CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 luglio 2018
39.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

DL 87/2018: Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese (C. 924 Governo).

PARERE APPROVATO

  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
   esaminato nelle sedute del 17 e 18 luglio 2018, per le parti di propria competenza, il disegno di legge C. 924 Governo, recante conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:
   sia modificato l'articolo 4 del decreto-legge, individuando modalità di esecuzione delle sentenze relative ai diplomati magistrali idonee a salvaguardare, nel preminente interesse delle alunne e degli alunni, la continuità didattica per tutto l'anno scolastico 2018/2019, nonché a dare compiuta definizione al relativo quadro normativo, contemperando gli interessi dei diplomati magistrali con quelli di coloro che sono in possesso dei titoli attualmente richiesti dalla normativa di settore per l'accesso all'insegnamento nella scuola primaria e nella scuola dell'infanzia.

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ALLEGATO 2

5-00180 Lattanzio e Carbonaro: Sugli episodi di violenza nei confronti dei docenti scolastici.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Il tema degli episodi di violenza o di intimidazione da parte degli studenti o delle loro famiglie nei confronti degli insegnanti rappresenta una problematica di delicata importanza e urgenza di cui ci stiamo occupando.
  Purtroppo, la rottura del patto formativo scuola-famiglia ha fatto sì che, nell'immaginario collettivo, il docente non rivesta più il ruolo di educatore posto alla base del rapporto di crescita e sviluppo degli allievi. Depauperati di questo ruolo, i docenti sono stati – come lo stesso interrogante ha ricordato citando i recenti fatti di cronaca – oggetto di manifestazioni violente, estremizzate, a volte, da inspiegabili quanto inutili prevaricazioni.
  Al proposito, non può negarsi che qualsiasi forma di violenza sia inaccettabile, ancor più quando è rivolta verso docenti e dirigenti scolastici che ogni giorno svolgono con grande professionalità e passione il proprio lavoro.
  Ed è per questo che non ci si limiterà solo a condannare gli episodi di violenza che dovessero verificarsi all'interno del sistema educativo e formativo, ovverosia in una delle più importanti istituzioni del Paese, ma – come ha più volte già dichiarato il Ministro Bussetti – il Ministero verificherà con la Presidenza del Consiglio dei ministri e l'Avvocatura dello Stato la possibilità di costituirsi parte civile nei procedimenti penali che abbiano ad oggetto episodi di violenza o anche di semplice minaccia posti in essere da studenti o dai loro genitori/parenti nei confronti dei docenti o del personale ausiliario.
  Ciò posto, in merito al sue richieste circa le azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno, poste in essere dal ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, voglio ricordare che la normativa vigente già fornisce alle istituzioni scolastiche strumenti atti a prevenire e contrastare atteggiamenti violenti all'interno della comunità scolastica. Difatti, gli atti di aggressione fisica e morale nei confronti del personale docente da parte degli studenti rientrano nella valutazione del loro comportamento e sono sanzionati, sotto il profilo disciplinare, sulla base degli specifici regolamenti, che costituiscono parte integrante dei Regolamenti di istituto previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del ’98, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 235 del 2007, recante lo «Statuto delle studentesse e degli studenti».
  Aggiungo che, in casi come quelli venuti, purtroppo, alla ribalta delle cronache negli ultimi mesi, in presenza di aggressioni rivolte al personale docente sia da parte di allievi sia da parte dei loro genitori riveste particolare importanza la previsione dell'articolo 5-bis del Regolamento n. 249 del ’98 poc'anzi richiamato, relativa al «Patto educativo di corresponsabilità», la cui sottoscrizione è richiesta da parte dei genitori e degli studenti contestualmente all'iscrizione alla singola istituzione scolastica. Il «Patto educativo di corresponsabilità» contiene la declinazione, in maniera dettagliata e condivisa, dei diritti e doveri che si esplicano nel rapporto tra istituzione scolastica autonoma, studenti e famiglie.
  Ecco perché la conoscenza e la condivisione dello Statuto delle studentesse e degli studenti, del Piano triennale dell'offerta Pag. 63formativa, dei regolamenti di istituto e del Patto educativo di corresponsabilità, assume una fondamentale rilevanza per la vita delle comunità scolastiche. Tali strumenti costituiscono il sostegno e il rafforzamento di quell'alleanza educativa tra famiglia e scuola cui ho fatto riferimento all'inizio del mio intervento.
  Desidero, altresì, sottolineare che nel caso in cui il dirigente scolastico venga a conoscenza di vere e proprie notizie di reato relative ad aggressioni fisiche o morali verso docenti o altri allievi, in presenza di reati procedibili d'ufficio, in qualità di pubblico ufficiale egli è tenuto a riferirne all'Autorità giudiziaria o alle Forze dell'ordine per le necessarie indagini. Allo stesso modo, i docenti, sempre in qualità di pubblici ufficiali, sono tenuti a riferire al Dirigente scolastico eventuali notizie di reato di cui siano venuti a conoscenza nell'esercizio delle loro funzioni.
  Segnalo, peraltro, che strettamente connessi all'aspetto disciplinare, determinanti sotto il profilo educativo, sono gli interventi che ciascuna istituzione scolastica autonomamente può prevedere nel proprio Piano triennale dell'offerta formativa. In tal senso, i Piani triennali dell'offerta formativa di ciascuna istituzione scolastica prendono a riferimento gli strumenti normativi messi a disposizione dal legislatore in questi ultimi anni, tra i quali vanno ricordati:
   le «Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo» del 13 aprile 2015;
   la legge n. 71 del 2017, recante «Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo»;
   il Piano Nazionale per l'educazione al rispetto adottato dal MIUR il 27 ottobre 2017.

  Posso, pertanto, concludere, evidenziando che, anche grazie agli strumenti cui ho fatto riferimento, sarà possibile assicurare che si formi nei giovani quella cultura fondata sul rispetto, in primo luogo dell'autorità dei propri insegnanti, che potrà porre, finalmente, fine a questi esecrabili episodi di minaccia, aggressione e violenza nei confronti degli stessi.

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ALLEGATO 3

5-00181 Toccafondi e Fusacchia: Sulla «chiamata diretta» dei docenti prevista dall'articolo 1, comma 79, della legge 107 del 2015.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'istituto della cosiddetta «chiamata diretta» ha manifestato criticità, riconducibili, in particolare, in fase applicativa, all'ampia discrezionalità lasciata al dirigente scolastico e alle numerose incombenze a suo carico legate all'individuazione per competenze dei docenti in un momento peraltro fondamentale per l'espletamento delle attività propedeutiche all'avvio dell'anno scolastico.
  Per questo, già il precedente Esecutivo, nel dare gli indirizzi all'ARAN in occasione del rinnovo contrattuale del comparto istruzione e ricerca, si era espresso favorevolmente sulla possibilità che lo stesso contratto potesse intervenire sulla cosiddetta «chiamata diretta» riducendone il campo di applicazione.
  Così è stato; con l'accordo sindacale del 26 giugno, è stata, infatti, data attuazione a una precisa previsione del contratto di questo Governo, sostituendo la chiamata diretta con criteri trasparenti e obiettivi di mobilità ed assegnazione dei docenti dagli uffici territoriali agli istituti scolastici.
  In coerenza con tale scelta, si procederà, nel primo provvedimento legislativo utile, a modificare i commi da 79 a 82 della legge 107/15 al fine di pervenire all'eliminazione dello strumento della cosiddetta «chiamata diretta».

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ALLEGATO 4

5-00182 Belotti ed altri: Sull'inserimento di insegnanti di educazione motoria nell'organico della scuola primaria e sull'assunzione degli educatori nei convitti e nei collegi statali.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  In merito all'inserimento nell'organico della scuola primaria di posti per docenti di educazione motoria, ricordo che la Legge di Bilancio per il 2018 all'articolo 1, comma 616 ha previsto che per potenziare le discipline motorie e promuovere lo sviluppo di comportamenti ispirati a uno stile di vita sano, nell'ambito della dotazione organica, il 5 per cento del contingente dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa sia destinato alla promozione dell'educazione motoria nella scuola primaria.
  Tale disposizione sarà attuata a partire dall'anno scolastico 2019/2020 per dare alle scuole il tempo necessario per aggiornare i Piani triennali dell'offerta formativa inserendovi specifiche attività di potenziamento per le discipline motorie e lo sviluppo di comportamenti ispirati a stili di vita sani.
  Ciò posto, evidenzio come il MIUR già promuova la pratica delle attività sportive nel primo ciclo d'istruzione. Sin dalla scuola dell'infanzia è previsto, difatti, lo sviluppo di traguardi di competenza riferiti all'ambito motorio, così come declinati dalle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, emanate con DM n. 254/2012. Tutte le discipline del curricolo, compresa quindi anche l'educazione fisica, sono oggetto di valutazione periodica e finale per tutti gli alunni della scuola primaria.
  Nel corso degli ultimi anni sono stati inoltre attivati diversi progetti specifici a livello nazionale, ricordo per brevità solo alcune delle più importanti iniziative attualmente in essere che coinvolgono il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
  Tra le più rilevanti, il progetto «Sport di classe»: gli insegnanti sono affiancati da tutor sportivi messi a disposizione dal CONI per le classi quarta e quinta, in modo da svolgere un'ora di educazione fisica a settimana.
  Il Ministero inoltre ha invitato lo scorso febbraio le istituzioni scolastiche delle regioni classificate in ritardo di sviluppo e in transizione ad ampliare le attività motorie attraverso i fondi del PON: abbiamo ricevuto 825 candidature per una richiesta complessiva di euro 6.403.842,60. Le autorizzazioni arriveranno agli inizi di agosto e contiamo di pubblicare la graduatoria provvisoria nei prossimi giorni, in modo da garantire l'inizio delle attività nel prossimo anno scolastico.
  Un'altra iniziativa degna di essere menzionata è il Progetto Joy of Moving, frutto di una feconda collaborazione tra USR Piemonte, CONI e Regione Piemonte. L'iniziativa prevede la possibilità di fornire al docente della scuola dell'infanzia e primaria un bagaglio culturale specifico legato ai pilastri del metodo Joy of Moving: efficienza fisica, coordinazione motoria, funzioni cognitive, creatività, life skills, nella prospettiva trasversale dell'educazione alla cittadinanza attiva e partecipata.
  Per quanto riguarda l'ulteriore questione sollevata, ovvero l'assunzione in ruolo del personale educativo per i convitti e gli educandati, anche quest'anno si procederà alle nomine in ruolo (oltre 70 sono quelle previste) sulla base del turnover.

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ALLEGATO 5

5-00183 Aprea e Palmieri: Sulla partecipazione degli istituti scolastici paritari ai progetti del Piano Nazionale per la Scuola Digitale.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Sino ad oggi, come noto, la partecipazione delle scuole paritarie al Piano nazionale per la scuola digitale è stata assicurata attraverso strumenti compatibili con le prescrizioni normative e con gli obblighi comunitari in materia di aiuti di Stato.
  Alle scuole paritarie è stato, difatti, garantito il massimo coinvolgimento a tutte le azioni sin qui avviate con riferimento al PNSD attraverso la partecipazione in rete con le scuole statali.
  Del resto, lo stesso Piano nazionale per la scuola digitale annovera tra le sue finalità anche quella di favorire la sinergia, la collaborazione, la creazione di reti e di contatti tra le scuole. Anche per questo la partecipazione in rete è considerata quale elemento premiale che consente l'attribuzione di un punteggio aggiuntivo al progetto.
  Questa modalità di coinvolgimento non implica affatto l'esclusione di una partecipazione attiva di studenti e di docenti delle scuole paritarie.
  Ricordo, inoltre, che attraverso i protocolli d'intesa e i protocolli in rete sottoscritti con gli stakeholders privati è stato possibile estendere attività formative e di sviluppo delle competenze digitali anche al personale scolastico delle scuole paritarie.
  Ad oggi, come da lei ricordato, il quadro giuridico si è arricchito di una recente disposizione. Mi riferisco all'articolo 1, comma 313, della legge di bilancio per il 2017 che ha previsto l'estensione dei bandi della programmazione europea anche alle scuole paritarie, precisando, in via interpretativa, che ove si parla di «istituzioni scolastiche», nell'ambito della decisione della Commissione Europea n. 9952 del 17 dicembre 2014, si debbano intendere tutte le istituzioni scolastiche che costituiscono il sistema nazionale di istruzione, ai sensi della legge n. 62 del 2000.
  Alla luce di ciò, l'Amministrazione si è attivata per dare attuazione a questa disposizione di legge, in collaborazione con il competente Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica, per ottenere una specifica modifica del menzionato Accordo di partenariato nel senso indicato dalla normativa primaria.
  La modifica si è perfezionata in data 8 febbraio 2018. Essa costituisce il primo step per l'estensione effettiva delle misure e delle azioni del Programma operativo nazionale anche alle scuole paritarie. Il successivo step è la modifica dello stesso PON per la scuola, tutt'ora in corso.
  Riteniamo che l’iter possa concludersi nel più breve tempo possibile e che i prossimi avvisi, anche sull'innovazione e sulle competenze digitali, per l'anno scolastico 2018-2019 possano ricomprendere, quali beneficiari, anche le scuole paritarie, nel rispetto delle prescrizioni poste dalla Commissione europea e della vigente normativa nazionale.

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ALLEGATO 6

5-00184 Ascani ed altri: Sul prestito agli studenti per favorire l'accesso a percorsi di studio universitari e post-universitari

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Prima di tutto colgo l'occasione per riaffermare che il diritto allo studio è un tema prioritario cui lavoreremo mantenendo un confronto costante con gli studenti, dacché ogni nostro giovane che resta fuori dall'Università è una occasione persa per lo sviluppo del capitale umano del Paese.
  Occorre, infatti, tanto incentivare l'introduzione di misure per garantire al maggior numero possibile di studenti l'accesso ai gradi più alti degli studi quanto ampliare le risorse per il diritto allo studio già esistenti.
  Come già rappresentato dal Ministro Bussetti nel corso dell'esposizione delle Linee programmatiche al Parlamento, verificheremo la possibilità di stabilizzare il Fondo integrativo statale per la concessione, da parte delle Regioni, di borse di studio agli studenti meritevoli, ma privi di mezzi. Tali interventi sono senza oneri per gli studenti.
  Mi auguro che si possano poi semplificare le procedure amministrative necessarie all'erogazione delle borse di studio.
  Inoltre, sempre al fine di salvaguardare il diritto allo studio universitario, è nostra intenzione ampliare ulteriormente la platea di studenti beneficiari dell'esenzione totale dal pagamento delle tasse di iscrizione all'università, la cosiddetta «No-Tax area».
  Venendo al quesito da Lei posto, preciso che il PON Ricerca e Innovazione 2014/2020, attraverso le risorse del Fondo Sociale Europeo, intende realizzare una linea di intervento finalizzata a rafforzare la capacità di attrazione e la qualità dell'istruzione superiore.
  A tal fine, il Comitato di Sorveglianza, l'organismo partenariale che presiede alla strategia di intervento del Programma Operativo, ha approvato lo scorso marzo l'introduzione di una linea di azione che promuova una più ampia ed agevole partecipazione all'istruzione terziaria di studenti attraverso erogazioni dirette nei confronti degli studenti.
  Alla luce di ciò, la disponibilità di diversi piani di sostegno economico che mettano a disposizione degli studenti risorse economiche, potrebbero consentire ad una quota maggiore di utenti il sostegno agli studi.
  Pertanto, come richiesto dal Regolamento europeo che disciplina la gestione delle risorse comunitarie, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sta conducendo l'indagine preliminare (cosiddetta valutazione ex ante) volta a verificare la fattibilità di tale operazione e acquisire elementi per la definizione delle sue caratteristiche.
  In particolare, l'analisi si basa su informazioni raccolte da differenti fonti, tra cui una è il questionario.
  A conclusione della fase di indagine e di studio, entro l'estate, il Ministero disporrà di elementi conoscitivi utili a valutare l'introduzione della misura. Pertanto, una risposta definitiva in merito, potrà essere considerata solo al termine della fase di valutazione come sopra descritta.
  In ogni caso, si tratterebbe di una misura aggiuntiva rispetto agli interventi più rilevanti e importanti che, come già detto, si intendono implementare e che sono riconducibili alla vigente normativa nazionale sul diritto allo studio, in particolare, mi riferisco alle borse di studio e alla «No-Tax area».