CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 ottobre 2018
71.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2018. Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati.

PARERE APPROVATO

  La I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni),
   esaminata la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2018 (Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati);
   rilevato come la Nota di aggiornamento presenti una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso e per il triennio successivo rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile, in considerazione dei segnali di rallentamento dell'economia italiana emersi nella prima parte del 2018, in corrispondenza di un indebolimento del commercio mondiale e della produzione industriale;
   sottolineato come il Governo abbia opportunamente deciso di orientare la sua azione politica verso l'obiettivo prioritario di accelerare e stabilizzare il processo di ripresa dell'economia, e di venire in tal modo incontro alle esigenze dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, gravemente colpite da una crisi ormai decennale, atteso che il PIL in termini reali non ha ancora recuperato il livello precedente alla crisi stessa;
   evidenziato come, in tale contesto, la Nota definisca un nuovo percorso di avvicinamento verso il pareggio di bilancio (MTO), il quale sarà raggiunto solo quando la crescita economica si sarà consolidata e, in particolare, quando il tasso di disoccupazione e il PIL pro capite in termini reali saranno tornati ai livelli precedenti alla crisi, prevedendo in questo quadro che il raggiungimento dell'MTO avverrà gradualmente, e fissando conseguentemente l'obiettivo di indebitamento netto al 2,4 per cento del PIL nel 2019, al 2,1 per cento nel 2020 e all'1,8 per cento nel 2021, in coerenza con un obiettivo di saldo strutturale costante al –1,7 per cento del PIL in ciascuno degli anni del triennio 2019-2021;
   sottolineato come, proprio al fine di rafforzare la crescita economica del Paese, la Nota anticipi un articolato pacchetto misure mirate a stimolare la domanda interna, tra le quali si segnalano in particolare:
    la sterilizzazione completa nel 2019 degli aumenti delle imposte indirette previste dalle clausole di salvaguardia;
    l'introduzione di misure volte a ridurre la povertà e a sostenere l'occupazione giovanile (quali il reddito di cittadinanza e la riforma dei Centri per l'impiego);
    la prima fase dell'introduzione della flat tax;
    la riduzione dell'imposta sugli utili d'impresa per le aziende che reinvestono i profitti e assumono lavoratori aggiuntivi;
    maggiori investimenti pubblici, anche per quanto riguarda l'avvio di un programma di manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamento;
    lo stanziamento di risorse per il ristoro dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie emerse nel corso degli ultimi anni;
   rilevato, con riferimento ai profili di competenza propri della I Commissione, Pag. 38come il 13 luglio scorso il Consiglio ECOFIN abbia inserito, tra le 4 raccomandazioni indirizzate all'Italia, la lotta contro la corruzione;
   evidenziato, a tale proposito, come il Governo, anche in risposta a tale sollecitazione, abbia presentato alla Camera il disegno di legge C. 1189, recante misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici, attualmente all'esame, in sede referente, presso le Commissioni riunite I e II;
   rilevato come la Nota indichi, tra i 12 disegni di legge collegati alla decisione di bilancio, per quanto attiene agli ambiti di competenza della I Commissione, il disegno di legge, di prossima presentazione alle Camere, recante interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo;
   sottolineata la centralità degli interventi per incrementare l'efficienza e la qualità dei servizi delle pubbliche amministrazioni sia a livello centrale sia a livello locale, assicurarne la piena digitalizzazione, migliorarne i processi decisionali, anche attraverso azioni volte a migliorare il sistema della dirigenza e a semplificare i rapporti con i cittadini e le imprese, nonché per rafforzare gli strumenti di lotta contro la corruzione in tutte le sue forme e assicurare la piena legalità nell'azione dei poteri pubblici;
   condivise le quattro direttrici principali delle politiche del Governo in materia di sicurezza pubblica, costituite:
    dal contrasto dei flussi migratori irregolari, sulla base della condivisione delle responsabilità della difesa delle frontiere esterne dell'Unione europea;
    dalla lotta alle mafie e alle altre organizzazioni criminali, anche attraverso misure finalizzate ad aggredire le ricchezze accumulate illecitamente, quali le misure di prevenzione patrimoniali e lo strumento della confisca allargata, nonché il miglioramento dei meccanismi sull'amministrazione, gestione e destinazione di beni sequestrati e confiscati;
    dalla revisione dell'ordinamento degli enti locali, per contrastare la criminalità e la corruzione;
    dal potenziamento degli strumenti tecnologici e dall'introduzione di modifiche ordinamentali per rafforzare la lotta alla criminalità diffusa;
   sottolineata altresì l'importanza di avviare un programma di riforme istituzionali mirato che consenta di migliorare la qualità delle decisioni pubbliche e di riavvicinare i cittadini alle istituzioni, in particolare attraverso l'ampliamento della partecipazione dei cittadini alla vita politica e il miglioramento dell'efficacia dell'attività del Parlamento;
   condivisa altresì l'esigenza di completare i percorsi di regionalismo differenziato avviati dalle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna nel 2017, in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, ai fini dell'attribuzione di forme e condizioni particolari di autonomia alle regioni a statuto ordinario, e rilevato come tale percorso potrà costituire un positivo esempio anche per altre regioni interessate a questa prospettiva;
   evidenziato come l'insieme di tali misure costituisca fattore essenziale per consentire una crescita economica e sociale del Paese che risulti stabile, sostenibile e equa, nonché per migliorare concretamente la condizione dei cittadini e degli operatori economici,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 2

Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2018. Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati.

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVA PRESENTATA DAI DEPUTATI MIGLIORE, FIANO, CECCANTI, MARCO DI MAIO, GIORGIS, POLLASTRINI

  La I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni),
   esaminata, per le parti di propria competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018 (esame Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati), che rappresenta il principale documento di politica economica e di bilancio con il quale il Governo, in una prospettiva di medio-lungo termine, traccia gli impegni e gli indirizzi delle politiche pubbliche di consolidamento finanziario e di spesa;
   valutato che la presente Nota è stata trasmessa alle Camere con estremo ritardo, contravvenendo al termine del 27 settembre previsto dall'articolo 7, comma 2, lettera b), della legge 31 dicembre 2009, n. 196, e determinando, conseguentemente, una compressione del tempo necessario per l'esame parlamentare del documento;
   preso atto che la Nota desta forti preoccupazioni per il futuro del Paese, perché presenta una errata strategia di rafforzamento dell'economia nazionale, peggiora la nostra esposizione agli effetti dell'instabilità finanziaria, non determinata dai solidi fondamentali economici dell'Italia ma dalla scarsa credibilità internazionale del Governo, e rischia di compromettere la fiducia faticosamente acquisita grazie ai Governi della scorsa legislatura, che ha consentito di percorrere dal 2014 un chiaro sentiero di ripresa caratterizzato da tassi di crescita del PIL sempre maggiori e una costante diminuzione del debito pubblico;
   considerato che la Nota propone un quadro di finanza pubblica imprudente e difficilmente sostenibile, anche perché corredato da strumenti di politica economica, finanziati in deficit nonostante siano stati presentati per anni come dotati di adeguata copertura finanziaria, ancora non definiti nel dettaglio, ma che non sembrano in grado di garantire i previsti risultati di crescita, stimati nell'1,5 per cento per il 2019, 1,6 per cento per il 2020 e 1,4 per cento per il 2021, come confermato da tutti i previsori internazionali, a partire dal FMI, che ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita per il nostro Paese;
   considerato che il documento in esame ammette di proporsi, in osservanza al cosiddetto Contratto di Governo, «ambiziosi obiettivi in campo economico e sociale, dall'inclusione al welfare, dalla tassazione all'immigrazione. Vi è inoltre una pressante esigenza di conseguire una crescita più sostenuta dell'economia e dell'occupazione e di chiudere il divario di crescita che l'Italia ha registrato nei confronti del resto d'Europa nell'ultimo decennio»;
   premesso che tale ambizione comporterà un indebitamento netto pari al 2,4 per cento del PIL nel 2019, al 2,1 per cento nel 2020 e all'1,8 per cento nel 2021, nella speranza di conseguire una crescita del PIL di almeno l'1,5 per cento nel 2019 e Pag. 40l'1,6 per cento nel 2020 e, nel lungo periodo, addirittura una crescita più forte rispetto al resto dell'Europa;
   ritenuto impossibile valutare, dai dati riportati, se la manovra tracciata sia effettivamente in grado di promuovere una crescita dell'economia e dell'occupazione tale da generare le ottimistiche previsioni di crescita indicate dal Governo, ma quello che è già possibile verificare sono le reazioni dei mercati finanziari ed azionari, con il brusco innalzamento dei differenziali sugli interessi dei nostri titoli pubblici ed il corrispondente calo delle quotazioni dai valori di borsa;
   considerato che tali andamenti si inseriscono in una nuova congiuntura che, come rilevato dalla stessa Nota di variazione, risente marcatamente del peggioramento delle esportazioni, originato dall'affermarsi di politiche commerciali e industriali di stampo protezionistico; un approccio perseguito da quei governi che paradossalmente vengono indicati dalle forze di Governo come modelli di riferimento e come partner politici privilegiati;
   sui temi di più stretta competenza della Commissione Affari Costituzionali,
   ricordato che il precedente Governo aveva già autorizzato, nella legge di bilancio per il 2018, assunzioni straordinarie – in aggiunta cioè alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente – nelle Forze di polizia e nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco fino a complessive 7.394 unità per il quinquennio 2018-2022, finalizzate, tra l'altro, all'incremento dei servizi di prevenzione e di controllo del territorio e di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica;
   evidenziato come, nonostante i ripetuti annunci, anche durante la Conferenza stampa di presentazione del DEF, circa un piano straordinario di assunzione per diecimila donne e uomini delle forze dell'ordine, nel documento in esame non vi sia traccia degli stanziamenti utili a realizzare le suddette promesse, rendendo pertanto inattuabile l'obiettivo delle 106.000 presenze in servizio introdotto dalla Legge Madia e impedendo così anche di alleggerire il carico di lavoro immane di operatori che hanno l'età media anagrafica più alta d'Europa;
   preso atto che nel documento in esame non si ravvisano neppure le risorse sufficienti ad affrontare la ormai prossima scadenza contrattuale per oltre 470.000 operatori del Comparto sicurezza e difesa, circostanza che ha profondamente destabilizzato tutti gli operatori di un settore estremamente sensibile per la delicatezza e specificità dei compiti da esso assolti;
   premesso che l'articolo 81 della Costituzione, come è noto, consente il ricorso all'indebitamento solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere a maggioranza assoluta, al verificarsi di eventi eccezionali, implicitamente affermando che il ciclo economico debba essere oggettivamente negativo;
   valutato che, sotto il profilo della legittimità costituzionale, la Relazione di accompagnamento alla Nota di aggiornamento al DEF sembra prefigurare una doppia violazione dell'articolo 81 della Costituzione: da un lato perché considera il ciclo economico negativo non in termini assoluti e oggettivi, come nel caso di stagnazione o recessione, ma in relazione a ciò che soggettivamente il Governo prevedeva e sperava; e dall'altro perché non vi è traccia neppure di quegli eventi eccezionali, come le straordinarie ondate migratorie o il terremoto, quali presupposti per l'indebitamento nelle scorse legislature;
   valutato che il gravissimo accadimento relativo al Ponte Morandi di Genova – che certamente può giustificare un qualche scostamento dagli obiettivi per finanziare un piano straordinario di manutenzione delle infrastrutture viarie – non è certo sufficiente a giustificare da solo, quale evento eccezionale, l'enorme deficit previsto per finanziare la spesa corrente;Pag. 41
   ritenuto che quanto riportato prospetti dunque un quanto mai illegittimo ricorso all'indebitamento, assolutamente al di fuori dei limiti costituzionali imposti dall'articolo 81, secondo comma, della Costituzione, non essendo il ciclo economico, allo stato attuale, negativo in termini oggettivi, e mancando anche quegli eventi eccezionali, quali le straordinarie ondate migratorie, le alluvioni o i terremoti,
   esprime
PARERE CONTRARIO

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ALLEGATO 3

Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2018. Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati.

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVA PRESENTATA DAL GRUPPO FI

  La I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni),
   esaminata, per le parti di propria competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018 (esame Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati), che rappresenta il principale documento di politica economica e di bilancio, si rilevano evidenti criticità;
   premesso che:
    in primis si evidenzia il notevole ritardo con cui la Nota di aggiornamento al DEF è stata trasmessa alle Camere, violando l'articolo 7, comma 2, lettera b), della legge 31 dicembre 2009, n. 196, comportando di conseguenza una compressione dei tempi necessari e congrui per l'esame parlamentare in merito ad un atto di rilevanza strategica per il Paese;
    nel merito del provvedimento, le stime di crescita del Pil italiano inserite dal governo nella Nota di aggiornamento del DEF, rispettivamente pari a +1,5 per cento nel 2019, +1,6 per cento nel 2020, +1,4 per cento nel 2021, risultano essere di gran lunga distanti, non solo da quelle del Fondo Monetario Internazionale, ma anche da quelle di altri organismi nazionali e internazionali di previsione, e pertanto irraggiungibili;
    le conseguenze di quanto previsto dalla Nota di aggiornamento al DEF stanno riversando le catastrofiche conseguenze: la credibilità del Paese è ai minimi storici che si può riassumere in 140 miliardi di euro di fuga dei capitali, 120 miliardi di euro in meno di capitalizzazione in borsa e aumento dello spread;
    sui profili di più stretta competenza della Commissione Affari costituzionali si evidenzia come nella Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza non vi siano opportune misure volte a tutelare il comparto sicurezza e difesa;
    ai ripetuti annunci del Governo non hanno fatto seguito misure concrete per valorizzare il lavoro svolto dagli oltre 470 mila operatori del comparto sicurezza e difesa che ogni giorno sono al servizio del Paese per la tutela dell'incolumità dei cittadini e del territorio;
    nella Nota di aggiornamento al DEF 2018, infatti, non sono previste né le risorse per far partire la nuova stagione contrattuale vista la scadenza ormai prossima del contratto in essere né le risorse per procedere a nuovo riordino delle carriere attraverso il quale rivedere le storture provocate dal precedente;
    anche sulle assunzioni emergono evidenti perplessità poiché, in merito ad un piano straordinario di assunzione per diecimila donne e uomini delle forze dell'ordine, nel documento in esame non vi è alcuna traccia degli stanziamenti utili a realizzare tale obiettivo che, in una nota diramata dal Ministero dell'interno sembrerebbe essere considerato come un obiettivo «da raggiungere»;
    oltre alla mancata tutela del comparto sicurezza e difesa, nel documento in Pag. 43esame vi è la totale assenza di misure volte a rilanciare il Sud, anch'esse soltanto annunciate e non concretizzate; il tutto nella evidente, dolosa consapevolezza della rinuncia ad un «sistema Italia» che veda il Mezzogiorno interprete necessario;
    è necessario prevedere un Piano per il Sud, al fine di abbandonare le vecchie e fallimentari logiche assistenzialiste e guidare il Meridione nel processo di riallineamento ai migliori standard nazionali ed europei, fondati sull'iniziativa e sul merito, incentivando non solo uno sviluppo infrastrutturale e industriale del territorio ma anche gli investimenti pubblici e privati al Meridione, al fine di risolvere le non più tollerabili criticità connesse alla disoccupazione,
   esprime

PARERE CONTRARIO

Sisto.