CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 23 febbraio 2017
772.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-10164 Chimienti: Effetti del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 23, sull'andamento dei licenziamenti disciplinari.
5-10465 Patrizia Maestri: Dati relativi ai licenziamenti per giusta causa o giustificato motivo soggettivo negli anni 2015 e 2016.

TESTO DELLA RISPOSTA

  I presenti atti parlamentari vertono entrambi sugli eventuali effetti prodotti dal decreto legislativo n. 23 del 2015 sui licenziamenti ed in particolare su quelli per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, pertanto fornirò per essi una risposta congiunta.
  È opportuno al riguardo, come peraltro già suggerito dagli stessi interroganti analizzare i dati pubblicati dall'Inps nell'ambito dell'Osservatorio sul precariato.
  Poiché alla data odierna si dispone dei dati fino a novembre 2016, quindi più aggiornati rispetto a quelli citati nell'interrogazione dell'On. Chimienti, farò riferimento ad essi.
  Infatti, confrontando i dati sul complesso delle cessazioni intervenute nel periodo da gennaio a novembre 2016 con quelle dello stesso periodo del 2015 – in relazione all'area individuata come critica dagli interroganti cioè quella relativa alle aziende con più di 15 dipendenti – si rileva che i licenziamenti per giusta causa o giustificato motivo soggettivo di contratti a tempo indeterminato sono poco meno di 29 mila a fronte di poco più di 22 mila dello stesso periodo del 2015, con un saldo di poco inferiore a 7 mila.
  Risulta, invece, una più marcata diminuzione delle dimissioni – riferite sempre a contratti a tempo indeterminato – che sono, nello stesso periodo del 2016, poco più di 323 mila a fronte di poco più di 354 mila del 2015, con un saldo di circa 31 mila unità, un numero circa 4 volte maggiore di quello dei licenziamenti.
  La ragione dello spostamento di una parte delle dimissioni verso i licenziamenti è con tutta probabilità legato all'introduzione, a partire dal primo trimestre 2016, delle disposizioni del decreto legislativo n. 151 del 2015 finalizzate a contrastare il fenomeno delle «dimissioni in bianco».
  Vale la pena di notare che lo stesso andamento si riscontra anche nell'ambito delle aziende fino a 15 dipendenti, per le quali la disciplina dei licenziamenti non ha subito modifiche, ove a fronte di un aumento dei licenziamenti per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, circa 7 mila in più – da circa 31 mila nel periodo gennaio-novembre 2015 a circa 38 mila nel 2016 – corrisponde una più marcata diminuzione delle dimissioni che passano da circa 481 mila del 2015 a circa 399 mila nel 2016 (circa 82 mila dimissioni in meno).
  Complessivamente nel periodo gennaio-novembre 2016 si sono verificati 14 mila licenziamenti in più rispetto allo stesso periodo del 2015 (si è passati da 53 mila a 67 mila), che si accompagnano però a 113 mila dimissioni in meno (si è passati da 835 mila a 722 mila).
  Il medesimo andamento, anche se con un'incidenza di gran lunga minore, si riscontra contestualmente nell'ambito dei contratti a tempo determinato: i licenziamenti Pag. 127sono aumentati di 3000 unità a fronte di 60 mila dimissioni in meno.
  Vale la pena di notare, comunque, che nel caso in cui il rapporto di lavoro si scioglie per licenziamento, il lavoratore beneficia di maggiori diritti e tutele rispetto al caso in cui il rapporto si scioglie per dimissioni.
  Si può concludere che l'aumento dei licenziamenti per giusta causa o giustificato motivo soggettivo non è un effetto legato alle modifiche delle norme sui licenziamenti, ma piuttosto legato all'introduzione delle disposizioni volte a contrastare le dimissioni in bianco.
  Per quanto concerne nello specifico i dati richiesti dall'Onorevole Maestri, faccio presente che per avere un quadro più analitico e significativo il Ministero del lavoro ha chiesto all'Inps di differenziare i dati sui licenziamenti di lavoratori assunti prima del 7 marzo 2015 da quelli assunti dopo tale data. Inoltre, il Ministero ha richiesto all'Inps di precisare quanti di questi riguardano imprese che occupano più di 15 dipendenti e quanti imprese con meno di 15 dipendenti. Tali dati saranno poi posti a confronto con quelli sulle dimissioni che interessano lavoratori assunti prima e dopo il 7 marzo 2015.
  In ogni caso, nell'assicurare l'impegno del Ministero del lavoro a proseguire nel lavoro di monitoraggio degli effetti complessivi della riforma, preciso che sarà mia cura fornire alla Commissione i predetti dati non appena disponibili precisando che la relativa elaborazione risulta piuttosto complessa.

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ALLEGATO 2

5-10330 Dall'Osso: Accesso di determinate categorie di operatori di pubblica sicurezza alle agevolazioni previdenziali connesse allo svolgimento di lavori usuranti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'Onorevole Dall'Osso, inerente l'accesso di determinate categorie di operatori di pubblica sicurezza alle agevolazioni previdenziali connesse allo svolgimento di lavori usuranti, passo ad illustrare quanto segue.
  Preliminarmente, in ordine all'organico della Polizia di Stato, riferisco i dati forniti dal Ministero dell'interno. Alla data del 1o ottobre 2016 presso le Questure del territorio nazionale risultano in servizio complessivamente 50.944 appartenenti ai ruoli operativi della Polizia di Stato, rispetto ad una previsione organica di 59.593 unità, con un deficit di 8.649, pari a circa il 14 per cento questi si affiancano, comunque, 2.736 appartenenti ai ruoli tecnici che, nell'espletamento dello loro peculiari funzioni, concorrono anch'essi al buon andamento degli Uffici.
  La descritta vacanza è l'effetto del noto blocco delle assunzioni determinato dalla spending review e, difatti, la copertura del turn over è stata pari al 20 per cento dei cessati nell'anno precedente per il 2012, al 50 per cento per il 2013, al 55 per cento per il 2014, al 50 per cento per il 2015 e soltanto dal 2016 e seguenti al 100 per cento dei cessati nell'anno precedente.
  Nello scorso anno, sono state autorizzate 2.190 assunzioni, pari al numero dei cessati nel 2015, e di queste è stata disposta l'assegnazione di 912 unità ad incremento della forza organica del comparto Questure, compatibilmente con le altre esigenze dei Reparti ed Uffici della Polizia di stato distribuiti sul territorio nazionale.
  Oltre al superamento del blocco delle assunzioni, le più recenti leggi finanziarie (anni 2016 e 2017) hanno, inoltre, previsto misure economiche in materia di rinnovo contrattuale e di ammodernamento delle dotazioni strumentali e delle attrezzature, in uso alle Forze di polizia.
  In particolare, voglio ricordare che la legge di bilancio per il 2017 ha previsto l'istituzione di un apposito Fondo nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze con una dotazione di 1.480 milioni di euro per l'anno 2017 e di 1.930 milioni per l'anno 2018 per determinate finalità, tra cui:
   il rinnovo della contrattazione collettiva relativa al triennio 2016-2018 e quindi per i miglioramenti economici del personale dipendente dalle amministrazioni statali in regime di diritto pubblico;
   la definizione, del finanziamento da destinare ad assunzioni di personale a tempo indeterminato, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, nell'ambito delle amministrazioni dello Stato.

  Per quanto concerne la lamentata carenza delle divise, il Ministero dell'interno ha intrapreso un programma di sostituzione dell'attuale uniforme ordinaria con una molto più funzionale alle esigenze di servizio e definita «divisa operativa» che Pag. 129consente di eseguire movimenti più agevoli agli operatori che la indossano.
  Relativamente al settore motorizzazione, nel corso degli ultimi anni, si è proceduto a un sostanziale rinnovamento del parco veicolare, con l'acquisto complessivo solo nel 2015 di quasi 900 autovetture. Attualmente è in corso la contrattualizzazione per l'acquisto di oltre 800 autovetture.
  Inoltre, per quanto riguarda il pagamento per le prestazioni di lavoro straordinario rese dal personale della Polizia di Stato entro i limiti mensili assegnati, il Ministero dell'interno ha comunicato che gli stessi vengono sempre interamente liquidati.
  Ciò premesso, voglio precisare che sebbene le attività svolte dagli operatori di pubblica sicurezza non rientrino nell'elenco dei lavori usuranti di cui all'articolo 2 del decreto 19 maggio 1999 del Ministro del lavoro, così come aggiornato dal decreto legislativo n. 67 del 2011, per i lavoratori appartenenti alle categorie delle Forze armate e della Polizia di Stato e penitenziaria è già previsto un regime previdenziale di accesso anticipato alla pensione.
  L'attuale sistema previdenziale per gli appartenenti alla Polizia di Stato prevede, infatti, dei benefìci generalizzati (un anno di maggiorazione ogni cinque di servizio prestato per un massimo di cinque anni a partire dal 1o gennaio 1998), a prescindere dalla specifica mansione svolta.
  Pertanto, la problematica dell'ascesso degli operatori di pubblica sicurezza alle agevolazioni previdenziali, connesse allo svolgimento di lavori usuranti non trova ragione di essere.
  Da ultimo, ricordo che il decreto «Salva Italia» (decreto-legge n. 201 del 2011) per i lavori usuranti prevede la possibilità di andare in pensione, dal 1o gennaio 2016, con un'anzianità contributiva di 35 anni ed un'età minima pari a 61 anni e 7 mesi, mentre per gli appartenenti alla Polizia di Stato, in virtù del principio della specificità del settore, il diritto alla pensione di anzianità si consegue in modo più favorevole, versando in una delle seguenti condizioni:
   a) 57 anni e 7 mesi di età con un'anzianità contributiva di 35 anni (articolo 6, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 30 aprile 1997);
   b) 40 anni e 7 mesi di anzianità contributiva a prescindere dall'età anagrafica (articolo 6, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 30 aprile 1997).

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ALLEGATO 3

Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato (C. 4135 Governo, approvato dal Senato, C. 2014 Mosca, C. 3108 Ciprini, C. 3120 Ciprini, C. 3268 Mucci e C. 3364 Gribaudo).

PROPOSTE DI RIFORMULAZIONE

ART. 5.

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere le seguenti:
   a-bis) individuazione di misure che garantiscano il rispetto della disciplina in materia di tutela dei dati personali nella gestione degli atti rimessi ai professionisti iscritti a ordini o collegi;
   a-ter) individuazione delle circostanze che possano determinare condizioni di conflitto di interesse nell'esercizio delle funzioni rimesse ai professionisti ai sensi della lettera a).
*5. 4. Polverini.

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere le seguenti:
   a-bis) individuazione di misure che garantiscano il rispetto della disciplina in materia di tutela dei dati personali nella gestione degli atti rimessi ai professionisti iscritti a ordini o collegi;
   a-ter) individuazione delle circostanze che possano determinare condizioni di conflitto di interesse nell'esercizio delle funzioni rimesse ai professionisti ai sensi della lettera a).
*5. 26. Tinagli, Gnecchi, Albanella, Arlotti, Baruffi, Boccuzzi, Casellato, Di Salvo, Cinzia Maria Fontana, Giacobbe, Gribaudo, Incerti, Patrizia Maestri, Miccoli, Paris, Giorgio Piccolo, Rostellato, Rotta, Simoni, Zappulla.

ART. 10.

  Al comma 1, sostituire la lettera a) con la seguente:
   a) individuazione di specifiche misure di prevenzione e protezione idonee a garantire la tutela della salute e della sicurezza delle persone che svolgono attività lavorativa negli studi professionali, con o senza retribuzione e anche al fine di apprendere un'arte, un mestiere o una professione;.
10. 9. Gnecchi, Albanella, Arlotti, Baruffi, Boccuzzi, Casellato, Di Salvo, Cinzia Maria Fontana, Giacobbe, Gribaudo, Incerti, Patrizia Maestri, Miccoli, Paris, Giorgio Piccolo, Rostellato, Rotta, Simoni, Tinagli, Zappulla.

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ALLEGATO 4

Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato (C. 4135 Governo, approvato dal Senato, C. 2014 Mosca, C. 3108 Ciprini, C. 3120 Ciprini, C. 3268 Mucci e C. 3364 Gribaudo).

EMENDAMENTI APPROVATI

ART. 5.

  Sostituire le parole: professioni ordinistiche, ovunque ricorrano, con le seguenti: professioni organizzate in ordini e collegi.
5. 24. Rostellato.

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere le seguenti:
   a-bis) individuazione di misure che garantiscano il rispetto della disciplina in materia di tutela dei dati personali nella gestione degli atti rimessi ai professionisti iscritti a ordini o collegi;
   a-ter) individuazione delle circostanze che possano determinare condizioni di conflitto di interesse nell'esercizio delle funzioni rimesse ai professionisti ai sensi della lettera a).
5. 26. (Nuova formulazione) Tinagli, Gnecchi, Albanella, Arlotti, Baruffi, Boccuzzi, Casellato, Di Salvo, Cinzia Maria Fontana, Giacobbe, Gribaudo, Incerti, Patrizia Maestri, Miccoli, Paris, Giorgio Piccolo, Rostellato, Rotta, Simoni, Zappulla.

  Al comma 1, sopprimere la lettera b).
5. 23. Gnecchi, Albanella, Arlotti, Baruffi, Boccuzzi, Casellato, Di Salvo, Cinzia Maria Fontana, Giacobbe, Gribaudo, Incerti, Patrizia Maestri, Miccoli, Paris, Giorgio Piccolo, Rostellato, Rotta, Simoni, Tinagli, Zappulla.

ART. 10.

  Al comma 1, sostituire la lettera a) con la seguente:
   a) individuazione di specifiche misure di prevenzione e protezione idonee a garantire la tutela della salute e della sicurezza delle persone che svolgono attività lavorativa negli studi professionali, con o senza retribuzione e anche al fine di apprendere un'arte, un mestiere o una professione;.
10. 9. (Nuova formulazione) Gnecchi, Albanella, Arlotti, Baruffi, Boccuzzi, Casellato, Di Salvo, Cinzia Maria Fontana, Giacobbe, Gribaudo, Incerti, Patrizia Maestri, Miccoli, Paris, Giorgio Piccolo, Rostellato, Rotta, Simoni, Tinagli, Zappulla.