CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 8 ottobre 2008
71.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 8 ottobre 2008.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.05.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 8 ottobre 2008. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI, indi del vicepresidente Ettore PIROVANO, indi del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI. - Intervengono il ministro della difesa, Ignazio La Russa e il sottosegretario di Stato per la difesa, Guido Crosetto.

La seduta comincia alle 15.20.

Legge finanziaria per l'anno 2009.
C. 1713 Governo.

Bilancio dello Stato per l'anno 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011.
C. 1714 Governo.

Tabella n. 11: Stato di previsione del Ministero della difesa.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio)

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

Edmondo CIRIELLI, presidente, avverte che giovedì 2 ottobre sono stati assegnati il disegno di legge C. 1713 (Legge finanziaria 2009) ed il disegno di legge C. 1714 (Bilancio dello Stato per il 2009 e Bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011). Pertanto, secondo quanto previsto dall'articolo 119, comma 6, del Regolamento, la Commissione dovrà sospendere ogni attività legislativa, fatte salve le attività dovute, finché non avrà espresso il parere di competenza sui predetti disegni di legge.
Infine da conto delle modalità di esame e dei criteri di emendabilità dei documenti di bilancio, ricordando che, come stabilito nell'odierna riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, il termine per la presentazione degli emendamenti, ordini del giorno e delle proposte di relazione, è fissato per lunedì 13 ottobre, alle ore 12.

Roberto SPECIALE (PdL), relatore, osserva che la manovra finanziaria per il triennio 2009-2011, pur essendo incentrata

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sui due tradizionali strumenti legislativi, il disegno di bilancio a legislazione vigente e il disegno di legge finanziaria, ha visto anticipati parte dei suoi effetti dalle disposizioni previste dal decreto-legge n. 112 del 2008, che ha definito lo scenario finanziario per il prossimo triennio, prevedendo un sostanziale pareggio di bilancio a partire dall'anno 2011.
Sulla base delle citate disposizioni, che prevedono sensibili riduzioni di spesa a partire dall'anno 2009, sono stati quindi predisposti gli stati di previsione della spesa dei diversi dicasteri, ivi compreso quello della difesa (tabella 11).
Per effetto dell'applicazione di tali disposizioni, e più in generale della legislazione vigente, lo stato di previsione della spesa del Ministero della difesa evidenzia un progressivo decremento degli stanziamenti di bilancio per il nuovo triennio che passano da circa 20,3 miliardi di euro per il 2009 a circa 18,9 miliardi di euro per il 2011.
Come è noto, tali risorse sono distribuite all'interno dello stato di previsione per funzioni (difesa, sicurezza pubblica, esterne e pensioni provvisorie) e, all'interno di ciascuna funzione, per macrosettori di spesa (Personale, Investimento e Esercizio).
Incentrando l'analisi sulle funzioni difesa e sicurezza pubblica, che più direttamente attengono allo svolgimento delle attività istituzionali del Ministero della difesa, lo stato di previsione del dicastero registra significative riduzioni degli stanziamenti relativi a ciascun macrosettore di spesa, con la sola eccezione delle spese per il personale, il cui andamento in controtendenza rispetto agli altri settori, viene spiegato dalla nota preliminare alla tabella 11, oltre che con gli effetti del rinnovo contrattuale 2006-2007 per il personale contrattualizzato, con l'adeguamento ISTAT del trattamento economico del personale «dirigente», con la vacanza contrattuale 2008-2009 e con gli effetti dell'aggiornamento di determinate indennità.
Ricordo che la funzione difesa riguarda l'assolvimento dei compiti militari specifici di Esercito, Marina ed Aeronautica, nonché della componente interforze e della struttura amministrativa e tecnico industriale del Ministero. Con riferimento ad essa sono stanziati, nell'anno 2009, per l'Esercizio 1.887,9 milioni di euro, con un decremento del 29,11 per cento rispetto al 2008, e per l'investimento 2.885,3 milioni di euro, con un decremento del 20,62 per cento, rispetto al 2008.
In definitiva le previsioni complessive di spesa per la funzione Difesa ammontano per l'anno 2009 a 14.339,5 milioni di euro, con un decremento del 7 per cento rispetto al 2008. Per quanto attiene al PIL, il rapporto percentuale scende allo 0,87 per cento con un modesto decremento rispetto al 2008, quando era pari allo 0,966 per cento, e con un differenziale dello 0,55 per cento rispetto alla media dell'1,42 per cento che caratterizza i Paesi Europei.
Ricorda, altresì, che la funzione sicurezza pubblica comprende gli stanziamenti destinati all'Arma dei Carabinieri per l'assolvimento dei propri compiti istituzionali. Riguardo ad essa risultano stanziati, nell'anno 2009, per l'esercizio 269,9 milioni di euro, con un decremento pari al 28,3 per cento rispetto al 2008, e per l'investimento 6,1 milioni di euro, con una riduzione superiore al 35 per cento rispetto al 2008.
A fronte di tali risorse, il dicastero della difesa persegue le seguenti priorità politiche:
il funzionamento dello strumento militare, ispirato al rispetto degli standard di addestramento ed interoperabilità delle forze e dei mezzi con i paesi alleati, oltre all'espletamento delle missioni istituzionali sul territorio nazionale;
l'ammodernamento dello strumento militare;
la razionalizzazione del modello organizzativo, al fine di continuare il processo di riorganizzazione delle strutture e dei comandi della Difesa per renderli compatibili con le risorse disponibili;
il miglioramento della Governance, al fine di accrescere le capacità di direzione, di valutazione delle performance, di controllo della spesa.

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Come sottolineato nella nota preliminare, le previste riduzioni di spesa determinano notevoli criticità con riguardo in tutti i macrosettori di spesa relativi alle funzioni difesa e sicurezza.
Nel settore del personale incidono notevolmente i vincoli posti dal decreto-legge n 112 del 2008 che stabilisce la riduzione del 7 per cento per l'anno 2009 e del 40 per cento a decorrere dall'anno 2010 delle risorse a suo tempo destinate alla professionalizzazione del personale delle Forze Armate, con una decurtazione reale media rispetto al livello precedente pari a circa 270 milioni di euro su base annua. La nota preliminare ritiene che tale riduzione comporti una modifica sostanziale dei parametri del «Modello professionale» approvato a suo tempo dal Parlamento. Infatti, a fronte di un previsto modello a 190.000 unità di personale delle tre Forze armate e di una consistenza complessiva nel 2008 di circa 182.000 unità, si arriverà nel 2012 a una consistenza complessiva di appena 141.000 unità, con un'età media di oltre 30 anni. Tutto ciò comporta, fin da subito, sempre secondo la nota preliminare, pericolosi effetti degenerativi, sia sul piano organizzativo-sociale che sulla stessa capacità della Nazione di onorare gli impegni internazionali assunti, ivi compresa la sostenibilità delle missioni militari fuori dal territorio nazionale con chiusura di più teatri operativi.
Per quanto riguarda il settore dell'esercizio, i relativi volumi finanziari, secondo la nota preliminare, risultano assolutamente insufficienti per assicurare, sia pure al minimo livello di adeguatezza, le attività di addestramento e formazione, le attività di manutenzione e le scorte di materiali necessarie per far fronte agli impegni nazionali oltre a quelli della NATO dell'UE e dell'ONU. In particolare, le proiezioni su base triennale 2009-2011, evidenziano il rischio di un progressivo decadimento operativo dello strumento militare con una riduzione prossima all'azzeramento delle esercitazioni, evidenziandosi una perdita di operatività che addirittura raggiungerebbe livelli prossimi allo zero nel 2012.
Nel settore dell'investimento le risorse sono strettamente sufficienti ad onorare gli impegni finanziari derivanti dai programmi a sviluppo pluriennale già operanti, ed evidenziano, in chiave prospettica, per gli anni successivi al 2009, un forte rallentamento dell'adeguamento tecnologico della Difesa, peraltro legato in moltissimi settori a sistemi giunti al limite della vita tecnica, prospettandosi così il rischio concreto di dover rinviare e/o ridurre programmi ed imprese importanti per lo strumento operativo.
Secondo la nota preliminare, quindi, per mantenere un livello di capacità che consenta di fare fronte alle esigenze connesse sia con gli attuali impegni operativi nei Teatri sia con i minimi livelli di operatività essenziali richiesti alle Forze Armate, sono necessari, già a partire dal 2009, ma ancor più nei due anni successivi, integrazioni di bilancio nei settori del Personale, dell'Esercizio e dell'Investimento.
In particolare, nel periodo 2009-2013, sarebbero necessarie risorse integrative pari a circa 15,9 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi di euro per il 2009, 3,1 miliardi di euro per il 2010, 3,4 miliardi di euro per il 2011, 3,7 miliardi di euro per il 2012 e 4,1 miliardi di euro per il 2013, che potrebbero essere individuate attraverso un apposito Piano pluriennale per la Difesa che si sviluppi per tutta la durata della legislatura.
Analoghe considerazioni vengono svolte dalla nota preliminare con riferimento alla funzione sicurezza pubblica per la quale si ritengono indispensabili risorse aggiuntive pari, per l'anno 2009, a 533, 6 milioni di euro.
Per quanto riguarda il disegno di legge finanziaria, ricordo che le misure finanziarie in esso contenute modificano in aumento o in diminuzione, a seconda del carattere delle misure stesse, gli stanziamenti indicati nello stato di previsione della spesa dianzi commentato.
Ciò premesso, con riferimento alle disposizioni di competenza della Commissione

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Difesa, segnala i commi 28 e 32 dell'articolo 2 nonché alcune voci di spesa indicate nelle tabelle C, D ed F.
Il comma 28 dell'articolo 2 prevede che lo stanziamento delle risorse destinate per il biennio 2008-2009 ai miglioramenti stipendiali per il personale statale in regime di diritto pubblico è pari complessivamente a 680 milioni di euro a decorrere dal 2009, con specifica destinazione, rispettivamente, di 586 milioni di euro per il personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia. Tali risorse si aggiungono a quelle già stanziate a decorrere dall'anno 2009 dall'articolo 3, comma 143, della legge finanziaria per l'anno 2008, pari a 116 milioni di euro annui. La relazione illustrativa precisa che, rispetto alle risorse stanziate dalla legge finanziaria 2008 per l'indennità di vacanza contrattuale, la maggiorazione in esame ha lo scopo di riconoscere, a decorrere dal 2009, incrementi retributivi complessivi pari al 3,2 per cento annui; non si prevedono, invece, risorse aggiuntive per il 2008.
Il comma 32 dell'articolo 2 dispone, a decorrere dal 2009, l'obbligo, per le amministrazioni pubbliche, di corrispondere il trattamento economico accessorio dei dipendenti in base a specifici criteri di priorità, quali la qualità, la produttività e la capacità innovativa della prestazione lavorativa.
Infine, per quanto riguarda le tabelle allegate al disegno di legge finanziaria si ricorda che la tabella C si riferisce agli stanziamenti che riguardano leggi a carattere permanente, la cui quantificazione è affidata dalla disciplina contabile alla legge finanziaria; la tabella D, riguarda i rifinanziamenti di leggi di spesa di conto capitale recanti interventi di sostegno dell'economia e, infine, la tabella F, rimodula anno per anno gli stanziamenti di spesa, lasciando invariata la spesa pluriennale complessiva autorizzata per legge.
Gli stanziamenti della tabella C di competenza del Ministero della difesa, si riferiscono alle spese generali di funzionamento delle Forze Armate e dell'Arma dei carabinieri, in applicazione del R.D. 263 del 1928, ai contributi ad enti ed altri organismi, da ripartirsi ai sensi dell'articolo 1, comma 43, della legge n. 549 del 1995; all'Agenzia industrie difesa, di cui all'articolo 22, comma 1, del decreto legislativo n. 300 del 1999, nonché ai contributi a favore dell'Organizzazione idrografica internazionale (IHO) di cui alla legge n. 267 del 2002. Gli stanziamenti complessivi, pari a 75,291 milioni di euro per l'anno 2009 a 69,793 milioni di euro per l'anno 2010 e 67,555 milioni di euro per l'anno 2011, corrispondono a quelli previsti dalla legislazione vigente, in quanto già scontano i tagli recati da recenti provvedimenti di contenimento della spesa.
Gli stanziamenti della tabella D, per la parte di competenza della Difesa, prevedono un incremento di 1.000 milioni di euro per il 2010 e 1.000 milioni di euro per il 2011 a favore del Fondo per la realizzazione di programmi di investimenti pluriennali nel settore dell'industria nazionale ad alto contenuto tecnologico di cui all'articolo 1, comma 896, della legge finanziaria per l'anno 2007. Ricordo che sul citato Fondo è già stanziato per l'anno 2009 un importo che, al netto delle riduzioni di spesa apportate dal decreto-legge n. 112 del 2008, è pari a 1.017 milioni di euro.
Infine, la tabella F, sempre per la parte di competenza del dicastero della difesa, rimodula i finanziamenti di cui all'articolo 2, comma 181, lettere a), b), c), della legge finanziaria 2008, relativi al programma FREMM. Tali rimodulazioni comportano complessivamente un incremento di 235 milioni di euro per l'anno 2009 e di 305 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011, e una conseguente riduzione di 845 milioni di euro per l'anno 2012.
In conclusione, nel manifestare viva preoccupazione per la situazione finanziaria in cui versa il Ministero della difesa, auspica che si possa nel prosieguo dell'iter parlamentare dei documenti di finanza pubblica porre mano agli interventi finanziari indicati nella nota preliminare, che sono adottati soltanto parzialmente con il disegno di legge finanziaria, limitatamente al settore dell'investimento.

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Si tratta di interventi assolutamente necessari per il mantenimento in efficienza dello strumento militare, nonostante la difficile situazione economica, la sfavorevole congiuntura mondiale e le esigenze di riduzione della spesa pubblica che l'Italia deve affrontare e che dovrà necessariamente riguardare anche le Forze Armate.
Non bisogna infatti dimenticare che le Forze Armate svolgono un ruolo fondamentale per la sicurezza del Paese, sicurezza che rappresenta il pre-requisito indispensabile per assicurare lo sviluppo sociale, economico e civile della Nazione.
Ma ciò che in particolare, non va dimenticato è l'operatore principale della sicurezza, cioè gli uomini e le donne in uniforme con le loro esigenze e le loro necessità.
Sottolinea come a nulla valga dotare un soldato o un poliziotto dei mezzi più costosi e sofisticati se questi non è preliminarmente soddisfatto nei suoi bisogni più elementari che afferiscono e determinano il suo benessere e, in definitiva, la sua qualità di vita (retribuzione, casa, equipaggiamento ed armamento individuale, eccetera).
Auspica pertanto che si promuova e si inauguri una nuova stagione di attenzione ai problemi della Difesa, che oltre alla sua operatività - necessaria per consentire all'Italia di poter continuare a contare nel consesso internazionale - ponga al centro soprattutto il personale che vi opera, per poterne risolvere quanto prima i drammatici problemi che oggi lo affliggono.
In questo contesto, formula l'auspicio che si predisponga, finalmente, e si vari immediatamente una legge quadro per il personale delle Forze armate e delle Forze di polizia che ne definisca e ne sancisca, una volta per tutte, la specificità rispetto agli altri addetti al pubblico impiego e, ovviamente anche il particolare e corrispondente riconoscimento in materia di reclutamento, stato giuridico, avanzamento e trattamento economico di servizio e in quiescenza.

Il ministro Ignazio LA RUSSA ringrazia preliminarmente il relatore per la passione con cui ha illustrato le difficoltà di bilancio del Ministero della difesa e per i segnali di speranza che ha ritenuto comunque di dover lanciare. Ciò posto, passa alla descrizione dello scenario internazionale in cui la manovra di finanza pubblica si colloca.
Prima di entrare nell'esame dei provvedimenti ritiene necessario esporre alcune argomentazioni di ordine generale che hanno costituito la premessa delle proposte personalmente inoltrate al Ministero dell'economia e delle finanze ai fini della formazione della manovra finanziaria.
Ricorda che lo scenario internazionale continua ad essere caratterizzato da elevati fattori di rischio per la stabilità e la sicurezza, potenzialmente capaci di svilupparsi rapidamente e imprevedibilmente in crisi regionali.
In particolare, la situazione nelle principali aree di crisi - i Balcani, il Medio Oriente, l'Afghanistan, l'Iraq - continua a presentare elementi di preoccupazione anche nel medio, lungo periodo.
I recenti avvenimenti nel Caucaso (Georgia) hanno confermato la possibilità di deterioramento delle condizioni di stabilità e della pace anche in aree adiacenti all'Europa, evidenziando come non possa essere esclusa a priori nessuna delle ipotesi evolutive, ivi compresa quella di un ritorno ad una contrapposizione multipolare.
Nel contempo, permane immutata l'attenzione verso il terrorismo internazionale, inteso quale minaccia complessa e persistente - che richiede una globale e multilaterale risposta strategica - e nei riguardi della sicurezza energetica e dell'accesso alle fonti di energia.
La situazione internazionale richiede, quindi, una continuità di risposta in termini di impegni operativi, con la capacità di affrontare ogni insorgenza di rischi che impongono di poter contare su capacità di risposta efficaci, paragonabili ed integrabili

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sia quantitativamente che qualitativamente, con quelle dei principali partner alleati europei.
Da qui discende l'esigenza di bilanciare attentamente l'impiego delle risorse disponibili, tra le operazioni correnti ed il mantenimento di credibili capacità di difesa collettiva, nel quadro delle alleanze tradizionali.
In questo contesto, la capacità delle Forze armate di condurre operazioni multinazionali e di proiezione diventa essenziale ai fini del loro stesso compito prioritario, cioè quello della difesa del Paese, i cui confini si sono di fatto «allargati» anche a zone lontane dal tradizionale perimetro dell'Alleanza.
Dal punto di vista tecnico-militare le analisi condotte nei più svariati consessi confermano la necessità di aumentare la capacità di reazione e di risposta della NATO e dell'Unione Europea in particolare, attraverso la disponibilità di forze agili e flessibili con elevata interoperabilità multinazionale e con spiccate caratteristiche di proiettabilità.
A queste esigenze le Forze armate italiane fanno fronte mediante la partecipazione agli Organismi e Comandi internazionali permanenti, la partecipazione alle missioni all'estero e con forze rese disponibili alla NATO e all'Unione Europea.
Si tratta di un impegno aderente agli obiettivi politico-militari dell'Italia, nonché ai concetti operativi di NATO e UE in materia di flessibilità, interoperabilità e proiettabilità, con tutto quello che ciò comporta in termini di capacità di Comando e Controllo, standard operativi e qualitativi, sostenibilità nel tempo e sviluppo tecnologico.
Tutto questo risponde al «modello» di Forze armate di 190 mila uomini stabilito con la legge n. 331 del 2000 e oggi realizzato sia pure con periodiche difficoltà derivanti dagli stanziamenti che negli anni il Paese ha potuto assicurare e che attualmente vede lo strumento militare particolarmente sofferente in materia di spese per l'Esercizio destinate al mantenimento dell'operatività.
In tale contesto le Forze armate sono comunque riuscite ad assolvere i compiti affidati dal Parlamento e dal Governo in ogni circostanza e con tempestività. Questo, sia con riferimento ai citati compiti internazionali, sia per le esigenze nazionali di difesa terrestre in senso lato, di difesa aerea e di controllo degli spazi marittimi, fornendo anche rilevanti concorsi per esigenze interne (calamità naturali, bonifica di ordigni esplosivi, controllo dell'immigrazione, operazioni «strade pulite» e «strade sicure», eccetera.).
Data questa premessa, descrive sinteticamente in forma compiuta il ciclo di programmazione strategica e formazione di bilancio per l'esercizio finanziario 2009. Esso è stato sviluppato su:
funzionamento dello strumento militare ispirato al rispetto degli standard di interoperabilità delle forze e dei mezzi con i Paesi alleati, oltre all'espletamento delle missioni istituzionali per il territorio nazionale;
ammodernamento dello strumento militare per mantenere il passo con i Paesi alleati, in grado di garantire all'Italia forze per la difesa e la sicurezza flessibili e integrate.

La Tabella 11, concernente lo stato di previsione del Ministero della difesa, assegna per il 2009 al dicastero, a legislazione vigente, 20.294,3 milioni di euro, dei quali: 14.339,5 per la Funzione Difesa, comprendente tutte le spese necessarie all'assolvimento dei compiti militari specifici di Esercito, Marina e Aeronautica, nonché della componente interforze e della struttura amministrativa e tecnico-industriale del Ministero; 5.529,2 per la Funzione Sicurezza Pubblica, che comprende gli stanziamenti destinati all'Arma dei Carabinieri per l'assolvimento dei propri compiti istituzionali; 116,4 per le Funzioni Esterne, correlate ad attività affidate al dicastero ma non specificamente rientranti nei propri compiti istituzionali, quali il rifornimento idrico per le isole minori, il trasporto aereo di Stato e per il soccorso, l'assistenza al volo negli aeroporti

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militari aperti al traffico civile, l'esercizio dei programmi satellitari EUMETSAT/METEOSAT oltre a contributi per enti e associazioni; 309,2 essenzialmente destinati al pagamento del trattamento di quiescenza al personale nella posizione di ausiliaria.
Gli stanziamenti sono ripartiti tra le quattro missioni e dodici programmi nei quali si articola il Bilancio del Dicastero.
Come esposto a parte nella «Nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa per l'anno 2009», testé consegnata al Parlamento, nell'ambito della Funzione Difesa, ben 9.566,3 milioni di euro (66,71 per cento) sono destinati a coprire le spese a carattere obbligatorio per il Personale, mentre le residue risorse sono suddivise tra i 1.887,9 milioni di euro (13,17 per cento) destinati all'Esercizio e i 2.885,3 milioni di euro (20,12 per cento) destinati all'Investimento.
Si tratta di una ripartizione percentuale che si è allontanata per necessità da quel 50 per cento per spese di Personale e 50 per cento per spese di Esercizio e Investimento, ritenuta ottimale e tendenzialmente da perseguire, in linea con gli altri Paesi del contesto occidentale.
Anche nell'ambito della Funzione Sicurezza Pubblica, assume rilevanza la dotazione finanziaria del Personale, che è di 5.253,1 milioni di euro (95,01 per cento dell'intero stanziamento), e quelle del settore Esercizio, pari a 269, 9 milioni di euro (4,88 per cento), e Investimento, pari a 6,1 milioni di euro (0,11 per cento).
Va rilevato, peraltro, che la citata ripartizione è influenzata dal fatto che una parte degli stanziamenti a favore dell'Arma dei Carabinieri, in riferimento ad alcune spese dì esercizio ed investimento, sono allocate nei capitoli del Ministero dell'Interno.
La Difesa deve concorrere, al pari delle altre amministrazioni, alla politica volta al generale risanamento della finanza pubblica voluta dal Governo con il recente decreto-legge n. 112 del 2008. Occorre però evidenziare che alcune peculiarità proprie del bilancio del dicastero producono effetti molto negativi, quando si vanno a contenere le spese per i consumi intermedi, che sono normalmente intese come spese di consumo, su cui si appuntano le manovre di riduzione delle spese.
Le spese per i consumi intermedi della Difesa, infatti, non rappresentano soltanto la spesa corrente per l'apparato ministeriale centrale e periferico come per gli altri dicasteri sui quali è possibile intervenire anche sensibilmente, per aumentarne l'efficienza e per ridurne il peso burocratico e i costi, ma comprendono tutte le spese per l'approntamento, il mantenimento e la gestione efficiente ed efficace dello strumento militare. Sono, per la gran parte, spese per la formazione e l'addestramento per la manutenzione e mobilità dei mezzi operativi, per il ripianamento delle scorte, per l'acquisizione dei mezzi di protezione, e, quindi, per l'efficienza e la sicurezza del personale. La Difesa pertanto soffre più di altri dicasteri per la sua funzionalità a motivo di questi tagli, ed è questa una realtà da tenere presente nel momento dell'analisi e della ricerca di azioni correttive.
Nel settore degli investimenti, le risorse di 2.885,3 milioni di euro destinati nel bilancio all'Investimento per la Funzione Difesa consentiranno di rispettare gli impegni finanziari derivanti dai programmi a sviluppo pluriennale già operanti, mentre vi sarà un rallentamento dell'adeguamento tecnologico della Difesa, per quanto riguarda l'avvio di nuovi programmi. Dovrà essere pertanto avviata un'opera di riprogrammazione e diluizione degli impegni, con l'obiettivo di non rinunciare comunque a capacità essenziali dello strumento militare.
I settori di alta tecnologica, quali l'aerospaziale, l'elettronico, il meccanico avanzato e quello della cantieristica costituiscono, in questo contesto, un nucleo fondamentale per la loro capacità di contribuire al sostegno di imprese ad elevato contenuto di ricerca ed esercitare un effetto di volano per il rilancio competitivo del comparto produttivo nazionale, similmente a quanto fatto dai Paesi a struttura industriale avanzata.

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La necessità di razionalizzazione e contenimento delle spese fa sì, tuttavia, che i programmi che si stanno perseguendo, non mettano a disposizione delle Forze armate mezzi aggiuntivi, ma siano destinati a sostituire mezzi obsoleti, che possono essere mantenuti in numero inferiore rispetto a quelli radiati o in radiazione, grazie alle maggiori capacità. In definitiva, i mezzi a disposizione saranno, ancorché qualitativamente rinnovati, quantitativamente ridotti, come dimostrazione dello sforzo effettuato per mantenere uno strumento armonico in tutti i suoi settori, seppur ridotto.
Ancora riguardo all'Investimento, ritiene necessario segnalare che è necessario continuare a sostenere l'indispensabile programma di rinnovo degli ormai vetusti parchi autovetture ed elicotteri dell'Arma dei Carabinieri, il cui ulteriore rinvio causerebbe seri problemi operativi nel settore della sicurezza.
Passando ora al settore dell'Esercizio, l'effetto della carenza delle risorse, sopra accennato, potrebbe produrre già nel 2009, se non affrontato, il progressivo abbassamento operativo dello strumento militare, con diminuzione dei livelli di efficienza dei principali mezzi e sistemi d'arma.
Espandendo il concetto riguardante i consumi intermedi della Difesa prima accennato, come già detto, essi non sono destinati a soddisfare prevalentemente esigenze di mero consumo, quali bollette, canoni e funzionamento generale, ma servono a far fronte agli oneri per il funzionamento dello strumento operativo, fra cui le spese per carburante, manutenzione e pezzi di ricambio per i mezzi operativi (navi, aerei, elicotteri, mezzi di protezione terrestri), e per l'addestramento operativo del personale. Ne discende che ogni riduzione in questo settore determina ricadute sulla capitalizzazione e sul risultato in termini di capacità operative dello strumento, oltre alla difficoltà di pagamento di canoni tariffe e tributi vari.
In merito alla necessità di un adeguato sostegno finanziario per la tenuta in efficienza dello strumento, va evidenziato come l'esperienza maturata e il prevedibile impegno per il 2009 debbano indurre anche a riflettere sull'esigenza di un incremento della dotazione del Fondo per la partecipazione alle missioni internazionali. Non dimentichiamo infatti che il fondo per le missioni consente di coprire soltanto le spese di personale e funzionamento, ma non la super usura dei mezzi, che necessitano quindi di un maggior numero di revisioni e di un maggior livello manutentivo. Fino ad ora le risorse mancanti erano attinte dal bilancio ordinario di esercizio, ma con la situazione prima illustrata è ora indispensabile, quale prima misura correttiva, che si introduca il concetto di costo volto a coprire tutti gli interventi correlati dall'approntamento pre missione, al ricondizionamento post missione.
In mancanza di una copertura finanziaria integrale del costo delle missioni, considerate le attuali ristrette di bilancio, si potrebbe valutare l'ipotesi di ridurre la presenza sui teatri internazionali in relazione alle missioni meno significative.
Guardando al futuro, la dotazione di risorse adeguate ad assicurare continuità, stabilità ed equilibrio al sistema, è la condizione necessaria perché gli obiettivi nazionali in materia di Difesa possano essere pienamente conseguiti.
Nel bilancio appena descritto vengono previste riduzioni di risorse in tutti i settori del bilancio della Difesa, per effetto dell'applicazione delle disposizioni di contenimento della spesa previste dal decreto-legge n. 112 del 2008. Peraltro, lo stesso decreto-legge n. 112 individua le strade con cui affrontare l'attuale periodo di carenza finanziaria, come ad esempio le norme sugli immobili, le disposizioni sui 40 anni che aprono la possibilità di uno scivolo per una parte del personale della Difesa, così come altre norme di cui si sta programmando la definizione, consentiranno al ministero di attutire le riduzioni dovute alla situazione economica internazionale.
La semplice applicazione della legge potrebbe portare, nel settore del Personale, ad un taglio delle risorse pari al 7 per cento nel 2009 e al 40 per cento nel

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2010. Ciò causerebbe, secondo l'elaborazione dello Stato Maggiore della Difesa, alla fine del 2012, una consistenza complessiva di 141.000 unità, con soli 45.000 Volontari di Truppa, a fronte di una consistenza complessiva nel 2008 di circa 186 mila unità.
Nel settore degli Investimenti il quadro è meno problematico, in quanto le risorse previsionali per tale settore, nell'esercizio finanziario 2009, consentono di onorare gli impegni finanziari derivanti dai programmi a sviluppo pluriennale già operanti, fermo restando che, in base alle previsioni finanziarie per gli anni successivi, si avrebbe un rallentamento dell'adeguamento tecnologico della Difesa.
In sostanza, gli effetti del decreto-legge n. 112, convertito dalla legge n. 133 del 2008, in termini di percentuale del bilancio Funzione Difesa, rispetto al PIL, delineerebbero una diminuzione dello 0,1 per cento nel 2009 (a fronte dello 0,97 per cento nel 2008).
La difficoltà della situazione sopra descritta si confronta tuttavia con la piena consapevolezza delle condizioni della finanza pubblica, dove l'Italia ha il maggior debito pubblico tra i Paesi europei (il terzo debito pubblico al mondo) e nonostante tutto, si deve confermare l'esigenza di contenere e riqualificare la spesa pubblica. In tale contesto, è certamente possibile anche in ambito Difesa individuare un percorso che, dopo le profonde riforme già attuate negli anni passati, porti ad una ulteriore razionalizzazione delle strutture, dei processi e di tutti i settori, in modo da individuare un cammino per diminuire l'impatto di una semplice non progressiva applicazione delle nuove disposizioni di legge.
Ritiene che la rilevanza del problema imponga la ricerca di soluzioni che possano conciliare le esigenze generali di finanza pubblica con le necessità di disporre di uno strumento militare comunque in grado di operare ad adeguati livelli capacitivi, producendo quello per cui le Forze armate esistono, e cioè la Difesa e la Sicurezza del Paese nel contesto delle Alleanze di cui fanno parte.
A tal fine, appare necessario approntare uno specifico «Piano Pluriennale per la Difesa» - a similitudine di quanto previsto in altri Paesi della NATO - che abbia validità quanto meno per tutto l'arco della legislatura, temperando per quanto possibile nell'immediato, l'entità ed i tempi delle misure economiche previste dalla manovra e contestualmente garantendo il finanziamento degli impegni internazionali.
A tal fine, preannuncia che richiederà una specifica norma di delega legislativa per rivedere sia l'organizzazione del Ministero sia il Modello di difesa, così come per introdurre sistemi di gestione innovativi, al fine di razionalizzare l'esistente e offrire, pertanto, a breve, adeguati contenimenti di costo.
Per questi motivi ritiene che occorrerà avere un'assicurazione da parte del Governo della cornice finanziaria in cui si opererà nei prossimi cinque anni, riferendosi magari ad una percentuale del PIL, anche inferiori alle aspettative finora emerse, ma immutabile per un periodo che consenta gli interventi di ristrutturazione necessari. Questo ci consentirebbe di programmare al meglio l'ottimizzazione delle risorse e di continuare a disporre di Forze armate efficienti ed apprezzate nel contesto internazionale.
In conclusione fa presente che, in occasione delle prossime celebrazioni del 4 novembre, festa delle Forze armate, si terranno manifestazioni in venti città, distribuite su tutto il territorio nazionale. In particolare, per l'occasione, a Roma verrà organizzato un evento speciale, che si inserisce nell'ambito delle iniziative volte ad avvicinare la popolazione al mondo delle Forze armate. Ricorda che gli oneri derivanti da tali eventi non graveranno sul bilancio del dicastero, in quanto beneficeranno delle apposite risorse stanziate in occasione dell'approvazione del decreto-legge n. 112 del 2008.

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), nel ringraziare preliminarmente il relatore per l'onestà intellettuale con la quale ha svolto la sua relazione, replicando alle

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osservazioni del ministro della Difesa, sottolinea come i rilievi formulati da più parti in merito alla carenza di risorse del bilancio della difesa, non rappresentino delle lamentele immotivate, ma risultino di particolare gravità, in quanto paventano il reale rischio di compromissione della funzionalità dello strumento militare. Evidenzia quindi una divaricazione tra l'obiettivo del rapporto difesa/PIL all'1,5 per cento, indicato dal ministro stesso nell'esposizione delle linee programmatiche del suo dicastero soltanto tra mesi fa e le dichiarazioni da lui rilasciate nella giornata odierna, che lasciano invece intravedere un obiettivo programmatico che si attesterebbe all'1,1 per cento, anche computando l'ammontare complessivo di tutti gli stanziamenti destinati alla funzione difesa dell'intero bilancio dello Stato. Sempre rispetto alle citate dichiarazioni programmatiche, sottolinea altresì come dalle parole del ministro emerga un cambiamento di rotta anche per quanto riguarda il mantenimento del modello di difesa a 190 mila uomini, che verrebbe in prospettiva portato a 140 mila, e il potenziamento delle risorse destinate ai carabinieri, di cui non vi è traccia nello stato di previsione del Dicastero. Lamenta il fatto che, rispetto alle undici condizioni che furono poste dalla Commissione nel parere favorevole sul decreto-legge n. 112 del 2008, abbia trovato effettiva concretizzazione soltanto quella relativa al modesto stanziamento concernente le celebrazioni del 4 novembre. Evidenzia infine come sia in corso di attuazione un ridimensionamento della funzione difesa, non legato ad un preciso disegno strategico, ma a mere necessità di cassa, con tutti i rischi che una simile scelta comporta. Sottolinea altresì come la revisione del modello di difesa debba essere definita senza prescindere dai costi sociali che essa comporterebbe e comunque dandone una dettagliata e preventiva informazione alle Camere.

Salvatore CICU (PdL) ritiene che la nota preliminare alla Tabella 11, sottoscritta dal ministro della Difesa, esponga in modo coraggioso, senza reticenze, la situazione di bilancio della Difesa, nel quadro della crisi internazionale che stiamo vivendo proprio in questi giorni. Ritiene che, prima ancora di parlare di revisione del modello di difesa, si dovrebbe discutere del ruolo che si vorrebbe fare assumere all'Italia nel contesto politico internazionale. Sottolinea come per questa riflessione sia necessario il concorso di tutte le forze politiche, che dovrebbero essere ispirate dal senso di responsabilità verso il Paese e verso le donne e gli uomini che appartengono alle Forze armate. In conclusione, dichiara a nome del suo gruppo la disponibilità ad affrontare in modo propositivo tale confronto.

Il ministro Ignazio LA RUSSA, nell'assicurare ogni suo sforzo per affermare all'interno della compagine governativa le esigenze della Difesa, osserva come, nell'ambito della ridefinizione dei compiti NATO e dello sviluppo della difesa europea, vi siano concrete possibilità di risparmi di spesa. Ritiene inoltre che non vi siano contraddizioni tra gli obiettivi da lui indicati nella esposizione programmatica alcuni mesi fa e l'intervento odierno, in quanto, nel frattempo, il quadro internazionale di riferimento, purtroppo, è notevolmente peggiorato. Infine, rende assicurazioni in merito al fatto che, prima della predisposizione di qualsiasi proposta d'iniziativa governativa tendente a modificare l'attuale modello di difesa, renderà comunicazioni in sede parlamentare per esporne e discuterne i possibili contenuti. In ogni caso, sottolinea come, a legislazione vigente, non sia possibile ridurre l'organico della Forze armate, in quanto ciò andrebbe a discapito del personale più giovane, mentre in prospettiva vi è la necessità di ringiovanire i ruoli per esigenze di funzionalità dello strumento militare, a prescindere da considerazioni di carattere finanziario. Per quanto riguarda il finanziamento delle missioni all'estero, ricorda come recentemente, al fine di non gravare sugli ordinari stanziamenti di bilancio del ministero, con i decreti-legge di proroga di alcune missioni internazionali,

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attualmente all'esame del Senato, siano state finanziate le spese concernenti l'impiego dei «Tornado». Riguardo a tale aspetto, dichiara la propria disponibilità ad illustrare alla Commissione i dettagli dell'operazione di finanziamento, in occasione del prossimo esame, da parte della Camera, dei citati decreti-legge.

Edmondo CIRIELLI, presidente, nel ringraziare il relatore e il ministro della difesa per l'onestà intellettuale dei rispettivi interventi, e il deputato Cicu, per lo spirito propositivo delle sue osservazioni, sottolinea la necessità di incrementare le risorse destinate alle missioni internazionali in misura corrispondente al 30 per cento degli stanziamenti attualmente previsti, in modo da continuare ad assicurare una presenza efficace delle Forze armate in tutti i teatri operativi, senza gravare sugli ordinari stanziamenti di bilancio.

Francesco Saverio GAROFANI (PD), nel sottolineare la grande onestà intellettuale dell'intervento del relatore, evidenzia, al tempo stesso, come l'intervento del ministro sia risultato a tratti paradossale, soprattutto laddove ha collegato la situazione del bilancio della difesa alla gravità dello scenario internazionale. In realtà, a suo avviso, proprio la gravità dello scenario internazionale, potendo comportare un ridimensionamento degli obiettivi militari degli Stati Uniti e un conseguente maggiore aggravio di spese militari per i paesi dell'Unione europea, dovrebbe indurre a dedicare maggiore attenzione al bilancio della difesa. Ritiene che, di fronte a questo quadro, gli appelli alle buone intenzioni lanciati dalla maggioranza non siano credibili, dal momento che le linee programmatiche del Governo appaiono tutt'altro che univoche. Nel giro di pochi mesi, infatti, il ministro della difesa è passato da affermazioni sulla sostanziale intangibilità del modello di difesa a 190 mila uomini alle dichiarazioni odierne che invece prefigurano un nuovo modello di difesa, con tutte le implicazioni che ciò comporta. L'unico concreto segnale lanciato dal ministro nella seduta odierna è stato il preannuncio delle iniziative per le celebrazioni del 4 novembre, la cui ricorrenza peraltro si ricollega a valori ormai condivisi dall'intera comunità nazionale che, quindi, non si prestano ad essere richiamati per motivi strumentali o di immagine. Il fatto è che, purtroppo, le uniche iniziative assunte dal nuovo Governo in materia di difesa sono legate ad operazioni di immagine, non ultima quella dell'impiego dei militari nelle strade. In conclusione, ritiene possibile e auspicabile un lavoro comune tra maggioranza e opposizione, a condizione però che tale lavoro sia serio e responsabile.

Il sottosegretario Guido CROSETTO osserva preliminarmente come non si possano affrontare i problemi di bilancio del Ministero della difesa decontestualizzandoli dall'attuale crisi finanziaria internazionale che sta avendo un impatto violentissimo sulle borse. Evidenzia come nel periodo che va dall'adozione del decreto-legge n. 112 ad oggi, la situazione finanziaria internazionale si sia modificata radicalmente. Alla luce della nuova situazione internazionale, bisogna quindi ripensare al modello di difesa, non partendo dal numero di uomini di cui si vuole disporre, ma dalle funzioni che si vogliono affidare alle Forze armate, fissando conseguentemente il numero delle unità da impiegare, in un ottica di razionalizzazione della spesa. In questa prospettiva, l'obiettivo prioritario che si deve perseguire, è quello di puntare alla definizione di un rapporto percentuale predeterminato tra funzione Difesa e PIL, che dovrebbe valere per l'intera durata della legislatura. In questo modo, si entrerebbe in un ordine di idee praticamente inverso rispetto a quello attuale, in cui si privilegia, invece, una dinamica degli stanziamenti di tipo inerziale, il più delle volte legata a fattori del tutto occasionali. Ad esempio, con l'attuale sistema di stanziamento delle risorse, l'eventuale adozione di misure di razionalizzazione della spesa, quale la riduzione degli esuberi realizzata attraverso misure di prepensionamento, comportando la fuoriuscita dal bilancio

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del dicastero delle dotazioni finanziarie corrispondenti alle retribuzioni erogate al personale in esubero, determinerebbe, in modo paradossale, la riduzione delle risorse destinate alla difesa. Con il nuovo sistema, invece, le risorse stanziate per la funzione difesa rispetto al PIL rimarrebbero definite per un periodo pluriennale e seguirebbero una precisa logica di programmazione. In questo modo, il dicastero verrebbe posto al riparo da misure di contenimento della spesa, analoghe a quelle adottate negli ultimi anni, che hanno penalizzato particolarmente il Ministero della difesa rispetto agli altri dicasteri, sia perché la massa finanziaria «aggredita» da tali misure, ossia i consumi intermedi, incide sul Ministero della difesa in misura maggiore rispetto altri ministeri, sia perché, dal punto di vista qualitativo, tali risorse hanno nell'ambito della Difesa, una diretta incidenza sul perseguimento delle missioni istituzionali, essendo destinate alla funzionalità dello strumento militare. Nonostante la delicatezza della situazione finanziaria del dicastero, tuttavia, intravede degli spiragli positivi che potrebbero essere offerti dall'oculata utilizzazione di alcuni strumenti normativi messi a disposizione dallo stesso decreto-legge n. 112 del 2008, come ad esempio quelli relativi alle dismissioni immobiliari, i cui introiti potrebbero rimpinguare gli stanziamenti destinati ai consumi intermedi, ovvero quelli relativi al personale prossimo al pensionamento.

Riccardo MAZZONI (PdL), nel concordare con la relazione svolta dal relatore, osserva come dall'audizione di rappresentanti dei rappresentanti COCER Interforze recentemente svolta dalle Commissioni Difesa di Camera e Senato sia emerso con chiarezza che i problemi di bilancio del Ministero della difesa si protraggono ormai da diversi anni e prescindono dalla composizione della maggioranza parlamentare che guida il Paese. Ciò premesso, ritiene che la situazione finanziaria del dicastero sia particolarmente allarmante, in quanto esiste un rischio concreto di ridimensionamento del modello di difesa e delle missioni militari svolte all'estero. Rispetto a quest'ultimo aspetto, evidenzia come vi sia un'incongruenza tra le odierne dichiarazioni del ministro, che ha paventato la possibilità di riduzione del numero delle missioni all'estero, e gli esiti della recente riunione del Consiglio supremo di difesa, da cui invece si evince la ferma volontà di mantenere le Forze armate in tutte le missioni internazionali a cui attualmente partecipano. Osserva, inoltre, come l'avvento del centro-destra alla guida del Governo avesse suscitato molte aspettative nell'opinione pubblica per una rinnovata positiva attenzione nei confronti della Difesa. Nel constatare come tale aspettativa, invece, almeno per il momento, sia stata disattesa nei confronti del bilancio della difesa, sottolinea come la scelta del ministro Tremonti di «blindare» la manovra di finanza pubblica in vista di un peggioramento della situazione economica internazionale, si sia rivelata una scelta accorta, che tuttavia, per gli effetti che determina nei confronti della difesa, rischia di avere pesanti conseguenze. Infine, chiede al Governo di chiarire più nel dettaglio le questioni legate alla copertura finanziaria dei provvedimenti di proroga delle missioni internazionali che, stando alle parole del Ministro, avviene attraverso gli ordinari stanziamenti di bilancio del dicastero.

Il sottosegretario Guido CROSETTO, nel rispondere alla richiesta di chiarimento del deputato Mazzoni, precisa che il prelevamento di risorse dagli ordinari stanziamenti di bilancio del dicastero per fra fronte agli oneri derivanti dalle missioni internazionali, si rende necessario laddove la copertura finanziaria, appositamente predisposta per i provvedimenti legislativi di proroga delle citate missioni, risulti insufficiente. Poiché tale eventualità negli ultimi anni si è verificata frequentemente, il Ministero della difesa ha richiesto un sensibile incremento del fondo destinato alla copertura delle missioni internazionali, che attualmente è pari ad un miliardo di euro. Nel prossimo futuro, e comunque già in occasione dei decreti di

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proroga delle missioni internazionali relativi al prossimo anno il Ministero dell'economia, quindi, dovrebbe provvedere allo stanziamento di ulteriori risorse, rendendole adeguate alle effettive esigenze, in modo da non penalizzare gli stanziamenti del Ministero della difesa.

Filippo ASCIERTO (PdL) esprime apprezzamento per la lucidità e la chiarezza con la quale il relatore ha illustrato i provvedimenti in oggetto, nonché per l'intervento del Ministro della difesa, che ha esposto efficacemente alla Commissione le prospettive di riorganizzazione delle Forze armate, nell'attuale difficile situazione finanziaria internazionale. Riguardo ai profili finanziari, ritiene che l'Europa dovrebbe farsi carico di quota parte delle spese nazionali per la Difesa, e dovrebbe allentare i vincoli di bilancio previsti per ciascuno Stato membro in relazione alle spese militari. Ciò premesso, ritiene che il modello di difesa a 140 mila uomini possa funzionare, ove si utilizzino gli strumenti normativi già messi a disposizione dal decreto-legge n. 112 del 2008, per avviare un ringiovanimento dei ruoli. Esprime, infine, piena condivisione per le considerazioni del relatore riguardo al personale delle Forze armate e di polizia, per il quale è stato recentemente approvato dalla Commissione Lavoro della Camera un emendamento, riferito al disegno di legge collegato recante disposizioni in materia di lavoro pubblico e privato, che ne riconosce la specificità.

Pier Fausto RECCHIA (PD), nel concordare con le osservazioni del relatore e del deputato Mazzoni, ritiene che risulti fuorviante, in questa fase di grave difficoltà finanziaria del dicastero, parlare di piani pluriennali di finanziamento tutti ancora da definire, anche sotto il profilo normativo, senza affrontare i problemi di oggi. Sottolinea come l'impatto negativo del decreto-legge n. 112 del 2008 sul settore della difesa, non derivi dalla grave situazione finanziaria internazionale sopravvenuta, ma dalle misure in esso contenute, che sono state ampiamente contestate dalla Commissione Difesa, in occasione dell'esame del decreto-legge stesso. Ritiene che le misure finanziarie adottate dal Governo nei confronti della Difesa siano connotate da una forte sottovalutazione del ruolo svolto dalle Forze armate nell'ambito della politica estera e rischiano di compromettere seriamente il ruolo dell'Italia in ambito internazionale. Manifesta pertanto la propria disponibilità a cooperare con la maggioranza nella definizione di un nuovo modello di difesa, purché quest'ultimo prenda avvio dagli obiettivi da realizzare e non dalle risorse da impiegare.

Roberto SPECIALE (PdL), relatore, nel concordare con le osservazioni del deputato Recchia, pur ricordando di aver partecipato attivamente, nella sua passata attività professionale, alla definizione del modello di difesa a 190 mila uomini, sottolinea come tale modello non debba considerarsi intangibile, anche perché esso non è mai stato realizzato nella sua reale essenza, che prevedeva un'armonica distribuzione del personale militare tra i diversi ruoli, per assicurare un'età media del personale stesso funzionale alle missioni istituzionali del dicastero. Invece, il modello che è stato effettivamente adottato è connotato dalla presenza di un elevato numero di sottufficiali e da un'organizzazione interna spesse volte ancora articolata a livello di singola Forza armata, e non a livello interforze, con conseguente dispersione di risorse. Concorda quindi con l'idea di ridefinire il modello di difesa, partendo dal livello di ambizione del Paese e dalle missioni da affidare alle Forze armate, definendo conseguentemente le risorse da assegnare secondo criteri di economicità. Ritiene peraltro che le missioni internazionali possano essere, pur nel contesto delle difficoltà finanziarie, mantenute agevolmente a livello attuale.

Il sottosegretario Guido CROSETTO, replicando alle ultime osservazioni del relatore, sottolinea come il ministro della difesa nel suo intervento si sia limitato ad esprimere l'auspicio che le missioni all'estero

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vengano tutte finanziate integralmente. Per quanto riguarda le osservazioni del deputato Mazzoni circa la divergenza di orientamenti tra gli esiti del Consiglio supremo di difesa e le odierne dichiarazioni del ministro sul modello di difesa, sottolinea come il Consiglio supremo sia un autorevole organo di consulenza che non ha tuttavia funzioni di indirizzo politico. In merito alla ridefinizione del modello di difesa, evidenzia come il problema che bisogna porsi non è quello di individuare un numero ideale di persone da impiegare, quanto piuttosto quello di stabilire le funzioni da svolgere e di definire, conseguentemente, il numero di persone da impiegare sulla base di un'organizzazione razionale delle Forze armate. Da qui nasce l'esigenza per il Governo di presentare nel prossimo futuro un disegno di legge delega che affronti le questioni cardine del nuovo modello di difesa e fissi precisi vincoli di programmazione finanziaria.

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) chiede al rappresentate del Governo di chiarire se il rapporto Difesa/PIL, che dovrebbe orientare la programmazione finanziaria pluriennale del dicastero, dovrebbe attestarsi sull'attuale livello dello 0,87 per cento.

Il sottosegretario Guido CROSETTO, rispondendo alle richieste di chiarimento del deputato Calipari, osserva che il citato rapporto dovrebbe mantenersi intorno allo 0,90 per cento, escludendo dal computo le risorse destinate all'Arma dei carabinieri e quelle iscritte nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico.

Roberto SPECIALE (PdL), relatore, sottolinea come la ristrutturazione di qualsiasi organizzazione, e quindi anche quella della Difesa, comporti un costo iniziale, come ad esempio, quello relativo alla riduzione degli esuberi che implica l'adozione di onerose misure di sostegno sociale.

Francesco Saverio GAROFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 17.40.