CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 marzo 2012
630.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Sulla missione in Croazia (20-22 marzo 2012).

COMUNICAZIONI

Una delegazione della Commissione affari esteri e comunitari, composta dal presidente On. Stefano Stefani e dall'On. Alessandro Maran si è recata in missione in Zagabria, a seguito dell'approvazione da parte del Parlamento italiano del disegno di legge di autorizzazione alla ratifica del trattato di adesione della Croazia all'Unione europea.
La delegazione è stata ricevuta sia dal presidente del Sabor, Boris Sprem (SDP-Partito socialdemocratico), che dalla vicepresidente ed ex premier Jadranka Kosor (HDZ-Comunità democratica croata) e si è riunita con le commissioni per gli affari esteri e per l'integrazione europea, presiedute rispettivamente dagli Onn. Milorad Pupovac (SDSS-Partito indipendente democratico serbo) e Daniel Mondekar (SDP), nonché con la Commissione per i diritti umani, presieduta dall'On. Furio Radin, rappresentante parlamentare della minoranza italiana. Ulteriori incontri hanno avuto luogo con il primo ministro Zoran Milanovic (SDP) ed il viceministro degli esteri Josko Klisovic.

L'adesione all'Unione europea e il quadro regionale

Tutti gli interlocutori hanno ringraziato calorosamente l'Italia per la tempestiva ratifica dell'adesione della Croazia all'UE, che sarà particolarmente utile come esempio per gli altri Stati membri. È stata quindi sottolineata l'unanimità delle forze politiche croate verso l'integrazione europea, anche con riferimento agli ulteriori necessari adattamenti legislativi, che formano oggetto di una specifica procedura di monitoraggio concordata con Bruxelles, di cui è stato assicurato il termine prima della data di ingresso nell'Unione prevista per il primo luglio 2013. L'avvenuta designazione dei dodici osservatori croati in seno al Parlamento europeo potrà contribuire a rafforzare le relazioni interparlamentari. Il presidente Stefani ha ricordato di essere stato relatore alla Camera del disegno di legge di ratifica dell'adesione della Croazia ed ha ribadito il sostegno dell'Italia fino alla conclusione della procedura europea.
L'ex primo ministro Kosor ha rivendicato alla sua parte politica lo sblocco dello stallo negoziale ed ha presentato l'adesione all'UE per la Croazia come un «ritorno a casa», sottolineando l'importanza delle radici cristiane. Sono poi state richiamate le elevate aspettative del popolo croato per le nuove opportunità offerte dalla dimensione europea, al cui riguardo il presidente Mondekar ha manifestato l'intenzione di approfondire a livello parlamentare le modalità di comunicazione dell'Europa ai cittadini, dichiarandosi al momento soddisfatto per la quantificazione dei fondi strutturali, ma incerto su quella che sarà effettuata nelle prossime prospettive finanziarie.
Il primo ministro Milanovic ha collegato l'ingresso della Croazia nell'UE alla stabilizzazione di tutta l'ex Jugoslavia, esprimendo pieno appoggio alla candidatura della Serbia. Il modello del negoziato unico, sperimentato con la Croazia, è stato presentato orgogliosamente come esempio da seguire nel futuro da parte degli altri Stati candidati.
Il presidente Pupovac ha quindi auspicato un ruolo maggiore dell'Italia nella definizione delle politiche dell'UE, su cui è

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stato rassicurato dall'On. Maran che ha escluso ogni validità dei pretesi direttori, invitando la Croazia a contribuire a costruire un'Europa più integrata e più coesa.
La riunione con la Commissione affari esteri si è incentrata sulla situazione del Mediterraneo, auspicando un'intensificazione della cooperazione italo-croata al riguardo. Gli ex ministri degli esteri Picula (SDP) e Jandrokovic (HDZ) hanno ribadito la necessità di portare avanti il progetto della macro-regione adriatica. L'ex ministro della difesa Bozinovic (HDZ) ha richiamato l'utilità dell'Unione per il Mediterraneo. È stata anche esaminata la questione del futuro dei Paesi arabi della sponda meridionale. Il presidente Pupovac ha invitato il presidente Stefani a partecipare, in tale ottica, al Croatia Summit che avrà luogo nel prossimo mese di luglio.
La maggiore preoccupazione croata resta la Bosnia Erzegovina, di cui si lamenta il mancato funzionamento istituzionale e in cui si teme una marginalizzazione della componente croata. Ribadendo il principio costitutivo dei tre popoli, il primo ministro Milanovic ha rivendicato la trasparenza della sua maggioranza che non ha alcuna responsabilità storica con riferimento agli eventi bellici e può pertanto denunciare senza complessi di colpa il pericolo dell'omologazione che potrebbe indurre i croati di Bosnia, che hanno la doppia cittadinanza, ad emigrare una volta acquisita quella europea. A suo avviso, peraltro, andrebbe eliminato il visto di ingresso nell'UE proprio per favorire, soprattutto tra i giovani, la diffusione dei valori europei, non solo per la Bosnia Erzegovina, ma anche per il Kosovo, sulle cui sorti si è comunque detto ottimista. Il rischio che i croati diventino in Bosnia una minoranza è stato paventato anche dall'ex premier Kosor e dall'On. Matusic (HDZ), già presidente della Commissione affari esteri.
Altri temi di comune interesse attinenti alle relazioni internazionali sono stati sviscerati nel colloquio con il viceministro Klisovic, che ha confermato la solidarietà della Croazia alla NATO in Afghanistan pur non escludendo una riduzione del contingente ed insistendo sul passaggio della sicurezza alla gestione afghana. A suo avviso, resta impossibile un ritiro unilaterale e deve proseguire la cooperazione civile, ritenendo comunque un risultato importante aver fatto cessare gli attacchi terroristici di Al Qaeda in Occidente. Il viceministro croato ha poi manifestato viva apprensione per le ultime indicazioni dell'AIEA sul nucleare iraniano, la cui gittata mette a rischio anche l'Europa, pur giudicando che un'azione militare creerebbe ulteriori problemi per cui occorre, a suo avviso, «mente fredda».

La situazione economica e i rapporti bilaterali

La non facile situazione economica della Croazia, che sta risentendo della crisi europea dopo un periodo di intenso sviluppo, è stata focalizzata dal premier Milanovic, preoccupato soprattutto per la disoccupazione giovanile da collegare all'inadeguata formazione professionale. Grande è l'attesa per il superamento della crisi da parte dell'Italia, nella consapevolezza che è il primo partner commerciale della Croazia ed un potenziale grande investitore. Sono stati segnalati come settori interessanti l'energia, la rete ferroviaria, la cantieristica, oltre al già fiorente turismo. Particolare enfasi è stata data al progetto di sviluppo del porto di Fiume.
I rapporti bilaterali sono quindi considerati eccellenti, riconoscendo lo straordinario contributo dato dal Presidente Napolitano e dal Presidente Josipovic, nonché il ponte rappresentato dalla minoranza italiana in Croazia e da quella croata in Italia. Sia il presidente Sprem che il primo ministro Milanovic hanno dichiarato che le questioni ancora aperte sono destinate a risolversi e che comunque non vi sono più traumi nella coscienza dei due popoli. La delegazione parlamentare, nel dare

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assicurazioni sulla rapida ratifica anche dell'accordo culturale bilaterale, ha fatto cenno alla nota questione dei beni lasciati dai cittadini italiani dopo il secondo conflitto mondiale su cui la magistratura croata si è recentemente pronunciata in senso favorevole. Un gesto al riguardo da parte croata, eventualmente iniziando ad esaminare sul piano amministrativo le domande già presentate in vista di una riapertura dei termini da adottare sul piano legislativo, sarebbe visto molto positivamente dalla parte italiana.
A margine dei colloqui politico-istituzionali, gli Onn. Stefani e Maran hanno incontrato i rappresentanti dell'Unione italiana, che hanno sollecitato il rifinanziamento, in scadenza a fine 2012, degli interventi a favore della minoranza italiana in Slovenia e in Croazia.

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ALLEGATO 2

Ratifica ed esecuzione dell'accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Croazia in materia di cooperazione culturale e d'istruzione, fatto a Zagabria il 16 ottobre 2008 (C. 3744 Rosato ed altri e C. 5057).

TESTO UNIFICATO ADOTTATO DALLA COMMISSIONE

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Croazia in materia di cooperazione culturale e d'istruzione, fatto a Zagabria il 16 ottobre 2008.

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

1. Piena ed intera esecuzione è data all'Accordo di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo 13 dell'Accordo stesso.

Art. 3.
(Copertura finanziaria).

1. Agli oneri derivanti dalle spese di missione sostenute per l'attuazione degli articoli 4, 6 e 12 dell'Accordo di cui all'articolo 1 della presente legge, valutati in euro 11.600 per ciascuno degli anni 2012 e 2013 e in euro 15.920 a decorrere dall'anno 2014, e agli ulteriori oneri derivanti dall'attuazione degli articoli 3 e 4 del medesimo Accordo, pari a euro 333.400 a decorrere dall'anno 2012, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2012-2014, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2012, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.
2. Ai sensi dell'articolo 17, comma 12, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, per le spese di missione di cui agli articoli 4, 6 e 12 dell'Accordo di cui all'articolo 1, il Ministro degli affari esteri, il Ministro per i beni e le attività culturali e il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca provvedono al monitoraggio dei relativi oneri e riferiscono in merito al Ministero dell'economia e delle finanze. Nel caso si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, il Ministro dell'economia e delle finanze, sentito il Ministro competente, provvede, con proprio decreto, alla riduzione, nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante dall'attività di monitoraggio, delle dotazioni finanziarie di parte corrente aventi la natura di spese rimodulabili, ai sensi dell'articolo 21, comma 5, lettera b), della legge 31 dicembre 2009, n. 196, destinate alle spese di missione nell'ambito del pertinente programma di spesa e, comunque, della relativa missione del Ministero interessato. Si intende corrispondentemente

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ridotto, per il medesimo anno, di un ammontare pari all'importo dello scostamento il limite di cui all'articolo 6, comma 12, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni.
3. Il Ministro dell'economia e delle finanze riferisce senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e all'adozione delle misure di cui al comma 2.
4. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 4.
(Entrata in vigore).

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

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ALLEGATO 3

Decreto-legge 21/2012: Norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni (C. 5052 Governo).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La III Commissione,
esaminato, per i profili di competenza, il disegno di legge n. 5052 di conversione in legge del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, recante «Norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni»;
preso atto dell'urgenza del provvedimento al fine di scongiurare il deferimento alla Corte di giustizia dell'UE per violazione degli articoli 49 e 63 del Trattato sul funzionamento dell'UE;
condiviso l'obiettivo di tutelare gli asset strategici nazionali secondo una visione integrata della difesa e sicurezza, in cui rientrano pienamente l'energia, i trasporti e le comunicazioni;
apprezzato il coinvolgimento del Ministero degli affari esteri nella procedura di individuazione delle attività strategiche quale riconoscimento della loro portata nella determinazione della politica estera;
considerata positivamente l'adozione come criterio di riferimento della democraticità degli eventuali Stati partner, anche con riferimento alla valutazione del loro atteggiamento nei confronti della sicurezza internazionale ed in particolare del terrorismo e della criminalità organizzata,
esprime

PARERE FAVOREVOLE.