CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 luglio 2008
42.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 24 luglio 2008. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Giuseppe Vegas.

La seduta comincia alle 9.20.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2006/22/CE sulle norme minime per l'applicazione dei regolamenti (CEE) n. 3280/85 e (CEE) n. 3281/85 relativi a disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti su strada e che abroga la direttiva 88/599/CEE.
Atto n. 8.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Nulla osta).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

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Amedeo LABOCCETTA (PdL), relatore, per quanto concerne i profili di carattere finanziario del provvedimento, ritiene opportuno acquisire una conferma in merito all'effettiva neutralità finanziaria delle norme in materia di controllo di cui agli articoli da 3 a 9, tenuto conto del significativo incremento degli interventi che si prevede debbano essere effettuati da parte delle pubbliche amministrazioni competenti. In base alla nuova disciplina l'attività di controllo potrà passare dall'attuale livello dell'1 per cento, una quota minima dei controlli da effettuare sul totale dei giorni di lavoro effettivo, ad un livello del 4 per cento a decorrere dal 2012. Sul punto la relazione tecnica si limita ad affermare che lo schema di decreto non muta il quadro delle attribuzioni istituzionali in materia di controlli: non fornisce, tuttavia, elementi quantitativi che diano conto del possibile impatto organizzativo e finanziario delle più estese attività di controllo richieste dalle norme in esame. Andrebbe inoltre confermata l'effettiva possibilità di finanziare le nuove attività formative, previste dall'articolo 12, mediante gli ordinari stanziamenti di bilancio, tenuto conto che esse potrebbero interessare un numero crescente di addetti (in ragione dell'incremento degli interventi di controllo previsto dalla disciplina) e considerato - altresì - che dovrebbero contemplare anche scambi con l'estero e convenzioni con enti pubblici e privati.

Il sottosegretario Giuseppe VEGAS rileva che lo schema di decreto non presenta profili problematici di carattere finanziario e che le amministrazioni competenti potranno far fronte agli adempimenti in esso contenuti con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

Amedeo LABOCCETTA (PdL), relatore, formula la seguente proposta di parere:

«La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato lo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2006/22/CE sulle norme minime per l'applicazione dei regolamenti (CEE) n. 3280/85 e (CEE) n. 3281/85 relativi a disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti su strada e che abroga la direttiva 88/599/CEE (atto n. 8),
nel presupposto che alle disposizioni in materia di controllo di cui agli articoli da 3 a 9 e alle attività formative previste dall'articolo 12 si provvederà nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri, né minori entrate, a carico del bilancio dello Stato
esprime

NULLA OSTA»

La Commissione approva la proposta di parere.

Schema di decreto legislativo recante attuazione delle direttive 2006/86/CE e 2006/17/CEE che attuano la direttiva 2004/23/CE per quanto riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità, la notifica di reazioni ed eventi avversi gravi e determinate prescrizioni tecniche per la codifica, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione, nonché per la donazione, l'approvvigionamento e il controllo, di tessuti e cellule umani.
Atto n. 10.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Nulla osta).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL), relatore, per quanto concerne i profili finanziari del provvedimento, ritiene opportuno, con riferimento agli articoli da 1 a 4, acquisire chiarimenti in merito alle procedure di formazione del personale coinvolto nelle procedure per l'approvvigionamento dei tessuti e delle cellule umani, al fine di escludere che tale attività possa recare effetti negativi a carico

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del Servizio sanitario nazionale. Con riferimento allo scambio di informazioni previsto dall'articolo 13, ritiene opportuno che il Governo precisi il contenuto di tali iniziative al fine di valutarne la fattibilità nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio. Segnala poi che la norma di copertura del provvedimento di cui all'articolo 18 dispone che agli oneri recati dal provvedimento in esame, al netto dei risparmi derivanti dalla razionalizzazione e dal consolidamento delle attività già svolte dalle amministrazioni interessate, si provvede a valere sulle disponibilità del Fondo di rotazione relativo alle politiche riguardanti l'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee ed adeguamento dell'ordinamento interno agli atti normativi comunitari che, in deroga all'articolo 2, comma 615 e seguenti, della legge n. 244/2007, è riassegnata, a decorrere dal 2009, ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Al riguardo, considerato che la disposizione quantifica esclusivamente l'onere derivante dall'articolo 5 mentre, per le restanti misure del provvedimento, fa genericamente riferimento ad un meccanismo di compensazione tra oneri e risparmi, nessuno dei quali è quantificato né nel testo del provvedimento né nella relazione tecnica, ritiene necessario che il Governo fornisca un quadro dettagliato sia degli oneri sia dei risparmi recati dal provvedimento in esame, in modo tale da verificare l'effettiva capienza della copertura.

Il sottosegretario Giuseppe VEGAS fornisce assicurazioni in ordine alla congruità della copertura del provvedimento che ricomprende gli oneri derivanti dall'articolo 5, mentre per le altre disposizioni del provvedimento le amministrazioni competenti potranno comunque provvedere con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

Antonio BORGHESI (IdV), segnala che il provvedimento nel merito risulta assolutamente condivisibile ed esprime l'auspicio che le disposizioni contenute nello stesso risultino idonee ad evitare il ripetersi in futuro delle tragedie verificatisi in Italia a causa di un uso non sicuro di emoderivati per trasfusione.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL), relatore, alla luce delle dichiarazioni del rappresentante del Governo, propone pertanto di esprimere un parere di nulla osta sul provvedimento.

La Commissione approva la proposta di parere.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2006/88/CE relativa alle condizioni di polizia sanitaria applicabili alle specie animali d'acquacoltura e ai relativi prodotti, nonché alla prevenzione di talune malattie degli animali acquatici e alle misure di lotta contro tali malattie.
Atto n. 11.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Roberto SIMONETTI (LNP), relatore, per quanto concerne i profili di competenza della Commissione, rileva, con riferimento all'anagrafe informatizzata delle imprese di acquacoltura, di cui all'articolo 5, la necessità di chiarire se gli oneri connessi alla istituzione dell'anagrafe in esame siano quantificati al fine di verificare l'idoneità della autorizzazione di spesa richiamata dalla relazione tecnica (peraltro non specificata in norma) alla loro copertura, dal momento che a valere sui fondi per l'encefalopatia spongiforme bovine sono realizzate le coperture anche di altri oneri previsti dalla normativa vigente. Con riferimento alle disposizioni generali in materia di immissione sul mercato, operazioni di trasporto e certificazione sanitaria di cui agli articoli da 12 a 15, ritiene opportuno acquisire dal Governo conferma che anche le attività poste a carico di soggetti pubblici dagli articoli non considerati dalla relazione tecnica

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possano essere svolte nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio. Con riferimento alle misure per il contrasto delle malattie negli animali di acquicoltura di cui agli articoli da 31 a 40, ritiene opportuni chiarimenti sugli eventuali oneri derivanti dagli obblighi posti a carico delle aziende e degli stabilimenti per la lotta contro le malattie, nel caso si tratti di aziende di natura pubblica. Con riferimento agli articoli 5, 9, comma 5, e 15 comma 5, ricorda che, come indicato nella relazione tecnica, le risorse per il funzionamento della Banca dati nazionale delle anagrafi zootecniche sono state assegnate ai sensi dell'articolo 1, del decreto-legge n. 335 del 2000. Le suddette risorse sono iscritte nel capitolo 5391 del Ministero della salute. Da una interrogazione effettuata alla banca dati della RGS il capitolo reca ancora le necessarie disponibilità. Al riguardo, appare opportuno che il Governo chiarisca se le risorse disponibili siano sufficienti a far fronte a tali interventi anche alla luce della riduzione delle risorse iscritte sul suddetto capitolo in attuazione del disposto dall'articolo 1, comma 507, della legge finanziaria per il 2007. Con riferimento agli articoli 6, comma 4, e 8, comma 3, ritiene opportuno acquisire l'avviso del Governo in ordine alla possibilità di prevedere esplicitamente, in conformità a quanto indicato nella relazione tecnica, che, nel caso in cui le imprese interessate abbiano natura pubblica, le attività di cui agli articoli 6 e 8 siano svolte dalle amministrazioni interessate con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. Con riferimento agli articoli 31, comma 1, 38, 39 e 40, ricorda che, come indicato nella relazione tecnica, le risorse per il funzionamento del Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali sono state assegnate ai sensi dell'articolo 1, del decreto-legge n. 202 del 2005. Le suddette risorse sono iscritte nel capitolo 5390 del Ministero della salute. Da una interrogazione effettuata alla banca dati della Ragioneria generale dello Stato il capitolo reca ancora le necessarie disponibilità. Al riguardo, ritiene opportuno che il Governo chiarisca se tali risorse siano sufficienti a far fronte a tali ulteriori interventi. Con riferimento all'articolo 51, ricorda che, come indicato nella relazione tecnica, le risorse per la formazione e l'aggiornamento del personale sono state assegnate ai sensi della legge n. 532 del 1996. Le suddette risorse sono iscritte nel capitolo 5123 del Ministero della salute. Da una interrogazione effettuata alla banca dati della Ragioneria generale dello Stato il capitolo reca, tuttavia, solo esigue risorse di cassa e non prevede stanziamenti di competenza. Al riguardo, ritiene opportuno un chiarimento da parte del Governo. Segnala poi che l'articolo 56, comma 8, prevede che i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per le violazioni previste dal presente decreto sono devoluti alle Regioni ed alle province autonome e verranno destinate al finanziamento di attività eventuali o ulteriori rispetto a quelle svolte dalla normativa vigente, in materia di lotta contro le malattie animali e al potenziamento dei servizi veterinari. Al riguardo, ritiene opportuno che il Governo chiarisca se l'attribuzione alle Regioni e alle Province autonome dei proventi derivanti dalle sanzioni di cui all'articolo 56 comporti effetti finanziari negativi in relazione ai saldi del bilancio dello Stato. Segnala infine che l'articolo 58 reca la clausola di invarianza finanziaria del provvedimento, prevedendo che dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri, né minori entrate a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate svolgono le attività previste dal presente decreto con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

Il sottosegretario Giuseppe VEGAS assicura l'idoneità della clausola di invarianza ad evitare l'insorgenza di nuovi o maggiori oneri dal provvedimento. Precisa che i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per le violazioni previste dal presente decreto non risultano attualmente destinati a specifiche finalità e che i relativi importi non risultano scontati nei

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tendenziali. Tali proventi sono devoluti alle Regioni ed alle province autonome e verranno destinate al finanziamento di attività eventuali o ulteriori rispetto a quelle svolte dalla normativa vigente, in materia di lotta contro le malattie animali e al potenziamento dei servizi veterinari. Fornisce poi assicurazioni che le aziende di natura pubblica, le quali comunque operano in un contesto di mercato, non registreranno, a seguito del provvedimento, conseguenze finanziarie negative.

Pier Paolo BARETTA (PD) chiede al rappresentante del Governo di precisare in che modo le disposizioni del provvedimento in esame si coordinino con quelle in materia veterinaria inserite nel decreto-legge n. 112 del 2008.

Renato CAMBURSANO (IdV) rileva che la mancata quantificazione degli oneri derivanti dall'articolo 5 costituisce un elemento di precarietà con riferimento ai profili finanziari del provvedimento di interesse della Commissione.

Il sottosegretario Giuseppe VEGAS rileva che, in base alle valutazioni compiute, le amministrazioni interessate dovranno far fronte agli adempimenti derivanti dall'articolo 5 con le risorse attualmente stanziate in bilancio, le quali comunque costituisco un limite massimo di spesa, superato il quale la Corte dei conti non potrebbe comunque autorizzare ulteriori pagamenti.

Renato CAMBURSANO (IdV) rileva che, conseguentemente, ove si verificasse l'eventualità da ultimo indicata dal sottosegretario Vegas si verificherebbe un blocco dei servizi che devono essere coperti con le risorse in questione.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva che dagli interventi svolti è emersa la necessità di compiere alcuni approfondimenti sul provvedimento in esame. Ricorda tuttavia che il termine per l'espressione del parere scade nella giornata di lunedì 28 luglio e chiede pertanto al rappresentante del Governo di fornire assicurazioni alla Commissione in ordine al fatto che il Governo non procederà all'adozione definitiva del decreto in assenza del parere della Commissione.

Il sottosegretario Giuseppe VEGAS assicura la Commissione che il Governo non procederà all'adozione definitiva del decreto in assenza del parere della Commissione.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo concernente ulteriori modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE.
Atto n. 12.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Rocco GIRLANDA (PdL), relatore, per quanto concerne i profili di competenza della Commissione, con riferimento alle disposizioni in materia di urbanizzazione a scomputo di cui all'articolo 1, comma 1, lettera v.1), ritiene opportuni chiarimenti circa l'esatta portata dell'eliminazione del rinvio all' articolo 16, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001, atteso che quest'ultimo prevede, tra l'altro, la determinazione di garanzie da parte del comune nonché l'acquisizione dell'opera al patrimonio comunale. Con riferimento alle modifiche procedurali in tema di finanza di progetto, di cui all'articolo 1, comma 1, lettere y) e z), per quanto concerne i possibili riflessi finanziari delle disposizioni in esame, il cui carattere risulta essenzialmente procedurale, si segnala che gli oneri connessi alla predisposizione degli studi preliminari di fattibilità - che la nuova procedura

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pone a carico delle amministrazioni aggiudicatici - rientrano, in base alla normativa vigente, tra i compiti del Promotore e i relativi oneri sono compresi nell'ambito delle spese sostenute per la predisposizione delle proposte, soggette ad un tetto massimo pari al 2,5 per cento dell'importo dei lavori (la cui misura viene confermata dalla norma in esame). La norma appare pertanto suscettibile di incrementare i costi posti a carico dell'amministrazione per la realizzazione delle opere in questione e che dovranno quindi trovare copertura negli stanziamenti di bilancio preordinati per le finalità in esame. Un chiarimento appare opportuno in merito alla definizione dei criteri sulla base dei quali verranno valutate le offerte presentate: l'attuale formulazione dei commi 5 e 6, più sintetica rispetto al vigente articolo 154, non dettaglia infatti i singoli criteri - alcuni dei quali potrebbero presentare aspetti di interesse anche sotto il profilo delle implicazioni finanziarie - che dovranno essere presi in considerazione, sia sul piano qualitativo che sul piano dell'economicità dell'offerta, per effettuare tale valutazione. Con riferimento al casellario informatico dei contratti pubblici di cui all'articolo 2, comma 1, lettera d.2), rileva che andrebbe chiarito a valere su quali risorse si intende dare attuazione alle previsioni in esame, atteso che l'Autorità di vigilanza usufruisce di finanziamenti previsti dalla tabella C della legge finanziaria. Eventuali maggiori spese potrebbero quindi dare luogo ad un incremento degli stanziamenti annuali determinati in sede di legge finanziaria. Per quanto concerne la polizza di responsabilità civile professionale di cui all'articolo 2, comma 1, lettera o.1), posto che la norma è suscettibile di determinare, nel caso in cui il pagamento della polizza sia a carico della stazione appaltante, un aumento delle spese connesse alla realizzazione di lavori pubblici, andrebbe precisato se il finanziamento delle spese stesse debba intendersi ricompreso nei complessivi stanziamenti previsti per la realizzazione delle singole opere ovvero debba intendersi come spesa aggiuntiva rispetto a queste ultime. In tale ipotesi andrebbe precisato a valere su quali risorse le spese medesime debbano essere finanziate. Con riferimento alla Cauzione definitiva di cui all'articolo 2, comma 1, lettera p.1), segnala che la disposizione determina una riduzione delle garanzie previste per le fattispecie considerate. Per quanto concerne la garanzia globale di cui all'articolo 2, comma 1, lettera w), osserva che la modifica in questione esclude l'applicazione della garanzia per l'esecuzione dei lavori qualora questi siano oggetto di concessione. In merito agli eventuali profili di rischio per le amministrazioni interessate, appare opportuno acquisire l'avviso del Governo. Con riferimento alla locazione finanziaria di opere pubbliche di cui all'articolo 2, comma 1, lettera aa), per quanto concerne specificamente il comma comma 4-quater, ai fini di una complessiva valutazione delle implicazioni finanziarie delle modifiche proposte, ritiene opportuno acquisire precisazioni circa la possibilità, ivi prevista, di applicazione alle fattispecie in esame delle procedure espropriative. Ciò con particolare riguardo al soggetto tenuto alla corresponsione dell'indennità di esproprio ed alle relative conseguenze sulle condizioni contrattuali. Con riferimento alla polizza indennitaria per attività di verifica di cui all' articolo 2, lettera ll.2), rileva che la disposizione è suscettibile, da un lato, di ridurre i costi connessi alla verifica dei progetti per le p.a. nei casi in cui detta verifica sia effettuata da personale interno alle stesse amministrazioni, dall'altro, di ridurre, nei casi indicati, l'importo della garanzia conseguibile dalle stazioni appaltanti.

Il sottosegretario Giuseppe VEGAS chiede un rinvio dell'esame al fine di predisporre i necessari elementi di risposta alle richieste di chiarimento avanzate.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, preso atto dell'esigenza manifestata dal rappresentante del Governo, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.45.

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SEDE REFERENTE

Giovedì 24 luglio 2008. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Giuseppe Vegas.

La seduta comincia alle 14.20.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2007.
C. 1416 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2008.
C. 1417 Governo.

(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti.

Chiara MORONI (PdL), relatore, dovendo riferire congiuntamente sia sul rendiconto relativo all'esercizio finanziario 2007 che sull'assestamento relativo all'esercizio finanziario in corso, dei quali trattano due distinti disegni di legge di iniziativa governativa, si sofferma sui dati di maggiore interesse esposti nei due documenti, rinviando per un esame analitico degli stessi ai materiali informativi a disposizione della Commissione.
Segnala preliminarmente che l'assestamento riflette la nuova struttura del bilancio dello Stato, articolata in missioni, programmi e macroaggregati di spesa, introdotta nel 2008, mentre il rendiconto fa ancora riferimento alla precedente struttura del bilancio statale, classificando, in particolare, i dati di consuntivo della spesa per funzioni-obiettivo (analisi funzionale) e per categorie economiche (analisi economica).
Per quanto riguarda il rendiconto generale dello Stato, rileva che il primo elemento da sottolineare riguarda l'andamento dei saldi di competenza del conto del bilancio. Il saldo netto da finanziare risulta pari, al lordo delle regolazioni debitorie e contabili, a 9.325 milioni di euro, con un peggioramento di 3.624 milioni di euro rispetto al saldo registratosi nel 2006, pari a 12.949 milioni di euro. Inoltre, al netto delle regolazioni contabili e debitorie, il saldo netto da finanziare assume un valore pari a 12.406 milioni di euro, peggiore di 8.368 milioni di euro rispetto a quello registrato nel 2006. In ogni caso, il valore del saldo netto da finanziare risulta rientrare nel limite massimo di 29.000 milioni di euro fissato, al netto delle regolazioni debitorie, dalla legge finanziaria per il 2007. Rileva che anche l'avanzo primario, pari a 77.527 milioni di euro, è diminuito di 6.223 milioni di euro rispetto a quello registrato nel 2006 (83.750 milioni di euro) e che il ricorso al mercato si è a sua volta attestato a 154.874 milioni di euro, evidenziando un peggioramento di 4.203 milioni di euro rispetto al 2006 (150.671 milioni di euro). Anche il valore del ricorso al mercato risulta peraltro inferiore al limite massimo, pari a 240.500 milioni di euro, fissato dalla legge finanziaria per il 2007. Il saldo corrente (risparmio pubblico) nel 2007, pari a 56.361 milioni di euro, è invece risultato superiore rispetto all'anno precedente, in cui era stato pari a 49.983 milioni di euro.
Come evidenzia la Corte dei conti nella Relazione sul rendiconto, osserva che dai saldi di bilancio si evince come il 2007 sia stato un anno meno positivo per i conti pubblici del precedente, nel quale si sono avvertiti gli effetti di un contesto economico che, seppure ancora favorevole, risultava ormai declinante. Per quanto riguarda la gestione di competenza, l'entità complessiva degli accertamenti di entrata, incluse le entrate per accensione prestiti, è risultata pari a 682.418 milioni di euro, con un'evoluzione positiva rispetto al 2006 del 3,1 per cento, (pari a 20.248 milioni di euro). Gli impegni di spesa assunti nel 2007 sono state pari a 654.545 milioni di euro, facendo registrare un aumento complessivo degli impegni del 3,8 per cento (pari a 23.831 milioni di euro). In particolare, le entrate finali sono aumentate di 19.628 milioni di euro (+4,1 per cento) a fronte di un aumento delle spese finali di 23.252 milioni di euro (+ 5 per cento). Le

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sole entrate tributarie sono aumentate di 14.805 milioni di euro, raggiungendo un valore complessivo pari a 444.168 milioni di euro, mentre la crescita delle entrate extratributarie è stata di 623 milioni di euro. Un contributo significativo alla crescita delle entrate è venuto dalle entrate derivanti da alienazioni e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti, pari a 6.121 milioni di euro con un aumento del 219 per cento, pari a 4.200 milioni, rispetto al 2006. All'incremento delle spese finali hanno invece concorso le spese correnti, per 9.049 milioni (+2,1 per cento) e le spese in conto capitale, per 14.024 milioni (+36,5 per cento). Tra gli incrementi delle spese correnti segnalo quello dei trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche (+12.197 milioni rispetto al 2006), una delle categorie dei spesa che si sarebbe invece dovuta ridurre sulla base dei tagli lineari operati dall'articolo 1, comma 507, della legge finanziaria per il 2007. Hanno, invece, fatto registrare una riduzione pari a 1.183 milioni le spese per consumi intermedi ed anche le spese per redditi da lavoro dipendente sono diminuite di 3.430 milioni.
Osserva nel complesso, come nel 2007, ad un rilevante incremento delle entrate, si è accompagnato un ancor più significativo aumento delle spese e questo spieghi l'andamento dei saldi che ho prima illustrato. Esamina quindi brevemente la gestione dei residui, che interessa sia il rendiconto 2007 che l'assestamento 2008. Con l'assestamento viene infatti iscritta in bilancio la consistenza effettiva dei residui al 1o gennaio dell'esercizio in corso, quale è stata accertata sulla base delle risultanze del rendiconto dell'esercizio precedente. La gestione dei residui è rivelatrice delle capacità di spesa dell'amministrazione e, quindi, in una qualche misura, dell'efficienza e della qualità dei bilanci dell'amministrazione stessa.
Al 31 dicembre 2007, il conto dei residui presenta residui attivi (entrate accertate ma non riscosse e non versate) per un valore complessivo di 143.879 milioni di euro, di cui 80.040 attribuibili a residui pregressi (di precedenti esercizi) e 63.839 a residui di nuova formazione, e residui passivi (al lordo dei residui relativi al rimborso prestiti) per 92.356 milioni di euro, di cui 33.943 attribuibili a residui pregressi e 58.413 a residui di nuova formazione, con una eccedenza attiva (residui attivi - residui passivi) di 51.522 milioni di euro. Dal confronto tra lo stato dei residui al termine dell'esercizio 2007 e quello al termine dell'esercizio precedente, si rileva che i residui attivi hanno fatto registrare un incremento del 7 per cento mentre i residui passivi sono diminuiti del 23,6 per cento. L'aumento dei residui attivi è la risultante del decremento dei residui di nuova formazione (-654 milioni) e dall'incremento rispetto al 2006 dei residui provenienti da esercizi precedenti (+10.084 milioni). Per i registri passivi, invece, si registra un aumento di quelli di nuova formazione (+5.120 milioni di euro) e un decremento dei residui provenienti dagli esercizi precedenti (-33.639 milioni, con un decremento di ben il 50 per cento rispetto al 2006). I residui passivi relativi a spese finali, ossia al netto dei residui relativi al rimborso prestiti, ammontano a 88.609 milioni di euro, facendo registrare una diminuzione del 20,9 per cento rispetto al 2006 (i residui passivi per spese finali ammontavano a 112.069 milioni di euro). Sottolinea come tale diminuzione sia in prevalenza imputabile al decremento dei residui passivi relativi alle spese in conto capitale provenienti dagli esercizi precedenti. I residui attivi di nuova formazione, pari come ho detto a 63.839 milioni, si riferiscono per 39.428 alle entrate tributarie, per 24.394 milioni alle entrate extratributarie e per 17 milioni all'alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali. Per quanto riguarda i residui passivi, pari nel complesso a 58.413 milioni di euro, questi sono riferibili per 26.230 milioni di euro a spese correnti, per 29.206 milioni di euro a spese in conto capitale e per 2.798 milioni di euro a rimborso prestiti.
Sottolinea altresì come la consistenza complessiva dei residui passivi effettivamente accertati risulti maggiore di 7.534 milioni di euro a rispetto a quella dei

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residui presunti nel bilancio di previsione. Lo scostamento ha in particolare interessato il Ministero dell'economia e delle finanze per 3.690 milioni di euro, il ministero del lavoro, salute e politiche sociali per 3.615 milioni di euro e il Ministero della difesa per 2.466 milioni di euro. In diminuzione risultano invece il Ministero dello sviluppo economico, per 2.998 milioni di euro e il Ministero dell'interno per 1.790 milioni di euro. Rileva, in conclusione, che l'analisi della gestione dei residui evidenzia che è in corso un processo di riduzione dei residui, la cui massa resta peraltro ancora cospicua. In particolare, sull'ammontare dei residui passivi incide un complesso di cause di natura amministrativo-contabile e legislativa che andrebbe approfondita al fine di attribuirne il dovuto rilievo in sede di revisione della funzione e della struttura del bilancio.
Passando quindi all'esame del disegno di legge di assestamento, ricorda che le previsioni assestate per il 2008, risultanti dalle variazioni apportate con atto amministrativo sino al 31 maggio scorso e da quelle proposte con lo stesso disegno di legge, evidenziano, rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, un aumento del saldo netto da finanziare (al netto delle regolazioni debitorie e contabili) da 33.337 milioni di euro a 56.198 milioni di euro, con un peggioramento di circa 22.861 milioni di euro, per la gran parte imputabile alle variazioni proposte dal disegno di legge in esame.
In corrispondenza con l'evoluzione del saldo netto da finanziare, le previsioni assestate evidenziano un peggioramento anche del saldo corrente (risparmio pubblico), che passa dalla previsione iniziale di 24.843 milioni di euro ad una previsione assestata di 2.825 milioni di euro, con una diminuzione di 22.018 milioni di euro, e del saldo primario (entrate finali - spese finali, al netto delle spese per interessi), che passa dalla previsione iniziale di 45.188 milioni di euro a 29.236 milioni di euro, diminuendo di 15.953 milioni di euro. Il ricorso al mercato passa a sua volta da 239.455 a 256.126 milioni di euro, evidenziando un peggioramento di 16.671 milioni di euro.
Sottolinea come il valore del saldo netto da finanziare determinato sulla base delle previsioni contenute nell'assestamento risulti superiore per 22.198 milioni di euro al limite massimo stabilito dalla legge finanziaria per il 2008, che lo ha fissato in 34.000 milioni di euro. Lo stesso vale per il livello del ricorso al mercato che si determina sulla base delle previsioni assestate, che risulta superiore di 11.126 milioni di euro al limite massimo stabilito dalla legge finanziaria per il 2008 in 245.000 milioni di euro.
Evidenzia che il peggioramento del saldo netto da finanziare è da porre in relazione all'andamento delle spese finali, che aumentano di 21.900 milioni di euro, e a quello delle entrate finali, che registrano una riduzione di 941 milioni di euro.
Le sole variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento determinano un incremento delle spese finali di 18.128 milioni di euro. La variazione dipende essenzialmente dall'aumento delle spese correnti primarie per complessivi 11.399 milioni di euro, della spesa per interessi di 5.094 milioni di euro e della spesa in conto capitale di 1.636 milioni dei euro. L'aumento delle spese correnti è da attribuire dall'incremento dei trasferimenti alle autonomie territoriali (+4.378 milioni di euro), dei trasferimenti per redditi da lavoro dipendente (+1.727 milioni di euro), delle spese per consumi intermedi (+350 milioni di euro) e della spesa per interessi (+5.094 milioni di euro).
Nel loro complesso, le previsioni assestate riflettono il rallentamento dell'economia ed il conseguente ridimensionamento delle entrate, ma anche la difficoltà di contenimento della spesa pubblica della quale del resto, come si è visto nell'esaminare il rendiconto, già a partire 2007 si era piuttosto favorita la crescita. Il rendiconto e l'assestamento confermano la difficile situazione dei conti pubblici e la necessità di misurarsi seriamente i conti con una congiuntura economica sfavorevole.
Ritiene in particolare necessario dare seguito alle iniziative volte ad assicurare la trasparenza e la leggibilità dei documenti di bilancio che, come ha rilevato la Corte

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dei conti nella relazione sul rendiconto, sono state avviate, ma non risultano certo sufficienti, con la nuova classificazione della spesa per missioni e programmi, ed occorre pertanto compiere passi ulteriori, soprattutto sul piano dei meccanismi legislativi di spesa e degli assetti organizzativi, al fine di recuperare il ruolo del bilancio nell'allocazione delle risorse e di valorizzare l'utilità del rendiconto come strumento di verifica dell'attuazione delle politiche pubbliche di settore.
Proprio in questa direzione, a suo avviso, si muovono le disposizioni legislative di recente approvate in materia di flessibilità di bilancio, che necessitano sicuramente di un approfondimento e di una messa a punto alla quale, come ha già avuto modo di dire alla Commissione, ritiene che possano e debbano concorrere tutte le forze parlamentari. Ricorda in proposito come, in occasione dell'esame del decreto-legge 112 da parte dell'Assemblea sia stato presentato un ordine del giorno, a firma dei presidenti delle Commissioni V e della VI (e dell'on. Zorzato), che impegna il Governo a cooperare con il Parlamento e con le Commissioni parlamentari competenti in sede di attuazione dell'articolo 60 e, più ampiamente, in sede di riforma dell'ordinamento finanziario e contabile nella direzione del federalismo fiscale e del coordinamento della finanza pubblica.
Ritiene che sia urgente avviare in Commissione un'attività che ci consenta di approfondire le iniziative assunte in materia di riclassificazione del bilancio dello Stato e di razionalizzazione della spesa. Occorre in particolare conoscere come le amministrazioni si stiano attrezzando al fine di promuovere il contenimento e la riqualificazione della spesa, anche in relazione alle significative riduzioni lineari di spesa disposte dall'articolo 60 del decreto-legge 112. In tale sede potrà essere anche affrontato il problema della gestione dei residui che, come credo sia emerso dalla mia relazione, andrebbe approfondito sotto più aspetti.
Per queste ragioni, richiamando quanto è già stato anticipato ieri in sede di Ufficio di presidenza, ritiene che l'esame dei disegni di legge relativi al rendiconto ed all'assestamento debba rappresentare l'occasione per svolgere alcune qualificate audizioni in grado di fornire alla Commissione elementi di conoscenza utili ad orientare l'operato del Governo ed a valutare l'attività delle amministrazioni in materia di valorizzazione del bilancio e di gestione della flessibilità della spesa.

Il sottosegretario Giuseppe VEGAS ringrazia il deputato Moroni per la relazione approfondita ed accurata. Auspica che il disegno di legge di approvazione del rendiconto e il disegno di legge di assestamento ricevono da parte del Parlamento un'attenzione maggiore di quanto usualmente accaduto in passato, sia in relazione al controllo sui risultati della gestione finanziaria da parte delle amministrazioni statali esposti nel rendiconto, sia in considerazione delle più ampie possibilità di intervento che sono affidate all'assestamento dall'articolo 60 del decreto-legge n. 112. In merito, a suo giudizio, sarebbe opportuno valutare la possibilità di istituire un apposito organo parlamentare di controllo sui risultati della gestione finanziaria.

Pier Paolo BARETTA (PD) ritiene che l'esame dei disegni di legge di rendiconto e assestamento debba essere davvero l'occasione di una riflessione approfondita, con particolare riferimento agli strumenti a disposizione del Parlamento per valutare la gestione finanziaria del Governo.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, ribadisce l'impegno ad un esame approfondito da parte della Commissione sui disegni di legge di rendiconto e assestamento, anche attraverso lo svolgimento di apposite audizioni. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame dei provvedimenti ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.40.