CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 8 ottobre 2008
71.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI ALL'ESTERO

Mercoledì 8 ottobre 2008. - Presidenza del presidente Marco ZACCHERA.

La seduta comincia alle 14.05.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Sul programma dei lavori del Comitato.

Marco ZACCHERA, presidente, a seguito delle indicazioni emerse dall'audizione del sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Alfredo Mantica, propone che sia audito anche il Ministro dell'economia e delle finanze, ovvero un sottosegretario delegato, in ordine alle questioni di bilancio attinenti agli italiani all'estero. Invita i colleghi a formulare ulteriori proposte per i lavori del Comitato.

Fabio PORTA (PD), nel concordare con la proposta del presidente circa l'audizione in materia economico-finanziaria, sottolinea con estrema preoccupazione la gravità della situazione derivante dai tagli al bilancio del Ministero degli affari esteri relativamente ai fondi per gli italiani nel mondo, che mettono in gioco anni di conquiste politiche e destabilizzano la rete diplomatica e consolare. Propone altresì di procedere ad audire il Segretario generale del CGIE, anche in vista della riforma e del rinnovo di quell'organo.

Marco FEDI (PD) ritiene che l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, ovvero di un sottosegretario delegato, sarebbe utile soltanto se fosse svolta subito, prima che la Commissione termini l'esame dei documenti di bilancio. Altrimenti, sarebbe forse più opportuno, a suo avviso, rinviarla per farne l'occasione di una riflessione più generale. Nel manifestare preoccupazione per il rischio di

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ulteriori tagli a detrimento degli italiani all'estero nei prossimi esercizi, invita ad affrontare la riforma degli istituti di cultura e della diffusione della lingua italiana nel mondo, nonché le procedure in corso per la semplificazione amministrativa. Considera altresì prioritario esaminare lo stato delle convenzioni bilaterali per la sicurezza sociale e le condizioni del personale all'estero a contratto.

Elena CENTEMERO (PdL) propone l'audizione anche di un rappresentante della Conferenza Stato-Regioni, per tenere conto anche degli interventi regionali nella materia. Insiste per l'avvio della riforma della legge n. 153 del 1971, in riferimento alla legge n. 297 del 1994, per le scuole italiane all'estero, ovviamente sulla base delle disponibilità finanziarie reperibili, al fine di portare avanti misure legislative concretizzabili.

Marco ZACCHERA, presidente, ringrazia i colleghi delle indicazioni formulate, che sottoporrà all'Ufficio di presidenza della Commissione per il prosieguo dell'attività del Comitato.

La seduta termina alle 14.15.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 8 ottobre 2008. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 14.15.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2009).
C. 1713 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011.
C. 1714 Governo.

Tab. n. 6: Stato di previsione del Ministero degli Affari esteri.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

Franco NARDUCCI, presidente, avverte che la Commissione è chiamata ad esaminare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il disegno di legge C. 1713, legge finanziaria 2009, ed il disegno di legge C. 1714, Bilancio dello Stato per il 2009 e Bilancio triennale 2009-2011. L'esame si concluderà con la trasmissione alla Commissione bilancio di una relazione e con la nomina di un relatore, il quale potrà partecipare alle sedute di quella Commissione. In particolare, per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, la Commissione esaminerà lo stato di previsione della spesa del Ministero degli Affari esteri (Tabella 6). Pertanto, secondo quanto previsto dall'articolo 119, comma 6, del Regolamento, la Commissione dovrà sospendere ogni attività legislativa, fatte salve le attività dovute, finché non avrà espresso il parere di competenza sui predetti disegni di legge. La Commissione potrà peraltro procedere all'esame in sede referente e in sede consultiva dei provvedimenti dovuti, vale a dire i disegni di legge di conversione dei decreti-legge, i disegni di legge di ratifica e di recepimento di atti normativi comunitari, i progetti di legge collegati alla manovra di finanza pubblica.
La Commissione, oltre ad essere chiamata a trasmettere una relazione alla V Commissione, esaminerà anche gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza del disegno di legge di bilancio. A tale proposito ricordo che, ai sensi dell'articolo 121, comma 1, del Regolamento, gli emendamenti proponenti variazioni compensative all'interno dei singoli stati di previsione devono essere presentati presso le Commissioni in sede consultiva.

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Gli emendamenti approvati saranno inseriti nella relazione approvata dalla Commissione, mentre gli emendamenti respinti potranno essere successivamente ripresentati, ai sensi dell'articolo 121, comma 4, del Regolamento, nel corso dell'esame in Assemblea. Potranno inoltre essere presentati e votati in Commissione anche emendamenti concernenti variazioni non compensative ovvero variazioni compensate non all'interno del medesimo stato di previsione. Anche tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione. Nel caso in cui tali ultimi emendamenti fossero respinti, è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla Commissione bilancio, anche al solo fine di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea. Analoghe regole di esame si applicano anche agli eventuali emendamenti riferiti alle parti di competenza della Commissione del disegno di legge finanziaria per l'anno 2009. Nelle Commissioni in sede consultiva potranno comunque essere presentati e votati emendamenti per le parti del disegno di legge finanziaria di rispettiva competenza. Tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione; ove respinti, è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla Commissione bilancio. Peraltro, anche in questo caso, è comunque ammissibile la presentazione degli emendamenti all'articolato della finanziaria direttamente in Commissione bilancio.
Per quanto concerne la formulazione e l'ammissibilità degli emendamenti al disegno di legge di bilancio, rappresenta che, analogamente al bilancio per il 2008, anche il bilancio per il 2009 presenta una struttura articolata per missioni e programmi. È altresì intervenuto il disposto dell'articolo 60, comma 3, del decreto-legge n. 112 del 2008 ai sensi del quale, in via sperimentale, limitatamente all'anno 2009, nel rispetto dell'invarianza degli effetti sui saldi di finanza pubblica, è stata introdotta la possibilità, nell'ambito della legge di bilancio, di rimodulare le dotazioni finanziarie tra i programmi di ciascuna missione di spesa, fatta eccezione per le spese di natura obbligatoria per le spese in annualità e a pagamento differito. Per effetto di tale disposizione a differenza di quanto si è verificato finora, possono essere rimodulati, nell'ambito del disegno di legge di bilancio, anche stanziamenti determinati da disposizioni legislative sostanziali. Gli stanziamenti rimodulabili sono individuati nell'allegato tecnico per capitoli contenuto nelle tabelle relative a ciascun stato di previsione della spesa, mediante l'apposizione della lettera (R) sotto la denominazione dei capitoli interessati.
Per quanto concerne gli emendamenti al disegno di legge finanziaria, essi sono soggetti alle specifiche regole di ammissibilità di cui al comma 5 dell'articolo 121 del Regolamento, con riferimento ai limiti di contenuto proprio e di compensatività degli effetti finanziari. Il contenuto proprio del disegno di legge finanziaria è definito dall'articolo 11 della legge n. 468 del 1978, e successive modificazioni. Per quanto riguarda la legge finanziaria per il 2009, in via sperimentale, il comma 1-bis dell'articolo 1 del decreto-legge n. 112 del 2008, ha previsto che essa rechi soltanto disposizioni riconducibili al suo contenuto tipico, con l'esclusione di disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia nonché di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico. Il disegno di legge trasmesso dal Governo risulta conforme a tali previsioni. Come evidenziato nel parere espresso dalla Commissione bilancio nella seduta del 2 ottobre 2008 ai fini della dello stralcio delle disposizioni estranee, di cui all'articolo 120, comma 3, del Regolamento, «la definizione del limite di contenuto del disegno di legge finanziaria deve ovviamente riferirsi anche alle eventuali modifiche che potranno essere apportate al testo del disegno di legge governativo nel corso dell'esame parlamentare, per cui dovranno considerarsi inammissibili per estraneità di materia le proposte emendative che non rispondano

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alle previsioni del citato comma 1-bis dell'articolo 1 del citato decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112.».
Con riferimento alla presentazione degli ordini del giorno, ricorda che presso le Commissioni di settore devono essere presentati tutti gli ordini del giorno riferiti alle parti di rispettiva competenza del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge finanziaria. Gli ordini del giorno concernenti l'indirizzo globale della politica economica devono invece essere presentati direttamente in Assemblea; gli ordini del giorno respinti dalle Commissioni di settore o non accolti dal Governo possono essere ripresentati in Assemblea. In ordine ai criteri di ammissibilità segnalo altresì che non sono ammissibili gli ordini del giorno volti ad impegnare il Governo ad utilizzare accantonamenti dei Fondi speciali di parte corrente e di conto capitale per determinate finalità.
Da ultimo, per quanto attiene all'organizzazione dei lavori, avverte che, secondo quanto stabilito dalla Conferenza dei Presidenti di gruppo, la Commissione dovrà concludere il proprio esame dei documenti di bilancio entro la giornata di giovedì 16 ottobre 2008. Rammenta, tuttavia, che nella riunione dello scorso 1o ottobre, l'Ufficio di Presidenza della Commissione aveva convenuto di esaurire nella corrente settimana l'esame dei documenti di bilancio per cui, se non vi sono obiezioni da parte dei gruppi, il termine per la presentazione delle proposte di relazione e degli emendamenti resterebbe fissato alle ore 18 di oggi, al fine di procedere domani alle votazioni.

Roberto ANTONIONE (PdL), relatore, segnala che l'esame parlamentare della manovra finanziaria autunnale si situa quest'anno in una fase molto difficile della congiuntura economica internazionale, segnata da una peggioramento delle performances dei mercati finanziari e da un'accresciuta sfiducia dei risparmiatori nelle istituzioni creditizie. In questo scenario di crisi si colgono, tuttavia, i primi significativi segnali di risposta, sia da parte statunitense che da parte dei Paesi dell'Unione europea più industrialmente sviluppati, che - pur nella diversità degli approcci e degli indirizzi operativi - denotano uno sforzo comune per governare l'emergenza finanziaria e contenere l'ondata recessiva. Per un verso, la manovra finanziaria si inquadra quindi in tale contesto economico-internazionale e, per altro verso, si collega strettamente agli indirizzi ed agli impegni assunti con il Documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013 che punta a raggiungere l'ambizioso obiettivo del pareggio di bilancio nel 2011, attraverso un articolato «piano organico» di razionalizzazione della spesa pubblica che ha investito tutte le Amministrazioni. In questa prospettiva, con una rilevante innovazione rispetto alle precedenti legislature, le misure che sostanziano tale piano sono state in gran parte anticipate rispetto alla sessione di bilancio con il decreto legge n. 112 del 2008, (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008). Il disegno di legge finanziaria per il 2009 adotta inoltre per la prima volta, come ricordato nella relazione illustrativa, il principio della triennalità della manovra di finanza pubblica, nell'ottica di conferirle una natura più propriamente programmatica e non meramente previsionale, conferendo maggiore certezza nella pianificazione delle risorse a disposizione delle singole Amministrazioni che saranno in grado di conoscere con congruo anticipo gli stanziamenti per ciascuna missione e per i sottostanti programmi di pertinenza. Ne consegue che il disegno di legge finanziaria innova in misura minima il quadro normativo vigente non comprendendo alcuna disposizione finalizzata direttamente al sostegno e al rilancio dell'economia. Inoltre, gli stanziamenti di cui alle tabelle C ed F del disegno di legge finanziaria, così come gli stati di previsione dei vari Ministeri allegati al disegno di legge di bilancio, scontano già gli effetti delle riduzioni lineari recate dai decreti legge nn. 93, 112 e 134 del 2008, oltre che i tagli delle missioni di spesa recati dall'articolo 60, commi 1 e 10 del decreto legge n. 112 del 2008 ed il passaggio ad

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economie di bilancio delle quote già rese indisponibili ai sensi dell'articolo 1, comma 507, della legge n. 296 del 2006 (finanziaria per il 2007).
Ritiene quindi opportuno rammentare brevemente le norme di questi provvedimenti con impatto più immediato sul bilancio del Ministero degli Affari esteri. In primo luogo, il richiamato decreto legge n. 112 del 2008, all'articolo 60, ha introdotto una misura di carattere generale e trasversale su tutte le dotazioni di bilancio, disponendo la riduzione delle dotazioni finanziarie di ciascun dicastero, per ciascun anno del triennio 2009-2011. Le riduzioni di spesa delle dotazioni finanziarie a legislazione vigente delle missioni di spesa sono state effettuate secondo una percentuale lineare del 21,9 per cento nel 2009, al 22,9 per cento nel 2010 e - addirittura - al 40,5 per cento nel 2011 su determinate talune categorie di spesa (consumi intermedi, trasferimenti ad enti pubblici, famiglie e imprese, trasferimenti ad estero, e altre partite correnti, per quanto riguarda la parte corrente; investimenti fissi lordi, contributi ad enti pubblici, famiglie e imprese e estero e altre partite di conto capitale). Tali riduzioni ammontano pertanto, per il Ministero degli Affari esteri, a 202,459 milioni per il 2009, a 225,384 milioni per il 2010 ed a 387,971 milioni per il 2011. Limitatamente al 2009 la riduzione è in larga misura rappresentata da una decurtazione di 190,051 milioni riferibile alla Missione n. 4 (L'Italia in Europa e nel mondo), alla quale si aggiunge una riduzione di 6,852 milioni per la Missione n. 32 (Servizi istituzionali e generali delle PP.AA.) e di 5,556 milioni. per la Missione n. 33 (Fondi da ripartire). Il secondo provvedimento - già approvato - da tenere in considerazione è il decreto legge n. 93 del 2008 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 126 del 2008) che ha previsto all'articolo 5 la riduzione di una serie di autorizzazioni di spesa, pari a 47 milioni di euro per il 2009 ed a 95,6 milioni di euro nel 2010. Le riduzioni riguardanti il 2009 sono in larga misura imputabili a decurtazioni riguardanti gli stanziamenti per cooperazione a dono (- 15 milioni) ed il Fondo consumi intermedi, istituito dalla legge finanziaria 2004 (- 27,5 milioni). Vanno altresì considerati gli effetti dell'articolo 1, comma 507 della legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006), che ha stabilito sia accantonata e resa indisponibile, in maniera lineare (cioè proporzionale), una quota pari a 4.572 milioni di euro per il 2007, a 5.031 milioni di euro per il 2008 e a 4.922 milioni di euro per il 2009, delle dotazioni delle unità previsionali di base iscritte nel bilancio dello Stato, anche con riferimento ad autorizzazioni di spesa predeterminate legislativamente, relative a determinate categorie economiche. In base a dati forniti dal Governo, la quota di pertinenza del Ministero degli Affari esteri resa indisponibile per effetto del comma 507 ammonta a 127,7 milioni di euro.
Sottolinea che, in termini complessivi lo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri reca per il 2009 stanziamenti di competenza pari 2.044,1 milioni di euro (con un'incidenza pari allo 0,4 per cento delle spese finali del bilancio dello Stato), contro i 2.546 milioni previsti dalla legge di bilancio 2008 (pari allo 0,5 per cento), con una riduzione percentuale del 19,71 per cento rispetto all'anno precedente. L'ammontare dello stanziamento di competenza è quasi interamente destinato alle spese di parte corrente (2.039,6 milioni di euro), che assorbono il 99,77 per cento dello stanziamento. Tale ammontare si suddivide in 975,1 milioni per le spese di funzionamento (più mirate alla riproduzione della struttura) e in 1.035,2 milioni di spese per gli interventi (che propriamente consentono l'attuazione delle missioni istituzionali): completano il quadro 29,3 milioni per oneri comuni. Le spese in conto capitale ammontano a 4,4 milioni di euro, appostati quasi tutti nel capitolo 7330 (spese per lo sviluppo del sistema informativo - 3,5 milioni di euro): questo ammontare, nella legge di bilancio 2008, era pari a 7,3 milioni di euro. Rispetto al volume della massa spendibile (data dalla

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somma dei residui più gli stanziamenti iscritti nel bilancio di competenza), pari a 2.410,4 milioni di euro, il coefficiente di realizzazione (rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile, che indica la capacità di spesa del Ministero) risulta dell'84,80 per cento, mentre risultava, nella legge di bilancio 2008, pari al 99,9 per cento.
Non può fare a meno di rilevare l'inadeguatezza della quota riservata al Ministero degli esteri rispetto agli impegni europei ed internazionali assunti dal nostro Paese, puntualmente evidenziati nella nota illustrativa dello stato di previsione, limitandosi a richiamare, per i riflessi finanziari connessi, l'obiettivo di promuovere gli interessi economici italiani nell'economia globale, pur nell'ambito della grave crisi economico-finanziaria in atto, l'esigenza di dare sostegno alle comunità italiane nel mondo o ancora alla priorità di gestire con successo la Presidenza del G8 in una fase di profonda transizione della Comunità internazionale e di mutamento degli equilibri geopolitici planetari.
Osserva che lo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri è articolato in 10 Programmi (di cui ben 7 afferenti alla Missione 4, «L'Italia in Europa e nel mondo»; altri due Programmi, «Indirizzo politico» e «Servizi e affari generali per le Amministrazioni di competenza», sono invece riferiti alla Missione 32, «Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche»; infine, il Programma 33.1, «Fondi da assegnare», fa parte della Missione 33, «Fondi da ripartire»). La Missione n. 4 - L'Italia in Europa e nel mondo, prevede uno stanziamento di competenza per il 2009 di 1.793,2 milioni di euro; la Missione n. 32 - Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche, uno stanziamento di 227,7 milioni, mentre per la Missione n. 33 - Fondi da ripartire, è previsto un ammontare di 23,1 milioni. Per quanto invece concerne la classificazione economica, nelle spese correnti le categorie in cui sono distribuite le somme di competenza più rilevanti sono la n. 6 (Trasferimenti correnti a estero), con 926,3 milioni, la categoria n. 1 (Redditi da lavoro dipendente) con 843,5 milioni, la categoria n. 2 (consumi intermedi), con 170,4 milioni, e la categoria n. 5 (trasferimenti correnti famiglie ed istituzioni sociali private con 46,1 milioni. Nelle spese in conto capitale la categoria che assorbe l'intero stanziamento è quella degli investimenti fissi lordi e acquisti di terreni, con 4,4 milioni di euro.
Segnala che il profilo contabile politicamente più significativo è rappresentato da un incremento di fondi per il Centro di responsabilità n. 12, «Direzione generale per gli affari politici multilaterali ed i diritti umani» (427,602 milioni, con un incidenza del 20,91 per cento, contro i 257,360 milioni dell'anno scorso, pari all'11,57 per cento, con un incremento di 170,242 milioni): a questo proposito la specifica scheda programmi/obiettivo inclusa nella relazione illustrativa dello stato di previsione, pone opportunamente in rilievo che tali risorse sono finalizzate a garantire l'obiettivo di «una coerente trattazione delle questioni politiche di prioritario interesse per il Paese nell'ambito delle Nazioni Unite e negli altri organismi internazionali, con particolare attenzione per il coordinamento con le iniziative UE e NATO. Favorire il successo della Presidenza italiana del G8 anche tramite iniziative volte a promuovere un sistema di governance condivisa per far fronte alle principali sfide globali».
Passando sinteticamente all'esame degli stanziamenti facenti capi agli altri centri di responsabilità, evidenzia un marcato decremento negli stanziamenti afferenti alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (389,217 milioni, con un incidenza dello 19,04 per cento della dotazione complessiva del Ministero, contro i 713,745 milioni dell'anno scorso, pari al 32,11 per cento); una diminuzione di quelli per la Direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie (70,108 milioni, con un incidenza del 3,42 per cento, contro gli 87,260 milioni dell'anno scorso, pari al 3,921 per cento). Nota altresì una lieve

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maggiorazione dei fondi per la Direzione generale per la cooperazione economica e finanziaria multilaterale (52,972 milioni, con un incidenza del 2,59 per cento, contro i 44.097 milioni dell'anno scorso, pari all'1,981 per cento) e per la Direzione generale per i paesi dell'Europa (48,921 milioni, con un incidenza del 2,39 per cento, a fronte dei 45.460 milioni, pari al 2,04 per cento).
In relazione all'assetto delle spese correnti per il 2009, evidenzia altresì che le spese maggiori di funzionamento riguardano il Programma n. 4.4 (Cooperazione politica, promozione della pace e sicurezza internazionale), con 572,6 milioni di euro, il Programma n. 32.3 (Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza), con 209,7 milioni ed il Programma n. 4.9 (Informazione, promozione culturale, scientifica e dell'immagine del Paese all'estero), con 94,2 milioni. Per quanto attiene alle spese per gli interventi, i principali programmi risultano sempre il 4.6 (Cooperazione politica), con 508,5 milioni, il n. 4.2 (Cooperazione allo sviluppo e gestione sfide globali) con 311,4 milioni ed il n. 4.9 (Informazione e promozione culturale) con 105,1 milioni.
Ricorda che ai fini della decisione parlamentare continuano a rilevare le unità previsionali di base (UPB), ossia aree omogenee di attività in cui si distinguono le competenze dell'amministrazione. Nella nuova struttura del bilancio ciascuna UPB coincide con uno dei macroaggregati (funzionamento, interventi, investimenti, ecc.) in cui viene suddiviso lo stanziamento dei vari Programmi.
Segnala altresì che nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2) sono collocati alcuni stanziamenti relativi a materie di interesse della III Commissione.
Vengono in rilievo, in relazione alla partecipazione del nostro Paese all'Unione europea il capitolo 2125, Indennità mensile ai rappresentanti italiani in seno al Parlamento europeo, con uno stanziamento di 10,3 milioni di euro ed il capitolo 1647, Applicazione degli Accordi UE-ACP (Convenzioni di Lomé - Accordo di Cotonou), con una dotazione di 345,4 milioni di euro, entrambi afferenti al Tesoro. Fanno invece capo alla Ragioneria generale dello Stato il capitolo 2751, Risorse complementari basate sul PIL o provenienti dall'I.V.A, con 14.400 mln. di euro (con un incremento di 1.100 milioni rispetto alla legge di bilancio per il 2008); il capitolo 2752, Regime «risorse proprie» - Dazi doganali, prelievi agricoli, contributi zucchero, con 2.500 milioni di euro (+ 100 mln rispetto alla legge di bilancio per il 2008); il capitolo 7493, Somme da versare per l'adeguamento dell'ordinamento interno e delle politiche nazionali al quadro comunitario con 6.872 milioni di euro (- 1.684 milioni, rispetto alla legge di bilancio per il 2008) ed il capitolo 3004, Fondo per la proroga delle missioni internazionali di pace con 1.000 milioni di euro. Sempre nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, riveste interesse per la Commissione Affari esteri il capitolo 7256, esposto nella legge finanziaria - tabella C, che a legislazione vigente è dotato per il 2009 di 19,6 milioni di euro (- 5,2 milioni rispetto alla legge di bilancio per il 2008).
Rispetto alle previsioni assestate per il 2008, rileva poi che gli stanziamenti di competenza iscritti nello stato di previsione del Ministero degli Affari esteri a legislazione vigente per il 2009 fanno registrare una diminuzione complessiva di 677,4 milioni di euro, risultante da un decremento di 671 milioni di euro nella parte corrente, e di 6,4 milioni di euro nel conto capitale. La consistenza dei residui stimati al 1o gennaio 2009 ammonta a 366,3 milioni di euro, di cui 358,9 di parte corrente e 7,4 in conto capitale. Rispetto ai residui accertati in sede di rendiconto 2007 e iscritti in bilancio di assestamento 2008, pari a 461 milioni di euro, si prevede un decremento di 94,7 milioni di euro. Occorre peraltro ricordare che l'effettiva consistenza dei residui dipende dall'andamento della gestione e che le stime vengono adeguate a tale andamento in sede di rendiconto. La maggior parte dei residui riguarda il Programma 4.2 (Cooperazione

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allo sviluppo e gestione delle sfide globali), la cui sezione dello stato di previsione ne assorbe da sola 291 milioni.
Passando alle tabelle del disegno di legge finanziaria, osserva che vi figurano una serie di interventi che incidono direttamente sullo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri. In particolare, nella Tabella A compaiono MAE accantonamenti di 17,589 milioni di euro per il 2009, nonché di 41,229 milioni di euro per ciascuna delle annualità 2010 e 2011 che, come chiarisce la relazione introduttiva al disegno di legge finanziaria, sono destinati a far fronte essenzialmente agli oneri di parte corrente derivanti dalla prevista approvazione del disegno di legge S. 733, recante norme in materia di sicurezza pubblica ed in parte assai minore dalla prevista ratifica ed applicazione di accordi internazionali. Nella Tabella B compare un accantonamento a favore del Ministero degli Affari esteri per il solo 2010, dell'ammontare di 3 milioni di euro, finalizzati esclusivamente alla copertura degli oneri in conto capitale derivanti dalla prevista approvazione del citato disegno di legge.
Nella Tabella C vengono disposte per il 2009 - rispetto al disegno di legge di bilancio - variazioni relative ai capitoli 2150, 2152-2153, 2160-2162, 2164-2166, 2168-2170, 2180-2184, 2195, 4131, mentre per tutti i rimanenti capitoli il disegno di legge finanziaria non ha previsto variazioni rispetto agli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente. Nel complesso, lo stanziamento in tabella C per il 2009 riguardante l'Amministrazione degli Affari esteri ammonta a 342,1 milioni di euro, a fronte di 760,2 milioni nella legge finanziaria 2008, con una riduzione di 418,1 milioni. Nella proiezione triennale, il totale della tabella C riguardante gli affari esteri prevede inoltre 350,1 milioni per il 2010 e 233,6 milioni per il 2011.
Ritiene opportuno soffermarsi a questo punto sulle risorse poste a disposizione della cooperazione allo sviluppo e per gli italiani all'estero. Anche in questo caso si registra una marcata riduzione degli stanziamenti, per quanto essi costituiscano due versanti nevralgici per la proiezione internazionale del nostro Paese. In particolare, nello stato di previsione del Ministero degli Affari esteri, i numeri della cooperazione allo sviluppo possono ricevere considerazione da tre differenti angolazioni, ma si registra in ogni caso una consistente riduzione rispetto alla stessa legge di bilancio per il 2008. Infatti il Programma 4.2 - Cooperazione allo sviluppo e gestione delle sfide globali sconta una riduzione di 415,1 mln.; il Centro di responsabilità n. 9 - Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo presenta una riduzione di 324,5 milioni, mentre i 18 capitoli afferenti alla cd. «cooperazione a dono» evidenziano una decurtazione di 490 milioni di euro.
Osserva che questa tendenza al ribasso esula dagli schemi del bilancio statale, per proiettarsi sull'insieme delle attività che costituiscono l'APS (aiuto pubblico allo sviluppo) del nostro Paese. Va infatti ricordato che i fondi che ciascun paese destina alla cooperazione internazionale (con stanziamenti su una specifica voce del proprio bilancio) costituiscono solo una parte del più ampio aggregato denominato APS, stimato dall'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Questo aggregato supera ad esempio notevolmente gli stanziamenti di bilancio italiani per la cooperazione allo sviluppo gestiti dal Ministero degli Affari Esteri, in quanto include anche tutta una serie di operazioni finanziarie, come la riduzione o cancellazione del debito - tanto a livello di iniziative multilaterali, quanto nei rapporti bilaterali. Per l'Italia si evidenzia comunque una costante riduzione dell'APS, in termini di percentuali sul PIL, dallo 0,29 per cento del 2005, allo 0,20 del 2006, fino allo 0,19 per cento registrato nel 2007.
Per quanto attiene agli stanziamenti relativi alle comunità italiane all'estero, evidenzia che fanno capo, pur nella nuova struttura dello stato di previsione, al Centro di responsabilità n. 11, Direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie, il cui stanziamento coincide

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integralmente con quello a favore del Programma 4.8, Italiani nel mondo e politiche migratorie, con un decremento di 40 milioni rispetto alla legge di bilancio per il 2008.
Richiama poi l'attenzione della Commissione sui tagli ovvero azzeramenti di alcuni specifici capitoli inerenti lo stato di previsione del Ministero degli Esteri, segnatamente riferendosi ai contributi al Fondo per lo sminamento umanitario, al Comitato Atlantico, allo Staff College ONU di Torino, agli italiani nella ex Jugoslavia, all'Istituto Italo-Latino Americano, alla Delegazione dell'autorità palestinese, al Centro nazionale di informazione e documentazione europea, al Museo dell'emigrazione italiana nel mondo, alla Conferenza dei giovani italiani nel mondo, all'iniziativa culturale «Italidea», all'Accademia delle scienze del terzo mondo di Trieste (in relazione al finanziamento dell'Inter-Academy Medical Panel). Chiede altresì chiarimenti circa la soppressione dei fondi per la ristrutturazione del quartiere generale della NATO a Bruxelles e per il controllo dello spazio aereo in seno al Consiglio NATO-Russia oltre che per le consultazioni elettorali degli italiani all'estero. Osserva infine che non si verificano decrementi significativi nelle spese di gabinetto, nonostante il calo del numero dei sottosegretari.
Ritiene infine opportuno sottolineare come il Ministero degli Affari esteri stia svolgendo un ruolo-pilota nell'azione di razionalizzazione delle strutture e delle procedure amministrative, che si evince nel primo rapporto di performance sullo stato della spesa, l'efficacia nell'allocazione delle risorse e sull'efficienza dell'azione amministrativa del Dicastero, relativo al periodo 2007-primo quadrimestre 2008, presentato nel giugno scorso. Nel documento - predisposto per la prima volta da un'Amministrazione pubblica - si fornisce un quadro aggiornato degli interventi volti alla razionalizzazione dell'organizzazione centrale e periferica del Ministero delle ulteriori misure di riassetto delle funzioni amministrative, ed in particolare di quelle che fanno capo al miglioramento della gestione delle risorse umane, nonché delle innovazioni nel campo dell'informatizzazione delle procedure.
Conclude che la manovra di bilancio per il 2009 - e segnatamente gli interventi riguardanti il Ministero degli Affari esteri - puntano a conseguire un contemperamento tra le esigenze di normalizzazione dei meccanismi di spesa e quelle, incomprimibili, connesse a garantire l'operatività delle Amministrazioni. Nel dirsi certo che l'Amministrazione degli Esteri saprà affrontare questa fase di severo contenimento della spesa con grande senso di responsabilità e di efficacia, esprime un giudizio complessivamente favorevole sulla manovra di bilancio, invitando la Commissione ad esercitare come sempre un ruolo di stimolo perché la politica estera italiana torni ad essere destinataria di più ampie risorse finanziarie e di investimenti mirati, paragonabili a quelli messi a disposizione delle omologhe strutture dei principali Paesi dell'Unione europea.

Franco NARDUCCI, presidente, ringrazia il relatore per l'ampia e dettagliata illustrazione, sottolineandone la difficoltà. Alla luce delle osservazioni relative ai tagli di singoli capitoli, lamenta il fatto che essi abbiano colpito proprio interventi che la Commissione aveva in passato sollecitato.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI avverte che i provvedimenti in parola rispondono ad esigenze generali di contenimento e di razionalizzazione della spesa, nonché di rilancio dell'azione amministrativa su rinnovate basi, sulla base delle esigenze collegate ad un rapporto qualitativamente nuovo tra cittadino e Amministrazioni pubbliche. Si tratta di priorità che riflettono le quattro linee direttrici indicate nel documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF): riduzione dei costi di funzionamento dell'apparato statale, incremento di efficienza della pubblica amministrazione, semplificazione normativa ed amministrativa, sviluppo.
Nel fare riferimento alla drammaticità della congiuntura economica internazionale

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di cui ancora non sembra intravvedersi il punto di caduta finale, invita a non fare astrazione dal quadro complessivo della scarsità di risorse, nella piena consapevolezza che tutti i Ministeri devono contribuire all'obiettivo prioritario, sancito anche nel DPEF, di riduzione del costo complessivo dello Stato. Ciò nondimeno, osserva come gli stanziamenti indicati per il fondo speciale di parte corrente (Tabella A) e quelli autorizzati in relazione a disposizioni di legge (Tabella C) siano obiettivamente tali da rendere particolarmente difficoltosa la ratifica di accordi internazionali già conclusi l'assunzione di nuovi impegni internazionali nel prossimo triennio. Resta in questo quadro prioritario vegliare affinché nuove norme che prevedano competenze per le sedi all'estero siano dotate di autonoma ed adeguata copertura finanziaria.
Quanto alla riduzione degli stanziamenti di bilancio, conformemente a quanto già previsto con la legge 6 agosto 2008 n. 133, rileva che il disegno di legge di bilancio ha disposto un forte contenimento della spesa pubblica che ha significato per l'Amministrazione degli affari esteri nel suo complesso un decremento delle dotazioni finanziarie di circa 500 milioni di euro, passando da uno stanziamento iniziale per il 2008 pari a Euro 2.546.132.44 ad uno stanziamento iniziale 2009 di euro 2.044.126.765. Le riduzioni operano principalmente sulle spese per interventi, che subiscono complessivamente una decurtazione del 29 per cento, passando da 1.459.000.000 a 1.035.000.000 euro. Le riduzioni operate sono state lineari per circa il 30 per cento su tutti i capitoli di spesa, ad eccezione delle spese di natura obbligatoria (in particolare i contributi obbligatori agli organismi internazionali e gli stipendi). Esse hanno riguardato in particolare: gli interventi relativi alla cooperazione allo sviluppo decurtati di circa 400 milioni; il funzionamento della Rete diplomatico-consolare; gli italiani all'estero e le politiche migratorie.
Evidenzia come la situazione della finanza pubblica, resa ancora più cogente dal quadro più ampio della crisi finanziaria globale, imponga oggi un ripensamento complessivo delle modalità di funzionamento delle Pubbliche Amministrazioni, utilizzando tutti gli strumenti disponibili per poter effettivamente raggiungere l'obiettivo di «fare di più con meno». Il Ministero degli Affari esteri è fortemente impegnato su questa linea d'azione. La Farnesina ha infatti già avviato un'azione di razionalizzazione, modernizzazione e semplificazione che si inserisce perfettamente nello spirito che informa l'azione complessiva del governo in tale materia. Questa azione comprende, da un lato, una riorganizzazione e razionalizzazione della rete all'estero che meglio risponda ai nostri interessi nelle nuove realtà mondiali e alle nuove esigenze delle nostre collettività e delle imprese. Il piano, la cui attuazione è stata prevista nel biennio 2007-2008 prevede la chiusura di alcune Sedi allo scopo di consentire un risparmio per rientrare negli obiettivi di contenimenti della spesa fissati dalla legge finanziaria 2007; recuperare» le risorse, sia umane che finanziarie, necessarie a potenziare, laddove necessario sulla base delle aggiornate esigenze di presenza italiana, la rete diplomatico-consolare con l'istituzione di nuove Sedi; affermare altresì l'obiettivo di unificare i servizi contabili degli Uffici aventi sede nella stessa città estera. Per utilizzare al meglio questa rete al servizio del Paese, parallelamente è stato intrapreso un processo di riassetto delle strutture, dei processi organizzativi e dei metodi di lavoro, in coerenza con quanto previsto dal Piano industriale per la Pubblica Amministrazione, lungo due principi-guida: riorganizzazione dei processi e dei moduli organizzativi su criteri di flessibilità gestionale e semplificazione delle procedure, anche al fine di dare un contributo concreto al secondo ed al terzo degli obiettivi del DPEF: efficienza e semplificazione.
In tale ottica, per consentire che le sedi possano ricevere sponsorizzazioni in forma di finanziamenti e liberalità dal

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settore privato, anche per favorire una sempre crescente sinergia e gioco di squadra, sulla scorta di quanto previsto dalla legge finanziaria per il 2007, precisa che è ora possibile l'istituzione, presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari, di un fondo destinato al finanziamento delle attività di istituto, dei contratti di servizio e alla manutenzione degli immobili nel quale confluiscono anche le somme rivenienti da atti di liberalità e donazioni nonché quelle derivanti da contratti di sponsorizzazioni stipulati con soggetti pubblici e privati. Mentre stanno ora nascendo in Ambasciate e Consolati i primi «fondi speciali» sui quali confluiranno sponsorizzazioni e liberalità, informa che è in via di elaborazione, nell'ambito di un apposito gruppo di lavoro interministeriale, il regolamento che attribuisce ad Ambasciate e Consolati (al pari degli Istituti di Cultura) l'autonomia gestionale e finanziaria sancita da recenti disposizioni di legge. Più in particolare, per tradurre in modalità operative il principio dell'autonomia gestionale e finanziaria, si rende necessario costruire un nuovo modello di gestione che richiede una modifica ed un riordino dell'attuale assetto organizzativo delle strutture e delle funzioni attribuite alle figure professionali operanti negli Uffici all'estero, con particolare riferimento alla definizione ed alla attribuzione della responsabilità della individuazione degli obiettivi, alla conseguente programmazione, alla gestione delle procedure amministrative e contabili relative alla acquisizione delle risorse ed alla erogazione delle spese degli Uffici all'estero.
Osserva che il Ministero ha inoltre avviato, in materia di innovazione dei processi per un più efficiente impiego delle risorse, alcuni importanti progetti basati sul ricorso alle tecnologie informatiche. La trasformazione della documentazione cartacea in flussi digitali caratterizza il «progetto @Doc», che rappresenta un programma articolato di de-materializzazione documentale presso l'Amministrazione centrale e la rete estera. Inoltre, l'uso della firma digitale, nell'ottica della progressiva automazione delle procedure di lavoro e della riduzione dei flussi documentali cartacei, è operativo attualmente per tre applicativi contabili (Contabilità Estera, Inventario, Finanziamenti). Entro la fine del corrente anno sarà attuata la de-materializzazione della rendicontazione dall'estero, con conseguenti economie di spesa e nell'uso di carta (in consonanza di obiettivi con l'articolo 27 del decreto-legge n. 112 del 2008, c.d. «taglia-carta»), ma anche essenziale ai fini dell'attuazione dell'autonomia finanziaria e gestionale delle sedi all'estero.
Sottolinea poi che, a tali sviluppi, relativi alle procedure interne in materia di gestione e finanziaria, si accompagnano progetti innovativi sul versante dei servizi al cittadino, già avviati con il ricorso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. In particolare con il «progetto SIFC» (Sistema Integrato delle Funzioni Consolari) saranno razionalizzate le procedure relative al rilascio di atti consolari, accorpando in una unica entità le precedenti automazioni (Passaporto Elettronico, Anagrafe Consolare, Contabilità Attiva). Il progetto apre la strada ai servizi consolari on line, che rappresentano la nuova frontiera dei servizi ai cittadini ed alle imprese all'estero e consentiranno agli utenti di usufruire di servizi consolari via internet senza doversi recare allo sportello, offrendo un effettivo e rapido servizio alla collettività all'estero, e riducendo al minimo indispensabile l'esigenza per il cittadino di recarsi fisicamente presso il Consolato.
Desidera inoltre ricordare l'azione svolta dal Ministero degli Esteri in tema di sviluppo e competitività. La rapida e profonda trasformazione del contesto internazionale, sempre più caratterizzato da sfide globali e da una forte competizione tra «sistemi Paese», e le molteplici attività di promozione e difesa degli interessi italiani fuori dai confini nazionali, richiedono, per poter essere realizzate in un quadro coerente e coordinato, un costante raccordo ed indirizzo dei nostri soggetti pubblici negli altri Paesi. Il Ministero degli Esteri è chiamato a coordinare,

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all'estero, l'azione del sistema Paese nel suo insieme e delle sue diverse componenti. Il rapporto con le varie componenti del Sistema Paese richiede un apposito strumento a formato variabile, aperto alla partecipazione di altre Amministrazioni centrali e territoriali, e soggetti pubblici e privati interessati alle tematiche che di volta in volta vengono affrontate, in campo economico e tecnologico, culturale, socio-migratorio. La «Cabina di regia» per il sistema Paese, che riunisce Ministero degli Affari Esteri, Ministero dello Sviluppo Economico, Confindustria ed altri attori pubblici e privati, assieme all'»Unità per il Sistema Paese» creata presso la Segreteria Generale per favorire il coordinamento interno ed esterno dell'azione della diplomazia economica, sono due esempi dei segnali che il Ministero degli Esteri - nel processo di trasformazione che sta attraversando - rivolge al mondo imprenditoriale, mettendo a disposizione del sistema Italia non solo la propria rete all'estero, ma soprattutto la capacità di gestirla dal centro per promuovere gli interessi italiani nel mondo. La Farnesina promuove altresì periodicamente contatti diretti dei propri vertici con i vertici delle principali realtà industriali e finanziarie del Paese.
Ritiene opportuno pertanto sottolineare come l'Amministrazione degli Affari Esteri, alla luce delle sue peculiarità operative e delle speciali esigenze che ne derivano, ha già concretamente avviato un'azione virtuosa, orientata a conseguire risultati concreti in termini sia di riduzioni di costo che di incrementi di efficienza e semplificazione dei processi.
Conclude con una menzione specifica sulla cooperazione allo sviluppo. L'entità delle risorse destinate all'Aiuto Pubblico allo Sviluppo è inevitabilmente condizionata dal contesto della spesa pubblica nonché dalla congiuntura economica internazionale. Non soltanto l'Italia, ma tutti i principali donatori si trovano a fronteggiare problemi e criticità analoghi. Il Governo è pienamente consapevole di tale situazione e non intende sottrarsi ad un dibattito trasparente. Le risorse previste dai provvedimenti in esame non consentiranno, in termini generali, il pieno ed immediato adeguamento agli standards internazionali del nostro rapporto APS/PIL. Risulterà in particolare problematico garantire nel 2009 e 2010 il reperimento di 130 milioni di euro per il contributo annuo a favore del Fondo Globale per la lotta contro AIDS, TBC e Malaria, nato dal Vertice G8 di Genova del 2001, e nel quale figuriamo, insieme a Giappone e Stati Uniti, tra i maggiori donatori. La riduzione complessiva dei fondi è pari a oltre 400 milioni di euro, contribuendo approssimativamente per il 4,7 per cento al contenimento della spesa dello Stato. Per il 2011 è prevista una ulteriore riduzione pari a circa 100 milioni di euro. Di tutto ciò ribadisce che il Governo è pienamente consapevole, come d'altra parte non mancano di rammentare quasi quotidianamente le voci della società civile, e si rallegrerebbe per primo se fosse possibile reperire subito risorse aggiuntive, che molti quantificano in non meno di 300 milioni di euro, per consentire alla nostra cooperazione allo sviluppo di proseguire il proprio impegno senza apprezzabili soluzioni di continuità.
D'altra parte, mentre si chiede alla nostra cooperazione, al pari di tanti altri settori del nostro Paese, di partecipare all'opera di risanamento dei conti pubblici, tiene a rilevare come questa congiuntura, apparentemente così sfavorevole, possa tramutarsi in un'occasione di rilancio dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo italiano. È fermo infatti l'impegno del Governo - tanto più alla vigilia di importanti appuntamenti come l'assunzione nel 2009 della presidenza del G8 e della peer review in ambito OCSE - ad operare una profonda razionalizzazione della cooperazione italiana, sia in termini di affinamento delle priorità geografico settoriali sia per quanto riguarda l'organizzazione ed il modus operandi della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero Affari Esteri. La stessa imminente Presidenza del G8 offre lo spunto per meglio concentrare la nostra programmazione

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verso obiettivi di sviluppo coincidenti con quelli dei Paesi più industrializzati, a loro volta armonizzati con gli «Obiettivi del Millennio» come ad esempio le sfide poste dai cambiamenti climatici, l'e-government, la lotta alle pandemie, l'educazione di base, ma anche la centralità dell'Africa quale continente maggiormente bisognoso di sostegno, oltre al dibattito sul concetto stesso di sviluppo, che troverà il proprio foro naturale in Doha nel prossimo novembre. Al tempo stesso la Direzione Generale per la Cooperazione, in attesa di una riforma della legge n. 49 del 87, è fin d'ora impegnata in un'azione di razionalizzazione interna, degli uffici centrali così come delle Unità tecniche Locali operanti all'estero, per meglio affrontare le sfide imposte dal dibattito internazionale sull'efficacia degli aiuti, non meno che dal processo di «deconcentrazione» in atto presso tutti i maggiori donatori.
Un importante risultato in materia di semplificazione amministrativo-contabile delle procedure in materia di cooperazione allo sviluppo - assolutamente in linea con il dibattito internazionale sull'efficacia degli aiuti di cui anche alla recente Conferenza di Accra, alla quale ha personalmente partecipato - è stato ottenuto proprio in sede di provvedimenti collegati. L'articolo 33 del disegno di legge in materia di sviluppo economico, semplificazione e competitività - ora all'esame del Senato - prevede l'emanazione di un apposito decreto del Ministro degli affari esteri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, per definire le modalità semplificate di svolgimento delle procedure amministrative e contrattuali riguardanti gli interventi di cooperazione a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché le specifiche deroghe alle norme di contabilità generale dello Stato, i presupposti per il ricorso ad esperti e a consulenti tecnici e giuridici ed infine le modalità di svolgimento delle procedure negoziate. È stata inoltre approvata una disposizione che prevede la possibilità per le sedi all'estero di gestire direttamente fondi provenienti dall'Unione Europea o da altri Paesi partners, fornendo in tal modo anche all'Italia gli strumenti per poter esercitare concretamente le funzioni di capofila di un settore d'intervento in un Paesi di cooperazione, con particolare riguardo a quanto previsto nel Codice di condotta sulla divisione del lavoro adottato dall'Unione Europea nel maggio 2007. Si tratta di norme di ampia portata, suscettibili di semplificare ed assicurare maggiore efficacia e tempestività agli interventi di sviluppo. Sui relativi seguiti il Governo non mancherà di tenere debitamente informato il Parlamento nelle forme previste.
Nel riservarsi di fornire ulteriori indicazioni in sede di replica a talune osservazioni del relatore, con riferimento al finanziamento dell'Istituto Italo-Latino Americano, auspica una maggiore compartecipazione dei paesi partner. Ribadisce l'impossibilità di sfuggire ai vincoli posti dalla congiuntura internazionale, sperando comunque in un'inversione di tendenza per il 2009. Al riguardo, osserva comunque che l'Italia sta subendo minori conseguenze negative in virtù della maggiore prudenza del suo sistema bancario, a fronte della crisi di primari istituti di credito internazionali che fino ad oggi hanno goduto delle migliori classificazioni da parte delle agenzie di rating.

Paolo CORSINI (PD), manifesta innanzitutto il proprio disagio ad esprimersi dopo che il rappresentante del Governo ha disegnato una prospettiva del tutto nuova dell'azione del Ministero degli affari esteri, che va anche al di là dell'occasione odierna e avrebbe bisogno di un'accurata analisi anche sotto il profilo dei riflessi politico-strategici, dal momento che gli strumenti non sono mai irrilevanti rispetto ai fini. Ne sottolinea poi la discrasia con la relazione svolta per la maggioranza dal collega Antonione, di cui ha apprezzato la meticolosità e l'onestà del quadro sconfortante per la falcidia operata. Per il momento, ritiene quindi preferibile attenersi ai dati nudi e crudi, che attestano un fortissimo ridimensionamento del Ministero degli affari esteri in una situazione

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internazionale sempre più difficile. La sua preoccupazione è aggravata dalla notizia comunicata dal sottosegretario Scotti per cui mancherebbero i fondi per ratificare accordi già conclusi ed assumere nuovi impegni internazionali. Le scelte di bilancio, infatti, non sono meramente ragionieristiche, ma incidono sull'operatività politica. Ancor meno spiegabile gli appare la drastica riduzione dello stato di previsione del Ministero degli esteri, alla luce della sostanziale continuità della politica estera in un quadro internazionale considerato tendenzialmente condivisibile da entrambi gli schieramenti.
Osserva che, con la legge di bilancio a legislazione vigente, lo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri per il 2009, in termini complessivi, reca stanziamenti di competenza pari a 2.044,1 milioni, a differenza di quanto previsto dal Governo Prodi con la legge di bilancio 2008, il cui importo ammontava a 2546, 1 milioni di euro. La rilevanza di tali tagli va letta anche alla luce delle riduzioni già avvenute in modo consistente, nel mese di luglio, con l'anticipo della manovra economico-finanziaria per il 2009 attraverso: il decreto legge n. 112 del 2008 che per il Ministero degli affari esteri ha comportato un taglio delle missioni di spesa pari a 47 milioni di euro e il decreto legge n. 93del 2008 che ha comportato una riduzione di 202,459 milioni di euro.
Procede quindi ad un confronto nella distribuzione degli stanziamenti, con riferimento ai programmi, tra il Bilancio 2008 e 2009, da cui si evidenziano alcune differenze importanti e tagli rilevanti. Alla Missione «Italia nel Mondo» che abbraccia le principali competenze degli Esteri (relazioni internazionali, relazioni finanziarie multilaterali, aiuto pubblico allo sviluppo, cooperazione culturale, Italiani nel mondo) sono assegnate risorse per 1.793,222 milioni di euro con una riduzione di oltre 716,712 milioni di euro rispetto a quelle previste nel 2008 (dopo l'assestamento). Resta da calcolare la percentuale di questi stanziamenti sul bilancio complessivo dello Stato per capire il peso della politica estera nel disegno generale dell'azione di Governo. Assai probabile risulta a suo avviso perciò un'ulteriore perdita di centralità e riduzione dell'efficienza e degli strumenti della Farnesina. Vengono tagliati oltre 80 milioni di spese correnti al funzionamento del Ministero degli Esteri ma soprattutto oltre 622 milioni di interventi. Per quanto riguarda il programma «Cooperazione allo sviluppo e gestione delle sfide globali», all'interno della Missione «Italia nel Mondo» (Centro di responsabilità n. 9), le risorse passano da 852 milioni di euro, in base alla previsione assestata del 2008, a 351 milioni, con una riduzione di oltre 500 milioni di euro. In termini percentuali, se la legge di bilancio del 2008 assegnava alla cooperazione allo sviluppo e gestione sfide globali il 30 per cento di tutti i programmi compresi nella missione, con la legge di bilancio 2009 la percentuale scende al 17,2 per cento. Per il programma «Italiani nel Mondo e politiche migratorie e sociali», la cifra passa da 137 milioni di euro a 70 milioni con un dimezzamento che rende impossibile un reale perseguimento di politiche attive ed efficaci per le nostre collettività all'estero; in termini percentuali: se la legge di bilancio del 2008 assegnava al programma italiani nel mondo il 4,3 per cento di tutti programmi compresi nella missione, con la legge di bilancio 2009 la percentuale scende al 3,4 per cento. Anche il programma «Informazione, promozione culturale e dell'immagine del Paese» subisce un taglio del 10 per cento delle risorse, pari a 23 milioni di euro, che lo porta ad avere uno stanziamento complessivo di poco inferiore ai 200 milioni.
Nel definire dolorose tali scelte finanziarie e nel ritenerle comunque gravemente condizionanti il disegno di razionalizzazione illustrato dal rappresentante del Governo, osserva che un ulteriore elemento importante è poi la lettura delle leggi finanziaria e di bilancio in stretta relazione con quanto stabilito dal decreto-legge n. 112 del 2008, in cui trova conferma la scelta di ridurre il programma 4.2, relativo alla «Cooperazione allo sviluppo

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e gestione sfide globali» (riduzione rispetto alla legislazione vigente di 1.477 milioni di euro) e appare grave la totale cancellazione delle risorse in favore del Fondo per lo sminamento umanitario (di cui alla legge n. 58 del 2001).
Infine, lamenta le consistenti riduzioni rispetto alla precedente manovra varata da Prodi, anche con riferimento ai capitoli: sia per la spesa di parte corrente (che assorbe gran parte dello stanziamento), sia per le spese di funzionamento (mirate alla riproduzione della struttura), sia per la spesa per gli interventi (che consentono l'attuazione delle missioni istituzionali), sia per quelle in conto capitale. Rileva, in tal senso, il quasi dimezzamento delle spese in conto capitale per il capitolo n. 7330, destinato alle spese per lo sviluppo del sistema informativo che passa dai 7, 3 milioni di euro del bilancio 2008 agli attuali 4,4.
Passando all'esame del disegno di legge finanziaria, che non contiene disposizioni incidenti sulle competenze della III commissione e non comprende, peraltro, alcuna disposizione finalizzata direttamente al sostegno del rilancio e dell'economia, si sofferma sulla Tabella C, in cui lo stanziamento per il 2009 riguardante nel complesso gli affari esteri ammonta a 324,1 milioni, a fronte dei 760,2 milioni previsti dalla legge finanziaria 2008, con una riduzione di 418,1 milioni di euro.
Conclude che il complesso dei tagli apportati contrasta con le priorità politiche e gli obiettivi strategici indicati nella stessa Relazione della legge di bilancio dal Governo, con riferimento al Ministero degli affari esteri, come quello di valorizzare la proiezione dell'Italia all'estero, in vista anche del vertice G8; così come risulterà difficile l'azione di perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, ricompresa nel programma relativo alla cooperazione allo sviluppo, drasticamente ridimensionata. Le ambizioni strategiche risultano, pertanto, a suo avviso smentite dall'inadeguatezza della strumentazione, tale da compromettere l'autorevolezza del Paese, nel mentre risultano trascurati i grandi temi del futuro dell'Umanità.

Marco FEDI (PD) esprime apprezzamento per la relazione svolta, sottolineando però la preoccupazione che il richiamo alla crisi internazionale divenga il pretesto per sottrarsi al confronto parlamentare sul piano dei contenuti. Pur considerando positive talune aperture del sottosegretario Scotti con particolare riguardo alla semplificazione amministrativa, ritiene doveroso per l'opposizione manifestare il proprio dissenso non solo per le scelte relative agli italiani all'estero, ma anche alla cooperazione allo sviluppo. Rassicura comunque il relatore che talune iniziative, come il museo dell'emigrazione e la conferenza dei giovani, dovrebbero comunque avere luogo, benché ridimensionate. Chiede alla maggioranza di convergere nel seguito dell'esame su proposte emendative che siano volte a garantire la promozione della lingua e della cultura italiana nonché l'assistenza ai connazionali indigenti.

Furio COLOMBO (PD) contesta severamente l'impianto ed il linguaggio delle comunicazioni rese dal rappresentante del Governo. Nel denunciarne il «fitto politichese» dello stile, osserva come essere sarebbero state intraducibili in qualsiasi lingua straniera. In particolare, depreca l'utilizzo di espressioni quali «sistema-paese» o «cabina di regia», pur avvallate da un certo uso giornalistico. Ritiene soprattutto lesivo delle prerogative diplomatiche il coinvolgimento in tali sedi di imprenditori e sindacati.
Quanto alle esposte innovazioni circa le sponsorizzazioni private delle iniziative culturali, manifesta profondo scetticismo sulla base dell'esperienza svolta come direttore di istituto di cultura e al tempo stesso presidente del Gruppo degli esponenti italiani (GEI) negli Stati Uniti. Chiede comunque che sia resa nota la lista degli istituti che avrebbero avuto svolto tale esperienza.
Critica, infine, la confusione del piano politico nelle questioni organizzative, contabili, amministrative ed informatiche, per cui, a sui avviso, resta assolutamente oscura dall'esposizione del Governo quale

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sia la politica estera italiana. Cita ad esempio la gravità dell'azzeramento del fondo per lo sminamento umanitario, invitando il Governo stesso a rendere più manifesto il suo indirizzo politico anche quando sono all'esame della Commissione gli aspetti finanziari.

Fabio PORTA (PD), nell'apprezzare l'onestà della relazione svolta, giudica la situazione desolante ancor più che sconfortante. Nega che le pretese priorità dell'occupazione e dello sviluppo possano conseguirsi compromettendone le condizioni così come sta avvenendo nel comparto della scuola. Considerando talora assolutamente irresponsabile la politica dei tagli lineari, denuncia i colpi mortali inferti agli italiani nel mondo e alla cooperazione allo sviluppo, che erano diventati aspetti di eccellenza della politica estera italiana.
Nel denunciare il rischio che si arrivi nel 2011 ad un vero e proprio dimezzamento delle risorse faticosamente reperite, invoca un'analisi più approfondita, concordando con le critiche svolte dal collega Colombo. Apprezza senz'altro le innovazioni amministrative, ma lamenta che ancora oggi l'Istituto di cultura di San Paolo del Brasile non ha ricevuto i previsti contributi, mentre nella stessa città un grande mostra michelangiolesca è sponsorizzata dalla Mercedes con buona pace del cosiddetto «sistema-paese». Propone piuttosto che ai consolati siano lasciate le risorse che essi stessi ricavano dall'erogazione dei loro servizi.
Contesta, infine, l'ormai sempre più evidente discriminazione degli italiani all'estero, cui sono precluse le provvidenze sociali introdotte, come l'esenzione ICI o la cosiddetta social card, mentre vengono drasticamente ridotti i programmi a loro destinati. Al riguardo, gli appare evidente una precisa politica conservatrice nemica sia dell'emigrazione che dell'immigrazione.
Quanto alla diminuzione del contributo all'Istituto Italo-Latino Americano, ne evidenzia la «schizofrenia» rispetto al proclamato interesse per quell'area geografica. Citando l'imminente visita in Italia del presidente brasiliano Lula, ammette senz'altro l'opportunità di chiedere maggiori contributi dai paesi partner ma non lo ritiene compatibile con una contemporanea riduzione della quota italiana. Auspica, infine, che restino garantiti tutti i fondi necessari per lo svolgimento delle elezioni per gli italiani all'estero, in nome della legittimità democratica.

Mario BARBI (PD) sottolinea che i provvedimenti in titolo comportano una drammatica riduzione degli stanziamenti a favore del Ministero degli affari esteri, come emerso dagli interventi dello stesso relatore e del rappresentante del Governo. Nel richiamare il riferimento svolto dall'onorevole Antonione all'inadeguatezza di tali stanziamenti, rileva che in questa circostanza non sembrerebbe scontato l'appoggio della maggioranza parlamentare all'operato del Governo. Da un punto di vista metodologico, sottolinea l'inopportunità di indicare nella grave quanto imprevedibile crisi finanziaria in atto a livello internazionale la causa delle riduzioni degli stanziamenti, anche in considerazione dei significativi tagli già operati prima della pausa estiva dei lavori parlamentari. Sottolinea la validità dell'obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2011, già assunto dal Governo Prodi e ribadito dall'attuale Ministro dell'economia e delle finanze, ma ritiene che il sostegno a tale obiettivo non debba implicare la fine di ogni riflessione sulle scelte di merito. Sottolinea che il Governo in carica ha operato scelte precise nel campo della politica economica, come nel caso della crisi dell'Alitalia o dell'intervento sull'ICI, e che tali scelte esplicano innegabili effetti negativi sull'azione internazionale dell'Italia.
Considera eccessivo il taglio apportato al settore della cooperazione allo sviluppo e su tale questione richiama gli impegni, assunti dall'Italia, nei confronti dell'Unione europea e degli organismi multilaterali per l'incremento delle percentuali del Prodotto interno lordo da destinare agli aiuti allo sviluppo. Alla luce del recente intervento presso l'Assemblea del Ministro per i rapporti con il Parlamento

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e del contributo del sottosegretario Scotti nel corso della seduta odierna circa l'impossibilità di tenere fede a tali impegni, rileva l'opportunità che il Governo indichi i nuovi e più limitati obiettivi conseguibili in tema di incremento degli aiuti per la cooperazione allo sviluppo e informi i partner bilaterali e multilaterali sulla situazione del nostro Paese.
Nel richiamare i dati assai poco entusiasmanti sulla prestazione dell'Italia, riferiti lunedì scorso alle Commissioni congiunte di Camera e Senato dal Presidente della Commissione per l'aiuto allo sviluppo dell'OCSE, Eckhard Deutscher in occasione di una recente audizione, fa presente che l'eventuale riallocazione del debito argentino, ove avvenisse a favore del fondo rotativo per crediti agevolati, produrrebbe in questa fase l'effetto di ridurre le quote di aiuto pubblico allo sviluppo. Chiede inoltre chiarimenti in ordine alla reale consistenza dell'impegno dell'Italia, stimato in 500 milioni di dollari all'anno per cinque anni, in materia di lotta contro l'AIDS, la malaria e la tubercolosi, come emerso in occasione della partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri al Vertice del G8 in Giappone nel mese di luglio 2008.

Enrico PIANETTA (PdL) sottolinea l'oggettività e la puntualità della relazione svolta dal collega Antonione che non ha esitato a rilevare l'insufficienza dei fondi destinati al Ministero degli affari esteri. Si tratta di un rilievo che è ricorrente nel dibattito presso la III Commissione, alla quale è in tal senso affidata tradizionalmente quella funzione di stimolo cui lo stesso relatore ha fatto conclusivamente riferimento. Sottolinea che la situazione in atto è da considerare nella sua funzionalità al meritevole obiettivo del risanamento dei conti pubblici, che è la premessa necessaria ad individuare strumenti di politica estera davvero adeguati ad un incisivo ruolo internazionale del nostro Paese. Per quanto concerne le scelte operate dal Governo sull'Alitalia e sull'ICI, sottolinea che si è trattato di impegni assunti durante la campagna elettorale su cui si è registrato un ampio e coeso consenso da parte del Paese. Indubbiamente, è necessario uno sforzo comune per realizzare nel lungo periodo l'adeguamento delle risorse, soprattutto in tema di cooperazione allo sviluppo, agli impegni assunti dall'Italia per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite.
In tale contesto, rileva l'opportunità di segnalare quale dato positivo, e a parziale ristoro dei sacrifici imposti nel settore della cooperazione allo sviluppo, il consistente incremento di fondi a favore della Direzione Generale per la cooperazione politica multilaterale ed i diritti umani, a testimonianza della coerenza dell'impegno italiano negli organismi multilaterali, dalle Nazioni Unite all'Unione europea e al G8.
Invita, infine, il rappresentante del Governo a valutare l'opportunità di introdurre dei correttivi agli interventi di dimezzamento o azzeramento degli stanziamenti individuati a seguito di decisioni di fonte parlamentare, sulla base delle osservazioni finali del relatore.

Franco NARDUCCI, presidente, svolge considerazioni di merito sui provvedimenti in titolo osservando che per vincere le sfide globali occorre una rete diplomatico-consolare adeguata. Ricorda l'impegno del Governo Prodi per la realizzazione nel medio-lungo periodo del cosiddetto «consolato digitale», invitando a distinguere tra attività di servizio rivolte alle comunità all'estero e azione internazionale di carattere strategico. Sottolinea che nel corso della XV Legislatura per la prima volta si era attuato un significativo incremento della percentuale del PIL destinata al Ministero degli affari esteri - notoriamente ben maggiore negli altri grandi paesi europei - e si associa alle considerazioni del collega Barbi sull'inopportunità del richiamo alla crisi finanziaria internazionale in atto a giustificazione dei tagli. Nell'esprimere preoccupazione per eventuali decisioni di ulteriore riduzione della rete diplomatico-consolare, rileva l'importanza di dedicare attenzione agli effetti

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delle misure nel corso dell'intero triennio 2009-2011.

Marco ZACCHERA (PdL) preannuncia la presentazione di un ordine del giorno su questioni di primario interesse per le comunità italiane all'estero.

Franco NARDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.05.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI INDAGINE CONOSCITIVA

Sulle violazioni dei diritti umani nel mondo.
Audizione del sottosegretario di stato per gli affari esteri, Vincenzo Scotti.