CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 24 marzo 2017
790.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE
(dal n. 579/2771 al n. 581/2775)

  FANUCCI, PELUFFO. – Al Direttore Generale della Rai – Premesso che:
   verso la fine dell'anno 2014 l'ufficio Risorse Umane e Organizzazione della Rai ha richiesto i curricula di alcuni dipendenti di livello F-Super al fine di valutarne, in collaborazione con la società Ernest&Young, il potenziale professionale;
   a febbraio 2015, l'ufficio Risorse Umane e Organizzazione della Rai, sempre in collaborazione con la Ernest&Young, ha avviato la procedura di assessment con una serie di test on-line;
   a questo primo test hanno fatto seguito altre fasi successive, svoltesi tra il marzo e il maggio 2015, dirette sempre alla valutazione del potenziale professionale individuale;
   a tutti i dipendenti coinvolti nella procedura è stato comunicato, nel corso di un colloquio individuale tenutosi a maggio 2015, che la valutazione del potenziale professionale di ciascuno sarebbe rimasta agli «atti aziendali»;
   nel maggio 2016, la Rai ha provveduto alla nomina di nuovi dirigenti, alcuni dei quali erano stati coinvolti nella suddetta procedura;
   non è noto se l'azienda abbia o meno tenuto conto di quanto accertato nell'ambito della procedura di assessment al fine di procedere alle suddette nomine;
   la RAI ha impiegato risorse pubbliche per l'affidamento dell'appalto alla società Ernest&Young per la realizzazione dell'assessment;
  si chiede di sapere:
   quale fosse la finalità della procedura di assessment di cui in premessa;
   quali criteri siano stati adottati per le nomine dei dirigenti avvenute a maggio 2016 e in che misura si sia tenuto conto degli esiti della procedura di assessment;
   in quale considerazione i vertici della Rai potranno eventualmente tenere conto della procedura di assessment di cui in premessa nelle future nomine di dirigenti. (579/2771)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  La Rai nel 2014 ha deciso di avviare un nuovo e diverso percorso strutturato di formazione e sviluppo manageriale basato sulle migliori pratiche di mercato e incentrato su criteri quali oggettività, meritocrazia e trasparenza; il percorso in questione ha visto la definizione e implementazione di alcuni strumenti che si sono basati innanzitutto sulla conoscenza del profilo dei dipendenti, sulla base dei quali costruire eventuali percorsi di crescita personalizzati.
  Si è proceduto in primo luogo con la creazione di un «dossier» del dipendente, composto da tutti gli elementi qualitativi e quantitativi che potessero riassumerne le esperienze, le competenze e i percorsi professionali fatti in Rai e al di fuori di Rai. Inizialmente questo «dossier», creato solo per una parte degli «FSuper» aziendali, è stato composto da:
   C.V. del dipendente;
   scheda di valutazione manageriale, fatta dal direttore responsabile della risorsa;Pag. 7
   scheda di valutazione dei risultati ottenuti nei 2 anni precedenti;
   pesatura della posizione ricoperta dal dipendente, laddove disponibile, in base all'ultimo studio fatto dalla Società di consulenza specializzata HAY.

  Ad integrazione e completamento di questo «dossier» si è deciso di effettuare un assessment del potenziale del dipendente, come elemento aggiuntivo per valutarne l'eventuale sviluppo professionale o la diversa metodologia di impiego. Tale metodologia ha permesso di censire il personale per classi di potenziale, di confrontare le rispettive professionalità con le esigenze organizzative future, di pianificare le opportune azioni di crescita professionale e di formazione, anche nell'ottica di uno sviluppo di carriera coerente con le esigenze aziendali e con le capacità, le motivazioni, gli interessi delle risorse stesse. Il processo si è concluso con una condivisione dei punti di forza e di debolezza di ogni risorsa nonché con un piano di azioni per lo sviluppo personale del dipendente.
  Come esempio concreto di utilizzo di tale metodologia sono stati avviati e sono tutt'ora in corso alcuni percorsi di formazione manageriale (chiamati internamente «Performa») dedicati appunto agli FSuper; l'intero processo di assessment è stato seguito anche dalla Società Ernst & Young Business School che è stata selezionata attraverso gara di selezione pubblica secondo la normativa vigente.
  I criteri adottati per la nomina dei dirigenti effettuata nel 2016 sono riconducibili a valutazioni complessive basate sull'insieme articolato e ponderato di tutti gli elementi conoscitivi sopra descritti. Si precisa che non è stata elaborata nessuna «classifica» relativa al solo contributo dell'assessment. Per eventuali future nomine alla dirigenza, si confermeranno i principi generali sopra sintetizzati.

  CROSIO, PAGANO. – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   fino al 23 maggio, tutte le sere dopo il Tg2, va in onda per quindici minuti «Rai dire niùs», programma satirico che, nelle intenzioni dichiarate pubblicamente, cerca «notizie diverse da quelle che di solito vengono selezionate per un telegiornale, filmati che spopolano sul web e che hanno attinenza con l'attualità, oppure che sono comici o curiosi»;
   nella serata del 6 marzo, durante il programma è stato trasmesso un video ripreso dal web in cui un uomo interpreta Gesù che, togliendosi la tunica, canta e danza sulla canzone di Gloria Gaynor «I will survive» con voce e movenze esplicitamente effemminate;
   se da una parte il nostro Paese condanna fermamente ogni mancanza di rispetto, esplicita o presunta, della fede delle minoranze religiose presenti sul nostro territorio, dall'altra parte sembra che non sia stato minimamente considerato il fatto che il video avrebbe potuto essere ritenuto offensivo per la maggioranza della popolazione che ha radici cristiane;
   appare assolutamente contestabile la scelta di mandare in onda questo video di cattivo gusto in prima serata, nella fascia di maggior ascolto di un canale della tv pubblica;
  si chiede di sapere:
   se la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, per l'importante ruolo che riveste, non ritenga di dover condannare con fermezza ogni mancanza di rispetto nei confronti della religione cristiana ed impedire la messa in onda di manifestazioni di vilipendio;
   in particolare, quali azioni intenda mettere in atto in seguito al video offensivo e blasfemo trasmesso durante la trasmissione «Rai dire nius». (580/2772)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  «Rai dire niùs» è un programma satirico che va in onda tutte le sere, dal lunedì al venerdì, al termine del TG2 delle ore 20:30 per la durata di quindici minuti, con Pag. 8la conduzione in studio di Mia Ceran, del Mago Forest e quella fuori onda della Gialappa's band. Il TG satirico prende spunto dalla realtà per veicolare e commentare in modo ironico alcune notizie.
  Per quanto concerne la componente del programma che fa più direttamente riferimento alla satira – genere che si esprime con il paradosso e la metafora surreale, ferma restando la necessità di mantenersi all'interno di una linea editoriale che assicuri in ogni caso il rispetto della sensibilità del pubblico – vengono talvolta tratte notizie dalla rete; è questo il caso della puntata di lunedì 6 marzo citata nell'interrogazione di cui sopra, nell'ambito della quale è stato trasmesso un segmento dal titolo «C’è ancora religione ?» con filmati appunto tratti dalla rete.
  Si ritiene comunque opportuno mettere in evidenza come nel presentare il video in questione i conduttori – pur sottolineandone la componente satirica – rilevino come lo stesso «potrebbe non piacere a tutti».

  LIUZZI. – Alla Presidente e al direttore generale della Rai – Premesso che:
   nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Consip, il 5 marzo 2017, la testata giornalistica «La Nuova del Sud» ha pubblicato un articolo intitolato: «L’ex parlamentare Bocchino all'imprenditore Romeo: «Pittella si vende le gare, chiamalo !»» da cui emergerebbe l'interesse di alcuni indagati su alcuni bandi della Regione Basilicata;
   in particolare, nell'articolo di stampa, si fa riferimento ad un'intercettazione tra l’ex parlamentare Italo Bocchino di Alleanza Nazionale e Alfredo Romeo, imprenditore e immobiliarista arrestato il primo marzo 2017 con l'accusa di associazione per delinquere e corruzione di un alto dirigente Consip;
   dall'intercettazione riportata sia su articoli di stampa locale sia nazionale, Italo Bocchino ripeterebbe le seguenti parole del suo informatore lucano: «Noi abbiamo il sindaco sia a Matera che a Potenza, che sono due ex An ! Mi ha detto... decide... solo ed esclusivamente il Presidente della Regione... Pittella fa lui. Allora se passate con il fratello è più di alto livello e costa un po’ meno (sorride), perché è un po’ più pulita la cosa... Se passate per lui è un pochino più aggressivo !»;
   il 7 marzo 2017, dall'articolo de «La Stampa» si apprende che «i carabinieri del Noe abbiano specificato che «Italo dice di aver acquisito informazioni da un ex consigliere regionale della Basilicata, il quale gli aveva indicato che le gare erano oggetto di «vendita» da parte del Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, ma che in tale ambito potevano anche percorrere il canale del fratello di quest'ultimo, meno costoso»;
   sia il giorno in cui la notizia succitata è stata resa nota dal quotidiano locale (5 marzo) sia i giorni successivi, il Tg3 Basilicata (in tutte le sue edizioni) non ha diffuso l'informazione relativa all'intercettazione prima riportata;
  considerato che:
   Marcello Pittella e suo fratello maggiore Gianni Pittella ricoprono importanti cariche istituzionali quali rispettivamente quella di Presidente della Regione Basilicata e di Europarlamentare;
   l'articolo 3 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, recante il Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici e l'articolo 4, comma 1, del Contratto di Servizio 2010-2012 definiscono il principio di «lealtà e l'imparzialità dell'informazione» quale principio cardine del sistema dei servizi di media audiovisivi;
   il Contratto di Servizio 2010-2012 stipulato tra la Rai e il Ministero dello Sviluppo economico attualmente in prorogatio, impegna la Rai e le emittenti locali a rispettare il principio del pluralismo dell'informazione;
   l'articolo 2, comma 3, lettera a), del Contratto di Servizio 2010-2012 impegna Pag. 9la Rai a rispettare «i principi di obiettività, completezza, imparzialità, lealtà dell'informazione»;
   l'articolo 2, comma 3, lettera d), impegna la Rai «ad assicurare un elevato livello qualitativo della programmazione informativa»;
   l'articolo 18 del Contratto di Servizio 2010-2012 impegna la Rai a «diffondere, promuovere e sviluppare l'informazione sulle istituzioni nazionali» e assicurare «la formazione, la divulgazione e l'informazione sui temi del funzionamento delle istituzioni»;
  si chiede di sapere:
   quali siano le ragioni per le quali la notizia citata in premessa non sia stata riportata nel corso dei notiziari del Tg3 Basilicata e quali iniziative, nel rispetto dell'autonomia della testata, si intendano assumere al fine di garantire un'informazione adeguata. (581/2775)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si riportano le considerazioni del caporedattore della TGR Basilicata.
  La linea adottata nella redazione in questione prevede – in base alla deontologia professionale dei giornalisti e in rapporto specifico agli elementi che possono giustificare la pubblicazione di una qualsivoglia intercettazione – che nel caso di indagati le intercettazioni possano essere pubblicate nell'ambito di un'inchiesta, quando sono stati depositati gli atti, in forma decisamente riassuntiva e ai soli fini di illustrare l'impianto accusatorio indicando proprio nelle intercettazioni la valenza presumibile di elementi finalizzati alla ricerca della prova.
  Non è questo il caso oggetto dell'interrogazione di cui sopra poiché nello specifico si fa riferimento a frasi che sarebbero state pronunciate de relato cioè da soggetti che parlano di altri soggetti non indagati ed oggetto di valutazioni presuntive e deliberatamente ipotetiche che potrebbero rendere gli stessi soggetti citati parti lese perché indicati come latori di prerogative a priori tutte da dimostrare.
  Sono queste indicazioni dalle quali – alla luce dell'autonomia professionale – non si può prescindere e che, nel caso dell'informazione Rai (proprio in rapporto alle maggiori responsabilità date dallo specifico della mission del servizio pubblico), sono ancor più ineludibili.
  Inoltre si ritiene opportuno mettere in evidenza il fatto che, al fine di fornire un'informazione completa, corretta e veritiera, bisogna tener sempre presente diversi elementi tra i quali: la verifica e l'attendibilità delle fonti, la consultazione degli atti (ove essi siano stati depositati e non più soggetti a segreto il che porterebbe a fare riferimento – punto decisivo – a trascrizioni sempre de relato riguardanti soggetti non indagati). Trascrizioni, sempre per via puramente presuntiva, facenti capo comunque ad inchiesta di centri inquirenti al di fuori della competenza territoriale della TGR Basilicata e che proprio per questo, nella completezza dell'informazione, apparirebbero bisognevoli di verifica puntuale e approfondita.
  In tale ottica va detto che la TGR Basilicata ha assunto sempre, in coerenza con il dettato deontologico, questo modus operandi in intercettazioni de relato sia che si sia trattato di comuni cittadini sia di soggetti istituzionali non indagati.
  A corollario si ritiene opportuno aggiungere che le frasi su Pittella sono state riportate solo da alcuni giornali e che l'agenzia ANSA – in sintonia proprio con il modus operandi di una corretta informazione – si è astenuta dal pubblicarle.