CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 25 giugno 2009
194.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Legge comunitaria 2009 (C. 2449 Governo).

RELAZIONE APPROVATA

La I Commissione Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni;
esaminato, per i profili di competenza, il disegno di legge comunitaria per il 2009 (C. 2449 Governo);
richiamata la previsione dell'articolo 16-bis della legge 4 febbraio 2005, n. 11, introdotta dall'articolo 6 della legge 25 febbraio 2008, n. 34 (legge comunitaria 2007), che ha previsto il meccanismo dell'azione di rivalsa da parte dello Stato nei confronti dei soggetti che violino la normativa comunitaria, con la finalità di realizzare una più efficace attuazione della normativa comunitaria da parte delle regioni e delle province autonome; questi ultimi, infatti, qualora responsabili di infrazioni produttive di danni allo Stato, dovranno ora sostenere il peso di tali violazioni in termini finanziari;
segnalata l'opportunità, con riferimento all'articolo 1, comma 6, di avviare un'attenta riflessione - individuando, come preannunciato dal Governo, un tavolo tecnico di confronto con le regioni - al fine di individuare i rispettivi ambiti di competenza legislativa per il recepimento delle direttive;
tenuto conto che all'articolo 2 - che reca princìpi e criteri direttivi di carattere generale per l'esercizio delle deleghe al fine dell'attuazione delle direttive comunitarie - è stato inserito, rispetto alle precedenti leggi comunitarie, il richiamo al principio di semplificazione amministrativa, in aderenza con l'obiettivo della riduzione degli oneri amministrativi posto anche dalla Commissione europea;
considerato che all'articolo 5 - che delega l'Esecutivo all'emanazione di testi unici o di codici di settore delle disposizioni dettate in attuazione delle deleghe conferite dalla legge per il recepimento di direttive comunitarie, al fine di coordinare le medesime con le altre norme legislative vigenti nelle stesse materie - è stata recepita l'osservazione contenuta nel parere espresso dalla Conferenza Stato-regioni il 5 febbraio 2009, prevedendo che se i testi unici o i codici di settore riguardino princìpi fondamentali nelle materie di cui all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione o in altre materie di interesse delle regioni il relativo schema di decreto legislativo è sottoposto al parere della medesima Conferenza;
tenuto conto che l'articolo 8 individua, tra le decisioni quadro che il Governo è delegato ad attuare, la decisione 2008/841/GAI del Consiglio del 24 ottobre 2008, relativa alla lotta contro la criminalità organizzata, prevedendo ai commi 4 e 5, la sottoposizione dello schema di decreto legislativo al parere, entro sessanta giorni, dei competenti organi parlamentari;
ricordato che l'articolo 8, comma 3 per l'attuazione della suddetta decisione quadro, prevede alla lettera b) - tra i principi e criteri di delega - di attribuire alle autorità amministrative l'attività di punto di contatto per lo scambio di informazioni e per ogni altro rapporto con le autorità straniere,

delibera di

RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

con le seguenti osservazioni:
a) con riferimento all'articolo 4, si valuti l'opportunità di richiamare espressamente,

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oltre al comma 2 dell'articolo 9 della legge n. 11 del 2005, anche il comma 2-bis del medesimo articolo 9, inserito - quale disposizione di carattere generale - dalla legge comunitaria del 2008, approvata in via definitiva dalla Camera il 23 giugno 2009;
b) con riguardo all'articolo 5 - che delega l'Esecutivo all'emanazione di testi unici o di codici di settore delle disposizioni dettate in attuazione delle deleghe conferite dalla legge per il recepimento di direttive comunitarie, al fine di coordinare le medesime con le altre norme legislative vigenti nelle stesse materie - si valuti l'opportunità di specificare ulteriormente la dizione «altre materie di interesse delle regioni», nell'ambito di quelle per le quali è previsto il parere espresso dalla Conferenza Stato-regioni; in proposito, si tenga altresì conto che l'articolo 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59, al quale l'articolo 5 fa rinvio, prevede l'acquisizione del parere della Conferenza unificata Stato-regioni-città e autonomie locali su tutti gli schemi dei decreti legislativi adottati ai sensi del medesimo articolo 20;
c) sempre con riferimento all'articolo 5, si valuti l'opportunità di prevedere che il termine della delega decorra - piuttosto che dalla data di entrata in vigore della legge comunitaria - dalla data di entrata in vigore dei decreti legislativi cui si riferisce la successiva attività di riordino, prevedendo al contempo un raccordo rispetto ai termini per l'esercizio della delega integrativa e correttiva di cui all'articolo 1, comma 5, così da evitare che il termine della delega per il riordino normativo - attualmente di 18 mesi dall'entrata in vigore della legge comunitaria - abbia durata più breve rispetto al termine per l'esercizio della delega integrativa e correttiva, attualmente di 24 mesi dall'entrata in vigore del decreto legislativo di attuazione.

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ALLEGATO 2

Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2008 (Doc. LXXXVII, n. 2).

PARERE APPROVATO

La I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni);
esaminata, per le parti di propria competenza, la relazione annuale sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2008;

considerato che:
il Governo italiano ha profuso, nel 2008, in ambito europeo, il massimo impegno per il rafforzamento del ruolo del Consiglio giustizia e affari interni (GAI) quale referente di tutte le iniziative aventi finalità di prevenzione e contrasto del terrorismo nonché per dare attuazione concreta al principio dell'Approccio globale alle tematiche migratorie sancito dal Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre 2005, con particolare attenzione ai Paesi della sponda sud del Mediterraneo;
in materia di immigrazione e asilo, il Governo sostiene la politica europea per lo sviluppo di un approccio globale che tenga conto della gestione dei flussi di immigrazione legali, del contrasto di quelli illegali e dell'integrazione degli stranieri legittimamente soggiornanti nel territorio europeo, in un'ottica di partenariato con i Paesi di origine e di transito degli immigrati;
in materia di immigrazione, in particolare, il Governo si è impegnato affinché le istituzioni europee prestino la dovuta attenzione al fenomeno delle migrazioni nel bacino del Mediterraneo, riconoscendo che le continue emergenze migratorie in tale area costituiscono un problema da affrontare prioritariamente e promuovendo conseguentemente il rafforzamento della capacità dei Paesi africani di controllare le proprie frontiere, la cooperazione con i Paesi africani del Mediterraneo nel controllo delle frontiere marittime nonché il rimpatrio volontario e assistito degli immigrati clandestini;
a tal fine il Governo ha promosso, tra l'altro, lo sviluppo del dialogo tra Unione europea e Libia, quale paese di transito di consistenti flussi migratori, come premessa per la cooperazione nella lotta contro l'immigrazione illegale;
il Consiglio giustizia e affari interni del 4-5 giugno 2009 ha svolto un dibattito sull'immigrazione clandestina nella regione mediterranea in cui si è auspicata la creazione di un meccanismo di solidarietà mirante a ripartire i beneficiari di protezione internazionale tra gli Stati membri;
il tema è stato affrontato dal Consiglio europeo del 19-20 giugno 2009, che ha sollecitato l'adozione di misure concrete, tra cui: il coordinamento delle misure volontarie per la ridistribuzione interna dei beneficiari di protezione internazionale presenti negli Stati membri esposti a pressioni specifiche e sproporzionate e delle persone altamente vulnerabili; il potenziamento delle operazioni di controllo alle frontiere coordinate da Frontex; la definizione di chiare regole d'ingaggio per il pattugliamento congiunto e lo sbarco delle persone soccorse in mare; un maggior ricorso a voli di rimpatrio congiunti; un forte intervento per lottare efficacemente contro la criminalità organizzata e

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le reti criminali dedite alla tratta di esseri umani; il rafforzamento dell'efficacia degli accordi di riammissione;
per quanto riguarda la politica di asilo, il Governo è fortemente determinato nell'azione tesa alla realizzazione di un sistema comune europeo in materia;
il 10 giugno 2009 la Commissione europea ha presentato la comunicazione «Uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia al servizio dei cittadini (COM(2009)262), contenente le proposte della Commissione relative al nuovo programma 2010-2014 (cd. Programma di Stoccolma) a conclusione del programma dell'Aja; in tale ambito sarà data concreta attuazione, tra le altre, alle previsioni del «Patto europeo sull'immigrazione e l'asilo», approvato dal Consiglio dell'Unione europea del 15 e 16 ottobre 2008 con il fattivo contributo del Governo italiano, che prevede - tra i principali impegni degli Stati membri - l'integrazione degli immigrati e la realizzazione di un partenariato globale con i paesi di origine e di transito che favorisca le sinergie tra le migrazioni e lo sviluppo;
in sede comunitaria la semplificazione normativa costituisce, dal 2005, parte integrante della Strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione, rappresentando, insieme alla semplificazione degli adempimenti amministrativi a carico dei cittadini e delle imprese, la base per accrescere la competitività; in aderenza con tali obiettivi la Commissione europea ha presentato una serie di atti e documenti, a partire dall'iniziativa «Legiferare meglio» e, in linea con tali finalità, il Governo italiano sta portando avanti un'ampia e meritoria opera di semplificazione dell'ordinamento per l'abrogazione delle norme non più attuali e alla sistemazione di quelle mantenute in vigore;
un apporto costruttivo è stato dato dall'Esecutivo nell'elaborazione della normativa comunitaria in materia di pari opportunità e nella fase attuativa, ivi inclusa l'applicazione della cosiddetta «Road Map per la parità di genere 2006-2010»;
la Commissione europea ha presentato un complesso di misure sull'Agenda sociale rinnovata, tra cui la comunicazione «Non discriminazione e pari opportunità: un impegno rinnovato» ed il documento di lavoro che la accompagna «Strumenti comunitari e politiche per l'inclusione dei Rom»; in proposito, nelle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2008 è stato ribadito l'invito agli Stati membri a meglio sfruttare i fondi strutturali a favore dell'inclusione dei Rom e, in linea con tali finalità, il Governo ha avviato vari interventi finanziati con fondi comunitari e nazionali;
il Governo italiano è attivamente impegnato, in sede europea e nazionale, in materia di sicurezza, lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, immigrazione e integrazione e semplificazione normativa;
è opportuno, al contempo, un sempre maggiore coinvolgimento del Parlamento nazionale e delle regioni nella fase ascendente di formazione degli atti comunitari, a partire da temi prioritari quali la lotta contro il terrorismo e la gestione dei flussi migratori;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 3

DL 61/2009: Disposizioni urgenti in materia di contrasto alla pirateria (C. 2511 Governo).

PARERE APPROVATO

Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione;
esaminato il testo del disegno di legge C. 2511 Governo, recante «Conversione in legge del decreto-legge 15 giugno 2009, n. 61, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto alla pirateria»;

considerato che:
le disposizioni recate dal provvedimento sono riconducibili alle materie «politica estera e rapporti internazionali dello Stato» e «giurisdizione e norme processuali», che l'articolo 117, secondo comma, lettere a) ed l), della Costituzione, attribuisce alla competenza legislativa esclusiva dello Stato;
il provvedimento tende, attraverso la modifica dell'articolo 5 del decreto-legge n. 209 del 2008, a limitare la giurisdizione italiana sui reati di pirateria accertati dai militari italiani nell'ambito dell'operazione militare «Atalanta» (la quale è volta a contribuire alla dissuasione, alla prevenzione e alla repressione degli atti di pirateria e delle rapine a mano armata al largo della Somalia);
in particolare, la novella in esame tende a limitare la giurisdizione italiana ai soli reati di pirateria commessi a danno dello Stato italiano o di cittadini e beni italiani, escludendola quindi anche nel caso, astrattamente ipotizzabile, di reati di pirateria commessi da cittadini italiani a danno di Stati, cittadini o beni non italiani;
la novella dà attuazione alla decisione 2009/293/PESC, con la quale è stato approvato lo scambio di lettere tra l'Unione europea e il Governo del Kenya sulle condizioni di trasferimento in Kenya delle persone sospettate di aver commesso atti di pirateria al largo della Somalia;
sulla base dei principi generali contemplati in tale scambio di lettere, il Kenya accetterà, su richiesta dei responsabili della missione Atalanta, il trasferimento sul proprio territorio delle persone fermate (potenzialmente anche cittadini italiani) e le sottoporrà alle proprie autorità competenti ai fini delle indagini e dell'azione giudiziaria;
l'ordinamento del Kenya prevede, almeno formalmente, la pena di morte, anche se la stessa non è più applicata;
l'articolo 27, ultimo comma, della Costituzione non ammette la pena di morte;
il Governo del Kenya, con il citato scambio di lettere con l'Unione europea, si è d'altra parte impegnato ad assicurare precise garanzie riguardo al trattamento delle persone ad esso consegnate dai responsabili della missione Atalanta e al procedimento giurisdizionale cui le stesse saranno sottoposte;
in particolare, il Governo del Kenya si è impegnato a non applicare la pena di morte commutandola, ove prevista, in pena detentiva;

esprime

PARERE FAVOREVOLE