CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 ottobre 2011
542.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione (C. 4434 Governo, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
esaminato il disegno di legge C. 4434 Governo, approvato dal Senato, recante «Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione»;
sottolineata l'importanza di dare sollecita e accurata attuazione alla Convenzione delle Nazioni sulla corruzione, entrata in vigore nel 2005 e ratificata dall'Italia con la legge n. 116 del 2009;
apprezzata in particolare l'istituzione di un'Autorità nazionale contro la corruzione, che, unitamente alle altre misure previste, contribuisce a rafforzare l'immagine internazionale del nostro Paese nel contrasto all'illegalità sia a livello nazionale che internazionale,

esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva (Nuovo testo C. 4207 approvato, in un testo unificato, dalla 1a Commissione permanente del Senato, C. 286 Sereni, C. 351 De Poli, C. 941 D'Ippolito Vitale, C. 1088 Romano, C. 2342 Lorenzin, C. 2528 Rampelli, C. 2734 Carlucci, C. 3490 Miglioli e petizione n. 1239).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
esaminato il disegno di legge C. 4207 Governo, approvato dalla 1a Commissione del Senato, recante «Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva»;
sottolineata l'importanza di dare sollecita e accurata attuazione, per ciò che concerne le persone sorde, alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, entrata in vigore nel 2008 e ratificata dall'Italia con la legge n. 18 del 2009;
esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 3

Sulla missione a Varsavia in occasione della Conferenza dei Presidenti delle Commissioni affari esteri dei Parlamenti dell'Unione europea (4-6 settembre 2011).

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Dal 4 al 6 settembre scorsi, su designazione del presidente Stefani, si è tenuta la Conferenza dei Presidenti delle Commissioni affari esteri dei Parlamenti degli Stati membri dell'Unione europea, svolta presso il Parlamento polacco, nel quadro delle iniziative promosse durante il semestre polacco di presidenza dell'Unione europea.
La Conferenza, dedicata alla politica dell'UE nei riguardi dei propri vicini orientali, si è articolata in quattro sessioni di lavoro, alle quali hanno partecipato i rappresentanti dei ventisette Parlamenti degli Stati comunitari, del Parlamento europeo, del Servizio europeo di azione esterna, nonché i rappresentanti parlamentari dei paesi candidati (Croazia, Islanda, Macedonia e Turchia), del Partenariato orientale (Bielorussia, Georgia, Moldova ed Ucraina) e del Parlamento norvegese. In rappresentanza del Senato è intervenuto il senatore Lamberto Dini, presidente della Commissione Affari esteri.
Domenica 4 settembre nel corso di un ricevimento in onore dei partecipanti alla Conferenza promosso dai presidenti delle Commissioni Affari esteri dei due rami del Parlamento polacco, è intervenuta lady Catherine Ashton, Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che ha concisamente illustrato la posizione dell'UE di fronte alle principali crisi internazionali. Al termine di una sessione di domande e risposte con i parlamentari nazionali presenti all'iniziativa, lady Ashton si è intrattenuta con la delegazione italiana esprimendo il suo apprezzamento per il rilevante ruolo svolto dal nostro Paese nella gestione della crisi libica.
I lavori della Conferenza sono stati aperti dal Presidente della Dieta, Grzegorz Schetyna, che ha richiamato il ruolo del Partenariato orientale nella promozione delle istituzioni democratiche nei Paesi confinanti del versante orientale. «Sostenere il potenziale per costruire istituzioni statuali moderne e democratizzare le società civili dell'Europa meridionale ed orientale ci consente - in quanto paesi un tempo al di là della «cortina di ferro» - di onorare il nostro debito di solidarietà nei riguardi dei nostri amici occidentali».
Dopo l'intervento inaugurale del presidente Schetyna, il Presidente della Commissione Affari esteri del Senato polacco, Leon Kieres, ha sottolineato come incontri come quello di Varsavia consentano periodicamente alle rappresentanze parlamentari nazionali di esaminare le grandi questioni poste dall'attualità internazionale, agevolando la legittimazione e la condivisione delle decisioni di politica estera adottate in seno all'UE.
Nella prima sessione, svoltasi il 5 settembre mattina, incentrata sulle principali questioni di politica estera durante il semestre di presidenza, il Segretario di Stato agli Affari esteri, Jan Borkowki, ha illustrato le priorità della presidenza polacca nel settore della politica estera europea chiamata oggi a fronteggiare la gravissima crisi finanziaria globale e l'esplodere dei moti di protesta lungo la sponda meridionale del Mediterraneo. Con riferimento a

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quest'ultimo punto, egli ha ribadito che la Polonia è favorevole all'invio di una missione dell'UE in Libia per sostenere il processo di transizione democratica post-bellica. Borkowki ha altresì richiamato gli obiettivi già raggiunti in questi primi mesi di presidenza nell'ambito del Partenariato orientale e della strategia di allargamento, «una dei più grandi successi dell'UE», affermando che il percorso di adesione croato all'UE dovrebbe concludersi al termine del semestre polacco.
Dopo l'intervento del Segretario di Stato, si è aperto un dibattito nel corso del quale ricorda di avere sottolineato come sia prioritario approfondire - nell'ottica della revisione della Politica europea di vicinato la riflessione sul ruolo dell'UE a fronte della situazione in evoluzione nel Mediterraneo, anche alla luce del fallimento dell'Unione per il Mediterraneo ed il conseguente stallo del Partenariato di Barcellona. Riferisce di avere parimenti espresso una valutazione positiva per la recente chiusura del negoziato di adesione con la Croazia, poiché ciò contribuirà a dare rinnovato slancio al cammino dell'intera regione dei Balcani occidentali verso la UE. In tale prospettiva ha ribadito che la Camera dei deputati italiana sostiene convintamente il riconoscimento della Serbia quale paese candidato all'adesione e l'avvio dei colloqui per l'adesione del Montenegro.
Hanno posto altri quesiti Emanuelis Zingeris, presidente della Commissione Affari esteri della Dieta lituana, Antonijo Miloshoki, presidente della Commissione Affari esteri dell'Assemblea macedone, Volkan Bozkir, componente della Commissione Affari esteri del Parlamento turco, Francio Zammit Dimech, presidente della Commissione Affari esteri ed europei della Camera dei rappresentanti maltese, Pat Breen, componente della Commissione Affari esteri della Camera dei rappresentanti irlandese, Mike Gapes, componente della Commissione Affari esteri della Camera dei comuni britannica, Dimitar Chukarski, componente della Commissione Affari esteri e difesa dell'Assemblea nazionale bulgara ed Averof Neofytou, componente della Commissione Affari esteri ed europei della Camera dei rappresentanti cipriota. In sede di replica è intervenuto il viceministro degli Affari esteri polacco, Jacek Najder.
La seconda sessione, dedicata specificamente alle prospettive del Partenariato orientale, si è aperta nel pomeriggio del 5 settembre con gli interventi del Presidente della Commissione Affari esteri della Dieta polacca, Andrzej Halicki e del Sottosegretario di Stato agli Affari esteri, Jerzy Pomianowski. Quest'ultimo ha sottolineato come i risultati del Partenariato siano estremamente positivi sia sul piano che politico che su quello economico, anche se rimane ancora il grave problema della democrazia in Bielorussia.
Nel corso del dibattito, hanno preso la parola i rappresentanti di dieci Parlamenti nazionali (Lettonia, Romania, Austria, Irlanda, Belgio, Francia, Germania, Irlanda e Lituania), il parlamentare europeo Fiorello Provera, componente della Commissione Affari esteri, Marie Eriksen Soreide, Presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento norvegese nonché gli invitati speciali della Georgia, della Moldova, dell'Ucraina e della Bielorussia. Quest'ultimo, Aleksandr Milinkevich, esponente delle forze di opposizione democratica, ha evidenziato come l'adozione di sanzioni economiche a carico del suo Paese possa avere un effetto controproducente, aggravando le condizioni economiche e rafforzando la legittimazione del regime.
Rammenta che nel suo intervento, ribadendo gli indirizzi assunti dalla nostra Commissione sul Partenariato orientale, ha affermato come l'UE sia chiamata a svolgere un ruolo più attivo nella regione. Da ciò la necessità di un rilancio del Partenariato a partire dal dialogo politico per favorire innanzitutto le relazioni non solo dei Paesi partner con l'Unione europea, ma tra loro stessi al fine di accrescere la fiducia reciproca. Ha altresì richiamato l'esigenza di un rafforzamento dell'Assemblea del Partenariato (Euro.Nest) grazie alla partecipazione diretta delle delegazioni dei Parlamenti nazionali degli Stati membri dell'UE. La partecipazione diretta

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di tali delegazioni consentirebbe infatti di consolidare ulteriormente lo scambio tra le nostre rappresentanze parlamentari e quelle dei vicini orientali, favorendo ulteriormente l'associazione politica e l'integrazione economica tra UE e paesi del Partenariato orientale.
La sessione successiva, svoltasi la mattina del 6 settembre, si è incentrata sul futuro della COFACC ed è stata aperta dall'on. Halicki, che ha ricordato i termini della proposta di istituzione di un nuovo organismo interparlamentare, che sostituisca la COFACC e la CODACC, riunendo membri del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali con funzioni d'indirizzo e di controllo sulla politica estera e di sicurezza dell'UE. Il presidente Halicki ha altresì ricordato che la Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti degli Stati membri dell'Unione europea ha raggiunto un accordo su alcuni aspetti della nuova istanza di cooperazione interparlamentare, ma debbono ancora essere definiti i profili attinenti alla composizione ed al numero dei delegati. A suo parere la nuova conferenza interparlamentare, con una composizione ristretta, deve operare secondo i metodi decisionali del consenso, promuovendo discussioni e dibattiti su temi specifici alla presenza dell'Alto Rappresentante.
Nel dibattito sono intervenuti dodici parlamentari nazionali, la maggior parte dei quali ha concordato sull'esigenza di istituire una conferenza interparlamentare in materia di politica estera e di sicurezza europea, senza regole procedurale eccessivamente formalizzate ed un apparato burocratico espresso dalle istituzioni comunitarie.
Karin Enström, presidente della Commissione Affari Esteri del Parlamento svedese, ha presentato il punto di vista condiviso da rappresentanti degli Stati nordici e baltici, ribadendo la centralità della funzione di controllo svolta dai Parlamenti nazionali. Lord Teverson dalla Camera dei Lord UE ha auspicato una nuova istanza interparlamentare diretta da una presidenza a rotazione.
Il presidente Dini, ribadendo la posizione del Parlamento italiano, ha sottolineato l'importanza di una sede presso la quale i parlamentari nazionali possano non soltanto dibattere ma anche interagire e confrontarsi con l'Alto rappresentante, per definire e verificare gli indirizzi della politica estera europea.
Nel concludere la discussione il presidente Halicki ha sottolineato come sia emersa una sostanziale convergenza di opinioni sulle finalità e l'assetto fondamentale del nuovo organismo di cooperazione interparlamentare e ha annunciato la presentazione di una proposta ufficiale polacca volta a conciliare le diverse impostazioni circa la composizione dell'organismo stesso.
I lavori dell'ultima sessione, svoltasi nella tarda mattinata del 6 settembre, sono stati dedicati agli sviluppi della crisi politica in Nord Africa e sono stati aperti dal presidente del Senato polacco, Bogdan Borusewicz: che ha affermato che «la situazione in Nord Africa ha sorpreso l'Europa. Non ci sono stati allarmi preventivi sulle tensioni crescenti, il che dimostra quanto sia difficile valutare i sentimenti sociali nelle dittature». Il presidente Borusewicz ha sottolineato l'importanza dei cambiamenti e del loro impatto sulla intera Unione europea, esprimendo l'auspicio che i paesi arabi intraprendano un percorso di democratizzazione, sventando le tentazioni dell'autoritarismo militare o teocratico. Dopo aver ricordato i due recenti documenti dell'UE sulla primavera araba, ha concluso affermando: «cerchiamo di non dire loro cosa fare, ma mostriamo mostrare loro il funzionamento del nostro sistema democratico».
Maciej Popowski, vice segretario generale del Servizio europeo di azione esterna, ha sottolineato come l'UE stia raccogliendo risorse finanziarie (con un obiettivo di 8 miliardi di euro) per sostenere le riforme in Nord Africa e lo sviluppo della società civile, attraverso la creazione di un Fondo europeo per la democrazia.
Nel corso del dibattito apertosi dopo l'intervento del rappresentante del SEAE,

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numerosi delegati hanno sottolineato l'importanza di garantire la sicurezza e la stabilità del Mediterraneo, coordinando l'azione dell'UE con quella delle Nazioni Unite.
Prendendo la parola, si è soffermato sulla crisi in Libia, affermando quanto sia necessario ed urgente che l'UE si inserisca attivamente nello scenario della ricostruzione post-bellica in Libia, in connessione con la Nato e in stretto rapporto con le Nazioni Unite, smorzando sul nascere il rischio di ulteriori frammentazioni tra gli alleati, che si rifletterebbero inevitabilmente sul terreno, rendendo più problematica una uscita positiva dalla crisi attuale. Ma è necessario che l'UE vada oltre la sola questione libica ed affronti in modo più compiuto tutto il complesso dossier dei mutamenti politici in corso nel mondo arabo, con un discorso di lungo periodo ed ampia prospettiva che vada dall'aiuto, alla modernizzazione e democratizzazione di questi paesi, sino alla gestione dei problemi di sicurezza della regione mediterranea (terrorismo, criminalità organizzata, movimenti migratori, conflittualità regionali eccetera), della cooperazione allo sviluppo e degli interventi umanitari.
Evidenzia di avere richiamato l'attenzione infine, sulla scorta degli indirizzi recentemente espressi dalla Camera, sulla gravissima crisi alimentare che colpisce attualmente alcune aree del Corno d'Africa, derivante dalla combinazione di un periodo di prolungata siccità con l'incremento dei prezzi dei generi alimentari di base verificatosi negli ultimi anni per vari fattori.