CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 febbraio 2016
595.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disposizioni in materia di conflitti di interessi. Testo unificato C. 275 Bressa e abb.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione,
   esaminato il nuovo testo unificato delle proposte di legge C. 275 Bressa e abb., recante «Disposizioni in materia di conflitti di interessi»;
   considerato che nel testo esaminato non si ravvisano norme volte ad incidere sulle materie di competenza della Commissione Affari sociali,
   esprime:

NULLA OSTA

  all'ulteriore corso del provvedimento.

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ALLEGATO 2

5-07827 Nizzi: Iniziative per erogare secondo i termini di legge le indennità di accompagnamento.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'onorevole interrogante concernente i tempi di erogazione dell'indennità di accompagnamento con specifico riferimento ai malati oncologici.
  Come è noto, l'articolo 20 del decreto-legge n. 78 del 2009 (conv. dalla legge n. 102 del 2009), ha disciplinato il riordino e la semplificazione complessiva del procedimento di concessione delle prestazioni in favore degli invalidi civili e minorati civili.
  In questo contesto, il riconoscimento dei benefici in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità avviene con il diretto coinvolgimento dell'Inps, attraverso l'integrazione della Commissione medica delle Aziende sanitarie locali con un medico dell'Istituto. Ciò al fine di realizzare una gestione coordinata delle fasi amministrative e sanitarie della procedura, nella prospettiva di garantire maggiore trasparenza per tutti i cittadini interessati. In ogni caso all'Inps spetta il compito di accertare in via definitiva la sussistenza dei requisiti che possono dare luogo ai benefici di legge. Inoltre all'istituto è stata assegnata la funzione di verificare la permanenza dei requisiti sanitari che hanno dato luogo alla concessione dei benefici economici.
  Con specifico riferimento alla sede di Perugia, l'Inps ha reso noto di aver effettuato delle rilevazioni in merito ai tempi di lavorazione delle domande per patologia oncologica.
  Dall'analisi svolta, è emerso che dal 1o gennaio al 31 dicembre 2015:
   sono state presentate 1212 domande;
   il tempo medio intercorrente tra la data presentazione della domanda e quella di trasmissione all'Inps del verbale sanitario provvisorio redatto dalla ASL è di 19 giorni;
   in 834 casi (pari all'80,6 per cento del totale) la visita medica presso le ASL è stata effettuata entro i 15 giorni previsti dalla legge;
   il tempo medio intercorrente tra la definizione sanitaria e la chiusura della fase concessoria è di 23 giorni (di cui circa 20 per la trasmissione a mezzo raccomandata AR del verbale al cittadino e per la compilazione e la restituzione da parte di quest'ultimo della modulistica necessaria perché l'Istituto possa erogare la prestazione economica).

  Per le particolari esigenze dei malati oncologici, l'Inps ha definito una specifica programmazione dei calendari di visita presso le ASL, riservando obbligatoriamente una quota alle visite dei pazienti oncologici. Nel caso in cui si dovesse eccedere la quota riservata, l'Inps, attraverso specifiche indicazioni alle proprie sedi territoriali, garantisce la calendarizzazione in sovrannumero delle domande legate a patologie oncologiche.
  Per quanto riguarda, invece, i dati nazionali relativi al volume di pratiche e ai tempi medi di lavorazione delle domande di invalidità, presentate da soggetti affetti da patologia oncologica nel periodo 1o gennaio-31 dicembre 2015, rappresento che:
   le domande pervenute sono: 208.535;Pag. 156
   le ASL hanno trasmesso 188.478 verbali; il tempo medio intercorrente tra la data di presentazione della domanda e quella di trasmissione all'Inps del verbale sanitario provvisorio redatto dalle ASL è di 38 giorni;
   sono state liquidate dalle sedi Inps 81.922 prestazioni economiche, compresa l'indennità di accompagnamento, previste dalla legge n. 80 del 2006, con un tempo medio di liquidazione intercorrente tra la definizione sanitaria e la chiusura della fase concessoria pari a 60 giorni.

  Si precisa che il termine di 120 giorni di cui si fa menzione nel presente atto parlamentare costituisce il tempo-soglia definito dall'Inps, con Circolare n. 131 del 2009 e il suo rispetto rappresenta un obiettivo fortemente sentito e perseguito dall'Istituto, tenuto conto che i tempi di lavorazione comprendono, come noto, una prevalente fase sanitaria di competenza delle ASL.
  Quanto infine ai costi legati al contenzioso, l'Inps ha fatto presente che le spese legali ammontano in media a circa 1.000 euro per singola causa, a cui vanno aggiunti altri 250-300 euro per la consulenza tecnica d'ufficio. Nel corso del 2015 si sono conclusi 131.622 accertamenti tecnici preventivi (10.475 previdenziali e 121.147 assistenziali). Le istanze definite a favore dell'Istituto sono state 66.140 (circa il 60 per cento).
  Segnalo che la questione sollevata è all'attenzione che il Governo in quanto, già da tempo il Ministero che rappresento ha promosso la costituzione di diversi tavoli tecnici cui hanno partecipato regioni, Ministero della Salute e l'Inps al fine di affrontare i ritardi delle fasi del procedimento, spesso riconducibili a diverse modalità di dialogo fra i sistemi informativi regionali e dell'Inps, nonché, in molti casi, all'utilizzo di documentazione cartacea da parte delle ASL e di significativi numeri di arretrato.
  Voglio inoltre ricordare che, nell'ambito dei lavori previsti dall'Agenda della semplificazione 2015-2017 è prevista la riduzione dei tempi dei procedimenti per il riconoscimento dell'invalidità/disabilità che coinvolgono sia l'Inps sia le aziende sanitarie con obiettivi di miglioramento da realizzare nell'arco di tre anni. Nel corso di tali lavori, si è proceduto ad una scomposizione in fasi dell'intero procedimento così da individuare gli aspetti più problematici sui quali intervenire al fine di ridurne i tempi.
  Segnalo che in un quadro di progressivo miglioramento della tempistica, saranno resi disponibili sui siti internet istituzionali delle ASL indicatori e tempi dei procedimenti.
  Ora, fermo restando che in qualità di autorità vigilante il Ministero che rappresento ha agito e agirà nei confronti dell'Inps per migliorare le performances del sistema informativo, devo sottolineare che molte delle difficoltà operative lamentate discendono anche dalla struttura dei sistemi informativi delle ASL e delle autonomie locali, sui cui assetti organizzativi il Governo non può esercitare alcun potere di intervento, bensì una mera moral suasion, nell'ottica della leale collaborazione istituzionale.

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ALLEGATO 3

5-07825 Lenzi: Beneficiari delle misure di sostegno alle famiglie con bambini fino a tre anni previsti dalla legge di stabilità per il 2015.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'Onorevole Lenzi ed altri concernente il ossia l'assegno di sostegno alla natalità, cosiddetto bonus bebé, introdotto con la legge n. 190 del 2014 (legge di Stabilità per il 2015).
  In particolare, la predetta legge riconosce per ogni figlio nato o adottato dal 1o gennaio 2015 fino al 31 dicembre 2017 un assegno di importo annuo di 960 euro erogato mensilmente a decorrere dal mese di nascita o adozione. Tale assegno è corrisposto fino al compimento del terzo anno d'età ovvero del terzo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito dell'adozione e a condizione che il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente l'assegno sia in una condizione economica corrispondente a un valore dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), non superiore a 25.000 euro annui. Qualora il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente l'assegno sia in una condizione economica corrispondente a un valore dell'ISEE, non superiore a 7.000 euro annui, l'importo dell'assegno di cui al primo periodo del presente comma è raddoppiato.
  Il bonus bebè è corrisposto, a domanda, dall'INPS che provvede anche al monitoraggio dell'onere derivante dall'erogazione dell'assegno.
  Ciò posto, con riferimento al quesito formulato con il presente atto parlamentare, metto a disposizione degli onorevoli interroganti e dell'intera Commissione le tabelle contenenti i dati relativi alla ripartizione su base geografica delle domande accolte per ogni singola regione, distinte per limite di indicatore ISEE (inferiore ai 7.000 euro e superiore ai 7.000 euro fino al limite di 25.000 euro).
  Al riguardo, mi limito ad evidenziare che il numero complessivo delle domande presentate e accolte ad oggi è pari a 216.344, di queste 108.477 sono relative al limite ISEE fino a 7000 euro, laddove le restanti 107.867 domande sono relative al limite ISEE compreso tra 7000 e 25.000 euro.

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ALLEGATO 4

5-07826 Di Vita: Iniziative per dare concreta attuazione alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Di Vita e altri concernente l'integrazione delle persone con disabilità nell'ambito della vita familiare e sociale, si rappresenta quanto segue.
  Nel rilevare preliminarmente che gli aspetti relativi al controllo dei riprovevoli casi di maltrattamento denunciati nell'atto parlamentare rientrano nella specifica competenza delle regioni, voglio ricordare che la legge n. 18 del 2009 che ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ha contestualmente istituito l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità.
  Tale organismo ha lo scopo di contribuire all'accrescimento di conoscenze ed esperienze sulle condizioni delle persone in situazione di disabilità. Nell'ambito dei propri compiti, l'Osservatorio ha, fra l'altro, provveduto ad elaborare il primo Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, approvato nell'ottobre 2013, ed è al momento impegnato nella elaborazione del secondo programma d'azione, che sarà presentato in occasione della prossima Conferenza Nazionale in materia di disabilità nel mese di settembre.
  Nel precisare che il citato programma d'azione investe i principali aspetti legati al tema della disabilità (scuola, lavoro, salute, vita indipendente, eccetera), faccio presente che il Ministero che rappresento ha dato assoluta priorità al tema della valorizzazione di un progetto individuale a favore della persone con disabilità, nel quadro della promozione della propria vita indipendente.
  Ricordo, infatti, che nei decreti di riparto del Fondo per le non autosufficienze per gli anni 2014 e 2015, è stata riservata una quota pari a 10 milioni di euro a favore del Ministero del lavoro e delle politiche sociali con cui sono state finanziate azioni di natura sperimentale volte all'attuazione del citato Programma.
  Il Ministero che rappresento, infatti, nel quadro delle proprie competenze – tese all'attuazione delle linee di intervento contenute nel programma in parola – ha dato avvio, sin dal 2013, ad una sperimentazione ad hoc sul tema vita indipendente, pubblicando delle Linee Guida per la presentazione di proposte di adesione, da parte delle Regioni, alla sperimentazione del modello di intervento che promuova una vita indipendente e l'inclusione nella società delle persone con disabilità.
  L'obiettivo principale del Programma d'Azione è costituito dalla definizione di linee d'indirizzo nazionali per l'applicazione dell'articolo 19 della Convenzione ONU, mediante l'individuazione dei criteri guida per la concessione di contributi, per la programmazione degli interventi e servizi e per la redazione dei progetti individualizzati.
  In particolare, a dimostrazione del valore e del ruolo indispensabile che riveste la persona con disabilità, è stata data particolare attenzione, anche per il 2015, ad una progettazione personalizzata che coinvolga direttamente la persona con disabilità e ove opportuno, la sua famiglia.Pag. 160
  I progetti proposti dalle Regioni, infatti, mirano a valorizzare la motivazione della persona a partecipare a percorsi di vita indipendente, tenendo conto della sfera delle disabilità intellettive e relazionali. In tale contesto, rivestono un ruolo importante i Centri o Agenzie per la Vita Indipendente e/o figure di consulenti alla pari (o peer counseling), in sinergia con l'attività condotta dalle Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM).
  Sottolineo, inoltre, che tali progetti, che si collocano nel quadro del più generale processo di «deistituzionalizzazione», prevedono lo sviluppo di progetti di «abitare in autonomia» che coinvolgono piccoli gruppi di persone, incoraggiando sperimentazioni a favore di persone con disabilità senza il necessario supporto familiare (durante noi-dopo di noi) da accogliere in strutture di cohousing sociale o gruppi appartamento, naturalmente evitando ogni possibile ricaduta in termini di potenziale segregazione ove tali esperienze non siano pienamente integrate nel tessuto abitativo e sociale della comunità di riferimento.
  Segnalo, inoltre, che nella legge di stabilità per il 2016 sono stati stanziati 5 milioni di euro per l'anno 2016 al fine di potenziare i progetti riguardanti misure atte a rendere effettivamente indipendente la vita delle persone con disabilità grave.
  Da ultimo, con riferimento a quanto evidenziato dagli onorevoli interroganti in ordine al disegno di legge delega per la riforma del terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale, preciso che il provvedimento (AS 1870) – attualmente all'esame del Senato – prevede all'articolo 7 che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali eserciti le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo sugli enti del terzo settore, ivi comprese le imprese sociali, in collaborazione, per quanto di competenza, con gli altri Ministeri interessati e con l'Agenzia delle entrate.