CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 10 febbraio 2009
134.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-00223 Motta: Sulla sezione distaccata di Fidenza del Tribunale di Parma.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione dell'onorevole Motta si fa presente quanto segue, sulla base delle notizie fornite dal competente Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria.
Con riferimento alla sede della sezione distaccata di Fidenza del Tribunale di Parma è stato comunicato che, attualmente, la ristrutturazione dell'immobile «Ex-Casa del Popolo», messo a disposizione del Comune, non può essere finanziata in quanto i fondi presso la Cassa Depositi e Prestiti per l'edilizia giudiziaria sono esauriti. Pertanto, non sono allo stato possibili investimenti per migliorare la situazione degli immobili utilizzati dagli uffici giudiziari di Fidenza e, di conseguenza, nell'immediato, l'unico modo per fare fronte alla carenza di spazi evidenziata dall'interrogante è il ricorso alla locazione di un immobile in cui sistemare gli uffici, in tutto o in parte.
Il competente Dipartimento ha, comunque, assicurato che nel momento in cui nuove risorse saranno disponibili verrà sicuramente valutata - e tenuta nella debita considerazione - la richiesta di finanziamento menzionata, tenuto altresì conto delle ulteriori richieste di finanziamento avanzate da altri Comuni.

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ALLEGATO 2

5-00837 Schirru: Sulla carenza di personale della Casa circondariale di Buoncammino.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione dell'onorevole Schirru si rileva che, come è noto, la realtà penitenziaria continua ad essere caratterizzata dal preoccupante dato del crescente sovraffollamento delle strutture detentive. Dopo il notevole decremento della popolazione detenuta seguito all'entrata in vigore della legge 31 luglio 2006, n. 241, infatti, si è assistito ad un graduale ma costante aumento del numero dei ristretti. Da un totale di 38.847 presenze registrato il 31 agosto 2006, si è passati alle 43.957 del 30 giugno 2007 per giungere alle 52.613 del maggio 2008. Al 10 dicembre 2008, si sono registrate 58.611 presenze a fronte di una capienza regolamentare di 42.957 posti e di una capienza «di necessità» di 63.443.
Il fenomeno, di così ampia portata, è all'attenzione del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che, oltre ad intervenire caso per caso con provvedimenti deflativi, sta conducendo una attenta attività di studio e monitoraggio per l'individuazione di soluzioni di più ampio respiro, che non potranno prescindere, ovviamente, da interventi legislativi che possano determinare una modifica dei flussi di entrata. A tal fine, tra le altre iniziative adottate, si segnala che è stato costituito un gruppo di lavoro per lo studio di una complessiva riorganizzazione dei circuiti penitenziari - in particolare quello di media sicurezza - per l'individuazione di nuovi criteri che consentano l'assegnazione alle case di reclusione dei detenuti ricorrenti e definitivi (anche con pene inferiori ai cinque anni). Uno degli elementi che maggiormente aggrava l'organizzazione penitenziaria è costituito dal costante turn over di detenuti che costringe a fronteggiare un numero elevatissimo di ingressi in carcere destinati, nella maggioranza dei casi, a brevi se non brevissime permanenze.
Tanto premesso in linea generale, venendo alle specifiche problematiche segnalate dagli interroganti, si comunica che presso la Casa Circondariale di Cagliari erano detenuti, alla data del 29 gennaio 2009, 446 uomini e 20 donne, per un totale complessivo di 466 reclusi; ciò, a fronte di una capienza regolamentare di 324 posti e di una capienza tollerabile di 472 posti.
La situazione di sovraffollamento dell'istituto cagliaritano che, come già evidenziato, caratterizza, purtroppo, la maggior parte degli istituti penitenziari del Paese, è alla costante attenzione del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Detto Dipartimento, al fine di contenere la presenza dei detenuti, quanto meno entro i termini della capienza tollerabile cura la predisposizione, di concerto con il locale Provveditorato, degli opportuni interventi deflativi tesi a distribuire negli spazi detentivi disponibili la popolazione detenuta tenendo conto, nei limiti del possibile, delle legittime aspirazioni dei detenuti, delle loro condizioni di salute e del rispetto del più generale principio della territorialità della pena.
In particolare, attesi i livelli di criticità raggiunti nel corso del 2008, dal mese di luglio al mese di settembre dello stesso anno sono state sospese le assegnazioni ed i trasferimenti di detenuti presso la struttura citata.
Per quanto concerne, invece, il personale di polizia penitenziaria, a fronte di

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una previsione organica di 241 uomini e 26 donne, risultano effettivamente presenti, al netto dei distacchi in entrata ed in uscita, 193 uomini e 20 donne, con una differenza, in negativo, pari a complessive 54 unità.
Tale situazione, se rapportata ad altre realtà penitenziarie, non può definirsi preoccupante ma, tuttavia, fa registrare alcune difficoltà gestionali da imputare all'elevata presenza di detenuti ed al numero delle traduzioni, che assorbono un'aliquota rilevante di personale. A fronte di tale situazione, l'Amministrazione è intervenuta sia attraverso l'adozione di una politica di progressiva riduzione dei distacchi, volta a contenere tale fenomeno entro parametri prestabiliti, in modo da non incidere sensibilmente sulla forza operativa dei singoli istituti che subiscono il distacco, sia assegnando, quando possibile, le unità disponibili presso gli istituti maggiormente sofferenti, in particolar modo quelli del nord.
Nel caso di specie, non può trascurarsi che l'Amministrazione, per attivare il nuovo istituto di Tempio Pausania, ha inviato in Sardegna 20 unità di personale e che 6 unità appartenenti al ruolo dei sovrintendenti, a far data dal 10 gennaio scorso, hanno assunto servizio in varie sedi della Regione, a seguito di uno specifico piano di mobilità nazionale relativo agli appartenenti a tale qualifica. Pertanto, tenuto conto che l'istituto di Cagliari non rientra tra quelli che si trovano in maggiore difficoltà operativa, gli unici interventi allo stato possibili sono costituiti da una ridistribuzione del personale operante nell'ambito della Regione. Peraltro deve precisarsi, al riguardo, che tale operazione non si presenta di agevole conclusione, come dimostra l'esito negativo dell'interpello indetto per l'istituto di Cagliari dal Provveditore regionale nel mese di ottobre 2008.
Per completezza di informazione si rappresenta che in data 2 dicembre 2008 è stata inoltrata alle organizzazioni sindacali la proposta di mobilità ordinaria derivante dall'interpello nazionale 2009, da bandirsi a breve. Detto interpello per la Regione Sardegna prevede l'assegnazione di ulteriori 13 unità di polizia penitenziaria, di cui 8 destinate proprio alla Casa Circondariale di Cagliari.
Ciò posto, pur non essendo possibile programmare, nell'immediato, interventi di aumento dell'organico si rassicura, comunque che la situazione operativa dell'istituto di Cagliari resterà all'attenzione delle competenti articolazioni ministeriali.
Quanto, poi, all'ulteriore circostanza evidenziata dagli interroganti, concernente la presenza nella struttura di una detenuta e della figlia di un anno, il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ha confermato l'avvenuto ingresso nell'istituto di Buoncammino di una cittadina nigeriana di 27 anni, arrestata in data 6 agosto 2008 per violazione dell'articolo 27 del testo unico 309/90 e sottoposta a custodia cautelare in carcere.
Con ordinanza del 17 settembre 2008 il GIP presso il Tribunale di Cagliari, visto l'articolo 299 c.p.p., ha sostituito tale misura con quella meno gravosa degli arresti domiciliari presso la Comunità Alloggio Evaristiane Figlie del Sacro Cuore. Detto provvedimento è stato poi revocato in data 7 ottobre 2008 ai sensi del comma 4 del medesimo articolo, con ripristino della custodia in carcere.
Giova, comunque, evidenziare che l'istituto penitenziario di Cagliari è dotato di una sezione dedicata ad ospitare detenute con prole ed assicura adeguati standard di assistenza sanitaria essendo sede di centro clinico e risultando attive, in convenzione, numerose specialità, tra cui quella di ginecologia.

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ALLEGATO 3

5-00779 Contento: Sul riconoscimento del titolo professionale di avvocato conseguito in Spagna.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione dell'onorevole Contento si fa presente quanto segue, sulla base delle notizie fornite dal competente Dipartimento per gli Affari di Giustizia.
Nell'anno 2008 sono pervenute 61 istanze di riconoscimento del titolo professionale di «Abogado» conseguito in Spagna da giovani italiani laureati in giurisprudenza.
Sempre nel 2008 sono stati emessi dalla competente Direzione Generale della Giustizia Civile 71 decreti di riconoscimento del titolo professionale di «Abogado», aventi ad oggetto anche istanze presentate nell'anno 2007.
Si segnala, in ogni caso, che per i 71 professionisti menzionati l'iscrizione all'Albo degli Avvocati in Italia è subordinata ai superamento di una prova attitudinale da svolgersi presso il Consiglio Nazionale Forense.
In base a questi 71 decreti, infatti:
11 professionisti dovranno superare le prove attitudinali scritte e orali (cosiddette misure compensative);
49 professionisti dovranno superare la prova attitudinale orale su tre materie (sono coloro che hanno dimostrato di avere compiuto la pratica in Italia);
11 professionisti dovranno superare la prova attitudinale orale su unica materia di deontologia e ordinamento professionale (sono coloro che hanno prodotto certificazione di superamento della prova scritta in Italia dell'esame di avvocato).

Quanto agli ulteriori quesiti posti dall'interrogante, si fa presente che questi 71 professionisti hanno conseguito la laurea di Giurisprudenza presso Università italiane secondo l'elencazione che di seguito si riporta: 5 a Bologna, 2 a Cagliari, Torino e Trento, 1 a Camerino, Firenze, Foggia, Napoli, Padova, Piacenza, Teramo, Varese, Verona, Vicenza e Voghera, 3 a Ferrara e Parma, 9 a Milano, 15 a Roma e 19 a Sassari.
Nell'anno 2008, peraltro, sono stati emessi altri 3 decreti di riconoscimento del titolo di avvocato per professionisti italiani che hanno conseguito la laurea in Italia - 2 presso l'Università di Milano ed uno presso quella di Roma - ma che hanno omologato il proprio titolo a New York; questi tre professionisti dovranno superare la prova attitudinale orale su tre materie.
Si fa presente, inoltre, che i nominativi contenuti nel decreto di nomina della nuova Commissione esaminatrice (emesso dal Ministro della giustizia il 25 novembre 2008, pubblicato sul Bollettino Ufficiale n. 24 del 31 dicembre 2008) sono stati indicati dal Consiglio Nazionale Forense con riguardo agli avvocati e dalle Università italiane con riguardo ai professori universitari.
Le verifiche ed i controlli che competono al Ministero della giustizia nei casi di richiesta di riconoscimento attengono alla fase precedente il decreto di rigetto o di accoglimento dell'istanza.
Infatti, l'ufficio competente si limita a verificare, per ogni singolo richiedente, il

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possesso dei requisiti accademici e professionali previsti dall'ordinamento giuridico dello Stato membro in cui essi hanno acquisito la qualifica professionale.
Una volta concluso il procedimento con esito positivo, il richiedente - superate le prove attitudinali - ha diritto ad iscriversi all'albo professionale, ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 206/2007 in attuazione della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali.

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ALLEGATO 4

Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. C. 1415 Governo, C. 406 Contento, C. 1510 Tenaglia, C. 1555 Vietti, C. 290 Jannone e C. 1977 Bernardini.

EMENDAMENTO

ART. 18.

Al comma 2 sopprimere le parole: entrano in vigore il 1o gennaio 2009.
18. 200.Il Relatore.