CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 settembre 2008
56.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Giovedì 18 settembre 2008. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Intervengono il ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Aldo Brancher.

La seduta comincia alle 11.15.

Su un lutto del deputato Gianclaudio Bressa.

Donato BRUNO, presidente, comunica che il collega Bressa è stato colpito da un grave lutto: la perdita della moglie. A nome di tutta la Commissione, di cui è certo di interpretare i sentimenti, esprime i sensi della più sentita partecipazione al suo dolore.

Sulla pubblicità dei lavori.

Donato BRUNO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, concernente l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia.
C. 22 Zeller, C. 646 Cicu, C. 1070 Palomba, C. 1449 Gozi, C. 1491 Bocchino e C. 1507 Soro.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 17 settembre 2008.

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Pino PISICCHIO (IdV) si dice convinto che, sebbene formalmente la Commissione abbia di fronte sei diverse proposte di legge d'iniziativa parlamentare, l'esito dell'esame sia nella sostanza scontato, essendo noto l'orientamento, in materia di legge elettorale, del Governo e, in esso, del partito che esprime il ministro competente. Questo partito è impegnato in una battaglia storica e identitaria per il federalismo fiscale, ed in cambio dell'approvazione del federalismo fiscale ha concordato con l'altro partito di maggioranza la riforma della legge elettorale europea. Il Governo si appresta dunque ad assestare, sul fronte delle riforme istituzionali, due «colpi micidiali» destinati a influenzare in modo decisivo il futuro dei cittadini italiani.
Non intende soffermarsi sul federalismo fiscale, limitandosi ad osservare che il tema sembra tracciare nel Paese una frattura geografica, con una solidarietà trasversale del Nord. Quanto alla riforma della legge elettorale europea, prende atto che si alzerà la soglia di sbarramento al 5 per cento e si introdurranno le liste bloccate: i cittadini saranno quindi privati del diritto di scegliere i propri rappresentanti anche per il Parlamento europeo, così come lo sono già oggi per il Parlamento nazionale. Forse parlare di deriva antidemocratica di segno fascista è eccessivo, ma sicuramente può parlarsi di «democrazia docile», quella descritta dalla Urbinati: la democrazia docile rispetta formalmente le procedure, ma stravolge la sostanza dello Stato di diritto. Per la democrazia docile non fa scandalo, dunque, il fatto che siano i capi, e non il popolo, a «nominare» i deputati, i senatori e ora anche i parlamentari europei. Dopo l'approvazione della vigente legge elettorale nazionale si era sollevata un'ondata di civile indignazione ed anche il capo dello Stato aveva invitato la politica a rinnovare le leggi elettorali nel senso di consentire una scelta dal basso. La risposta è una riforma che, oltre ad espropriare l'elettore anche del diritto di scelta per il Parlamento europeo, innalza lo sbarramento al 5 per cento al fine di impedire ad un certo numero di partiti di ottenere la rappresentanza, e questo senza che si possa questa volta invocare l'esigenza della governabilità, dal momento che il Parlamento europeo non deve esprimere una maggioranza di governo ma solo una rappresentanza delle culture politiche più significative. L'effetto dell'applicazione di uno sbarramento così alto sarà, quasi certamente, quello di escludere dalla rappresentanza europea tutta l'area della cosiddetta «sinistra antagonista» oltre che la Destra di Storace, la cui presenza a Strasburgo non avrebbe creato alcun danno.
Si sofferma poi sulla tesi, sostenuta dal relatore, secondo cui, essendo opportuno che al Parlamento europeo vadano i migliori, è meglio che i candidati siano selezionati dai capi, e non dall'elettorato, che evidentemente non si ritiene in grado di compiere scelte giudiziose: questa tesi, che evoca suggestioni pericolosamente elitarie, è uno degli argomenti portati dal relatore a favore dell'eliminazione del diritto di scelta da parte del corpo elettorale; l'altro è che la preferenza sarebbe patogena, corruttiva, strumento di lobby e di criminali organizzati. Si tratta, a suo avviso, di tesi insostenibili dal punto di vista della democrazia repubblicana. È vero che in Europa nove Paesi su venticinque utilizzano liste bloccate, ma in quei Paesi esistono forme di riequilibrio democratico, esistono contrappesi che garantiscono la scelta da parte dei cittadini: siano le elezioni primarie o le elezioni interne di partito. Queste garanzie in Italia non esistono: non esiste una disciplina giuridica del partito politico; vige il dominio assoluto e indiscusso dei capi e nessun diritto per i militanti e per i dirigenti. Gli stessi parlamentari eletti, che l'articolo 67 della Costituzione vorrebbe liberi dal vincolo di mandato, sono in realtà vincolati dalle oligarchie che li hanno nominati, e questo perché oggi la presenza in Parlamento dipende dalla volontà del capo e non dal consenso del

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corpo elettorale. In sostanza, si chiede al popolo italiano di fidarsi dei capi e lasciar loro fare; ma fidarsi non è possibile.
Esprime quindi il timore che l'obiettivo sia proprio quello di una democrazia «docile», di un popolo imbonito dalla comunicazione televisiva, di un corpo elettorale ammaestrato dal marketing politico, per il quale alla fine non sia motivo di scandalo che si faccia strame dei principi di base della rappresentanza e che l'accesso alle cariche pubbliche sia riservato ai più fedeli, ai meno dotati - in totale spregio del merito, di cui pure si parla tanto - e ai ricchi: ai ricchi, perché, con le liste bloccate, è spesso il censo a selezionare le candidature. Forse non sarà fascismo, questo, ma non è inutile ricordare che una legge elettorale simile la volle Mussolini per consolidare il suo regime: la «legge Acerbo», che però almeno offriva al popolo la possibilità di cancellare dalla lista bloccata gli indesiderati. Le liste bloccate del centrodestra, dunque, sono peggio.
Per questo, preannuncia, da parte del suo gruppo, l'impegno, in Parlamento e nel Paese, a chiamare gli italiani a riflettere sulle derive della democrazia docile.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifica della denominazione e delle competenze del Comitato parlamentare di cui all'articolo 18 della legge 30 settembre 1993, n. 388.
C. 1446 Boniver.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 17 settembre 2008.

Sandro GOZI (PD) chiarisce che la proposta di legge in esame, della quale è tra i presentatori, nasce dall'esigenza di aggiornare le competenze del cosiddetto Comitato Schengen al mutamento intervenuto nel quadro normativo comunitario negli ultimi anni. Fa presente che dal 1993 ad oggi si è venuta a creare, nell'ambito delle attività europee, una sorta di zona d'ombra che sfugge al controllo sia dei Parlamenti nazionali che del Parlamento europeo e che riguarda, in particolare ma non solo, la materia dell'immigrazione: una materia che, a livello di controllo parlamentare, coinvolge la competenza di più Commissioni permanenti, sotto diversi profili, ma per la quale manca una sede unitaria di raccordo e di confronto. Le questioni dell'immigrazione hanno tuttavia, oggi più che mai, una valenza di politica internazionale, per cui è utile avere una sede parlamentare di controllo e di riflessione che superi le frammentazioni, fermo restando che la competenza ad adottare atti di indirizzo politico o ad esaminare provvedimenti normativi rimarrebbe in capo alle Commissione permanenti. D'altra parte, lo stesso trattato di Lisbona, che l'Italia ha ratificato e di cui si auspica l'entrata in vigore, invita i Parlamenti nazionali ad organizzarsi per rafforzare il controllo su ambiti di attività connessi a quelli oggi rientranti nella competenza del Comitato Schengen. La riforma delle competenze del Comitato, pertanto, preparerebbe fin d'ora l'Italia ad affrontare i compiti che l'Unione europea si accinge ad affidare agli Stati.
Auspica pertanto che il provvedimento possa essere approvato con accordo unanime.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione del «Giorno della memoria dei militari italiani caduti per la pace».
C. 139 Ascierto e C. 549 Bertolini.

(Seguito dell'esame e rinvio).

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La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 17 settembre 2008.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 11.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Giovedì 18 settembre 2008.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.35 alle 11.45.