CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 10 gennaio 2019
123.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-01183 Silvestroni: Sull'attuazione delle norme di gara per l'assegnazione del servizio di distribuzione del gas.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rispondo al Question time in discussione relativo alle gare per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas naturale nel mercato interno, rappresentando quanto segue.
  Premetto che il mercato del gas naturale in Italia è stato aperto, come noto, alla concorrenza con il decreto legislativo n. 164 del 2000, di recepimento della direttiva europea 98/30/CE, nonché dal successivo decreto legislativo 93 del 2011, che ha recepito le direttive 2009/72/CE, 2009/73/CE e 2008/92/CE.
  In particolare, il suddetto decreto 164 del 2000 ha introdotto la procedura di evidenza pubblica quale strumento per l'affidamento del servizio pubblico locale della distribuzione del gas, secondo i principi comunitari di trasparenza, efficienza ed economicità.
  In attuazione di tali principi, i criteri di gara posti con il decreto ministeriale n. 226 del 2011 assicurano la più ampia partecipazione di soggetti alle gare stesse, nonché alti livelli di efficienza nel servizio.
  I notevoli ritardi nella partenza delle suddette gare, rappresentati dall'Onorevole Interrogante, sono dovuti tra l'altro alla complessità degli aspetti, non solo economici, coinvolti nel processo di liberalizzazione del settore che comporta la transizione dagli affidamenti comunali diretti ad affidamenti a mezzo di gara pubblica da svolgersi in ambiti territoriali minimi.
  L'impianto normativo nel suo complesso – normativa primaria, secondaria e regolatoria dell'Autorità di settore (ARERA) – è stato impostato con l'obiettivo di renderlo il più possibile aderente alle peculiarità del settore; inoltre, sono state poste regole di gara omogenee che diano la dovuta importanza agli aspetti tecnici e alla qualità del servizio, proprio per evitare che le gare vengano aggiudicate solo sulla base del canone offerto, come descritto nell'atto.
  Ad oggi, a circa 19 anni dall'emanazione del succitato decreto 164 del 2000, a fronte dell'attuale quadro normativo di riferimento, soltanto pochissime procedure di gara per l'aggiudicazione del servizio di distribuzione del gas risultano in corso di esecuzione. A riguardo, alcuni Comuni e stazioni appaltanti hanno evidenziato aspetti ritenuti ostativi all'avvio delle gare medesime, quali ad esempio: il mancato riconoscimento dell'ammortamento degli impianti per i Comuni e le società patrimoniali proprietarie di tutto o parte degli stessi; la corretta valorizzazione delle reti di proprietà pubblica ai fini della possibile vendita; la previsione normativa e contrattuale che prevede il passaggio della proprietà delle reti del gas degli Enti pubblici al Gestore della rete in caso di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria su tali reti.
  Tali aspetti, connessi con la valutazione degli asset messi in gara, possono essere modificati principalmente con interventi normativi.
  Il Ministero dello sviluppo economico si è già attivato in tal senso, avviando alcuni incontri istituzionali, che proseguiranno nei prossimi mesi, al fine di valutare eventuali interventi normativi utili a superare le diverse criticità.
  Tutto ciò nel rispetto dei diritti degli stakeholders del settore e a garanzia del sistema e della disciplina della concorrenza, tutelando, altresì, i consumatori da aumenti delle tariffe di distribuzione del gas.

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ALLEGATO 2

5-01184 Barelli: Sulle iniziative per incentivare la geotermia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rispondo all'atto in discussione relativo alla incentivazione della geotermia e, in particolare, riguardo al confronto svoltosi in sede di Conferenza Unificata sulla bozza di decreto per l'incentivazione delle rinnovabili cosiddette mature (DM Fer1).
  In via preliminare, si specifica che i riferimenti rappresentati dagli Interroganti al DecretoFer2 con molta probabilità sono relativi al DM Fer1.
  In merito ai provvedimenti che si intendono adottare, il Ministero dello sviluppo economico ha ritenuto opportuno trattare la geotermia tradizionale in un secondo decreto, dedicato alle rinnovabili non mature, innovative o suscettibili di innovazione, ovvero significativamente costose. Tale scelta, come noto, ha condotto alla formulazione di un parere negativo delle regioni sul DM Fer1.
  L'opportunità di trattare la geotermia tra le tecnologie suscettibili di innovazione si ricollega alle segnalazioni sulle esperienze in corso, che hanno consolidato la convinzione di dover indirizzare il sistema di incentivi alla qualificazione della geotermia «tradizionale»; ciò è confermato anche dalla recentissima direttiva comunitaria in materia di fonti rinnovabili (cfr. «considerando» 46 della direttiva 2018/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2018).
  Tale direttiva prevede che, a seconda delle caratteristiche geologiche di una determinata zona, la produzione di energia geotermica può generare gas a effetto serra, nonché altre sostanze derivanti dai liquidi sotterranei e da altre formazioni geologiche del sottosuolo, potenzialmente nocive per la salute e l'ambiente.
  Per questo motivo, la stessa Commissione europea dovrebbe facilitare esclusivamente la diffusione di energia geotermica a basso impatto ambientale e dalle ridotte emissioni di gas a effetto serra, rispetto alle fonti non rinnovabili.
  Ciò comporta l'esigenza (che, per i territori interessati, costituisce anche una opportunità), di stabilire adeguate prestazioni ambientali ai fini dell'accesso agli incentivi, innovando ulteriormente la tecnologia, motivo per cui è derivata l'opportunità di trattare la geotermia nel DM Fer2.
  Inoltre, la geotermia tradizionale – diversamente dalle fonti oggetto del DM Fer1 – ha una ridotta offerta complessiva e pochissimi operatori, e quindi potrebbe essere penalizzata se fosse inserita nei meccanismi di asta nell'ambito del DM Fer1, finalizzati a stimolare la competizione tra molti operatori e diverse tecnologie.
  Ritenendo, quindi, che la scelta del Ministero dello sviluppo economico vada a vantaggio del settore e dei territori che ospitano gli impianti e che andrà a promuovere la qualificazione tecnologica e ambientale, sotto il profilo dell'abbattimento delle emissioni, anche degli impianti esistenti, si concorda sul coinvolgimento della regione Toscana nella definizione di requisiti e condizioni per l'accesso della geotermia agli incentivi nell'ambito dell'elaborazione del DM Fer2.
  Infatti, per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 c’è Pag. 56bisogno di un impegno comune e della disponibilità di chi gestisce i territori ad avviare un cambio di passo per ottenere i risultati prefissati assicurando, al contempo, trasparenza e condivisione.
  Infine, si precisa che si è tenuto un ulteriore incontro con la regione interessata, a seguito della richiamata Conferenza Unificata, in cui si è esplicitato nuovamente che la geotermia sarà trattata nel DM Fer2.

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ALLEGATO 3

5-01185 Moretto: Sulle iniziative per sostenere la filiera nazionale delle automotive.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero dello sviluppo economico è consapevole della complessità e delle difficoltà attuali che si stanno affrontando per poter accelerare un modello di mobilità eco-sostenibile sollecitato anche dai nuovi regolamenti europei sulle emissioni CO2 dei veicoli.
  In tale contesto, il Governo ha ritenuto di introdurre la misura di un bonus per l'acquisto di veicoli elettrici in legge di bilancio e il sostegno a investimenti nelle infrastrutture di ricarica elettrica.
  Prima della presentazione di detta misura il Ministro dello sviluppo economico ha avviato un tavolo di confronto con gli operatori economici e con le associazioni dei consumatori, al fine di contemperare al meglio tutti gli interessi in gioco.
  In tale sede, in particolare, era presente anche un rappresentante della FCA.
  L'esito del citato tavolo ha comportato l'adozione di un'apposita norma in Legge di Bilancio che, da un lato, è volta ad incentivare l'acquisto di auto elettriche in luogo di quelle maggiormente inquinanti, e dall'altro è stata strutturata in maniera tale da non ledere gli interessi degli operatori del mercato automobilistico, oltre che quello dei consumatori.
  Ma vengo allo specifico quesito, inerente il sostegno alla filiera dell'automotive per la produzione di vetture più ecologiche, facendo presente che il Ministero dello sviluppo economico sta già sostenendo progetti di ricerca e sviluppo finalizzati sia alla riconversione delle motorizzazioni del gruppo FCA verso l'ibrido e l'elettrico, sia attraverso lo strumento degli accordi di programma, la produzione di vetture più ecologiche.
  Relativamente a quest'ultimi, voglio sinteticamente ricordare che, nell'ambito del Fondo per la crescita sostenibile, ne sono stati già firmati alcuni finalizzati al sostegno di veicoli meno inquinanti e precisamente: con la regione Emilia Romagna, al fine di realizzare una «Gamma di convertitori di potenza on board per auto ibride/elettriche di nuova generazione»; con la regione Lazio, finalizzato a sostenere un programma d'investimento per lo «Sviluppo di soluzioni innovative per mobilità estesa e nuove tecnologie digitali per il miglioramento della sicurezza, la riduzione del consumo del carburante e della rumorosità ed il miglioramento della resa chilometrica degli pneumatici»; con la regione Marche per sostenere un programma d'investimento per la realizzazione di «innovativi banchi di prova per i test dei motori elettrici e trasmissioni per architetture ibride e full electric nel campo automotive».
  Altre proposte di programmi d'investimento sulla materia che qui interessa sono in corso di negoziazione e, più precisamente si tratta dei seguenti:
   Toward electrification-sviluppo di prodotti e di processi per l'industrializzazione di una nuova gamma di macchine elettriche;
   E-Smart 4.0. Nuova generazione di pneumatici per autoveicoli e biciclette capaci di rispondere alle nuove sfide poste dall'evoluzione tecnologica automotive che metterà in campo nuovi veicoli elettrici e veicoli a guida autonoma – (PIRELLI Milano);Pag. 58
   Battery Swapping Eco-System per la «sostituzione delle batterie».

  Relativamente al gruppo FCA il MISE ha sottoscritto, inoltre, lo scorso dicembre un contratto di innovazione, in base al quale in Piemonte si potranno confermare i siti produttivi esistenti, e mantenere nel tempo il trend positivo rappresentato dal recente rilancio del Polo Premium (Grugliasco e Mirafiori), rendendo disponibile l'elettrificazione su tutti i modelli Jeep e dei veicoli Premium, con conseguenti ricadute sull'intera filiera automotive piemontese. L'azione di conferma e rilancio del ruolo di FCA in Piemonte sui temi legati alla mobilità sostenibile investirà non solo il polo CRF della ricerca di Orbassano, ma anche i siti di FCA Mirafiori e Sangone.
  Sul primo polo si concentreranno le attività legate allo sviluppo delle nuove tecnologie e alla realizzazione dei prototipi funzionali, mentre nei siti FCA di Torino Sangone e di Mirafiori verranno eseguite le attività di verifica e validazione ottemperando quindi anche agli aspetti legati all'affidabilità dei sistemi e ai processi produttivi. Per quanto riguarda le tematiche di sviluppo che l'accordo ha ad oggetto, queste hanno una forte finalizzazione alla messa in produzione dei futuri modelli ecologici.
  Infine, si precisa che l'incontro tenutosi l'11 dicembre 2018, presieduto dal Ministro dello sviluppo economico Di Maio, ha avuto anche il fine di instradare un percorso costruttivo e collaborativo con tutti gli stakeholders del settore.
  È quindi in corso un notevole impegno del Governo nel settore automotive, che proseguirà in modo costante al fine di sostenere l'intera filiera e garantire il passaggio a produzioni sempre più ecologiche.