CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 luglio 2008
41.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 23 luglio 2008. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Daniele Molgora.

La seduta comincia alle 14.50.

DL 97/08: Disposizioni urgenti in materia di monitoraggio e trasparenza dei meccanismi di allocazione della spesa pubblica, nonché in materia fiscale e di proroga di termini.
C. 1496 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni I e V).
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 22 luglio scorso.

Ivano STRIZZOLO (PD) con riferimento alle modifiche al regime di fruibilità del credito d'imposta per gli investimenti nelle aree sottoutilizzate disposte dall'articolo 2 del decreto-legge, rileva come uno degli elementi fondamentali per migliorare la capacità di attrazione degli investimenti produttivi necessari per lo sviluppo dell'economia italiana risieda nella chiara definizione del quadro giuridico vigente nel settore tributario, garantendo la necessaria stabilità di tale contesto per tutti i contribuenti.
A tale proposito ritiene quindi necessario che il Governo compia ogni sforzo in questo senso, per consentire agli operatori economici di programmare in tempo utile le proprie iniziative imprenditoriali. Teme tuttavia che la ventilata intenzione dell'Esecutivo di porre la questione di fiducia sul mantenimento del testo del decreto-legge, come risultante dalle modifiche approvate dal Senato, rischi di impedire ogni miglioramento del testo, che invece sarebbe necessario proprio sotto questo profilo.

Marco CAUSI (PD), pur senza entrare nel dibattito relativo all'opportunità di preferire gli strumenti di incentivazione automatica rispetto a quelli di carattere discrezionale, esprime forti perplessità sull'articolo 2 del decreto-legge, il quale condiziona la fruizione del credito d'imposta per gli investimenti nelle aree sottoutilizzate alla presentazione di un'apposita

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istanza all'Agenzia delle entrate, rilevando come tale scelta del Governo si ponga in contrasto con le decisioni in merito assunte nel corso degli ultimi anni, che avevano reintrodotto la possibilità di avvalersi di tali agevolazioni senza alcuna valutazione discrezionale da parte dell'amministrazione.
Sottolinea, inoltre, come la modifica del regime di utilizzabilità di tale beneficio comporterà la necessità di notificare la misura alla Commissione Europea, determinando in tal modo un notevole ritardo nella concreta operatività dello strumento agevolativo. In tale contesto si pone, inoltre, il rischio che la stessa Commissione Europea esprima una valutazione contraria sulle nuove modalità di fruizione dell'agevolazione, vanificando in tal modo i positivi risultati ottenuti all'esito delle trattative intercorse in materia in sede europea nel corso della precedente legislatura.
Parimenti discutibile appare la scelta di attribuire all'Agenzia delle entrate il compito di vagliare le istanze di fruizione dei benefici, anche in quanto l'Agenzia non dispone delle conoscenze e delle competenze adatte ad effettuare una corretta valutazione dei progetti imprenditoriali oggetto dell'agevolazione. Sarebbe stato quindi preferibile che il Governo desse piena attuazione al meccanismo del credito d'imposta, riservandosi casomai di modificarne i meccanismi procedurali in una fase successiva.

Franco CECCUZZI (PD) esprime innanzitutto una valutazione contraria sulla riduzione indiscriminata delle risorse finanziarie in favore delle Comunità montane disposta dal decreto-legge n. 112 del 2008, rilevando come tale previsione si ponga in contrasto con le norme di cui ai commi 5 e 6 dell'articolo 4-bis del decreto-legge in esame, le quali prevedono una proroga dei termini per il riordino della disciplina legislativa regionale relativa alle stesse Comunità montane, nonché per l'accertamento delle riduzioni di spesa derivanti da tale riordino.
Rileva, infatti, come la maggior parte delle regioni a statuto ordinario abbiano predisposto o approvato i disegni di legge regionali di riordino dei predetti enti, determinando in tal modo la soppressione di circa cento Comunità montane, ed ottenendo una efficace e doverosa razionalizzazione del settore. Ritiene quindi che le riduzioni di spesa improvvidamente decise dal Governo con il decreto-legge n. 112 rischino di avere effetti rovinosi, citando a tale proposito il caso della regione Toscana, nella quale solo due delle sette Comunità montane che sopravviveranno al predetto riordino saranno nelle condizioni di operare effettivamente.
Esprime invece una valutazione positiva sulla previsione di cui all'articolo 4-bis, comma 1, del decreto-legge in esame, il quale dispone opportunamente una proroga al 31 dicembre 2008 del termine fino al quale i consulenti finanziari già operativi alla data del 31 ottobre 2007 possono continuare a svolgere l'attività di consulenza in materia di investimenti, senza dover procedere all'iscrizione nell'albo previsto dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 164 del 2007.

Alberto FLUVI (PD), in riferimento alle considerazioni svolte nella seduta di ieri dal deputato Fugatti, relative al fatto che la Commissione Finanze avrebbe assunto, in questa legislatura, un ruolo politico rilevante, diversamente da quanto avvenuto nella precedente legislatura, non considera opportuno il giudizio non lusinghiero nei confronti del precedente Presidente della Commissione implicito in tale valutazione.
In linea più in generale, sottolinea come i gruppi di opposizione siano pienamente disponibili a collaborare nell'azione di rafforzamento del ruolo istituzionale della Commissione prefigurata più volte dal Presidente Conte, rilevando tuttavia come tali intenzioni non si siano ancora tradotte in azioni concrete, anche a causa della scelta del Governo di porre ripetutamente la questione di fiducia su provvedimenti all'esame della Commissione stessa, che ha oggettivamente svilito

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il ruolo di tutte le Commissioni parlamentari. A tale proposito appare particolarmente grave la scelta dell'Esecutivo di sostituire integralmente il testo del decreto-legge n. 112 del 2008 con un emendamento che non riprende integralmente il testo adottato dalle Commissioni Bilancio e Finanze nel corso dell'esame in sede referente del provvedimento.
Ribadisce quindi la richiesta, già più volte avanzata, di procedere quanto prima all'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze sui temi della politica tributaria del Governo, nonché del Ministro dello sviluppo economico, relativamente agli aspetti concernenti il settore assicurativo, analogamente a quanto avvenuto in tutte le altre Commissioni con le audizioni dei titolari dei rispettivi dicasteri.
Passando quindi ad esaminare il contenuto del decreto-legge n. 97 del 2008, si domanda se l'odierna discussione abbia qualche utilità, considerata la volontà del Governo, ampiamente nota, di porre, anche in questo caso, la questione di fiducia sul testo: ritiene, comunque, che tale riflessione non abbia carattere polemico nei confronti dell'attuale maggioranza, ma sia utile per avviare un dibattito più ampio sulle modalità di esame parlamentare dei provvedimenti in materia economica, i quali, ormai da molti anni, sono approvati mediante la posizione della questione di fiducia.
Con riferimento specifico all'articolo 2 del decreto-legge, ritiene che la decisione di ostacolare l'utilizzo automatico del credito d'imposta per gli investimenti nelle aree sottoutilizzate rappresenti una sorta di ossessione del Ministro dell'economia, e che occorra invece riflettere più approfonditamente in merito, per individuare gli strumenti più adatti a rilanciare le imprese meridionali, tenendo conto del fatto che uno degli elementi cruciali che condizionano le decisioni di investimento degli operatori economici è costituito dal quadro tributario vigente. A tale proposito evidenzia come le modifiche apportate dal Governo introducano un elemento meramente cronologico nella fruibilità del predetto credito d'imposta, subordinando l'utilizzabilità del beneficio alla tempestività con la quale gli intermediari saranno in grado di trasmettere in via telematiche le relative istanze all'Agenzia delle entrate, e determinando in tal modo distorsioni inaccettabili e difficoltà enormi per i contribuenti interessati.
Sottolinea quindi la necessità di evitare soluzioni pasticciate, chiarendo piuttosto se tale scelta sia motivata da un'effettiva carenza di risorse finanziarie, ovvero da una precisa opzione politica dell'Esecutivo.
In linea più in generale, evidenzia come una delle ragioni fondamentali sottese alla differenza tra il tasso di sviluppo del nostro Paese e quello degli altri Stati membri dell'Unione europea risieda nella differente dinamicità delle aree economicamente più deboli dei rispettivi Paesi: alla luce di tale considerazione è dunque evidente la necessità di intervenire efficacemente per rilanciare le regioni meridionali, al fine di colmare un ritardo che rischia di diventare esiziale per l'intera nazione.
Su un piano più strettamente politico, rileva come, per la terza volta in questo primo, breve scorcio di legislatura, il Governo adotti misure punitive in danno del Mezzogiorno, che fanno seguito alla riduzione degli stanziamenti per le infrastrutture in Sicilia ed in Calabria disposta dal decreto-legge n. 93 del 2008, a copertura della esclusione dall'ICI delle case di prima abitazione, ed alle misure per la centralizzazione nell'utilizzo dei fondi in favore delle aree sottoutilizzate disposte dal decreto-legge n. 112 del 2008.
Con riferimento all'intero sistema tributario, ritiene necessario evitare continue modifiche alla normativa, in particolare per quanto riguarda le relative scadenze, evidenziando come la chiarezza e la semplificazione del settore costituiscano uno degli elementi cruciali per favorire l'attrazione degli investimenti produttivi nel nostro Paese. In tale contesto, riconoscendo le debolezze e le contraddizioni insite anche nell'azione dei governi di centro-sinistra, considera opportuno avviare una discussione ampia e priva di preconcetti

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sui temi della fiscalità, ad esempio approfondendo la questione relativa alla tassazione sugli extraprofitti delle imprese, che non può evidentemente essere circoscritta al solo settore energetico.

Gianfranco CONTE, presidente, in riferimento alla richiesta, ribadita dal deputato Fluvi, di procedere quanto prima alle audizioni del Ministro dell'economia e del Ministro dello sviluppo economico, informa che i ministri hanno espresso la loro disponibilità ad intervenire in Commissione, e che sarà quanto prima fissata la data di svolgimento delle predette audizioni.
Con riferimento alle future prospettive della Commissione Finanze, ritiene che, al di là delle esigenze urgenti che hanno indotto il Governo ad anticipare, con i decreti-legge n. 93 e 112 del 2008, la manovra finanziaria triennale, il tema fondamentale su cui si concentrerà la prima parte della legislatura sia quello del federalismo fiscale, rispetto al quale la Commissione svolgerà un ruolo di assoluta centralità.
Per quanto riguarda le considerazioni relative al sempre più ampio utilizzo, da parte del Governo, dello strumento del voto di fiducia, ritiene che la conseguente compressione del ruolo del Parlamento sia anche dovuta all'incapacità dei parlamentari di svolgere un ruolo autonomo ed efficace, oltre che dalle mutate condizioni nelle quali il Governo si trova ad operare. Ricorda, peraltro, che, nel corso della XIV legislatura alcune leggi finanziarie, così come importanti provvedimenti economici del Governo, erano stati approvati senza utilizzare tale strumento, pur riconoscendo come, successivamente, sia invalso un uso sempre più indiscriminato di tale modalità di esame parlamentare, che personalmente non condivide. Ritiene, in tale contesto, che, per recuperare maggior spazio d'azione agli organi parlamentari, sia necessario avviare, con coraggio e determinazione, iniziative legislative autonome rispetto a quelle del Governo, ad esempio concentrando in singole proposte di legge una serie di questioni di comune interesse per la Commissione, nonché valutando la possibilità di ricavare spazi di lavoro ulteriori rispetto a quelli normalmente utilizzati.

Alberto FLUVI (PD) condivide alcune delle considerazioni svolte dal Presidente, rivendicando in tale contesto la capacità dei gruppi di opposizione di avanzare proposte legislative, sulle quali è comunque necessario avviare innanzitutto un confronto aperto con il Governo. Ribadisce, quindi, come gli spazi di azione della Commissione siano stati finora oggettivamente pregiudicati dall'esigenza di esaminare i provvedimenti d'urgenza adottati dal Governo in questi mesi.
Non ritiene quindi opportuno ricorrere allo strumento di proposte di legge «omnibus», nelle quali concentrare questioni disparate, ritenendo invece necessario aprire un serio dibattito su talune questioni di fondo, quali il federalismo fiscale, la fiscalità d'impresa, la revisione del regime tributario delle famiglie, assicurando a tale proposito il pieno contributo dell'opposizione.

Giampaolo FOGLIARDI (PD), con riferimento al contenuto del decreto-legge evidenzia come, nonostante l'ampio ventaglio di norme di proroga contenute nel provvedimento, non si sia tenuto conto dell'esigenza di disporre la proroga per l'emanazione della disciplina attuativa dell'articolo 1, comma 46, della legge n. 244 del 2007, relativa alla revisione della disciplina tributaria per le operazioni di riorganizzazione aziendale, in particolare per quanto riguarda l'applicazione dell'imposta sostitutiva sui maggiori valori attribuiti in bilancio in connessione con tali operazioni.

Cosimo VENTUCCI (PdL) concorda con buona parte delle considerazioni svolte dal deputato Fluvi, rilevando tuttavia come dal 1994 si sia verificata una rivoluzione epocale del sistema politico italiano, alla luce della quale, occorre procedere ad una radicale revisione delle norme che disciplinano l'azione parlamentare, al fine di

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eliminare tutte quelle previsioni, ormai anacronistiche, che rendono farraginosa, inefficace e defatigante l'attività degli organi parlamentari, nell'interesse, non solo della maggioranza, ma della stessa opposizione, che, a causa di tali farraginosità, risulta spesso mortificata nella propria azione. Sottolinea, del resto, come la frustrazione dei gruppi di opposizione corrisponda, in molti casi, ad una analoga condizione dei gruppi di maggioranza, che non sono posti nelle condizioni di esercitare a pieno la loro capacità propositiva a causa dei richiamati limiti delle norme regolamentari che regolano l'attività delle Camere. Tali difficoltà si riverberano, del resto, in un'insufficiente qualità della produzione legislativa, che appare spesso caotica ed incomprensibile, risultando pertanto difficilmente applicabile dai cittadini e dalla pubblica amministrazione.
Ritiene quindi necessario avviare quanto prima una franca riflessione su questi aspetti, sottolineando come la democrazia si fondi su un dialogo reale tra le diverse forze politiche, che non si limita alla mera possibilità di esprimere liberamente le proprie opinioni, ma che deve consentire a tutte le componenti politiche di contribuire reciprocamente nella definizione delle decisioni che incidono sugli interessi del Paese.
In tale contesto rileva come l'esame del decreto-legge n. 112 del 2008, sebbene compresso in termini oggettivamente ristretti, abbia comunque consentito alle Commissioni riunite di svolgere un lavoro utile, e come le modifiche, sostanzialmente marginali, apportate con l'emendamento Dis. 1.1, che ha integralmente sostituito il testo del decreto, corrispondano a normali esigenze dell'azione di governo.

Gianfranco CONTE, presidente, in considerazione dell'imminente avvio di votazioni in Assemblea, rinvia alla seduta di domani il seguito dell'esame.

La seduta termina alle 16.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI