CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 2 febbraio 2011
433.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-03381 Vannucci: Criteri per l'assegnazione di fondi destinati all'edilizia scolastica.

TESTO DELLA RISPOSTA

Per quanto concerne i criteri seguiti per l'assegnazione alle singole scuole dei fondi di cui alla delibera del 13 maggio 2010, pari a 358 milioni di euro, si evidenzia che tali fondi fanno parte del piano degli interventi riferiti ad edifici scolastici per i quali, sulla base dei dati disponibili al momento della formalizzazione della proposta, è stata riscontrata una vulnerabilità nel corso dei sopralluoghi previsti dall'intesa del 28 gennaio 2009 e che possono essere eseguiti, di norma, compatibilmente con il regolare svolgimento del prossimo anno scolastico.
La constatata generale ed omogenea vulnerabilità degli edifici scolastici ha indirizzato la ripartizione delle risorse su criteri legati alla dimensione del patrimonio scolastico regionale misurata attraverso sia il numero degli edifici sia la loro probabile estensione (numero degli alunni).
L'ammontare complessivo delle richieste di intervento hanno reso necessaria un'ulteriore fase di selezione condotta secondo le priorità esplicate dai componenti del gruppo di coordinamento locale presieduto da rappresentanti delle Regioni e composto da tutti gli altri soggetti interessati.
Dette priorità, ove necessario, sono state integrate con i seguenti due criteri: 1) economicità misurata attraverso il rapporto tra costo stimato e popolazione scolastica interessata dall'intervento e, 2) efficienza amministrativa finalizzata al raggiungimento dell'obiettivo di messa in sicurezza degli edifici scolastici in tempi compatibili con la ripresa delle attività scolastiche attraverso un'azione sussidiaria rispetto alle normali competenza.
In tale fase si è operata una ridistribuzione delle risorse non utilizzabili interamente o parzialmente per alcune Regioni a causa dell'assenza di segnalazioni come nel caso della regione Molise.
Per quanto riguarda, quindi, le informazioni date agli enti beneficiari e le procedure da seguire, si comunica che con due recenti circolari ministeriali si è data notizia ai Provveditorati interregionali alle opere pubbliche dell'avvenuta approvazione del «Primo programma straordinario stralcio di interventi urgenti sul patrimonio scolastico finalizzati alla messa in sicurezza e alla prevenzione e riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità degli elementi, anche non strutturali, degli edifici scolastici a valere sulle risorse di cui al Fondo previsto dal decreto-legge 185/2008 nell'ambito dell'assegnazione del CIPE n. 3 del 6 marzo 2009» e si sono fornite le prime indicazioni operative che comprendono, tra l'altro, la richiesta di porre in essere ogni opportuna iniziativa al fine di fornire una corretta informazione agli enti beneficiari affinché questi ultimi possano accedere senza ritardi al finanziamento concesso dal CIPE.
Le medesime circolari ministeriali sono state rese note altresì ad ANCI e UPI che, verosimilmente, hanno provveduto a fornire una corretta informazione agli enti interessati.
Infine, si segnala che i provvedimenti di approvazione completi, peraltro, degli schemi di convenzione che definiscono le

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modalità attuative, sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 215 del 14 settembre 2010.
In merito alle risorse residue, il Ministero sta valutando la possibilità di predisporre un secondo programma stralcio del programma già approvato dal CIPE con la delibera 32/2010.
A tal fine, nell'ambito dei limiti di utilizzo dei fondi FAS, si sta procedendo a verificare la programmazione complessiva del fondo infrastrutture allo scopo di definire le percentuali di risorse da assegnare alle aree depresse del Mezzogiorno ricomprese nell'obiettivo 1, del Regolamento CE n. 1260/1999.

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ALLEGATO 2

5-03587 Mancuso: Sulla messa in sicurezza del sito archeologico di Pompei.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione dell'onorevole Mancuso relativa al sito archeologico di Pompei, dichiarato dall'UNESCO «Patrimonio mondiale dell'umanità» nel 1997.
In particolare l'onorevole interrogante, sul presupposto che il sito viene visitato da circa 2 milioni e mezzo di turisti e che il turismo è uno dei settori più redditizi del Paese, chiede notizie circa lo stato di abbandono che sarebbe stato segnalato dagli organi di stampa. Ritengo opportuno rispettare, nella mia risposta, lo stesso ordine dell'interrogazione e tuttavia premetto che in nessun caso può ritenersi che i lavori di restauro che sono attualmente in corso in numerosi edifici di Pompei possano essere interpretati come motivo di degrado. Al contrario essi rappresentano la decisa azione che questa Amministrazione sta compiendo proprio per fronteggiare il degrado delle strutture antiche. Tali lavori sono ovviamente tutti seguiti, con la consueta cura e competenza, dai tecnici specialistici della Soprintendenza speciale di Napoli e Pompei.
Le Terme. Le Terme Suburbane non sono chiuse al pubblico, per la loro conformazione architettonica, sono visitabili solo su prenotazione, da effettuarsi on-line sul sito www.arethusa.net, senza costi aggiuntivi. Esse sono anzi al centro delle visite notturne che si fanno a Pompei, sempre su prenotazione (telefonica), nell'ambito del progetto ministeriale «Martedì in Arte» e «Musei In Musica».
Antiquarium. Nell'Antiquarium chiuso in seguito al terremoto del 1980 e ora completamente restaurato, è attualmente in allestimento un visitor center con proiezioni 3D e multimediali che consentiranno ai visitatori di comprendere la realtà dell'eruzione, di immergersi nella vita della città del 79 d.C., di seguire le tappe relative alla scoperta del sito in epoca moderna. L'inaugurazione del complesso, inizialmente prevista per dicembre, ha subito un differimento in ragione dei noti, più gravi incidenti occorsi nell'area.
Allocazione dei reperti. Occorre premettere che Pompei non è un Museo, è un sito archeologico.
Nella logica territoriale della Soprintendenza il Museo di Pompei, sito unico e di eccellenza, non può che essere il Museo Nazionale di Napoli, altro complesso di eccellenza. È lì infatti che sono raccolte le testimonianze più preziose rinvenute a Pompei nel corso di secoli di scavo.
Nei Granai del Foro sono raccolti da sempre altri oggetti rappresentativi della vita quotidiana di Pompei ed essi, nella parte custodita nel Foro Olitorio, sono visibili e quindi fruibili dal pubblico, che mostra comprensibilmente verso di essi grande interesse. Ovviamente si tratta di reperti tutti inventariati, catalogati e in massima parte anche studiati ed editi.
Pompei ha una concentrazione di monumenti archeologici, estesa su 44 ettari di superficie sinora esplorata, assolutamente unica, sono circa 1500 gli edifici messi ad oggi a vista in un'operazione di scavo che dura da 262 anni.
Tali edifici, destinati ad essere in continua trasformazione da parte di chi li abitava, non furono certo costruiti per sfidare l'eternità. Il compito immane che fa carico alla Soprintendenza è quello di conservarli invece, senza alterarne le caratteristiche

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costruttive di unicità e originalità, per la nostra e le future generazioni, per secoli o millenni. Sfida senza pari, considerando il numero degli edifici e le possibilità di intervenire con operazioni di restauro complesso ogni anno solo su pochissimi di essi, È inevitabile, quindi, che si troverà sempre, pur nella alacrità dei lavori che si conducono, l'edificio che necessita ancora di quegli interventi che si stanno invece attuando magari sull'edificio finitimo.
Nel caso degli edifici emblematici della visita di Pompei, che giustamente calamitano l'interesse precipuo dei visitatori, si cerca di mantenerli il più possibile fruibili, garantendo comunque in ogni caso la sicurezza dei visitatori.
Nella casa dei Vettii, dove i lavori di restauro hanno dovuto affrontare imprevisti che hanno reso necessario procedere ad una rivisitazione delle opere, i lavori sono ora in piena attuazione.
Sul progetto del restauro del Teatro grande ho riferito poco fa all'onorevole Zazzera e ribadisco che il restauro è avvenuto nel rispetto delle disposizioni del codice e della carta del restauro dei beni culturali. Secondo la normativa e la prassi in materia, il restauro consente solo la ricostruzione di nuove gradinate con materiale asportabile e reversibile mediante l'inserimento di materiale moderno (tufo), proprio per non creare nei visitatori l'illusione di trovarsi di fronte ad un manufatto antico, cosa che sarebbe inaccettabile sotto il profilo filologico.
Gli altri interventi e le operazioni, volte ad adeguare l'intero complesso all'esigenze di fruibilità e sicurezza, sono state seguite da tecnici dell'Amministrazione, sotto la responsabilità scientifica di un funzionario archeologo di provata esperienza.
Per quanto riguarda il servizio di guida turistica mi preme precisare che, l'assenza protrattasi per molti anni, di una gestione regolamentata del servizio guide turistiche, lasciata all'iniziativa autonoma delle singole guide e che in più occasioni ha dato adito ad atteggiamenti rissosi e poco decorosi nei confronti dei turisti e di intimidazione nel confronti di altre guide, con un conseguente danno di immagine all'area archeologica, hanno reso necessario l'elaborazione di un regolamento contenente «misure urgenti per la razionalizzazione dell'attività di guida turistica nell'area archeologica di Pompei».
L'elaborazione di tale regolamento è stato curato dal Commissario delegato, come da O.P.C.M. del 30 luglio 2009 n. 3795, ed adottato d'intesa con la regione Campania e le Associazioni guide turistiche Campane. Entrato in vigore il 1o luglio 2010, registra ad oggi circa 190 guide accreditate (rispetto alle poche che prima operavano) a testimonianza di un nuovo clima di fiducia nei confronti dell'istituzione.
Per quanto riguarda le molteplici iniziative e le offerte diversificate di visita in quest'ultimo anno, di cui l'interrogante da atto, preciso che esse hanno interessato eventi notturni, mostre e nuovi percorsi. In una enumerazione in rapida sintesi esse sono state:
la mostra «Pompei e il Vesuvio», ad ingresso gratuito, dedicata proprio allo stretto legame tra il territorio e le criticità connesse al vulcano;
il percorso ciclo-pedonale «Pompei Bike» lungo le mura della città antica, da Piazza Anfiteatro a Villa dei Misteri, con bici propria o attraverso il noleggio gratuito di bici. Grazie alla presenza di rastrelliere è possibile anche accedere alla città antica e a domus di recente apertura;
il percorso facilitato «Friendly Pompei», dotato di appositi raccordi e brevi passerelle per percorrere le antiche vie e pensato per le esigenze dei visitatori con ridotte capacità motorie come genitori con bambini piccoli e con passeggini, anziani, diversamente abili.

Tra le realizzazioni volte ad una migliore fruizione delle aree archeologiche:
la visita al cantiere-evento dei Casti Amanti dove, attraverso un sistema di passerelle sospese, è possibile osservare lo scavo dall'alto. Una serie di tecnologie

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multimediali, inoltre, riproducono la ricostruzione virtuale della funzione dei vari ambienti;
la visita multimediale ed emozionale alla Domus di Giulio Polibio, dove l'ologramma del padrone di casa in persona accoglie i visitatori narrando gli ultimi momenti di vita nelle fasi concitate dell'eruzione. I calchi degli utensili e arredi domestici rinvenuti durante gli scavi arricchiscono insieme ad installazioni multimediali e ad uno straordinario racconto sonoro il percorso di visita;
infine da maggio a ottobre - per tutti i week-end - i visitatori hanno potuto usufruire dei percorsi notturni de «Le Lune di Pompei», l'emozionante itinerario notturno di luci, suoni e voci all'interno degli Scavi di Pompei.

Tali iniziative hanno portato un incremento di visitatori a tutto il mese di ottobre 2010, rispetto al gennaio-ottobre 2009 dell'11 per cento in più, (gennaio-ottobre 2010: 2.151.577 contro gennaio-ottobre 2009: 1.935.246 visitatori).
Ed ancora: il Progetto (C)Ave Canem, avviato il 16 novembre 2009 e conclusosi il 31 luglio 2010, è stato finalizzato alla cura e alla tutela dei cani presenti nell'area archeologica di Pompei, per il benessere e la sicurezza di tutti, promuovendone l'adozione.
Il progetto, ideato dal Commissario delegato per l'emergenza delle aree archeologiche di Napoli e Pompei, è stato realizzato in sinergia con le associazioni animaliste nazionali LAV Lega AntiVivisezionista, Enpa-Ente Nazionale Protezione Animali e Lega Nazionale per la Difesa del Cane per risolvere il diffuso problema del randagismo negli scavi di Pompei.
Ad oggi 26 cani dei 55 censiti sono stati adottati da famiglie accuratamente selezionate per garantirne il benessere. I cani ancora presenti all'interno dell'area archeologica sono attualmente accuditi da un gruppo di volontari in contatto costante con la LAV, attraverso la quale è possibile avviare in qualsiasi momento un'adozione.
Per quanto riguarda l'azione Commissariale in materia di sicurezza, mi preme precisare che su un totale di circa 79 milioni di euro investiti oltre 65 milioni sono stati dedicati alla messa in sicurezza dell'area archeologica ovvero più dell'83 per cento delle risorse.

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ALLEGATO 3

5-03658 Zazzera: Sulla messa in sicurezza del sito archeologico di Pompei.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione dell'onorevole Zazzera volta a conoscere lo stato dell'area archeologica di Pompei.
Premetto che, come noto, alle richieste pervenute al Ministero sulla questione Pompei, in particolare successivamente al crollo della scuola dei gladiatori, il Ministro Bondi ha già personalmente provveduto a riferire in Aula Camera il 10 novembre 2010 attraverso un'informativa urgente.
Con riguardo alla presente interrogazione preciso che il progetto di restauro del Teatro di Pompei venne elaborato e approvato dall'ex Soprintendente di Napoli e Pompei Pietro Giovanni Guzzo e dal Consiglio d'Amministrazione in data 21 ottobre 2003 con delibera n.1226 nel quadro generale della programmazione.
Il progetto è stato poi approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione della Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei n. 46 del 18 luglio 2008 come progetto «di restauro, valorizzazione e recupero per spettacoli del teatro grande, Odeion e Quadriportico dei Teatri».
Il progetto originario prevedeva per la cavea del teatro Grande una ricostruzione integrale in marmo, ed è stato successivamente sottoposto dal Commissario delegato alla Commissione generale di indirizzo e coordinamento del Ministero e modificato nel rispetto delle disposizioni del codice e della carta del restauro. Secondo la normativa e la prassi in materia, il restauro consente solo la ricostruzione di nuove gradinate con materiale asportabile e reversibile mediante l'inserimento di materiale moderno (tufo), proprio per non creare nei visitatori l'illusione di trovarsi di fronte ad un manufatto antico cosa che sarebbe inaccettabile sotto il profilo filologico.
Con una tecnica innovativa i blocchi di tufo, cosi come il tappeto di cocciopesto usato per la pavimentazione, sono stati isolati dal terreno antico con teli di «tessuto non tessuto» in modo che la situazione originaria fosse sempre ripristinabile. Sono stati cancellati anche i segni di precedenti invasivi restauri che avevano utilizzato strutture di cemento armato come nel ballatoio del Quadriportico, sostituite dal legno.
Gli altri interventi, volti ad adeguare l'intero complesso all'esigenza di fruibilità e sicurezza, sono stati realizzati con elementi smontabili per garantirne la completa reversibilità: tutte le opere realizzate per l'organizzazione degli spettacoli (palcoscenico, torre-luci eccetera) sono strutture autoportanti e rimovibili; il posizionamento dei cavi e delle tubazioni è avvenuto al di sotto delle pavimentazioni allo scopo di evitare canalizzazione esterne che deturpassero il monumento.
Inoltre, all'interno del cantiere non sono state utilizzate ruspe, o macchinari tali da provocare vibrazioni che potessero arrecare danni, ma solo mezzi meccanici leggeri per garantire il pieno rispetto della normativa sulla sicurezza del lavoro che vieta il trasporto a mano di pesi eccessivi. Tutte le operazioni sono state seguite da tecnici dell'Amministrazione, sotto la responsabilità scientifica di un funzionario archeologo di provata esperienza.
L'insula dei Casti Amanti, di cui si è intrapreso lo scavo metodico nel 1987, ancora in prosecuzione, è stata quest'anno

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per la prima volta aperta al pubblico con un sistema innovativo che permette di poter osservare dall'alto, attraverso un sistema di passerelle sospese, in sicurezza e senza interferire con le attività di cantiere, direttamente il lavoro che vi si svolge, approfondendone anche per via multimediale i contenuti scientifici della ricerca. L'intero cantiere (che include la Casa dei Casti Amanti e la Casa dei Pittori al Lavoro) grazie ad un intervento finanziato dal Commissario Delegato è stato totalmente messo in sicurezza e dotato di una copertura che ne assicura la tutela, la conservazione e la valorizzazione. Negli anni passati, infatti, lo stato di degrado delle coperture avevano messo a serio rischio questa domus.
Lo smottamento avvenuto nell'insula adiacente a quella dei Casti Amanti, ha causato il crollo di circa 13 metri di un muro perimetrale orientale della suddetta insula non scavata in opera incerta di pietrame decoeso legato da malta stanca, su cui non vi erano affreschi.
Per conseguenza sono crollate anche due piccole porzioni, complessivamente per circa 9 metri, del muro perimetrale occidentale dell'insula dei Casti Amanti, ugualmente grezze, senza intonaco e decorazioni.
Proprio grazie all'operatività del cantiere è stato possibile intervenire immediatamente per la messa in sicurezza delle strutture e della copertura.
In particolare l'alleggerimento nell'insula vicina a quella dei Casti Amanti dalle terre interessate allo smottamento con uno scavo di emergenza ha messo a vista nella parte superiore le parti alte di alcuni ambienti e di un colonnato, senz'altro pertinente ad un peristilio di una casa che non è ancora possibile identificare, con colonne stuccate di bianco e pareti con vivida decorazione in quarto stile. Esse, prontamente protette con una copertura, saranno poi nel futuro oggetto di una peculiare indagine archeologica.
Allo stesso modo è stata aperta la Domus di Giulio Polibio, da anni chiusa al pubblico ed oggi riproposta attraverso una visita multimediale in cui rigore storico e scientifico vengono coniugati con innovativi strumenti tecnologici di divulgazione.
La notizia del crollo di una trave è infondata, in quanto sempre a causa delle forti piogge si è verificata un'infiltrazione di acqua all'interno dell'atrio, che ha fatto sfaldare una trave di legno ad uso decorativo e non strutturale, solidale a una trave in acciaio, essa si portante. Non si è verificato pertanto alcun crollo, bensì semplicemente lo staccarsi di alcune cortecce di legno, che non hanno anche in questo caso causato alcun danno significativo. Si è tra l'altro intervenuti su tutta l'area dell'atrio per la sostituzione di queste travi decorative e l'eliminazione delle infiltrazioni, senza peraltro dover interrompere la fruizione al pubblico della casa.
Per quanto riguarda la gestione della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei si precisa che dopo il conferimento dell'incarico ad interim alla dottoressa Papadopoulos attualmente la Soprintendenza è diretta dalla dottoressa Teresa Elena Cinquantaquattro.
Mi sento di assicurare gli onorevoli interroganti circa il fatto che la dottoressa Teresa Elena Cinquantaquattro possiede quelle attitudini, quelle specifiche capacità, esperienza professionale e competenza organizzativa acquisite sia quale funzionario in Soprintendenze per i beni archeologici della Campania, sia nella direzione della Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia di grande prestigio e di grande importanza nell'Italia meridionale, che la rendono assolutamente in grado di garantire la direzione di una soprintendenza speciale come quella di Napoli e Pompei. Una Soprintendenza che comporta una costante e complessa attività di tutela, di fruizione e di valorizzazione dei beni archeologici affidati alle cure dell'ufficio, attività tutte essenziali al fine di rilanciare nel modo migliore possibile, anche a livello internazionale, l'istituzione e la sua immagine.

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ALLEGATO 4

5-03919 De Pasquale: Individuazione di ulteriori risorse per l'attività dell'Accademia della Crusca, tra i maggiori enti di ricerca della lingua italiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione dell'onorevole De Pasquale volta a conoscere lo stato dei contributi destinati all'Accademia della Crusca di Firenze.
Riferisco, al riguardo, che l'Accademia della Crusca è beneficiaria di un contributo annuale grazie al suo inserimento nella Tabella degli Istituti Culturali, emanata ai sensi dell'articolo 1 della legge 534/1996, valida per il triennio 2009-2011, con un importo che confermo essere pari ad e 190.000,00.
Per l'anno 2011 questo Dicastero si è adoperato per integrare gli esigui fondi, stanziati dalla legge di stabilità in favore degli Istituti culturali, con risorse trasferite dal capitolo sul quale gravano i contributi a favore dei Comitati e delle Edizioni nazionali, risorse che hanno portato ad una disponibilità pari quasi a quella del 2010.
In tal modo si ritiene che potranno essere assicurati anche per il 2011 i soli contributi tabellari, se pure con una decurtazione del 16,60 per cento circa.

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ALLEGATO 5

Istituzione della Soprintendenza del mare e delle acque interne e organizzazione del settore del patrimonio storico-culturale sommerso nell'ambito del Ministero per i beni e le attività culturali. C. 2302 Granata.

NUOVO TESTO ELABORATO DAL COMITATO RISTRETTO ADOTTATO COME TESTO BASE DALLA COMMISSIONE

Art. 1.
(Istituzione della Soprintendenza del mare e delle acque interne per la valorizzazione e la tutela del patrimonio storico-culturale del mare territoriale, dei paesaggi culturali costieri e delle acque interne).

1. Nell'ambito del Ministero per i beni e le attività culturali è istituita la Soprintendenza del mare e delle acque interne, competente per le attività relative alla conoscenza, alla tutela, alla valorizzazione e allo sviluppo della più ampia fruizione del patrimonio storico-culturale del mare territoriale, dei paesaggi culturali costieri e delle acque interne, nonché all'attuazione di quanto previsto in materia dal codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni.
2. Dalla Soprintendenza di cui al comma 1 dipendono i seguenti centri tecnici operativi:
a) il Centro tecnico di Venezia, con competenza sulle acque del mare Adriatico e dei laghi e fiumi nelle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Puglia, nonché sulle lagune di Venezia, comprese la città e le isole di Venezia e Chioggia, di Grado, Marano e Caorle;
b) il Centro tecnico di Orbetello, con competenza sulle acque del mar Tirreno e dei laghi e fiumi nelle regioni Liguria, Toscana, Lazio, Umbria, Campania, Basilicata, Calabria e Sardegna.

Art. 2.
(Competenze).

1. La Soprintendenza del mare e delle acque interne, oltre alle competenze previste in materia dal codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni, avvalendosi di personale tecnico-scientifico dotato di professionalità specifiche, assume le seguenti competenze:
a) programmazione, organizzazione e attuazione di ricerche archeologiche subacquee, per l'individuazione, l'esplorazione, la conservazione e l'eventuale trasporto a terra o musealizzazione in loco dei beni storico-culturali sommersi, situati nell'ambito territoriale di competenza;
b) programmazione, organizzazione e attuazione di studi e di ricerche relativi alle attività economiche e di difesa delle zone costiere e dei contesti paesaggistici dalle alterazioni determinate da tali attività;
c) organizzazione e adozione di misure per la fruizione dei beni storico-culturali sommersi giacenti sui fondali marini del mare territoriale;

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d) studio, pubblicazione scientifica, elaborazione e pubblicazione di materiale didattico, nonché divulgazione scolastica, turistica e culturale del medesimo materiale;
e) organizzazione di archivi video fotografici, disegni e carte tematici;
f) allestimento museale e mostre di reperti e di contesti storico-archeologico sommersi nonché di attività di valorizzazione dei beni storico-archeologici e monumentali la cui esistenza è legata alla cultura del mare e delle testimonianze della storia economica e culturale delle zone costiere;
g) redazione annuale di indicazioni topografiche riservate e accurate riguardanti la presenza di beni storico-culturali sommersi da trasmettere riservatamente ai comandi delle Forze di polizia e del Corpo delle capitanerie di porto, relativamente alle circoscrizioni di competenza, al fine della predisposizione dei servizi di controllo attivo nelle località indicate, anche con riferimento agli strumenti di pianificazione paesaggistica e al sistema di vincoli;
h) istituzione e gestione di una biblioteca specializzata, anche con finalità di promozione e di divulgazione culturali, nonché d'informazione sull'attività di competenza;
i) progettazione e organizzazione di ricerche archeologiche subacquee in Paesi terzi nell'ambito della cooperazione internazionale prevista dai relativi trattati;
l) coordinamento e indirizzo, in collaborazione con i comuni, le province, le regioni, le autorità portuali, le capitanerie di porto e i responsabili delle aree protette, nelle funzioni relative alla pubblica fruizione delle coste, con particolare riferimento alla regolamentazione degli accessi pubblici, carrabili e pedonali, al mare e alle acque interne, nonché alla gestione di aree protette a qualsiasi titolo e di parchi marini;
m) ricerca, tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico-archeologico-monumentale e paesaggistico inerente al mare e alle acque interne rinvenuto in scavi a terra, anche in aree non sommerse o di scarsa umidità;
n) realizzazione di progetti di cooperazione transfrontaliera, anche in ambito internazionale, relativi allo studio sulla comune cultura del mare e, in particolare, sulle rotte storiche lungo le quali si sono realizzati scambi economici, trasmigrazioni e confronti culturali determinanti per la storia del mondo occidentale.

Art. 3.
(Vigilanza).

1. La Soprintendenza del mare e delle acque interne assicura, anche mediante periodiche conferenze di servizi con i soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, lettera l), il coordinamento delle attività di vigilanza sulle aree marine d'interesse storico-archeologico, ferma restando l'attività di prevenzione e di repressione svolta nell'ambito della tutela del mare e delle acque interne da parte delle amministrazioni e degli enti preposti nonché delle Forze di polizia.

Art. 4.
(Professionalità).

1. Le attività di ricerca, salvaguardia, scavo e tutela dei beni storico-culturali sommersi oggetto della presente legge sono svolte sotto la supervisione di archeologi.

Art. 5.
(Autorizzazione).

1. Le attività di ricerca per la localizzazione di beni storico-culturali sommersi, nonché le attività di scavo, di sondaggio e di recupero di tali beni sono soggette alla preventiva autorizzazione della Soprintendenza del mare e delle acque interne.

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Art. 6.
(Collaborazioni).

1. Per i progetti di ricerca e di recupero di beni storico-culturali sommersi che implicano rilevanti problemi per quanto concerne i metodi di scavo, recupero, conservazione e restauro, la Soprintendenza per il mare e le acque interne può avvalersi della collaborazione dei competenti uffici del Ministero per i beni e le attività culturali.

Art. 7.
(Volontariato).

1. Al fine di rendere sistematico l'apporto dei soggetti del volontariato alle attività di ricerca, vigilanza e tutela dei beni storico-culturali sommersi, presso la Soprintendenza per il mare e le acque interne è istituito un apposito albo dei volontari subacquei, singoli o riuniti in organizzazioni. Per l'iscrizione all'albo è necessario il possesso del certificato di idoneità psico-fisica rilasciato ai sensi della legislazione vigente in materia, del brevetto subacqueo e di un curriculum attestante lo svolgimento dell'attività di cui al presente articolo.

Art. 8.
(Sicurezza in mare).

1. Al fine di garantire condizioni di sicurezza e di efficienza, il personale della Soprintendenza per il mare e le acque interne autorizzato alle immersioni subacquee svolge tale attività nel rispetto di specifici criteri operativi stabiliti con apposito provvedimento dalla stessa Soprintendenza, da emanare entro tre mesi dalla data della sua istituzione.

Art. 9.
(Trasferimento delle competenze e regolamentazione interna).

1. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, adottato entro novanta giorni dalla data dell'entrata in vigore della presente legge, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono disciplinati la struttura amministrativa, il funzionamento e l'organico della Soprintendenza per il mare e le acque interne e sono ad essa trasferite le competenze relative alla ricerca, tutela e valorizzazione dei beni storico-culturali sommersi attribuite, alla data di entrata in vigore della presente legge, alle soprintendenze competenti per materia, negli ambiti individuati ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettere a) e b).

Art. 10.
(Disposizioni finanziarie).

1. All'attuazione della presente legge si provvede mediante le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.