CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 novembre 2018
92.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021. C. 1334 Governo.

RELAZIONE APPROVATA

  La X Commissione
   esaminato il disegno di legge C.1334 Governo recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 per le parti di propria competenza;
   esaminati, limitatamente alle parti di competenza, gli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2), del Ministero dello sviluppo economico (Tabella 3), del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (Tabella 7), del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Tabella 12);
   condivisi gli assi portanti individuati nelle politiche del Ministero dello sviluppo economico volti al consolidamento della fase espansiva in atto e del ciclo degli investimenti privati così da rafforzare anche le risorse disponibili per innovazione, ricerca e sviluppo;
   valutati positivamente il rifinanziamento degli interventi a favore dell'accesso al credito e per le imprese, in particolare il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, e la cosiddetta «Nuova Sabatini»;
   apprezzate le risorse destinate alle agevolazioni di cui all'articolo 45 del decreto legge n. 112 del 2008, concesse nell'ambito del contratto di sviluppo che costituisce il principale strumento agevolativo dedicato al sostegno delle imprese, in forma singola o associata, per investimenti di grande dimensioni;
   valutati positivamente il rifinanziamento e l'estensione della platea della misura «Resto al Sud»;
   apprezzate le principali linee di attività del Ministero dello sviluppo economico per quanto attiene al sostegno all'innovazione con specifico riguardo alle iniziative volte a sostenere il piano denominato «Industria 4.0» per la parte degli investimenti e dei voucher per i manager;
   sottolineato favorevolmente il rifinanziamento del «Piano made in Italy» e le disposizioni introdotte in materia di tutela e valorizzazione del made in Italy;
   apprezzati gli stanziamenti previsti per il Progetto di Interesse Comune Europeo (IPCEI) sulla microelettronica;
   valutata positivamente, per quanto di interesse della X Commissione, la disposizione di cui all'articolo 11 che prevede la proroga delle detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica, ristrutturazione edilizia e per l'acquisto di mobili per l'anno 2019, auspicando che tale misura possa essere prorogata anche per gli anni successivi,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.

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ALLEGATO 2

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021. C. 1334 Governo.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI RELAZIONE PRESENTATA DAI DEPUTATI MORETTO, BENAMATI, BONOMO, MANCA, MOR, NARDI, NOJA, ZARDINI

  La X Commissione
   premesso che
    l'esame del disegno di legge di bilancio per il 2019 si inserisce in un contesto macroeconomico che desta forti preoccupazioni: nel trimestre luglio-settembre 2018 il prodotto interno lordo italiano ha ristagnato, per la prima volta dopo ben 14 trimestri consecutivi di crescita;
    nonostante il primo arresto alla crescita da tre anni e mezzo a questa parte, le riforme attuate nel corso della precedente legislatura hanno proseguito a segnare risultati positivi, particolarmente significativi nel mercato del lavoro – il numero degli occupati ha raggiunto un massimo storico e il tasso di partecipazione delle donne e delle classi di età più elevate si è finalmente innalzato – e proseguire in questa direzione di riforma strutturale del sistema-Paese costituisce l'unica via per aumentare il potenziale di crescita e liberare risorse pubbliche per combattere la povertà e sostenere le fasce più deboli della popolazione;
    alcune delle misure previste in questa legge di bilancio costituiscono un pericoloso passo indietro rispetto al faticoso processo di fuoriuscita dalla crisi che, con il contributo del Paese tutto, si è portato avanti, e i loro effetti potrebbero rendere ancor più incisivi i rischi di un deterioramento dell'economia prefigurati dall'Ufficio parlamentare di bilancio, con un peggioramento dei conti pubblici a partire già dal 2019 che può mettere in serio pericolo la solidità dei fondamentali dell'economia Italiana;
    l'esperienza, in particolare riferita agli anni precedenti alla crisi finanziaria globale, insegna che l'espansione del bilancio non si traduce automaticamente in un sostenuto aumento del prodotto, se le misure non sono adeguate a favorire la crescita potenziale nel lungo periodo;
    con questa manovra di bilancio il Governo accresce l'indebitamento netto, rispetto ai suoi valori tendenziali, in media di 1,3 punti percentuali del PIL all'anno nel triennio 2019- 2021 e per il prossimo anno programma di attuare interventi espansivi per circa 34 miliardi, coperti da aumenti delle entrate e riduzioni della spesa per poco più di un terzo, con un aumento del disavanzo di quasi 22 miliardi, ponendosi degli obiettivi di crescita particolarmente ambiziosi, definiti nei fatti più che ottimistici dai più autorevoli osservatori nazionali e internazionali;
    un'espansione di bilancio come quella delineata del DDL all'esame, non dedicata principalmente dalle spese per investimento, ma piuttosto basata su spesa corrente, non solo non garantisce affatto il raggiungimento degli obiettivi di crescita prefissati nel medio termine, ma il mancato raggiungimento di tali obiettivi porterà al forte indebolimento della stabilità economica del Paese, situazione assi rischiosa soprattutto quando ci si troverà a dover fronteggiare fasi cicliche avverse;Pag. 242
    gli effetti della politica di bilancio non possono infatti essere valutati come se essa fosse isolata, dal momento che risentono delle condizioni finanziarie, particolarmente determinanti se in rapporto al Pil il debito pubblico è elevato: dopo soli sei mesi di Governo i segnali di indebolimento dell'economia sono allarmanti, la volatilità sui mercati finanziari è tornata ad aumentare e i tassi di interesse sul debito pubblico sono divenuti molto elevati;
    l'aumento dello spread si ripercuote sull'intera economia, ossia su famiglie, imprese e istituzioni finanziarie che detengono il risparmio nazionale, e rispetto ad aprile è già costato al contribuente quasi 1,5 miliardi di euro di interessi in più e, ipotizzando tassi coerenti con le attuali aspettative dei mercati, costerebbe oltre 5 miliardi di euro nel 2019 e circa 9 nel 2020 dalle stime della Banca d'Italia;
    gli effetti della protratta incertezza degli investitori sugli orientamenti del Governo, in costante conflitto con le istituzioni europee, e sulla credibilità dell'impegno a conseguire i risultati di crescita annunciati, hanno determinato una crescita dei tassi di interesse sul debito pubblico che rischia dunque di vanificare tutto l'impulso espansivo atteso dall'Esecutivo con l'approvazione della Legge di bilancio;
    il quadro di finanza pubblica che si delinea è imprudente e difficilmente sostenibile, anche perché corredato da strumenti di politica economica, finanziati in deficit nonostante siano stati presentati per anni come dotati di adeguata copertura finanziaria, che non solo non sembrano in grado di garantire i previsti risultati di crescita, ma che, per alcune misure qualificanti del programma di Governo, non sono neanche ancora stati definiti nel dettaglio, come nel caso del reddito di cittadinanza e del pensionamento anticipato, per cui il provvedimento si limita unicamente a istituire due fondi, mentre interventi, messi in campo nella precedente legislatura, di fondamentale impulso per la crescita attraverso il sostegno agli investimenti delle imprese e il rafforzamento del tessuto industriale, sono stati depotenziati, come nel caso dell'iperammortamento e del credito di imposta per la ricerca;
    in materia di politica fiscale si delinea infine un impianto caotico che invece di proseguire con l'ACE, misura che si è dimostrata particolarmente efficace nel lungo periodo nel creare un tessuto industriale più solido e con l'IRI, misura che semplifica e inserisce un nuovo metodo di tassazione del reddito imprenditoriale, rimanda invece di un anno la riduzione delle tasse alle imprese;
    per quanto di competenza della Commissione,
    si rileva il depotenziamento del Piano Impresa 4.0 che finora ha agito trasversalmente nel favorire la competitività dei settori produttivi e al quale hanno avuto accesso nell'ultimo biennio moltissime imprese grazie all'automatismo dell'erogazione degli incentivi. Il depotenziamento è causato dallo stanziamento limitato di risorse, dall'orizzonte temporale limitato ad un anno e dalle modifiche nella procedura di assegnazione, resa più complicata e onerosa per le aziende e rischia inoltre di ostacolare il necessario adeguamento del sistema produttivo nazionale alla competizione internazionale in quanto agisce come deterrente al maggior dimensionamento delle aziende penalizzando gli investimenti più consistenti fino ad annullare il vantaggio fiscale alla soglia dei 20 milioni di euro;
    in quadro di misure già di per sé orientate alla spesa corrente appare, inoltre, del tutto incongruente l'azione di sostegno alla produttività ed ai salari che avrebbe dovuto esplicarsi mediante un forte intervento sul cuneo fiscale mentre si limita a pochi e disorganici interventi;
    a supporto dello sviluppo del capitale immateriale, della competitività e della produttività del Paese, la Legge di Bilancio 2018 ha istituito un apposito Pag. 243Fondo finalizzato a perseguire obiettivi di politica economica ed industriale, connessi anche al programma Industria 4.0. Nella Legge di Bilancio 2019 non vi è traccia su come articolare e sviluppare queste azioni concrete al fine di supportare le imprese, soprattutto PMI, nei processi di trasformazione digitale: si rileva infatti la gravissima mancanza di qualsiasi previsione sulla formazione e sul rafforzamento delle competenze, non è presente alcuna misura specifica sulla formazione legata a Impresa 4.0, nemmeno di proroga delle misure esistenti, appare inopportuna la rimodulazione, al ribasso, del credito d'imposta per ricerca e sviluppo, mentre si riducono ore e risorse destinate all'alternanza scuola lavoro, smantellando di fatto uno strumento di formazione on the job molto utile per avvicinare i giovani al mondo del lavoro, misure che invece avrebbero dovuto essere stabilizzate e anche ampliate ed estese ad altri settori, unitamente al rafforzamento dei Compentence Center;
    si rileva la mancanza di visione e di strategia per il settore del turismo, peraltro da noi già denunciata in occasione della discussione del decreto-legge n. 86/2018 che ha trasferito le funzioni in materia di turismo dal Ministero dei beni e delle attività culturali (e del turismo) al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali,). Nel provvedimento in esame, il settore turistico è stato preso in considerazione solo marginalmente (definanziamento di 0,1 milioni di euro, per ciascun anno del triennio 2019-2021 dello stanziamento relativo all'ampliamento alle società aventi ad oggetto la promozione dell'offerta turistica nazionale dei benefici concernenti le start up innovative di cui all'articolo 11-bis, comma 1, del decreto-legge n. 83/2014, definanziamento di 0,2 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2019-2021 e di 2 milioni di euro per il 2022 e ss., degli stanziamenti spettanti al Ministero per l'esercizio di attività afferenti al settore del turismo e incremento di 1 milione di euro per ciascun anno del triennio 2019-2021 e per l'anno 2022 e ss del contributo annuo a favore del CAI per le attività del Consorzio del soccorso alpino e speleologico), mentre sarebbe stato invece opportuno confermare e rifinanziare il piano turistico 2017-2020 e misure vigenti come il credito d'imposta per le strutture ricettive. L'attuale Piano strategico del turismo 2017-2022, elaborato dal Comitato Permanente per la promozione del turismo, che ha rilanciato la leadership italiana, ormai consolidata da cinque anni di crescita consecutiva (solo per citare i dati relativi al 2017, le strutture ricettive ufficiali italiane hanno registrato il record di 122 milioni di arrivi e oltre 427 milioni di presenze totali e la spesa dei turisti stranieri, circa 37 miliardi di euro, è aumentata del 7,2 per cento), aveva delineato lo sviluppo del settore nei prossimi anni, indicando altresì come azione prioritaria l'integrazione delle politiche turistiche con il Piano nazionale Industria 4.0 allo scopo di favorire l'aggiornamento tecnologico del sistema dell'offerta e rafforzarne la competitività, cosa che risulta totalmente assente nel provvedimento in esame;
    si rileva, al fine di assicurare la continuità di lungo termine di tutte le attività già programmate per la politica aerospaziale e per la partecipazione italiana ai programmi dell'agenzia Spaziale Europea, il mancato apporto di nuove risorse, in quanto ci si è limitati a confermare lo stanziamento messo in opera dal precedente governo per il periodo 2017-2020, così come in ambito del programma di ricerca scientifica e tecnologica di base ci si è limitati a confermare gli stanziamenti previsti, senza allargare il necessario orizzonte temporale dell'intervento. Ulteriori risorse finanziarie integrerebbero le spese già stanziate ed impiegate per il rilancio della competitività e della innovazione delle industrie, con particolare riferimento a quelle operanti nelle aree tecnologiche ritenute strategiche per il rilancio della competitività del sistema economico;
    in relazione alla lotta alla contraffazione e alla tutela della proprietà industriale, ambiti di intervento fondamentali Pag. 244per la tenuta e lo sviluppo del tessuto industriale nazionale segnaliamo che invece di proseguire e potenziare le azioni finora intraprese come ad esempio il cd. «Patent Box», si registra invece un definanziamento degli stanziamenti per gli interventi in materia di brevettualità e per le attività connesse con la ricerca di anteriorità;
    in merito al settore energia, a fronte dell'ambizioso obiettivo della decarbonizzazione totale per il 2050, sarebbe stato necessario intervenire nel medio termine, proseguendo anche azioni intraprese in passato, sui costi energetici di difficile sostenibilità per famiglie e imprese, come evidenziato nella recente audizione dell'ARERA presso le Commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato e da tutte le associazioni di categoria: il provvedimento in esame contiene invece solo la diminuzione di 15 milioni di euro annui del taglio in bolletta a beneficio delle famiglie della componente A2 ottenuto con l'utilizzo della cd. «Robin Hood tax»;
    il settore del commercio viene toccato solo marginalmente con l'estensione del regime agevolato della cedolare secca sugli immobili commerciali mentre assistiamo alla riduzione di crediti d'imposta attribuiti agli esercenti di sale cinematografiche, agli esercenti di attività di vendita di libri al dettaglio, nonché alle imprese produttrici di prodotti editoriali che effettuano investimenti in editoria e programmi di ristrutturazione economica, misure insufficienti o addirittura penalizzanti per un settore, specie quello del commercio al dettaglio, in sofferenza ormai da un decennio e che avrebbe bisogno di un intervento forte e mirato;
    va segnalato infine il mancato intervento sull'IMU gravante sui beni strumentali, assenza resa ancora più significativa dagli annunci ripetuti in più occasioni dagli esponenti del Governo e della maggioranza,

DELIBERA DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.

Pag. 245

ALLEGATO 3

Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici. C. 1189 Governo.

PARERE APPROVATO

  La X Commissione,
   esaminato il testo del disegno di legge recante «Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici» (C. 1189 Governo);
   preso atto che il capo I del disegno di legge, composto dagli articoli da 1 a 6, modifica il codice penale, il codice di procedura penale, il codice civile, l'ordinamento penitenziario e alcune leggi speciali, con l'obiettivo di potenziare l'attività di prevenzione, accertamento e repressione dei reati contro la pubblica amministrazione;
   valutata, al riguardo, con favore la ratio del provvedimento che mira a contrastare la corruzione e gli altri reati contro la pubblica amministrazione che alimentano mercati illegali, distorcendo la concorrenza e che causano la distorsione delle funzioni amministrative alterando i meccanismi della competizione fra imprese e fra individui, favorendone alcune o alcuni a danno di altri, a prescindere dalle effettive qualità imprenditoriali o professionali dei soggetti coinvolti,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.