CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 luglio 2008
41.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 23 luglio 2008.

Audizione del Presidente della Giunta regionale del Piemonte, Mercedes Bresso, sulla situazione relativa alle risorse per fronteggiare i danni prodotti a seguito degli eventi meteorologici occorsi in Piemonte nel maggio 2008.

L'audizione informale è stata svolta dalle 8.55 alle 10.10.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 23 luglio 2008. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 10.10.

DL 97/08: Disposizioni urgenti in materia fiscale, di monitoraggio della spesa pubblica e di proroga termini.
C. 1496 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite I e V).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 22 luglio 2008.

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Tommaso FOTI (PdL), relatore, presenta una proposta di parere favorevole con osservazione (vedi allegato), di cui illustra sinteticamente il contenuto, sottolineando anzitutto l'importanza delle premesse del documento, laddove si raccomanda il rispetto della normativa comunitaria nel caso dell'attivazione, entro il 31 dicembre 2008, della procedura per il riconoscimento ai termovalorizzatori degli incentivi destinati alle fonti rinnovabili. Segnala, inoltre, che le premesse della sua proposta di parere ribadiscono l'opportunità che la proroga del termine per la vendita di vernici e materiali per carrozzeria sia unicamente finalizzata a smaltire le giacenze di magazzino e sia applicata, anche in questo caso, in armonia con la normativa comunitaria. Richiama, altresì, l'attenzione sull'osservazione posta nella stessa proposta di parere, con cui si intende dare risposta all'esigenza prospettata da diversi deputati della Commissione - ad esempio nel corso delle audizioni svolte in questi giorni - di far sì che i fondi stanziati per fronteggiare i danni prodotti dalle calamità naturali non producano conseguenze sugli equilibri del patto di stabilità a livello locale.
Alla luce del contenuto della proposta di parere, che risponde - a suo avviso - a tutte le questioni problematiche sulle materie di interesse della Commissione, ritiene che si possa procedere da subito alla deliberazione di competenza.

Raffaella MARIANI (PD) prende atto positivamente del contenuto delle premesse e dell'osservazione formulata nella proposta di parere presentata dal relatore. Ritiene, tuttavia, di dover confermare la perplessità del suo gruppo in ordine all'inserimento, all'articolo 4-bis, comma 7, del provvedimento, della proroga per la concessione agli impianti di termovalorizzazione degli incentivi cosiddetti «CIP6». Al di là delle opportune cautele evidenziate nella proposta di parere predisposta dal relatore, ritiene infatti di dover confermare, in primo luogo, i propri dubbi sull'utilità di specificare, con la norma in questione, che gli incentivi si applichino alla sola parte organica dei rifiuti, considerato che si tratta di un dato sostanzialmente scontato in base alla normativa comunitaria vigente: tale circostanza provoca, infatti, un giudizio di forte preoccupazione per il rischio che la proroga possa «riaprire» la partita dei contributi cosiddetti «CIP6» per tutti i termovalorizzatori sul territorio nazionale.
In conclusione, pur ribadendo un giudizio positivo sul lavoro svolto dal relatore, in larga parte apprezzabile, preannuncia il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere presentata.

Tommaso FOTI (PdL), relatore, fa presente di avere volutamente inserito nelle premesse della sua proposta di parere la raccomandazione circa la concessione in deroga dei contributi cosiddetti «CIP6», proprio per andare incontro alle preoccupazioni espresse, da ultimo, dal deputato Mariani. D'altra parte, ritiene essenziale sottolineare che la formulazione del predetto rilievo non può non tenere conto del fatto che la competenza primaria in materia di incentivi alle fonti energetiche rientra nella sfera di attribuzioni che fa capo ad un'altra Commissione permanente: pertanto, l'introduzione di un riferimento alla disciplina comunitaria intende soprattutto testimoniare la specifica sensibilità ambientale della VIII Commissione su questi temi. In ragione di tali considerazioni, invita comunque i gruppi, che nutrono eventuali perplessità sulla questione, a valutare la possibile presentazione di un ordine del giorno in Assemblea sull'argomento, che potrebbe essere sostenuto, a suo parere, da una larga maggioranza parlamentare.

Carlo MONAI (IdV), con riferimento al tema dell'esclusione dal patto di stabilità interno dei fondi stanziati per fronteggiare le calamità naturali, osserva che la formulazione della proposta di parere predisposta dal relatore risulta poco efficace, anche in considerazione degli impegni assunti ieri di fronte alla Commissione dal sottosegretario Bertolaso: sarebbe stato meglio, a suo giudizio, chiedere espressamente

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che tale esclusione venisse esplicitata in modo stringente nel testo normativo in questione. Ritiene, inoltre, lacunosa la citata proposta di parere del relatore, nella parte in cui non stigmatizza formalmente il contenuto del comma 8 dell'articolo 4-bis, che prevede la corresponsione di contributi in conto capitale a valere sul FAS, pari a 80 milioni di euro nel triennio 2008-2010, in favore dei comuni con una popolazione superiore a 500.000 abitanti, ricadenti nelle aree individuate dall'obiettivo «Convergenza» del regolamento (CE) n. 1083/2006.
Per queste ragioni, annuncia che il suo gruppo si asterrà sulla proposta di parere presentata dal relatore.

Il sottosegretario Roberto MENIA dichiara di condividere la proposta di parere del relatore, anche con riferimento alle opportune precisazioni da questo svolte nel corso del dibattito odierno.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazione formulata dal relatore.

La seduta termina alle 10.25.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 23 luglio 2008. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Giuseppe Maria Reina.

La seduta comincia alle 14.10.

Sull'ordine dei lavori.

Angelo ALESSANDRI, presidente, propone di procedere ad un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di svolgere prima la seduta in sede referente e, successivamente, passare al seguito dell'esame dell'atto del Governo n. 12.

La Commissione concorda.

Principi fondamentali per il governo del territorio.
C. 329 Mariani e C. 438 Lupi.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Franco STRADELLA (PdL), relatore, osserva preliminarmente che alla VIII Commissione sono state assegnate due proposte di legge (nn. 329 e 438), recanti principi fondamentali per il governo del territorio; la proposta di legge n. 438, in particolare, riproduce il testo di una proposta di legge (n. 3860) approvata dalla Camera dei deputati nella XIV legislatura ed il cui esame non era stato concluso presso l'altro ramo del Parlamento. Riferisce, quindi, che la proposta di legge n. 438 si compone di 13 articoli: l'articolo 1 enuncia la finalità del provvedimento, che consiste nello stabilire i princìpi fondamentali in materia di governo del territorio e fa salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano previste dai rispettivi statuti e dalle relative norme di attuazione, nonché le forme e le condizioni particolari di autonomia previste ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Il comma 2 reca la definizione legislativa di governo del territorio, che viene individuato come l'insieme delle attività conoscitive, regolative, di programmazione, di localizzazione e attuazione degli interventi, nonché di vigilanza e controllo. Viene inoltre stabilito che il governo del territorio, la cui potestà legislativa è affidata alle regioni (comma 3), include altresì l'urbanistica, l'edilizia, i programmi infrastrutturali, la difesa del suolo, la tutela del paesaggio e delle bellezze naturali. Osserva, altresì, che la proposta di legge n. 329 enuncia in modo analitico e dettagliato i principi e le finalità del governo del territorio al Capo I (articoli 1-8). Oltre a quelle già indicate dalla proposta di legge n. 438, l'articolo 1 individua le seguenti finalità: tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico e del territorio

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rurale; utilizzo sostenibile delle risorse non rinnovabili e tutela della biodiversità; riduzione del consumo di suolo non urbanizzato; rapporto coerente tra localizzazione delle funzioni, sistema della mobilità e infrastrutture tecnologiche ed energetiche. L'articolo 2 reca i principi fondamentali del governo del territorio, tra i quali è indicato innanzitutto il principio di pianificazione. Sono, quindi, definiti i principi in materia di sostenibilità (articolo 3), tutela e sicurezza (articolo 4), sussidiarietà e adeguatezza (articolo 5, analogo all'articolo 5 della proposta di legge n. 438), trasparenza e democrazia (articolo 6), equità (articolo 7) e legalità (articolo 8).
Per quanto concerne, in particolare, il confronto di dettaglio tra le proposte di legge in esame, rinvia alla documentazione di comparazione tra i due testi effettuata dagli uffici, riservandosi di svolgere eventuali considerazioni tecniche aggiuntive nel seguito dell'esame. In questa sede intende, tuttavia, esplicitare alcune brevi considerazioni politiche, la più importante delle quali riguarda - a suo avviso - la piena consapevolezza, espressa da entrambe le proposte di legge, che la materia generale del governo del territorio impegna direttamente la competenza legislativa delle regioni e che, per questa fondamentale ragione, l'intervento del legislatore statale non può che essere caratterizzato da ponderazione e oculatezza. La sua personale convinzione riguardo al fatto che le due proposte in esame siano pienamente consapevoli della delicatezza della materia regolamentata è, del resto, comprovata dal dato oggettivo che entrambe sono dirette ad introdurre nell'ordinamento, da un lato, norme di principio e, dall'altro, procedure e modalità di intervento che, comunque, devono essere condivise e concordate fra lo Stato, le regioni e gli enti locali.
Proprio per l'importanza della materia oggetto delle proposte di legge in esame, ritiene di dover approfondire brevemente la questione del rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite fra lo Stato e le regioni. Al riguardo, escludendo qualsiasi intenzione di invadere le competenze regionali, sottolinea che le proposte di legge riguardano principalmente la materia «governo del territorio», assegnata, dal terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione, alla competenza concorrente dello Stato e delle regioni. Sono inoltre disciplinati aspetti relativi alla materia urbanistica ed edilizia, che la giurisprudenza costituzionale successiva alla riforma del citato articolo 117 ha già chiaramente identificato come rientrante nell'ambito materiale di governo del territorio e, quindi, assegnato alla competenza concorrente fra Stato e regioni. In tale ambito, fa presente che le proposte fissano sostanzialmente norme di principio e non disposizioni di dettaglio. Osserva, peraltro, che le disposizioni prevedono - in vari passaggi e con particolare riguardo all'attribuzione allo Stato di funzioni amministrative, per le quali si pone un'esigenza di esercizio unitario - la previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni o in sede di Conferenza unificata ovvero altre forme di intesa fra Stato, regioni e province.
Quanto alla delega al Governo per la definizione di un regime fiscale speciale per gli interventi in materia urbanistica, prevista in modo differente dalle due proposte di legge in esame, osserva che essa appare ricompresa nell'ambito di cui alla lettera e) del secondo comma dell'articolo 117 (di competenza esclusiva dello Stato); inoltre, rileva che l'enunciazione di principi regolatori dei rapporti fra soggetti istituzionali sembra riconducibile, in parte, ad ambiti di competenza riservati allo Stato.
In conclusione, esprime la sua personale convinzione che, se davvero si vuole portare a compimento l'iter legislativo delle proposte di legge in esame, è assolutamente necessario procedere attraverso il confronto continuo e serrato con i rappresentati istituzionali delle regioni e delle autonomie locali, oltre che col dialogo con gli operatori del settore. Al tempo stesso, auspica che la Commissione sappia approfondire adeguatamente l'istruttoria sui provvedimenti in questione, in modo

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da giungere ad una definizione utile e condivisa dei principi relativi al governo del territorio.

Angelo ALESSANDRI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.20.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 23 luglio 2008. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI indi del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Giuseppe Maria Reina.

La seduta comincia alle 14.20.

Schema di decreto legislativo concernente ulteriori modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE.
Atto n. 12.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 22 luglio 2008.

Roberto MORASSUT (PD), intervenendo sul tema, più volte toccato nel corso del dibattito, delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria a scomputo, rileva preliminarmente l'esigenza che l'intervento legislativo sia fortemente ancorato alla normativa comunitaria, anche per evitare che si debba tornare, nei prossimi anni, ad intervenire con nuovi provvedimenti correttivi.
Al tempo stesso, ritiene indispensabile intervenire sulla disciplina normativa delle opere a scomputo, perseguendo due obiettivi prioritari: garantire la contemporaneità della realizzazione degli interventi edilizi e delle opere di urbanizzazione; costruire le condizioni normative che, nel rispetto del giusto principio della concorrenza, mettano davvero i comuni - soprattutto i piccoli comuni - e i soggetti privati interessati in condizione di svolgere le gare per la realizzazione delle opere di urbanizzazione.
Ritiene che tali obiettivi siano concretamente raggiungibili, attraverso il riconoscimento ai comuni della facoltà di svolgere direttamente le gare o di lasciare liberi i soggetti privati di procedere essi stessi alle gare, assumendone la piena responsabilità, anche sul versante procedurale. Sotto questo aspetto, giudica che sia meritevole di essere approfondita la proposta di modifica del codice prospettata, in particolare, dai rappresentanti dell'ANCE nel corso delle audizioni informali svolte nel pomeriggio di ieri. Quanto alle altre ipotesi in campo, ritiene che, fra la scelta prospettata dall'ANCI nel parere espresso in sede di Conferenza unificata e le osservazioni svolte dal Consiglio di Stato in tema di opere a scomputo, siano da preferire queste ultime.
In sintesi, giudica utile e necessario procedere ad uno sforzo comune di coordinamento delle osservazioni che provengono dai diversi organismi pubblici e privati, che consentirebbe - a suo avviso - di giungere ad una riforma normativa capace di tenere fermo l'ancoraggio alla normativa comunitaria e di consentire ai comuni di realizzare le gare con procedure semplificate e chiare.

Antonino Salvatore GERMANÀ (PdL) rileva che il decreto legislativo n. 113 del 2007, emanato dal Governo Prodi, ha modificato in modo significativo le norme del codice che disciplinano i consorzi stabili: tali nuove disposizioni hanno, di fatto, creato una illogica, incomprensibile e contraddittoria applicazione delle norme a danno dei consorzi stabili, violando palesemente ed ingiustificatamente la par condicio tra i competitori. Il testo legislativo vigente, infatti, ha ingenerato - a suo avviso - una disparità di trattamento tra consorzi di cooperative e consorzi artigiani da una parte e consorzi stabili dall'altra. In particolare, mentre per i consorzi di

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cooperative e i consorzi artigiani vige un divieto di contemporanea partecipazione alla medesima gara esclusivamente per il consorzio e il consorziato indicato in sede di offerta (con facoltà, quindi, per gli altri consorziati di partecipare autonomamente alla stessa procedura di gara), per i consorzi stabili tale divieto si estende nei confronti di tutti i consorziati. Pertanto, al fine di ristabilire il doveroso rispetto della libera competizione imprenditoriale, eliminando ogni forma di concorrenza sleale, ritiene indispensabile inserire, nella proposta di parere sullo schema del provvedimento correttivo al cosiddetto «codice appalti», la richiesta del ripristino delle disposizioni normative già contenute nell'originario decreto legislativo n. 163 del 2006, emanato dal precedente Governo Berlusconi, che sicuramente ristabilirebbero l'operatività dei consorzi stabili.

Tino IANNUZZI (PD) osserva preliminarmente che lo schema di decreto legislativo sul quale la Commissione è chiamata ad esprimersi si inserisce in un percorso giusto, finalizzato allo snellimento e alla sburocratizzazione del settore degli appalti, ma mantenendo fermi i principi e gli strumenti di garanzia della legalità e di rafforzamento della concorrenza. Elencando sinteticamente i punti principali della discussione, esprime condivisione per la scelta fatta dal Governo di ridurre da tre ad una le fasi procedimentali degli appalti in project financing e segnala, comunque, l'esigenza di un riconoscimento - quanto meno sotto forma di equo indennizzo - per l'attività del promotore, soprattutto dopo l'eliminazione dell'istituto della prelazione. Ritiene, altresì, che sia necessario inserire nella proposta di parere un chiaro riferimento all'opportunità di procedere normativamente alla razionalizzazione del numero delle stazioni appaltanti (attribuendo, ad esempio, compiti specifici alle prefetture - soprattutto nelle zone del territorio nazionale maggiormente esposte al rischio delle infiltrazioni criminali - e alle province nelle restanti aree del Paese), per conseguire i fondamentali obiettivi di tutela della trasparenza e della legalità delle procedure, ma anche per rafforzare i poteri di controllo e di monitoraggio della pubblica amministrazione. Nel segnalare, inoltre, l'esigenza di costruire un sistema organico di incentivi per le piccole e medie imprese, quale strumento capace di agevolare gli indispensabili processi di crescita dimensionale del tessuto imprenditoriale, giudica positivamente la norma, inserita nel precedente provvedimento correttivo, che ha chiamato la pubblica amministrazione al pagamento dei subappaltatori, così come ritiene opportuno che la qualificazione delle imprese faccia riferimento ai dati relativi ai «migliori 5 anni» del precedente decennio.
Quanto al tema, che giudica delicatissimo, della «revisione prezzi», ritiene indispensabile - pur con tutte le cautele dovute in ragione delle pericolose vicende del passato - tenere conto della drammatica situazione in cui si trovano numerosissime imprese del settore per un vorticoso aumento dei prezzi delle materie prime, con il conseguente rischio, molto concreto, di chiusura dei cantieri e di blocco delle opere; a tal fine, auspica che si possano introdurre norme specifiche di modifica dell'articolo 133 del codice, sul modello di quanto già fatto con la legge finanziaria 2006, per contrastare il fenomeno del cosiddetto «caro-ferro».
Infine, ritiene importante introdurre norme a tutela della qualità delle opere, sia per quanto riguarda la valutazione degli elaborati progettuali che per quanto riguarda la fissazione dei criteri di aggiudicazione delle gare, optando con decisione a favore del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa e allontanandosi dal criterio del massimo ribasso, che in un'altra stagione del Paese ha svolto una funzione positiva, ma che oggi rischia di risolversi in un fattore di scadimento inaccettabile della qualità dei progetti, delle imprese e delle stesse opere pubbliche. Ritiene, infine, opportuno alzare la soglia sotto la quale è ammesso il ricorso alla procedura negoziata - eventualmente introducendo il doppio limite della partecipazione minima di tre imprese e della

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rotazione delle stesse imprese aggiudicatarie - per venire incontro alle fondamentali esigenze dei piccoli comuni.

Gabriella MONDELLO (PdL) invita il relatore a prendere in considerazione, nella definizione della sua proposta di parere, talune ipotesi di modifica del codice formulate dai rappresentanti degli ordini professionali, in particolare dal Consiglio nazionale degli architetti, che intendono favorire una soluzione a problemi derivanti dall'applicazione delle disposizioni relative all'appalto integrato e al criterio del prezzo più basso per l'affidamento delle opere.
Sotto il primo profilo, ricorda che l'istituto dell'appalto integrato viene applicato, nell'ordinamento italiano, spesso in modo irragionevole, penalizzando l'apporto che può provenire dalla valorizzazione degli aspetti progettuali e tecnici. In tal senso, auspica che il relatore sappia proporre una modifica dell'articolo 53 del codice, idonea ad incentivare i fattori ponderali da assegnare ai punteggi attribuiti agli elementi riferiti alla qualità della progettazione. Segnala, inoltre, l'esigenza di modificare l'articolo 81 del codice, nella parte riferita ai criteri per la scelta dell'offerta migliore, in modo da favorire il ricorso all'offerta economicamente più vantaggiosa - anziché al criterio del prezzo più basso - per l'affidamento, quanto meno, dei progetti di rilevanza architettonica e tecnologica. Ritiene, peraltro, che tali interventi possano contribuire a valorizzare, oltre che l'aspetto qualitativo delle progettazioni e dei prodotti forniti alle amministrazioni pubbliche, anche un profilo di incentivazione al coinvolgimento delle fasce più giovani di professionisti, che sono al momento a rischio di esplulsione dal mondo del lavoro.

Guido DUSSIN (LNP), nel richiamare le considerazioni già svolte a nome del suo gruppo nelle sedute precedenti e anche nel corso delle audizioni informali svolte nella giornata di ieri, ritiene opportuno, in questa sede, segnalare soltanto due questioni politiche. La prima riguarda l'inopportunità - anche in un momento difficile per le imprese, come quello che stanno attraversando a causa del continuo rincaro delle materie prime - di reintrodurre istituti, quali la «revisione prezzi» ovvero l'anticipazione, che portano con sé il rischio di un ritorno al passato.
Osserva, poi, che la seconda questione riguarda la possibilità concreta che la Commissione possa elaborare proposte condivise in tema di semplificazione e riduzione dei tempi delle gare per gli appalti di importo ridotto nei piccoli comuni, come dimostrato anche dalle proposte costruttive appena formulate dai deputati Morassut e Iannuzzi. L'obiettivo da perseguire è - a suo giudizio - quello di mettere a disposizione dei piccoli comuni strumenti normativi che consentano loro di scegliere davvero le procedure più efficaci per realizzare le opere pubbliche necessarie alle comunità locali, ferma restando l'assoluta garanzia del rispetto delle regole e la necessità che l'impresa aggiudicataria dell'opera, così come il professionista autore del progetto, si assumano pienamente, ognuno nel proprio ruolo, la responsabilità di una esecuzione a regola d'arte.
Formula, infine, a nome del suo gruppo un convinto auspicio che tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e di opposizione, sappiano cogliere l'occasione per affrontare con spirito costruttivo e con comune impegno il compito di lavorare ad un parere autorevole, anche in ragione dell'ampiezza del consenso raccolto, che faciliti il Governo nel percorso di integrazione e di modifica del testo in esame, che rappresenta l'ultima occasione per una modifica organica del codice.

Sergio Michele PIFFARI (IdV) dichiara di apprezzare convintamente le osservazioni e le proposte formulate dal deputato Guido Dussin a nome del gruppo, soprattutto laddove ha invocato il principio di responsabilità per le imprese aggiudicatarie delle opere pubbliche. Proprio perché condivide tali considerazioni, tuttavia, non può esimersi dal sottolineare negativamente il comportamento tenuto dalla maggioranza

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e dal gruppo della Lega Nord Padania, in modo particolare quando, in occasione dell'approvazione delle norme sul rinnovo delle concessioni autostradali e sui general contractors per quanto riguarda la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali, è stato consegnato, di fatto, alle imprese il potere sostanziale di incidere unilateralmente sull'esercizio delle attività contrattuali e sulla determinazione dei prezzi - in questo caso, per miliardi di euro - al di fuori di ogni reale potere di controllo e di verifica da parte degli organi dello Stato.

Mauro PILI (PdL), relatore, riferendosi anzitutto alla tempistica per la conclusione dell'esame del provvedimento in Commissione, ritiene che si possa chiudere, nella seduta di domani, il dibattito di carattere generale, per procedere, nella giornata di martedì 29 luglio, alla deliberazione sulla proposta di parere, che si riserva di presentare in tempi ragionevoli.
Passando alle questioni di merito sollevate nel corso del dibattito, ritiene che restino ancora sul tappeto alcune questioni aperte, che elenca sinteticamente. Si riferisce, in primo luogo, al problema della definizione delle norme sulle opere di urbanizzazione a scomputo, per le quali giudica praticabile anche il ricorso ad un meccanismo di soglie di riferimento, in ogni caso salvaguardando il principio dell'inserimento di tali opere nel regime della concessione.
Si dichiara, inoltre, disponibile a riflettere sul problema dell'accorpamento per zone omogenee delle stazioni appaltanti, nonché dell'aggiornamento dei prezzi in caso di imprevisti incrementi del costo delle materie prime, che comporterebbe - comunque - un passaggio procedurale non indifferente sul profilo dell'onerosità, di più diretta competenza della V Commissione (Bilancio). Al contempo, valuta positivamente i richiami, effettuati nel corso del dibattito, alla valorizzazione del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, sul quale si riserva di verificare, d'intesa con il Governo, un possibile rafforzamento.
Si sofferma, quindi, sull'istituto della finanza di progetto, segnalando l'esigenza di assicurare il mantenimento della figura del promotore, in un'ottica di chiaro incoraggiamento del contributo dei privati alle opere pubbliche. In questo contesto, rileva che occorre reintrodurre il diritto di prelazione per il promotore, inspiegabilmente espunto dal testo del codice con un precedente intervento correttivo, nonostante in altri Paesi europei la disciplina relativa alla finanza di progetto abbia, rispetto all'Italia, un carattere largamente più favorevole all'intrapresa privata. Si dichiara, peraltro, favorevole all'introduzione di specifiche misure all'interno del codice, che promuovano il sistema delle piccole e medie imprese e che intervengano sull'argomento delle cosiddette «specialistiche», che coinvolge - a suo avviso - una scelta politica rilevante.
In conclusione, ritiene che la sua proposta di parere potrà intervenire sui temi segnalati - oltre che su altre problematiche nel frattempo emerse dal dibattito e dai contributi dei soggetti esterni - non soltanto attraverso l'indicazione di semplici osservazioni, ma anche - ove ciò fosse condiviso in modo ampio dai gruppi - mediante la predisposizione di specifici rilievi ai quali condizionare il parere favorevole della Commissione.

Angelo ALESSANDRI, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 23 luglio 2008.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.55 alle 15.