CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 29 maggio 2008
9.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO

DL 90/08: Misure straordinarie per l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania (C. 1145 Governo).

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO SVOLTO DAL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Abbiamo responsabilità di governo nell'ambito di un Esecutivo sostenuto da una maggioranza sensibile ai temi ambientali. Realizzazione di strumenti di tutela del suolo e delle acque per una razionalizzazione della gestione delle risorse e per la prevenzione dei disastri idrogeologici, nel rispetto delle competenze regionali: questo e altro c'è nel programma con cui il PDL ha ottenuto un successo elettorale di significative proporzioni.
Un programma che oggi è impegno di Governo al quale intendiamo tener fede. Questo Governo intende riportare la normalità dove il senso della normalità c'è il forte rischio che si smarrisca. Ho visto con i miei occhi, pochi giorni fa, come sono oggi costretti a vivere i napoletani e, con loro, moltissimi altri campani.
Vogliamo fare tesoro degli errori del passato, che con senso di responsabilità autorevoli esponenti dell'opposizione hanno apprezzabilmente qualificato «strutturali», e allo scopo non esiteremo - stavolta e in tutte le occasioni in cui dovesse rivelarsi necessario - ad adottare scelte anche dolorose e difficili, con la fermezza e la determinazione necessarie, per riportare la Campania nella situazione propria di un Paese civile. È una responsabilità a cui questo Governo non si sottrarrà, per rispetto a donne e uomini minacciati nel diritto fondamentale alla salute da anni di scelte dissennate, ma anche, se non soprattutto, di comportamenti conniventi o almeno opachi, di tentennamenti e di mancate scelte.
Questo percorso va sviluppato ricercando la condivisione con le popolazioni interessate, fermo però restando il principio per cui ogni territorio si deve assumere le proprie responsabilità per uscire dalla crisi. Non si tratta, voglio chiarirlo, di un principio inedito. Sono infatti almeno dieci anni che la Corte costituzionale, inascoltata, ribadisce il principio dell'autosufficienza regionale nello smaltimento dei rifiuti urbani ordinari.
Siamo anche disponibili a condividere questa responsabilità con l'opposizione, per superare una crisi gravissima che ha fatto il giro del mondo, e che disonora il nostro Paese.
La paralisi del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti ha provocato infatti l'accumulo di migliaia di tonnellate di spazzatura per le strade provocando rilevantissimi disagi alla popolazione e, oltre al gravissimo danno di immagine per il nostro paese, ha avuto ripercussioni pesantissime anche sull'economia della Regione, penalizzando in maniera significativa il comparto turistico ma causando anche gravi danni all'agricoltura.
La realtà venutasi a creare in Campania è il frutto del fallimento della gestione ordinaria della materia da parte delle istituzioni locali, ma anche delle difficoltà incontrate dalle gestioni commissariali che si sono succedute. Sull'incancrenirsi del problema hanno influito anche le resistenze, sovente molto aspre, di fasce della popolazione che si sono opposte, anche con la forza, alla apertura di nuove discariche.

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Sul settore ha pesato e pesa anche l'ombra degli interessi della malavita organizzata che, come dimostrato ormai da molteplici procedimenti giudiziari, ha organizzato sui rifiuti nell'area campana un business criminale che ha indotto negli anni scorsi la pubblicistica nazionale a coniare il termine di «ecomafia».
L'impegno su questo fronte è e sarà massimo. Va letta in quest'ottica la possibilità di chiedere l'impiego delle Forze armate sia per l'approntamento dei cantieri e dei siti, che per la raccolta ed il trasporto dei rifiuti che, unitamente alle Forze di polizia, per la vigilanza e la protezione dei cantieri.
Con il decreto, su iniziativa del Presidente Berlusconi, il Governo - con il concerto dei ministeri interessati, fra cui il Ministero dell'Ambiente - assume la responsabilità politica di individuare soluzioni straordinarie per l'emergenza, ma delinea anche un sistema per il futuro, imperniato sulla raccolta differenziata e sulle infrastrutture per lo smaltimento e la termovalorizzazione dei rifiuti. Un sistema che punta anche alla bonifica del territorio e annette il massimo rilievo all'educazione ambientale per la quale sono previste specifiche iniziative.
A rappresentare l'impegno del Governo al massimo livello per riportare la normalità nel sistema dello smaltimento dei rifiuti in Campania, ma anche per riaffermare la presenza dello Stato sul territorio è la nomina del Capo della Protezione Civile Guido Bertolaso Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il sottosegretario coordinerà la complessiva azione di gestione dei rifiuti nella regione Campania per il periodo emergenziale, stabilito fino al 31 dicembre 2009.
E colgo questa occasione pubblica e istituzionale per esprimere la massima solidarietà ed il pieno, incondizionato, sostegno dei Governo a Guido Bertolaso che in questi giorni è coinvolto, senza essere destinatario di alcun addebito, nell'ennesima bufera mediatico-giudiziaria.
Il rapporto fra giustizia ed emergenza rifiuti è delicatissimo. Nel pieno ed assoluto rispetto delle prerogative della magistratura esprimo un timore che ritengo legittimo. Non vorrei che si ingenerasse, in chi viene chiamato ad affrontare questa difficile sfida, la sensazione di essere comunque a rischio, l'impressione di trattare una materia dalla quale è difficile uscire indenni. Credo invece che si dovrebbe creare un clima diverso, una forte, comune, volontà di operare incisivamente nel rispetto della legge e con il conforto di tutte le istituzioni.
Da questa emergenza la regione dovrà uscire con un sistema di gestione dei rifiuti autosufficiente, in linea con le normative vigenti nazionali ed europee e che eviti il ripetersi di emergenze così penalizzanti per la dignità di Napoli e della Campania.
È allora a questa logica, e non ad altra, che si ispira il decreto legge quando, per raggiungere un'adeguata capacità complessiva di smaltimento dei rifiuti, autorizza la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione nel territorio del Comune di Napoli, affidando al sindaco il compito di individuare, entro 30 giorni, il sito dove ubicare l'impianto, e prevedendo, in caso di mancato rispetto del termine, che la decisione venga presa in via sostitutiva dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio. Un termovalorizzatore che si aggiungerà a quello di Acerra - per il quale il decreto consente la ripresa immediata dei lavori e nel quale verranno smaltite anche le ecoballe già presenti sul territorio campano per un quantitativo massimo di 600mila tonnellate all'anno - ed a quelli di Santa Maria La Fossa (Caserta) e Salerno.
E sempre a quella logica si ispira il decreto nella parte in cui autorizza la realizzazione, nel pieno rispetto della normativa comunitaria tecnica di settore, di alcuni siti da destinare a discarica in territorio campano.
Parimenti, si rifà a quella logica l'autorizzazione a svolgere, presso gli impianti di depurazione delle acque reflue, le attività di trattamento e smaltimento del percolato prodotto dalle discariche regionali campane, nonché l'immissione nei corpi idrici ricettori degli scarichi provenienti

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dagli impianti di depurazione nella misura non superiore al 50 per cento rispetto al limite fissato per legge e previa valutazione da parte di un apposito gruppo di lavoro.
Nel decreto legge, per fronteggiare lo stato di emergenza, abbiamo avvertito la necessità di prevedere un iter particolarmente accelerato per l'apertura delle discariche e l'esercizio degli impianti: in particolare, la conferenza di servizi sarà tenuta a rilasciare il proprio parere entro e non oltre 7 giorni dalla convocazione, e, in caso di ritardo, o in caso di parere negativo, il Consiglio dei ministri si esprimerà in via sostitutiva entro i successivi 7 giorni.
In questo ambito le deroghe alla prescrizioni ambientali (che erano già contenute nel precedente provvedimento del Governo Prodi e che sono inevitabili per snellire e velocizzare gli interventi) hanno una giustificazione ed un valore perché rappresentano la volontà di transizione, anche culturale, da un sistema di deregulation e di cattiva gestione ad un sistema di responsabilità delle istituzioni ma anche individuale.
Appunto al fine di stimolare gli enti territoriali della Campania ad incrementare sforzi che finora hanno dato risultati troppo scarsi, sono stati introdotti disincentivi per quelle amministrazioni che non raggiungano obiettivi minimi, già stabiliti nel 2007, di raccolta differenziata dei rifiuti urbani prodotti sotto forma di maggiorazione sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti indifferenziati. Il raggiungimento di questi obiettivi sarà attentamente monitorato, e anche su questo fronte è previsto l'intervento dello Stato, con opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti delle amministrazioni che non abbiano rispettato gli obiettivi medesimi, nell'ambito delle risorse di bilancio disponibili delle stesse amministrazioni.
D'altra parte, nel decreto legge non c'è traccia di una volontà di derogare esasperatamente alle regole di cautela essenziali. L'autorizzazione, presso il termovalorizzatore di Acerra, al conferimento ed il trattamento dei rifiuti aventi particolari codici CER, per un quantitativo massimo complessivo annuo pari a 600.000 tonnellate, non è stata disposta dal decreto in modo indiscriminato, bensì nel rispetto delle indicazioni a tutela dell'ambiente e di quelle concernenti le implementazioni impiantistiche migliorative, nonché nel rispetto dei limiti di emissione previsti dal parere della Commissione di valutazione di impatto ambientale in data 9 febbraio 2005.
Allo stesso modo, l'autorizzazione alla realizzazione del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa è stata sì autorizzata, ma conformemente al parere positivo con prescrizioni rese dalla Commissione di valutazione di impatto ambientale.
Un rilievo speciale per noi ha anche il settore degli interventi di compensazione per il quel sono stanziati 140 milioni che vanno sommati ai fondi già impegnati. Il decreto prevede infatti che il Governo promuova accordi con soggetti pubblici e privati, anche integrativi di quelli precedentemente sottoscritti dagli enti territoriali interessati, con soggetti pubblici e privati, coprendo i relativi costi con risorse proprie. Risorse a cui andranno aggiunte quelle regionali così come previsto nelle normative che definiscono gli accordi territoriali.
Obiettivo di questi interventi «compensativi» è quello di operare una bonifica ambientale e paesaggistica di aree che sono state adibite a discariche o che sono contaminate da sedimenti pericolosi. Si tratta anche di interventi infrastrutturali per lo smaltimento delle acque, sostegno all'agricoltura, di rimboschimento, di riuso virtuoso di aree degradate, di investimenti per lo sviluppo delle stesse aree.
Per i fondi già stanziati per le bonifiche nelle aree di alcune discariche, per Bagnoli, per il porto di Napoli, per il litorale flegreo vanno velocizzati in modo deciso i tempi di spesa.
Questi interventi, sommati alle opportune agevolazioni fiscali previste nel decreto, saranno utili a mitigare l'impatto

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che alcune misure possono avere sulle comunità ed a creare un clima di consenso attorno agli interventi proposti.
Avvertiamo come dalle popolazioni interessate giunga una forte richiesta di «risarcimento ambientale». Una istanza giusta, da accogliere, se davvero intendiamo voltare pagina a Napoli e in Campania. Quel territorio è stato violentato da anni di gestione dissennata, quando non criminale dei rifiuti. Oggi chiediamo responsabilità alla popolazione, ma intendiamo anche assumere l'onere di riparare ai guasti ambientali che altri ha commesso e che hanno defraudato uno dei territori più belli e floridi d'Italia ed esacerbato gli animi di chi in quei territori vive.
Il Governo ha inteso guardarsi, nell'adozione dei decreto legge, anche dal rischio di farsi guidare esclusivamente da una logica di brevissimo periodo. Iniziando a fare tesoro di quegli errori del passato di cui ho già detto, si è deciso di snellire gli organismi collegiali cui competono scelte di alta valenza strategica, al fine di favorirne una maggiore efficienza procedimentale. Di qui, la previsione di una nuova composizione della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale, i cui componenti sono ridotti da 60 a 50, il che assicura anche il contenimento della spesa pubblica, liberando risorse destinabili ad ulteriori iniziative a protezione dell'ambiente.
Al fine di assicurarne una efficace tutela, le aree in cui si svolgerà l'attività di gestione dei rifiuti (discariche, aree di stoccaggio, gli impianti), sono classificate come «Aree di interesse strategico nazionale». E quindi viene estesa a tali aree la punibilità già prevista da alcune disposizioni del codice penale per chi si introduce arbitrariamente in tali luoghi (arresto da 3 mesi ad un anno), per chi impedisce ostacola o rende difficoltosa la complessiva azione di gestione dei rifiuti (fino a 5 anni di reclusione), e per chi distrugge o danneggia gli impianti (da 6 mesi a tre anni).
Va sottolineato che le disposizioni penali previste dal decreto legge non introducono nuovi reati, ma estendono l'applicazione di fattispecie già previste dal codice vigente alle condotte che ostacolano gli interventi o pregiudicano le aree e gli impianti connessi alla gestione dei rifiuti.
Sono inoltre previste disposizioni di carattere processuale che introducono alcune modifiche sulla competenza dell'autorità giudiziaria nei procedimenti penali relativi alla gestione dei rifiuti in Campania.
La norma attribuisce alla Direzione Distrettuale antimafia di Napoli nella persona del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli la competenza dell'attività di indagine dell'attività di gestione dei rifiuti e in materia ambientale nel territorio campano.
Viene inoltre prevista la competenza a decidere sulla richiesta di misure cautelari al Tribunale in composizione collegiale.
Va comunque ribadito che tali disposizioni, hanno natura transitoria, cioè durano solo il tempo dell'emergenza.
Tali disposizioni processuali si rendono necessarie per far fronte all'eccezionalità dell'emergenza rifiuti, per contrastare il coinvolgimento della criminalità organizzata, nonché per tutelare beni costituzionalmente rilevanti come quello della salute pubblica e dell'ambiente oggi gravemente messi a rischio nella Regione.
Sanzionare chi sbaglia è essenziale, ma non basta. Crediamo, infatti, fermamente, che l'uscita dall'emergenza debba essere accompagnata da un'incisiva azione di diffusione della conoscenza degli effetti di certi comportamenti, per evitare che certi gravi errori si possano ripetere.
Per questa ragione, il decreto legge attribuisce al Ministero dell'Ambiente la responsabilità di definire le iniziative, anche di carattere culturale e divulgativo, idonee ad assicurare l'informazione e la partecipazione dei cittadini e degli enti pubblici e privati sui temi ambientali attinenti alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti. Trovo infatti di grande valore strategico l'importanza annessa alle campagne di informazione e sensibilizzazione da realizzarsi con il supporto finanziario del Conai, snodo per costruire una educazione ambientale su cui c'è molto da lavorare. E

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di pari, se non di maggiore importanza è il previsto coinvolgimento delle scuole in programmi di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata che devono avere carattere nazionale, non limitate alla Campania che rappresenta il punto di rottura di una situazione di crisi esistente anche in altre regioni soprattutto nel centro sud.
Infine, mi corre l'obbligo di sottolineare che l'attenzione per i siti di particolare rilievo ambientale non è mai venuta meno.
Il Governo, ad esempio, anziché scegliere la scorciatoia di rimpicciolire il parco di Terzigno per escludere l'area delle discariche esistenti, ha scelto di mantenere i vecchi confini del parco in una prospettiva di bonifica delle aree compromesse al suo interno.
Io credo e confido che da questo decreto, dalla decisione forte dello Stato di riportare ordine e condizioni di vita civili in Campania, possa nascere una nuova primavera per Napoli, che si possa avviare un percorso per riconduca la Campania al prestigioso ruolo che merita nell'ambito del paese, per la sua storia, per la sua cultura, per le sue grandi risorse umane e naturali.