CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 giugno 2014
255.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

DL n. 83/2014: Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo (C. 2426 Governo).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge n. 2426, di conversione del decreto-legge n. 83/2014, recante «Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo»;
   apprezzato l'obiettivo del provvedimento di colmare il vuoto normativo in materia di incentivi fiscali per il mecenatismo culturale;
   auspicata la valorizzazione della dimensione linguistica del patrimonio culturale, attraverso il rafforzamento della Società Dante Alighieri;
   valutato positivamente l'intento di razionalizzare le strutture promozionali del turismo italiano;
   richiamato il ruolo decisivo che spetta alla Cabina di regia per l'Italia internazionale istituita dalla legge n. 214 del 2011 quale sede istituzionale di definizione dell'indirizzo strategico in materia di promozione all'estero ed internazionalizzazione del sistema produttivo;
   segnalata l'essenziale attività che la rete diplomatico consolare svolge sia in sede bilaterale che multilaterale per migliorare il posizionamento dell'Italia nel mercato turistico mondiale;
   ravvisata l'opportunità che la programmazione delle politiche di sviluppo del turismo valorizzi adeguatamente la promozione di Expo 2015,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:
   il credito d'imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura sia applicato anche per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica anche di sedi all'estero, ivi compresi istituti italiani di cultura all'estero e organi periferici del Ministero degli affari esteri;
  e con la seguente osservazione:
   valutino le Commissioni di merito l'opportunità di introdurre una norma che dia maggiore forza e continuità finanziaria all'azione della Società Dante Alighieri per la promozione della dimensione linguistica del patrimonio culturale italiano, anche ai fini dello sviluppo del turismo.

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ALLEGATO 2

Sulla missione svolta in Ucraina (13-14 maggio 2014).

COMUNICAZIONI

  Una delegazione della Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, guidata dal presidente, on. Fabrizio Cicchitto, e composta dagli onorevoli Vincenzo Amendola (PD), Claudio Fava (SEL), Marta Grande (M5S), Mario Marazziti (PI) e Guglielmo Picchi (FI-PdL), si è recata a Kiev dal 13 al 14 maggio 2014, su invito della Verkhovna Rada. La visita, alla vigilia delle elezioni presidenziali ucraine, si è articolata in una serie di incontri con esponenti dell'attuale maggioranza di governo e con rappresentanti dei partiti di opposizione.
  Il presidente della Commissione per gli affari europei, Gregoriy Nemyria (Partito Batkyvshchyna di Yulia Timoshenko), ha inquadrato la situazione del suo Paese nella crisi della sicurezza e della finanza internazionale a seguito del crollo dell'equilibrio post-bellico, evidenziando come pace e stabilità siano interessi non solo dell'Ucraina e dell'Europa, ma anche della Russia che sinora è stata favorita dalla lunga permanenza al potere del presidente Putin, rispetto ai leader degli altri Paesi. A suo avviso, la Russia è comunque impegnata contro l'Occidente a conseguire una leadership globale a fini strategici e non solo tattici, come prova il fatto che nel voto all'ONU sulla risoluzione relativa alla crisi ucraina molti Paesi si sono astenuti, tra cui le altre potenze emergenti unite a Mosca nei cosiddetti BRICS. Obiettivo russo è riscrivere le regole del gioco, archiviando l'Atto di Helsinki così come il Memorandum di Budapest come dimostra l'annessione della Crimea. L'esponente ucraino, peraltro proveniente dalla provincia di Donetsk, ha quindi segnalato l'inutilità delle sanzioni per ora adottate, anche alla luce della dipendenza energetica dell'Europa, auspicando che ve ne siano di più intense seppure di breve periodo. Ha poi duramente contestato la regolarità del referendum in Crimea, ricordando che la regione, in cui peraltro i russi convivono storicamente con molte altre popolazioni come i tartari oppure i greci, non fu regalata all'Ucraina ma oggetto di un più complesso scambio territoriale. La mancata menzione della Crimea nell'accordo di Ginevra del 17 aprile ne ha segnato, pertanto, tutti i suoi limiti intrinseci. Tuttavia, ha rinnovato la sua meraviglia per lo scontro provocato dalla Russia con un'inconcepibile aggressione fraterna, a dispetto della comune matrice slava ed ortodossa che fa di Kiev la culla della civiltà russa, denunciando come, a giudicare dal discorso fatto alla Duma, Putin non sembri intenzionato a fermarsi alla Crimea. Quanto all'ipotesi di una federalizzazione dell'Ucraina, a breve la considera la continuazione della guerra con altri mezzi, ma nel lungo periodo ritiene che possa svilupparsi in modo omogeneo, vale a dire senza avere come polarità il rapporto tra Ovest ed Est, e comunque in termini limitati al decentramento ed alla sussidiarietà. Riconosce in ogni caso l'errore fatto a febbraio in relazione alla lingua russa il cui insegnamento non è però mai stato abolito perché il Presidente della Repubblica ad interim non ratificò la legge. In conclusione, dichiarando l'aspirazione del suo Paese ad entrare in un futuro sia pure lontano nell'Unione europea anche se per ora sarebbe utile almeno una facilitazione dei visti, il presidente Nemyria ha ringraziato l'Italia, terzo partner UE dopo Germania Pag. 128e Polonia, auspicandone il sostegno anche attraverso una prossima visita del nostro ministro degli esteri.
  La viceministro degli affari esteri, Natalia Galibarienko, ha spiegato le ragioni dell'operazione «anti-terrorismo» che è diretta verso forze estremiste rifornite purtroppo di armi russe. Ha quindi illustrato il tentativo di riconciliazione che sarebbe iniziato l'indomani presso il Parlamento con la partecipazione, oltre che dei politici, della società civile e delle autonomie locali, assicurando la disponibilità del Governo a riforme costituzionali in senso regionalista (ma non federalista) nonché ad un'amnistia eccettuati i reati più gravi. Quanto all'ipotesi di una Ginevra II, ritiene che si debbano prima attuare gli impegni già assunti al fine di evitare una strumentalizzazione dilatoria. Al riguardo, auspica un'incisiva pressione occidentale sulla Russia anche attraverso le sanzioni del terzo grado sui cui però l'UE non ha maturato ancora un consenso unanime, dal momento che Mosca punta apertamente sulla destabilizzazione continua e perpetua dell'Ucraina.
  Il Ministro della gioventù e dello sport, Dmytro Bulatov, leader della cosiddetta «Automaidan», si è fatto portavoce della nuova politica che il popolo ucraino desidera nella lotta alla corruzione ed alla mentalità burocratica, in modo che le istituzioni aiutino i cittadini, mentre prima ne complicavano la vita. Nel manifestare fiducia circa i risultati che la nuova Ucraina potrà conseguire, ha presentato la destituzione dell'ex presidente Yanukovich come l'unica chance di cambiamento, osservando come la rivoluzione di Maidan ci sia stata perché la spinta dell'ingiustizia ha fatto venire meno la paura alimentando la partecipazione sincera ed ingenua della popolazione. La priorità, a suo avviso, è oggi rappresentata dal lavoro per i giovani per cui occorre promuovere gli investimenti in tutti i campi, mentre non è più il tempo di stare in piazza dove si attardano ormai solo alcuni provocatori o sfaccendati. Ha quindi smentito categoricamente le voci circa il ruolo degli estremisti di destra, affermando che i cittadini sono scesi in piazza animati da forti motivazioni ideali, mentre gli altri sono stati pagati a peso d'oro. È stata la sovranità popolare che finalmente ha preso coscienza di sé e cambierebbe nuovamente il governo se la corruzione tornasse a dominare. Quanto alle regioni orientali, a suo avviso, non è la popolazione ad opporsi al nuovo regime, ma gli agenti russi che hanno conseguito il risultato referendario con minacce e sovvenzioni. Nella stessa Russia, peraltro, molta gente è contraria a Putin, il quale perciò teme che l'esempio ucraino possa diffondersi, anche perché la lingua russa fa parte della vita e della civiltà dell'Ucraina. Il giovane leader ha infine sottolineato come l'Ucraina abbia bisogno dell'Europa per bloccare l'aggressione russa e consolidare la democrazia attraverso la stabilità economica che passa anzitutto per il pagamento degli stipendi. In tal senso, ha rivendicato orgogliosamente la matrice democratica della rivoluzione ucraina, liquidando le frange dell'estrema destra come ultime arrivate, spesso infiltrate ed in ogni caso artificiali rispetto alla società che non ha più nulla a che vedere né col fascismo né col nazionalismo.
  Per il Partito delle Regioni, la delegazione ha incontrato innanzitutto i presidenti delle Commissioni esteri e bilancio della Rada, Vitaly Khalyuzhniy e Yevgeniy Heller, che hanno denunciato la criticità della situazione, la difficoltà della tenuta economica e finanziaria, la minaccia della perdita dell'integrità territoriale. Dal loro punto di vista, occorrerebbe procedere sulla via della regionalizzazione anche sotto il profilo fiscale, ma sembra che la nuova maggioranza stia bloccando il processo di riforma per mantenere inalterati i poteri del prossimo Presidente della Repubblica, dimostrando di essere arrivata al potere soltanto sull'onda della protesta. Dopo aver espresso forti dubbi sulla partecipazione, soprattutto delle regioni orientali, alle prossime elezioni presidenziali ritenute peraltro costituzionalmente non legittime, hanno paventato il rischio che la bolletta energetica dell'autunno-inverno possa riportare la gente in piazza. Pag. 129Circa il ruolo dell'Europa, esclusa l'utilità delle sanzioni, essi hanno auspicato l'impegno per il dialogo considerando una pace ancorché insufficiente sempre migliore di una guerra. Hanno quindi contestato il ricorso alle forze armate che stanno combattendo ad Est contro il loro stesso popolo, denunciandone la contraddittorietà rispetto a quanto avvenuto a Kiev e dichiarando di voler vivere in un'unica Ucraina in cui l'adesione ai valori europei non faccia però dimenticare la lezione antifascista della seconda guerra mondiale. Quanto alla perdita della Crimea, a loro avviso è stato il nuovo governo ucraino a provocare la Russia sia sulla permanenza della sua flotta sia sull'insegnamento della lingua russa. In ogni caso, hanno ammesso le responsabilità precedenti del loro partito, segnalando che la consapevolezza degli errori consentirà di non ripeterli, ma al tempo stesso lamentando il fatto che la fuga dell'ex presidente li abbia privati del leader naturale. Occorre ora un processo di riconciliazione aperto a tutti, soprattutto alle realtà locali.
  In un successivo incontro, la delegazione italiana ha ascoltato altri due autorevoli esponenti del precedente partito di maggioranza, Oleksandr Efremov ed Elena Bondarenko, che hanno rivendicato la legittimità della rielezione di Yanukovich pur ammettendo l'inadeguatezza della lotta alla corruzione. Efremov ha sottolineato la complessità dell'Ucraina che si compone di storie, culture e mentalità diverse che spesso non si riconoscono l'una con l'altra, ma che avrebbe potuto svilupparsi con l'indipendenza se non si fosse urtata la suscettibilità russa circa l'adesione alla NATO. Un caso analogo si è verificato sul terreno dell'accordo di associazione con l'UE che non ha colto la necessità di avere un'impostazione trilaterale che coinvolgesse la Russia. A suo avviso, Maidan è nata sulla questione europea, ma è poi stata egemonizzata dai gruppi estremisti, mentre l'ex presidente aveva escluso il ricorso alla forza come confermerebbe un'inchiesta parlamentare. Il clima è stato poi arroventato dalle inopinate visite di politici europei ed americani portando all'occupazione delle sedi istituzionali ed agli attentati alle sedi dei partiti avversi tanto da mettere a serio rischio la vita dei rispettivi dirigenti. Nell'escludere che possano essere considerati democratici soggetti armati che girano per la città, ha osservato che la Russia si è approfittata in Crimea e si approfitterà in Ucraina orientale della paura dei cittadini per il ritorno dell'ideologia nazionalista confermata dalla presenza delle bandiere di quel movimento politico. Ha quindi fortemente lamentato l'irregolarità del richiamo in vigore della costituzione precedente, ma soprattutto la decisione di mandare le truppe contro la popolazione ad Est. A suo avviso, occorre un'intesa tra USA e Russia, possibile grazie al favore dell'opinione pubblica russa verso l'Ucraina, aderendo almeno all'unione doganale euro-asiatica. L'attuale governo dovrebbe perciò fermare le attività militari, introdurre un regime federale, garantire la lingua russa ed inserire nella costituzione la clausola della neutralità, così da eliminare tutti gli argomenti che preoccupano Mosca. Altrimenti, la strada si aprirà al separatismo ed al caos. L'onorevole Bondarenko ha aggiunto una serie di gravi preoccupazioni sulla libertà di stampa e di informazione su cui graverebbe la censura governativa.
  Un'ulteriore voce di opposizione al governo in carica è venuta dal Partito comunista, il cui leader Petro Simonenko ha descritto il momento molto difficile che il popolo ucraino sta vivendo in una guerra civile causata dalla lotta fra i clan degli oligarchi, dalla crisi generale mondiale e dagli intrecci geopolitici tra Russia, USA ed UE. A suo avviso, la scelta tra l'integrazione in Europa o in Eurasia avrebbe dovuto avvenire in un referendum. Nel lamentare che l'UE non ha approfondito veramente la realtà ucraina, assumendo un atteggiamento unilaterale, ha denunciato come ormai il potere sia in guerra contro il popolo sotto il falso nome di un'operazione anti-terrorismo. Ha quindi fatto l'esempio della Crimea dove la reazione popolare è stata provocata dalle Pag. 130manifestazioni fasciste di Kiev nonché dall'approvazione della nota legge contro la lingua russa. Ha poi ricordato che da alcuni anni il suo partito ha avanzato una proposta federalista perché le risorse restino nelle regioni in cui sono prodotte. Dopo aver espresso molte perplessità sui principali candidati alle elezioni presidenziali, a cui egli stesso concorre, ha segnalato come l'attuale governo non abbia adempiuto a nessuno degli impegni presi con l'UE, chiedendone la sostituzione immediata.
  A margine degli incontri politici, la delegazione italiana si è intrattenuta sull'organizzazione delle prossime elezioni presidenziali con il Capo della Missione di monitoraggio dell'OSCE, Tana de Zulueta, già senatrice e deputata in precedenti legislature.