CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 novembre 2012
733.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disposizioni per assicurare la libertà della circolazione nonché la libertà di accesso agli edifici pubblici, alle sedi di lavoro e agli impianti produttivi. C. 1455 Lehner e C. 3475 Cirielli.

EMENDAMENTO

ART. 2.

  Sostituirlo con il seguente:
  1. L'articolo 1-bis del decreto legislativo 22 gennaio 1948, n. 66, e successive modificazioni è abrogato.
2. 2. Il relatore.

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ALLEGATO 2

Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell'omofobia e della transfobia. C. 2807 Di Pietro e C. 4631 Concia.

EMENDAMENTI

ART. 1.

  Sopprimerlo.
1. 1. Nicola Molteni, Lussana, Follegot, Paolini, Isidori.

  Al comma 1, sostituire la lettera a) con la seguente:
   a) con la reclusione fino a tre anni chiunque, in qualsiasi modo, diffonde idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione basati sull'appartenenza etnica o nazionale, l'appartenenza religiosa, l'orientamento sessuale, l'identità o l'espressione di genere.
1. 2. Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.

  Al comma 1, sostituire la lettera b) con la seguente:
   b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sull'orientamento sessuale, l'identità o l'espressione di genere.
1. 3. Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.

ART. 2.

  Sopprimerlo.
2. 1. Nicola Molteni, Lussana, Follegot, Paolini, Isidori.

  Sostituire il comma 1 con il seguente:
  1. Al titolo del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, le parole: «e religiosa» sono sostituite dalle seguenti: «, religiosa, sull'orientamento sessuale, l'identità o l'espressione di genere».
2. 2. Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.

  Sostituire il comma 2 con il seguente:
  2. Al comma 3 dell'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni, le parole: «o religiosi» sono sostituite dalle seguenti: «, religiosi o fondati sull'orientamento sessuale, l'identità o l'espressione di genere».
2. 3. Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.

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  Sostituire il comma 2 con il seguente:
  2. Alla rubrica dell'articolo 1 del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, le parole: «o religiosi» sono sostituite dalle seguenti: «, religiosi, sull'orientamento sessuale, l'identità o l'espressione di genere».
2. 4. Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.

  Al comma 3, sostituire la lettera b) con la seguente:

   b) dopo le parole: «o religioso» sono inserite le seguenti: «o per motivi fondati sull'orientamento sessuale, l'identità o l'espressione di genere».
2. 5. Bernardini, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Zamparutti.

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ALLEGATO 3

5-07433 Bernardini: Sul suicidio di un detenuto nel carcere di Taranto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla richiesta di notizie in ordine al suicidio di un detenuto di nazionalità romena avvenuto il 30 marzo ultimo scorso presso la Casa Circondariale di Taranto, dalla documentazione acquisita dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria emerge che lo stesso ha posto in essere il gesto autosoppressivo mediante impiccagione, con l'ausilio di un laccio rudimentale legato all'inferriata della finestra della stanza da lui occupata.
  Il detenuto è stato tempestivamente soccorso sia dal personale di polizia penitenziaria sia dai sanitari presenti; dopo gli interventi rianimatori praticati unitamente al personale del 118 nel frattempo sopraggiunto, il ristretto è stato trasportato presso il locale Ospedale civile dove, purtroppo, ne veniva constatato il decesso per arresto cardio-respiratorio.
  Si rappresenta che il detenuto, tratto in arresto per tentato omicidio, aveva fatto ingresso presso la Casa Circondariale di Taranto il 26 gennaio 2012.
  Quanto, poi, ai singoli quesiti posti nell'atto ispettivo, si evidenzia che:
   l'indagine amministrativa – disposta dalla Direzione Generale dei detenuti e trattamento e affidata al Provveditore regionale per la Puglia – non ha rilevato alcuna responsabilità attribuibile agli operatori penitenziari;
   nell'Istituto di Taranto vi sono quattro educatori su un organico di otto, due psicologi ex articolo 80 O.P. (con una vacazione oraria complessiva di 78 ore mensili), ed una psicologa ASL che si occupa esclusivamente dei detenuti nuovi giunti;
   l’equipe psico-pedagogica, che si riunisce ogni settimana, è composta dalle figure istituzionali previste nell'ordinamento: l'educatore, l'assistente sociale, lo psicologo, il comandante ed è presieduta dal direttore;
   i detenuti nuovi giunti, all'atto dell'ingresso in istituto vengono visitati dal medico. Quest'ultimo, se rileva patologie psichiatriche o tossicodipendenze le segnala allo psichiatra o al Sert. I detenuti nuovi giunti, inoltre, vengono ascoltati dall'educatore e dallo psicologo della ASL. Se nel corso dei colloqui emergono elementi che fanno ritenere una propensione al suicidio, viene disposto il provvedimento di grande sorveglianza e, in tal caso, un apposito staff verifica periodicamente le variazioni delle condizioni psicologiche del detenuto;
   il soggetto citato nell'atto di sindacato ispettivo, che divideva la stanza con altri due detenuti, era allocato in una cella di 10 metri quadri circa (escluso il locale bagno), idonea dal punto di vista igienico-sanitario;
   fin dal suo ingresso in carcere non erano emersi segni di sofferenza psicologica per cui il ristretto non era stato sottoposto ad alcun programma di osservazione speciale. Il medico, alla visita di primo ingresso, aveva rilevato una propensione al suicidio di livello medio ed una etero aggressività alta venendo, per questo, segnalato allo psichiatra.

  Con riferimento, poi, alle iniziative assunte per fronteggiare il drammatico problema Pag. 40dei suicidi in carcere si rappresenta che con ordine di servizio del 2 marzo 2012 il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria ha ricostituito l'unità di monitoraggio degli eventi di suicidio (U.M.E.S.), dal medesimo presieduta, che ha il compito – con il contributo dei gruppi di lavoro interistituzionali – di monitorare e di verificare singolarmente i casi di suicidio verificatesi nel corso dell'anno all'interno degli istituti penitenziari, anche attraverso la conoscenza dei dati biografici e penali della persona nonché delle condizioni di detenzione; ciò, al fine di trarre eventuali indicazioni per una migliore e più efficace prevenzione delle situazioni che determinano o contribuiscono a creare i presupposti di tali tragici gesti.
  L'Umes si riunisce con cadenza mensile: la prima seduta si è svolta lo scorso 18 settembre alla presenza del Ministro della Giustizia che ha avuto modo di esprimere il suo apprezzamento per il prezioso contributo che la Commissione è chiamata ad offrire sul delicato tema dei suicidi in carcere; a tale incontro è seguito quello dello scorso 23 ottobre ed il prossimo è previsto per il 28 novembre.
  Si rappresenta, infine, che per assicurare migliori condizioni detentive ed operative all'interno dei penitenziari, il piano carceri ha previsto, per la Regione Puglia, la realizzazione di tre padiglioni in ampliamento degli istituti di Lecce, Taranto e Trani. Per ciò che concerne, invece, il diverso problema della carenza del personale, le esigenze delle strutture pugliesi saranno tenute in debita considerazione in occasione dell'assegnazione delle unità partecipanti al 165o corso di formazione, che avrà termine per la fine del 2012.

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ALLEGATO 4

5-07698 Bernardini: Sul tentativo di suicidio di un detenuto nel carcere di Pescara.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla richiesta di notizie in ordine al tentativo di suicidio posto in essere da un detenuto, all'epoca dei fatti ristretto presso l'istituto penitenziario di Pescara, rappresento quanto segue:
   tale persona faceva ingresso nell'istituto di Pescara il 9 giugno 2012 e sin dal successivo 11 giugno veniva preso in carico e seguito dal presidio per le tossicodipendenze, nonché dal consulente psichiatrico; proveniente da precedente detenzione domiciliare revocata per evasione, aveva un fine pena definitivo fissato al 2 agosto 2012;
   il ristretto, in data 28 giugno 2012, veniva tradotto presso il Tribunale di Pescara per un procedimento a suo carico. Intorno alle ore 9, all'atto dell'ingresso in aula, lo stesso spintonava violentemente un agente di scorta, tentando la fuga attraverso una porta di emergenza di accesso al parcheggio del Tribunale ma, dopo un brevissimo inseguimento, veniva raggiunto e fermato dagli agenti di polizia penitenziaria;
   al rientro in istituto il detenuto veniva sentito dal Comandante della polizia penitenziaria al quale riferiva di aver tentato la fuga senza una precisa ragione. Successivamente, veniva inviato al presidio sanitario locale per essere visitato dal medico di turno ma, nel corso della visita, rifiutava di assumere la terapia farmacologica prescritta;
   alle ore 13 dello stesso giorno il predetto tentava il suicidio nella propria stanza tramite impiccagione, venendo peraltro prontamente soccorso dal personale di polizia penitenziaria, da alcuni detenuti, nonché dal personale sanitario interno e, quindi, trasportato al Pronto soccorso dell'Ospedale di Pescara. Il detenuto era sottoposto a regime di grande sorveglianza proprio perché nella giornata del 24 giugno 2012 aveva minacciato di suicidarsi;
   giunto in ospedale, in condizioni critiche perché in «stato di coma da verosimile anossia cerebrale», veniva ricoverato, senza piantonamento, nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Pescara ove rimaneva sino al 21 luglio 2012 data in cui veniva inviato all'ospedale di Penne (prima in rianimazione e, poi, al reparto psichiatrico);
   il 2 agosto 2012 il ristretto veniva scarcerato per fine pena ed il successivo 5 agosto era dimesso dall'ospedale di Penne in considerazione del progressivo miglioramento delle sue condizioni psichiche e fisiche.

  Per completezza di informativa, ritengo opportuno precisare che presso la Casa Circondariale di Pescara sono attivi il servizio di assistenza psichiatrica (per 60 ore mensili) integrato con il servizio del Ser.T. (per 36 ore settimanali), oltre al servizio di accoglienza, al cui staff multidisciplinare collaborano 2 psicologhe a progetto.
  Riguardo, infine, alle iniziative assunte per fronteggiare il drammatico problema dei suicidi in carcere evidenzio che con ordine di servizio del 2 marzo 2012 il Pag. 42Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria ha ricostituito l'unità di monitoraggio degli eventi di suicidio (U.M.E.S.), dal medesimo presieduta, che ha il compito – con il contributo dei gruppi di lavoro interistituzionali – di monitorare e di verificare singolarmente i casi di suicidio verificatisi nel corso dell'anno all'interno degli istituti penitenziari, anche attraverso la conoscenza dei dati biografici e penali della persona nonché delle condizioni di detenzione; ciò, al fine di trarre indicazioni utili per una migliore e più efficace prevenzione delle situazioni che determinano o contribuiscono a creare i presupposti di tali tragici gesti.
  L'Umes si riunisce con cadenza mensile: la prima seduta si è svolta lo scorso 18 settembre alla presenza del Ministro della Giustizia che ha avuto modo di esprimere il suo apprezzamento per il prezioso contributo che la Commissione è chiamata ad offrire sul delicato tema dei suicidi in carcere; a tale incontro è seguito quello dello scorso 23 ottobre ed il prossimo avrà luogo il 28 novembre.