CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 30 settembre 2008
65.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 30 settembre 2008.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.10 alle 14.20.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 30 settembre 2008. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Aldo BRANCHER.

La seduta comincia alle 14.20.

Sull'ordine dei lavori.

Donato BRUNO, presidente, propone un'inversione dell'ordine dei lavori, nel senso di procedere dapprima all'esame degli atti del Governo e quindi all'esame dei provvedimenti in sede referente, cominciando dalla proposta di legge C. 1446.

La Commissione consente.

Variazioni nella composizione della Commissione.

Donato BRUNO, presidente, comunica che, per il gruppo Italia dei Valori, è entrato a far parte della Commissione il deputato Pino Pisicchio e che ha cessato di farne parte il deputato Aniello Formisano.

Schema di regolamento di organizzazione del Ministero dello sviluppo economico.
Atto n. 25.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

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Andrea ORSINI (PdL), relatore, ricorda che lo schema in esame ridefinisce l'assetto organizzativo del nuovo Ministero dello sviluppo economico, al quale l'articolo 1, commi 2 e 7, del decreto-legge 16 maggio 2008, n. 85, ha trasferito le funzioni già attribuite al Ministero del commercio internazionale e al Ministero delle comunicazioni, nonché le relative risorse finanziarie, strumentali e di personale. Fa presente che la logica dell'intervento è stata quella di eliminare le duplicazioni di funzioni, promuovendo l'efficienza ed il risparmio di spesa: peraltro, lo schema consente una riduzione di organici del personale e di spesa superiore a quella richiesta dal decreto-legge n. 85.
Il nuovo Ministero dello sviluppo economico si articola nei seguenti quattro dipartimenti: per l'internazionalizzazione, per la politica industriale, per la competitività e la concorrenza; per l'energia; per le politiche di sviluppo e coesione; e per le comunicazioni, per gli affari generali e per le risorse umane. Viene mantenuta la Conferenza permanente dei Capi dei Dipartimenti con funzioni di coordinamento generale sulle questioni comuni più rilevanti e con funzioni propositive nei confronti del Ministro.
Nel rinviare alla lettura del provvedimento per l'elenco delle competenze attribuite ai singoli dipartimenti e per la loro articolazione interna, si limita a ricordare che al Dipartimento per l'internazionalizzazione, per la politica industriale, per la competitività e la concorrenza competono le funzioni in materia di promozione e sviluppo della competitività del sistema produttivo nazionale e dell'internazionalizzazione del sistema economico; di tutela della proprietà industriale e lotta alla contraffazione; e di tutela dei consumatori e tutela della concorrenza. Al Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione spettano, tra l'altro, le funzioni in materia di programmazione, il coordinamento, l'attuazione e la verifica degli interventi per lo sviluppo e la coesione economica sociale e territoriale in materia di politica regionale unitaria, nazionale e comunitaria. Al Dipartimento per le comunicazioni, per gli affari generali e per le risorse umane sono attribuite le funzioni in materia di promozione, sviluppo e disciplina del settore delle comunicazioni, di rilascio di titoli abilitativi, di pianificazione, controllo e vigilanza, ferma restando la competenza dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nonché di acquisizione di beni e d servizi direttamente o in raccordo con le analoghe attività di competenza dei Dipartimenti; il Dipartimento cura inoltre gli affari generali e la gestione del sistema informativo, nonché il reclutamento e l'amministrazione del personale. Al Dipartimento per l'energia, infine, spettano le funzioni di promozione e sviluppo sostenibile del sistema energetico nazionale, con particolare riferimento alle politiche di approvvigionamento, trasporto, distribuzione ed uso dell'energia e al sostegno all'innovazione tecnologica. Fa presente che tra le competenze del dipartimento per l'energia rientrano lo sviluppo sia dell'energia nucleare sia delle energie rinnovabili, in linea con la strategia di Governo di basare su queste due fonti energetiche il superamento dell'attuale condizione di dipendenza dell'Italia dal petrolio e dagli idrocarburi fossili e per promuovere una nuova politica dell'ambiente.
La dotazione organica complessiva del dicastero, rideterminata ai sensi dell'articolo 74 del decreto-legge n. 112 del 2008, risulta di 3.970 unità, con 704 unità in meno rispetto all'organico dei tre dicasteri accorpati, che era di 4.674 unità. I dirigenti generali scendono da 33 unità - cioè 20 del Ministero per lo sviluppo economico, 4 del Ministero del commercio internazionale e 9 del Ministero delle comunicazioni - a 29 unità, di cui 7 con incarichi di studio e consulenza. Si riducono anche i dirigenti di seconda fascia, che passano da 245 unità a 208 unità, di cui 12 presso gli Uffici di diretta collaborazione. La contrazione dei contingenti dirigenziali comporta una economia di circa 4,5 milioni di euro, superiore a quella richiesta dal decreto-legge di riferimento.

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Ricorda che il parere del Consiglio di Stato è stato favorevole, con osservazioni che la Commissione potrà valutare nel prosieguo dei lavori.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del ministro dello sviluppo economico.
Atto n. 26.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Andrea ORSINI (PdL), relatore, ricorda che lo schema in esame provvede a definire il nuovo assetto degli uffici di diretta collaborazione con il Ministro e con i sottosegretari del nuovo Ministero dello sviluppo economico. Si è in sostanza proceduto a riunificare gli uffici preesistenti riducendo gli organici in misura superiore a quella richiesta dal decreto-legge n. 85 del 2008. A seguito della riorganizzazione, gli uffici di diretta collaborazione sono i seguenti: l'Ufficio di Gabinetto; la Segreteria tecnica del Ministro; il Segretario particolare del Ministro; la Segreteria del Ministro; l'Ufficio legislativo; l'Ufficio del Consigliere diplomatico; l'Ufficio stampa; il Servizio di controllo interno ed i relativi uffici di supporto; e le Segreterie dei Sottosegretari di Stato. Sottolinea in particolare l'importanza del Servizio di controllo interno che svolge compiti di controllo strategico: tra l'altro valuta l'adeguatezza delle scelte compiute in sede di attuazione di piani, programmi ed altri strumenti di determinazione dell'indirizzo politico, in termini di congruenza tra risultati conseguiti ed obiettivi predefiniti; raccoglie e valuta informazioni e dati sugli effetti delle politiche attuate e delle misure adottate, verificando l'effettiva attuazione delle scelte compiute nelle direttive e negli altri atti di indirizzo politico, anche al fine di individuare i fattori ostativi, le responsabilità e suggerire eventuali correzioni; coadiuva il ministro nella redazione della direttiva annuale per la definizione dei parametri di valutazione dell'attività degli uffici dirigenziali di livello generale. Anche in questo caso il parere del Consiglio di Stato è favorevole, con osservazioni che potranno essere valutate dalla Commissione nel corso del dibattito.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.30.

SEDE REFERENTE

Martedì 30 settembre 2008. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Aldo Brancher.

La seduta comincia alle 14.35.

Modifica della denominazione e delle competenze del Comitato parlamentare di cui all'articolo 18 della legge 30 settembre 1993, n. 388.
C. 1446 Boniver.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 23 settembre 2008.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18 concernente l'elezione dei membri del parlamento europeo spettanti all'Italia.
C. 22 Zeller, C. 646 Cicu, C. 1070 Palomba, C. 1449 Gozi, C. 1491 Bocchino e C. 1507 Soro.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 23 settembre 2008.

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Pierluigi CASTAGNETTI (PD) conviene sull'opportunità di rivedere i confini e il numero delle circoscrizioni elettorali, ritenendo che la loro eccessiva ampiezza costituisca l'incongruenza più vistosa dell'attuale legge elettorale europea, la quale ha di fatto condizionato lo svolgimento delle campagne elettorali fin dall'elezione del primo Parlamento, nel 1979. È contrario, invece, all'introduzione di una soglia di sbarramento e all'abolizione delle preferenze.
Per quanto riguarda la soglia di sbarramento, dopo aver richiamato la tesi del relatore secondo cui la sua introduzione servirà a ridurre la frammentazione della rappresentanza italiana nel Parlamento europeo, fa presente che la frammentazione riguarda pressoché tutte le delegazioni nazionali e non si può quindi sperare di correggere un carattere strutturale del Parlamento europeo intervenendo su una singola delegazione nazionale; senza contare che la frammentazione non impedisce il funzionamento del sistema, atteso che il Parlamento europeo non ha responsabilità di governo. Parimenti, non ritiene sostenibile l'argomento secondo cui si otterrebbe in questo modo il vantaggio di un sistema parlamentare basato sulla polarità dei due gruppi maggiori, il PSE e il PPE, dal momento che, in un sistema di ventisette Paesi, nessuna delegazione nazionale può sperare di avere un peso decisivo. A suo avviso, si dovrebbe evitare di introdurre soglie di sbarramento o almeno si dovrebbe prevederne una più bassa, per esempio del tre per cento, ovvero introdurne una implicita, per esempio attraverso un sistema proporzionale basato su collegi uninominali.
Per quanto riguarda le preferenze, si dichiara contrario alla loro abolizione, ritenendo che la loro esistenza costituisca un elemento di qualità della democrazia e che la rappresentanza debba essere un'espressione del popolo e non un corpo di professionisti della politica designati direttamente dai capi di partito, senza contare che in ogni Paese democratico il principio dell'ancoraggio territoriale della rappresentanza è indiscusso. Fa presente che nel Paese cresce il senso di estraneità nei confronti delle istituzioni e che tale sentimento è destinato a rafforzarsi nel momento in cui i cittadini dovessero essere privati anche della possibilità di scegliere i propri rappresentanti europei: un sentimento che, invece, va tanto più contrastato in quanto nei prossimi anni l'Europa sarà chiamata a decisioni difficili e probabilmente impopolari. Ritiene inoltre contraddittorio proporre il decentramento federalista dei poteri mentre contemporaneamente si propone l'accentramento della selezione della rappresentanza nei vertici di partito. Ricorda poi che in altri Paesi l'assenza delle preferenze è compensata da istituti di democrazia interna ai partiti nella selezione delle candidature, mentre in Italia è rimasto sempre senza seguito il tentativo di prevedere una disciplina dell'attività dei partiti per assicurare quanto previsto dall'articolo 49 della Costituzione, con la conseguenza che i partiti sono di fatto sottratti a ogni possibilità di controllo. Quanto poi alla tesi secondo cui i partiti o i loro vertici sarebbero in grado di selezionare meglio le eccellenze del Paese in vista della sua rappresentanza in Europa, rileva che tale tesi è confutata dall'esperienza della legge elettorale nazionale, la quale, sebbene sia basata sullo stesso meccanismo a liste bloccate che si intende ora introdurre anche per la legge elettorale europea, non ha portato alla formazione di un Parlamento nazionale composto dalle eccellenze del Paese, anche perché le vere eccellenze si rifiutano di lasciarsi selezionare dai leader di partito. Conclude, invitando la maggioranza a rivedere le proprie posizioni sulla soglia di sbarramento e sulle preferenze e a ricercare soluzioni ampiamente condivise.

Donato BRUNO, presidente, essendo imminente la ripresa delle votazioni in Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.55.