni come quelli di Milano e Torino.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, ritiene che il rappresentante del Governo con le sue dichiarazioni abbia al momento escluso la possibilità di una modifica degli obiettivi programmatici di finanza pubblica. Osserva che conseguentemente l'approfondimento da compiere in primo luogo tra i relatori e il Governo sarà quello di individuare la possibilità di formulare proposte emendative sulle problematiche evidenziate nella seduta odierna. Se tale tentativo avrà buon esito gli emendamenti potranno essere presentati nella seduta di lunedì. Se, al contrario, il tentativo si rivelerà infruttuoso risulterà evidente che la volontà del Governo è quella di non introdurre nessuna modifica al disegno di legge finanziaria nel corso dell'esame da parte della Commissione.

Pier Paolo BARETTA (PD) osserva che, nel caso in cui il Governo ribadisca la propria volontà di non modificare il disegno di legge, bisognerebbe comunque prendere in considerazione anche la possibilità per la Commissione di procedere in modo autonomo, svolgendo una funzione di stimolo per il Governo stesso.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame alla seduta che sarà convocata per lunedì 3 novembre alle ore 14.30.

La seduta termina alle 12.15.