CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 ottobre 2017
885.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016 (Doc. LXXXVII, n. 5).

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea rappresenta il principale strumento per l'esercizio della funzione di controllo ex post del Parlamento sulla condotta del Governo nelle sedi decisionali dell'Unione europea.
  A differenza della Relazione programmatica – che indica le grandi priorità e linee di azione che il Governo intende perseguire a livello europeo nell'anno di riferimento – la Relazione consuntiva, ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della legge n. 234 del 2012, dovrebbe recare un rendiconto dettagliato delle attività svolte e delle posizioni assunte dall'Italia nell'anno precedente, al fine di consentire alle Camere di verificare l'adeguatezza e l'efficacia dell'azione negoziale italiana e la sua rispondenza rispetto agli indirizzi parlamentari.
  In particolare, il documento deve indicare:
   a) gli sviluppi del processo di integrazione europea, con particolare riguardo alle attività del Consiglio europeo e del Consiglio, alle questioni istituzionali, alla politica estera e di sicurezza comune nonché alle relazioni esterne dell'Unione europea, ai settori della giustizia e degli affari interni e agli orientamenti generali delle politiche dell'Unione;
   b) la partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'UE e in generale alle attività delle istituzioni europee per la realizzazione delle principali politiche settoriali, con particolare riferimento alle linee negoziali che hanno caratterizzato l'azione italiana;
   c) l'attuazione in Italia delle politiche di coesione economica, sociale e territoriale, l'andamento dei flussi finanziari verso l'Italia e la loro utilizzazione, con riferimento anche alle relazioni della Corte dei conti europea, accompagnati da una valutazione di merito sui principali risultati annualmente conseguiti;
   d) il seguito dato e le iniziative assunte in relazione ai pareri, alle osservazioni e agli atti di indirizzo delle Camere.

  Sulla Relazione consuntiva per il 2016 - presentata alle Camere il 5 aprile 2017 – è stato avviato l'esame congiuntamente al disegno di legge di delegazione europea 2016-2017 presso la XIV Commissione Politiche dell'Unione europea. Tutte le Commissioni competenti in sede consultiva hanno espresso un parere favorevole.
  Il documento (Doc. LXXXVII, n. 5) si articola in quattro parti.
  La prima parte fornisce informazioni sugli sviluppi del processo di integrazione europea riferiti all'anno 2016 e sulle questioni istituzionali, dividendosi, a sua volta, in tre capitoli.
  Nel primo capitolo, in cui vengono illustrate le priorità generali delle Presidenze del Consiglio UE nel 2016, la Relazione sottolinea la necessità di un rilancio del rapporto tra i cittadini e l'Europa, attraverso una maggiore attenzione verso il coinvolgimento nei processi decisionali dell'Unione ed una modernizzazione della legislazione UE per dimostrare il valore aggiunto dell'UE e consolidare la fiducia nel progetto comune europeo.
  Nel secondo capitolo concernente le questioni istituzionali, particolare rilievo Pag. 219viene dato ai negoziati sulla Brexit e ai seguiti del referendum britannico, che ha aperto una fase di incertezza nel processo di integrazione europea. La posizione italiana mira a fornire rassicurazioni sulla validità e attualità del progetto europeo e ad approfondire le implicazioni e le iniziative per i cittadini italiani residenti in Gran Bretagna, nonché le opportunità per il Sistema Italia.
  Con riguardo alla Better Regulation, la Relazione ricorda che l'Accordo interistituzionale «Legiferare meglio» è entrato in vigore nel 2016 con l'obiettivo di adeguare il processo legislativo agli obiettivi politici generali, ricercando un migliore equilibrio tra le Istituzioni europee. Nell'obiettivo di rafforzamento della legittimità democratica delle Istituzioni dell'UE, l'Italia sostiene la proposta di riforma della legge elettorale europea, con particolare riferimento alle disposizioni che mirano a sviluppare un dibattito politico e ed un orizzonte elettorale sovranazionale.
  La Relazione richiama infine l'impegno italiano per la tutela e la promozione dei valori fondamentali dell'UE e il rispetto dello Stato di diritto nell'Unione (cosiddetta «Rule of Law»), anche attraverso la revisione dell'attuale modello di Dialogo annuale e la trasformazione in un modello «peer review» come quello adottato in sede internazionale.
  Il terzo capitolo affronta il tema del coordinamento delle politiche macroeconomiche, soffermandosi sugli aspetti della crescita economica, delle politiche monetarie e di bilancio, dell'Unione bancaria e dei servizi finanziari, e delle questioni fiscali.
  Nel 2016 è proseguito il rafforzamento dell'integrazione delle economie dell'area dell'euro, in linea con quanto delineato nel Rapporto dei cinque Presidenti del giugno 2015. Il Rapporto definisce obiettivi di convergenza ed integrazione delle economie europee che non dovrebbero limitarsi ad aspetti prettamente economico-monetari ma dovrebbe rivolgersi anche al pilastro dei diritti sociali. In tema di politiche sociali, la Relazione ricorda che nel 2016 il Governo italiano ha presentato una nuova proposta sul sussidio di disoccupazione europeo, riprendendo un dibattito iniziato nell'Ecofin informale organizzato dalla Presidenza italiana di turno dell'Unione europea nel 2014.
  La sezione sull'Unione bancaria, che si fonda sul Meccanismo di vigilanza unico e sul Meccanismo di risoluzione unico, richiama la necessità di completamento attraverso l'istituzione del meccanismo comune di supporto pubblico al Fondo di risoluzione unico (il cosiddetto common backstop) e del Meccanismo unico di garanzia dei depositi (EDIS). Il negoziato è, tuttavia, sostanzialmente fermo per la decisa opposizione della Germania.
  In tema di fiscalità, invece, la Relazione richiama gli sforzi tesi all'azione di contrasto all'elusione fiscale internazionale, sia nell'ambito delle imposte dirette, che di quelle indirette.
  La seconda parte della Relazione è incentrata sulle specifiche misure adottate nel quadro delle politiche orizzontali, tra cui le politiche per il mercato unico dei beni e dei servizi, il mercato e la competitività, il mercato unico digitale, l'energia, il mercato dei capitali, e delle politiche settoriali, come le politiche di natura sociale, quelle rivolte al rafforzamento di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia e quelle sulla dimensione esterna dell'Unione, ricomprendenti la politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la politica di sicurezza e difesa comune (PSDC).
  Nella terza parte della Relazione sono presentati i risultati conseguiti nell'anno 2016 sulla politica di coesione territoriale, dando altresì conto dei progetti del ciclo di programmazione settennale 2014-2020, con un'attenzione al rafforzamento della struttura amministrativa.
  La Relazione rileva l'avvenuto completamento, nell'anno 2016, del percorso di riorganizzazione della governance nazionale e l'entrata a regime del Comitato di sorveglianza e accompagnamento dell'attuazione dei programmi. Si ricorda inoltre la posizione italiana nel dibattito europeo sul futuro della politica di coesione, che sostiene la necessità di semplificazione Pag. 220delle regole e di snellimento dei processi, nell'ottica di favorire un raggiungimento effettivo dei risultati.
  Nel quadro dei 51 programmi operativi FESR e FSE previsti nell'Accordo di partenariato con l'Italia, per un valore complessivo di 51,77 miliardi di euro, le Autorità di gestione italiane attestano di aver selezionato (al 31 ottobre 2016) progetti per un valore complessivo di 6,7 miliardi di euro, pari al 13 per cento delle risorse a disposizione.
  La quarta parte, infine, è dedicata alle attività di coordinamento nazionale delle politiche europee, con particolare riguardo alle attività del Comitato interministeriale per gli affari dell'UE (CIAE), nonché agli adempimenti di natura informativa del Governo al Parlamento e agli Enti territoriali.
  In particolare, risulta in aumento l'attività di «informazione qualificata» alle Camere e alle Regioni, sulle proposte legislative europee, come previsto all'articolo 6 della legge n. 234 del 2012. Su oltre 7.300 atti e documenti dell'UE presi in esame dal Dipartimento per le politiche europee (nel 2015 furono 6.600), circa 131 progetti di atti legislativi e 213 documenti non legislativi, sono stati segnalati alle Camere dal Governo in ragione del loro potenziale interesse. Inoltre, sui progetti di atti legislativi le Amministrazioni competenti hanno inviato alle Camere 94 relazioni tecniche (28 nel 2015).
  Risulta altresì apprezzabile l'impegno del Governo nel dare conto dei numerosi atti di indirizzo emessi dalle Camere (103 atti di indirizzo, di cui 81 su proposte di atti legislativi e 22 su altri atti) e del seguito che ad essi è stato dato nella definizione della posizione italiana in fase di formazione delle norme europee.
  Infine, la Relazione è completata da alcuni allegati. I primi tre concernono i Consigli dell'UE e i Consigli europei, i flussi finanziari dall'UE all'Italia nel 2016 e il recepimento delle direttive nell'anno di riferimento. Il quarto allegato contiene un elenco delle risoluzioni adottate dal Senato e dalla Camera nel 2016, su proposte legislative europee, come indicati nella Relazione.

Considerazioni conclusive.
  Con riguardo alla rispondenza della struttura e dei contenuti, la Relazione appare sostanzialmente coerente con quanto prescritto della legge n. 234 del 2012.
  Si confermano peraltro taluni punti di criticità già segnalati con riferimento alla Relazione consuntiva per il 2015. Con riguardo alla omogeneità di impostazione, la evidenzia che le parti curate dalle diverse amministrazioni interessate non sempre sono riconducibili ad un modello univoco e consolidato. Sotto il profilo della analiticità, si rileva una parziale insufficienza nei dettagli relativi alle condizioni inserite nei documenti adottati dagli organi parlamentari ed alla posizione del Governo italiano sull'andamento dei negoziati. La Relazione, seppur correttamente richiama gli atti di indirizzo (o documenti conclusivi) approvati dalle Camere, non sempre specifica in quale misura essi siano stati assunti dal Governo nella definizione della posizione negoziale, né le ragioni per cui talune condizioni e osservazioni non sono state assunte in quanto non condivise dal Governo.
  Nel complesso, la Relazione consuntiva per il 2016 presenta un ulteriore miglioramento rispetto ai progressi già compiuti nel corso degli ultimi anni, evidenziando lo sforzo e l'impegno profusi dal Governo per dare attuazione alla legge e fornire maggiori informazioni sull'andamento dei negoziati in sede europea. Il documento potrebbe ancor più pienamente assolvere la funzione di controllo ex post, laddove fosse corredata di elementi più puntuali di riscontro tra gli orientamenti espressi dagli organi parlamentari e le posizioni adottate dal Governo.

Pag. 221

ALLEGATO 2

Delega al Governo per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo. Nuovo testo C. 4302 Governo e abb.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea),
   esaminato il nuovo testo C. 4302 Governo e abb. recante «Delega al Governo per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo»,
  evidenziato che il provvedimento in titolo, mediante lo strumento della delega, intende rivedere la complessiva disciplina in materia di concessioni demaniali, offrendo una sistemazione definitiva alla questione e costruendo un impianto normativo che consenta di applicare correttamente la disciplina definita a livello europeo e, nel contempo, assicurare il rispetto per il lavoro svolto da coloro che già operano nel settore, e garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e dell'imprenditorialità;
   evidenziati i principi e criteri direttivi di delega indicati nel provvedimento, che richiamano la necessità di modalità di affidamento che rispettino i princìpi di concorrenza, di qualità paesaggistica e di sostenibilità ambientale, di valorizzazione delle diverse peculiarità territoriali e delle forme di gestione integrata dei beni e delle attività aziendali, di libertà di stabilimento, di garanzia dell'esercizio, dello sviluppo, della valorizzazione delle attività imprenditoriali nonché di riconoscimento e di tutela degli investimenti, dei beni aziendali e del valore commerciale, mediante procedure di selezione che assicurino garanzie di imparzialità e di trasparenza, prevedano un'adeguata pubblicità, la salvaguardia dei livelli occupazionali e tengano conto della professionalità acquisita, sia in qualità di concessionario che di gestore, nonché criteri premianti per strutture a basso impatto ambientale e per le strutture che offrono servizi di fruibilità della infrastruttura e della spiaggia ulteriori rispetto a quelli già previsti per legge a favore delle persone disabili;
   ricordato altresì che il Governo è delegato a stabilire adeguati limiti minimi e massimi di durata delle concessioni entro i quali le regioni fissano la durata delle stesse in modo da assicurare un uso rispondente all'interesse pubblico, nonché prevedere che le regioni possono disporre che un operatore economico possa essere titolare di un numero massimo di concessioni, tale comunque da garantire adeguata pluralità e differenziazione dell'offerta, nell'ambito territoriale di riferimento; il Governo è inoltre tenuto a prevedere, anche in relazione alle innovazioni introdotte dal disegno di legge, un adeguato periodo transitorio per l'applicazione della disciplina di riordino alle concessioni in essere al 31 dicembre 2009, ferme restando le previsioni dei rapporti contrattuali in corso tra concessionari e gestori;
   richiamate in proposito le procedure di contenzioso aperte in sede europea, e successivamente archiviate, che hanno riguardato essenzialmente i profili della durata e del rinnovo automatico delle concessioni, nonché la liceità della clausola di preferenza per il concessionario uscente, con particolare riferimento alla disciplina Pag. 222introdotta dalla direttiva n. 2006/123/CE (cosiddetta direttiva Bolkestein), recepita in Italia con il decreto legislativo 26 marzo 2010 n. 59, integrato dal decreto legislativo n. 147 del 2012;
   ricordato che il provvedimento in esame si rende altresì necessario in quanto la disciplina delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative risulta, nell'ordinamento italiano, assai complessa, a causa dei numerosi interventi normativi che si sono succeduti negli anni, in mancanza di una disciplina generale di riordino della materia;
   apprezzato il richiamo esplicito effettuato all'articolo 1, comma 1 del disegno di legge al rispetto della normativa europea, con riguardo anche alle previsioni dell'articolo 12, comma 3, della direttiva 2006/123/CE che specifica che: «gli Stati membri possono tener conto, nello stabilire le regole della procedura di selezione, di considerazioni di salute pubblica, di obiettivi di politica sociale, della salute e della sicurezza dei lavoratori dipendenti ed autonomi, della protezione dell'ambiente, della salvaguardia del patrimonio culturale e di altri motivi imperativi d'interesse generale conformi al diritto comunitario»;
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   valutino le Commissioni di merito l'opportunità di assicurare che la nuova disciplina di riordino del settore delle concessioni demaniali marittime sia preventivamente notificata alla Commissione europea, anche al fine di garantirne la conformità con la disciplina dell'UE in materia di aiuti di Stato.