CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 settembre 2008
54.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 16 settembre 2008.

Audizione di rappresentanti di organizzazioni sindacali, di associazioni di presidi e di insegnanti, di rettori e di docenti universitari, di associazioni di studenti, di associazioni di genitori, dell'INVALSI e dell'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, della Conferenza delle Regioni e Province autonome, di UPI e ANCI nell'ambito dell'esame del disegno di legge DL 137/08: Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università. C. 1634 Governo.

L'audizione informale è stata svolta dalle 9.35 alle 16.10.

Comunicazioni del Presidente.

Martedì 16 settembre 2008. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 17.10.

Valentina APREA, presidente, ringrazia la collega Di Centa, che ha inviato alla presidenza e a tutti i membri della Commissione i suoi saluti dalle Olimpiadi di Pechino.
Formula quindi le più vive congratulazioni agli atleti italiani che hanno partecipato alle Olimpiadi, tenendo alto il nome dell'Italia con la vittoria di molte medaglie. Esprime inoltre soddisfazione per il fatto che, durante il recente pellegrinaggio in Terra Santa con Monsignor Fisichella, la delegazione più ampia è risultata essere

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quella della Commissione Cultura della Camera dei Deputati. Segnala infatti che hanno preso parte al pellegrinaggio oltre alla presidente Aprea, i colleghi Frassinetti, Farina, Palmieri, Goisis, Capitanio Santolini, Ceccacci Rubino e Barbieri.

La seduta termina alle 17.15.

SEDE REFERENTE

Martedì 16 settembre 2008. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini.

La seduta comincia alle 17.15.

DL 137/08: Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università.
C. 1634 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo rinviato, da ultimo, nella seduta dell'11 settembre 2008.

Valentina APREA, presidente e relatore, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Ringrazia il Ministro Gelmini per la sua presenza. Saluta inoltre tutti i colleghi membri della Commissione, augurando loro una buona ripresa dei lavori dopo la pausa estiva.

Manuela GHIZZONI (PD) riterrebbe opportuno che il Ministro rispondesse innanzitutto ad alcune questioni preliminari emerse anche nel corso delle audizioni informali che hanno avuto luogo nella giornata odierna. Chiede al Ministro di spiegare per quale motivo alcune parti dell'annunciato disegno di legge «Gelmini» approvato il 1o agosto 2008, siano state trasferite in un decreto, approvato dal Consiglio dei ministri il 28 agosto ultimo scorso. Chiede inoltre di far conoscere alla Commissione i motivi che hanno indotto ad inserire nel detto decreto le norme relative sull'introduzione del maestro unico (e del tempo scuola a 24 ore), e sui libri scolastici, dopo l'avvenuta approvazione del Consiglio dei Ministri, così come si apprende dai comunicati stampa redatti per l'occasione. Riterrebbe inoltre opportuno, per il prosieguo dell'esame in sede referente che la norma contenuta nell'articolo 4 venisse inquadrata nel piano programmatico previsto dal decreto-legge n. 112. Ritiene infatti che se la norma sul maestro unico a 24 ore venisse approvata senza stretta connessione con il suddetto piano, ci si troverebbe in una sorta di delega in bianco al Governo rispetto alla modalità didattica della scuola primaria. Altrettanto dicasi per il tempo pieno nei confronti del quale le rassicurazioni verbali del ministro non possono dare certezza del suo mantenimento e tanto meno del suo potenziamento.

Il Ministro Maria Stella GELMINI ricorda che si è fatto ricorso al decreto-legge perché nel disegno di legge erano stati anticipati alcuni punti, che però è sembrato necessario al Governo applicare immediatamente, in quanto vi erano delle emergenze che richiedevano ciò. Ricorda ad esempio che la norma sull'educazione civica è di fondamentale importanza e che è stato anche richiesto un intervento specifico per quel che riguarda l'educazione civica dal Presidente della Repubblica.
Per quel che riguarda il voto in condotta, sottolinea che anche la norma relativa a ciò è estremamente urgente, in considerazione del fatto che si sono verificati recentemente troppi episodi di bullismo nelle scuole italiane.
Ritiene inoltre che la valutazione degli studenti attraverso voti numerici è necessaria per fare chiarezza, in quanto, affiancandosi al giudizio, permette di valutare meglio lo studente.
Per quel che riguarda il tema del caro libri, sottolinea che le norme introdotte sono importanti, in quanto consentono di far risparmiare le famiglie italiane, visti gli elevati costi dei libri.

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Ricorda inoltre che il maestro unico risponde a un fine pedagogico, soprattutto nei primi anni della scuola primaria e che attraverso l'introduzione del maestro unico si utilizzeranno meglio gli insegnanti.
Ricorda inoltre che il piano programmatico sarà concordato con le parti sociali e che l'obiettivo del piano sarà quello di razionalizzare l'impiego delle risorse, al fine di migliorare l'offerta formativa.

Rosa DE PASQUALE (PD) sottolinea che già erano pochi i 45 giorni previsti dall'articolo 64 del decreto-legge n. 112 per l'elaborazione del piano programmatico. Sottolinea che rispetto a tale previsione si sono accelerati letteralmente i tempi, cercando di intervenire sulla materia così complicata senza tener conto della necessità di avviare un confronto con le parti interessate. Ritiene infatti che con il provvedimento in questione vengano cancellati con un colpo solo tutta la ricerca e il percorso didattico-pedagogico prodotti negli ultimi vent'anni. Ritiene inoltre che sia giusto ridurre gli sprechi, ma che è necessario altresì capire esattamente dove i tagli vanno effettuati, anche perché altrimenti si allontanano i cittadini dalla politica. Sottolinea al riguardo che per quanto riguarda i tagli alla spesa sarebbe forse il caso che la classe politica per prima desse dei segnali concreti all'opinione pubblica. Ritiene inoltre inopportuno introdurre le fondazioni nel sistema scolastico, perché ciò minerebbe l'autonomia scolastica. Ritiene inoltre che il provvedimento in esame limiti i poteri degli enti locali, ponendosi quindi in contrasto con la politica federalista portata avanti dal Governo.

Fabio GARAGNANI (PdL) esprime pieno consenso al provvedimento. Sottolinea innanzitutto che gli insegnanti non possono contestare le scelte politiche coinvolgendo gli studenti, ricordando a tale proposito le proteste fatte in questi ultimi giorni negli istituti scolastici. Evidenzia che le riforme dovrebbero aumentare le possibilità di apprendere per gli studenti, ma che negli ultimi trent'anni le politiche portate avanti dai sindacati hanno comportato solo un aumento delle spese, al fine di creare occupazione senza aumentare il livello di formazione per gli studenti. Dà atto quindi al Ministro di essersi distanziato dalle politiche portate avanti negli ultimi trent'anni, durante i quali una gran parte dei docenti ha portato avanti idee faziose, senza contribuire alla crescita della scuola.
Condivide la norma sul maestro unico e quelle sul voto in condotta, perché giudica necessario dettare canoni di educazione importanti per gli studenti.
Esprime la convinzione che la scuola richieda figure professionali diverse dal passato.
Ricorda inoltre che in molti Paesi d'Europa si rispettano di più le gerarchie e che la società italiana chiede che ci sia maggiore disciplina.
Sottolinea inoltre l'importanza di valorizzare la tradizione culturale dello Stato italiano, ricordando che è stata portata avanti dal corpo docente, negli ultimi trent'anni, una strategia di svalutazione delle radici italiane e ricordando che anche altri Stati stanno cercando di rilanciare le loro tradizioni culturali.
Ringrazia il presidente per le audizioni svolte, ricordando però che forse sarebbe stato opportuno audire anche altre associazioni, perché il panorama non era completo.
Giudica valida l'idea di introdurre le fondazioni, dato che le stesse possono aumentare la qualità e la varietà della formazione.

Maria Letizia DE TORRE (PD) ritiene che le decisioni del Governo contenute nel decreto sono imposte senza un reale confronto con le parti sociali, con le famiglie e con gli altri soggetti, ad esempio esperti scientifici. Sottolinea che il decreto-legge non rientra nel programma di Governo ed è stato fatto senza seguire un filo logico, ma solo per motivi economici e di cassa. Non riconosce al provvedimento la possibilità di migliorare la qualità della scuola, ricordando che la scuola italiana creata

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dal Ministro Falcucci era diventata una scuola all'avanguardia.
Ritiene inoltre che con il decreto che si affrontino elementi parziali, senza guardare al complesso.
Per quel che riguarda il maestro unico, non ritiene che si possa semplicemente tagliare l'organico, anche se effettivamente i docenti sono tanti, in quanto esistono altri modi per risolvere i problemi.
Ritiene che non siano chiari i ruoli dei Ministri che devono occuparsi della scuola.
Giudica inoltre non pertinente il riferimento al Quaderno bianco della scuola di Padoa Schioppa, dato che quel tipo di programma era diverso dal provvedimento in esame.
Ritiene inoltre che la specializzazione nella scuola elementare sia importante, perché se non si conosce una materia non la si può insegnare.
Sottolinea che occorre far in modo che gli studenti siano sempre di più informati sulle tecnologie e non riportati indietro per quel che riguarda le modalità di insegnamento e che inoltre la riforma del maestro unico comporta svantaggi per i figli dei genitori separati.
Auspica infine che la maggioranza si dimostri più aperta al confronto nel prosieguo dell'esame.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) giudica il decreto in esame non una riforma della scuola, perché affronta solo questioni marginali.
Sottolinea che il Ministro Tremonti detta le strategie politiche del Paese in tutti i settori, ricordando che anche il sottosegretario Romani, in un'audizione svoltasi nella giornata odierna, ha sottolineato che vi è stata una riduzione delle somme messe a disposizione dalle emittenti private.
Sottolinea che i tagli alla scuola avranno ricadute negative su tutto il sistema, ricordando inoltre come formazione, programmi, merito, innovazioni, tecnologie siano i punti qualificanti di una vera riforma scolastica.
Sottolinea inoltre che lo studio dell'educazione civica è già previsto e che la norma del provvedimento al riguardo è quindi inutile.
Ritiene inoltre fondamentale il voto in condotta, sottolineando però che nelle scuole non vi è bisogno solo di autorità. Ricorda che anche il Ministro Bossi ha manifestato alcune perplessità sul decreto-legge in esame. Segnala, inoltre, che l'effetto ultimo del decreto è quello di lasciare molte persone senza lavoro.
Sottolinea inoltre che il tempo pieno non si può eliminare, perché ciò creerebbe troppi problemi alla vita delle famiglie italiane.

Paola FRASSINETTI (PdL) non ritiene che con il provvedimento in esame si debba affrontare lo scibile umano, giudicando quindi il provvedimento completo. Ritiene che per i figli dei separati è positivo il fatto di avere rapporto con una sola persona, giudicando quindi positiva la reintroduzione del maestro unico.
Giudica opportune le audizioni svolte, che sono state esaurienti.
Considera positiva la norma sull'educazione civica, a patto che non si tolga spazio alla storia e alla geografia. Ritiene che durante le ore di educazione civica occorre magari fare anche volontariato, puntando inoltre anche a diffondere nozioni importanti riguardanti la politica.
Ritiene che il voto in condotta da solo non può risolvere tutto, dato che è importante anche il contributo delle famiglie.
Condivide l'introduzione dei voti numerici, perché danno maggiore consapevolezza agli studenti dei loro limiti e capacità, sottolineando peraltro che nelle audizioni non è emerso con chiarezza se c'era preferenza tra voto e giudizio.
Ricorda inoltre che il provvedimento ha un consenso generale, sottolineando che non c'è solamente volontà di tagliare, ma di portare avanti un progetto importante.

Eugenio MAZZARELLA (PD) ritiene che il ritorno al maestro unico è il punto cruciale del provvedimento, mentre gli altri punti sono solo di contorno.

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Sottolinea che la scuola primaria ha un ruolo fondamentale e che maestro unico e riduzione dell'orario scolastico possono essere efficaci solo in una società ideale, dove ogni bambino è seguito da una famiglia ricca e attenta.
Ritiene inoltre sbagliato che i tagli previsti nella scuola primaria non verranno utilizzati nella scuola secondaria e nell'università, ma verranno utilizzati per fare fronte a situazioni di crisi dell'economia italiana come quella dell'Alitalia.
Sostiene che il decreto in esame comporta costi aggiuntivi per le famiglie, che dovranno sostituirsi allo Stato e che anche i comuni dovranno istituire altre tasse per far fronte alla diminuzione dei servizi previsti dal decreto medesimo.

Gabriella GIAMMANCO (PdL) ricorda che il sistema ha evidenziato troppe falle e che quindi è necessario cambiare il sistema, dato che si è fatto troppo spreco di risorse, come evidenziano i dati OCSE. Occorre quindi elevare la qualità della scuola, conservando quanto di buono è stato fatto finora.
Sottolinea che il voto in condotta è molto importante perché non può risolvere il problema del bullismo, ma può migliorare la situazione.
Condivide il ritorno al maestro unico perché l'introduzione di più maestri era solo funzionale ad accrescere i posti di lavoro.
Ricorda inoltre che il 97 per cento del bilancio della scuola è destinato agli stipendi, sottolineando che occorre ridurre gli sprechi e aumentare la qualità.
Ricorda inoltre che gli insegnanti lamentano che hanno poche ore a disposizione per insegnare le loro materie e che forse la qualità della scuola non dipende necessariamente da una maggiore spesa.
Sottolinea che il tempo pieno verrà comunque preservato così come tutti gli insegnamenti fondamentali.
Ritiene inoltre che i voti numerici siano più utili, perché consentono agli studenti di capire quanto valgono.
Auspica inoltre interventi in materia di edilizia scolastica, sottolineando infine l'importanza di fare una scuola che possa educare veramente.

Ricardo Franco LEVI (PD) sottolinea che la scuola italiana è in condizioni non buone, se si eccettua la scuola primaria che è la migliore e che quindi non appare opportuno toccare l'unica realtà che funziona.
Per quel che riguarda l'ora di educazione civica, ritiene che nel provvedimento non si capisca cosa si ha in mente quando si fa riferimento all'educazione civica.
Sull'articolo 4 sottolinea che vi è una contraddizione tra la relazione, nella quale si dice della possibilità di costituire classi con insegnante unico, e l'articolato, che invece sembra far riferimento al ritorno obbligato al maestro unico. Non giudica inoltre così fondamentale che si fissi in cinque anni la durata dei libri, ritenendo inoltre che occorrerebbe specificare da quando si applica la norma.
Per quel che riguarda i tagli di 80 mila posti nella scuola, sottolinea che si tratta di tagli eccessivi paragonabili a quel che accade in Alitalia, ritenendo in ogni caso difficile che possa essere trovata una soluzione per i precari della scuola.

Manuela GHIZZONI (PD) in riferimento all'intervento della collega Frassinetti, concorda nel ritenere che il provvedimento non affronti i veri problemi della scuola e tanto meno quelli connessi al personale. A questo proposto sottolinea infatti che già con il decreto-legge 112/08 il Governo è già intervenuto con poderosi tagli di risorse e di posti di lavoro (87 mila cattedre e 43 mila ATA) che, metteranno in profonda difficoltà la funzionalità della scuola pubblica. In particolare sottolinea la difficoltà per alcune Regioni di dare seguito ai tagli di personale tecnico, amministrativo ed ausiliario poiché già da tempo si è attuata una capillare riorganizzazione di questo personale. Ricordando i contributi forniti nel corso delle

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audizioni, che sono di grande qualità, sottolinea che dagli stessi è emersa una sostanziale e generalizzata bocciatura della proposta di un tempo scuola ridotto a 24 ore e con un maestro unico. Le maggiori critiche sono state indirizzate all'assenza ed alla non chiarezza del progetto educativo che sorregge la scelta del Governo, così come alla riduzione delle ore trascorse a scuola. Tali critiche sono giunte anche da associazioni vicine alle forze di Governo. Invita pertanto il ministro Gelmini a prendere visione di questi contributi, dai quali emerge anche la contrarietà per aver scelto lo strumento della decretazione d'urgenza, che esautora il Parlamento delle sue prerogative e che impedisce l'avvio di una discussione seria ed approfondita su temi di tale rilevanza educativa e sociale.
Riferendosi alla contrarietà espressa dal Ministro all'annunciata mobilitazione del Partito democratico, sottolinea che l'impegno del proprio gruppo è quello di discutere nel merito e di avanzare proposte, come ben dimostrano gli interventi dei colleghi che l'hanno preceduta, ma la scelta di procedere per decreto, senza margini di ripensamento da parte del Governo, non depone in favore di una volontà di confronto.
Per concludere sul tema del maestro unico, che dovrebbe soppiantare il modulo con il team di 3 docenti su due classi, ricorda come i dati Iea-pirls evidenzino che tra il 1991 ed il 2006 il punteggio per capacità di lettura dei bambini italiani di 9 anni è aumentato enormemente, a testimonianza che il rendimento degli alunni è migliorato nettamente grazie all'introduzione del modulo. Ricorda altresì che netti miglioramenti si sono avuti per le regioni del sud e delle isole.
Segnala che i dati OCSE ci invitano a investire ed a investire meglio e che la crescita del 30 per cento della spesa per l'istruzione sostenuta dall'Italia, e giudicata irresponsabile dal ministro Gelmini, è invece in media con i Paesi OCSE.
Invita il Governo infine a riflettere sui dati del sondaggio, apparso sugli organi di stampa, in merito al gradimento sul decreto: il giudizio sul maestro unico è assolutamente negativo.
Ribadisce che la norma dovrebbe essere inquadrata nel piano programmatico per l'attuazione dell'articolo 64 del decreto-legge 112/08 che si augura arrivi presto all'attenzione di questa Commissione.
Dubita infine che si possa garantire il tempo pieno nella scuola primaria, dati i tagli previsti dal provvedimento, chiedendo pertanto al ministro un chiarimento al riguardo.

Il Ministro Maria Stella GELMINI sottolinea che occorre partire dalla scuola elementare, perché occorre rivedere le fondamenta del sistema, evidenziando che in alcuni Paesi europei la scuola funziona anche in presenza del maestro unico. Ritiene che il maestro unico possa essere un riferimento importante per il bambino, specie per il bambino di genitori separati. Ritiene inoltre che la sinistra abbia scelto la questione del maestro unico come simbolo per attaccare il Governo.
Sottolinea che non c'è alcuna intenzione del Governo di smantellare il tempo pieno e che il piano programmatico darà conto della questione del maestro unico.
Non ritiene che ci saranno problemi per quel che riguarda l'insegnamento della lingua inglese, poiché se il maestro non avrà la competenza per insegnare la lingua inglese, gli sarà affiancato un altro maestro.
Per quel che riguarda l'educazione civica, ricorda che è in fase di preparazione una circolare che specificherà meglio l'ambito applicativo della norma.
Sottolinea che se si contiene la spesa sui libri di testo, si aiutano le famiglie e che in ogni caso rimarrà inalterata la scelta tra 24, 27 e 30 ore.
Giudica un tema delicato quello del precariato, ricordando che il problema del precariato è una conseguenza delle politiche precedenti. Ricorda che non si può dare lavoro ai precari, se non ci sono

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fondi, ricordando che il taglio di 87 mila posti è stato necessario al fine di contenere le spese e che in ogni caso sono stati fatti 25 mila posti inserimenti, a fronte comunque di una spesa scolastica che è cresciuta troppo negli ultimi anni. Auspica quindi in ripensamento del meccanismo di spesa.
Ritiene infine non appropriato che prima della presentazione del piano per la scuola il Partito democratico faccia rimostranze e che ciò segnala quindi che non vi è volontà reale di collaborare.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 19.10.