CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 ottobre 2016
704.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO

ALLEGATO

QUESITO PER IL QUALE È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (n. 484/2358)

  PELUFFO e VALIANTE. – Alla Presidente della Rai. – Premesso che:
   ai sensi della legge sul diritto d'autore, il produttore di fonogrammi, nonché gli artisti interpreti e gli artisti esecutori che abbiano compiuto l'interpretazione o l'esecuzione fissata o riprodotta nei fonogrammi, hanno diritto ad un compenso per l'utilizzazione a scopo di lucro dei fonogrammi a mezzo della cinematografia, della diffusione radiofonica e televisiva, ivi compresa la comunicazione al pubblico via satellite, nelle pubbliche feste danzanti, nei pubblici esercizi ed in occasione di qualsiasi altra pubblica utilizzazione dei fonogrammi stessi. L'esercizio di tale diritto spetta al produttore, il quale ripartisce il compenso con gli artisti interpreti o esecutori interessati;
   la Rai-Radiotelevisione Italiana S.p.A., quale utilizzatore di musica, deve quindi rendicontare e versare agli aventi diritto, anche tramite società di collecting, i diritti connessi spettanti ad artisti e imprese;
   alla luce della normativa vigente (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 luglio 1976), il compenso che deve la Rai è commisurato all'1,5 per cento delle quote di incassi lordi (canoni e pubblicità) riferibili alla effettiva utilizzazione della musica in radio e in TV. Un caso più unico che raro a livello europeo;
   riconosciuto che il secondo azionista, insieme al Ministero dell'Economia e delle Finanze (99,56 per cento), della Rai è proprio la Società Italiana degli Artisti ed Editori (SIAE) allo 0,44 per cento;
   il 7 giugno 2013 la Società Consorzio Fonografici (SCF) e la Rai hanno sottoscritto un contratto per l'utilizzazione da parte di Rai dei fonogrammi, dei nastri fuori commercio e videomusicali del repertorio amministrato da SCF;
   il suddetto contratto è scaduto il 31 dicembre 2015 e, da allora, Rai e SCF hanno avviato una fase di negoziato per rinnovarlo;
   durante i negoziati per il rinnovo, la SCF ha sottolineato come l'articolo 4, comma 5 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2014 recante «Riordino della materia del diritto connesso al diritto d'autore, di cui alla legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni» stabilisce che, in riferimento agli articoli 73 e 73-bis della legge sul diritto d'autore, l'utilizzatore trasmette al produttore di fonogrammi o all'associazione di categoria cui esso appartiene, l'elenco dei fonogrammi utilizzati, comunicati al pubblico o diffusi entro trenta giorni dall'avvenuta utilizzazione, comunicazione o diffusione;
   nonostante tale obbligo in capo all'utilizzatore, la Rai continua ad inviare a SCF rendiconti dei fonogrammi utilizzati in maniera frammentata e macchinosa, perseverando a non riconoscere il produttore avente diritto attraverso il fonogramma ma attraverso l'etichetta (dalla quale non discende necessariamente la titolarità) causando sia perdite economiche sia un aggravio di lavoro per le società di collecting;
   ad oggi, nonostante i ripetuti solleciti della SCF (consorzio che rappresenta larga parte del repertorio italiano e internazionale pubblicato in Italia), la Rai a decorrere dal 1o gennaio 2016 non sta pagando Pag. 313per la musica che trasmette, che viene quindi utilizzata in assenza di licenza, con grave pregiudizio degli artisti-interpreti-esecutori e delle imprese produttrici di contenuti musicali;
   non solo, la Rai dichiara di non poter adempiere agli obblighi di rendicontazione nei tempi previsti dalla normativa vigente per non meglio precisate ragioni di carattere tecnico e organizzativo, impedendo la ripartizione analitica agli aventi diritto con danno delle imprese e degli artisti;
  si chiede di sapere:
   se la Presidente sia a conoscenza dei fatti menzionati in premessa e quale orientamento abbia in merito al comportamento della Rai-Radiotelevisione Italiana;
   se non ritenga di dover intervenire con urgenza vista la gravità della vicenda, che sta arrecando un grave pregiudizio all'industria musicale e alla filiera degli artisti-interpreti-esecutori, quando nella sua veste di ente pubblico dovrebbe incentivare e tutelare la promozione della musica e dei talenti emergenti attraverso la sua rete distributiva. (484/2358)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  Le trattative tra Rai e SCF-Consorzio Fonografici per il rinnovo dell'accordo (scaduto al 31 dicembre 2015) per l'utilizzo da parte di Rai di fonogrammi, basi fuori commercio e videomusicali appartenenti al repertorio SCF sono riprese al termine della pausa estiva e sono attualmente in corso (con una serie di incontri intervenuti tra le parti nelle ultime settimane).
  Appaiono pertanto superate le considerazioni riportate nelle premesse all'interrogazione di cui sopra.