CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 11 ottobre 2016
707.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Misure per prevenire e contrastare i reati in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili. Testo unificato C. 261 Fucci e abb.

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

  La XII Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il testo unificato delle proposte di legge C. 261 e abbinate, recante misure per prevenire e contrastare i reati in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili;
   apprezzata, in termini generali, la finalità ultima del provvedimento in titolo, ravvisabile nell'intento di predisporre una particolare tutela dei soggetti particolarmente deboli e vulnerabili quali i minori che frequentano asili nido o scuole dell'infanzia, le persone con disabilità e gli anziani ospitati in apposite strutture;
   evidenziato tuttavia che, nonostante la predetta finalità appaia condivisibile, non altrettanto può dirsi in ordine alle misure previste per il suo raggiungimento, in particolare per quanto concerne l'utilizzo di sistemi di videosorveglianza, in quanto si ritiene che esse non siano idonee rispetto all'obiettivo che si intende conseguire, dovendosi promuovere piuttosto forme di controllo sociale e di maggior coinvolgimento dei familiari dei soggetti che si trovano in una condizione di vulnerabilità per età o per condizione personale, al fine di prevenire il compimento dei reati nei confronti di costoro nelle strutture alle quali sono affidati;
   rilevato, inoltre, che le disposizioni contenute all'articolo 2, prevedendo il conferimento di una delega al Governo in materia di «valutazione attitudinale nell'accesso alla professioni educative e di cura, nonché di formazione iniziale e permanente del personale» delle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili, incidono sulla disciplina relativa all'accesso e alla formazione professionale continua del personale del Servizio sanitario nazionale;
   osservato, in particolare, che i principi e i criteri direttivi di cui al comma 1, lettere a) e b), del citato articolo 2, prevedendo che gli operatori socio-sanitari, gli infermieri e gli altri soggetti che operano con mansioni di assistenza diretta presso le strutture sanitarie e socio-sanitarie, a carattere residenziale o semiresidenziale, siano in possesso di adeguati requisiti di idoneità psico-attitudinale, da verificare all'atto dell'assunzione e durante lo svolgimento del rapporto di lavoro, pongono una serie di problemi, connessi principalmente all'incongruità di prevedere test psicologici solo per alcuni professionisti sanitari e non per altri – previsione che potrebbe porsi in contrasto con il principio di eguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione – nonché alla difficoltà di individuare quali siano gli «altri soggetti» che operano con mansioni di assistenza diretta presso le predette strutture;
   fatto presente, inoltre, che, per quanto riguarda i criteri di cui al comma 1, lettera c), dell'articolo 2, non si comprende la finalità della formazione ivi prevista, considerato che per i professionisti sanitari già esiste il sistema di formazione Pag. 124continua obbligatoria, nell'ambito della quale possono essere senz'altro individuate eventuali nuove e specifiche esigenze formative;
   precisato che l'articolo 3, nella parte in cui disciplina l'utilizzo di sistemi di videosorveglianza nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili, non tiene conto della specificità delle strutture sanitarie quali luoghi di assistenza e di cura organizzati con reparti di terapia intensiva, sale operatorie, reparti di pronto soccorso e sottoposti a una propria normativa, per cui esse non possono affatto essere ricondotte nell'ambito di applicazione del provvedimento in esame;
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) sia soppresso, ovunque ricorra nel testo, il riferimento alle strutture sanitarie, stante la loro peculiarità, a livello normativo e organizzativo, che le rende del tutto estranee alle tematiche oggetto del provvedimento in titolo;
   2) all'articolo 1, si preveda che le disposizioni recate dal provvedimento in esame si applichino alle strutture socio-sanitarie pubbliche e private;
   3) all'articolo 1, si precisi che i reati da prevenire e contrastare sono esclusivamente quelli riconducibili ad episodi di maltrattamento nei confronti dei minori, degli anziani e dei disabili;
   4) all'articolo 2, comma 1, lettere a) e b), sia soppresso il riferimento alla verifica del possesso di adeguati requisiti di idoneità psico-attitudinale da parte degli operatori socio-sanitari, degli infermieri e degli altri soggetti che operano con mansioni di assistenza diretta presso le strutture socio-sanitarie, all'atto dell'assunzione e durante lo svolgimento del rapporto di lavoro, in quanto verrebbe a crearsi un'incongruenza ingiustificabile, anche con riguardo al principio di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione, tra le predette categorie di lavoratori e gli altri soggetti che, pur operando nel medesimo settore, svolgono mansioni diverse;
   5) all'articolo 2, comma 1, lettera c), sia soppresso il riferimento alla formazione ivi prevista, considerato che per i professionisti sanitari esiste già il sistema di formazione continua obbligatoria, nell'ambito della quale possono essere senz'altro individuate eventuali nuove e specifiche esigenze formative;
   6) all'articolo 3, sia riformulato il comma 1, prevedendo che l'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso sia disciplinato attraverso un apposito decreto ministeriale di natura non regolamentare, che escluda espressamente la possibilità di installare webcam nelle strutture socio-sanitarie, disciplini le modalità degli accordi da stipulare con le organizzazioni sindacali e preveda che l'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza sia consentito solo nel rispetto della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata con legge 24 febbraio 2009, n. 18;
   7) all'articolo 3, si preveda che l'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza in stanze individuali o piccole unità ove risiedono gli utenti delle strutture socio-sanitarie sia obbligatoriamente condizionato all'assenso delle persone interessate o, in caso di incapacità di queste ultime, dei loro legali rappresentanti;
  e con la seguente osservazione:
   si introduca una disposizione volta a promuovere il progressivo ampliamento degli orari di accesso alle strutture socio-sanitarie, in modo tale che la prevenzione e il contrasto dei reati nei confronti di soggetti particolarmente vulnerabili si realizzi attraverso il controllo sociale e il maggior coinvolgimento dei familiari dei soggetti che si trovano in una condizione di vulnerabilità per età o per condizione personale.

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ALLEGATO 2

Misure per prevenire e contrastare i reati in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili. Testo unificato C. 261 Fucci e abb.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il testo unificato delle proposte di legge C. 261 e abbinate, recante misure per prevenire e contrastare i reati in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili;
   apprezzata, in termini generali, la finalità ultima del provvedimento in titolo, ravvisabile nell'intento di predisporre una particolare tutela dei soggetti particolarmente deboli e vulnerabili quali i minori che frequentano asili nido o scuole dell'infanzia, le persone con disabilità e gli anziani ospitati in apposite strutture;
   evidenziato tuttavia che, nonostante la predetta finalità appaia condivisibile, non altrettanto può dirsi in ordine alle misure previste per il suo raggiungimento, in particolare per quanto concerne l'utilizzo di sistemi di videosorveglianza, in quanto si ritiene che esse non siano idonee rispetto all'obiettivo che si intende conseguire, dovendosi promuovere piuttosto forme di controllo sociale e di maggior coinvolgimento dei familiari dei soggetti che si trovano in una condizione di vulnerabilità per età o per condizione personale, al fine di prevenire il compimento dei reati nei confronti di costoro nelle strutture alle quali sono affidati;
   rilevato, inoltre, che le disposizioni contenute all'articolo 2, prevedendo il conferimento di una delega al Governo in materia di «valutazione attitudinale nell'accesso alla professioni educative e di cura, nonché di formazione iniziale e permanente del personale» delle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili, incidono sulla disciplina relativa all'accesso e alla formazione professionale continua del personale del Servizio sanitario nazionale;
   osservato, in particolare, che i principi e i criteri direttivi di cui al comma 1, lettere a) e b), del citato articolo 2, prevedendo che gli operatori socio-sanitari, gli infermieri e gli altri soggetti che operano con mansioni di assistenza diretta presso le strutture sanitarie e socio-sanitarie, a carattere residenziale o semiresidenziale, siano in possesso di adeguati requisiti di idoneità psico-attitudinale, da verificare all'atto dell'assunzione e durante lo svolgimento del rapporto di lavoro, pongono una serie di problemi, connessi principalmente all'incongruità di prevedere test psicologici solo per alcuni professionisti sanitari e non per altri – previsione che potrebbe porsi in contrasto con il principio di eguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione – nonché alla difficoltà di individuare quali siano gli «altri soggetti» che operano con mansioni di assistenza diretta presso le predette strutture;
   fatto presente, inoltre, che, per quanto riguarda i criteri di cui al comma 1, lettera c), dell'articolo 2, non si comprende la finalità della formazione ivi prevista, considerato che per i professionisti sanitari già esiste il sistema di formazione Pag. 126continua obbligatoria, nell'ambito della quale possono essere senz'altro individuate eventuali nuove e specifiche esigenze formative;
   precisato che l'articolo 3, nella parte in cui disciplina l'utilizzo di sistemi di videosorveglianza nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie per anziani e disabili, non tiene conto della specificità delle strutture sanitarie quali luoghi di assistenza e di cura organizzati con reparti di terapia intensiva, sale operatorie, reparti di pronto soccorso e sottoposti a una propria normativa, per cui esse non possono affatto essere ricondotte nell'ambito di applicazione del provvedimento in esame;
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) sia soppresso, ovunque ricorra nel testo, il riferimento alle strutture sanitarie, stante la loro peculiarità, a livello normativo e organizzativo, che le rende del tutto estranee alle tematiche oggetto del provvedimento in titolo;
   2) all'articolo 1, si preveda che le disposizioni recate dal provvedimento in esame si applichino alle strutture socio-sanitarie pubbliche e private;
   3) all'articolo 2, comma 1, lettere a) e b), sia soppresso il riferimento alla verifica del possesso di adeguati requisiti di idoneità psico-attitudinale da parte degli operatori socio-sanitari, degli infermieri e degli altri soggetti che operano con mansioni di assistenza diretta presso le strutture socio-sanitarie, all'atto dell'assunzione e durante lo svolgimento del rapporto di lavoro, in quanto verrebbe a crearsi un'incongruenza ingiustificabile, anche con riguardo al principio di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione, tra le predette categorie di lavoratori e gli altri soggetti che, pur operando nel medesimo settore, svolgono mansioni diverse;
   4) all'articolo 2, comma 1, lettera c), sia soppresso il riferimento alla formazione ivi prevista, considerato che per i professionisti sanitari esiste già il sistema di formazione continua obbligatoria, nell'ambito della quale possono essere senz'altro individuate eventuali nuove e specifiche esigenze formative;
   5) all'articolo 3, sia riformulato il comma 1, prevedendo che l'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso sia disciplinato attraverso un apposito decreto ministeriale di natura non regolamentare, che escluda espressamente la possibilità di installare webcam nelle strutture socio-sanitarie, disciplini le modalità degli accordi da stipulare con le organizzazioni sindacali e preveda che l'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza sia consentito solo nel rispetto della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata con legge 24 febbraio 2009, n. 18;
   6) all'articolo 3, si preveda che l'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza in stanze individuali o piccole unità ove risiedono gli utenti delle strutture socio-sanitarie sia obbligatoriamente condizionato all'assenso delle persone interessate o, in caso di incapacità di queste ultime, dei loro legali rappresentanti;
  e con la seguente osservazione:
   si introduca una disposizione volta a promuovere il progressivo ampliamento degli orari di accesso alle strutture socio-sanitarie, in modo tale che la prevenzione e il contrasto dei reati nei confronti di soggetti particolarmente vulnerabili si realizzi attraverso il controllo sociale e il maggior coinvolgimento dei familiari dei soggetti che si trovano in una condizione di vulnerabilità per età o per condizione personale.

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ALLEGATO 3

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016. Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso.

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

  La XII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso);
   considerato, in termini generali, che la Nota presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate nel Documento di economia e finanza 2016, in considerazione del nuovo contesto internazionale meno favorevole, e che, in relazione alle incertezze che caratterizzano lo scenario internazionale, anche le previsioni di crescita per il 2017 sono ridimensionate;
   rilevato, per quanto riguarda il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2017 e successivi, che la manovra di bilancio 2017-2019, come indicato nella Nota, avrebbe un impatto positivo sulla crescita, sia pur nell'ambito di una valutazione che rimane prudenziale dato il pesante lascito della crisi degli ultimi anni, grazie anche alla politica fiscale che il Governo intende impostare per i prossimi anni;
   segnalato, con specifico riguardo al settore sanitario, che nel Conto economico della Pubblica amministrazione a legislazione vigente, relativamente alla spesa sanitaria, è indicata una cifra pari a 113,654 miliardi di euro per il 2016, con un aumento di 278 milioni rispetto a quanto indicato del DEF, e che per gli anni successivi (2017-2019) l'incremento è più consistente;
   evidenziato che, tra le iniziative adottate in risposta alle raccomandazioni del Consiglio europeo per quanto concerne la modernizzazione della pubblica amministrazione, il documento richiama la nuova disciplina in materia di dirigenza sanitaria, recata dal decreto legislativo n. 169 del 2016;
   rilevato che, nell'ambito degli interventi nel settore sanitario, la Nota segnala l'intesa del 7 settembre 2016, raggiunta in Conferenza Stato-regioni, sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che prevede l'aggiornamento del decreto del 2001 riguardante i livelli essenziali di assistenza garantiti dal Sistema sanitario nazionale (LEA), ricordando che allo scopo la legge di stabilità 2016 (articolo 1, comma 555) ha autorizzato una spesa di 800 milioni di euro annui a valere sulle risorse del Fondo sanitario nazionale;
   segnalato che la Nota indica, tra gli altri interventi in materia sanitarie, il Piano nazionale della Cronicità, volto a rafforzare le reti assistenziali e ridurre i ricoveri ospedalieri, e l'Intesa raggiunta sul Patto per la sanità digitale, avente lo scopo di attuare il programma di informatizzazione del Servizio sanitario;
   apprezzata la previsione, contenuta nel cronoprogramma per le riforme di cui all'appendice della Nota di aggiornamento del DEF, di indicare, per quanto riguarda la sanità, il termine di dicembre 2016 per l'attuazione del Patto della salute 2014-2016 (comprendente l'aggiornamento dei LEA, il Patto nazionale delle cronicità e il nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio Pag. 128dell'assistenza sanitaria) e il provvedimento in materia di responsabilità del personale sanitario, approvato dalla Camera e attualmente all'esame della Commissione Igiene e sanità del Senato (S. 2224);
   espresso apprezzamento in merito a quanto riportato nella Nota con riguardo all'Intesa del 7 settembre 2016 raggiunta in Conferenza Stato-regioni sullo schema di decreto del presidente del Consiglio dei ministri che, in attuazione del Patto per la Salute 2014-2016, prevede l'aggiornamento del decreto del 2001 riguardante i livelli essenziali di assistenza garantiti dal Sistema sanitario nazionale (LEA);
   condiviso, al riguardo, quanto già sottolineato dalla Conferenza Stato-regioni sulla sostenibilità economico-finanziaria dell'aggiornamento dei LEA, laddove in quella sede è stata evidenziata la necessità per cui nella prossima legge di bilancio siano confermate le risorse pari a 113.063 milioni di euro per il 2017 e a 114.998 milioni di euro per il 2018, come quantificate nell'Intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-regioni l'11 febbraio 2016, in relazione al riparto delle risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale;
   evidenziato che, per quanto concerne le politiche sociali, in risposta alla specifica raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea in tema di lotta alla povertà e razionalizzazione della spesa sociale, la Nota espone le misure dedicate dalla legge di stabilità 2016 al Piano nazionale per la lotta alla povertà, finanziato attraverso il Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale con una dotazione di 600 milioni per il 2016 e di 1 miliardo a decorrere dal 2017, e alla delega legislativa per l'avvio di una misura nazionale di contrasto alla povertà, approvata dalla Camera e attualmente all'esame del Senato, che prevede l'introduzione di una misura universale di contrasto alla povertà basata su un sostegno economico condizionato all'attivazione di percorsi verso l'inclusione e l'autonomia;
   osservato che, nell'ambito degli interventi nell'area delle politiche sociali, la Nota richiama, inoltre, la legge delega n. 106 del 2016, per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale, che secondo il predetto cronoprogramma delle riforme sarà pienamente attuata nel giugno 2017, e la recentissima legge n. 166 del 2016, recante misure contro gli sprechi alimentari e la donazione di prodotti farmaceutici;
   sottolineato, poi, come la Nota richiami l'istituzione, con la legge di stabilità per il 2016, del Fondo cosiddetto «Dopo di noi», con una dotazione di 90 milioni annui, cui ha fatto seguito l'approvazione della legge n. 112 del 2016, alla quale il Governo è chiamato a dare attuazione, non essendo stato ancora emanato il decreto ministeriale, atteso alla fine di agosto del 2016, volto a disciplinare le previsioni in tema di imposte sulle successioni e donazioni, di registro, catastali e ipotecarie, mentre entro la fine di dicembre 2016 devono essere adottati ulteriori decreti, volti a definire gli obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare nonché i criteri per l'accesso alle misure a carico del predetto Fondo, in base ai quali le regioni adotteranno indirizzi di programmazione e definiranno le modalità per l'erogazione dei finanziamenti,
   considerata l'urgenza di dare un'adeguata soluzione al problema del precariato in sanità, rispetto al quale sembra opportuno intervenire tramite apposite misure da inserire nella prossima legge di bilancio;
   considerata, analogamente, l'esigenza di assicurare la continuità nell'erogazione dei servizi sociali ai cittadini, che parrebbe messa in discussione dall'imminente scadenza dei contratti a tempo determinato del personale degli enti locali, ciò che rende opportuno un intervento volto a prevedere la proroga del termine per il rinnovo dei predetti contratti;
   segnalata altresì l'esigenza di prevedere, nella prossima legge di bilancio, Pag. 129adeguate risorse per il finanziamento dei farmaci innovativi,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) si rappresenti la necessità, al fine di garantire la sostenibilità economico-finanziaria del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sull'aggiornamento dei LEA, che nella prossima legge di bilancio siano confermate le risorse quantificate pari a 113.063 milioni di euro per il 2017 e a 114.998 milioni di euro per il 2018, come quantificate nell'Intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-regioni l'11 febbraio 2016 in relazione al riparto delle risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale;
   b) si segnali l'esigenza per cui, al fine di dare attuazione alla legge n. 112 del 2016, sul cosiddetto «Dopo di noi», siano adottati in tempi brevi i decreti ministeriali volti, rispettivamente, a disciplinare le previsioni in tema di imposte sulle successioni e donazioni, di registro, catastali e ipotecarie, nonché a definire gli obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare e i criteri per l'accesso alle misure a carico del Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare;
   c) si rappresenti l'esigenza di inserire, nella prossima legge di bilancio, misure volte a dare un'adeguata soluzione al problema del precariato in sanità nonché a prevedere la proroga del termine per il rinnovo dei contratti a tempo determinato del personale degli enti locali occupato nell'attività di erogazione dei servizi sociali;
   d) si segnali inoltre l'opportunità di prevedere, nella prossima legge di bilancio, adeguate risorse per il finanziamento dei farmaci innovativi.

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ALLEGATO 4

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016. Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE PRESENTATA DALLE DEPUTATE NICCHI E GREGORI

  La XII Commissione,
   esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso), in particolare per le parti e le materie di competenza;
   considerato che:
    la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2016, non fa che confermare ancora una volta la scelta del Governo per una costante decrescita e un definanziamento programmato del nostro Servizio sanitario. Ancora una volta la spesa sanitaria in rapporto al PIL si conferma in diminuzione. Il che significa che in termini reali la fetta di risorse spettante alla sanità pubblica continuerà a ridursi nei prossimi anni;
    la realtà è che le spese sostenute per finanziare il Servizio sanitario nazionale si continuano a equiparare a qualsiasi altro centro di costo, e la conseguenza di questa visione sbagliata e miope è che al pari di altri costi, diventa azione virtuosa quella di ridurne gradualmente la loro incidenza rispetto al PIL. Ed è esattamente quello che purtroppo si sta facendo da anni con la nostra Sanità pubblica;
    la spesa sanitaria che viene stimata al 6,8 per cento in rapporto al PIL per quest'anno e per il 2017, vede ridursi al 6,7 per cento nel 2018, e quindi al 6,6 per cento nel 2019. Per gli anni successivi, continua a fare fede quanto già riportato nel Documento di Economia e finanza 2016 dell'aprile scorso, dove si evince che per ritornare ai livelli spesa sanitaria/PIL del 2010, che era del 7 per cento, si dovrà aspettare il 2030-2035. Ossia bisognerà attendere 15-20 anni;
    è ancora più grave che questo costante definanziamento del Servizio sanitario nazionale, avvenga nonostante che nel rapporto spesa sanitaria/PIL, siamo da tempo al sotto la media dei rispettivi valori della UE a 15 (8,7 per cento). Dopo di noi ci sono solo Spagna Grecia e Portogallo. Una forbice che si allarga anno dopo anno;
    nella Nota di aggiornamento in esame non si dice nulla su quello che sarà l'effettivo finanziamento del Fondo sanitario, e bisognerà attendere la legge di Bilancio che sarà presentata entro il prossimo 20 ottobre;
    il rischio più che concreto è che, come sta sempre avvenendo in questi ultimi anni, il Governo, con la legge di stabilità, certificherà anche questa volta un finanziamento del Fondo sanitario nazionale più basso di quello programmato e concordato in sede di Intesa Stato regioni. Ricordiamo che in questi anni, la sanità pubblica ha avuto stanziamenti effettivi sempre inferiori a quelli che di volta in volta venivano indicati e promessi dai vari Documenti di economia e finanza presentati al Parlamento;
    il caso dell'anno 2016 è sotto questo aspetto emblematico: dai 117,6 miliardi stimati dal DEF 2013, si è passati a 116,1 con il DEF 2014 e a 113,4 con il DEF 2015, per giungere a un finanziamento reale ed effettivo Pag. 131di 111 miliardi (legge di stabilità 2016), peraltro comprensivi dei 800 milioni di euro da destinare ai nuovi LEA;
    quest'anno ci si aspetterebbe che il finanziamento al Fondo sanitario fosse perlomeno di 113 miliardi di euro per il 2017 e in 114.998 milioni di euro per il 2018. Un impegno preso dalla Ministra Lorenzin, e ribadito con l'intesa Stato Regioni dell'11 febbraio 2016. Ma tutto lascia pensare che questa cifra – peraltro del tutto insufficiente – sarà ancora una volta disattesa e probabilmente limata a 112 miliardi di euro. Il Premier potrà così dire anche quest'anno, che il FSN è aumentato di un miliardo (da 111 a 112 miliardi), mentre per l'ennesima volta saremo di fronte a una riduzione delle risorse promesse alle regioni per garantire i servizi socio-sanitari;
    vale peraltro la pena sottolineare che i nuovi LEA, in via di approvazione dopo che vi sarà il passaggio in Parlamento per il previsto parere, potranno contare, come ricorda la Nota di aggiornamento in commento, solamente su 800 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità 2016. In realtà per finanziare adeguatamente i nuovi LEA servirebbero sui 2-3 miliardi. E il fatto che gli 800 milioni stanziati sono insufficienti e inadeguati lo sanno anche le stesse regioni, che hanno infatti chiesto una verifica entro l'anno per valutare il reale impatto economico dei nuovi livelli di assistenza, e che nella prossima legge di bilancio siano confermate le risorse di 113 miliardi per il 2017, e di 114.998 milioni di euro per il 2018;
    nulla peraltro si dice sulle risorse necessarie a finanziare i farmaci innovativi, e per la cura dell'epatite C;
    riguardo alle politiche di welfare, la Nota di aggiornamento in commento, praticamente nulla dice sulle misure messe in atto dal Governo per far fronte alla perdurante crisi economica che colpisce fortemente fasce sempre più larghe della popolazione. I recenti dati Istat, parlano di 1 milione e 582 mila famiglie in povertà assoluta, pari a 4 milioni e 598 mila persone: il numero più alto dal 2005. Per quanto riguarda i minori in povertà assoluta, questi pari al 10,9 per cento; ossia più di un minore su 10 (nel 2005 la percentuale era del 3,9 per cento). Soltanto il 3 per cento delle prestazioni sociali erogate in Italia va alla parte più povera della popolazione;
    a fronte di questa situazione, ci si limita a richiamare l'iter avviato alla Camera del disegno di legge per il contrasto alla povertà;
    la Nota di aggiornamento al DEF, ricorda il disegno di legge delega al Governo per il contrasto della povertà, approvato dalla Camera il 14 luglio scorso, e praticamente fermo in Commissione al Senato;
    un provvedimento peraltro che può contare solamente su circa un miliardo di euro l'anno, laddove sono circa 7 i miliardi stimati che sarebbero necessari a regime per sostenere realmente le famiglie e le persone in situazione di povertà e di disagio estremo. Non c’è alcun percorso di avvicinamento ad una garanzia di reddito per tutti quelli che si trovano in povertà assoluta, ma si assiste solamente a un sostegno per una piccolissima parte, circa un quinto, dei poveri assoluti;
    è evidente che accanto a un sensibile incremento di risorse per il contrasto alla povertà e per il rafforzamento delle politiche sociali, sarebbe necessario prevedere l'esclusione dal Patto di stabilità interno delle spese sostenute per la spesa sociale e il sistema del welfare, così come risulta ormai indispensabile interrompere la continua politica di tagli alle regioni e agli enti locali;
    nel testo infine, si fa riferimento alle risorse per il «Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) pari a 789 milioni. Si rammenta peraltro che dette risorse stanziate provengono per oltre l'85 per cento dalla UE,
  esprime

PARERE CONTRARIO

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ALLEGATO 5

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016. Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione,
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso);
   considerato, in termini generali, che la Nota presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate nel Documento di economia e finanza 2016, in considerazione del nuovo contesto internazionale meno favorevole, e che, in relazione alle incertezze che caratterizzano lo scenario internazionale, anche le previsioni di crescita per il 2017 sono ridimensionate;
   rilevato, per quanto riguarda il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2017 e successivi, che la manovra di bilancio 2017-2019, come indicato nella Nota, avrebbe un impatto positivo sulla crescita, sia pur nell'ambito di una valutazione che rimane prudenziale dato il pesante lascito della crisi degli ultimi anni, grazie anche alla politica fiscale che il Governo intende impostare per i prossimi anni;
   segnalato, con specifico riguardo al settore sanitario, che nel Conto economico della Pubblica amministrazione a legislazione vigente, relativamente alla spesa sanitaria, è indicata una cifra pari a 113,654 miliardi di euro per il 2016, con un aumento di 278 milioni rispetto a quanto indicato del DEF, e che per gli anni successivi (2017-2019) l'incremento è più consistente;
   evidenziato che, tra le iniziative adottate in risposta alle raccomandazioni del Consiglio europeo per quanto concerne la modernizzazione della pubblica amministrazione, il documento richiama la nuova disciplina in materia di dirigenza sanitaria, recata dal decreto legislativo n. 169 del 2016;
   rilevato che, nell'ambito degli interventi nel settore sanitario, la Nota segnala l'Intesa del 7 settembre 2016, raggiunta in Conferenza Stato-regioni, sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che prevede l'aggiornamento del decreto del 2001 riguardante i livelli essenziali di assistenza garantiti dal Sistema sanitario nazionale (LEA), ricordando che allo scopo la legge di stabilità 2016 (articolo 1, comma 555) ha autorizzato una spesa di 800 milioni di euro annui a valere sulle risorse del Fondo sanitario nazionale;
   segnalato che la Nota indica, tra gli altri interventi in materia sanitarie, il Piano nazionale della Cronicità, volto a rafforzare le reti assistenziali e ridurre i ricoveri ospedalieri, e l'intesa raggiunta sul Patto per la sanità digitale, avente lo scopo di attuare il programma di informatizzazione del Servizio sanitario;
   apprezzata la previsione, contenuta nel cronoprogramma per le riforme di cui all'appendice della Nota di aggiornamento del DEF, di indicare, per quanto riguarda la sanità, il termine di dicembre 2016 per l'attuazione del Patto della salute 2014-2016 (comprendente l'aggiornamento dei LEA, il Patto nazionale delle cronicità e il nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio Pag. 133dell'assistenza sanitaria) e il provvedimento in materia di responsabilità del personale sanitario, approvato dalla Camera e attualmente all'esame della Commissione Igiene e sanità del Senato (S. 2224);
   espresso apprezzamento in merito a quanto riportato nella Nota con riguardo all'Intesa del 7 settembre 2016 raggiunta in Conferenza Stato-regioni sullo schema di decreto del presidente del Consiglio dei ministri che, in attuazione del Patto per la Salute 2014-2016, prevede l'aggiornamento del decreto del 2001 riguardante i livelli essenziali di assistenza garantiti dal Sistema sanitario nazionale (LEA);
   condiviso, al riguardo, quanto già sottolineato dalla Conferenza Stato-regioni sulla sostenibilità economico-finanziaria dell'aggiornamento dei LEA, laddove in quella sede è stata evidenziata la necessità per cui nella prossima legge di bilancio siano confermate le risorse pari a 113.063 milioni di euro per il 2017 e a 114.998 milioni di euro per il 2018, come quantificate nell'Intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-regioni l'11 febbraio 2016, in relazione al riparto delle risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale;
   evidenziato che, per quanto concerne le politiche sociali, in risposta alla specifica raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea in tema di lotta alla povertà e razionalizzazione della spesa sociale, la Nota espone le misure dedicate dalla legge di stabilità 2016 al Piano nazionale per la lotta alla povertà, finanziato attraverso il Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale con una dotazione di 600 milioni per il 2016 e di 1 miliardo a decorrere dal 2017, e alla delega legislativa per l'avvio di una misura nazionale di contrasto alla povertà, approvata dalla Camera e attualmente all'esame del Senato, che prevede l'introduzione di una misura universale di contrasto alla povertà basata su un sostegno economico condizionato all'attivazione di percorsi verso l'inclusione e l'autonomia;
   osservato che, nell'ambito degli interventi nell'area delle politiche sociali, la Nota richiama, inoltre, la legge delega n. 106 del 2016, per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale, che secondo il predetto cronoprogramma delle riforme sarà pienamente attuata nel giugno 2017, e la recentissima legge n. 166 del 2016, recante misure contro gli sprechi alimentari e la donazione di prodotti farmaceutici;
   sottolineato, poi, come la Nota richiami l'istituzione, con la legge di stabilità per il 2016, del Fondo cosiddetto «Dopo di noi», con una dotazione di 90 milioni annui, cui ha fatto seguito l'approvazione della legge n. 112 del 2016, alla quale il Governo è chiamato a dare attuazione, non essendo stato ancora emanato il decreto ministeriale, atteso alla fine di agosto del 2016, volto a disciplinare le previsioni in tema di imposte sulle successioni e donazioni, di registro, catastali e ipotecarie, mentre entro la fine di dicembre 2016 devono essere adottati ulteriori decreti, volti a definire gli obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare nonché i criteri per l'accesso alle misure a carico del predetto Fondo, in base ai quali le regioni adotteranno indirizzi di programmazione e definiranno le modalità per l'erogazione dei finanziamenti;
   considerata l'urgenza di dare un'adeguata soluzione al problema del precariato in sanità, rispetto al quale sembra opportuno intervenire tramite apposite misure da inserire nella prossima legge di bilancio;
   considerata, analogamente, l'esigenza di assicurare la continuità nell'erogazione dei servizi sociali ai cittadini, che parrebbe messa in discussione dall'imminente scadenza dei contratti a tempo determinato del personale degli enti locali, ciò che rende opportuno un intervento volto a prevedere la proroga del termine per il rinnovo dei predetti contratti;
   segnalata altresì l'esigenza di prevedere, nella prossima legge di bilancio, Pag. 134adeguate risorse per il finanziamento dei farmaci innovativi,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) si rappresenti la necessità, anche al fine di garantire la sostenibilità economico-finanziaria del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sull'aggiornamento dei LEA, che nella prossima legge di bilancio siano confermate le risorse pari a 113.063 milioni di euro per il 2017 e a 114.998 milioni di euro per il 2018, come quantificate nell'Intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-regioni l'11 febbraio 2016 in relazione al riparto delle risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale;
   b) si segnali l'esigenza per cui, al fine di dare attuazione alla legge n. 112 del 2016, sul cosiddetto «Dopo di noi», siano adottati in tempi brevi i decreti ministeriali volti, rispettivamente, a disciplinare le previsioni in tema di imposte sulle successioni e donazioni, di registro, catastali e ipotecarie, nonché a definire gli obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare e i criteri per l'accesso alle misure a carico del Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare;
   c) si raccomandi altresì la necessità di dare attuazione alla legge n. 106 del 2016, adottando i decreti legislativi ivi previsti in materia di riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale;
   d) si rappresenti l'esigenza di inserire, nella prossima legge di bilancio, misure volte a dare un'adeguata soluzione al problema del precariato in sanità e ad avviare, anche considerato l'invecchiamento del personale impiegato nel settore sanitario, il progressivo superamento del turn-over, nonché a prevedere la proroga del termine per il rinnovo dei contratti a tempo determinato del personale degli enti locali occupato nell'attività di erogazione dei servizi sociali;
   e) si segnali inoltre l'opportunità di prevedere, nella prossima legge di bilancio, adeguate risorse per il finanziamento dei farmaci innovativi.