CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 novembre 2014
330.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015). C. 2679-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017. C. 2680 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 14: Stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017.

EMENDAMENTI E ARTICOLI AGGIUNTIVI

ART. 13.

  Al comma 1, dopo il primo periodo, aggiungere il seguente: il contributo è aumentato di 200 euro per i figli nati o adottati che siano in ordine di nascita terzi o ultimi.

  Conseguentemente, al comma 1, secondo periodo, sopprimere le parole: o di cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno di cui all'articolo 9 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni.
2679-bis/XII/13. 5. Rondini, Caparini.

  Al comma 1, secondo periodo, sopprimere le seguenti parole: o di cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno di cui all'articolo 9 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni,.
2679-bis/XII/13. 4. Rondini, Caparini.

  Al comma 1, secondo periodo, dopo le parole: decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni, aggiungere le seguenti: e che ai sensi dell'articolo 4 bis abbiano accumulato almeno 30 punti dopo la sottoscrizione dell'accordo di integrazione.
2679-bis/XII/13. 8. Rondini, Caparini.

  Al comma 1, secondo periodo, dopo le parole: residenti in Italia inserire le seguenti parole: da almeno 10 anni.
2679-bis/XII/13. 6. Rondini, Caparini.

  Al comma 1, secondo periodo, dopo le parole: residenti in Italia inserire le seguenti parole: da almeno 5 anni.
2679-bis/XII/13. 7. Rondini, Caparini.

Pag. 265

  Al comma 1, terzo periodo, sostituire le parole: sia quinto con le seguenti parole: sia terzo.
2679-bis/XII/13. 9. Rondini, Caparini.

  Dopo il comma 1, aggiungere i seguenti:
  1-bis: Il riconoscimento dell'assegno di cui al comma 1 preclude la possibilità di poter accedere, per il medesimo soggetto nato a decorrere dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2017, ai benefici previsti dall'articolo 81, comma 29, e seguenti del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
  1-ter. I risparmi così conseguiti sono posti a finanziamento delle misure previste dall'articolo 60 del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, così come modificato dall'articolo 3 del decreto legge 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99.
2679-bis/XII/13. 2. Lenzi, Argentin, Amato, Beni, Burtone, Capone, Carnevali, Casati, D'Incecco, Fossati, Gelli, Grassi, Murer, Patriarca, Piccione, Sbrollini, Albini, Mariano, Becattini, Antezza, Iacono, Cuperlo.
(Approvato)

  Al comma 3, secondo periodo, sopprimere le parole: e il limite di reddito di cui al comma 1, secondo periodo.
2679-bis/XII/13. 3. Capone.

  Dopo il comma 4 aggiungere i seguenti:
  4-bis. In via sperimentale per l'anno 2015, la misura degli assegni familiari da corrispondersi al lavoratore cittadino italiano o comunitario, di cui all'articolo 33 del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1955, n. 797, e successive integrazioni e modificazioni, è aumentata dal 10 per cento in presenza di tre o più figli.

  Conseguentemente all'articolo 17, comma 13, sostituire le parole: di 187,5 milioni con le seguenti: di 87,5 milioni.
2679-bis/XII/13. 10. Rondini, Caparini.

  Al comma 6, primo periodo, dopo le parole in favore della famiglia inserire le seguenti: di cui una quota pari a 100 milioni di euro è riservata per il rilancio del piano di sviluppo del sistema territoriale dei servizi e socio-educativi per la prima infanzia, finalizzato al raggiungimento di determinati obiettivi di servizio, nelle more della definizione dei livelli essenziali delle relative prestazioni.

  Conseguentemente:
   al secondo periodo dopo le parole:
Ministero del lavoro e delle politiche sociali inserire le seguenti: d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni.
   all'articolo 17, comma 7, sopprimere il secondo periodo.
2679-bis/XII/13. 1. Lenzi, Argentin, Amato, Beni, Burtone, Capone, Carnevali, Casati, D'Incecco, Fossati, Gelli, Grassi, Murer, Patriarca, Piccione, Sbrollini, Albini, Mariano, Becattini, Antezza, Iacono, Cuperlo.

  Al comma 6, primo periodo, dopo le parole: in favore della famiglia inserire le seguenti: di cui una quota pari a 100 milioni di euro è riservata per il rilancio del piano di sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, di cui all'articolo 1, comma 1259, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, finalizzato al raggiungimento di determinati obiettivi di servizio, nelle more della definizione dei livelli essenziali delle relative prestazioni.

Pag. 266

  Conseguentemente:
   al secondo periodo, dopo le parole:
Ministero del lavoro e delle politiche sociali inserire le seguenti: d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni;
   all'articolo 17, comma 7, sopprimere il secondo periodo.
2679-bis/XII/13. 1. (nuova formulazione) Lenzi, Argentin, Amato, Beni, Burtone, Capone, Carnevali, Casati, D'Incecco, Fossati, Gelli, Grassi, Murer, Patriarca, Piccione, Sbrollini, Albini, Mariano, Becattini, Antezza, Iacono, Cuperlo.
(Approvato)

ART. 14.

  Sostituire il primo periodo con il seguente: Nell'ambito delle risorse destinate al finanziamento del Servizio sanitario nazionale (SSN) ai sensi dell'articolo 39, comma 2, a decorrere dall'anno 2015, sono annualmente destinati 50 milioni di euro alla cura delle patologie connesse alla dipendenza da gioco d'azzardo.

  Conseguentemente all'articolo 17, comma 13, sostituire le parole: 187,5 milioni con le seguenti: 137,5 milioni.
2679-bis/XII/14. 2. Rondini, Caparini.

  Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole alla cura con le seguenti: alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione.

  Conseguentemente dopo il comma 1, aggiungere i seguenti:
  1-bis. Sono considerati affetti da gioco d'azzardo patologico, in conformità a quanto definito dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), i soggetti che presentano sintomi clinicamente rilevanti legati alla perdita di controllo sul proprio comportamento di gioco, con evidente coazione a ripetere e con condotte compulsive tali da arrecare deterioramento alla loro personalità, assimilabile ad altre dipendenze.
  1-ter. I servizi preposti alle attività di prevenzione della patologia da gioco d'azzardo patologico (GAP) e di cura e riabilitazione dei soggetti che ne sono affetti sono individuati nei servizi per le dipendenze istituiti dalle Regioni nell'ambito dei rispettivi sistemi sanitari regionali. Il Ministero della salute con decreto di natura regolamentare, previa intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, adotta un Piano nazionale per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da GAP.
  1-quater. Al fine di fornire il sostegno e l'aiuto alle famiglie dei soggetti affetti da GAP, nell'ambito del sito istituzionale del Ministero della salute, è dedicata una specifica sezione per fornire indicazioni sul trattamento della patologia, sulle strutture a cui rivolgersi nella zona di residenza e sulle reti di servizi pubblici e progetti previsti dai piani di zona di cui alla legge 8 novembre 200, n. 328.
  1-quinquies. Con decreto del Ministero della salute, da emanare entro tre mesi dalla entrata in vigore della presente legge, è istituito, presso il Ministero della salute, l'Osservatorio nazionale sulla dipendenza da gioco d'azzardo patologico, di seguito denominato «Osservatorio». L'Osservatorio è presieduto dal Ministro della salute o da un suo delegato e svolge le sue attività in collaborazione con le Regioni, anche ove istituiti attraverso gli osservatori regionali sulle dipendenze. L'Osservatorio effettua il monitoraggio della dipendenza da gioco d'azzardo patologico, con particolare riferimento ai costi sociali, economici e psicologici ad essa associati, nonché ai relativi fattori di rischio, in relazione alla salute dei giocatori e all'indebitamento delle famiglie, trasmettendo al Ministro della salute un rapporto annuale sull'attività svolta.
  1-sexies. L'Osservatorio di cui al comma 1-quinquies è composto da:
   a) cinque esperti designati, rispettivamente, due dal Ministero della salute, Pag. 267uno dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, uno dal Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, e uno dal Ministero dell'economia e delle finanze;
   b) tre componenti designati dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome, scelti tra gli operatori dei servizi delle dipendenze patologiche;
   c) tre componenti designati dall'Associazione nazionale dei comuni italiani;
   d) tre componenti individuati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali tra le associazioni di volontariato a carattere nazionale rappresentative delle famiglie e dei giovani;
   e) tre componenti individuati dal Ministero della salute tra le associazioni del terzo settore aventi carattere nazionale che svolgono attività di prevenzione della patologia da GAP e di cura e riabilitazione dei soggetti che ne sono affetti;
   f) tre esperti nella cura delle dipendenze designati dal Ministro della salute.

  1-septies. Ai componenti dell'Osservatorio non spettano compensi, gettoni, emolumenti o indennità comunque definiti né rimborsi spese. Al funzionamento dell'Osservatorio si provvede nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  1-octies. A decorrere dalla costituzione dell'Osservatorio di cui al presente articolo, cessa l'attività dell'Osservatorio istituito ai sensi dell'articolo 7, comma 10, ultimo periodo, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni dalla legge 8 novembre 2012, n. 189.
  1-nonies. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, d'intesa con il Ministero della salute, su proposta dell'Osservatorio, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, predispone campagne di informazione e promuove progetti di educazione sui fattori di rischio connessi al gioco d'azzardo nelle scuole di ogni ordine e grado.
2679-bis/XII/14. 1. Beni, Lenzi, Argentin, Amato, Burtone, Capone, Carnevali, Casati, D'Incecco, Fossati, Gelli, Grassi, Murer, Patriarca, Piccione, Sbrollini, Mariano, Becattini, Antezza, Cuperlo, Iacono.
(Approvato)

  All'articolo 14, sostituire la rubrica con la seguente: Contrasto al gioco d'azzardo patologico.
2679-bis/XII/14. 3. Il Relatore.
(Approvato)

ART. 17.

  Sopprimere i commi 5, 6 e 13.

  Conseguentemente, al comma 8, sostituire le parole: 250 milioni con le seguenti: 787,5 milioni.
2679-bis/XII/17. 9. Rondini, Caparini.

  Al comma 7, primo periodo, sostituire le parole: 300 milioni con le seguenti: 400 milioni.

  Conseguentemente, all'articolo 45, comma 2, aggiungere infine le seguenti parole:, ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C ad eccezione di quelle relative al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Ministero della salute e al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 100 milioni per l'anno 2015.
2679-bis/XII/17. 1. Gelli, Lenzi, Argentin, Amato, Beni, Burtone, Capone, Carnevali, Casati, D'Incecco, Fossati, Grassi, Murer, Patriarca, Piccione, Sbrollini, Albini, Mariano, Becattini, Antezza, Cuperlo, Iacono.
(Approvato)

Pag. 268

  Al comma 7, secondo periodo, sopprimere le seguenti parole:, nella dotazione di cui al cui al comma 9.
2679-bis/XII/17. 11. Il Relatore.
(Approvato)

  Dopo il comma 7, inserire i seguenti:
  7-bis. Per la realizzazione di un piano straordinario di intervento per la presa in carico dei genitori separati che a causa della loro condizione vivono in situazioni di disagio sociale è istituito un fondo denominato «misure di sostegno ai genitori separati», la cui dotazione per l'anno 2015 è pari a 100 milioni di euro.
  7-ter. Fatte salve le competenze delle regioni, delle province autonome di Trento e di Bolzano e degli enti locali, nelle more dell'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, il Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, promuove, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, una intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, avente ad oggetto il riparto di una somma di 100 milioni di euro per l'anno 2014, 2015, 2016. Nell'intesa sono stabiliti, sulla base dei princìpi fondamentali contenuti nella legislazione statale, i livelli essenziali delle prestazioni e i criteri e le modalità sulla cui base le regioni attuano un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi sociali finalizzati alla presa in carico dei genitori separati che a causa della loro condizione vivono in situazioni di disagio sociale.
  7-quater. Il piano straordinario di cui al comma 7-ter deve prevedere interventi finalizzati al sostegno economico, al sostegno abitativo, a facilitare l'accesso al credito per i genitori separati in condizioni di disagio sociale anche con misure mirate a potenziare su tutto il territorio nazionale la rete dei Centri di Assistenza e Centri Mediazione Familiari.

  Conseguentemente, al comma 13, sostituire le parole: 187,5 milioni con le seguenti: 87,5 milioni.
2679-bis/XII/17. 6. Rondini, Caparini.

  Dopo il comma 7, inserire i seguenti:
  7-bis. Per la realizzazione di un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio educativi presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è istituito un fondo denominato «potenziamento offerta dei servizi socio educativi», la cui dotazione per l'anno 2015 è pari a 100 milioni di euro.
  7-ter. Fatte salve le competenze delle regioni, delle province autonome di Trento e di Bolzano e degli enti locali, nelle more dell'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'interno promuove, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, una intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, avente ad oggetto il riparto di una somma di 100 milioni di euro per l'anno 2015. Nell'intesa sono stabiliti, sulla base dei princìpi fondamentali contenuti nella legislazione statale, i livelli essenziali delle prestazioni e i criteri e le modalità sulla cui base le regioni attuano un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi.
  7-quater. Nell'obiettivo comune della copertura territoriale del 33 per cento fissato dal Consiglio europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000 e di attenuare gli squilibri esistenti tra le diverse aree del Paese, il piano di cui al comma 7-ter è incentrato sulla ristrutturazione degli immobili comunali in disuso al fine di concederne in convenzione l'utilizzo a titolo gratuito agli operatori privati del settore che si impegnano:
   a) a mantenere i costi per l'accesso dei bambini alle strutture nel rispetto Pag. 269della media delle rette applicate dai nidi pubblici e privati presenti nella zona territoriale;
   b) ad assumere prioritariamente personale dalle liste dei lavoratori socialmente utili, aventi profili e competenze coerenti con le mansioni richieste.

  Conseguentemente, al comma 13, sostituire le parole: 187,5 milioni con le seguenti: 87,5 milioni.
2679-bis/XII/17. 7. Rondini, Caparini.

  Dopo il comma 7, inserire i seguenti:
  7-bis. Per la realizzazione di un piano straordinario per interventi mirati alla presa in carico delle persone disabili e delle loro famiglie è istituito, presso il Ministero della salute, un fondo denominato «Dopo di noi», la cui dotazione per l'anno 2015 è pari a 100 milioni di euro.
  7-ter. In via sperimentale per l'anno 2015, fatte salve le competenze delle regioni, delle province autonome di Trento e di Bolzano e degli enti locali, nelle more dell'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali promuove, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, un'intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, avente ad oggetto il riparto di una somma di 100 milioni di euro per l'anno 2015. Nell'intesa sono stabiliti, sulla base dei princìpi fondamentali contenuti nella legislazione statale, i livelli essenziali delle prestazioni e i criteri e le modalità sulla cui base le regioni attuano un piano straordinario di intervento per l'adozione di progetti individualizzati diretti a migliorare la qualità della vita e l'assistenza delle persone in condizione di gravità cui all'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, che restano prive di un adeguato sostegno familiare.

  Conseguentemente, al comma 13, sostituire le parole: 187,5 milioni con le seguenti: 87,5 milioni.
2679-bis/XII/17. 8. Rondini, Caparini.

  Al comma 8, sostituire le parole: 250 milioni con le seguenti: 400 milioni.

  Conseguentemente, all'articolo 45, comma 2, aggiungere in fine le seguenti parole:, ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C ad eccezione di quelle relative al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Ministero della salute e al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 150 milioni per l'anno 2015.
2679-bis/XII/17. 2. Argentin, Lenzi, Gelli, Amato, Beni, Burtone, Capone, Carnevali, Casati, D'Incecco, Fossati, Grassi, Murer, Patriarca, Piccione, Sbrollini, Albini, Mariano, Becattini Antezza, Cuperlo, Iacono.
(Approvato)

  Al comma 8, sostituire le parole: 250 milioni di euro annui a decorrere dal 2015, con le parole: 350 milioni di euro annui a decorrere dal 2015. Il Fondo è altresì incrementato di 150 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015, da destinare esclusivamente, in aggiunta alle risorse previste dal medesimo Fondo come incrementato dal presente comma, in favore degli interventi di assistenza domiciliare per le persone affette da disabilità gravi e gravissime, ivi incluse quelle affette da sclerosi laterale amiotrofica.

  Conseguentemente, all'articolo 44, dopo il comma 27, aggiungere i seguenti:
  27-bis. Al comma 5-bis dell'articolo 96 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica Pag. 27022 dicembre 1986, n. 917, le parole: «nei limiti del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nei limiti del 95 per cento».
  27-ter. Al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) all'articolo 6:
    1) al comma 8, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 94,5 per cento»;
    2) al comma 9, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 94,5 per cento»;
   b) all'articolo 7, comma 2, le parole: «nella misura del 96 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «nella misura del 94,5 per cento».
2679-bis/XII/17. 10. Nicchi, Marcon, Matarrelli, Melilla, Duranti, Scotto.

  Dopo il comma 10, inserire il seguente:
  10-bis. Il comma 18 dell'articolo 4 della legge 12 novembre 2011, n. 183, è abrogato.
2679-bis/XII/17. 3. Burtone, Sbrollini, D'Incecco.

  Dopo il comma 17, inserire il seguente:
  17-bis. Ai soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di somministrazione di medicinali emoderivati di cui alla legge 25 febbraio 1992, n. 210, e successive modificazioni e integrazioni, che hanno beneficiato dell'equa riparazione prevista dall'articolo 27-bis della legge n. 114 dell'11 agosto 2014, è riconosciuto, in relazione alla categoria già loro assegnata dalla competente commissione medico-ospedaliera, di cui all'articolo 165 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092, un ulteriore indennizzo, maggiorato dell'indennità integrativa speciale, con la rivalutazione dovuta, consistente in un assegno mensile a vita, reversibile in caso di decesso, di importo pari a due volte la somma che il beneficiario percepisce ex lege n. 210 del 1992. Ai familiari dei soggetti deceduti è riconosciuto un ulteriore assegno una tantum, oltre a quello già previsto dalla legge n. 210 del 1992 ed eventualmente già percepito, pari a 150.000 euro, da corrispondere in cinque rate annuali di 30.000 euro ciascuna. I soggetti aventi diritto sono quelli già indicati nella legge n. 210 del 1992 e successive integrazioni e modificazioni.
2679-bis/XII/17. 5. Amato, D'Incecco, Lenzi, Burtone, Carnevali.

ART. 26.

  Sopprimere il comma 2.

  Conseguentemente:
   al comma 6, sopprimere la parola:
2;
   al comma 9, sopprimere le parole: tenuto anche conto della previsione di cui al comma 2;
   all'articolo 45, comma 2, aggiungere in fine le seguenti parole:, ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C ad eccezione di quelle relative al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Ministero della salute e al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 16 milioni a decorrere dall'anno 2015.
2679-bis/XII/26. 1. Fossati, D'Incecco.
(Approvato)

  Sopprimere il comma 2.

  Conseguentemente, all'articolo 17, comma 13, sostituire le parole: 187,5 milioni con le seguenti: 177 milioni.
2679-bis/XII/26. 2. Rondini, Caparini.

Pag. 271

  Sopprimere il comma 12.
2679-bis/XII/26. 3. Rondini, Caparini.

ART. 39.

  Al comma 2, sostituire le seguenti parole: in 112.062.000.000 euro per l'anno 2015 e in 115.444.000.000 euro per l'anno 2016 con le seguenti: in 112.249.500.000 euro per l'anno 2015 e in 115.631.500.000 euro per l'anno 2016.

  Conseguentemente all'articolo 17, sopprimere il comma 13.
2679-bis/XII/39. 1. Rondini, Caparini.

  Al comma 5, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
   d) nell'ultimo periodo le parole: «Piano sanitario nazionale» sono sostituite dalle seguenti: «comma 34».
2679-bis/XII/39. 8. Il Relatore.
(Approvato)

  Dopo il comma 12 aggiungere il seguente:
  12-bis. Al comma 2 dell'articolo 54 del d.lgs. n. 150 del 2009 apportare le seguenti modifiche:
   a) le parole: «quattro comparti» sono sostituite da: «cinque comparti»;
   b) le parole: «quattro aree separate» sono sostituite dalle parole: «cinque aree separate»;
   c) le parole: «cui corrispondono» sono sostitute dalla parole: «e».
   d) le parole: «una apposita sezione contrattuale di» sono abrogate.
2679-bis/XII/39. 3. Gelli, Amato, Casati, Lenzi, Carnevali.

  Al comma 28, capoverso 4-ter, dopo le parole: alle lettere b) inserire la seguente: c).
2679-bis/XII/39. 4. Boccuzzi.
(Approvato)

  Al comma 33, lettera b), dopo le parole: categorie omogenee inserire le seguenti: garantendo più tipologie per quei presidi utilizzati per la terapia domiciliare delle patologie croniche adattabili ai diversi tipi di pazienti.
2679-bis/XII/39. 5. Amato, Lenzi, Burtone, Carnevali, D'Incecco.
(Approvato)

  Al comma 33, lettera b), aggiungere infine il seguente periodo:, fatti salvi i dispositivi di uso diretto dei pazienti diabetici, per i quali, entro il 31 marzo 2015, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, e sentiti i rappresentanti dei pazienti e degli specialisti, il Ministero della Salute adotta un nomenclatore recante l'identificazione e la definizione di tali presidi secondo il livello tecnologico, rispetto ai quali l'Autorità Nazionale Anticorruzione, su indicazione di Agenas, individua i prezzi massimi di rimborso applicabili su tutto il territorio nazionale. Al fine di garantire personalizzazione, appropriatezza terapeutica e qualità, l'acquisizione regionale avviene mediante Accordo quadro, recante l'indicazione dei dispositivi e dei prezzi individuati ai sensi del precedente periodo, con una riduzione del valore dei prezzi non superiore al 10 per cento, senza un nuovo confronto competitivo.
2679-bis/XII/39. 6. Becattini, Burtone, Carnevali.

  Al comma 33, lettera b), aggiungere infine il seguente periodo:, fatti salvi i dispositivi di uso diretto dei pazienti con patologie croniche, per i quali, entro il 31 Pag. 272marzo 2015, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, e sentiti i rappresentanti dei pazienti e degli specialisti, il Ministero della Salute adotta un nomenclatore recante l'identificazione e la definizione di tali presidi secondo il livello tecnologico, rispetto ai quali l'Autorità Nazionale Anticorruzione, su indicazione di Agenas, individua i prezzi massimi di rimborso applicabili su tutto il territorio nazionale. Al fine di garantire personalizzazione, appropriatezza terapeutica e qualità, l'acquisizione regionale avviene mediante Accordo quadro, recante l'indicazione dei dispositivi e dei prezzi individuati ai sensi del precedente periodo, con una riduzione del valore dei prezzi non superiore al 10 per cento, senza un nuovo confronto competitivo.
2679-bis/XII/39. 6. (nuova formulazione) Becattini, Burtone, Carnevali.
(Approvato)

  Dopo il comma 34 inserire il seguente:
  34-bis: Al fine di assicurare maggiori entrate pari a 8 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017, le tariffe a carico delle aziende titolari per il rilascio dei provvedimenti di rinnovo dell'autorizzazione all'immissione in commercio dei medicinali omeopatici di cui all'articolo 20 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219 ammontano ad euro 800 per i medicinali unitari, indipendentemente dalle diluizioni e dalla forma farmaceutica, e ad euro 1.200 per i medicinali complessi, indipendentemente dal numero dei componenti e dalla forma farmaceutica. Entro il 31 marzo 2015, l'Agenzia Italiana del Farmaco adotta le linee guida per la presentazione della documentazione finalizzata al rinnovo dei medicinali di cui al precedente periodo secondo modalità semplificate, tenuto conto che la documentazione di cui ai moduli 4 e 5 della Parte I dell'Allegato I al decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219 è presentata in forma autocertificativa. Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle suddette linee guida e fino al 31 dicembre 2017, le aziende titolari provvedono ad espletare gli adempimenti istruttori ivi individuati. Conseguentemente, il termine di cui all'articolo 6, comma 8-undecies del decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2007, n. 17, è prorogato al 31 dicembre 2017.
2679-bis/XII/39. 7. Sbrollini, Lenzi, Amato, Antezza, D'Incecco.
(Approvato)

  Dopo l'articolo 39 aggiungere il seguente:

Art. 39-bis.

  1. Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge tutti i titolari degli esercizi di vicinato di cui all'articolo 4, comma 1, lettera d) del decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 114, che effettuano attività di vendita al pubblico di farmaci di automedicazione e da banco ai sensi dell'articolo 5 della Legge 4 agosto 2006, n. 248, condotti in forma societaria o in forma individuale, purché laureati in Farmacia/CTF, abilitati alla professione di farmacista ed iscritti al relativo albo professionale provinciale, che intendono porre in vendita i farmaci di cui all'articolo 8, comma 10, lettere b) e c), della legge 24 dicembre 1993, n. 537, e successive modificazioni, devono darne comunicazione al Ministero della salute, all'Agenzia italiana del Farmaco, al Sindaco, alla regione, all'Azienda Sanitaria Locale e alla Federazione degli Ordini dei Farmacisti.
  2. Dall'attuazione della presente disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
2679-bis/XII/39. 01. Morani.

Pag. 273

ART. 40.

  Dopo il comma 40 aggiungere il seguente:
  40-bis. All'articolo 15, comma 1, lett. c), della legge 22 dicembre 1986, n. 917, dopo le parole: «per protesi dentarie e sanitarie in genere» aggiungere le seguenti: «e dalle spese sostenute per l'acquisto di alimenti a fini medici speciali, inseriti nella sezione A1 del Registro Nazionale di cui all'articolo 7 del DM 8 giugno 2001, con l'esclusione di quelli destinati ai lattanti».

  Conseguentemente, all'articolo 45, comma 2, aggiungere in fine le seguenti parole:, ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C ad eccezione di quelle relative al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Ministero della salute e al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 2,15 milioni per l'anno 2015, 2,2 milioni di euro per l'anno 2016 e 2,25 milioni di euro per l'anno 2017.
2679-bis/XII/40. 1. D'Incecco, Burtone, Carnevali.
(Approvato)

TAB. A.

  Alla tabella A, voce Ministero dell'economia e delle finanze, apportare le seguenti variazioni:
   2015: – 12.000;
   2016: – 12.000;
   2017: – 12.000.

  Conseguentemente, alla tabella C, missione: Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, programma: Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, promozione e programmazione politiche sociali; monitoraggio e valutazione interventi, voce: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, legge finanziaria n. 296 del 2006: disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello stato (legge finanziaria 2007) – articolo 1 comma 1258: Fondo nazionale infanzia e adolescenza (4.5 – cap. 3527), apportare le seguenti variazioni:
  2015:
   CP: + 12.000;
   CS: + 12.000.
  2016:
   CP: + 12.000;
   CS: + 12.000.
  2017:
   CP: + 12.000;
   CS: + 12.000.
2679-bis/XII/Tab. A. 1. Beni, Lenzi, Argentin, Amato, Burtone, Capone, Carnevali, Casati, D'Incecco, Fossati, Gelli, Grassi, Murer, Patriarca, Piccione, Sbrollini, Albini, Mariano, Becattini, Zampa, Antezza.
(Approvato)

  Alla tabella A, voce Ministero dell'economia e delle finanze, apportare le seguenti variazioni:
   2015: – 20.000;
   2016: – 20.000;
   2017: – 20.000.

  Conseguentemente alla tabella C, missione 17 Ricerca e innovazione, programma 17.20 «Ricerca per il settore della sanità pubblica», voce Ministero della salute, D.Lgs n. 502 del 1992 articolo 12 «fondo da destinare ad attività di ricerca Pag. 274e sperimentazione» 2.1 cap 3392 apportare le seguenti variazioni:
  2015:
   CP: + 20.000;
   CS: + 20.000.
  2016:
   CP: + 20.000;
   CS: + 20.000.
  2017:
   CP: + 20.000;
   CS: + 20.000.
2679-bis/XII/Tab. A. 2. Gelli, Amato, D'Incecco, Lenzi, Burtone, Carnevali.
(Approvato)

Pag. 275

ALLEGATO 2

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015). C. 2679-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017. C. 2680 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (limitatamente alle parti di competenza).

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione (Affari sociali),
   esaminata la Tabella n. 2 (Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze) del disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (C. 2680 Governo), limitatamente alle parti di competenza e connesse parti del disegno di legge di stabilità 2015 (C. 2679-bis Governo),

  delibera di

RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

Pag. 276

ALLEGATO 3

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015). C. 2679-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017. C. 2680 Governo.

Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (limitatamente alle parti di competenza).

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione (Affari sociali),
   esaminata la Tabella n. 4 (Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali) del disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (C. 2680 Governo), limitatamente alle parti di competenza e connesse parti del disegno di legge di stabilità 2015 (C. 2679-bis Governo);
   rilevata l'opportunità di finanziare il rilancio del piano straordinario per lo sviluppo del sistema territoriale per i servizi socio-educativi per la prima infanzia con le risorse del Fondo da destinare in favore della famiglia, di cui al comma 6 dell'articolo 13, anziché con lo stanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali;
   rilevata altresì l'opportunità di aumentare lo stanziamento del Fondo per le non autosufficienze, di cui al comma 8 dell'articolo 17;
   raccomandata, pertanto, l'approvazione da parte della V Commissione degli emendamenti approvati dalla XII Commissione e allegati alla presente relazione,

  delibera di

RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.

Pag. 277

ALLEGATO 4

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015). C. 2679-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017. C. 2680 Governo.

Tabella n. 14: Stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017.

RELAZIONE APPROVATA DALLA XII COMMISSIONE

  La XII Commissione (Affari sociali),
   esaminata la Tabella n. 14 (Stato di previsione del Ministero della salute) del disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (C. 2680 Governo) e connesse parti del disegno di legge di stabilità 2015 (C. 2679-bis Governo);
   evidenziate le possibili criticità derivanti dall'impatto che sui servizi sanitari e sociali potranno avere gli annunciati tagli previsti dall'articolo 35 del disegno di legge di stabilità a regioni e comuni;
   rilevato altresì che i tagli conseguenti alla spending review applicata ai Ministeri potrebbero comportare riduzioni elevatissime ai fondi per la ricerca;
   auspicato che la prossima revisione del prontuario farmaceutico nazionale di cui all'articolo 30, comma 31, rappresenti l'occasione per estendere il medesimo anche ai farmaci innovativi, con particolare riferimento ai farmaci per la cura dell'epatite C;
   raccomandata, infine, l'approvazione da parte della V Commissione degli emendamenti approvati dalla XII Commissione e allegati alla presente relazione,

  delibera di

RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.

Pag. 278

ALLEGATO 5

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015). C. 2679-bis Governo.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI RELAZIONE PRESENTATA DAI DEPUTATI NICCHI E MATARRELLI

  La XII Commissione (Affari sociali)
   esaminato il disegno di legge di stabilità 2015 (C 2679-bis),

  premesso che:
   la legge di stabilità rappresenta un momento fondamentale del disegno di politica economica che ogni Governo deve realizzare;
   dopo le richieste di chiarimento da parte della Commissione UE il Governo ha ulteriormente accentuato il carattere recessivo della manovra di finanza pubblica accettando nei fatti una correzione del deficit di circa lo 0,4 per cento (0,38 per cento = 1,6 miliardi (0,1 per cento) + 4,5 miliardi (0,28 per cento) di cui alla lettera di risposta del Ministro Padoan alla Commissione);
   la manovra contiene l'ulteriore rinvio del pareggio di bilancio al 2017 e l'indicazione di un obiettivo per il deficit attorno al 3 per cento per il 2014 e di circa il 2,5 per cento per il 2015 (dopo le correzioni richieste dalla Commissione UE). La volontà espressa di perseguire una politica di bilancio leggermente meno restrittiva risulterebbe di per sé un elemento positivo, ma ciò che preoccupa fortemente è l'assoluta mancanza di una definizione strategica organica e coerente di rilancio dell'economia italiana, dalle politiche industriali alle politiche del lavoro, al sostegno alla domanda;
   l'Europa ha risposto alla crescente instabilità dei mercati finanziari imboccando la strada dell'austerità. Non può sfuggire il fallimento dell'approccio degli ultimi anni che a partire dalla primavera 2010 ha visto il varo di programmi di riequilibrio dei conti pubblici pesantissimi, simultanei e concentrati in un lasso di tempo relativamente breve. Il riequilibrio dei conti pubblici è avvenuto al prezzo di pesanti ricadute economiche e sociali (catastrofiche, nel caso greco). La finanza speculativa e i settori più ricchi della popolazione ne sono usciti rafforzati a spese dei ceti popolari;
   il 2014 non è stato l'anno della ripresa, come le previsioni stimavano, ma il terzo di recessione per l'economia italiana. Il PIL italiano è sceso di più del 9 per cento rispetto al livello del 2008. Il nostro Paese corre un serio rischio di deflazione e di arrivare ad un quarto anno di recessione. Con questo prolungamento, l'esperienza della crisi per il nostro Paese si conferma peggiore di quella degli anni trenta. Un confronto storico sfavorevole che è condiviso con molte altre economie europee. Oggi come allora, la recessione ha una sola causa: la caduta della domanda aggregata. Su questa avrebbero dovuto intervenire le misure per la ripresa a livello europeo. Al contrario, la politica economica adottata ha sospinto i paesi in una pericolosa trappola di stagnazione e deflazione. Occorre che si cambi lo schema in modo radicale, con l'impostazione di politiche monetarie e fiscali espansive coordinate tra le economie europee; Pag. 279
   ma le politiche dei singoli Paesi dell'UE, vincolati dai parametri statistici e dalle procedure del Fiscal Compact, appaino come ingessate;
   le misure fin qui adottate dal 2011 ad oggi dai diversi Governi italiani hanno peggiorato notevolmente le finanze pubbliche del nostro Paese, portando la nostra economia alla recessione, deprimendo i consumi delle famiglie e aumentando notevolmente la disoccupazione, in particolare quella dei giovani. Politiche analoghe sono state imposte in quasi tutti i Paesi della UE;
   le conseguenze di questa politica sono sotto gli occhi di tutti: oggi, quasi 27 milioni di persone sono disoccupate nell'Unione Europea. La disoccupazione nell'eurozona è salita dal 7,8 per cento del 2008 al 12,1 per cento del novembre 2013. In Grecia, dal 7,7 per cento al 24,4 per cento e in Spagna dal 11,3 per cento al 26,7 per cento nello stesso periodo. In Europa, i disoccupati con meno di 25 anni sono 4,5 milioni. Nella sola Italia, la disoccupazione giovanile, secondo i recenti dati Istat ha toccato il 44,2 per cento ed i disoccupati sono 6 milioni;
   in Italia nonostante si siano già succeduti tre differenti governi la linea seguita è sempre la stessa: quella impostaci dalla BCE. L'attuale Governo sta per altro cercando di accelerare l'attuazione delle indicazioni contenute nella lettera dell'agosto 2011 della stessa BCE, per il momento solo parzialmente realizzate. Anche se i dati confermano il non funzionamento di quelle politiche imposte dalla UE la nota di aggiornamento del DEF, esso persegue testardamente nell'applicazione di quelle stesse indicazioni;
   lo slittamento al 2017 del pareggio di bilancio non rappresenta una vera sfida alla Commissione europea come lo è la decisione francese di mantenere il deficit sopra il 4 per cento per i prossimi anni;
   la Francia ha infatti dichiarato che non rientrerà nei limiti del deficit del 3 per cento fino al 2017, l'Italia è vicina a sforarlo anche se continua ad affermare che lo rispetterà. La Banca centrale europea è da tempo ben sotto all'obiettivo dell'inflazione al 2 per cento a cui è vincolata dal suo mandato. La Germania è in surplus commerciale eccessivo. Tutte le parti coinvolte sono in evidente difetto rispetto alle regole che si sono collettivamente e consensualmente date. Per una ragione o per l'altra, tutti, alla fine, hanno infranto qualche regola;
   un sistema in cui nessuno riesce a rispettare le regole va ripensato. Le misure da attuare subito per rilanciare la domanda, al livello dell'Unione, sono chiare e se non ci fossero vincoli politici e gli interessi dei centri finanziari da salvaguardare, si andrebbe dritti per quella strada. C’è un largo consenso tra gli studiosi sul fatto che quando un'economia è in pericolo di deflazione e appesantita dal debito bisogna attuare politiche di bilancio espansive (attraverso un taglio delle tasse o tramite un aumento della spesa) finanziate dalla Banca centrale;
   il Trattato di funzionamento della UE (TFUE) all'articolo 126 definisce eccessivo il disavanzo pubblico se il rapporto tra indebitamento e PIL supera il 3 per cento (oltre che se il rapporto debito/PIL supera il 60 per cento). Se tale limite viene superato la sanzione più significativa che l'UE potrebbe comminare al nostro Paese è quella di imporci un deposito infruttifero presso la BCE costituito in due parti. Una fissa dello 0,2 per cento del PIL, e una variabile, pari allo 0,1 per cento del PIL per ogni punto (o frazione di punto) di sfondamento del 3 per cento. Se il deficit è pari al 4 per cento l'Italia dovrà pagare meno di 5 miliardi, rispetto ai 45 miliardi che il 4 per cento di deficit nel triennio 2015-2017 ci renderebbe disponibili;
   il rispetto rigoroso delle regole e del sottostare ai parametri imposti dai trattati deve essere un comportamento seguito da tutti i partners europei, non sono ammesse eccezioni se non unanimemente concordate. Stando a questo principio elementare non si comprende come la Germania Pag. 280possa derogare ampiamente dal rispetto del parametro del surplus commerciale mentre da «bravo scolaretto» il Governo italiano sottolinea in ogni occasione il rispetto del limite del 3 per cento nel rapporto debito/Pil da parte dell'Italia;
   per avviare a soluzione una crisi economico finanziaria dai disastrosi effetti sociali che dura ormai da più di otto anni, un periodo talmente lungo che il sistema capitalistico non ha mai affrontato prima, è necessario adottare misure shock sul piano economico che mal si conciliano con un misero allentamento della stretta di bilancio e il solo slittamento al 2017 del pareggio di bilancio. Ben altre sarebbero le soluzioni che però trovano ostacoli insormontabili nelle troppo rigide regole europee non più al passo con la situazione profondamente cambiata e che richiederebbe una forte e reale flessibilità temporanea concordata, almeno sul rispetto del rapporto deficit/Pil, per un reale rilancio economico e produttivo salvaguardando nel contempo l'occupazione e i diritti fondamentali del lavoro;
   si sarebbero dovuto predisporre una manovra per triennio 2015-2017 – seguendo l'esempio francese – che prevedesse un congruo indebitamento a sostegno di una seria e condivisa programmazione di politiche di sviluppo sostenibile e per il lavoro, attraverso il superamento di un punto percentuale del limite del 3 per cento nel rapporto deficit/Pil;
   si sarebbe dovuto destinare le risorse che ne risulterebbero, pari a circa 45 miliardi nel triennio considerato, insieme ad altre risorse nazionali, ad un Piano nazionale per il lavoro che prevedesse misure per creare da subito centinaia di migliaia di posti di lavoro. Lo Stato deve diventare datore di lavoro di ultima istanza attraverso la messa in opera di un Programma Nazionale sperimentale triennale di interventi pubblici, un Green New Deal italiano. L'asse di un Piano per il lavoro, deve consistere innanzitutto nel favorire la ricerca, l'innovazione e la formazione, nella messa in sicurezza del nostro territorio e degli edifici scolastici, la cura e la valorizzazione del paesaggio e dei beni culturali, il rilancio di un'agricoltura multifunzionale, la riqualificazione delle città, l'efficienza energetica degli immobili, la riforma e il rinnovamento della PA e del welfare, l'innovazione e la sostenibilità delle reti (trasporti, energia, digitalizzazione del Paese,...);
   la manovra avrebbe dovuto prevedere, nell'ambito della politica industriale nazionale, modalità per un intervento pubblico al fine di salvaguardare gli asset strategici, stimolare le innovazioni e la ricerca, facilitare la riconversione ecologica dell'apparato produttivo, garantire i livelli occupazionali, traendo ispirazione dal meglio dell'esperienza storica dell'IRI;
   viceversa, la manovra predisposta dal Governo riduce le imposte per le imprese senza avere alcuna garanzia che aumenteranno i loro investimenti, che non delocalizzeranno i loro siti produttivi o che non licenzieranno oppure che si produrranno reali incrementi occupazionali non sostitutivi;
   si interviene riducendo il costo del lavoro e precarizzando i rapporti di lavoro, togliendo diritti basilari ai lavoratori: si cerca dunque di competere sul profilo basso senza cercare di aumentare la produttività di tutti i fattori del nostro sistema produttivo, e ci si rassegna a diventare un Paese di serie B;
   infatti, i dati dimostrano che la deregolazione del mercato del lavoro non crea solo precarietà e perdita di diritti, ma anche perdita di produttività e quindi perdita di capacità di crescita; questa svalutazione del lavoro che andrà aggravandosi quando si dispiegheranno gli effetti nefasti della controriforma del Jobs Act presuppone imprese di basso valore, che invece di innovare scaricano tutti i costi della competizione internazionale sul costo del lavoro; così facendo ci si rassegna al declino industriale del nostro Paese;
   essa non estende i benefici fiscali a pensionati, partite Iva e incapienti, penalizza Pag. 281ancora una volta i dipendenti pubblici, non prevede investimenti pubblici se non per grandi opere per lo più inutili, lascia irrisolto il problema dei cd. «esodati», non prevede risorse adeguate per mantenere gli ammortizzatori sociali esistenti per non dire della loro estensione universale, penalizza i giovani professionisti sul piano fiscale;
   la manovra contiene una clausola di salvaguardia «monstre» che scatterà dal 2016 e che si aggiunge a quella già prevista dal Governo Letta in termini di aumenti di imposte (la quale prevede, al netto dei 3 miliardi inglobati nei saldi dell'attuale legge di stabilità, 4 miliardi per il 2016 e 7 miliardi a decorrere dal 2017); il Governo si impegna ad assicurare il raggiungimento del saldo strutturale di bilancio in pareggio dal 2017 aumentando le aliquote Iva e le imposte indirette per un ammontare di altri 12,4 miliardi nel 2016, 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018. La clausola se esercitata avrebbe però un effetto recessivo pari allo 0,7 per cento del PIL nel triennio 2016-2018 dovuta ad una contrazione complessiva di consumi ed investimenti per 1,3 punti del PIL;
   la manovra avrà comunque effetti recessivi perché prosegue nella politica dei tagli alla spesa pubblica anche per coprire la diminuzione delle imposte, tagli che notoriamente hanno un moltiplicatore superiore in termini di crescita del PIL della riduzione delle tasse;
   i ceti popolari pagheranno in termini di riduzione dei servizi essenziali e di incrementi della tassazione locale i pochi benefici dovuti al bonus da 80 euro;
   considerato inoltre, per quanto riguarda le parti di competenza della Commissione Affari sociali:
   pesantissimi e insostenibili sono i tagli che ancora una volta, anche questa legge di stabilità, impone agli enti territoriali;
   il contributo chiesto alle regioni è di 4 miliardi, a cui vanno aggiunti il contributo chiesto ai comuni per 1,2 miliardi e alle province per 1 miliardo. Per un totale di oltre 6 miliardi di euro. A ciò va aggiunto il taglio di 1,7 miliardi a danno delle regioni già previsto con i precedenti governi Monti e Letta;
   alla luce del fatto che circa il 75 per cento delle spese regionali concernono la sanità, il taglio alle regioni per 4 miliardi, si tradurrà realisticamente in tagli o in aumento di ticket per la sanità regionale;
   se da una parte quindi il finanziamento del Servizio sanitario nazionale fissato dal Patto per la Salute, e recepito con l'articolo 39 del disegno di legge in esame, non prevede riduzioni, dall'altro le risorse che le regioni saranno costrette a dover reperire, rischierà di rendere inevitabile una riduzione delle risorse del servizio sanitario assegnate alle regioni medesime, mettendo a rischio gli stessi Livelli essenziali di assistenza, e quindi l'equità nell'accesso alle prestazioni sanitarie da parte dei cittadini;
   già adesso le regioni sottoposte a piani di rientro, faticano a garantire la qualità dell'assistenza e la stessa erogazione dei LEA;
   si ricorda peraltro, come a fronte dei tagli pesantissimi di questi anni, volti a ridurre il peso della spesa sanitaria sul bilancio statale, il nostro servizio sanitario pubblico rimane comunque tra i meno costosi al mondo. Nelle statistiche internazionali, l'Italia si presenta con una spesa più bassa della media OCSE e della media Unione europea;
   anche in questa legge di stabilità sul personale del servizio sanitario nazionale si continua ad applicare, fino al 31 dicembre 2015, il blocco economico della contrattazione nel pubblico impiego, disposizione che si aggiunge a quelle già introdotte negli anni passati e che rendono ancora più critica la situazione del personale;
   questi continui e ripetuti «tagli», restrizioni e blocchi stipendiali sul personale sanitario, incidono inevitabilmente sugli stessi livelli di assistenza;Pag. 282
   è evidente che oltre certi limiti, la richiesta di continui sacrifici non può che tradursi in un peggioramento delle condizioni di lavoro e, di conseguenza, in una riduzione della quantità e della qualità dei servizi sanitari erogati;
   il disegno di legge in esame, apporta inoltre ulteriori tagli al Ministero della Salute. Le riduzioni delle dotazioni finanziarie delle spese del Ministero sono pari a 11,35 milioni di euro per il 2015 e 11 milioni dal 2016. Si segnala che i tagli non sono solo per il triennio ma si prevedono anche per gli anni successivi al 2017;
   la Missione «Tutela della salute» subisce un taglio di 10,85 nel 2015 e 10,5 milioni dal 2016. I due programmi che sono interessati dai tagli sono il programma «Prevenzione e promozione della salute umana e assistenza sanitaria al personale navigante e aeronavigante» (10 milioni dal 2015); e il programma «Programmazione del SSN per l'erogazione dei LEA» (850 mila euro nel 2015, e 500 mila euro dal 2016);
   ulteriori tagli riguardano altre voci di spesa di competenza sanitaria. Tra queste segnaliamo:
    a) un inaccettabile taglio di ben 100 milioni di euro rispetto allo scorso anno del Fondo per le non autosufficienze. La legge di stabilità in esame, stanzia infatti 250 milioni di euro per detto Fondo, laddove la precedente legge di stabilità stanziava per il 201, complessivi 350 milioni di euro, così ripartiti: 275 milioni di euro per il Fondo per le non autosufficienze, ivi inclusi gli interventi a sostegno delle persone affette da SLA; e ulteriori 75 milioni di euro sempre per il 2014 per le non autosufficienze, da destinare agli interventi di assistenza domiciliare per i disabili gravi e gravissimi, inclusi i malati di SLA;
    b) un definanziamento delle risorse per fronteggiare situazioni di pericolo per la salute pubblica (- 2,3 mil. per il 2015; e – 2 mil. per ciascun anno 2016 e 2017);
    c) una riduzione dello stanziamento per la sorveglianza sulle malattie infettive e diffusive (- 4,5 mil. per il 2015; e – 4 mil. per ciascun anno 2016 e 2017). Un taglio che avviene in una fase in cui invece bisognerebbe – anche alla luce dell'emergenza Ebola – aumentare le risorse per il controllo sulle malattie infettive;
    d) un taglio del contributo all'Unione italiana ciechi per 192 mila euro per ciascun anno del triennio 2015-2017;
    e) una riduzione del Fondo finanziamento attività ricerca ambito sanitario, a cui la scorsa legge di stabilità assegnava 288,78 milioni di euro per il 2014, a fronte di 253,8 milioni, 254,2 milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017, previsti dalla legge di stabilità in esame per il 2015;
    f) una riduzione del 23 per cento delle risorse per l'Istituto superiore di sanità, che passano da 12,26 milioni di euro previsti per il 2014 dalla scorsa legge di stabilità, a 9,4 milioni stanziati per ciascuno degli anni 2015-2017 dalla legge di stabilità attuale;
    g) un ennesimo taglio alle risorse per il contrasto al randagismo, che si riducono da 325 mila euro del 2014, a 309 mila euro nel 2015, e 310 milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017. Queste risorse, praticamente inesistenti, di fatto impediscono l'attuazione della legge 281/1991, e non consentono più nemmeno ai comuni di poter attuare politiche di sterilizzazione dei randagi e dei cani inselvatichiti, con conseguenti rischi per la salute pubblica, e con la conseguenza che in molte aree (soprattutto al sud) si ricorre sempre più all'avvelenamento di molti cani vaganti adulti e cuccioli;
   per quanto concerne le politiche sociali e di welfare, vengono stanziati 300 milioni di euro dal 2015 a favore del Fondo per le politiche sociali. Nel confronto tra le risorse stanziate per il 2014 dalla precedente legge di stabilità e quelle stanziate per il 2015 da questa legge, si evidenzia una lieve riduzione di risorse. Se Pag. 283infatti la legge di stabilità 2014 stanziava 317 milioni di euro per il 2014, questa legge di stabilità stanzia per il 2015 309 milioni di euro;
   dal 2015 comunque le risorse a favore del Fondo si incrementano. Rimane comunque la constatazione di una inadeguatezza delle risorse assegnate complessivamente al Fondo;
   una ulteriore riduzione di risorse, viene inoltre prevista a danno del Fondo infanzia adolescenza, e del Fondo politiche giovanili, che vede passare la sua dotazione da 16,77 milioni nel 2014 a 5,76 milioni per il 2015, 5,6 milioni per il 2016, e 6,14 milioni per il 2017;
   l'articolo 13 prevede l'introduzione del cd. «bonus bebè» in virtù del quale, dal 1o gennaio 2015 fino al 31 dicembre 2017, verrà riconosciuto un assegno di importo annuo di 960 euro (pari a 80 euro mensili) erogato a decorrere dal mese di nascita o adozione, fino al compimento del terzo anno d'età ovvero del terzo anno di ingresso nel nucleo familiare. Il bonus verrà erogato dall'INPS ai genitori che hanno un reddito annuale complessivamente non superiore a 90 mila euro;
   il bonus bebè costerà – dal 2015 al 2020 – 3,642 miliardi di euro;
   è evidente come queste importanti risorse potrebbero essere più efficacemente utilizzate – se si vogliono realmente sostenere le famiglie con figli – verso una revisione degli strumenti di sostegno nella gestione del lavoro di cura e della vita professionale, o attraverso il rafforzamento dei servizi socio-educativi per la prima infanzia. E ciò consentirebbe (al contrario del bonus) di investire nel futuro del Paese, rispondere meglio alle esigenze reali dei genitori meno abbienti, e dare nuove opportunità di occupazione;
   si ricorda come in base ai dati Istat, in Italia vivono in situazione di povertà relativa 1.822.000 minorenni, pari al 17,6 per cento di tutti i bambini e gli adolescenti. Il 7 per cento dei minorenni vive in condizioni di povertà assoluta. Inoltre negli ultimi anni il reddito delle famiglie degli adolescenti in stato di povertà assoluta è diminuito del 31 per cento;
   uno dei principali problemi del nostro Paese e che contribuisce fortemente al costante calo demografico, risiede principalmente nella forte carenza di adeguati servizi all'infanzia a supporto delle famiglie, e di politiche mirate a sostenere le pari opportunità tra uomini e donne;
   da un rapporto Istat dello scorso anno sull'offerta comunale di asili nido e altri servizi socio educativi per la prima infanzia in Italia, emerge che i bambini che usufruiscono di asili nido comunali o finanziati dai comuni variano dal 3,5 per cento al Sud al 17,1 per cento al Nord-est, mentre la percentuale dei comuni che garantiscono la presenza del servizio varia dal 24,3 per cento al Sud all'82,6 per cento al Nord-est;
   il dossier di «Cittadinanzattiva» 2012, ha confermato in pieno le difficoltà in questo ambito: le strutture comunali su cui possono contare le famiglie superano di poco quota 3.600 e sono in grado di soddisfare circa 147 mila richieste di iscrizione. I genitori di un bambino su quattro (23,5 per cento) restano in lista d'attesa e sono costretti a rivolgersi altrove;
   è in ogni caso evidente come in una situazione di profonda crisi come quella attuale, dove aumentano le famiglie in stato di povertà e il sistema di welfare non riesce a garantire tutti, il tetto dei 90 mila euro annui individuato dal governo per poter beneficiare del bonus, è eccessivamente elevato, ma deve essere calibrato per dare un effettivo sostegno ai genitori in maggiore difficoltà;
   per le ragioni illustrate in premessa,

  delibera di

RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.