CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 settembre 2008
59.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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COMITATO RISTRETTO

Martedì 23 settembre 2008.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali.
Doc. XXII, n. 1 Livia Turco e Doc. XXII, n. 2 Barani.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 11.30 alle 12.

SEDE REFERENTE

Martedì 23 settembre 2008. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO.

La seduta comincia alle 12.

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Disposizioni concernenti l'impiego di farmaci psicotropi per la cura dei bambini e degli adolescenti.
C. 126 Bocciardo e C. 1414 De Angelis.

(Seguito dell'esame e rinvio - Abbinamento della proposta di legge C. 1414 De Angelis).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 30 luglio 2008.

Giuseppe PALUMBO, presidente, avverte che, in data 18 settembre 2008, è stata assegnata alla Commissione, in sede referente, la proposta di legge n. 1414, d'iniziativa dei deputati De Angelis e altri: «Norme in materia di uso di sostanze psicotrope su bambini e adolescenti». Poiché la suddetta proposta di legge verte su materia identica a quella della proposta di legge n. 126, la presidenza ne ha disposto l'abbinamento ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del regolamento. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.05.

COMITATO RISTRETTO

Martedì 23 settembre 2008.

Disposizioni concernenti l'impiego di farmaci psicotropi per la cura dei bambini e degli adolescenti.
C. 126 Bocciardo e C. 1414 De Angelis.

Audizione informale di rappresentanti dell'Istituto superiore di sanità, della Società italiana di pediatria, della Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza e del Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi.

L'audizione informale è stata svolta dalle 12.05 alle 13.10.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 23 settembre 2008. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO.

La seduta comincia alle 13.10.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949, relativo all'adozione di un emblema aggiuntivo.
C. 1628 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Sull'ordine dei lavori.

Giuseppe PALUMBO, presidente, avverte che la III Commissione deve concludere l'esame del provvedimento in titolo nella seduta già convocata in data odierna, alle ore 13.15. Propone pertanto un'inversione dell'ordine del giorno, in modo da procedere immediatamente all'espressione del prescritto parere, fermo restando che l'esame in sede consultiva dei restanti provvedimenti avrà luogo a partire dalle 15.

La Commissione concorda. Inizia quindi l'esame del provvedimento in titolo.

Nunzio Francesco TESTA (UdC), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere di competenza alla III Commissione sul disegno di legge in esame di ratifica ed esecuzione del III Protocollo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949, con cui viene data ufficialità ad un nuovo simbolo che, insieme ai due già utilizzati (la Croce rossa su fondo bianco e la Mezzaluna Rossa), rappresenterà le società facenti capo al Movimento internazionale delle Croci Rosse e delle Mezzelune Rosse (Comitato internazionale della Croce Rossa-CICR e Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa FICROSS). Il disegno di legge si compone di tre articoli. I primi due contengono, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione del citato Protocollo. L'articolo 3, invece, dispone l'entrata in vigore della legge per il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il disegno di legge in

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esame è accompagnato da una analisi tecnico-normativa (ATN) che ribadisce che scopo del Protocollo è quello di autorizzare l'utilizzo di un simbolo distintivo che, contrariamente a quelli della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, non possa essere erroneamente percepito come simbolo recante connotazioni politiche o religiose. Occorre ricordare che la prima Convenzione di Ginevra, del 1864, adottò come emblema una croce rossa. Fin dall'inizio esso fu interpretato e condiviso come un segno visibile dello status di neutralità e della protezione garantita dalla legge umanitaria internazionale al personale dei servizi medici delle forze armate così come ai volontari delle Società di soccorso ai feriti militari. L'adozione di un unico simbolo distintivo apparve, in quel momento, la migliore soluzione per garantire tale protezione. Nonostante ciò, alla fine del XIX secolo, iniziavano ad essere usati, in alternativa, anche altri due segni distintivi: una mezzaluna rossa e un leone rosso con un sole su fondo bianco, quest'ultimo utilizzato per un periodo solamente dall'Iran che lo ha da lungo tempo dismesso. Preso atto del fatto compiuto, la Convenzione di Ginevra del 27 luglio 1929 ha conferito il riconoscimento internazionale a questi due ulteriori simboli, decisione in seguito confermata nella successiva Convenzione del 12 agosto 1949. La prima Convenzione di Ginevra del 1949, all'articolo 38, afferma con chiarezza, e in maniera inequivocabile, un principio di grande importanza: l'individuo che soffre ed è senza difesa, deve essere aiutato, sia che sia un amico sia che sia un nemico, e questo senza distinzione di nazionalità, razza, religione, classe e opinioni. Nonostante questo, in alcuni contesti, gli emblemi sono talvolta erroneamente percepiti come non neutrali, anzi recanti connotazioni religiose o politiche. Questo è stato motivo di non poche difficoltà per il Movimento Internazionale, tanto che alcuni Stati e alcune Società di soccorso hanno rifiutato di adottare gli emblemi già in uso, asserendo l'impossibilità a riconoscersi in essi, non consentendo conseguentemente il riconoscimento universale del Movimento. Per tutto quanto finora rappresentato, le Alte Parti contraenti delle Convenzioni di Ginevra, nel corso di una conferenza diplomatica che si è svolta a Ginevra dal 5 all'8 dicembre 2005, hanno deciso di adottare un III Protocollo Aggiuntivo, che riconosce un ulteriore emblema composto da un quadrato rosso poggiato su una punta, su sfondo bianco. La forma e il nome di questo emblema addizionale («cristallo rosso») sono il frutto di un lungo processo di selezione che aveva il compito di individuare un simbolo assolutamente non riconducibile a qualunque altro simbolo religioso o politico e, per ciò stesso, utilizzabile in tutto il mondo. Il cristallo rosso non rimpiazzerà la croce rossa o la mezzaluna, ma costituisce semplicemente una ulteriore opzione. Il III Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 1949, entrato in vigore il 14 gennaio 2007, è composto da un Preambolo e da 17 articoli. Con l'articolo 1 viene stabilito che il campo di applicazione del III Protocollo è il medesimo di quello cui si applicano le disposizioni relative agli emblemi contenuti nelle quattro Convenzioni di Ginevra e nei due Protocolli Aggiuntivi, che vengono pertanto ribadite. Con l'articolo 2 viene dato riconoscimento al nuovo emblema, denominato «Emblema del III Protocollo», ma comunemente conosciuto come «Cristallo Rosso». L'articolo 3 consente alle Parti contraenti che decideranno di utilizzare l'emblema del III Protocollo, di incorporare all'interno del riquadro rosso uno degli emblemi riconosciuti dalle Convenzioni stesse. L'articolo 4 autorizza l'uso del nuovo emblema, in casi eccezionali, da parte del personale del CICR e della FICROSS. L'uso temporaneo è concepito per aumentare la tutela di tale personale che si dovesse trovare in circostanze particolarmente pericolose. Nel corso delle missioni svolte sotto l'egida dell'ONU, il personale medico o religioso che vi prende parte può utilizzare, con il consenso degli Stati che partecipano alla missione, uno qualunque degli emblemi distintivi che quindi, attualmente, sono: la croce rossa, la mezzaluna rossa, il leone e il sole rosso

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e, da ultimo, il cristallo rosso (articolo 5). L'articolo 6 rinvia, poi, alle Parti contraenti l'adozione di misure necessarie per prevenire e reprimere l'abuso degli emblemi, mentre l'articolo 7 pone l'accento sulla importanza della diffusione della conoscenza del nuovo simbolo affinché venga riconosciuto e rispettato dalle forze armate di tutti i paesi e dalla popolazione civile. Gli articoli da 8 a 17 contengono le clausole finali e di rito. Il valore politico e simbolico del Protocollo Aggiuntivo in esame è di non trascurabile portata, considerata la possibilità di riunire sotto lo stesso emblema le organizzazione nazionali facenti capo agli Stati firmatari ed in tutto facendo salvo e non pregiudicando in alcun modo il riconosciuto diritto delle Parti di continuare ad utilizzare gli emblemi già esistenti. Con il III Protocollo, le Alte Parti contraenti, nel ribadire le disposizioni delle Convenzioni di Ginevra e dei relativi Protocolli Aggiuntivi, dispongono una sostanziale integrazione al fine di rafforzarne il carattere universale ed il valore protettivo. Rispetto alla ratifica ed esecuzione del Protocollo in esame, ritiene pertanto doverosa la formulazione di una proposta di parere favorevole.

Laura MOLTENI (LNP) dichiara di comprendere le delicate tematiche di ordine religioso e diplomatico sottese al provvedimento in esame. Esprime preoccupazione in ordine al futuro dell'utilizzo o meno del tradizionale simbolo della Croce rossa in campo bianco, in quanto il valore di questo simbolo è profondamente radicato nella tradizione storica e culturale del nostro Paese. Auspica che, specie in Italia, il simbolo della Croce rossa in campo bianco continui ad essere ampiamente utilizzato. Prende atto che nel provvedimento in esame la proposta di adottare il simbolo del Cristallo rosso è intesa solo come simbolo aggiuntivo e non sostitutivo. Si rende conto, tuttavia, che la Commissione è chiamata semplicemente ad esprimere un parere su un disegno di legge di ratifica di un accordo internazionale, rispetto al quale, evidentemente, non è possibile introdurre modifiche.

Lucio BARANI (PdL) desidera ringraziare il relatore per l'ampia illustrazione del provvedimento, preannunciando voto favorevole sulla sua proposta di parere.

Carlo CICCIOLI (PdL), premesso che esprimerà voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, si dichiara assai perplesso sulla logica che lo ispira, improntata alla volontà di cancellare ogni riferimento ad identità culturali o religiose. Pur comprendendo, infatti, che in particolari contesti la misura in esame può rivelarsi utile sotto il profilo pratico, ritiene che essa esprima un atteggiamento culturale criticabile.

Paola BINETTI (PD) invita il relatore a valutare l'opportunità di inserire, nella proposta di parere, un riferimento all'auspicio che non sia ridotto il ricorso al simbolo tradizionale della Croce rossa.

Laura MOLTENI (LNP) esprime apprezzamento per il fatto che alle sue preoccupazioni si siano aggiunte quelle di diversi colleghi. Ribadisce quindi l'auspicio che non sia disperso il valore di un simbolo profondamente radicato nella tradizione storica e culturale del Paese quale quello della Croce rossa su fondo bianco.

Luisa BOSSA (PD), pur comprendendo le preoccupazioni espresse dai colleghi sulle questioni relative all'identità culturale che si esprime nei simboli, dichiara di ritenere preferibile la proposta di semplice parere favorevole formulata dal relatore, sottolineando come la ratio del provvedimento in oggetto risponda ad una logica inclusiva e non di contrapposizione agli altri simboli esistenti.

Carmine Santo PATARINO (PdL) dichiara di condividere la proposta avanzata dalla collega Binetti, sottolineando i rischi sottesi a un'impostazione culturale che non presta attenzione alla difesa delle identità.

Nunzio Francesco TESTA (UdC), relatore, comprende le perplessità e le preoccupazioni

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espresse dai colleghi. Sottolinea, peraltro, che il provvedimento in esame lascia ai singoli Paesi la possibilità di inserire, all'interno dei simboli riconosciuti a livello internazionale, propri simboli culturali, religiosi o nazionali. Ribadisce pertanto la sua proposta di parere favorevole.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta, sospesa alle 13.30, è ripresa alle 15.15.

DL 137/2008: Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università.
C. 1634 Governo.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere alla VII Commissione il parere di competenza sul disegno di legge in titolo, che reca conversione in legge del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137: Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università. Al riguardo, fa presente che il comma 433 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ha modificato le modalità d'accesso alle scuole di specializzazione medica e, in particolare, ha stabilito che potessero presentare domanda per l'ammissione a dette scuole anche gli studenti iscritti all'ultimo anno del corso di laurea in medicina e chirurgia che dovessero ancora sostenere la sola prova finale per il conseguimento del titolo di laurea. Tale innovazione ha notevolmente appesantito le procedure per l'ammissione alle scuole di specializzazione medica a causa della quantità rilevante di domande presentate, tra cui, naturalmente, quelle degli studenti che non riescono a conseguire la laurea e la successiva abilitazione alla specializzazione in tempo utile. L'articolo 7 del decreto-legge in esame, che rappresenta l'unica norma rientrante nello specifico ambito di competenza della Commissione, pone rimedio a tale situazione, prevedendo che i requisiti indispensabili per accedere alla scuola di specializzazione medica sono la laurea in medicina e chirurgia e la successiva abilitazione, potendo quest'ultima soltanto essere conseguita fino alla data di inizio effettivo del corso di specializzazione. A suo avviso, tale disposizione ridurrà notevolmente gli oneri amministrativi, organizzativi e gestionali prodotti dal citato comma 433. Annuncia, pertanto, la presentazione di una proposta di parere favorevole.

Giuseppe PALUMBO, presidente, si domanda se il provvedimento in esame non rischi di penalizzare di fatto chi consegue il titolo di laurea nella sessione straordinaria dell'anno accademico precedente e dunque, in pratica, nel mese di febbraio dell'anno successivo.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, chiarisce che la norma in esame si limita a prevedere che la laurea, in quanto requisito per l'accesso alla specializzazione, deve essere posseduta al momento della domanda, mentre, per quanto concerne l'abilitazione, si ritorna alla situazione precedente alla legge finanziaria per il 2008 e, dunque, essa potrà essere conseguita fino alla data di effettivo inizio dei corsi di specializzazione.

Marco CALGARO (PD) ritiene che la disposizione illustrata dal relatore sia condivisibile.

Luisa BOSSA (PD) concorda con il collega Calgaro, ritenendo che la procedura vada comunque incontro alle esigenze dei laureati in medicina.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, ritiene che, se vi è l'accordo di tutti i colleghi, la Commissione possa procedere

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all'espressione del parere già nella seduta odierna.

Livia TURCO (PD) ritiene che la valutazione del provvedimento in esame da parte della Commissione debba estendersi all'impatto sociale del provvedimento nel suo complesso e non limitarsi all'articolo 7, che pure attiene più strettamente alle competenze della Commissione.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, osserva che, a suo avviso, l'unica disposizione rientrante nell'ambito di competenza della Commissione è, a rigore, proprio quella da lui illustrata e contenuta nell'articolo 7.

Luisa BOSSA (PD), premesso che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere sul provvedimento in esame, sottolinea che esso ha un impatto sociale molto forte su milioni di famiglie. Ricorda, in particolare, due recenti dichiarazioni del ministro Gelmini che sono, a suo avviso, in contraddizione tra loro. Il ministro ha infatti dichiarato di voler riportare l'orario scolastico al solo orario antimeridiano e, contemporaneamente, di non voler cancellare il tempo pieno. In proposito, ricorda che l'orario scolastico antimeridiano tradizionale fu superato già con la legge n. 148 del 1990, allorché l'allora ministro Falcucci comprese l'evoluzione in corso nella società italiana e la necessità di elevare la qualità dell'istruzione e, al tempo stesso, di consentire alle donne di svolgere un'attività lavorativa. I provvedimenti del ministro Gelmini in materia di istruzione alludono a una retorica del ritorno all'antico che nasconde una vera regressione del sistema scolastico. In particolare, la sostanziale abolizione del tempo pieno, che a suo avviso non potrà continuare ad essere garantito alle famiglie, creerà problemi alle donne lavoratrici, specie nelle regioni settentrionali, e, al Sud, avrà conseguenze negative per i bambini. Si tratta pertanto di un decreto-legge che accentua le sperequazioni tra Nord e Sud e tra le famiglie che possono permettersi di sostenere economicamente attività formative e ricreative per i propri figli e quelle che non hanno tale possibilità. Denuncia pertanto la logica regressiva e discriminatoria che ispira il provvedimento.

Rocco GIRLANDA (PdL) dissente profondamente dall'intervento della collega Bossa, a sentire il quale sembra che tutti i problemi del meridione dipendano dal ritorno alla figura del maestro unico. Sottolinea quindi che l'articolo del provvedimento in esame, pur prevedendo di norma un orario scolastico antimeridiano, consente alle singole scuole l'ampliamento di tale orario sulla base delle esigenze delle famiglie. Sottolinea infine l'importanza della riforma della scuola portata avanti dal Governo e, in particolare, del ritorno al maestro unico.

Carlo CICCIOLI (PdL) dichiara di concordare con il relatore sull'individuazione delle disposizioni di competenza della Commissione e rileva l'ampio accordo riscontrabile in Commissione sull'articolo 7.

Marco CALGARO (PD) rileva che anche l'articolo 7, concernendo in definitiva la formazione dei medici, non sembra strettamente di competenza della Commissione e che, comunque, nulla impedisce che la Commissione valuti tutte le ricadute sociali del provvedimento in esame.

Giuseppe PALUMBO, presidente, ricorda che la specializzazione medica rientra nello specifico ambito di competenza della Commissione. Concorda peraltro con l'onorevole Calgaro nel ritenere che nulla osti all'esame da parte della Commissione di tutti i profili sociali del provvedimento in esame.

Marco CALGARO (PD) preannuncia la presentazione di una proposta di parere alternativa sull'insieme del provvedimento in titolo.

Carlo CICCIOLI (PdL) ribadisce che le scuole di specializzazione medica rientrano

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nello specifico ambito di competenza della Commissione.

Vittoria D'INCECCO (PD) si chiede perché, allora, la Commissione non possa in questa sede occuparsi dei problemi connessi al numero chiuso nell'accesso alle scuole di specializzazione medica.

Giuseppe PALUMBO, presidente, osserva che tale aspetto non è trattato dal decreto-legge in esame.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, osserva che il problema sollevato dalla collega D'Incecco è rilevante, sebbene dipenda in gran parte da normative europee. Esso dovrà essere comunque oggetto di approfondimento. Chiede infine al presidente di valutare l'opportunità di sospendere brevemente la seduta, per dar modo ai gruppi di opposizione di presentare eventuali proposte di parere alternative e alla Commissione di approvare il prescritto parere già nella seduta odierna.

Giuseppe PALUMBO, presidente, rileva che il problema sollevato dalla collega D'Incecco è non solo rilevante, ma anche complesso, poiché gli specifici diritti e doveri che caratterizzano il rapporto di lavoro degli specializzandi non sembrano separabili dall'attribuzione di un corrispettivo economico, il quale porta con sé l'esigenza di una limitazione dei posti a disposizione. Ricorda altresì che alcune scuole di specializzazione medica non arrivano a coprire tutti i posti disponibili, mentre altre non riescono ad accogliere tutte le domande. Si tratta comunque di un problema che va al di là del decreto-legge in esame.

Livia TURCO (PD) ritiene che per i gruppi di opposizione sia preferibile che la Commissione proceda all'espressione del parere nella seduta già convocata per la giornata di domani.

Giuseppe PALUMBO, presidente, accogliendo i rilievi della collega Livia Turco, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

Giuseppe PALUMBO, presidente, avverte che le Commissioni riunite I e V non concluderanno l'esame degli emendamenti riferiti al disegno di legge n. 1441-bis del Governo prima delle 17. Sospende pertanto la seduta, che riprenderà, presumibilmente, intorno alle 17.30.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 17.40.

Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria.
C. 1441-bis Governo.

(Parere alle Commissione riunite I e V).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Giuseppe PALUMBO, presidente, avverte che è pervenuto il testo del disegno di legge in titolo, come risultante dagli emendamenti approvati dalle Commissioni riunite I e V.

Lucio BARANI (PdL), relatore, illustra i contenuti dell'articolo 30, commi 1 e 2, nel testo risultante dagli emendamenti approvati in sede referente. Formula quindi una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato).

Anna Margherita MIOTTO (PD) ritiene che il nuovo articolo 30 del provvedimento in esame costituisca un piccolo imbroglio. Il Governo, infatti, è dovuto recedere dalla proposta originaria di abolizione delle indennità a favore delle farmacie rurali. Con l'occasione, la maggioranza ha deciso di rivedere completamente il ruolo di tutte le farmacie, invadendo pesantemente la competenza legislativa regionale e stabilendo, alla lettera e) del comma 1, che ciò avvenga senza oneri aggiuntivi. Allo stesso tempo, si conferma la sottrazione di risorse a danno delle farmacie rurali. Rileva infine che le modalità e i tempi con cui le

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disposizioni in discorso sono state inserite nel provvedimento rappresentino un'umiliazione del Parlamento e, in particolare, della Commissione, che viene completamente scavalcata in una rilevante decisione di sua competenza.

Livia TURCO (PD) annuncia che il suo gruppo non parteciperà al voto sulla proposta di parere del relatore per una questione etica che concerne il rispetto della funzione parlamentare. Un membro del Parlamento, infatti, deve essere in grado di conoscere le disposizioni su cui è chiamato a pronunciarsi, specie quando, come in questo caso, si riscrive completamente la disciplina del settore farmaceutico. Esprime pertanto forte disagio per un modo di procedere che, a suo avviso, contrasta con l'esercizio serio e responsabile della funzione parlamentare.

Domenico DI VIRGILIO (PdL) ritiene fondati i rilievi di carattere procedurale della collega Livia Turco e chiede al presidente di verificare la possibilità di una posticipazione del termine per l'espressione del parere e di esprimere al Presidente della Camera il disagio di tutta la Commissione per l'esiguità del tempo a disposizione, a fronte di norme tanto ampie e rilevanti. Dissente invece dalle considerazioni della collega Miotto sul rispetto delle competenze regionali, ritenendo che le farmacie svolgano un ruolo essenziale nella prestazione di servizi di rilevanza nazionale.

Giuseppe PALUMBO, presidente, riconosce che i contenuti del nuovo articolo 30 del provvedimento in esame meriterebbero un maggior approfondimento e si impegna a verificare la possibilità di procrastinare il termine per l'espressione del parere. Si impegna altresì a scrivere al Presidente della Camera per segnalare il disagio espresso da diversi colleghi a fronte di un'obiettiva esiguità dei tempi a disposizione.

Antonio PALAGIANO (IdV) annuncia che, se non sarà procrastinato il termine per la presentazione del parere, anche il suo gruppo non parteciperà al voto, in quanto la materia in discussione richiede un esame assai più approfondito.

Paola BINETTI (PD) osserva che il nuovo testo dell'articolo 30, oltre a incidere profondamente sull'organizzazione del sistema farmaceutico, ridisegna il profilo culturale del farmacista, attribuendogli funzioni e compiti su cui sarebbe opportuna una più ampia riflessione.

Laura MOLTENI (LNP) esprime perplessità per i tempi ristretti di cui dispone la Commissione e ritiene che, anche alla luce della prossima introduzione del federalismo fiscale, sia necessario un maggiore approfondimento delle disposizioni in discorso. Si associa pertanto alla richiesta di rinvio del termine per l'espressione del parere.

Giovanni Mario Salvino BURTONE (PD) condivide le perplessità di metodo e di merito espresse dai colleghi dell'opposizione. Rileva quindi che la tematica in discussione investe in modo rilevante le competenze della Commissione e che essa deve pertanto essere approfondita, anche con riguardo ai problematici profili concernenti il finanziamento delle nuove funzioni attribuite alle farmacie.

Alessandra MUSSOLINI (PdL) ritiene grave che la Commissione non sia stata in alcun modo coinvolta nella definizione di norme tanto rilevanti e chiede al presidente di attivarsi affinché simili episodi non abbiano a ripetersi.

Giuseppe PALUMBO, presidente, ribadisce di condividere le considerazioni svolte dai colleghi sul ruolo della Commissione e sui tempi di esame del provvedimento in titolo. Ribadisce altresì l'intenzione di attivarsi affinché la Commissione possa disporre di tempi più ampi per l'espressione del parere, nonché l'intenzione di rappresentare tale situazione al Presidente della Camera. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 18.10.