CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 febbraio 2009
132.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Modifica della denominazione e delle competenze della Commissione parlamentare per l'infanzia di cui all'articolo 1 della legge n. 451/1997 (C. 1800 Mussolini e C. 1914 Capitanio Santolini).

EMENDAMENTI

ART. 1.

Al comma 2, sostituire le parole deve intendersi come parere con le seguenti ha efficacia.
1. 1. Il Relatore.

Al comma 2, sostituire la parola: vincolante con la seguente: obbligatorio.

Conseguentemente all'articolo 2, comma 2, sopprimere le seguenti parole: e, in particolare, a quelle del comma 2 del medesimo articolo.
1. 2. Il Governo.

Dopo l'articolo 1, inserire il seguente:

Art. 1-bis.

1. All'articolo 3, comma 2, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) le lettere c) e d) sono sostituite dalle seguenti:
c) analizzare le condizioni dell'infanzia e dell'adolescenza, ivi comprese quelle relative ai soggetti in età evolutiva provenienti, permanentemente o per periodi determinati, da altri Paesi, anche attraverso l'integrazione dei dati e la valutazioni dell'attuazione dell'effettività e dell'impatto del legislazione, anche non direttamente destinata ai minori;
d) predisporre, sulla base delle direttive dell'Osservatorio, lo schema della relazione biennale e del rapporto di cui, rispettivamente, ai commi 6 e 7 dell'articolo 1, evidenziando gli indicatori sociale diverse variabili che incidono sul benessere dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia;
b) la lettera f) è sostituita dalla seguente:
f) promuovere la conoscenza degli interventi delle amministrazioni pubbliche collaborando anche con gli organismi titolari di competenze in materia di infanzia e d adolescenza, in particolare con istituti e associazioni operanti per la tutela e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva.
1. 01. Sbrollini.

ART. 2.

All'articolo 2, comma 1, dopo le parole legge 23 dicembre 1997, n. 451 aggiungere le seguenti e ovunque ricorrono nell'ordinamento vigente;

conseguentemente sopprimere le seguenti parole ovunque ricorrono.
2. 3. Il Relatore.

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Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
1-bis. All'articolo 1 della legge 23 dicembre 1997, n. 451, dopo il comma 4, sia aggiunto il seguente:
4-bis. La Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, nell'esercizio dei suoi poteri di consultazione, acquisisce dati, favorisce lo scambio di informazioni e promuove le opportune sinergie con gli organismi e gli istituti per la promozione e la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza operanti in Italia e all'estero e con le associazioni, le organizzazioni non governative e tutti gli altri soggetti operanti nell'ambito della tutela e della promozione dei diritti di minori nonché dell'affido e dell'adozione.
2. 1. Mussolini.

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ALLEGATO 2

5-00575 Nicola Molteni: Disordine organizzativo, contabile e finanziario della Croce Rossa italiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

Come è noto, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 ottobre 2008 è stato disposto il commissariamento dell'Associazione Croce Rossa Italiana, con la nomina dell'avvocato Francesco Rocca.
Il commissariamento nazionale ha comportato, come conseguenza, il commissariamento di tutti i Comitati regionali e locali e, quindi, anche del Comitato provinciale di Como.
Il contributo di solidarietà richiamato nell'atto parlamentare era previsto per l'esercizio 2007, in considerazione dello sbilanciamento tra la situazione del Comitato Centrale (che presentava una previsione finanziaria e di cassa fortemente negativa), e quella degli organi periferici, che presentavano invece risultanze finanziarie positive e notevoli giacenze di cassa. Si è ritenuto prioritario, pertanto, riequilibrare tale situazione per restituire al Comitato Centrale la sua autonomia finanziaria e la possibilità di intervenire a favore delle Unità in situazioni di disagio.
In tal senso il Consiglio Direttivo Nazionale ha deciso di richiedere un «contributo di solidarietà» agli organi periferici, quale richiesta di rimborso di una percentuale minima delle spese che il Comitato Centrale sostiene per conto delle Unità Periferiche.
La mancata deliberazione del contributo di solidarietà da parte di molti Comitati della CRI ha comportato che le entrate iscritte a bilancio dal Comitato Centrale non fossero ritenute attendibili e, pertanto, ha determinato la mancata approvazione dello stesso da parte dei Ministeri vigilanti e la conseguente impossibilità di effettuare spese che non fossero obbligatorie e improcrastinabili, con inevitabili effetti gestionali negativi.
Inoltre, la situazione di cassa è notevolmente peggiorata a causa del mancato introito dei contributi di solidarietà.
Agli stessi fini, nell'esercizio 2008, il Consiglio Direttivo Nazionale ha deciso di trasferire ai Comitati Territoriali taluni costi, relativi a fattori produttivi che determinano ricavi a favore delle Unità stesse, introducendo il rimborso delle spese del personale impiegato nelle attività convenzionate e delle spese di assicurazione degli automezzi, fino a quel momento a totale carico del Comitato Centrale, per un totale di circa euro 35.000.000,00.
Per tale anno si è riproposta la stessa problematica in quanto il pareggio finanziario del bilancio del Comitato Centrale è stato raggiunto mediante l'accertamento di entrate dalle Unità periferiche, certe nell'an ma non nel quando. Si è determinata una discrasia temporale fra l'accertamento e l'incasso e un conseguente aggravamento della situazione di cassa del Comitato Centrale, che continua a sostenere tutte le spese per competenze al personale, per assicurazione RCA, per infortuni e responsabilità civile terzi degli appartenenti alle componenti volontaristiche, per l'assicurazione dei fabbricati; il Comitato, inoltre, eroga contributi di funzionamento per i Comitati Regionali e per gli ispettorati regionali e provinciali delle componenti volontaristiche.
Per quanto riguarda, in particolare, il Comitato di Como, la spesa che il Comitato Centrale sostiene per i tre dipendenti

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e per assicurazioni e contributi vari supera gli euro 250.000,00 annui; il contributo di solidarietà richiesto per il 2007 è pari ad euro 111.834,00.
In merito ai dubbi di «legittimità dell'intervento sostitutivo del Comitato Centrale» si fa presente che alcune Unità delle Regioni Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Liguria hanno impugnato le delibere del Consiglio Direttivo Nazionale.
Il Consiglio di Stato, in sede di accoglimento degli appelli presentati dal Comitato Centrale, ha affermato la legittimità delle delibere del Consiglio Direttivo Nazionale e dell'Assemblea Nazionale che impongono «contributi a carico dei comitati locali affluenti alla manovra di bilancio».
Il Consiglio di Stato ha affermato che «posto che il patrimonio dei comitati locali è alimentato dai trasferimenti effettuati dall'organismo centrale, sarebbe contraddittorio negare a quest'ultimo la potestà di esigere dalle Unità locali una contribuzione "di solidarietà", vieppiù tenendo conto dei poteri di indirizzo e controllo che ad esso spettano sulle gestioni locali».

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ALLEGATO 3

5-00629 Zazzera e Palagiano: Misure volte a salvaguardare la salute dei cittadini dalla diossina nella città di Taranto.

TESTO DELLA RISPOSTA

In data 11 aprile 2008 il Ministero che rappresento ha firmato, congiuntamente al Ministero dell'ambiente e tutela del territorio e del mare e ad altre Amministrazioni centrali e locali interessate, nonché alle rappresentanze industriali, un Accordo di Programma per l'«Area industriale di Taranto e Statte» ai sensi dell'articolo 5, comma 20, del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59.
È stata prevista l'istituzione di un Comitato di coordinamento, per garantire l'effettuazione degli adempimenti in esso contenuti; le prime riunioni sono state finalizzate alla raccolta di tutti i dati ambientali e sanitari, disponibili presso i vari Enti, per stabilire lo stato delle conoscenze in merito alla criticità dell'area in questione. Dall'esame dei dati raccolti sono emerse delle lacune conoscitive relativamente sia agli aspetti epidemiologici e di monitoraggio sanitario sia ambientali.
Pertanto, l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha elaborato una proposta di ricerca che prevede, tra gli altri Enti, il coinvolgimento della ASL di Taranto e dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) - Puglia.
Il progetto intende approfondire gli aspetti relativi alla effettiva esposizione della popolazione interessata dall'inquinamento derivante dall'attività industriale di zona, con specifico riferimento al biomonitoraggio, che rappresenta lo strumento d'elezione per conoscere il grado di esposizione dei residenti a specifici inquinanti, in particolare gli organici persistenti (tra i quali la diossina ed i metalli pesanti).
In particolare, tale progetto di ricerca necessita di una analisi preliminare dei dati di pressione ambientale e/o sanitaria, desumibili da studi specifici e da banche dati fornite dalle strutture del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e dal sistema a rete delle Agenzie Ambientali, gestito dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Un preliminare esame critico dei dati fino ad ora disponibili, ed eventualmente una serie di integrazioni di alcune evidenze ambientali in collaborazione con ARPA e ASL locali, consentirà di disporre di tutti gli elementi per una completa valutazione dei livelli di contaminazione ambientale dell'intera area e di fornire gli elementi per la stima dell'esposizione integrata della popolazione (sostanzialmente inalatoria ed alimentare).
La valutazione dei livelli differenziali di contaminazione ambientale nei diversi distretti dell'area in studio, possibilmente corredata da dati storici, consentirà una caratterizzazione spaziale e temporale del territorio, finalizzata anche all'individuazione di idonei gruppi di soggetti da includere nelle indagini di monitoraggio biologico.
L'area di Taranto è già stata oggetto di numerosi studi ambientali, epidemiologici e tossicologici, che hanno rilevato una situazione di particolare criticità ambientale e sanitaria. Ad esempio, alcuni recenti dati del Registro Tumori Jonico-Salentino relativi ai tassi standardizzati di incidenza negli uomini (per 100.000 abitanti) per il periodo 1999-2001, mostrano, per selezionate neoplasie che risultano in letteratura scientifica associate ad inquinamento ambientale, un aumento dei tassi man mano che l'area studiata si approssima alle aree

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industriali, passando cioè dal territorio provinciale, all'intera Area a rischio di Taranto, fino al solo comune di Taranto.
Nel 2008 è stato avviato il Programma Strategico «Ambiente e Salute»; in uno specifico studio (SENTIERI) relativo al progetto «Il rischio per la salute nei siti inquinati: stima dell'esposizione, biomonitoraggio e caratterizzazione epidemiologica»; il sito di Taranto, così come altri 43 siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN), è oggetto di uno studio sullo stato di salute delle popolazioni residenti, attraverso analisi dei dati di mortalità.
L'Istituto ha attivato da tempo un gruppo di lavoro sul biomonitoraggio tra le popolazioni residenti nei SIN, in relazione alla contaminazione ambientale da sostanze chimiche persistenti e, più in generale su microinquinanti organici ed inorganici.
La scelta dei siti e la realizzabilità dello studio di biomonitoraggio dipende, oltre che dalla tipologia dei contaminanti presenti, anche dalla qualità delle collaborazioni che si rendono necessarie tra l'ISS e le strutture operanti sul territorio.
In particolare, è necessario poter disporre di: 1) adeguato supporto operativo nelle fasi di presentazione degli obiettivi, di sensibilizzazione, selezione e reclutamento della popolazione; 2) assistenza nelle fasi di raccolta dei campioni biologici e nella somministrazione di questionari; 3) collaborazione nella fase di comunicazione dei risultati.
Dette attività sono già state avviate in collaborazione con la ASL TA/1.
Nel sito di Taranto sono state inoltre effettuate rilevazioni di dati socio demografici, fisici e di comportamento, nell'ambito dello «Studio dell'esposizione della popolazione di Taranto, Statte, Crispiano e Massafra ad inquinanti presenti nell'aria ambiente».
La multidisciplinarietà e le esperienze del Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria dell'ISS consentono quindi di progettare ed attuare uno studio che abbia come obiettivo il supporto alle decisioni cui sono chiamate le Autorità competenti, soprattutto nella valutazione di cui al decreto legislativo n. 59/2005.
In particolare, detto progetto si articolerà in tre fasi, rispettivamente finalizzate: alla integrazione in un unico quadro conoscitivo delle molteplici e diversificate conoscenze già disponibili in letteratura; all'identificazione di protocolli ed indicatori che consentano nel tempo alle Autorità competenti di seguire l'evolversi della situazione; al monitoraggio della qualità dell'ambiente e della salute delle popolazioni.
Si ricorda inoltre che, sempre per l'area di Taranto, questo Ministero nel 2002 ha finanziato, nell'ambito del programma di ricerca finalizzata 2000-2007, uno studio concernente l'impatto sulla salute di particolari condizioni ambientali e di lavoro e i provvedimenti di pianificazione territoriale.
La ricerca è stata condotta in collaborazione con il Dipartimento di Medicina del Lavoro dell'ISPESL di Roma, con la Direzione Sanitaria dell'ILVA di Taranto e con il Dipartimento di Prevenzione dell'ASL TA/1.
L'area tarantina è definita area a rischio di inquinamento ambientale per i vasti insediamenti industriali presenti (complesso siderurgico, cementificio, raffineria di petrolio, eccetera) e per l'alta incidenza di tumori polmonari. Il ruolo dei metalli cancerogeni, in particolare cromo e arsenico, è stato scarsamente studiato quale fattore espositivo nei lavoratori e negli abitanti dell'area circostante gli insediamenti industriali. Pertanto, lo studio citato ha avuto lo scopo di verificare se l'esposizione a cromo e ad arsenico, valutata attraverso la eliminazione urinaria di questi metalli, fosse più elevata nei lavoratori dell'impianto siderurgico di Taranto, rispetto ai soggetti residenti a Taranto in prossimità dello stabilimento (quartiere Tamburi), e in questi ultimi rispetto a quelli residenti a distanza di circa 20 Km da esso (quartieri S. Vito-Lama-Talsano).
Per quanto riguarda specificatamente la sicurezza alimentare, intendo sottolineare che la presenza di diossine in alcune

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aree della Provincia di Taranto è all'attenzione del Ministero fin dal marzo del 2008, quando l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise, in qualità di Laboratorio Nazionale di Riferimento (LNR) per il monitoraggio della presenza di diossine e Policlorobifenili (PCB) in mangimi ed alimenti destinati al consumo umano, ha segnalato il riscontro di due non conformità in latte ovi-caprino, per diossine e PCB diossina-simili (DL-PCB).
I campioni risultati positivi provenivano da un allevamento ovi-caprino sito in prossimità del polo siderurgico ed erano stati prelevati da operatori dell'Asl di Taranto nel corso dei consueti controlli.
Questo Dicastero ha seguito l'evoluzione della situazione e, a tal fine, sono state periodicamente convocate specifiche riunioni di coordinamento con rappresentanti della Regione Puglia.
Nel mese di maggio 2008 sono state formulate sollecitazioni circa il potenziamento delle attività di controllo regionali, attraverso l'adozione di un piano di sorveglianza per la ricerca di diossine e PCB diossina-simili in matrici di origine animale, da effettuarsi in collaborazione con il citato Laboratorio Nazionale e l'ARPA competente, al fine di valutare l'entità del fenomeno riscontrato.
Tale piano prevede controlli ufficiali su alimenti ad uso umano e zootecnico, nonché controlli ambientali su suolo superficiale ed acque sotterranee, in aree ricomprese nel raggio di 5 e 10 km dall'area industriale.
I primi risultati hanno condotto al riscontro di n. 7 allevamenti non conformi, i quali sono attualmente sottoposti a vincolo sanitario per animali e prodotti da essi derivati.
Sono stati effettuati ulteriori 41 campionamenti che, in riferimento alle matrici, sono così distinti: n. 9 campioni di latte bovino, n. 7 campioni di latte ovicaprino, n. 3 campioni di uova di galline ovaiole e n. 22 campioni di fieno. I risultati hanno consentito di individuare un ulteriore allevamento non conforme, posto sotto vincolo sanitario.
Preciso che, ai sensi del Regolamento (CE) n. 1881/2006, il quale definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari, il superamento dei limiti per diossine e PCB diossina-simili nei prodotti alimentari comporta la loro esclusione dal consumo umano e il successivo trattamento, ai sensi del Regolamento (CE) n. 1774/2002, come materiali di categoria 2.
Per quanto riguarda la presenza di diossine e PCB nei mangimi destinati agli animali, si precisa che, nell'ambito del Piano Nazionale di controllo sugli alimenti per animali 2007, la Regione Puglia ha effettuato 31 campionamenti, dei quali nessuno è risultato positivo alle analisi di laboratorio.
A fronte dei risultati ottenuti, la Regione Puglia si propone di proseguire e potenziare l'attività di monitoraggio di tali contaminanti, attraverso l'adozione di un «Piano Straordinario di monitoraggio e di sorveglianza nelle aziende zootecniche della provincia di Taranto», in particolare nelle aree a maggiore impatto industriale.
Per tale Piano, che dovrebbe prevedere interventi mirati al controllo della contaminazione da diossina e DL-PCB negli animali produttori di alimenti per l'uomo e negli alimenti da essi derivati (latte, prodotti a base di latte, carni, uova, pesci e molluschi), nei mangimi ad essi destinati, negli alimenti di origine vegetale (in particolare olive ed olio di oliva), nonché matrici ambientali, è prevista un'area di campionamento fino ad un raggio di 20 km dalla zona industriale di Taranto.
Ritengo opportuno inoltre riportare quanto precisato sulla problematica dalla Prefettura di Taranto.
A seguito della rilevazione nel marzo 2008 delle due non conformità in campioni di latte ovino e caprino, già citate in precedenza, è stato deciso, al fine di delineare un quadro più attendibile della situazione, di eseguire ulteriori accertamenti su campioni provenienti da aziende zootecniche della zona ed è stato contestualmente approntato un piano di campionamento sulle matrici ambientali.

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Di conseguenza ARPA e Dipartimento di Prevenzione della ASL TA1 hanno sottoposto a campionamento 14 allevamenti (8 siti nell'agro di Taranto-Statte e altri 6 dislocati nel territorio di Comuni del circondario quali Crispiano, Massafra e Mottola) ed inoltre è stato altresì oggetto di indagine il prodotto commercializzato dalla Centrale del latte di Taranto.
I risultati relativi alle aziende di Crispiano, Massafra e Mottola ed alla Centrale del latte hanno evidenziato parametri nella norma, mentre per alcune aziende site in prossimità della zona industriale di Taranto sono stati riscontrati valori non conformi, alla luce dei quali il Dipartimento di Prevenzione ha inviato ai Sindaci di Taranto e di Statte le proposte di ordinanze sindacali di divieto di pascolo nelle zone a rischio, successivamente adottate dalle Amministrazioni interessate e tuttora vigenti.
Inoltre lo scorso dicembre, a seguito degli esiti del campionamento, la Regione Puglia, d'intesa con la locale Direzione del Dipartimento di Prevenzione della ASL, ha disposto, a tutela della salute della cittadinanza locale, l'abbattimento di 1122 capi di bestiame (per lo più ovini e caprini), appartenenti ad allevamenti ubicati a ridosso dell'area industriale.
Il Dipartimento di Prevenzione ha altresì avviato un'attività di campionamento dell'olio di oliva prodotto con materia prima coltivata nelle zone a rischio di contaminazione.
Successivamente alla pubblicazione del dossier citato nell'atto parlamentare, si è registrato un ulteriore innalzamento dei livelli di attenzione sulla problematica, sia da parte dell'opinione pubblica sia da parte delle istituzioni regionali, direttamente coinvolte in relazione alla verifica degli adempimenti previsti dai vari Accordi di Programma e in relazione alle specifiche competenze regionali in materia di salute e ambiente.
Il 16 dicembre 2008 è stata approvata una legge regionale che ha fissato limiti più severi per le emissioni industriali di diossina e individuato i tempi entro i quali devono essere realizzati gli abbattimenti dei livelli attuali.
Peraltro, nei giorni precedenti l'approvazione della legge, si erano registrate posizioni diversificate tra Ministero dell'ambiente, che richiamava l'applicazione, per le riduzioni delle diossine, dei limiti fissati dai parametri europei con i relativi tempi di attuazione, e la stessa Regione, che invece ha preferito seguire una linea più rigida.
La recente normativa regionale prevede l'obbligo di ridurre le emissioni di diossina a un nanogrammo per metro cubo d'aria entro il 31 dicembre 2009 e a 0,4 nanogrammi per metro cubo d'aria entro il 2010, con l'obiettivo finale di emissioni di diossina pari a 0,1 nanogrammi per metro cubo d'aria entro la fine del 2011.
Nella consapevolezza dell'importanza, ai fini della tutela della salute pubblica, di provvedere, nell'ambito delle attività di gestione del rischio sanitario, ad un idoneo controllo ambientale per l'individuazione delle sorgenti di contaminazione, questo Ministero ha avviato i necessari contatti con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al fine di definire congiuntamente misure appropriate per contrastare e risolvere la persistenza della contaminazione, allo scopo di garantire un elevato livello di tutela della salute umana.

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ALLEGATO 4

Delega al Governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni (C. 2031 Governo, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La XII Commissione,
esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge n. 2031 Governo, approvato dal Senato, recante «Delega al Governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni», quale risultante dagli emendamenti approvati,

esprime:

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
a) l'articolo 5, comma 2, lettera o), sia modificato al fine di specificare che l'entità della quota fissa della retribuzione, a fini pensionistici, non sia modificata dalla quota del 30 per cento del salario prevista quale premio legato alla produttività;
b) all'articolo 5, comma 3, il beneficio della deroga sia esteso, oltre che ai dirigenti dell'Unità operativa complessa, anche alla dirigenza medica, sanitaria e veterinaria e, comunque, il periodo contributivo di quaranta anni sia riferito al servizio effettivo prestato, senza conteggiare i periodi oggetto di riscatto contributivo.