CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 febbraio 2010
281.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02456 Fava: Sull'avvio della missione ad Haiti.

TESTO DELLA RISPOSTA

Prima di entrare nel merito della specifica questione affrontata con l'atto oggi in discussione, mi sia consentito di esprimere, ancora una volta, la solidarietà e la vicinanza del Governo alla popolazione haitiana, così duramente e profondamente colpita da un dramma di dimensioni sconvolgenti.
Allo stesso tempo, mi preme evidenziare, come in un momento di evidente necessità e dolore, il Governo non abbia fatto mancare il proprio concreto e fattivo sostegno, unendosi tempestivamente al grande sforzo mondiale per aiutare quello sfortunato popolo; sforzo che non può non trovare concorde l'intero Parlamento.
Pur se superfluo sottolinearlo, ritengo che le ragioni del contributo italiano allo sforzo della Comunità internazionale vadano individuate evidentemente nella necessità di non lasciare soli gli haitiani, in un momento drammatico, in cui si fondono sentimenti di dolore, paura, sgomento, incertezza, assicurando un'adeguata azione di assistenza alla popolazione.
Fatta questa doverosa premessa, faccio osservare, in primo luogo, che la richiamata Risoluzione 7-01007 dell'Onorevole Ruffino fa riferimento agli impegni che il Governo deve assolvere nel caso della partecipazione delle Forze armate a missioni di pace all'estero, impegni che - va precisato - questo Governo ha sempre puntualmente rispettato.
L'intervento della nave Cavour, invece, si inserisce nell'ambito della tipologia degli interventi di soccorso umanitario per i quali è previsto, ai sensi dell'articolo 4, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2005, n. 90, l'esercizio del potere d'ordinanza da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, di cui all'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, e all'articolo 5-bis, comma 5, del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito con modificazioni dalla legge 9 novembre 2001, n. 401.
In tale ambito, in esito alla deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella riunione del 13 gennaio scorso è stato dichiarato lo stato d'emergenza a seguito del sisma verificatosi nella Repubblica di Haiti (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 gennaio 2010).
Successivamente, sono state emanate l'ordinanza n. 3842/2010 con cui è stato incaricato, tra l'altro, il sottosegretario Guido Bertolaso del coordinamento delle attività adottate dalle amministrazioni ed enti statali in sostegno della popolazione haitiana e l'ordinanza n. 3844/2010 concernente ulteriori disposizioni di protezione civile, il cui articolo 1 prevede le modalità per gli adempimenti amministrativi e contabili «al fine di garantire lo svolgimento della missione del contingente di personale e mezzi delle Forze armate per il soccorso alla popolazione della Repubblica di Haiti», senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica, rispetto alle risorse disponibili per l'emergenza.
Quanto, invece, alla partecipazione dei carabinieri, presumendo che gli Onorevoli interroganti si riferiscano alla missione ONU «Minustah», faccio rilevare che al riguardo non è stata ancora assunta alcuna decisione definitiva.

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Posso assicurare, tuttavia, che l'eventuale invio di un contingente di carabinieri, configurandosi come una nuova missione internazionale, verrà preventivamente sottoposto al necessario vaglio del Parlamento, previa deliberazione del Consiglio dei ministri.
Per quanto riguarda, invece, i dettagli relativi alla partecipazione di un contingente militare alla missione «White Cran», premesso che fra le missioni istituzionali delle Forze armate si annovera, tra l'altro, «lo svolgimento di compiti specifici in circostanze di pubblica calamità ed in altri casi di straordinaria necessità ed urgenza», faccio rilevare che sono impiegate circa 900 unità (attualmente imbarcate su nave Cavour) di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri, comprese 8 unità della Croce Rossa Italiana.
Il Comando Operativo (OPCOM - Operational Command) delle forze nazionali impegnate nell'operazione è esercitato dal Capo di Stato Maggiore della difesa.
Il Controllo Operativo (OPCON - Operational Control) degli assetti nazionali schierati in area di operazione è esercitato dal comandante del Comando Operativo di vertice Interforze, che lo esercita su Nave Cavour per il tramite del Comando in Capo della Squadra Navale.
Il Comando Tattico (TACOM - Tactical Command) degli assetti nazionali è esercitato dal comandante della Nave Cavour, capitano di vascello Gianluigi Reversi per le fasi di trasferimento; mentre, durante la fase esecutiva della missione, dal Comandante della Nave Cavour per gli assetti navali e dal comandante della Task Force Genio per gli assetti a terra.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02457 Rugghia: Sulle iniziative volte alla corresponsione al personale civile della Difesa della cosiddetta indennità di campagna.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'indennità operativa di campagna è un emolumento mensile previsto dall'articolo 3 della legge n. 78/1983 in favore di personale militare in servizio presso comandi, enti, reparti e unità di campagna; tale emolumento viene esteso anche al «personale che, nella posizione di forza amministrata, è impiegato in maniera continuativa, per un periodo superiore a trenta giorni, nelle stesse condizioni ambientali, addestrative ed operative dei soggetti che sono in forza effettiva organica presso gli enti ed i reparti» (articolo 5, comma 9, del decreto del Presidente della Repubblica n. 394/1955 di recepimento del provvedimento di concertazione del 20 luglio 1995 tra il Ministero della difesa e la Funzione pubblica relativo al trattamento economico del personale delle Forze armate).
La ratio dell'indennità, spettante solo al personale militare, è legata alla circostanza di prestare servizio presso determinati enti, in condizioni oggettivamente disagiate.
Il diverso regime economico e giuridico del personale militare e civile ha creato una situazione di criticità nelle unità di campagna dove sono impiegate entrambe le componenti, con conseguente contenzioso.
La Corte di appello di Lecce, con sentenza passata in giudicato, ha riconosciuto il diritto di 109 dipendenti civili dell'Aeroporto di Galatina a percepire la suddetta indennità.
Successivamente, numerosi dipendenti civili della Difesa hanno esperito tentativi obbligatori di conciliazione con conseguenti ricorsi ai tribunali ordinari territoriali.
Allo stato, l'amministrazione militare risulta soccombente in alcuni giudizi (in ordine ai quali, tuttavia, pende appello) e vittoriosa in altri di primo grado (verso i quali, con buona probabilità, sarà proposto appello dagli interessati).
Ai sensi dell'articolo 61, comma 1-bis del decreto legislativo n. 165/2001, l'Amministrazione provvede a comunicare al Dipartimento della funzione pubblica ed al Ministero dell'economia e delle finanze, l'esistenza delle suddette controversie dalla cui soccombenza potrebbero derivare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
Le parti sociali hanno più volte sollevato il problema dell'estensione alla componente civile dell'indennità in parola chiedendo interventi normativi risolutivi in materia.
Tenuto conto del divieto di estensione del giudicato (leggi n. 311/2004, n. 31/2008 e n. 14/2009), nonché della circostanza che l'eventuale estensione ai dipendenti civili dell'indennità in questione comporta oneri non sostenibili nell'attuale quadro di ristrettezze finanziarie, si ritiene, opportuno attendere il consolidamento della giurisprudenza prima di procedere all'attivazione d'iniziative normative in materia.
Ciò in ragione anche del fatto che la maggior parte delle sentenze di primo grado sfavorevoli all'Amministrazione potrebbero essere disattese dalla Corte d'appello.
La problematica è, comunque, alla costante attenzione dell'amministrazione, al fine di valutare ogni possibile soluzione in merito.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02458 Di Stanislao: Sul ruolo dell'arsenale militare di Augusta e sulle iniziative volte al suo rilancio.

TESTO DELLA RISPOSTA

Gli Arsenali della Marina militare, nell'ambito locale delle sedi di Augusta, La Spezia e Taranto (con la sede staccata di Brindisi), si pongono come vere e proprie industrie del settore della manutenzione navale, costituendo fattore di stabilità e di equilibrio sul territorio, in aree che vivono, in generale, situazioni economiche e, in particolare, occupazionali sensibilmente critiche.
Un'interruzione, o anche una riduzione delle relative attività, oltre alle ovvie conseguenze di ordine sociale, potrebbe comportare una perdita di know-how da parte delle maestranze interessate, difficilmente recuperabile nel tempo.
Proprio nella consapevolezza dell'importanza rivestita dagli Arsenali e a fronte delle criticità del loro funzionamento, è stata avviata un'opera di ristrutturazione organizzativa, tecnico-logistica, infrastrutturale e di rinnovamento tecnologico al fine di preservare la capacità di assicurare l'efficienza dello strumento navale, che costituisce una delle componenti fondamentali per la difesa dello Stato e la tutela degli interessi nazionali.
Posto che la difesa intende perseguire con decisione iniziative per l'adeguamento dell'intero settore - in particolare individuando e attuando soluzioni atte a salvaguardare l'insostituibile funzione strategica degli arsenali in termini di rapidità ed autonomia d'intervento - esiste, su un piano più generale, la volontà politica di procedere a una rivisitazione ordinativa e funzionale della difesa, come risulta dalle iniziative governative tra cui la nomina della «Commissione di alta consulenza e studi per la ridefinizione complessiva del sistema di difesa e sicurezza nazionale» e la recente costituzione della «Difesa Servizi S.p.a.» prevista dall'articolo 2, comma 27 della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010).
Mi preme sottolineare che il «Comitato Riconversione Arsenali Marina Militare» (C.R.A.M.M.) - che, ovviamente, ha preso in esame anche l'Arsenale di Augusta - ha portato recentemente a termine il mandato affidatogli, volto a condurre un'attenta opera di studio e di analisi per riconsiderare tutto il sistema arsenalizio in chiave più propriamente industriale, al fine di renderlo maggiormente efficiente, redditizio e attagliato alle reali esigenze della Forza armata.
Premesso che le risultanze di tale attività di studio stanno già determinando una serie di iniziative di adeguamento del sistema Arsenali, da attuare nel transitorio, il nuovo assetto sarà, comunque, caratterizzato da una visione integrata e sinergica delle attività e da una riqualificazione delle lavorazioni, senza che siano, per questo, prodotti effetti riduttivi con particolare riferimento all'arsenale Augusta.
Nello studio, inoltre, è previsto che gli Arsenali possano fornire, in futuro, anche servizi esterni alla difesa, così da assicurarsi una forma parziale di auto mantenimento e, auspicabilmente, di sviluppo.
In questa ottica, l'Arsenale di Augusta risulta preservato nel miglior modo possibile, con una specializzazione focalizzata al naviglio minore ma anche con capacità d'intervento sugli apparati e sugli equipaggiamenti

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delle altre unità flotta; verrà meno, quindi, solo l'attività di carpenteria pesante sulle grandi navi.
Ciò comporterà un'opera di riqualificazione del personale, fermo restando il mantenimento, in una prospettiva di medio termine, dell'attuale organico di circa 260 unità.
Nel merito delle iniziative promosse, la Marina è stata interessata alle attività discendenti (ed ancora in itinere) correlate alla stipula, in data 30 luglio 2009, di un Protocollo d'intesa tra il Ministero della difesa, il Ministero dello sviluppo economico e l'«Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa» (Invitalia).
Nell'ambito del processo di razionalizzazione e di valorizzazione del parco infrastrutturale della difesa, detto protocollo è finalizzato alla promozione del recupero e dell'efficientamento degli Arsenali della Marina militare (compreso quello di Augusta), al fine di promuovere la realizzazione di uno o più poli produttivi volti alla valorizzazione delle aree interessate, capaci anche di favorire l'incremento delle dotazioni finanziarie della difesa.

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ALLEGATO 4

Concessione della medaglia d'oro al valore alle Associazioni «Libero Comune di Fiume in esilio», «Libero Comune di Zara in esilio» e «Libero Comune di Pola in esilio». (C. 684 Menia, C. 685 Menia e C. 1903 Raisi).

TESTO UNIFICATO ELABORATO DAL COMITATO RISTRETTO ADOTTATO COME TESTO BASE

ISTITUZIONE DELLE MEDAGLIE D'ORO AL MERITO DELLE POPOLAZIONI DI FIUME, POLA E ZARA NONCHÉ MODIFICHE ALLA LEGGE 30 MARZO 2004, N. 92

Art. 1.

1. Sono istituite le medaglie d'oro al merito delle popolazioni di Fiume, Pola e Zara per il contributo reso nella storia a beneficio dell'Italia.
2. Le medaglie d'oro di cui al comma 1, recanti nel recto l'iscrizione: «L'Italia ricorda» e nel verso, rispettivamente, le parole: «Fiume», «Pola» o «Zara», sono consegnate unitamente ad appositi diplomi a firma del Presidente della Repubblica.
3. Nella prima cerimonia collettiva di cui all'articolo 6 della legge 30 marzo 2004, n. 92, successiva alla data di entrata in vigore della presente legge, le medaglie d'oro e i diplomi di cui al comma 2 sono consegnati, in rappresentanza delle popolazioni di cui al comma 1, rispettivamente, alle associazioni «Libero Comune di Fiume in esilio», «Libero Comune di Pola in esilio» e «Libero Comune di Zara in esilio».
4. All'articolo 3 della legge 30 marzo 2004, n. 92, dopo il comma 2 è inserito il seguente:
«2-bis. In mancanza dei soggetti di cui ai commi 1 e 2, le domande possono essere presentate, con le modalità e nei termini di cui all'articolo 4, dalle associazioni costituite per conservare e rinnovare nella Nazione la memoria degli eventi di cui all'articolo 1, comma 1. In tal caso, l'insegna metallica e il diploma sono consegnati, con le modalità di cui all'articolo 6, comma 1, alle associazioni che abbiano presentato domanda ai sensi del periodo precedente».

5. Ai fini dell'attuazione dei commi 1 e 2 è autorizzata la spesa di euro 3.000 per l'anno 2011. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni per l'anno 2011 dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2010-2012, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2010, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero della difesa.
6. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.