CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 luglio 2010
348.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2010 e programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze spagnola, belga e ungherese. COM(2010)135 definitivo - 17696/09.

PROPOSTA DI RELAZIONE FORMULATA DAL RELATORE

La VI Commissione,
esaminato il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2010 (COM (2010) 135 definitivo) ed il Programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle presidenze spagnola, belga e ungherese (17696/09);
rilevato come la trasmissione integrale in italiano dei due documenti da parte della Commissione europea sia avvenuta solo alla fine del maggio scorso, ben oltre l'inizio dell'anno cui essi fanno riferimento, riducendo pertanto di molto la significatività dei documenti stessi, che risultano, di fatto, in parte già obsoleti;
evidenziato come il Programma di lavoro per il 2010, pur indicando alcuni obiettivi a lungo termine non rechi orientamenti e priorità riferiti all'intero mandato quinquennale della Commissione europea;
sottolineato come i documenti rivestano scarso rilievo politico - programmatico, limitandosi ad un'elencazione, piuttosto pletorica, di iniziative già in corso o da assumere, senza in alcun modo stimolare un reale coinvolgimento dei Parlamenti nazionali nella definizione di un vero e proprio programma di governo dell'Unione europea, e perpetuando quella carenza di legittimazione politico-democratica che da tempo rappresenta uno dei punti deboli dell'intera costruzione europea;
considerato il perdurare delle gravi perturbazioni che ancora caratterizzano il panorama dei mercati finanziari, le quali, dopo aver interessato prioritariamente il settore della finanza privata, rischiano ora di coinvolgere anche il settore pubblico;
rilevata, a tale proposito, l'esigenza, del resto già riconosciuta dal Consiglio europeo del 17 giugno 2010, di affinare i meccanismi di applicazione delle regole fissate dal Patto di stabilità, le quali dovrebbero tenere conto, ai fini della verifica e delle riduzione di disavanzi eccessivi, dell'insieme delle passività finanziarie, sia pubbliche sia private dei singoli Paesi, al fine di guidarne le rispettive politiche economiche e di bilancio verso una stabilità finanziaria complessiva e di lungo periodo;
evidenziato come le vicende della crisi, sebbene, da un lato, abbiano evidenziato la capacità dei Paesi sviluppati di reagire con misure di emergenza coordinate per assicurare la stabilità degli intermediari finanziari, hanno, dall'altro, rivelato la fragilità dell'area dell'Euro rispetto a fenomeni speculativi che hanno interessato singoli Paesi membri;
sottolineata, altresì, la necessità di proseguire con decisione nel processo, già avviato, di rafforzamento della vigilanza sul settore finanziario europeo e di complessiva riforma del sistema finanziario internazionale, fondata sui principi di trasparenza, solidità bancaria e responsabilità, superando le incertezze e le divisioni

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tra i singoli Stati membri che hanno finora impedito di realizzare una riforma globale del settore finanziario;
evidenziato come il pacchetto di proposte legislative elaborato dalla Commissione europea per la creazione di un nuovo quadro di vigilanza sui mercati finanziari a livello UE costituisce un passo in avanti apprezzabile, ma non esente da elementi di debolezza e di criticità, evidenziati dalla Commissione Finanze nel documento finale approvato in materia il 22 settembre 2009 e trasmesso alla Commissione e al Parlamento europeo, in particolare per quanto riguarda la farraginosità della struttura organizzativa, l'insufficienza dei poteri, il perdurare della frammentazione negli assetti complessivi di vigilanza ed il non adeguato coinvolgimento delle istanze politiche;
tenuto conto che alcune delle lacune del nuovo quadro finanziario europeo sopra richiamate sono state evidenziate anche dal Parlamento europeo nell'ambito dell'esame delle relative proposte, tuttora in corso, e potrebbero impedire l'approvazione in prima lettura delle medesime proposte;
sottolineata, comunque, in tale delicato contesto, l'esigenza di rispettare l'impegno, assunto dalla Commissione europea, di garantire l'attuazione, entro l'inizio del 2011, del nuovo quadro europeo di vigilanza finanziaria sui mercati finanziari, al fine di assicurare un adeguato livello di protezione dai rischi di squilibrio sistemico, con particolare riferimento ai gruppi transfrontalieri, e di rafforzare l'efficacia dei controlli sui singoli operatori, uniformando il più possibile il quadro normativo in materie e le prassi applicative da parte delle diverse Autorità nazionali;
evidenziata soprattutto la necessità di giungere in tempi rapidi all'adozione di proposte legislative incisive relative ai fondi di investimento alternativi (cosiddetti hedge funds) ai mercati degli strumenti finanziari derivati, con particolare riferimento ai credit default swaps, stabilendo standard operativi, normativi e di sicurezza comuni ed alle vendite allo scoperto (cosidetto short-selling);
sottolineata inoltre l'esigenza di approvare in tempi rapidi la proposta di regolamento relativo alle agenzie di rating del credito, che affronta uno degli snodi del sistema finanziario nel quale sono emerse taluni gravi elementi di criticità;
rilevata la necessità di definire una vera e propria governance economica a livello dell'Unione europea, mediante linee condivise che tengano conto delle indicazioni che vengono dall'analisi della crisi, al fine di tracciare una politica di sviluppo che, tenendo conto delle specificità nazionali, garantisca un adeguato livello di occupazione, valorizzi il patrimonio culturale, scientifico e tecnologico dell'Europa, e salvaguardi la diffusione del tessuto produttivo, segnatamente delle piccole e medie imprese, ponendolo al riparo dai rischi di un'eccessiva finanziarizzazione;
considerata l'importanza di dare seguito alle indicazioni contenute nel rapporto «Una nuova strategia per il mercato unico» predisposto dal Professor Mario Monti su richiesta della Commissione europea, con particolare riferimento al completamento del mercato interno dei capitali e dei servizi finanziari nonché al rafforzamento del coordinamento fiscale nell'Unione europea;
sottolineata la necessità di dare soluzione al gravissimo problema dell'evasione IVA, connessa all'importazione e ad altre operazioni transfrontaliere,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

con le seguenti osservazioni:
a) si sottolinea innanzitutto l'esigenza di rivedere la tempistica della trasmissione alle Camere dei documenti in esame, al fine di evitare che, come quest'anno, i documenti siano sottoposti alla valutazione degli organi parlamentari diversi

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mesi dopo la loro effettiva adozione riducendo ulteriormente la valenza politica dei documenti stessi;
b) con riferimento alle tematiche relative al rafforzamento della vigilanza sui mercati finanziari, rese particolarmente scottanti alla luce della crisi finanziaria, occorre prevedere un meccanismo di verifica a medio termine sull'adeguatezza del sistema di vigilanza delineato dalle proposte di direttiva in corso di esame, le quali, sebbene costituiscano un passo avanti positivo rispetto all'attuale assetto, potrebbero dimostrarsi ancora insufficienti rispetto allo scopo che si prefiggono;
c) a tale proposito si rileva come occorra sotto molti aspetti rivedere la filosofia che negli ultimi anni ha informato gli interventi normativi, sia a livello comunitario, sia a livello nazionale, sui mercati finanziari, caratterizzato da un eccessivo affidamento ai modelli di autoregolamentazione e da una eccessiva fiducia nella razionalità del mercato e nella capacità dei consumatori di valutare le informazioni formalmente messe loro a disposizione, e da un conseguente, non sufficiente ricorso a previsioni cogenti, anche di divieto;
d) si evidenzia come, al di là della capacità, dimostrata dai Paesi avanzati di coordinare le risposte di carattere monetario per fronteggiare la prima fase emergenziale della crisi, sia successivamente emersa, la difficoltà, da parte dell'Unione europea, di affrontare alla radice alcuni dei nodi che sono alla base di tali fenomeni e che rischiano di favorirne la recrudescenza, in particolare per quanto riguarda i fondi di investimento alternativi, l'utilizzo degli strumenti finanziari derivati, delle pratiche di vendita allo scoperto, l'operatività delle agenzie di rating del credito;
e) con riferimento alle tematiche concernenti la stabilità dei conti pubblici, si sottolinea come l'applicazione del Patto di stabilità debba tenere conto delle caratteristiche complessive delle diverse economie europee, e come debba dunque essere affinato, nel senso di considerare, tra gli elementi considerati al fine di valutare la sostenibilità degli equilibri finanziari dei singoli Paesi, non sono le passività del settore pubblico, ma anche quelle del settore privato;
f) sempre con riferimento alle tematiche di bilancio, si evidenzia la necessità che al risanamento dei conti pubblici ai fini del rispetto del Patto di stabilità si accompagni ad una fase politica specificamente orientata al rilancio dell'economia europea, attraverso la definizione - nell'ambito del nuovo sistema di governance economica - di linee di politica economica condivise a livello comunitario che devono puntare al sostegno prioritario dell'economia reale, al fine di evitare i rischi di un'eccessiva finanziarizzazione;
g) si rileva, a tal fine, come uno degli strumenti per il sostegno alla ripresa dell'economia europea debba essere rappresentato anche dalla definizione di una politica fiscale più coordinata tra gli Stati membri, tale da escludere il ricorso a pratiche di concorrenza fiscale dannose, la quale deve essere orientata a distribuire diversamente il carico fiscale sui diversi fattori della produzione, favorendo in particolare fattori meno mobili, quali il lavoro dipendente, ed incidendo invece maggiormente sulle attività finanziarie di natura speculativa. A tale scopo, sarebbe opportuno che la Commissione europea desse seguito alle raccomandazioni formulate in materia dal rapporto Monti, con particolare riferimento alla definizione di una base imponibile comune per l'imposizione sulle imprese e alla razionalizzazione delle aliquote IVA ridotte;
h) in questa prospettiva appare necessario approfondire ed alimentare il dibattito, già attualmente in corso in sede europea, circa l'eventualità di introdurre modalità di prelievo innovative sugli intermediari finanziari internazionali, finalizzate sia a tassare capacità reddituali che godono attualmente di un trattamento tributario eccessivamente favorevole, sia ad introdurre elementi di freno rispetto al

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moltiplicarsi di transazioni finanziarie di natura meramente speculativa che costituiscono un elemento di instabilità economica potenzialmente incontrollabile;
i) in tale contesto si segnala inoltre l'esigenza di avviare una seconda fase nelle politiche di contrasto alla crisi che, oltre a sventare i rischi di instabilità finanziaria, consenta di sostenere gli ancora deboli segnali di ripresa dell'economia, cogliendo l'occasione per rafforzare il tessuto produttivo nazionale ed europeo e consentirgli di sostenere la competizione portata dai Paesi emergenti;
l) per quanto riguarda specificamente l'imposizione sul valore aggiunto, si ribadisce l'esigenza di rafforzare maggiormente l'azione di contrasto all'evasione dell'imposta, che ha assunto proporzioni inaccettabili, in particolare per quanto riguarda l'evasione fiscale connessa all'importazione e ad altre operazioni transfrontaliere.

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ALLEGATO 2

Disposizioni in materia di parità di accesso agli organi delle società quotate in mercati regolamentati (Testo unificato C. 2426 Golfo e C. 2956 Mosca).

EMENDAMENTI DEL RELATORE

All'articolo 1, comma 1, capoverso comma 1-ter, apportare le seguenti modificazioni:
al quarto periodo, dopo le parole: «consiglio di amministrazione» inserire le seguenti: «risultante dall'elezione»;
dopo il quarto periodo inserire il seguente: «Nel caso di sostituzione di uno o più amministratori prima della scadenza del termine, i nuovi amministratori sono nominati nel rispetto del medesimo riparto».
1. 1.Il Relatore.

All'articolo 1, comma 2, capoverso comma 1-bis, sostituire le parole: «Al consiglio di gestione» con le seguenti: «Qualora il consiglio di gestione sia costituito da un numero di componenti non inferiore a tre, ad esso».
1. 2.Il Relatore.

All'articolo 1, comma 3, lettera a), capoverso comma 1-bis, apportare le seguenti modificazioni:
al terzo periodo, dopo le parole: «collegio sindacale» inserire le seguenti: «risultante dall'elezione»;
dopo il terzo periodo inserire il seguente: «Nel caso di sostituzione di uno o più sindaci prima della scadenza del termine, i nuovi sindaci sono nominati nel rispetto del medesimo riparto».
1. 3.Il Relatore.

All'articolo 2, sostituire le parole: «dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali» con le seguenti: «degli organi di amministrazione e degli organi di controllo».
2. 1.Il Relatore.