CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 luglio 2008
26.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 3 luglio 2008. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA.

La seduta comincia alle 11.30.

Decreto-legge 92/08, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica.
C. 1366, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite I e II).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta di ieri.

Stefano SAGLIA, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore, onorevole Scandroglio, ha illustrato il provvedimento in esame e ha formulato una proposta di parere favorevole sullo stesso.

Ivano MIGLIOLI (PD) richiama l'attenzione sul contenuto della lettera che il segretario del PD e il presidente del gruppo UDC della Camera hanno inviato al Presidente della Camera per sottolineare la necessità che l'ingorgo determinatosi in Parlamento relativamente a provvedimenti di particolare rilevanza non leda le prerogative del Parlamento medesimo. A tale proposito, fa presente quanto già evidenziato nella seduta di ieri circa l'inopportunità di un esame sommario di un provvedimento come il decreto-legge recante misure urgenti in materia di sicurezza.
Pur riconoscendo che il precedente Governo non ha adottato tutti i necessari provvedimenti sul tema della sicurezza per ragioni legate alle dinamiche all'interno della coalizione di Governo, richiama l'attenzione sulla norma inserita dal Senato nel decreto-legge in esame relativa alla sospensione dei processi penali per fatti commessi fino al 30 giugno 2002. Ritiene che la norma in questione non possa che produrre una frattura nel Paese, soprattutto nei confronti della magistratura. Ritiene

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poi che il Governo, attraverso le disposizioni recate dal decreto-legge n. 92 del 2008 e le disposizioni contenute in altri provvedimenti governativi attualmente all'esame parlamentare, non soddisfi le due condizioni imprescindibili per la tutela della sicurezza, quali la certezza dei tempi dei procedimenti e della pena e la presenza di sufficienti e adeguate risorse umane.
Dopo aver dichiarato di non concordare con quanto affermato dal relatore circa la esistenza di minime disposizioni del decreto-legge in esame di interesse della XI Commissione, richiama l'attenzione sulle norme relative alla sospensione dei processi penali che finisce per avere incidenza anche in settori relativi al lavoro. Invita quindi la maggioranza a valutare attentamente l'ipotesi di una soppressione della disposizione sulla sospensione dei processi penali al fine del recupero di un dialogo con le forze di minoranza, le quali, in caso contrario, si vedranno costrette ad una ferma opposizione sul provvedimento in questione.

Giuseppe BERRETTA (PD) osserva che il provvedimento all'esame della Commissione introduce un sistema di giustizia debole con i forti e forte con i deboli, producendo una violazione del principio di uguaglianza. Con riferimento a tale principio, sottolinea come il decreto-legge in esame colpisca anche la condizione soggettiva dell'immigrato clandestino.
Non concorda con le dichiarazioni del relatore circa la sussistenza di minime disposizione di interesse della XI Commissione nel decreto-legge in esame, ritenendo che interferiscono con l'ordinamento del lavoro reati gravi, i cui processi sono oggetto della sospensione disposta dall'articolo 2-ter. A tale proposito, richiama il reato di estorsione nella cui fattispecie ritiene che possano rientrare anche comportamenti legati alle cosiddette «dimissioni in bianco», soprattutto a seguito dell'abrogazione della relativa legge n. 188 del 2007 disposta dal decreto-legge n. 112 del 2008. Analogamente ritiene incidenti nel settore dell'ordinamento del lavoro anche reati - i cui processi sono oggetto di sospensione - legati allo sfruttamento di lavori minorili, alla violazione della privacy per i lavoratori, al mancato versamento di contributi.

Lucia CODURELLI (PD) ritiene che in sede di relazione non siano stati sufficientemente valutati quei profili del decreto-legge in esame che finiscono comunque per avere riflessi nell'ordinamento del lavoro. Ritiene che vi sia contraddizione tra l'obiettivo del Governo di tutelare la sicurezza e i tagli alle spese relativi a tale settore disposti da altri provvedimenti all'esame parlamentare. Aggiunge che la disposizione recata dal decreto-legge sull'allontanamento degli immigrati clandestini produrrà conseguenze negative per i cittadini se si considera il ruolo svolto dalle badanti nell'assistenza agli anziani. Sottolinea la gravità dell'inserimento nel decreto-legge della disposizione sulla sospensione dei processi penali per reati commessi fino al 30 giugno 2002, la quale avrà effetti su molti processi pendenti per reato di stupro con evidente lesione per le donne. Nell'invitare le forze di maggioranza alla soppressione della disposizione richiamata, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Teresio DELFINO (UdC), nell'auspicare un futuro all'insegna del buon senso al fine di affrontare i grandi problemi del Paese e di introdurre le riforme necessarie, ribadisce quanto già dichiarato in altre occasioni in Commissione circa la posizione del gruppo UdC, che si riserva di valutare l'orientamento da assumere su ciascun provvedimento sulla base del merito dello stesso, alla luce dei condivisibili obiettivi dichiarati dal Governo. Con riferimento al settore della giustizia, fa presente che avrebbe potuto costituire un ottimo punto di partenza il disegno di legge di riforma organica presentato dal presidente Pera, ritenendo che esista in alcuni casi un problema legato al ruolo della magistratura, il quale assume in Italia connotati che non hanno riscontro

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in altri Paesi europei. Sottolineando l'urgenza di interventi in materia di sicurezza, fa presente l'incongruità di disposizioni che riducono le risorse finanziarie per le forze dell'ordine.
Ritenendo fondamentale il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e prendendo atto dell'esclusione dall'ambito di applicazione della disposizione relativa alla sospensione nei processi penali dei reati commessi in violazione delle norme per la prevenzione sugli infortuni sul lavoro, preannuncia il voto di astensione del suo gruppo sul provvedimento in esame.

Teresa BELLANOVA (PD) ritiene che le disposizioni recate dal decreto-legge in esame non rispondano alle esigenze di giustizia e di sicurezza dei cittadini, che sono esigenze di primaria importanza. Sottolinea la gravità della sospensione dei processi penali per i reati di estorsione i quali possono interessare anche i lavoratori: a tale proposito richiama l'ipotesi dell'estorsione che può essere connessa al lavoro nero o al fenomeno della «doppia busta paga». Esprime inoltre preoccupazione per la sospensione dei processi penali relativi al reato di sfruttamento minorile. Nel presentare una proposta di parere alternativa (vedi allegato), preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole del relatore per le motivazioni sopra richiamate e non in nome di una mera battaglia ideologica.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore, risultando così preclusa la votazione sulla proposta di parere alternativa depositata dall'onorevole Bellanova.

Decreto-legge 112/08, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria.
C. 1386 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta di ieri.

Giovanni PALADINI (IdV) esprime perplessità sulle disposizioni recate dal decreto-legge in esame che sotto diversi profili colpiscono le Forze dell'ordine, i cui diversi sindacati, tradizionalmente non convergenti nelle posizioni da assumere, hanno manifestato su tale provvedimento un'uniformità di vedute. Conclude ritenendo incongrua la disposizione che prevede la possibilità per l'amministrazione di appartenenza delle diverse Forze dell'ordine di risolvere unilateralmente i rapporti di lavoro dopo quarant'anni di servizio, di cui trentacinque anni di servizio effettivo.

Stefano SAGLIA, presidente, nessuno altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.25.