CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 settembre 2008
55.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Mercoledì 17 settembre 2008. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato dello sviluppo economico Adolfo Urso.

La seduta comincia alle 10.10.

Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia.
C. 1441-ter Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta di ieri.

Andrea GIBELLI, presidente, avverte che la seduta odierna della Commissione sarà sospesa alle ore 11 e riprenderà alle 13.30 per consentire ai deputati del Popolo della libertà di partecipare ad una riunione del loro gruppo.

Gianluca BENAMATI (PD) sottolinea che in questo primo intervento concentrerà la propria attenzione sugli articoli 15, 16, 17 e 18 del provvedimento volti a riavviare l'attività di produzione di energia elettrica nucleare in Italia. Ricorda che le disposizioni in materia di nucleare recentemente approvate con la conversione del decreto-legge n. 112 del 2008, prevedono la riunione nel 2009 di una Conferenza nazionale dell'energia e dell'ambiente che dovrà definire le strategie energetiche nazionali. Osserva che il disegno di legge dovrebbe recare misure sui seguenti quattro punti, indispensabili per ricostituire il sistema nucleare dotandolo delle adeguate competenze di gestione: individuazione di un'autorità di sicurezza per tutte le diverse fasi di realizzazione e di gestione degli impianti nucleari; affidamento di compiti di supporto al Governo nell'elaborazione delle scelte sul nucleare ad uno o più soggetti tecnico-scientifici, quali l'Enea e altri enti di ricerca; trattamento e deposito delle scorie mediante l'uso di tecnologie avanzate; iniziative di formazione specifica di laureati per il rilancio dell'attività nucleare.
Con riferimento all'articolo 15, recante delega al Governo per la definizione dei criteri di localizzazione dei siti nucleari e delle misure compensative da riconoscere

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alle popolazioni interessate, ricorda le numerose problematiche degli enti locali interessati dalla costruzione di impianti energia elettrica nucleare e dalla localizzazione di sistemi di stoccaggio di materiale radioattivo e ritiene che sarebbe opportuno prevedere in loro favore misure specifiche.
Con riferimento all'articolo 16, osserva che l'attribuzione al Governo della definizione delle tipologie di impianti di produzione di energia elettrica nucleare che possono essere realizzati sul territorio nazionale contrasta con i principi di giusta concorrenza sul mercato. Ricordato che negli Stati Uniti il Governo individua i criteri cui devono attenersi tutti gli impianti nucleari, mentre la NRC esercita funzioni di controllo sui sistemi, ritiene che nel provvedimento in esame si dovrebbero più opportunamente individuare i criteri di corretto funzionamento degli impianti.
Con riferimento all'articolo 17, richiama l'attenzione sul ruolo anomalo che sembra assumere l'Agenzia per l'attrazione degli investimenti che affianca a competenze per realizzazione degli impianti nucleari in termini prossimi, funzioni di ricerca e sviluppo e incentivazioni per questo tipo di sistemi. Ritiene eccessiva questa sovrapposizione di competenze in capo all'Agenzia per l'attrazione degli investimenti.
Infine, relativamente all'articolo 18, giudica incongruo attribuire tutte le controversie concernenti il settore dell'energia al tribunale amministrativo regionale del Lazio.

Anna Teresa FORMISANO (UdC) sottolinea l'importanza del coinvolgimento delle università e degli enti di ricerca, quali l'Enea, in un'attività di monitoraggio costante di questa fase di rilancio del nucleare in Italia, anche al fine di richiamare in patria numerosi valenti ricercatori attualmente impegnati all'estero. Preannuncia, quindi, la presentazione di proposte emendative in questo senso.

Matteo COLANINNO (PD), preannuncia un intervento focalizzato sul tema dell'internazionalizzazione del sistema produttivo, argomento particolarmente sentito dalle imprese e denso di criticità. Rileva anzitutto che negli ultimi anni, pur con una percentuale di crescita del PIL prossima allo zero, e nonostante le voci che davano il sistema delle imprese italiane per spacciato di fronte alla concorrenza globale, esso ha nel concreto mostrato una capacità di resistenza notevole; tra il 1999 e il 2005 - pur perdendo quote di mercato nel commercio internazionale - le imprese italiane sono riuscite a crescere in valore assoluto più delle imprese di ogni altro Paese dell'UE. Questo dato testimonia di un grande potenziale del sistema imprenditoriale, in particolare in termini di export.
Il dato che ritiene importante focalizzare è che le imprese hanno realizzato questa importante performance in totale solitudine, senza alcun aiuto dal sistema-Paese, né dalla politica.
Oggi, di fronte a quella che può essere definita la seconda era della globalizzazione, caratterizzata da una feroce difesa dei singoli sistemi nazionali, diviene necessario invece che la politica guidi a medio termine il processo, intervenendo sui grandi snodi strategici: permane infatti in Italia un certo provincialismo, un diffuso approccio «fai da te» che punta sulle capacità e sull'inventiva del singolo imprenditore più che sulla capacità espansiva del sistema complessivo. Da questo punto di vista, riterrebbe opportuno prevedere una incentivazione di carattere fiscale per le piccole imprese che si aggregano, per raggiungere una «massa critica».
Infine, ritiene opportuno segnalare alcune criticità di sistema: le risorse destinate agli investimenti sono disperse in una serie di interventi frammentari e che si sovrappongono; per quanto concerne l'internazionalizzazione, le rappresentanze diplomatiche italiane sono fortemente concentrate nei Paesi europei e sono del tutto assenti ad esempio in Asia, laddove esistono potenzialità importanti di mercati in espansione.

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Santo Domenico VERSACE (PdL), esprime anzitutto condivisione su buona parte dell'intervento effettuato dal collega Colaninno: in particolare ritiene che l'ultima notazione metta in luce la tendenza, tutta italiana, a continuare a considerare «estero» anche i Paesi europei, che al contrario dovrebbero essere considerati quali regioni di un'unica nazione europea, permettendo di concentrare le rappresentanze diplomatiche in Paesi realmente stranieri, in particolare laddove è in atto - si riferisce ai Paesi asiatici - uno sviluppo tumultuoso. Già nell'intervento di ieri aveva messo in luce, e ora lo ribadisce, che i vari enti e strutture che si occupano di promozione industriale all'estero (Ministeri, rappresentanze diplomatiche, ICE, camere di commercio, SIMEST, eccetera) finiscono con il sovrapporsi e ostacolarsi, mentre sarebbe di tran lunga preferibile e più funzionale, oltre che meno oneroso, l'esistenza di un unico organismo con capacità di coordinare i vari interventi.
Riterrebbe, inoltre, necessario intervenire decisamente con la leva fiscale per favorire l'internazionalizzazione del sistema produttivo, defiscalizzando, sul modello danese, i prodotti, o gli utili sui prodotti, che l'impresa esporta; questo consentirebbe di dare davvero respiro all'imprenditoria italiana più genuina, quella che compete globalmente sul mercato, con la creatività e con l'innovazione, e che non è seconda a nessuno nel mondo, ed ha, a suo parere, solo bisogno di un sistema razionalizzato e funzionale, ove sia attuata ad esempio una seria lotta all'evasione fiscale e alla corruzione.

La seduta, sospesa alle 10.55, riprende alle 13.30.

Giovanni SANGA (PD) osserva che all'articolo 3, relativo ai distretti produttivi e alle reti di impresa - articolo tra l'altro già approvato in sede di conversione del decreto-legge n. 112 del 2008 - vi è al comma 3, un generico riferimento alla semplificazione che dovrebbe essere applicata mediante regolamenti di delegificazione. Ritiene che, al riguardo, si pongano almeno tre questioni: il disegno di legge reca una serie di deleghe che potrebbero comportare una notevole dilatazione dei tempi; sul tema delle reti d'impresa e dei distretti produttivi sarebbe opportuno un maggiore confronto delle regioni e delle realtà territoriali all'interno del processo di riforma federale dello Stato; infine, non sono previste risorse per l'attuazione delle disposizioni relative alle reti d'impresa e ai distretti produttivi. Potrebbe quindi rivelarsi opportuno intervenire con apposite modifiche all'articolo 6-bis del richiamato decreto-legge n. 112 del 2008.
Per quanto riguarda gli interventi di reindustrializzazione previsti all'articolo 5, sottolinea che nella maggior parte delle regioni italiane il settore di offerta dei servizi ha superato quello della produzione industriale e che gli interventi del Governo dovrebbero essere orientati prevalentemente, o comunque anche, all'ambito dei servizi. Esprime altresì preoccupazione per il notevole ampliamento delle competenze dell'Agenzia per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa (ex Sviluppo Italia) che appare l'unico interlocutore del Governo per gli interventi di reindustrializzazione a favore dei quali, peraltro, non sono previste risorse finanziarie nel provvedimento in esame.

Ludovico VICO (PD) osserva preliminarmente che l'originario disegno di legge n. 1441, con particolare riferimento agli articoli 1, 2 e 75 (stralciati nel disegno di legge 1441-bis, attualmente all'esame delle Commissioni riunite I e V), è stato dotato di finanziamenti ingenti, anche se al momento non è possibile quantificarli. Sottolinea che gli articoli 1 e 2 rappresentano le scelte che il Governo in carica ha inteso fare per la concentrazione strategica degli interventi del Fondo per le aree sottoutilizzate e per il finanziamento degli interventi finalizzati al potenziamento della rete infrastrutturale di livello nazionale, prevedendo la centralizzazione delle risorse del CIPE non utilizzate al 31 dicembre 2008. Rilevato che l'articolo 75 prevede una nuova mission - a suo giudizio, impropria - per l'Agenzia per l'attrazione

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degli investimenti, sottolinea che le risorse previste dagli articoli in commento sono destinate per il 98 per cento al Mezzogiorno.
Con riferimento all'articolo 5 del disegno di legge n. 1441-ter, ritiene che si dovrebbe attribuire maggiore importanza alle aree interessate da crisi di settore e che le iniziative di riqualificazione con impatti significativi per la politica industriale nazionale, di cui alla lettera c) del comma 1, dovrebbero essere prevalentemente indirizzate al Mezzogiorno.
Sugli articoli 15, 16 e 17, rileva che non si fa alcun riferimento al decommissioning degli impianti nucleari né al sito nazionale di deposito delle scorie esistenti, argomenti di primaria importanza per il riavvio della produzione di energia elettrica nucleare. Esprime, infine, preoccupazione per l'eccessivo ampliamento delle competenze, soprattutto in materia di energia, dell'Agenzia per l'attrazione degli investimenti.

Alberto TORAZZI (LNP) ritiene opportuno modificare l'articolo 18 del provvedimento che accentra nel tribunale amministrativo regionale del Lazio le competenza di tutte le controversie attinenti al settore dell'energia, limitando l'accentramento al settore dell'energia nucleare. Ritiene che nel settore delle imprese l'Italia dovrebbe prendere a riferimento il modello tedesco di sviluppo del prodotto riducendo la distanza tra la fase di progettazione e quella di produzione. Sottolinea, quindi, che in Italia sono carenti gli investimenti sui sistemi di misurazione e di collaudo e che si dovrebbero introdurre incentivi e adeguati percorsi formativi di manodopera specializzata, soprattutto attraverso un efficace collegamento tra scuole professionali e mondo produttivo. Ritiene, infine, che si dovrebbero prevedere misure di tutela delle imprese italiane da operazioni di dumping sociale e ambientale, con particolare riferimento ai prodotti provenienti dalla Cina.

Erminio Angelo QUARTIANI (PD), sottolinea che la struttura generale del disegno di legge all'esame della Commissione ne rivela un'impronta unitaria caratterizzata da una sorta di regressione centralizzatrice che contrasta con le politiche - sia di politica industriale che di politica energetica - dell'ultimo quindicennio. Questa tendenza all'accentramento, verso le strutture ministeriali, verso l'Agenzia per l'attrazione degli investimenti, e perfino, per le controversie di carattere giurisdizionale, verso il TAR del Lazio, rivela un atteggiamento burocratico e poco produttivo, poiché non coinvolge né i soggetti destinatari delle politiche, né le regioni e gli enti locali. Sottolinea che tale mancanza di interlocuzione appare una versa forzatura, in particolare in relazione alle disposizioni in materia di politica energetica finalizzata alla reintroduzione del nucleare, anche in considerazione della totale assenza di una Agenzia autonoma per la sicurezza: non sembra davvero questo il modo migliore per reintrodurre una politica del nucleare civile nel Paese! Ritiene che il Governo faccia una forzatura demagogica sulla materia, ipotizzando che entro il 2020 l'energia nucleare possa fornire il 25 per cento del fabbisogno energetico nel Paese, mentre è sua opinione che, a quella data, non una sola centrale sarà realizzata; mentre si proclama la necessità del nucleare non si tiene conto che non si è costruito da anni in Italia neppure un nuovo rigassificatore e che, in caso di emergenze di qualche tipo, il paese non sarà attrezzato. Le vere priorità, quindi, non sono affrontate mentre gli obiettivi riposti nel nucleare sono irraggiungibili: occorreva almeno puntare sulle energie rinnovabili, perlomeno in una fase transitoria, anche in considerazione degli obblighi dell'Italia nei confronti dell'Europa. Questa confusione di intenti non riuscirà nemmeno ad indirizzare con univocità il mondo produttivo verso settori definiti; inoltre, riscontra nel complesso del testo una totale mancanza di progettualità in materia di liberalizzazioni.

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In relazione ai rilievi formulati preannuncia la sua forte opposizione al disegno di legge in esame.

Andrea GIBELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame.

La seduta termina alle 14.45.

COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 17 settembre 2008.

Nuova disciplina dei titoli e dei marchi di identificazione dei metalli preziosi.
C. 326 Stefani e C. 1010 Raisi.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.45 alle 15.