CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 23 ottobre 2008
82.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
Pag. 49

TESTO AGGIORNATO AL 28 OTTOBRE 2008

ALLEGATO 1

Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, concernente l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia (C. 22 Zeller, C. 646 Cicu, C. 1070 Palomba, C. 1449 Gozi, C. 1491 Bocchino, C. 1507 Soro, C. 1692 Lo Monte e C. 1733 Zeller).

ULTERIORI EMENDAMENTI

ART. 1.

Sopprimere il comma 3.
1. 600. Il Relatore.
(Approvato)

Pag. 50

ALLEGATO 2

Schema di regolamento di organizzazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Atto n. 30).

PARERE APPROVATO

La I Commissione,
esaminato, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, lo schema di regolamento recante organizzazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (atto n. 30);
visto il parere espresso dal Consiglio di Stato il 28 agosto 2008;
visto che la V Commissione (Bilancio) ha valutato favorevolmente lo schema in esame;
visti i rilievi formulati dalla IX Commissione (Trasporti);
rilevata la mancata adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto dall'articolo 1, comma 18, del decreto-legge n. 85 del 2008, con il quale, previa consultazione delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, avrebbero dovuto essere preliminarmente determinati i criteri e le modalità per l'individuazione delle risorse umane relative alle funzioni trasferite;
preso atto che il Consiglio di Stato, pur censurando la mancata adozione del predetto decreto, la quale configura un vulnus procedurale, ha nondimeno ritenuto che sia stata comunque sufficientemente garantita la partecipazione a titolo consultivo delle organizzazioni sindacali alla fase di riorganizzazione;
espresso peraltro l'auspicio che in futuro il Governo si attenga alle norme procedimentali di legge finalizzate a garantire alle organizzazione sindacali maggiormente rappresentative la possibilità di partecipare fin dall'inizio alla riorganizzazione dell'assetto dei ministeri, sia pure in funzione consultiva;
rilevato che le competenze in materia di affari generali e personale sono attribuite, dall'articolo 2 dello schema di regolamento in esame, al Dipartimento per le infrastrutture, gli affari generali e il personale, laddove, trattandosi di competenze afferenti all'intero Ministero, sarebbe preferibile che fossero devolute ad una struttura apposita, non incardinata in alcun Dipartimento;
considerato che la materia delle politiche abitative, dell'edilizia statale e degli interventi speciali appare meritevole di una maggiore rilevanza specifica nell'ambito dell'organizzazione del Ministero;
considerato che andrebbe valutata l'opportunità di accorpare alcune delle direzioni generali comprese nel Dipartimento per i trasporti, la navigazione e i sistemi informativi e statistici, in vista di una più congrua organizzazione del medesimo Dipartimento e di una più puntuale individuazione delle competenze afferenti a specifici macrosettori;
rilevato che l'articolo 6, comma 9, dello schema di regolamento in esame estende, rispetto al citato vigente regolamento di organizzazione del Ministero dei trasporti, le competenze della Direzione generale del trasporto aereo, attribuendole funzioni attualmente assegnate all'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), tra cui quelle riguardanti piani regolatori aeroportuali e nodi di interscambio; amministrazione del demanio aeronautico civile;

Pag. 51

analisi del mercato dell'aviazione civile, tutela della concorrenza e dinamiche tariffarie; gestione dello spazio aereo nazionale, aspetti tariffari, Eurocontrol;
ricordato che, per quanto riguarda la navigazione aerea civile, l'articolo 685 del codice della navigazione attribuisce al Ministero i compiti di indirizzo e vigilanza e individua nell'ENAC l'unica autorità di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore;
considerato che le predette nuove funzioni attribuite alla Direzione generale del trasporto aereo non sono di vigilanza, ma di amministrazione attiva; che di fatto già oggi si riscontrano controproducenti sovrapposizioni di competenza tra la Direzione generale del trasporto aereo e l'ENAC; e che l'estensione delle competenze ministeriali nel campo dell'amministrazione attiva non potrebbe che aggravare l'incertezza di ruoli già esistente;
rilevato che, in materia di sicurezza della navigazione marittima, l'articolo 7, comma 2, lettere c) e d), attribuisce al Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto una competenza generale, laddove il vigente regolamento di organizzazione del Ministero dei trasporti, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 271 del 2007, gli attribuisce, più opportunamente, una competenza limitata ai soli aspetti tecnici (come del resto fa anche il precedente regolamento di organizzazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 184 del 2004);
rilevato che l'articolo 7, comma 2, lettera e), dello schema di regolamento attribuisce al Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto le funzioni in materia di «personale marittimo e relative qualifiche professionali, certificazione degli enti di formazione e di addestramento del personale marittimo e gestione del sistema informativo della gente di mare», mentre, per la medesima materia, l'articolo 6, comma 7, lettera i), attribuisce alla Direzione generale per il trasporto marittimo e per vie d'acqua interne soltanto le funzioni relative a «personale marittimo e sistema informativo della gente di mare» e comunque solamente «per quanto di competenza»;
considerato tuttavia che le funzioni in materia di personale marittimo e relativa formazione sono tradizionalmente svolte dal Ministero e che questo inoltre dispone del necessario personale di specifica e elevata specializzazione tecnica;
osservato che l'articolo 8, comma 3, nel prevedere la facoltà, per i Provveditori per le opere pubbliche, di attribuire, nell'ambito degli uffici dirigenziali non generali presso la sede interregionale coordinata, le funzioni vicarie relative a tale sede, non specifica tuttavia la natura delle funzioni vicarie che verrebbero attribuite;
ritenuto, infine, che andrebbe valutata la possibilità di verificare la concreta limitazione degli incarichi consulenziali previsti nell'ambito del dicastero, ad esclusione di quelli direttamente afferenti a funzioni di staff dei Ministri, Viceministri e Sottosegretari,
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
a) le competenze in materia di affari generali e personale siano devolute a una struttura apposita, di livello dirigenziale generale, in posizione di terzietà rispetto a entrambi i Dipartimenti;
e con le seguenti osservazioni:
valuti il Governo l'opportunità di:
1) accorpare alcune delle direzioni generali afferenti al Dipartimento per i trasporti, la navigazione e i sistemi informativi e statistici, in vista di una più congrua organizzazione del medesimo Dipartimento e di una più puntuale individuazione delle competenze afferenti a specifici macrosettori;
2) ripartire le competenze in materia di navigazione aerea, tra la Direzione

Pag. 52

generale del trasporto aereo e l'ENAC, sulla base del principio stabilito dall'articolo 687 del codice della navigazione, ai sensi del quale «l'ENAC, nel rispetto dei poteri di indirizzo del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, nonché fatte salve le competenze specifiche degli altri enti aeronautici, agisce come unica autorità di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell'aviazione civile, mediante le proprie strutture centrali e periferiche, e cura la presenza e l'applicazione di sistemi di qualità aeronautica rispondenti ai regolamenti comunitari», conseguentemente confermando in capo all'ENAC le funzioni ad esso attribuite dal decreto legislativo n. 250 del 1997 relativamente a piani regolatori aeroportuali e nodi di interscambio; amministrazione del demanio aeronautico civile; analisi del mercato dell'aviazione civile; tutela della concorrenza e dinamiche tariffarie e gestione dello spazio aereo nazionale, aspetti tariffari, Eurocontrol;
3) ripartire le competenze in materia di sicurezza della navigazione, tra la Direzione generale per il trasporto marittimo e per le vie d'acqua interne e il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, sulla base del principio per cui l'attività di regolazione spetta alla Direzione generale, sia pure col supporto del Comando generale, mentre l'attività amministrativa in senso stretto spetta al Comando generale;
4) attribuire al Ministero, in via principale, le funzioni di gestione del personale marittimo e delle relative qualifiche professionali, di certificazione degli enti di formazione e di addestramento del personale marittimo, di gestione del sistema informativo della gente di mare nonché, in accordo con le altre Direzioni competenti, del sistema informatico delle imbarcazioni, lasciando al Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, sulla materia, i soli compiti residuali di competenza;
5) definire chiaramente, all'articolo 8, comma 3, quali siano le funzioni vicarie ivi menzionate;
6) verificare, con riferimento all'articolo 8, l'effettiva necessità funzionale di tutti i provveditorati interregionali per le opere pubbliche ivi previsti;
7) procedere ad una ulteriore razionalizzazione degli uffici dirigenziali di prima e seconda fascia, rispetto a quanto previsto nello schema di regolamento, e far ricorso alle procedure di mobilità regionale e interregionale, al fine di migliorare la funzionalità del complesso delle strutture amministrative afferenti al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e, nel contempo, di rafforzare la concreta operatività degli uffici periferici.

Pag. 53

ALLEGATO 3

Schema di regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (Atto n. 31).

PARERE APPROVATO

La I Commissione,
esaminato, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, lo schema di regolamento recante organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del ministro delle infrastrutture e dei trasporti (atto n. 31);
visto il parere espresso dal Consiglio di Stato;
visti i rilievi formulati dalla V Commissione (Bilancio);
visti i rilievi formulati dalla IX Commissione (Trasporti),
esprime
PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
come richiesto dalla Commissione Bilancio:
al comma 2 dell'articolo 10, le parole: «Al maggior onere derivante dall'attuazione» siano sostituite con le seguenti: «All'attuazione»;
e con le seguenti osservazioni:
come richiesto dalla Commissione Trasporti:
sia valutata l'opportunità di ricollocare le disposizioni recate dagli ultimi due periodi del comma 1 dell'articolo 3 nell'ambito dell'articolo 2, comma 3, al fine di rendere più sistematica e completa la definizione delle funzioni attribuite alla competenza del capo di gabinetto.

Pag. 54

ALLEGATO 4

5-00346 Bordo: Sul Centro di accoglienza e sul Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Borgo Mezzanone (Foggia).

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, on.li Colleghi, con questa interrogazione l'On. Bordo chiede di conoscere se e come il Governo intenda intervenire per ridurre il numero degli ospiti del centro di accoglienza e del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Borgo Mezzanone e per attivare un posto fisso di pubblica sicurezza all'interno del Centro. Qualche considerazione di carattere generale.
All'origine della situazione è da individuarsi l'eccezionale afflusso di immigrati che, nel corso del 2008, ha interessato l'Italia e, in particolare, Lampedusa e le coste meridionali: l'incremento delle presenze nel 2008 è stato del 70 per cento, tale da imporre il ricorso a misure straordinarie di accoglienza.
Il Governo è intervenuto con una serie di iniziative per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri, per aumentare la capacità del sistema di accoglienza con l'apertura di nuove strutture e con l'ampliamento della capienza di alcuni centri esistenti.
Inizialmente, si era ritenuto sufficiente, anche sulla base di quanto verificatosi nel 2007, limitare per l'anno in corso la proroga dello stato di emergenza alle sole regioni Sicilia, Puglia e Calabria.
Tuttavia, già a partire dal mese di marzo 2008, il numero degli sbarchi sulle coste - in particolare su quelle siciliane, in primis a Lampedusa - ha toccato livelli mai raggiunti in precedenza.
Basti pensare che dal 1o gennaio al 5 ottobre del corrente anno, risultano sbarcate in Italia n. 25.407 persone, a fronte di n. 17.140 immigrati sbarcati nello stesso periodo del 2007, con un incremento di 8.267 unità, pari, in termini percentuali, a circa il 49 per cento.
Più specificamente, dal mese di maggio fino ad oggi, l'incremento delle presenze nei Centri di Primo Soccorso e Assistenza ha imposto l'adozione di misure straordinarie volte a restituire, nel più breve tempo possibile, adeguata funzionalità a tali strutture ormai prossime al collasso.
Rilevata la saturazione progressiva dei Centri e la limitata entità del turn over negli stessi è stato necessario estendere a tutto il territorio nazionale la dichiarazione dello stato di emergenza, con l'ordinanza del 12 settembre 2009 (n. 3703).
Sulla base di una capillare ricognizione delle disponibilità ricettive presenti su tutto il territorio nazionale - che ha visto il coinvolgimento dei Consigli territoriali per l'immigrazione, dei prefetti, dei sindaci e di tutte le associazioni di volontariato operanti sul territorio - sono stati allestiti, in diverse province, ulteriori 48 centri di accoglienza, gestiti da organizzazioni non governative religiose e laiche operanti nel settore dell'assistenza agli immigrati e ai rifugiati.
È stata aumentata la capienza ordinaria dei Centri governativi, con l'aggiunta di posti letto e l'utilizzo di spazi destinati ad altre finalità.
Tra queste ultime misure, figura anche la realizzazione a Crotone e a Foggia (Borgo Mezzanone) di due tendopoli capaci di ospitare, rispettivamente, 240 e 546 persone.
Alla data dell'8 ottobre 2008 risultano operativi 10.674 posti di accoglienza, contro i circa 3 mila del mese di aprile 2008.
In particolare, a Borgo Mezzanone, la realizzazione della tendopoli ha consentito

Pag. 55

di implementare la recettività dell'intero complesso dove, alla data del 10 ottobre 2008, risultavano presenti in totale n. 1.013 immigrati così suddivisi:
n. 198 nel CARA;
n. 342 nel CDA;
n. 473 nella tendopoli.
Per il miglioramento dell'intera struttura è in atto la redazione di un progetto per la rimodulazione del centro con la realizzazione di strutture fisse per 1.000 posti, in sostituzione delle tende attualmente esistenti.
Per l'accoglienza sono stati predisposti adeguati servizi che garantiscono - contrariamente a quanto da ella affermato, secondo cui all'incremento delle presenze nei centri di Borgo di Mezzanone non sarebbe corrisposto un proporzionale incremento dei servizi di accoglienza - condizioni di trattamento rispettose dei diritti, della dignità delle persone e dell'unità familiare, senza discriminazioni di religione, di orientamento sessuale, di nazionalità o etnia, secondo quanto previsto dagli standard internazionali.
In particolare, i servizi di assistenza generica della persona, di assistenza sanitaria, fornitura pasti, prodotti per l'igiene personale, vestiario e generi di conforto sono assicurati dall'Ente gestore, mentre i servizi di assistenza legale, orientamento al rimpatrio, assistenza socio-psicologica e insegnamento della lingua italiana vengono assicurati da associazioni di volontariato convenzionate con i Comuni di Foggia e Manfredonia.
Per quanto riguarda la situazione dell'ordine pubblico all'interno delle strutture di Borgo Mezzanone, la difficile convivenza tra le 35 etnie determina una costante situazione di tensione, acuita a seguito dei gravi episodi del 3 settembre scorso, e, in parte, stemperata dopo il trasferimento di 107 somali nel Centro di Accoglienza di Bari Palese.
Né è semplice modulare la presenza delle varie etnie alla luce della necessità - se ne è trattato anche alla prefettura di Foggia (dove alla riunione del 15 settembre scorso, vertente proprio sulle problematiche inerenti alla sicurezza e all'ordine pubblico della struttura, ha preso parte anche l'On. Bordo) e questura di Foggia - di evitare la contemporanea presenza di diverse etnie (in particolare, di nigeriani, somali ed eritrei) nelle strutture di Borgo Mezzanone; ciò al fine di garantire una più serena convivenza al suo interno.
Per quanto riguarda, poi, i servizi di controllo e vigilanza, essi sono garantiti.
Infatti, nell'arco delle 24 ore, è attivo un dispositivo di vigilanza esterno, cui fanno capo 80 unità del 7o reggimento bersaglieri di Bari, mentre il coordinamento degli interventi è assicurato da 10 unità delle Forze dell'Ordine (4 della Polizia di Stato, 4 dei Carabinieri, 2 della Guardia di Finanza).
Tale dispositivo si rende necessario, considerato che tutti gli ospiti, in ragione del loro particolare status giuridico, circolano liberamente all'esterno dei centri.
Contribuiscono alla predetta attività di vigilanza - sia presso il Centro sia nel tratto di strada compreso tra la borgata di Borgo Mezzanone e la città di Foggia (dove arrivano e partono gli autobus che accompagnano gli ospiti) - anche 10 unità del Battaglione Carabinieri di Bari e da altrettanto personale del reparto Mobile, sempre di Bari, con orari dedicati.
Senza dimenticare, poi, che Borgo Mezzanone - oltre ad essere agevolmente e in tempi brevi raggiungibile da Bari, sede dei IX Reparto Mobile - è situato nel comprensorio del comune di Manfredonia ove è presente un Commissariato di polizia di Stato.
Proprio la presenza del Commissariato impedisce l'attivazione di un posto fisso di polizia presso il Centro in questione, in ottemperanza al disposto dell'articolo 1, comma 435, della legge Finanziaria per il 2007, che ha previsto un piano pluriennale di riarticolazione e di ridislocazione dei reparti territoriali delle Forze di Polizia con l'obiettivo, da un lato, di conseguire un contenimento delle spese di gestione delle relative strutture e, dall'altro, di ottenere un più razionale impiego delle risorse umane nell'espletamento di compiti di ordine e di sicurezza pubblica sul territorio.

Pag. 56

ALLEGATO 5

5-00267 Bertolini: Sulla costituzione di un Centro islamico nel comune di Cesena.
5-00440 Bertolini: Sulla comunità islamica di Sassuolo (Modena).

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli Deputati, rispondo contemporaneamente a entrambe le interrogazioni dell'On.le Bertolini che, pur facendo riferimento a episodi verificatisi in due diverse realtà locali - Cesena e Sassuolo - affrontano problemi comuni geograficamente.
Il Ministero dell'interno ha dedicato costante attenzione alle vicende in esame e assicura un'efficace azione di contrasto nei confronti del possibile radicamento di cellule o di gruppi del radicalismo di matrice islamica collegati a organizzazioni terroristiche internazionali.
L'impegno profuso in tale direzione è attestato da una serie di positivi risultati investigativi, anche recenti: cito ad esempio le indagini concluse ad agosto con l'arresto di un gruppo di soggetti - per lo più di origine tunisina, gravitanti tra Bologna, Imola e Faenza - accusati dei delitti di associazione con finalità di terrorismo internazionale (articolo 270-bis del codice penale) e truffa in danno di imprese assicuratrici (articolo 642 del codice penale). Le indagini sulla cellula - avviate nel mese di agosto 2005, all'indomani degli attentati di Londra - hanno confermato l'esistenza, in Italia, di strutture dedite al reclutamento, all'indottrinamento e all'addestramento di militanti jihadisti, destinati a raggiungere luoghi come l'Iraq o l'Afghanistan, per compiere atti di terrorismo.
La vigilanza è alta e a tal fine - e con ciò rispondo da subito all'ultimo quesito della prima interrogazione -, nell'ambito delle pianificazioni disposte dal Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA), le Forze di Polizia continuano a effettuare controlli capillari sui luoghi che fra l'altro sono deputati all'esercizio del culto islamico, presenti sul territorio nazionale.
In tale ottica le Forze dell'ordine, provvedono, da un lato, a verificare le informazioni di intelligence e, dall'altro, a tenere sotto osservazione i luoghi di aggregazione delle comunità islamiche, in cui è possibile ipotizzare la presenza di soggetti gravitanti nell'area dell'ultrafondamentalismo.
L'On. Bertolini chiede notizie in merito a due vicende che si inseriscono nel delicato contesto dei rapporti tra le comunità islamiche locali e le rispettive amministrazioni comunali, alle quali sono conferite, ai sensi dell'articolo 94 del decreto legislativo n. 112 del 1998, sia le funzioni inerenti all'edilizia di culto sia la disciplina dell'assetto urbanistico del territorio.
La prima interrogazione, in particolare, riguarda il progetto di costruzione, nella città di Cesena, non già di una «moschea» propriamente detta (con ciò intendendosi, secondo la tradizione islamica, un edificio dotato di minareto, cupola, mezzaluna e mihrab, cioè una nicchia nel muro orientata in direzione della Mecca), ma di un Centro di cultura islamica che nell'ottica dei promotori, doveva essere prevalentemente destinato a finalità associative diverse da quelle della preghiera.
L'iter amministrativo per realizzare la struttura risulta essersi interrotto nei giorni scorsi a seguito della decisione, annunciata dal Comune di Cesena, di non

Pag. 57

consentire l'intervento oggetto della dichiarazione d'inizio d'attività, presentata dall'associazione «Centro cultura e studi islamici della Romagna».
Il provvedimento giunge al termine di una complessa vicenda, iniziata nell'aprile scorso, quando tale associazione ha stipulato l'atto di acquisto di un capannone artigianale sito nella frazione «Torre del Moro», provvedendo al pagamento di 375 mila euro.
Nel corso delle trattative, i rappresentanti di quell'associazione non avevano esternato l'intenzione di adibire l'immobile a centro culturale, come viceversa manifestato in sede di stipula del rogito. Solo successivamente è stata presentata all'Amministrazione comunale la richiesta finalizzata al cambio di destinazione d'uso.
L'11 giugno 2008, il competente ufficio del Comune di Cesena ha protocollato una dichiarazione d'inizio attività presentata dal nuovo proprietario del capannone, con la quale veniva data informazione dell'inizio dei lavori (per il giorno 7 luglio 2008) e della richiesta di cambio di destinazione d'uso dell'immobile (da attività artigianale a sede di attività culturale).
In sede di Consiglio comunale, il fatto è stato reso pubblico con dichiarazioni riportate dalla stampa locale e nella sede istituzionale della IV Commissione consiliare. La relativa questione è stata sollevata sotto l'aspetto strettamente burocratico, ma anche sotto il profilo delle possibili, asserite ripercussioni sull'ordine e sulla sicurezza pubblica.
Secondo quanto riferito dalla Prefettura di Forli-Cesena, l'efficacia della dichiarazione di inizio attività è stata, in un primo momento, sospesa dal Comune che ha richiesto all'Associazione chiarimenti in ordine all'effettiva attività da svolgersi nei locali; una dichiarazione vincolante sull'utilizzo della struttura in modo conforme alle norme del Piano Regolatore Generale; ... con riserva di valutare, nel merito, l'ammissibilità della DIA solo alla luce di tali integrazioni documentali.
In questa fase, alcune integrazioni alla pratica erano state richieste anche dall'ASL di Cesena, cui compete il rilascio del parere igienico-sanitario per il cambio di destinazione d'uso. In particolare, l'Azienda aveva richiesto una relazione sulle attività del Centro, con l'indicazione dei giorni e degli orari di apertura e chiusura, illustrando, altresì, quando le attività previste non contrastano con le destinazioni urbanistiche vigenti. Gli uffici sanitari avevano chiesto, inoltre, al progettista di indicare l'area di parcheggio disponibile per la struttura.
L'11 agosto, ricevute le integrazioni del caso, l'ASL ha espresso parere favorevole per il cambio di destinazione d'uso dell'immobile da capannone artigianale a circolo culturale, non evincendosi, dagli atti acquisiti, l'intenzione di svolgere nel Centro attività di carattere sanitario, come avvalorato anche dall'assenza nelle planimetrie progettuali di vani con destinazione d'uso ad ambulatorio.
Successivamente, il 18 settembre, il Dirigente del Settore sviluppo produttivo e residenziale del Comune di Cesena ha comunicato all'associazione richiedente il preavviso dell'ordine di non eseguire l'intervento oggetto della DIA; ciò in quanto le indicazioni fornite dal legale rappresentante del Centro in ordine alle attività da svolgere evidenziavano anche modalità di utilizzo del Centro riconducibili a quelle proprie di un luogo deputato a ospitare una collettività di soggetti della stessa religione che si riunisce per esercitare riti e preghiere, secondo orari e scadenze prefissate.
Tale attività avrebbe richiesto, infatti, una destinazione d'uso a «servizi di quartiere» o a «servizi d'interesse sovracomunale», come tale, incompatibile con lo strumento urbanistico vigente. Quest'ultimo, infatti, ammette nella zona destinata a ospitare il centro soltanto lo svolgimento di attività di studio, corsi di lingua e iniziative culturali analoghe.
Il 26 settembre scorso, durante le celebrazioni del Ramadan, una settantina di fedeli musulmani ha occupato, nella tarda mattinata e per circa mezz'ora, la locale via Dandini. Nella circostanza, il gruppo si è posto - in prossimità dell'attuale sede del centro di cultura islamica - in posizione

Pag. 58

di preghiera su stuoie stese sul manto stradale e ha delimitato l'area con l'uso di biciclette, posizionate come transenne.
Tale situazione ha determinato intralcio alla circolazione delle persone e dei veicoli. Le forze di polizia, prontamente intervenute, hanno invitato i presenti a lasciare libera la strada e i fedeli musulmani vi hanno provveduto dopo pochi minuti, interrompendo la preghiera.
Analogo episodio si è ripetuto, sempre in via Dandini, dopo le ore 22.
Entrambe le iniziative, avvenute in luogo pubblico, sono state riferite all'Autorità giudiziaria per le competenti valutazioni.
Il 27 settembre scorso, il sindaco di Cesena ha ricevuto una rappresentanza del centro culturale islamico al fine di trovare una soluzione condivisa che permetta ai fedeli di origine mussulmana di professare la loro fede. In particolare, la comunità islamica ha ribadito il proprio impegno a mantenere una posizione moderata, mentre l'amministrazione comunale cercherà di individuare immobili idonei, nel rispetto delle prescrizioni urbanistiche.
In merito ai possibili rapporti, di cui ella chiede notizie, fra l'Associazione islamica cesenate e l'UCOII, non vi sono al momento evidenze che ne comprovino l'esistenza. L'Associazione, infatti, non risulterebbe affiliata né all'UCOII né ad altre organizzazioni musulmane.
L'altro episodio cui fa riferimento la seconda interrogazione si è verificato, lo scorso 4 ottobre, a Sassuolo, in provincia di Modena, dove un gruppo di circa 300 musulmani, appartenenti all'associazione culturale ALHUDA, ha effettuato la preghiera del pomeriggio e della sera nel piazzale antistante i locali della predetta associazione. L'orazione e il sermone sono stati tenuti dall'imam.
Nell'area - che non costituisce suolo pubblico, ma pertinenza privata - è stato predisposto un servizio di vigilanza e osservazione con l'impiego sia di operatori del Commissariato di pubblica sicurezza di Sassuolo e della DIGOS della Questura, sia di operatori della Polizia Scientifica per le rilevazioni documentali.
Non è stato registrato alcun episodio di rilievo per l'ordine pubblico, anche se la presenza di tanti musulmani in preghiera ha attirato l'attenzione dei passanti.
La motivazione alla base della preghiera pubblica, è da rinvenire sia nell'avvenuta chiusura dei locali adibiti a luogo di culto, a causa della loro non conformità - riscontrata dall'Ufficio Tecnico del Comune - agli strumenti urbanistici, e sia nella decisione del Comune - anche a seguito delle proteste degli abitanti del quartiere - di non autorizzare l'utilizzo di uno stabile sito nei pressi della vecchia sede, in quanto anch'esso privo dei requisiti urbanistici ed edilizi prescritti.
A tal fine, lo scorso 11 ottobre il sindaco di Sassuolo ha incontrato il presidente dell'associazione culturale. Nell'occasione sono state valutate soluzioni alternative; in particolare, è stata avanzata la proposta di predisporre una tendostruttura all'interno di un'area periferica già individuata. Tale ipotesi, tuttavia, non ha riscontrato i consensi dell'Assemblea dei fedeli riunitasi domenica scorsa.
La situazione appare, comunque, in evoluzione ed è attentamente seguita sia dalle istituzioni locali sia dalle Autorità di pubblica sicurezza; queste ultime, in particolare, vigileranno anche per evitare che l'Associazione deputata a gestire il luogo di culto di Cesena svolga le proprie attività in contrasto con le competenze che la Costituzione attribuisce in via esclusiva allo Stato, in un'ottica di tutela dell'unitarietà dell'ordinamento giuridico e dell'interesse generale.
Con riferimento al pericolo di un'eventuale diffusione delle manifestazioni di protesta delle comunità musulmane - per emulazione di quelle susseguitesi negli ultimi tempi - si osserva, in via generale, che la disciplina costituzionale del diritto di riunione in luogo pubblico non prevede autorizzazioni preventive da parte dell'autorità di pubblica sicurezza (articolo 17 della Costituzione), ma pone, comunque, l'obbligo del preavviso nei confronti dei

Pag. 59

promotori delle iniziative (articolo 18 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).
Per quanto concerne, invece, il fenomeno della diffusione dei centri e dei luoghi di culto islamici nel territorio nazionale, ad eccezione delle moschee di Roma e di Milano, rispondenti ai canoni architettonici della religione islamica, le altre sono costituite da immobili (appartamenti, garage e capannoni) adibiti a luoghi di preghiera, pertinenze di sedi di associazioni o semplici abitazioni private.
In merito al reperimento dei fondi per l'edificazioni di nuovi centri di culto, la raccolta delle offerte dei fedeli delle diverse comunità musulmane, risulta essere la principale fonte attraverso la quale sono, generalmente, sostenute le attività dei centri islamici presenti in Italia, nonché gli eventuali acquisti, o locazioni di immobili da destinare a luoghi di culto o a sedi di associazioni culturali.
Tale sistema di sovvenzioni è denominato zakat (contribuzione individuale prevista dal Corano e dalla Shari'a).
La questione è oggetto di attenzione e, quando ve ne è la necessità di indagine da parte delle forze dell'ordine, inquadrandosi nel più ampio sistema di controllo e monitoraggio delle realtà associative islamiche presenti in Italia.

Pag. 60

ALLEGATO 6

5-00474 Belcastro: Sulla mancata assunzione di 184 vigili del fuoco risultati idonei ad un concorso bandito nel mese di marzo 1998.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, On.li Deputati, la graduatoria del concorso pubblico a 184 posti di vigile del fuoco bandito nel marzo 1998, formata da 5.122 persone tra vincitori ed idonei, è stata approvata il 9 maggio 2000.
Successivamente, sono stati banditi altri concorsi, in esecuzione di norme specifiche, per disciplinare esigenze particolari dell'Amministrazione o destinate a personale in possesso di determinati requisiti. Queste norme hanno stabilito le modalità di assunzione.
In particolare, nel 2001 è stato bandito il concorso, per titoli, a 173 posti, per coprire il 25 per cento dell'incremento dell'organico previsto dalla legge n. 246 del 2000, sul potenziamento del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Il concorso era riservato esclusivamente ai cosiddetti discontinui, cioè ai vigili iscritti nei quadri del personale volontario che avessero prestato non meno di 80 giorni di servizio.
Il Ministero dell'interno, in attuazione delle disposizioni di cui al comma 153, dell'articolo 3, della legge finanziaria del 2004, ha anche bandito altri due concorsi, per 55 posti ciascuno, riservati ai vigili volontari ausiliari del Corpo nazionale che si sono congedati negli anni 2004 e 2005.
Oltre alle assunzioni dei vincitori dei concorsi indicati, grazie a specifiche autorizzazioni e a disposizioni di incremento di organico, si è potuto procedere all'assunzione di idonei di concorsi le cui graduatorie erano ancora aperte.
In particolare, per quanto riguarda il concorso pubblico a 184 posti di vigile del fuoco, la validità della graduatoria è stata ripetutamente prorogata, da ultimo, con il decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito in legge il successivo mese di febbraio 2008, che ha portato al 31 dicembre del corrente anno il termine entro il quale è possibile assumere gli idonei. Ad oggi in base alla predetta graduatoria risultano complessivamente assunte 3.225 unità. Tale dato comprende anche i 52 vigili del fuoco avviati al corso di formazione professionale lo scorso 13 ottobre.
Le proroghe della validità della graduatoria in questione hanno consentito di superare ampiamente il limite di tre anni che, per legge, si applica a tutte le graduatorie dei concorsi relative ai profili operativi del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
La necessità di fissare comunque un limite temporale alla graduatoria deriva soprattutto dall'esigenza di evitare l'assunzione di personale che, dopo tanto tempo - nel caso di specie, dopo oltre dieci anni -, potrebbe non possedere più quelle particolari condizioni fisiche, richieste per lo svolgimento dei peculiari compiti operativi dei vigili del fuoco.
Inoltre, potrebbe risultare meno conveniente per l'Amministrazione, sotto il profilo della professionalità, l'assunzione di idonei collocati nelle posizioni più basse della graduatoria.
Ricordo a tal proposito che questi ultimi non possono vantare un diritto soggettivo all'assunzione ma solo un interesse legittimo che deve coincidere con quello prioritario dell'Amministrazione.
Per quanto riguarda le nuove assunzioni, comunico che sarà bandito, entro la

Pag. 61

fine dell'anno, un concorso - già autorizzato - per 814 posti di vigile del fuoco, per il quale è in fase di pubblicazione il relativo regolamento.
Ritengo doveroso concludere sottolineando che, malgrado l'esigenza generale di contenimento della spesa pubblica, l'Amministrazione dell'interno, a partire dal 2009, intende comunque ripianare progressivamente gli organici del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, avvalendosi di tutte le risorse finanziarie disponibili.