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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 524 di mercoledì 18 novembre 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 10.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Michele Bordo, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Lello, Fava, Fedriga, Ferranti, Fico, Garofani, Guerra, Marazziti, Marotta, Mazziotti Di Celso, Migliore, Quintarelli, Pisicchio, Portas, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Schullian, Tabacci, Turco, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,09).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle 10,30.

  La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (A.C. 3393-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3393-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione.Pag. 2
  Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Palazzotto 1.2.
  Avverto che le Commissioni hanno presentato l'articolo aggiuntivo 7.0100 che è in distribuzione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3393-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A della seduta del 17 novembre 2015 – A.C. 3393-A), e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A – A.C. 3393-A).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Grazie, Presidente. Care colleghe e cari colleghi, mi permetterete, in apertura del mio intervento in senso contrario all'emendamento Duranti 1.3, di rivolgere, come tutti noi abbiamo in cuore, un pensiero a ciò che anche le forze dell'ordine francesi hanno compiuto questa mattina a Saint-Denis, perché ciò che è accaduto venerdì notte e le conseguenze che sono sotto l'analisi di tutti ci impongono, nella conversione di questo decreto, di tenere a mente che lo stiamo convertendo in un periodo straordinario della storia europea.
  La storia europea degli ultimi anni ha significato anche degli errori, soprattutto di valutazione, su quanto accadeva nel Mediterraneo. Errori di valutazione che sono frutto di una dinamica della storia dei Paesi dell'altra sponda del Mediterraneo che dal 2011 hanno visto, tra rivolte, rivoluzioni e controrivoluzioni, anche fasi di dissoluzione delle statualità a partire da quella che abbiamo dinanzi a noi, il Paese più prossimo a noi, la Libia.
  Non a caso, l'Europa ha deciso, dopo questi fatti storici che hanno visto anche un grande sommovimento e un flusso di popolazioni, di dar vita a delle missioni nel Mediterraneo.
  Per questo vi è la contrarietà, con il rispetto per l'analisi che i proponenti fanno, a sopprimere questi due articoli, soprattutto per quanto riguarda la missione EUNAVFOR MED. Su ciò si è fatto in queste ore un largo dibattito, abbiamo sentito toni, non solo dai proponenti ma anche da altre forze politiche, di contrasto a questa missione.
  Ricordo all'Aula che negli ultimi due anni, cioè da quando l'Italia pose in essere la missione Mare Nostrum, il lavoro fatto è stato quello della solidarietà e dell'accoglienza per un flusso enorme, che fuggiva dagli Stati in guerra o dagli Stati che non erano più in grado di garantire un controllo dei confini, che noi rivendichiamo, ma anche un lavoro per contrastare chi in questa fase storica ha dato vita ad uno dei più grandi crimini: quello dello sfruttamento degli esseri umani con la tratta degli schiavi.
  Per questo l'Unione europea insieme alla missione partita negli anni precedenti, Active Endeavour, contro la pirateria e con finalità di contrasto antiterrorismo, ha fatto sì che il Consiglio dei ministri degli affari esteri e della difesa abbiano dato vita a questa missione.
  Poche settimane fa una risoluzione delle Nazioni Unite, la n. 2240, approvata all'unanimità dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con il voto di tutti i grandi protagonisti internazionali, Stati Uniti e Russia in primis, ha dato vita a questa missione, ha dato un quadro di legalità alla missione EUNAVFOR MED.
  È una missione guidata dall'ammiraglio Credendino, che vede 21 Stati europei impegnati che hanno come missione – e si ripetono qui le parole pronunciate molte volte in quest'Aula, spesso anche di sollecito al Governo per fare qualcosa – quella di fermare il traffico di esseri umani. Ha costituito una missione militare e questa missione militare ha come obiettivo, come è scritto nel diritto del mare e nel rispetto Pag. 3del diritto alla solidarietà, quello di salvare vite umane ma anche di distruggere le reti degli schiavisti che, soprattutto dall'Africa fino al Mediterraneo, passando per la Libia e arrivando in Europa, vede un nuovo sfruttamento degli esseri umani; esseri umani che scappano dalle guerre e che hanno diritto, per il diritto internazionale, non solo ad essere salvati in mare, ma anche a essere difesi come rifugiati e profughi di guerra dalla violazione di diritti umani.
  Per questo – e lo sottolineo nel rispetto delle posizioni delle opposizioni – questa missione, quella al comma 7, in congiunta con quella al comma 6 che si sviluppa da tempo, io credo che invece sia una grande scelta dell'Unione europea.
  È iniziata con due prime fasi, noi ci auguriamo che ben presto l'accordo fra le fazioni libiche, fra i due – vado a concludere – soggetti che stanno negoziando preveda un accordo di transizione per il Governo libico e ci permetta anche di aiutare le nuove istituzioni libiche a liberarsi da reti che sono criminali e che, al di là degli Stati, hanno costruito quella che è una catena della morte, sfruttando...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Amendola.

  VINCENZO AMENDOLA. ... persone in fuga e persone che fuggono da guerre e da violazioni dei diritti umani. Per queste ragioni noi voteremo contro questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, noi invece voteremo, per motivazioni diverse da quelle espresse dal collega poc'ora, a favore di questo emendamento.
  Voglio subito spiegare che Fratelli d'Italia ritiene assolutamente insufficienti e sbagliati nell'articolazione gli intenti posti finora in essere dai Governi di centro-sinistra, con l'operazione Mare Nostrum, così come, per come è articolata, anche l'operazione dell'Unione europea nel Mediterraneo.
  Sia ben chiaro: noi vogliamo un'azione militare, ma l'azione militare dovrebbe essere rivolta contro gli scafisti, contro questi nuovi schiavisti, contro coloro che purtroppo sappiamo essere anche collegati al terrorismo internazionale e sfruttano questo traffico di persone per fini economici, quindi per finanziare le attività del terrorismo e in genere tutto ciò che ci mette in grande difficoltà come Occidente, oppure come forma di pressione verso l'Occidente per ottenere soldi.
  Su questo vorremmo aprire anche la parentesi del comportamento vergognoso che il nostro presunto alleato, la Turchia, mette in campo, e abbiamo visto con quali sentimenti di solidarietà i tifosi turchi hanno interrotto il minuto di silenzio nei confronti delle tante vittime di questi vergognosi attentati.
  Allora, per quello che ci riguarda, le missioni messe in campo nel Mediterraneo vanno sostituite con un'azione forte, un'azione militare di difesa dei confini, non certamente contro quei poveri sventurati che scappano dalla guerra o sono spinti verso l'Europa, ma contro coloro che li sfruttano, contro gli scafisti, a prescindere da ogni forma di collaborazione di presunti Governi legittimi o meno esistenti in Libia. Perché sappiamo bene che attualmente, al di là di un riconoscimento vuoto e stanco che il mondo dà a una parte di alcune autorità presenti sul territorio, che ormai sono più fazioni militari che organizzazioni politiche o statali, noi dobbiamo difendere i nostri confini.
  Quindi, bisognerebbe intervenire, come dice l'ONU, anche con la fase tre, per distruggere le navi degli scafisti, sequestrarle, arrestare e mettere in galera per bene questi delinquenti, non come con gli «svuota carceri» messi in campo dai Governi di sinistra, mettendoli in libertà per poi magari fare i terroristi a casa nostra.
  Quindi, noi voteremo a favore, perché siamo contro le modalità di queste azioni nel Mediterraneo, che sono diventate, non un'azione militare di difesa della libertà e Pag. 4della sicurezza, neanche dei profughi, ma una forma di sostituzione al servizio scafisti messo in piedi da quei delinquenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, Presidente. Noi, invece, voteremo contro questo emendamento, non perché non abbiamo qualche perplessità sulle modalità con le quali sino ad ora si è svolta questa operazione, ma per due motivi fondamentali. Primo, il soccorso in mare è un dovere: non possiamo lasciare che la gente anneghi nel Mediterraneo. Secondo, perché, in questo momento, in cui siamo sotto una pressione drammatica, improvvisamente tutti quanti ci siamo ricordati di quanto sia importante l'Europa e ci siamo resi conto del fatto che ognuno dei nostri Stati, da solo, è inadeguato, anche impotente.
  Anche la grandeur e la gloire de la France non sono sufficienti per permettere un'azione adeguata contro il terrorismo: possiamo agire solo insieme. E il fatto che vi siano delle navi europee nel Mediterraneo è già di per sé una cosa positiva ed è l'inizio di un coinvolgimento che noi vogliamo spingere oltre.
  Certo, non potremo aspettare indefinitamente che si raggiunga un accordo di pace in Libia; giustamente, l'onorevole Cirielli rimanda a questo problema, che è reale. Se non si arrivasse ad un accordo fra le diverse fazioni libiche, bisognerà pensare una modalità diversa di azione; sarà più facile farlo, se già saremo presenti nel Mediterraneo.
  Una terza osservazione: davanti alla drammaticità della crisi, credo che noi dovremmo rivedere non questa operazione, ma, semmai, la nostra legislazione interna. Gli hotspot, che sono necessari per regolare l'immigrazione nell'Unione europea, devono poter funzionare, e, per poter funzionare, è necessario avere delle norme che impongano in modo efficace la dichiarazione della propria identità, che facilitino l'identificazione e che dicano con chiarezza che chi non si lascia identificare non potrà circolare liberamente sul nostro territorio e, magari, verrà rimandato nel Paese di provenienza o verrà detenuto fin quando non avrà dato le proprie generalità.
  Così come dovremmo rivedere la nostra legislazione sul problema delle espulsioni: quando un'espulsione è stata decretata, va effettuata, eventualmente anche contro la volontà dell'espulso. Su questi temi noi possiamo rafforzare la nostra sicurezza interna; non con una faccia feroce, la quale sarebbe inefficace contro i nostri nemici e condannerebbe a morte migliaia di persone, che, invece, sono salvate dalle nostre navi (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole della relatrice di minoranza di SI-SEL e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si è rimesso all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capezzone... colleghi, approfittate del primo voto per andare veloci. Dell'Aringa, Palma, Ribaudo, Gitti, Altieri, Simoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  353   
   Astenuti   60   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
  53    
    Hanno votato
no  300).    

  (La deputata Gnecchi e il deputato Manfredi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Artini 1.56, con il parere contrario Pag. 5delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole della relatrice di minoranza SEL, e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Avete votato tutti ? Occorre qualcuno ? De Lorenzis, Terzoni... Patriarca. Aspettiamo due colleghi e poi chiudiamo. Patriarca e Terzoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  357   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
  51    
    Hanno votato
no  306).    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 1.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della relatrice di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli. Si, ci siamo ? Tinagli, Tancredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  429   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  331).    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Basilio 1.26.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Basilio. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Grazie Presidente, vorrei spiegare la ratio di questo nostro emendamento. Chiediamo la soppressione del comma 6, in quanto nel comma 6 si parla della missione Active Endeavour, una missione che ci costa per tre mesi circa un po’ più di quattro milioni di euro. Noi questi soldi vorremmo spostarli all'articolo 8, per favorire i processi di cooperazione. Semplicemente vorremmo chiudere questa missione, in quanto è una missione NATO nel Mar Mediterraneo orientale; è una missione ormai datata nel 2002 e che coinvolge forze navali e in questo caso anche forze aeree. In questo caso parliamo di protezione, quindi del traffico navale e si dovrebbero svolgere anche pratiche antipirateria. In questi ultimi anni, durante l'ultimo decreto missioni, sono state formate anche altre missioni che svolgono attività nel Mar Mediterraneo come «Mare sicuro» e l'ultima licenziata EUNAVFOR MED. Sicuramente hanno e dovrebbero avere ratio differenti; purtroppo dobbiamo notare che il Mar Mediterraneo è un po’ affollato per quanto riguarda missioni che vanno a toccare operazioni della Marina militare.
  La finalità, a nostro avviso, dopo tanti anni che opera questa missione NATO, ormai non è più molto chiara. Non abbiamo molti dati, anche in questo caso, per valutare se la missione sia corretta o meno e quali siano effettivamente i risultati che ha portato questa missione NATO. Tredici anni sono tanti e sono lunghi. Quindi, le nostre domande sono: quali sono le sue finalità ? Che cosa svolge realmente ? Non pensiamo che sia lì solo a fare antipirateria. Crediamo più, magari, che sia a fare intelligence, in questo caso. Quindi, a questo punto, magari rinominiamo anche la missione e mettiamo nell'articolato dei prossimi decreti – spero che non ce ne siano più, se verrà applicata la legge quadro sulle missioni internazionali – la concreta e reale funzione di questa Active Endeavour.
  Ripeto, noi potremmo anche essere in accordo a fare intelligence nel Mar Mediterraneo. Però, definiamo cosa facciamo e, allora, rimoduliamo – ripeto – la ratio di Pag. 6ciò che è scritto sui vari decreti. A questo punto, purtroppo, finché non ci sarà chiara la ratio di questa missione, che cosa stanno facendo concretamente da tredici anni – non dubitiamo del lavoro che viene svolto da parte della Marina militare, per carità –, il nostro sarà comunque un emendamento soppressivo per spostare questi soldi alla cooperazione e all'articolo 8.
  Per quanto ci riguarda, la cooperazione deve rimanere e dovrà essere sempre una parte importante e preponderante dei decreti missioni, anche se dovrebbero essere, anche in questo caso, due cose separate. Infatti, non si può parlare di decreti missioni e stanziare, come al solito, milioni di euro, ogni tre, sei o nove mesi, perché ormai il modus operandi è questo da vent'anni a questa parte, purtroppo.
  Addirittura, in questa legislatura la pratica della decretazione d'urgenza sulla proroga delle missioni internazionali è notevolmente peggiorata. Infatti, questo ultimo decreto è solo trimestrale, quindi al 31 dicembre 2015 ci ritroveremo da capo a dodici e dovremmo, di nuovo, arrivare in Aula e discutere sempre della proroga delle missioni internazionali. Quindi, per noi, è sempre veramente importante portare soldi, oltre che alla parte militare, non ovviamente per svolgere azioni di guerra e bellicose, anche e soprattutto per la cooperazione. Infatti, con queste attività sui territori, che da troppi anni sono schiacciati dalle guerre e i cui cittadini sono sottoposti a bombardamenti, da una parte, e a torture e angherie, dall'altra, portare del personale civile per la cooperazione è un po’ come riequilibrare ciò che è successo e le parti.
  Quindi il nostro emendamento rimarrà, finché non saranno più chiare le finalità, soppressivo per questa missione, in quanto, a nostro avviso, ce ne sono comunque molte nel Mar Mediterraneo, che potrebbero svolgere sempre e comunque, più o meno, la stessa cosa, tranne l'ultima che è EUNAVFOR MED. Poi abbiamo anche la ex «Mare sicuro». La ratio di questa missione comunque è sempre, più o meno, la stessa di Active Endeavour (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. La missione oggetto dell'articolo 1, comma 6, l’Active Endeavour, è una missione ormai tanto decantata in queste Aule e, allo stesso tempo, continuamente riproposta dal Governo. Nell'ultimo decreto missioni, a febbraio, uno degli spunti che venne dato era l'opportunità per la NATO di integrare quella missione, togliendola da quel dispositivo ormai vetusto, in un più ampio coordinamento, anche da un punto di vista NATO. Ed è per questo che voteremo favorevolmente l'emendamento in oggetto.
  Una richiesta che vorrei fare al Governo sarebbe proprio quella di informare le Camere, in questa situazione, sullo stato di Active Endeavour. Infatti, il problema è che la NATO stessa sta pensando a una rivalutazione e reinvestiamo oltre 5 milioni di euro in una situazione in cui già c’è in quell'area una presenza massiccia di intelligence e di sicurezza, una presenza massiccia nazionale con «Mare sicuro» (articolo 4), una presenza massiccia con EUNAVFOR MED (articolo 1, comma 7) e c’è effettivamente una presenza massiccia a livello nazionale anche dal punto di vista del supporto alle attività in Libia in altri articoli di questo decreto.
  Pertanto, sarebbe interessante comprendere se sia un semplice riproporre un dispositivo che permette alle nostre navi di interagire con la NATO o se c’è, come per esempio è successo sulla missione a Cipro, un'effettiva volontà politica di sfruttare quel tipo di missione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Parto dalla considerazione che effettivamente Pag. 7questa missione prevista dal comma 6 dell'articolo 1, ossia Active Endeavour, è un po’ anacronistica; è un retaggio del passato legato agli attacchi che purtroppo si sono verificati l'11 settembre 2001 e da lì poi non è mai stata aggiornata in termini di regole di ingaggio né di effettività né di efficacia e quindi è effettivamente una missione che possiamo considerare stanca, se non inutile. Però, da qui a cancellarla totalmente, senza rivederne invece le regole di ingaggio iniziali, spostando le risorse (perché comunque, come giustamente la collega Basilio ha fatto notare, anche se in termini eventuali, stiamo parlando di operazioni di intelligence e l’intelligence è quella che, in questo momento, ha salvaguardato questo Paese da attacchi terroristici, perché si è mossa sempre e intelligentemente in maniera preventiva grazie alle professionalità che sono all'interno dei nostri servizi) per assegnarle solo ed esclusivamente, in maniera generica, a quella che è la cooperazione internazionale, quando sulla cooperazione internazionale, prima ancora che su una legge quadro per le missioni internazionali, è stata fatta una norma ad hoc, ci sembra uno sbilanciamento inutile e pericoloso in questo momento. Pericoloso perché ci saremmo aspettati all'interno già di questo decreto, nella fase di conversione, che il Governo mettesse mano in maniera urgente ad un finanziamento pesante se non dell'AISI per lo meno dell'AISE, non solo in termini generici, come previsto da un semplice comma di uno degli articoli, ma in maniera corposa per dare anche un segnale; come abbiamo avuto modo di evidenziare durante il dibattito che si è svolto lunedì alla presenza del ministro Alfano e del ministro Gentiloni, nel momento in cui si accresce il livello di rischio dettato da un'aggressività, da una pericolosità enorme da parte di un terrorismo che non è più un terrorismo a macchie di leopardo, come era quello di Al Qaeda, ma che è invece un terrorismo di Stato perché proviene da un atto di guerra di uno Stato seppur autoproclamato, è chiaro che dobbiamo aumentare e aumentare enormemente le risorse.
  Per questo motivo noi, pur rimanendo coerenti con il fatto che il comma 6 può essere anche cancellato o comunque può essere, così come il comma 7, rivisto e ridotto in termini di dotazioni, però quelle dotazioni non possono essere spostate su un capitolo di bilancio totalmente diverso rispetto allo scopo iniziale, che era quello di prevenzione. Qualcuno potrà dire che si può fare prevenzione anche attraverso la cooperazione internazionale. Assolutamente sì, ma è un modo diverso; ci sono attori diversi che vanno a svolgere il ruolo e che vanno a beneficiare poi di quel tipo di risorse. Quindi, per questo motivo, ripeto, pur rimanendo coerenti sul fatto che il comma 6 e il comma 7 andrebbero o cancellati o rivisti in termini di efficienza ed efficacia degli obiettivi da raggiungere, noi non voteremo favorevolmente su questo emendamento, ma ci asterremo proprio perché non riteniamo assolutamente opportuno né su questo articolo né su altri che le risorse che sono state inizialmente destinate ad operazioni di carattere militare vengano spostate in toto su questioni invece di cooperazione internazionale che, se pur vero soffre di carenza di fondi, non possono comunque essere due vasi comunicanti; magari ci possono essere tagli di altri sprechi di questo Paese che possono andare a finanziare entrambe le voci di spesa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie signora Presidente, solo per provare a portare dentro quest'aula una riflessione, perché non solo questi sono momenti in cui discutere di come spendiamo i nostri soldi, i soldi degli italiani ma anche perché questo è il momento per provare a riflettere sull'efficacia dei nostri interventi militari e soprattutto sulla natura di questi interventi.
  Nelle maglie di questo decreto, infatti, e non si capisce bene neanche perché, una spesa consistente per una missione navale nel Mediterraneo è finita impropriamente Pag. 8nell'articolo 4, alla voce: assicurazioni, trasporto, infrastrutture, AISE, potenziamento dispositivo aeronavale, cessioni. Stiamo parlando dei 25 milioni di euro circa dell'operazione «Mare Sicuro», che si vanno ad unire agli oltre 4 milioni, quasi cinque, di Active Endeavour di cui stiamo discutendo e ai 33 milioni di euro di EUNAVFOR MED.
  Con l'ultimo decreto, con l'approvazione di EUNAVFOR MED, noi abbiamo mandato anche la nave Cavour in quel tratto di mare su cui oggi insiste questa presenza navale così considerevole; tutto questo prevalentemente per il contrasto al terrorismo. Ora, ci sarà un momento in cui si fa un bilancio di quali sono i risultati delle nostre azioni contro il terrorismo ? Possiamo discutere del fatto che Active Endeavour è nata nel 2001 e non ha finora fatto nessuna azione di prevenzione al terrorismo ? Che, negli oltre 100 controlli che avrà effettuato su navi mercantili, non ha trovato nessuna irregolarità legata a un pericolo per la sicurezza nazionale e del fatto che noi continuiamo a investire una quantità considerevole di soldi per fare girare le nostre navi nel Mediterraneo senza che questo produca nessun effetto per la sicurezza del Paese ? Ecco, io penso che di questo oggi dovremo discutere e allora provare a dire almeno di sopprimere la partecipazione, pur modesta, di 5 milioni di euro rispetto alle altre missioni nel Mediterraneo come Active Endeavour e lasciare quella di «Mare Sicuro» sarebbe già un primo passo. Penso che questa discussione dobbiamo farla. Purtroppo, la discussione sul «decreto missioni» avviene, come sempre, come una discussione stanca e rituale, in cui i nostri colleghi poco si interessano di qual è il modo in cui spendiamo una cifra considerevole del nostro bilancio. Io vorrei però che qualcuno rispondesse qui in merito all'utilità di Active Endeavour. C’è qualcuno nel Governo o nella maggioranza che può prendere la parola e ci può spiegare quali sono stati i risultati di questa missione in oltre 15 anni che è in campo ? C’è qualcuno che è in grado di dirci perché ancora oggi stiamo rifinanziando in maniera rituale e automatica la partecipazione dell'Italia ad una missione che non ha prodotto nessun risultato concreto ?
  Io vorrei discutere oggi di questo e vorrei che almeno il dibattito sul «decreto missioni» fosse l'occasione per fare una discussione vera. Scusate...

  PRESIDENTE. Onorevole... non ha la parola, faccia finire il collega Palazzotto.

  ERASMO PALAZZOTTO. Allora già sarebbe un lavoro utile se facessimo questa discussione. Questo è il primo di una serie di emendamenti che pone il tema di dismettere la partecipazione dell'Italia a Active Endeavour e di spostare quelle somme su altre risorse. Probabilmente ci sarà il tempo di parlarne nel corso del dibattito, speriamo che almeno su questo la maggioranza e il Governo vogliano prendere il dibattito come luogo di confronto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Basilio 1.26, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Greco, Folino, Romele, Maietta, Capodicasa ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  429   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 103    
    Hanno votato
no  326).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 1.5, con il parere contrario Pag. 9delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Gadda... non vedo mani alzate... Pagani, Fraccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  446   
   Votanti  440   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  325).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Adornato, Castiello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  442   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  323).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Manlio Di Stefano 1.27.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente, siamo ancora sullo stesso tema ovvero il significato, il senso, dell'operazione Active Endeavour, specialmente in rapporto alle operazioni di cooperazione internazionale che il nostro Paese continua a ridurre a fronte di un sempre maggiore investimento in quelle che noi definiamo missioni di guerra e voi missioni di pace. C’è una simpatica vignetta che è diventata virale su Internet per tanto tempo, non so se ve la ricordate, quella che parlava di un problema e poi diceva: lo stai facendo nel modo sbagliato. Ecco, voi state facendo nel modo sbagliato la lotta al terrorismo e la storia ce lo insegna in modo molto chiaro con gli atti di Parigi di questo venerdì, ma anche con quelli di Madrid, di Londra; ormai storicamente abbiamo più testimonianze. Tra l'altro a testimoniarlo è anche il global terrorism index che dice che quello che voi state facendo, e avete fatto negli ultimi vent'anni, è l'opposto di quello che servirebbe. Vi spiego il perché. Gli atti terroristici che abbiamo vissuto in questi giorni dimostrano una cosa chiara: spesso e volentieri, ma direi in più del 90 per cento dei casi, i terroristi sono autoctoni della località dove avviene l'attentato, quindi seconda, terza generazione di migranti, e non arrivano certamente coi barconi. Active Endeavour, per chi non se lo ricordasse, è la missione che nasce per quello, per il controllo dei terroristi anche nelle traversate in mare. Infatti, dicevano bene altri oratori poc'anzi in questo dibattito, non ne avete mai trovato uno in questo modo. Ma io vi sfido a pensare anche la logica di questa cosa: secondo voi un terrorista si fa la traversata nel barcone rischiando di morire, considerando che il suo obiettivo è morire per compiere un attentato certamente non in mare ? Con la rete che ha di connessioni, un terrorista non trova un modo migliore per arrivare in Europa che prendere un barcone ? Questa è la logica che sta dietro la vostra operazione. Allora siccome la storia ci dimostra che quello che avviene è l'opposto ovvero che cittadini francesi, cittadini belgi, cittadini spagnoli, di seconda e terza generazione, acquisiscono lì, in terra loro, la capacità di unirsi in cellule terroristiche, vi chiedo non sarà forse il caso di ripensare la strategia ? Esistono innumerevoli e seri studi su come prevenire il Pag. 10terrorismo, non ne ho visto discutere nemmeno uno in quest'Aula, né oggi, né in questo «decreto missioni», né nelle parole di Alfano e Gentiloni l'altro ieri. Si dice in questa Aula «dobbiamo dare in risposta agli attentati di Parigi un segnale di unità parlamentare». L'unità parlamentare, signori miei, è sul merito dei provvedimenti non a parole. Presentateci un piano antiterrorismo serio e sarà unità parlamentare, altrimenti non potrò mai votare favorevolmente una cosa che è sbagliata. Diceva Albert Einstein: rifare lo stesso esperimento più volte sperando di avere un risultato differente è follia. Allora Einstein vi sta dicendo che siete folli, non io, perché state ripetendo lo stesso esperimento.
  Questi studi che dimostrano come si può prevenire il terrorismo parlano in un ampio raggio di quella che si può definire cooperazione ovvero la capacità di creare una struttura territoriale che miri all'inclusione, perché se parlate con un qualunque esponente del mondo arabo vi dice che esiste una sacca di vuoto istituzionale, un gap tra la partecipazione reale del mondo delle minoranze etniche alla vita del Paese e la capacità di sentirsi rappresentati dalle istituzioni. In questo gap si inserisce il terrorismo. Noi dobbiamo avere la capacità di ripristinare, di colmare, questo gap, di far sentire le minoranze etniche non più quelle chiuse nei ghetti periferici, ma quelle che rientrano nella reale vita dello Stato. Solo in questo modo si riesce a colmare una parte.
  La seconda parte, invece, quella delle cellule ovviamente deviate sul terrorismo è quella dell’intelligence. Ditemi voi negli ultimi decreti, e anche nella legge di stabilità di questo Governo, quanto tagliamo alle forze dell'ordine, e quindi anche all’intelligence, e quanto continuiamo a investire nella lotta al terrorismo fuori dal nostro territorio ? È un rapporto totalmente sbilanciato, totalmente ! Allora io vi dico una cosa che è molto chiara ormai: nel mondo del terrorismo ogni bomba che cade sulle loro teste è qualcosa che incita ancora di più la nascita di nuovi gruppi terroristici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo lo dimostra il global terrorism index che dice che con 4.400 miliardi di dollari spesi in quindici anni avete creato 36 nuove sigle terroristiche. Volete svegliarvi e capire questo concetto o continuare a buttare bombe a casaccio nel deserto, perché è quello che state facendo ? Se poi la spinta è la stessa americana, ovvero spendere soldi per dare un senso alla difesa, fate pure, ma noi non ci stiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Rivolgendomi a lei, vorrei ricordare al collega Di Stefano che in questo momento, purtroppo, per tentennamenti o anche per pavidità, per il solito atteggiamento italico nel tenere i piedi in due staffe, noi non stiamo bombardando assolutamente nessuno. Non solo non stiamo bombardando nessuno, non stiamo neanche minimamente pensando di farlo, staccandoci anche da quelli che sono obblighi sottoscritti dallo stesso Trattato di Lisbona in caso di aggressione armata di uno Stato alleato, come è la Francia, da parte di uno Stato che, ripeto, seppur autoproclamato, è uno Stato e quindi c’è, di fatto, un atto di guerra. Stiamo con quelli che sono i fatti, stiamo con quella che è la realtà. Stiamo anche ai fatti e alla realtà quando parliamo di infiltrazioni terroristiche all'interno dei flussi migratori illegali verso questo Paese. Non è perché lo dice la Lega, non è perché lo dice il sottoscritto (anche perché è un timore diffuso nella popolazione), ma è perché lo dicono le procure. Lo dice la procura nazionale antimafia, il dottor Roberti, lo dice tutta una serie di procure di frontiera che sono costrette a gestire una situazione delicatissima nel vaglio anche di quelli che sono i personaggi che arrivano. Allora, anche per rispondere al collega Palazzotto, potrebbe anche essere che la missione di cui stiamo parlando (per la quale noi continuiamo a Pag. 11dire che così come è effettivamente non funziona più, non che non ha funzionato nel passato) andrebbe in qualche modo rivista, ciò però non significa che questo non sia stato un deterrente. Collega Di Stefano se è pur vero, come dice lei, che è difficile per un potenziale terrorista trovare la via del barcone, con tutti i rischi annessi e connessi che vi sono (rischi comunque relativi visto che noi andiamo direttamente sulle coste libiche o sulle coste degli altri Paesi a prenderli, quindi sono rischi di qualche miglio, non di più), è altrettanto vero che la missione Active Endeavour, finora, ha avuto una funzione di dissuasione pesante di sfruttamento dei flussi delle tratte commerciali dei mercantili dal Nord Africa verso l'Europa. Quindi una funzione se non altro di deterrente c’è stata. Questo, in qualche modo, lo conferma lo stesso collega Palazzotto quando dice che statisticamente, nelle verifiche che sono state effettuate a bordo dei mercantili, non si sono trovati in situazioni di presenza di terroristi.
  Questo sì, però si sono trovati in situazioni dove potenzialmente, in qualche modo, era evidenziabile la possibilità, in assenza, appunto, di controlli, di sfruttamento di queste rotte. Quindi, lo ripeto, se vogliamo effettivamente affrontare il rischio di attacchi sul nostro Paese e, quindi, vogliamo andare pesantemente a contrastare le infiltrazioni terroristiche, dobbiamo ragionare in termini di buonsenso e non in maniera ipocrita, non in maniera ideologica, come, invece, è stato fatto in alcuni passaggi di alcuni interventi – dove si è detto che il terrorismo è cresciuto perché noi siamo andati a bombardare determinate zone – perché, con questo modo di fare e con questo modo di pensare, allora, sarebbe meglio dire, in qualche modo, che non facciamo assolutamente nulla, magari si dimenticano di noi. Purtroppo non è così, l'abbiamo visto, l'abbiamo rivisto, purtroppo la storia lo insegna, non è questo il modo, non è la cedevolezza, non è la mollezza dell'Occidente che può difenderci, ma è la reazione dura, pesante e senza pietà, come ha giustamente detto il Presidente francese Hollande. Questa è la strada, non quella del: lasciamoli vivere, magari si dimenticano di noi, perché non funzionerà mai.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, intervengo, attraverso di lei, solo per ricordare al collega Gianluca Pini che legittimare lo Stato Islamico e legittimare il califfato è esattamente quello che vogliono loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In questo modo si incentiva semplicemente e si legittima il fatto di andare in determinati Paesi e cercare, in un qualche modo, di risolvere con delle azioni che sono state fatte, ma sono state fatte in modo tale che non hanno portato nessun tipo di risultato, perché, se noi ci ritroviamo adesso in questa situazione, ci sono due motivazioni fondamentali. La prima è che attraverso i bombardamenti, per esempio, che sono stati fatti in Iraq abbiamo creato un vuoto e in questo vuoto c’è stato il radicamento del terrorismo. La seconda, che credo sia quella più importante e su cui dovremmo riflettere, è che il problema, il nemico non è che ce l'abbiamo fuori, il problema e il nemico ce li abbiamo in casa. Infatti, ci ritroviamo anche con giovani europei che decidono di andare in Siria, di essere addestrati, di tornare e di fare delle azioni terroristiche.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MARIA EDERA SPADONI. Probabilmente dovremmo pensare anche al perché ci sono persone, ragazzi di nazionalità europea che decidono di andare e di farsi esplodere nelle nostre città.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Manlio Di Stefano 1.27, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 12
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, De Lorenzis, De Mita, Latronico, Ravetto, Roccella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  454   
   Votanti  435   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  329).    

  (I deputati Preziosi e Falcone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Manlio Di Stefano 1.57, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Occhiuto, Matarrelli, Causi, Pesco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  458   
   Votanti  451   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  329).    

  (I deputati Falcone e Rubinato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 1.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Italiana e sul quale il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Paris, Micillo, Berlinghieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  458   
   Votanti  386   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  35    
    Hanno votato
no  351).    

  (La deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 1.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Italiana e sul quale il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assamblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani Fanucci, Saltamartini, Palese, Della Valle, Occhiuto, Cecconi ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  460   
   Votanti  367   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
  34    
    Hanno votato
no  333).    

  (Il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 13

  Passiamo agli identici emendamenti Duranti 1.9 e Vito 1.58
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Signora Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, con questo emendamento e con il successivo 1.59 noi poniamo la questione della missione EUNAVFOR MED, una missione recente che noi abbiamo sostenuto e anche votato nella fase di avvio, ma che si sta dimostrando inefficace rispetto a quelle che erano le vere finalità di questa missione dell'Unione europea. Le vere finalità di questa missione sono il contrasto e la repressione del traffico internazionale di persone umane. Non vi è dubbio che, per contrastare e combattere efficacemente questo traffico illecito internazionale che finanzia il terrorismo internazionale, l'unico modo per farlo in maniera efficace non è quello di intervenire quando i migranti sono già in mare, ma è di farlo direttamente sulle coste libiche, intervenendo lì, impedendo lì che le navi partano e distruggendo lì le imbarcazioni e le strutture che consentono che questo traffico possa prosperare. Sto parlando, quindi, della famosa terza fase della missione EUNAVFOR MED, ma questa terza fase stenta ad arrivare e, francamente, signor rappresentante del Governo, noi non crediamo che ci siano le condizioni per poterci arrivare, perché le condizioni che il Governo ci ha detto essere necessarie per arrivare a questa terza fase sono quelle della richiesta di tale intervento da un Governo unitario libico, che ora non c’è, e una conseguente autorizzazione delle Nazioni Unite che, come sappiamo, invece, ha recentemente cambiato il suo Alto rappresentante in Libia. Allora il nostro emendamento – lo ripeto, presentato da parte di chi ha voluto questa missione, ha chiesto che l'Unione europea intervenisse, ha votato questa missione – vuole prendere atto che la missione era stata fatta, pensata ed escogitata per arrivare alla terza fase, cioè combattere il traffico illecito intervenendo in Libia e distruggendo le barche e le basi, non per intervenire in mare, dove naturalmente siamo costretti, per obblighi internazionali di diritto internazionale del mare, ad accogliere i profughi e chi si cela tra i profughi e, quindi, quando è troppo tardi per contrastare questo traffico.
  Quindi, con questo emendamento proponiamo di sopprimere la missione, preso atto che è stata un fallimento rispetto agli scopi originari, e con il successivo emendamento 1.59, sempre a mia firma e sul quale pure dirò, proponiamo di sospenderla sino a quando non saranno verificate le condizioni in Libia e presso le Nazioni Unite per passare alla terza fase, l'unica davvero necessaria per combattere e reprimere il traffico clandestino di esseri umani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente, intervengo per sottoscrivere a nome del gruppo della Lega l'emendamento del collega Vito.
  Vedo che un identico emendamento è stato presentato anche dai colleghi di Sinistra Italiana, evidentemente per motivi ben diversi. Nel sottoscrivere questo emendamento, siano chiare anche le motivazioni che portano il nostro gruppo a sostenere, innanzitutto, le valutazioni fatte dal presidente Vito, ma c’è anche da aggiungere il fatto che, purtroppo come altre missioni, non solo rispetto all'idea iniziale di funzionamento, di funzionalità di questa missione, si è arrivati ad essere molto distanti dall'obiettivo finale, ma addirittura lo si è quasi stravolto, perché ormai questa missione è diventata una sorta di taxi per gli scafisti.
  Mi meraviglio che una valutazione puntuale, proprio legata ai fatti, sulla inopportunità di mantenere la nostra presenza all'interno di questa missione, in relazione ai fatti di venerdì scorso a Parigi, non sia stata fatta anche dal Governo, presentando un emendamento che andava, se non a cancellare questa missione così com’è, perlomeno a riformularla e a rivedere anche Pag. 14qui le regole di ingaggio, evitando di andare fino alle coste libiche a prenderli e portarli in Italia, ma magari andando davanti alle coste libiche a prenderli e a riportarli in zone protette all'interno del territorio, magari non libico, magari quello tunisino o da altre parti.
  Questo non è avvenuto. Evidentemente gli interessi economici legati all'accoglienza dei clandestini prevalgono sugli interessi della sicurezza di questo Paese e, quindi, noi voteremo favorevolmente alla soppressione del comma 7.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, Presidente. Io colgo l'occasione di questo emendamento per tornare su una discussione che vede come unico interlocutore l'onorevole Pini, con cui mi fa piacere interloquire, ma mi piacerebbe che a discutere di quali sono gli assetti navali del nostro Paese nel Mediterraneo intervenisse anche il Governo. Infatti, per quanto i nostri punti di vista siano differenti, siamo due forze di opposizione a questo Governo e, quindi, sarebbe bello poter interloquire su cosa stiamo facendo noi nel Mediterraneo.
  E ha ragione l'onorevole Pini a dire che noi condividiamo lo stesso emendamento, cioè l'idea di sopprimere EUNAVFOR MED per ragioni totalmente opposte. Vede, noi abbiamo istituito EUNAVFOR MED con l'idea che servisse a combattere il traffico degli scafisti. Abbiamo avuto una reazione emotiva ad una tragedia, che è stata l'ennesima nel Mediterraneo e che si è consumata qualche mese fa, su cui si è detto: bene, adesso il problema non sono i profughi, il problema non è il fatto che tutta questa gente scappa, il problema è che ci sono degli scafisti brutti e cattivi che li portano su delle carrette sul mare e li fanno arrivare fino a qui e, quindi, li dobbiamo combattere.
  Anche qua, noi facciamo delle scelte e non facciamo mai un bilancio di quelle scelte. Se noi andassimo a verificare che cosa è successo da quando abbiamo istituito EUNAVFOR MED, scopriremmo: a) che non abbiamo catturato pericolosi criminali o, appunto, trafficanti di esseri umani, per cui questa missione, con quello che costa, è assolutamente inutile rispetto all'obiettivo primario; b) che, mentre abbiamo istituito questa missione, abbiamo scoperto che il problema dei profughi si è presentato nel cuore d'Europa – perché se tu non affronti la natura e le radici di quel fenomeno, è inutile che provi a curare una broncopolmonite con l'aspirina – camminando a piedi. E quindi abbiamo scoperto che, dopo avere messo tutta l'Unione europea, con EUNAVFOR MED, questo enorme dispiegamento navale nel Mediterraneo per impedire l'afflusso dei profughi via mare, nel frattempo il fenomeno si è ingrandito; e abbiamo scoperto anche una cosa nelle tristi giornate del muro che cresceva in Romania: abbiamo scoperto che gli scafisti, o se in quel caso preferiamo chiamarli trafficanti di esseri umani, possono essere anche degli illustrissimi cittadini europei, che si fanno pagare 500 o 1000 euro per portare un profugo dalla frontiera con l'Ungheria fino a Berlino. E quindi scopriamo che il problema dei trafficanti di esseri umani non è un problema che riguarda la Libia, ma è un problema che riguarda una criminalizzazione dell'immigrazione legata alle tragedie come la guerra, che crea una clandestinizzazione e un'assenza di diritti che mette queste persone nelle mani di trafficanti di esseri umani.
  Perché ? Perché non esistono vie legali per fuggire dalla guerra, questo è il problema ! Noi oggi stiamo facendo tutto questo dibattito, e siamo davanti a questa tragedia, stiamo drammatizzando un fenomeno, perché se io sono vittima dell'ISIS, sono vittima del terrorismo e voglio scappare dalla Siria, non ho un modo legale per farlo, devo rischiare la mia vita in mare, mi devo mettere nelle mani dei trafficanti di esseri umani ! Allora noi dobbiamo dire che qui i principali complici dei trafficanti di esseri umani sono i Governi europei che non stanno creando dei canali umanitari e delle vie legali per Pag. 15fuggire dal terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) ! E noi oggi stiamo spendendo 33 milioni di euro per tre mesi per fare tutto questo.
  Guardate, se si volevano combattere gli scafisti – e il tema era solo quello, non impedire per questa via il traffico di esseri umani –, bastava tenere in piedi Mare Nostrum. Mare Nostrum costava meno di EUNAVFOR MED per il nostro Paese, ed in un solo anno in cui è stato in vigore ha portato all'arresto e alla condanna di 500 scafisti: grazie a Mare Nostrum ogni volta che si soccorreva un barcone e si salvavano vite umane si arrestava un criminale che aveva messo quelle vite umane in pericolo ! Oggi tutto questo non c’è più; l'idea che ci stiamo cominciando a fare è che tutto questo investimento serva a giustificare le grandi spese militari di questo Paese, che serva a dare una ragione all'esistenza di una grande portaerei come Nave Cavour, che non è in grado di salvare neanche una vita umana, ma sicuramente è in grado di far spendere un sacco di soldi per fare la sua sfilata nel Canale di Sicilia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pili.
  Ne ha facoltà.

  MAURO PILI. Presidente, intervengo per chiedere al Governo in questo contesto di sospensione di missioni sul Mediterraneo che venga sospesa la missione che parte stanotte dall'aeroporto civile di Cagliari. Stanotte partiranno dall'aeroporto civile di Cagliari migliaia di bombe: per l'ennesima volta un aeroporto civile sarà utilizzato per caricare e trasportare bombe nefaste, che verranno utilizzate dall'Arabia Saudita in Yemen dando davvero una gravità ulteriore al nostro Paese. Una fabbrica che produce questi armamenti nel comune di Domusnovas, produce e sta esportando ogni giorno sempre di più questi armamenti bellici, utilizzando un aeroporto civile senza alcun tipo di criterio e senza alcun tipo di rispetto. Credo che sia necessario che il Governo intervenga ! Ci sono diverse interrogazioni parlamentari di tutti i gruppi; credo che stanotte questo tipo di trasporto debba essere bloccato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Duranti 1.9 e Vito 1.58, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole della relatrice di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà, mentre si rimette all'Aula il relatore del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Gandolfi, Caruso, Caso, Alberto Giorgetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  462   
   Votanti  383   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  289).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 1.13, con parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole della relatrice di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà, mentre si rimette all'Aula il relatore del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, D'Ambrosio, Occhiuto, Binetti, Richetti, Magorno, Fraccaro, Boccadutri...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 16
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  456   
   Votanti  374   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  48    
    Hanno votato
no  326).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 1.14.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Mi ricollego alle parole del collega Palazzotto, anche se mi sembra un po’ liturgico dialogare solo tra le opposizioni: sarebbe opportuno che anche il Governo battesse un colpo, vista la delicatezza e l'importanza del tema trattato, posto che tutti quanti siamo d'accordo sulla difficoltà di cogliere l'obiettivo reale di questa missione; difficoltà data da situazioni contingenti e, forse, anche da valutazioni politiche che anziché contrastare il traffico di esseri umani hanno creato di fatto un servizio taxi per gli scafisti, con buona pace di chi va in piazza, mi riferisco ovviamente al Governo, a dire che ci sarà il pugno duro nei confronti dei trafficanti di esseri umani, salvo poi sfruttare questa tratta di esseri umani per assegnare a cooperative varie la gestione dei clandestini.
  Al di là di tutto ciò, se non altro per salvare le apparenze, visto che qui la sostanza è difficile che venga in qualche modo salvaguardata... mi scusi Presidente ma ho un fastidioso rumore di sottofondo..

  PRESIDENTE. È un rumore che viene dal suo settore.

  GIANLUCA PINI. Non dal mio gruppo !

  PRESIDENTE. No, certamente, mi riferisco ai banchi più in alto del suo settore, onorevole Brunetta, onorevole Occhiuto, onorevole Santanchè se potete abbassare il tono della voce, perché è veramente fastidioso.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Noi, molto semplicemente, chiediamo che venga chiarito che questa missione serve al contrasto e alla dissuasione dei flussi migratori illegali sotto l'egida delle Nazioni Unite, perché qualcuno evidentemente sembra averlo dimenticato. È un emendamento che non costa assolutamente nulla e che rafforza quello che dovrebbe essere l'obiettivo finale della missione.

  PRESIDENTE. Onorevole Ravetto, mi scusi, ma io sento la sua voce più di quella dell'onorevole Pini che sta parlando con il microfono. (Commenti dell'onorevole Ravetto). Sta parlando un collega, la prego.

  GIANLUCA PINI. Ho capito, ci litighi dopo !

  PRESIDENTE. Non sto litigando con nessuno.

  GIANLUCA PINI. Non mi riferivo a lei, Presidente, ma alla collega Ravetto.

  PRESIDENTE. Sto soltanto chiedendo un po’ di silenzio per poter consentire all'onorevole Pini di svolgere il suo intervento. Onorevole Palese ! Prosegua, prego.

  GIANLUCA PINI. Chiediamo quindi... scusi se ho perso il filo ma... al Governo di valutare, nel momento in cui magari il Governo dà un attimo di attenzione, grazie... la specifica, visto che non si vuole cancellare questa missione per iniziarne un'altra più efficiente, visto che non si vogliono cambiare le regole di ingaggio o specificarle meglio per contrastare effettivamente il traffico di esseri umani, che almeno si chiarisca in fase di conversione del decreto l'obiettivo principale di questa missione, perché altrimenti risulta che noi con i soldi dei contribuenti andiamo semplicemente a favorire il traffico di esseri umani e le organizzazioni criminali che lo gestiscono e, non ultimo, favorire tutte le Pag. 17cooperative stile Buzzi che purtroppo si sono messe in luce nella gestione dei clandestini all'interno di questo Paese.
  Quindi chiediamo cortesemente al Governo e anche ai relatori di valutare l'opportunità di cambiare il parere su questo tema e di specificare che questa missione serve solo ed esclusivamente a contrastare il traffico di esseri umani. Non chiediamo nulla di particolare, non ha un costo, ma è solo e semplicemente una cosa di buonsenso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, il gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà voterà contro questo emendamento, non intendiamo spostare ulteriori risorse su questa che dovrebbe essere, lo dico provando a interloquire anche con il Governo, con il rappresentante del Governo, la missione «mare sicuro». Il tema è esattamente quello di comprendere fino in fondo di che cosa stiamo parlando. Intanto vorrei ricordare che in un anno, fra le risorse messe a disposizione per EUNAVFOR MED, circa 60 milioni di euro, e le risorse messe a disposizione per questo potenziamento del dispositivo aeronavale nel Mediterraneo centrale, che sono pari a 65 milioni di euro, insomma arriviamo a circa 125 milioni di euro o qualcosa di più, perché ho tralasciato le cifre minori. Non è chiaro perché questa missione sia inserita all'articolo 4, anziché essere inserita all'articolo 1, quello che riguarda le missioni in Europa. Lì abbiamo anche EUNAVFOR MED e Active Endeavour, che sono altre due missioni che insistono, come abbiamo già detto in diversi interventi, nel Mar Mediterraneo, questa invece è inserita all'articolo 4, il cui titolo è «Assicurazioni, trasporto, infrastrutture, AISE, potenziamento dispositivo aeronavale, cessioni», insomma poi ne vedremo delle belle sempre in questo articolo 4 e in particolare rispetto alle cessioni di armamenti ad alcuni Paesi, tipo l'Egitto. Allora noi vogliamo capire fino in fondo di che cosa si tratta, intanto perché c’è un impegno finanziario notevole, intanto perché non si capisce bene quale sia il mandato di questa missione appunto che avete inserito al comma 3 dell'articolo 4, per capire se si tratta della riconferma e del rifinanziamento di «Mare sicuro» e per comprendere un po’ meglio che vuol dire potenziamento del dispositivo aeronavale, visto che nel Mediterraneo non solo abbiamo nave Cavour, con gli aeromobili a bordo, abbiamo sommergibili, abbiamo altre 12 unità navali, io voglio capire questi 25 milioni di euro che sono inseriti nel rifinanziamento dal 1o ottobre al 31 dicembre e vanno ad aggiungersi ai 40 milioni dei primi nove mesi, a che cosa mirano, a quale potenziamento del dispositivo aeronavale, perché insomma non vorrei che mentre siamo entrati nella prima parte della seconda fase di EUNAVFOR MED e abbiamo un assetto, un dispositivo per l'appunto aeronavale di un tipo, poi in qualche maniera, in maniera surrettizia con l'articolo 4 si inserisca la possibilità di aumentare il dispositivo aeronavale con un impiego di risorse finanziarie enormi. Vorrei capire, sempre in riferimento a questo articolo e a questo comma, quanti saranno gli ulteriori militari impiegati, anche perché ci risulta che ci siano già 1.020 unità di personale militare impiegate in EUNAVFOR MED. Per tornare all'emendamento, come dicevo, noi voteremo contro perché non abbiamo alcuna intenzione di spostare neanche un centesimo su questa missione di cui non solo non capiamo il mandato, ma che secondo noi è stata inserita volutamente in un articolo differente dall'articolo 1 in qualche maniera per nascondere il reale obiettivo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 1.14, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà, Pag. 18mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula...
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cinzia Fontana, Brignone, Matarrelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  462   
   Votanti  379   
   Astenuti   83   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  64    
    Hanno votato
no  315).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 1.12, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Amoddio, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  461   
   Votanti  460   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato
  65    
    Hanno votato
no  395).    

  (Il deputato D'Ottavio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Corda 1.28.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corda. Ne ha facoltà.

  EMANUELA CORDA. Grazie, Presidente. Le criticità di questa missione sono già state evidenziate da alcuni colleghi. Anche noi, comunque, abbiamo diverse perplessità. La missione, come già è stato detto, mira ad individuare imbarcazioni, a disincentivare questo traffico di esseri umani, ma, soprattutto, ad individuare i mezzi utilizzati e, eventualmente, distruggerli.
  Però, l'aspetto che non convince è il fatto che ci si dimentichi delle vittime di questo traffico. Infatti, l'emendamento mira proprio ad integrare la missione, che, ripeto, comunque presenta diverse criticità e non può risolversi come una missione esclusivamente militare.
  Chiediamo, quindi, che a tale operazione possa partecipare anche del personale civile. Infatti, in merito al contrasto ai trafficanti di persone, in questo decreto, così come impostato, sparisce ogni riferimento proprio alla tratta, nello specifico, degli esseri umani; esseri umani che, una volta sottratti ai loro carnefici, necessitano di sostegno dal punto di vista psicologico, di sostegno medico, di sostegno legale. Tutti servizi che possono essere offerti da personale specificatamente civile.
  Quindi, nel nostro emendamento chiediamo, appunto, questo: che tale compito possa essere affidato alle organizzazioni non governative riconosciute dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  Riteniamo, quindi, che sia necessario approvare questo emendamento per rafforzare il senso di un'attività che non si limiti alle sole operazioni di disincentivazione di un fenomeno che nel Mediterraneo centromeridionale sta assumendo delle proporzioni veramente intollerabili, anche per via dei conflitti delle aree di crisi; crisi che si stanno inasprendo sempre più e che sono di difficile soluzione.
  Però, ripeto, questo non deve portare a dimenticare che stiamo parlando di esseri umani, e quindi bisognerebbe concentrarsi maggiormente sul profilo etico e umano, sul discorso che queste persone non possono essere abbandonate a se stesse; occorrerebbero, appunto, dei corpi civili che potessero curare questo aspetto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

Pag. 19

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Prendo atto che, dopo aver votato contro l'emendamento precedente, dove si specificava che questa missione era mirata al contrasto del traffico di esseri umani, la collega che mi ha preceduto si è lamentata del fatto che nel testo non sia specificato che la finalità è questa.
  Evidentemente c’è un po’ di disattenzione, ma del resto c’è disattenzione generale su questo tema, su questo argomento, c’è molto populismo e anche un po’ di ipocrisia, ipocrisia che si sintetizza, viene distillata anche con questo emendamento presentato dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché, chiedere l'inserimento di personale civile seppur specializzato, seppur riconosciuto attraverso organizzazioni inserite in elenchi del Ministero degli affari esteri, piuttosto che legate alla cooperazione internazionale, tutto quello che volete, metterlo all'interno di operazioni di carattere militare – perché qui stiam parlando di carattere militare – senza nessun tipo di tutela, perché quello che viene proposto è un assunto di carattere generale e non vengono date le specifiche di tutela di questo personale – che tipo di operatività può avere, che tipo di assicurazioni possono essere date alla tutela di queste persone – è ripeto un'operazione a nostro avviso pericolosa. Da un punto di vista etico e morale lo capiamo, può anche starci, visto che si tratta in parte di soccorso in mare – qualora non si riesca a impedire la partenza dei clandestini soprattutto dalle coste libiche, però mettere in una conversione di un testo di un decreto un assunto di carattere generale senza prevedere nessun tipo di regole d'ingaggio, senza dare nessun tipo di garanzia a questo personale civile, ripeto ci sembra un po’ un atto di benevolenza verso certe associazioni, organizzazioni non governative, senza però garantire loro nessun tipo di tutela. Per questo noi voteremo contro.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Basilio. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Grazie Presidente. Io volevo far osservare al collega Pini che le criticità su questa missione EUNAVFOR MED da noi sono sempre state espresse sia al Senato e poi anche alla Camera, tant’è vero che noi su questo provvedimento abbiamo votato contro, nonostante abbiamo sempre pensato e richiesto comunque una missione a questo punto europea sotto l'egida europea e non solo italiana come era Mare Nostrum. Ma le criticità io le ho espresse anche nella discussione della pregiudiziale in Aula e per noi la criticità maggiore è la fase 3. Ma nonostante tutto ormai questa missione c’è e ce la dobbiamo tenere, ormai non si può fare altro. Non si tratta di venire in Aula e magari portare emendamenti soppressivi eccetera eccetera. Quindi nel momento in cui c’è una missione prettamente militare, quantomeno noi stiamo chiedendo con questo emendamento di affiancare del personale civile al militare. La ratio di questo emendamento era questa, quindi non dire :«Ah quanto è bella la missione !» Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente. Chiariamo un po’ di cose. Intanto, ci siamo già espressi contrariamente su ENAUVFOR MED quando è arrivata in Aula la discussione specifica. Seconda cosa, collega Pini, noi poco fa ci siamo astenuti dalla votazione sul suo emendamento, non abbiamo votato contro, se permette lo so bene perché sono in quest'aula anch'io. Perché ci siamo astenuti ? Perché non condividiamo ENAUVFOR MED, ma non condividiamo neanche il progetto dove volete spostare i soldi di ENAUVFOR MED. Altra cosa, sentir parlare noi di populismi quando avete un leader che non dà una proposta una e va in televisione ogni giorno a parlare di immigrazione come se dovessimo semplicemente affondare i barconi e non c’è una proposta una riconducibile alla Lega Nord, Pag. 20mi sembra sia veramente ridicolo. Grazie (Applausi dei deputati del MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie. È iscritto a parlare il deputato Cirielli. Prego, ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Si Presidente. Non sta a me certamente fare l'avvocato difensore di quello che dice il leader della Lega o il partito della Lega perché immagino che faranno sentire la loro voce in questo Parlamento, ma è chiaro che noi ne condividiamo i fini nel senso che nessuno dell'opposizione di destra ritiene che si debbano affondare i barconi con le persone e con i profughi. Quello che noi abbiamo sempre sostenuto, perché altrimenti diciamo solo sciocchezze a chi ci sente, è che è assurdo spendere soldi, mettere in piedi un apparato militare, per sostituirsi al servizio scafisti dei criminali terroristi.
  Se poi, come ho sentito dire, ci sono anche degli europei che fanno lucro su questo mercato – cosa che non ci sorprende, atteso che ci sono tanti europei che sono disposti a fare di tutto, tranne che a rischiare la vita in Italia, persino se essa fosse attaccata dal terrorismo –, purtroppo ci sono tanti connazionali che sono assai peggio di tanti stranieri. Ma non è questo il punto. Quello che noi intendiamo chiaramente è che vorremmo coerentemente difendere le nostre frontiere non dai profughi, ma da coloro che approfittano dello stato di bisogno dei profughi per tutta una serie di fini, che vanno da quelli economici, quindi di lucro, a quelli di sostegno finanziario al terrorismo e di pressione psicologica nei confronti dell'Europa per avere soldi per non portare i migranti nel nostro territorio.
  L'unico sistema è quello di distruggere gli scafi, le navi e i barconi quando sono nel porto e quando vengono sequestrati andrebbero distrutti. Tutto ciò accade per un finto buonismo, per una sciocchezza messa in piedi dal timore di difendersi, quando abbiamo visto come l'Egitto si è difeso riguardo al pericolo in Libia e come si sta difendendo la Francia giustamente. E noi, vigliaccamente, diciamo che non siamo pronti per aiutare la Francia, nonostante i vincoli della NATO e dell'Unione europea, ed è costretta a farlo la Russia di Putin.
  Allora, cerchiamo di essere coraggiosi, cerchiamo di difendere la libertà e la sicurezza dei nostri cittadini e distruggiamo i barconi degli scafisti là dove sono e quando li abbiamo sequestrati, per impedire che questo traffico vergognoso continui.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Corda 1.28, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, D'Ambrosio, Fanucci, Fauttilli, Adornato, Castiello, Vezzali, Roberta Agostini, Placido.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  456   
   Votanti  455   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  346).    

  (Le deputate Di Salvo e Malpezzi e il deputato Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Il deputato Mantero ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole).

  Passiamo all'emendamento Vito 1.59. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Presidente, siamo sempre sulla missione EUNAVFOR MED. Chiedo Pag. 21l'attenzione del rappresentante del Governo. Infatti, questo emendamento è un retorico, nel senso che il decreto che è stato varato il 30 ottobre sarà in vigore fino al 30 dicembre e poi scade. È stato respinto il nostro emendamento che proponeva di sopprimere tale missione. Ripeto, non vediamo come si possa arrivare alla terza fase, quella necessaria, in base alla quale viene efficacemente contrastato il traffico illecito di esseri umani direttamente in Libia.
  Con questo emendamento noi proponiamo di sospendere la missione se, entro il 31 dicembre, non si verificano le condizioni richieste per il passaggio alla terza fase: autorizzazione dell'ONU e richiesta del Governo libico. Io chiedo al rappresentante del Governo quale sia l'impegno e la volontà del Governo – sappiamo che il Ministro Pinotti ha mostrato attenzione nelle audizioni che abbiamo svolto – rispetto alla necessità di passare alla terza fase. Credo che il Governo debba informare le Camere di quale sia il suo intendimento. Infatti, signor Presidente, io sarei disposto anche a ritirare questo emendamento così formulato, se il Governo ci assicura che si impegnerà davvero affinché la missione EUNAVFOR MED venga attivata in tutte le sue fasi e soprattutto nella terza fase, che è quella necessaria per contrastare il traffico illecito di uomini, donne e bambini.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. È evidente che l'azione del Governo è mirata all'attuazione completa di quanto disposto e quindi relativamente alla prima fase già ci sono stati risultati tangibili perché basta prendere la decisione PESC dove si dice: «il comandante dell'operazione EUNAVFOR MED ha indicato che l'operazione ha conseguito tutti gli obiettivi militari della prima fase riguardanti la raccolta di informazioni e di intelligence». Il fatto che evidentemente si è passati nella seconda fase è sempre nella decisione PESC nel momento in cui si dispone la prosecuzione alla seconda fase e non c’è dubbio pertanto che l'intendimento del Governo è quello di intraprendere tutte le azioni possibili per portare a compimento l'operazione dedicata a EUNAVFOR MED in tutte le sue fasi compresa la terza.

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vito.

  ELIO VITO. Preso atto positivamente di quanto dichiarato dal Sottosegretario Rossi ritiriamo l'emendamento e preannuncio la presentazione di un apposito ordine del giorno per impegnare il Governo in questa direzione.

  PRESIDENTE. Grazie. Passiamo all'emendamento Grande 1.18. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianluca Pini.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente, nel cogliere l'occasione per confermare al collega Di Stefano che sull'emendamento che chiariva la funzione di quella missione tutto il suo gruppo ha votato contro, qui c’è lo stenografico, evidentemente c’è stato un errore da parte vostra, però visto che lei ha detto che non eravate...

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, si rivolga alla Presidenza.

  GIANLUCA PINI. Sì Presidente, faccio sapere cortesemente che quello che ha detto il collega Di Stefano è errato, per non dire falso.

  PRESIDENTE. Lei ha chiesto la parola sull'emendamento 1.18, prego.

  GIANLUCA PINI. Certamente, però è anche per riportare un attimo la verità dei fatti all'interno dei lavori di quest'Aula. Io penso che sull'emendamento 1.18, sul quale mi auguro e spero che vi sia la contrarietà unanime dei colleghi all'interno del Parlamento, non si tenga conto della pericolosità di una sua eventuale Pag. 22approvazione. Non tanto perché questo trattato di amicizia e partenariato è stato fatto in un periodo durante il quale il mio gruppo era, perché eletto dai cittadini, direttamente al Governo e grazie a questo trattato l'allora ministro dell'interno Maroni riuscì a bloccare i flussi clandestini provenienti dalla Libia, ma perché pur essendoci una situazione di sostanziale caos dettato dalla presenza di due diversi governi su quello scenario, per lo meno questo trattato con il Governo riconosciuto sul piano internazionale ci permette di avere un argine rispetto a quella che è una partenza incontrollata, cioè ci permette comunque di dialogare con uno dei due governi presenti sul territorio libico. Con uno dei due governi possiamo in qualche modo dialogare e cercare di attivare delle iniziative affinché vi sia la dissuasione e il blocco delle partenze dei clandestini, ripeto clandestini perché attraverso quei flussi è stato assolutamente verificato che di profughi c’è ben poca traccia, sostanzialmente nulla.
  Quindi andare a togliere anche questo strumento dal tavolo delle negoziazioni diplomatiche e politiche a livello internazionale vorrebbe dire far crollare ancora di più quel poco di muro, di blocco che viene messo a una invasione sistematica del nostro territorio e dell'Occidente, quindi andare totalmente contro anche quelli che sono i principi della stessa missione, che purtroppo sono stati bocciati dai colleghi del MoVimento 5 Stelle che continuano a dire di voler essere contro il traffico degli essere umani, ma presentando emendamenti di questo tipo dimostrano di fare esattamente il contrario, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Scagliusi. Ne ha facoltà.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie Presidente, volevo ricordare che è quanto meno anacronistico continuare a tenere in vigore questo trattato che è stato firmato tra il Governo Berlusconi e Gheddafi.
  Adesso Gheddafi non è più al Governo, in Libia non c’è un governo unico riconosciuto, quindi questo trattato è comunque inutile. Ce ne sono due, ma non c’è un accordo di unità nazionale. In più, aggiungiamo che Bernardino Leon, l'inviato speciale delle Nazioni Unite, non è riuscito ad ottenere alcun risultato, quindi non c’è un governo unico; l'unico risultato che ha ottenuto Bernardino Leon è un posto di lavoro negli Emirati Arabi a 35 mila sterline al mese...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Scagliusi; potete abbassare il tono della voce, colleghi, per favore ?

  EMANUELE SCAGLIUSI. Quindi, le proposte per affrontare il problema dell'immigrazione noi le abbiamo già presentate in quest'Aula, vanno solo attuate dal Governo e questo trattato certo non va in quel senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grande 1.18, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Lo Monte, Grassi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  464   
   Votanti  463   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  351).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Del Grosso 1.19, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo ed il parere favorevole del relatore del Pag. 23Movimento Cinque Stelle, mentre si rimette all'Assemblea la relatrice di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Totano, Carloni, De Maria.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  462   
   Votanti  435   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  350).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Corda 1.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corda. Ne ha facoltà.

  EMANUELA CORDA. Grazie Presidente, con questo emendamento noi chiediamo che il passaggio alla fase militare, dalla seconda alla terza fase, quella più prettamente operativa, possa avvenire soltanto a seguito di un processo di pacificazione nazionale. A nostro avviso, l'autorizzazione e il consenso dello Stato costiero potrebbe anche arrivare ad esempio da Tobruk, che è riconosciuta dalla comunità internazionale, ma non rappresenta appieno la volontà del popolo libico.
  Questa situazione potrebbe diventare davvero pericolosa, allorché si potrebbe configurare addirittura un atto di guerra. Sarebbe opportuno, prima di attivare interventi militari di questa proporzione, avere un quadro chiaro della situazione dello Stato interessato, ma soprattutto agire a livello diplomatico perché, come ha spiegato anche il collega Scagliusi poc'anzi, la situazione è tutt'altro che chiara. Abbiamo due governi, abbiamo una situazione del tutto incerta ed è assolutamente inaccettabile che arrivi un'autorizzazione da un Governo che comunque non è riconosciuto appieno dalla stessa popolazione. Tutto ciò potrebbe essere percepito come un atto di guerra e sarebbe una cosa gravissima, sarebbe una vera e propria aggressione. Una missione nata per risolvere un fenomeno, tra l'altro di difficile soluzione, una missione che potrebbe anche avere per qualche aspetto una sua giustificazione sotto questo punto di vista – però, lo ripeto, noi siamo comunque contrari per i motivi poc'anzi espressi – diventerebbe una missione assolutamente illegittima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Dunque, a me pare che vi sia una logica effettivamente nell'atteggiamento politico e nella scelta politica dei colleghi del MoVimento 5 Stelle relativamente al modo con cui deve essere gestita questa missione che, come il collega Di Stefano prima giustamente ha detto, ormai c’è e, quindi, ce la ritroviamo lì, nonostante la nostra avversione. Però, la funzionalità, l'efficacia di una missione dipende sempre poi dalla capacità di saperla applicare al momento contingente. Ora, è chiaro che, per tutta una serie di motivi, non ultimo quel trattato di cui si parlava prima, non c’è più l'interlocutore che c'era prima e non c’è neanche più in Italia lo stesso interlocutore sfortunatamente, ma è altrettanto vero che il problema permane e, quindi, permane quello strumento lì di cui si è trattato prima. Fortunatamente, l'emendamento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle non è stato approvato, anche se, purtroppo, è stato presentato. Quindi, apre una breccia in un ragionamento di quanto effettivamente ci sia la volontà di contrastare il traffico di esseri umani. Infatti, se si iniziano a smontare sistematicamente anche gli elementi, seppur deboli, che ci sono sul piano internazionale per poter mettere in campo anche la minima azione di contrasto, vien da pensare che qualcuno abbia l'interesse Pag. 24affinché questi flussi continuino. Lo stesso tentativo di delegittimare l'unico Governo riconosciuto a livello internazionale, cioè quello di Tobruk, rispetto a quello di Tripoli, non so come spiegare in maniera banale, ma è meglio avere un interlocutore su due che averne zero su due. Almeno, sicuramente, da quella parte lì un qualcosa sul piano della diplomazia, un qualcosa sul piano degli accordi internazionali, può essere mantenuto. Se noi andiamo in questa direzione qui, cioè quella di dire che fintanto che non c’è una pace unitaria, fintanto che non c’è un accordo totale sul territorio e sullo scenario libico, non andiamo a fare nessun tipo di trattativa, è chiaro, che chi conosce quegli scenari sa benissimo che lì stiamo parlando della difficoltà di tenere assieme più di 1.500 tribù, cosa che non può avvenire nell'arco di qualche settimana o di qualche mese, ma ha bisogno di un processo molto lungo dopo che purtroppo qualcuno ha rotto degli equilibri magari per interessi economici o energetici.
Quindi, noi veramente iniziamo a essere preoccupati rispetto a questa tendenza che viene portata avanti dai colleghi del MoVimento 5 Stelle relativamente allo smontare il benché minimo punto di contatto all'interno di questi scenari con quelli che sono gli istituti riconosciuti a livello internazionale. Quindi, noi chiaramente voteremo contro questo emendamento, così come abbiamo votato contro l'emendamento antecedente che è in linea con un pensiero che, come ripeto, può essere anche nobile, cioè quello di mettere a disposizione personale civile per svolgere operazioni diciamo così di side effects rispetto al peacekeeping. Tuttavia, senza dare nessun tipo di garanzia sulla tutela di queste persone, mettiamo a rischio due volte, sia il personale militare, che quello civile, nello svolgere i compiti. Quindi, noi siamo abbastanza basiti da questo tipo di atteggiamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente, questo emendamento ci dà l'opportunità, sempre che qualcuno la voglia cogliere, di aprire una riflessione su che cosa sta accadendo in Libia e su cosa è accaduto nei mesi scorsi. Noi ci siamo trovati ad approvare una missione, con l'investimento anche molto grande del nostro Governo, su un esito positivo di un negoziato che era in corso sotto l'egida delle Nazioni Unite e abbiamo scoperto, nostro malgrado, che quel negoziato era viziato perché colui che era incaricato di portare a termine un negoziato tra le parti in qualche modo era al servizio di una parte, seppure indirettamente. Ora, questo ci deve molto interrogare rispetto a quali sono le nostre strategie. E questo dibattito, che pone il tema ancora una volta sul Governo di unità nazionale libico, dice una cosa chiaramente: non ci sono scorciatoie possibili.
  Noi abbiamo il dovere e la necessità in questo momento di trovare una via d'uscita per la crisi libica e non solo perché è nostra responsabilità principale il casino in cui oggi si trova la Libia. Infatti, non vorrei che noi ci scordassimo che, al netto delle sciagurate esperienze di rapporti tra il nostro Paese e il regime di Gheddafi, noi abbiamo una grande responsabilità come Italia e come Governi europei rispetto alla condizione di disastro totale in cui si trova il Paese libico in questo momento. Ma noi abbiamo anche una grande responsabilità rispetto al fatto che siamo uno dei Paesi vicini. È il nostro vicino più prossimo dall'altra parte del Mediterraneo la Libia. Quindi, se noi pensiamo che possiamo trovare delle scorciatoie e, come diceva adesso il collega Pini, immaginare che noi ci schieriamo da una parte di quel conflitto, di fatto complicando ancora di più le cose, noi rischiamo di fare un danno ancora più grande di quello che oggi c’è. E, allora, probabilmente occorre riconoscere che la missione EUNAVFOR MED, a cui, lo ripeto, noi siamo contrari per principio perché è un'impostazione sbagliata, è un modo sbagliato di affrontare il problema; può entrare nella sua terza fase solo e allorquando Pag. 25c’è la nascita di un Governo di unità nazionale. Quindi, un'interlocuzione che mira alla ricostruzione di uno Stato libico e all'uscita dal pantano di quello Stato e di quella società è un modo con cui questo Governo si assume la responsabilità di investire con maggior coraggio sulla riuscita di un negoziato libico. Maggiore coraggio che ci vuole anche nel dire che il lavoro fatto da Bernardino Leon, su cui il nostro Governo ha molto investito, è un lavoro viziato. Ed è un fatto gravissimo che oggi l'inviato speciale dell'ONU sia al servizio degli Emirati Arabi Uniti che sono una parte in causa dentro quel conflitto perché con il Governo di Tobruk, con cui oggi si pensa di volere instaurare un rapporto privilegiato, ha lavorato scientificamente a sabotare il negoziato e a sabotare la possibilità che in Libia nascesse un Governo di unità nazionale.
  Noi stiamo discutendo oggi di questo. Vogliamo dirci che la Libia è ancora uno Stato esistente perché esistono le infrastrutture statali unitarie, perché le municipalità a Tobruk, come a Tripoli, ricevono i fondi dalla Banca centrale libica e funzionano come un apparato statale, seppure molto colpito perché non c’è un Governo che svolge un ruolo e un potere esecutivo dentro quel Paese ? Allora, noi oggi abbiamo il dovere di investire con forza dentro quel processo unitario perché solo un Governo di unità nazionale può restituire credibilità e può ricostruire la Libia. Ed è un passaggio fondamentale per il futuro di tutto il bacino mediterraneo. Scriverlo dentro una proposta di legge come impegno di questo Governo è già un passo avanti in questa direzione e anche una scelta decisa che dice ai nostri partner e anche alle Nazioni Unite che non si può scherzare su questi argomenti e che, forse, qualche condanna al comportamento di Bernardino Léon sarebbe stata utile sentirla dal nostro Governo e anche da parte delle Nazioni Unite, non solo dai giornali (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Corda 1.20, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre si rimette all'Assemblea la relatrice di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni. Ci siamo ? Fossati, a posto. Non vedo altre mani alzate. Di Lello, Cominardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  468   
   Votanti  440   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  359).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rizzo 1.21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzo. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA RIZZO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento si intende procedere alla chiara definizione di chi deve fare cosa, come e quando. In buona sostanza, nel passaggio alla fase due, che tra l'altro è già avviata, e alla fase tre, si chiede di cambiare lo status della missione, quindi non più una missione europea ma una missione delle Nazioni Unite. Inoltre, la partecipazione di altri Paesi diversi dall'Unione europea, come per esempio la Russia, sarebbe quanto mai auspicabile, perché eviterebbe casi come quello della risoluzione n. 1973 del 2011, con la quale l'ONU autorizzava la no fly zone sulla Libia. Come è noto, i Paesi Pag. 26occidentali trasformarono quella no fly zone in un vero e proprio bombardamento di aggressione del legittimo Governo libico, il cui rovesciamento dall'esterno ha portato all'attuale situazione di caos e di emergenza umanitaria. Tra l'altro, è stato davvero imbarazzante assistere alla fuoriuscita del mediatore ONU Bernardino León, che ha annunciato che, al termine del suo incarico di mediatore, andrà a lavorare per 50 mila dollari al mese nell'Accademia di formazione diplomatica degli Emirati Arabi Uniti, un Paese che non solo è coinvolto fino al gomito negli affari della Libia, ma appoggia esplicitamente uno dei due Governi, cioè quello di Tobruk. In questo caso il Governo dovrebbe intervenire in sede ONU per chiedere che venga trovata una soluzione diversa da quella di un accordo libico e scaricare eventuali responsabilità dell'avvio delle fasi due e tre di EUNAVFOR MED a Governi fantocci.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Con riferimento a questo emendamento, invece, ci troviamo d'accordo sulla finalità. Finalmente un tema affrontato con evidente buonsenso, anche se solo dalle opposizioni, cioè il coinvolgimento, in particolare, ma non in maniera esclusiva, sicuramente in maniera importante, della Federazione russa relativamente a un intervento che non può più essere solo ed esclusivamente di natura europea ma deve essere di natura internazionale in senso ampio. Non siamo d'accordo – pur essendo favorevoli su questo emendamento, perché apre formalmente e ufficialmente alla possibilità della partecipazione della Federazione russa –, però, con le valutazioni che sono state fatte prima dal collega Palazzotto, che mi ha preceduto, relativamente all'inopportunità di tenere rapporti con il Governo di Tobruk solo per il fatto che evidentemente la trattativa è stata viziata da interessi, che poi si sono rivelati addirittura di natura personale, da parte dell'incaricato dell'ONU, Bernardino León. Ciò però non deve bloccare la possibilità – ripeto – di tenere un dialogo diretto con una delle due parti, l'unica riconosciuta, fra l'altro, nel territorio libico, perché precludersi a prescindere – per quello che è stata l'origine, la genesi delle trattative che, ripeto, anche noi riconosciamo viziate – la possibilità di avere anche un solo interlocutore su quello scenario, vorrebbe dire aprire ancora di più a un rischio di continuazione dell'invasione di immigrati clandestini, all'interno dei quali, poi, si nascondono, si possono nascondere, come ha avuto modo di dire, lo ripeto, il procuratore nazionale antiterrorismo, Roberti, anche dei terroristi ben pericolosi. Quindi, benissimo tutto, però evitiamo di scivolare, per questioni ideologiche, nella rischiosa valutazione di dire: siccome è nata male quella trattativa e siccome è stata favorita una parte piuttosto che un'altra, non trattiamo con nessuna delle due. Un interlocutore, per quanto non eccessivamente affidabile, su quello scenario, dobbiamo averlo, perché, se tagliamo definitivamente i ponti, allora sì che i problemi saranno ben più gravi di quelli che già non sono adesso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 1.21, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre si rimette all'Assemblea la relatrice di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Preziosi, Monchiero, Massa, Borghi, Lo Monte, Polverini.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 27
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  417   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  320).    

  (La deputata Ravetto ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Basilio 1.29.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Basilio. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Grazie, Presidente. Io volevo spiegare la ratio di questo emendamento, che a nostro avviso è molto importante, anche perché si può fare un collegamento con ciò che è accaduto nella storia, nella nostra storia, durante la seconda guerra mondiale, in quanto noi siamo stati occupatori del territorio libico. Abbiamo occupato la Libia e abbiamo creato notevoli disagi al popolo libico all'epoca, quindi noi andremmo ad aggiungere, all'articolo 1, comma sette, un periodo che recito: è comunque esclusa la partecipazione delle Forze armate italiane a operazioni militari nel territorio di un Paese di cui l'Italia è stata colonizzatrice. Con questo emendamento vorremmo spiegare al Governo che è molto importante porre attenzione sui luoghi in cui abbiamo già portato una forte presenza militare anche in passato. Soprattutto, dovremmo fare attenzione a come interveniamo e a cosa andiamo a fare, quindi sarebbe veramente importante che la terza fase della missione EUNAVFOR MED passi prima per un voto del Parlamento, perché la terza fase della missione porta a tutti gli effetti ad un'invasione di un Paese – in questo caso il Paese è quello libico – in cui abbiamo portato una forte colonizzazione durante la seconda guerra mondiale. Durante la discussione del decreto, prima delle vacanze estive, che ha portato al nostro voto contrario su questa missione con una ampia partecipazione europea, abbiamo presentato una nostra richiesta proprio di portare la terza fase della missione EUNAVFOR MED al voto dell'Aula, perché per noi è importante. Non si può dare – questo l'abbiamo espresso anche durante l'esame della pregiudiziale di costituzionalità – un voto su una terza fase di un intervento armato che comunque deve portare la richiesta dello Stato costiero ospitante, quindi, in questo caso, la Libia. Noi non possiamo dare un voto favorevole a priori per l'intervento se ancora mancano i presupposti per intervenire, invece è questo che abbiamo fatto votando tutto il pacchetto completo di questo decreto. Purtroppo c’è stato risposto che è scontato che sarà così, che ci sarà un voto parlamentare. Ma se è scontato – a questo punto lo chiedo al Governo e quindi alla maggioranza – perché non è stato semplicemente votato favorevolmente su ciò che all'epoca, durante la discussione di questo decreto, avevamo chiesto, ossia il voto parlamentare per la terza fase di questa missione in Libia, la cui terza parte sarà effettivamente armata, sarà combat e non di salvataggio dei migranti che hanno la necessità di essere salvati in mare, e di fare anche intelligence con la seconda fase di questa missione ? Quindi, la nostra proposta era questa: andare ad aggiungere che è esclusa la partecipazione delle Forze armate su terra libica, oppure, quanto meno, di accogliere altri nostri emendamenti dove chiediamo il voto parlamentare per passare alla terza fase di questa missione che ormai stiamo svolgendo nel mare Mediterraneo da un po’ di mesi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Grazie, signora Presidente. Intervengo solo per dire che erroneamente avevo dato parere favorevole sull'emendamento Basilio 1.29, invece è da intendersi come un rimettersi all'Assemblea e quindi come un voto di astensione.

Pag. 28

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Posso comprendere in termini generici, ma non specifici, l'intenzione dei colleghi del MoVimento 5 Stelle di presentare questo emendamento, se è mirato ad una valutazione di rischio dei nostri militari in un eventuale scenario di guerra in quell'area, in virtù di quello che è stato il passato.
  Però è incongruente – questo me lo dovete concedere – rispetto ad una chiamata molto ampia che è stata fatta con il precedente emendamento, nel quale si prevedeva che la missione specifica nello scenario libico non dovesse essere solo di natura europea, ma di livello internazionale. Dobbiamo tutti quanti coinvolgere anche la Federazione russa per gli equilibri a livello internazionale, per l'importanza, per l'apporto tattico-strategico e anche di preparazione militare che può dare e poi improvvisamente, per una valutazione di altra natura, con l'emendamento immediatamente successivo, ci si sfila. Tra l'altro, ci si sfila – mi consentano i colleghi – in maniera anche un po’ pasticciata per scrivere semplicemente che l'Italia è stata colonizzatrice, ma andrebbe specificato perché noi al momento siamo la Repubblica italiana e il soggetto che è stato colonizzatore nello scenario libico non era la Repubblica italiana, quindi magari chiarire un pochino meglio anche dal punto di vista storico e lessicale aiuterebbe ad evitare interpretazioni.
  Ripeto: non vuole essere una polemica, però, se dobbiamo affrontare un tema delicato come quello del contrasto al terrorismo, con tutto quello che ne comporta, in termini di effetti collaterali, auspicherei che ci fosse un atteggiamento un po’ meno ideologico nell'affrontare determinati temi, lasciando perdere certe battaglie che sono assolutamente legittime anche dal punto di vista politico, ma che in questo momento devono probabilmente essere messe in secondo piano.
  Quindi, noi, pur apprezzando, se quello era lo scopo, la valutazione di rischio maggiore dei nostri militari rispetto ad altre Forze armate di altri Paesi, non possiamo comunque dirci favorevoli all'approvazione di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Basilio 1.29, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole del relatore per il MoVimento 5 Stelle e sul quale la relatrice per la Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà si è rimessa all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lorenzo Guerini, Vazio, Ginoble, Dall'Osso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  422   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
  82    
    Hanno votato
no  340).    

  (I deputati Carlo Galli e Pellegrino hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.60, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Zanna, Marcon, Adornato...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 29
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  444   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  309).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frusone 1.30, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marroni, Magorno, Capodicasa, Fossati, Franco Bordo, Parisi, Abrignani, Basilio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  463   
   Votanti  460   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato
 165    
    Hanno votato
no  295).    

  (Le deputate Argentin e Nardi hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fava 2.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Presidente, vorrei segnalare l'importanza di questo emendamento, perché il senso di questa proposta emendativa è di rafforzare l'impegno economico del nostro Paese per la cooperazione allo sviluppo, per la cooperazione internazionale.
  Ricordo che il titolo di questo provvedimento è abbastanza lungo: nelle prime tre righe si parla della proroga delle missioni internazionali delle Forze armate, e poi le altre righe ci dicono che il provvedimento si occupa delle iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sostegno ai processi di ricostruzione, partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali, eccetera. Purtroppo, se poi noi andiamo a vedere gli stanziamenti, il 90 per cento delle risorse viene destinato appunto alla parte militare del provvedimento, e circa solo il 10 per cento alle iniziative di cooperazione allo sviluppo. Noi crediamo fermamente che, con la cooperazione internazionale, si possano costruire condizioni di prevenzione delle guerre e dei conflitti; crediamo che andrebbero rafforzate quelle iniziative che vanno in questa direzione. Naturalmente è positivo che, nella legge di stabilità, ci sia, dopo tanti anni, un aumento dei fondi per la cooperazione; ricordo che, però, siamo ancora veramente al lumicino e l'impegno che anche il nostro Paese ha assunto di raggiungere lo 0,7 per cento dei fondi della cooperazione in relazione al PIL è lontanissimo. Ricordo che anche l'obiettivo che Renzi si è dato di raggiungere il quarto posto dei Paesi OCSE per i fondi per la cooperazione, anche questo è un obiettivo molto lontano: ActionAid ci ha ricordato che servirebbe 1 miliardo e 300 milioni di euro per raggiungere il quarto posto e noi siamo molto molto al di sotto di quella soglia.
  Crediamo quindi che, con questo emendamento, che propone di rimpolpare significativamente i fondi per la cooperazione, togliendoli ad esempio dai fondi per la partecipazione alla missione in Afghanistan, daremmo un segnale molto importante: importante nel senso di un'inversione di rotta verso politiche di pace, verso politiche di prevenzione e verso la cooperazione, che dev'essere un po’ il nostro fiore all'occhiello. In futuro, noi speriamo in un ruolo di pace, di una politica estera di pace di questo Paese, cosa che non è stata in questi anni; pensiamo che il fallimento degli interventi militari, a partire da quello dell'Afghanistan, ci dica che bisogna cambiare direzione, decisamente direzione. Ecco perché, con questo emendamento, Pag. 30noi proponiamo di andare su un'altra strada e proponiamo all'Assemblea di votarlo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, scusi il ritardo nella richiesta, ma stavo parlando con un collega su una questione delicatissima riguardo questo emendamento, e anche quello successivo. Possiamo essere assolutamente d'accordo sulla inopportunità del comma 1, e quindi della missione in Afghanistan, con tutto quello che ne consegue: l'abbiamo già discusso fin dall'inizio di questa legislatura in tutte le varie fasi di conversione dei decreti-legge di rifinanziamento delle missioni; ma quello che trovo assolutamente inaccettabile, pericoloso e irriverente anche nei confronti dei morti di venerdì scorso a Parigi, è che qualcuno si permetta di chiedere la cancellazione della partecipazione del nostro Paese alle missioni internazionali nel contrasto al Daesh. Questa è una follia, una follia !
  Io non riesco veramente a comprendere come sia possibile, per motivi assolutamente ideologici da parte dell'estrema sinistra, in una fase così delicata dove tutti vengono chiamati a fare la propria parte nel contrasto allo Stato islamico, che qualcuno si permetta in questo momento, dopo le belle parole spese a ricordo dei morti, le condoglianze, la partecipazione al dolore, di venire in questa Aula e mantenere un emendamento, che magari fino a qualche giorno fa poteva essere visto come una posizione politica e null'altro e che ora appare come una sberla in faccia ai parenti delle vittime di Parigi e di tutte le vittime del terrorismo, perché quei fondi non solo dovrebbero essere mantenuti, ma dovrebbero essere aumentati, anche in maniera pesante. C’è invece una parte di questo Parlamento, che penso non rappresenti minimamente una parte di questo Paese, che si permette di chiedere al Parlamento di togliere i fondi al contrasto al terrorismo ! Questo state facendo ed è bene che tutti quanti lo sappiano ! Mi auguro che voi rimaniate soli, non solo in questa Aula, ma anche all'interno di questo Paese, se non avrete almeno il coraggio e il buon senso di ritirare gli emendamenti Fava 2.1 e Piras 2.2, perché è una vergogna che qualcuno si permetta di togliere fondi al contrasto al terrorismo in questa fase (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Piras.
  Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Presidente, evidentemente ognuno ha le sue vergogne, io ad esempio mi vergognerei al posto di altri di criminalizzare una intera comunità religiosa di fronte a quanto accade nel mondo; mi vergognerei di rispondere alla pancia dell'intolleranza e della xenofobia delle persone ad esempio. Noi non siamo contrari ad una lotta contro il terrorismo ! Questo non è consentito dirlo, e noi non accettiamo che ci venga detto ! Noi siamo in prima linea come altri nella lotta contro il terrorismo, semplicemente non riteniamo che siano questi gli strumenti adatti per sconfiggere il terrorismo e per sconfiggere Daesh ! La dimostrazione ce l'abbiamo precisamente nelle politiche che, da 13 anni a questa parte, si riproducono in questo decreto. Si rifletta sul fatto che non è l'anno zero, che siamo almeno all'anno 13 di una politica profondamente sbagliata all'estero e in particolare nel Medio Oriente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente. Consideriamo inaccettabili le parole del collega Pini. Il punto non è la guerra contro il terrorismo, che noi speriamo si vinca, ma capire le condizioni nelle quali Pag. 31si assumono alcune decisioni, come appunto quella di partecipare alla cosiddetta coalizione dei vincitori e di conseguenza alla coalizione contro il Daesh.
  Noi poniamo un tema. Abbiamo svolto due audizioni in sede di Commissioni congiunte esteri e difesa qualche giorno fa esattamente sul tema del terrorismo e sulle condizioni in cui si trovano il Vicino e il Medio Oriente. Le organizzazioni impegnate su quel terreno ci hanno detto che intanto c’è una cosa da fare: interrompere immediatamente il traffico di armi verso quei Paesi.
  Vorremmo ragionare in una sede parlamentare su quali sono stati gli errori compiuti in questi anni per evitare di compierli nuovamente e per evitare di alimentare il terrorismo anziché ridurlo !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. È inutile venire qui il lunedì pomeriggio per fare manifestazioni a ricordo delle vittime di un terrorismo internazionale, che nasce proprio in quei territori in cui noi vogliamo intervenire, in cui, strano ma vero, anche questa maggioranza interviene, mettendo dei soldi e non solo delle parole, in una operazione che è a difesa della nostra occidentalità, dei nostri territori, della nostra sicurezza e della nostra democrazia.
  Trovo vergognoso invece eliminare con l'emendamento soppressivo il comma 9 dell'articolo 2 in oggetto. Trovo che si debba intervenire con maggiore forza e maggiore impegno sui tavoli internazionali.
  Al comma 9 si dice di partecipare con personale militare alle attività delle coalizione internazionale. Se fossimo al Governo noi avremmo risposto subito di «sì» all'appello del Presidente Hollande, cosa che invece Renzi, anche oggi, pare non voler fare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signora Presidente, noi siamo stanchi di sentire in quest'Aula qualcuno che ci fa la morale, senza che mai abbiamo pensato di chiedere scusa a questo Paese per il disastro causato con le scelte di politica estera e militare che durante gli anni del Governo Berlusconi sono state prese (Commenti del deputato Molteni).

  PRESIDENTE. Colleghi, onorevoli della Lega, onorevole Molteni !

  ERASMO PALAZZOTTO. Presidente, noi siamo stanchi del fatto che oggi si venga qui a riproporre la stessa ricetta che ha causato questo disastro, noi siamo stanchi di pensare che con le bombe si risolvono i problemi, che intervenendo militarmente in quel contesto in qualche modo si affronti il problema del terrorismo. Oggi siamo in questa condizione, il terrorismo è diventato una minaccia di queste dimensioni proprio per la scelta scellerata di intervenire in Iraq nel 2003 fatta dal Governo Berlusconi con il consenso della Lega Nord e non è possibile venire qua e cancellare con un tratto di penna le proprie responsabilità facendo bassa propaganda e dicendo che chi oggi è contrario alla guerra è a favore del terrorismo.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palazzotto, ha esaurito il suo tempo.

  ERASMO PALAZZOTTO. Non è così, noi siamo per contrastare il terrorismo con altre forze.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palazzotto. Ha esaurito il suo tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, se è consentito prendere la parola in un contesto veramente di grande disagio per quello che sta accadendo in Aula in questo momento. Io sommessamente invito un po’ tutti ad abbassare i toni, perché l'unica cosa da fare è quella di non ripetere le Pag. 32tante legittime posizioni che si sono espresse ogni volta che c’è stato un decreto che riguarda le missioni all'estero, ma stante la situazione, noi abbiamo scritto una bella pagina lunedì e forse sarebbe il caso di ritornare a quella bella pagina e di approvare subito questo provvedimento, dando legittimo spazio e ribadendo quello che è stato già discusso nelle legittime posizioni di tutti ma stante la contingenza, perché il mondo ci aspetta. Il mondo oggi, in un momento di maggior bisogno di leadership e di classe dirigente, forse oggi questo mondo non ha una classe dirigente all'altezza. Almeno cerchiamo di dare l'esempio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signora Presidente, credo che qui non c'entrano assolutamente nulla il razzismo e la xenofobia. Presidente, io credo che anche da parte della Presidenza della Camera serva una grande attenzione su questo emendamento. Io mi auguro e voglio pensare che ci sia una buona fede o semplicemente un errore da parte dei colleghi di Sinistra Italiana, perché è impensabile ed è profondamente irresponsabile, lo sarebbe comunque a prescindere, ma è profondamente irresponsabile, in questo momento di lotta e di contrasto al terrorismo, che dovrebbe vedere tutte le forze politiche – nazionali, europee ed internazionali – agire per contrastare il terrorismo, vedere che nel Parlamento italiano una forza politica presenta un emendamento, Presidente, per cancellare 65 milioni di euro per il contrasto al terrorismo islamico. Non è accettabile, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signora Presidente, bisogna essere molto chiari, Sinistra Italiana propone il contrasto al terrorismo ma è da 25 anni – noi non esistiamo da 25 anni – è da 25 anni che si sbaglia nell'approccio alla guerra e al terrorismo.

  PRESIDENTE. Calma ! Parlate tutti con calma !

  FRANCO BORDO. Questo invece bisogna dirlo, è questo approccio che ha portato ad alimentare ulteriormente il terrorismo e che colpisce il cuore dei nostri Paesi. Vogliamo cambiare approccio sì o no ? Vogliamo che la politica entri in gioco, vogliamo proporre delle iniziative veramente politiche anche con il supporto militare, ma non come viene fatto dentro questo contesto del decreto missioni, non è questo il sistema, lo sapete benissimo, siamo di fronte a un fallimento, vogliamo prenderne atto o meno ? Se poi c’è una forza politica che si fa carico di portare questo dibattito nel Paese, ben venga. Ce ne vorrebbero anche di più...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bordo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Mio malgrado, volevo fare da paciere a questo teatrino a cui stiamo assistendo. Vi comunico, signori colleghi, che in questo decreto, nell'ennesimo «decreto missioni», non vi è nulla che riguardi il terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, quando sento inneggiare all'unità che avevamo trovato lunedì, ripeto, a meno che non vogliate dirmi che quello avete fatto fino ad oggi è una risposta al terrorismo, visto che questo decreto è una proroga del «decreto missioni», replica esatta di quelli precedenti, se finora avete combattuto il terrorismo in questo modo, ripeto, lo state facendo nel modo sbagliato.
  Quando avrete voglia di affrontare davvero il tema del contrasto al terrorismo, il MoVimento 5 Stelle ha depositato già lunedì, quando il nostro capogruppo, Giorgio Sorial, ha fatto il suo discorso in Pag. 33seguito all'informativa, una serie dettagliata di soluzioni. Quando avrete voglia di confrontarvi su quelle, noi siamo qui; altrimenti, non parteciperemo a questo teatrino, che mi sembra alquanto ridicolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Ma, al di là delle petizioni di principio, leggiamo, magari, quello che l'emendamento di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà vorrebbe togliere. Testualmente: «È autorizzata, a decorrere dal 1o ottobre 2015 e fino al 31 dicembre 2015, la spesa di euro 64.987.552 per la proroga della partecipazione di personale militare alle attività della coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh».
  Qui è scritto chiaramente che voi volete eliminare 65 milioni di euro chiaramente finalizzati a contrastare la minaccia terroristica del Daesh ! Questo è scritto ! Ora, potrete anche esservi sbagliati, per carità, e lo capiamo, ci sta, ma cosa c'entra tutto quello che avete dichiarato finora ? Quello che voi volete fare con questo emendamento è togliere 65 milioni di euro contro il Daesh ! È scritto qui ! L'ISIS !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Grazie, Presidente. Tramite lei, vorrei rivolgermi ai gruppi di maggioranza e di opposizione, e anche al mio gruppo del Partito Democratico, perché è evidente che qui stiamo sviluppando un dibattito e i gruppi si stanno producendo in un dibattito politico su posizioni differenti. Vorrei dire che noi conoscevamo già le posizioni differenti: le abbiamo discusse in Commissione, abbiamo discusso nella modifica, però ci poniamo un problema differente questa mattina, che non è quello di superare posizioni differenti sull'articolo 2, sulla missione in Afghanistan, sull'adesione dell'Italia alla coalizione anti Daesh fatta nel 2014. Ricordo che in quei momenti i gruppi parlamentari non furono uniti, oggi sono contento che molti siano uniti.
  Potremmo produrci in tanti dibattiti. Però, vorrei dire che è giusto quello che ha detto il deputato Palese: dinanzi a quello che sta succedendo, al dolore che tutti quanti, come classe dirigente, abbiamo nell'analizzare, nel discutere e nel proporre soluzioni, e, soprattutto, se mi potete permettere, se mi posso permettere questo invito, nella sofferenza, perché sappiamo che i nostri soldati impegnati in queste missioni si trovano, dopo quello che è successo a Parigi, in un contesto molto più pericoloso di quello di prima, devo dire, con molto rispetto per le posizioni di tutti, che, come gruppo PD, noi non partecipiamo a questo dibattito.
  Vorremmo che questo decreto venisse approvato per dare un messaggio, un segnale chiaro dell'impegno del nostro Paese, del sostegno alle Forze armate in un contesto così drammatico e anche per evitare che, dinanzi a questi fatti, che tutti noi abbiamo celebrato e per i quali ci siamo commossi, la politica italiana venga dipinta come il solito dibattito, le solite polemiche, il solito rinfacciarsi vicende anche del passato.
  Siamo di fronte a un presente che ci deve unire e, con rispetto, ripeto, con rispetto per tutte le posizioni, chiedo e chiederei, a nome del nostro gruppo, come ha detto anche il deputato Palese, di procedere in un'analisi del decreto che ci permetta di dare un messaggio anche alla nostra pubblica opinione, che ha bisogno di una reazione della sua classe dirigente, rappresentata in questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signor Presidente, onorevoli colleghi. Cosa stiamo Pag. 34facendo noi con questo dibattito ? Proviamo a domandarcelo, perché ho l'impressione che non ci muoviamo sul terreno della politica. Nel peggiore dei casi abbiamo ascoltato la propaganda, nel migliore dei casi una posizione culturale. Voi mi dite che è stato un errore andare in Iraq a suo tempo. È una tesi molto rispettabile e io non sono lontano dal pensare che sia giusta, ma una volta che un errore è stato commesso ed è entrato nella storia tu non puoi tirartene indietro, devi vivere nella storia di oggi. Oggi il problema è uno solo: esiste una coalizione europea, esiste una coalizione occidentale, Europa e Occidente che definiscono insieme una politica contro il terrorismo. Noi ci tiriamo fuori da questo o stiamo dentro questa coalizione europea e occidentale ? Questa è l'unica questione, perché, se noi stiamo dentro a questa coalizione europea e occidentale, non possiamo rifiutarci di partecipare agli sforzi di questa coalizione. Poi dentro a questa coalizione abbiamo delle obiezioni le diremo lì dentro, cercheremo di cambiare la direzione generale della coalizione. L'altra politica è quella di dire: l'Italia si tira fuori. Voi pensate che la sicurezza dell'Italia sia meglio garantita se noi ci tiriamo fuori da questa solidarietà ? Perché abolire il finanziamento alle missioni vuol dire: l'Italia si tira fuori dalla solidarietà occidentale, l'Italia si tira fuori dalla solidarietà europea. Allora l'unico problema è: l'Italia, gli interessi, i valori, le cose che amiamo sono più difese partecipando a questa comunità o standone fuori ? Certo, so che alcuni hanno sempre desiderato di starne fuori e sono stati contraddetti drammaticamente dalla storia. Vogliamo imparare la lezione della storia ? Che da amici, dentro lo sforzo comune, possiamo far valere delle tesi che dicano che talvolta abbiamo sbagliato e che le cose vanno fatte in un modo piuttosto che in un altro, è cosa diversa, chiamarsi fuori mi sembra un atto di viltà, un tradimento ai nostri valori, e un venir meno alla fiducia dei nostri alleati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie Presidente. Il collega Marcon ha parlato di cooperazione internazionale allo sviluppo. Evidentemente per molti questa è ancora la Cenerentola della politica estera. L'attenzione è su questo. Renzi ad Addis Abeba ha detto che vuole portare l'Italia al quarto posto tra i Paesi donatori del G7. Nella legge di stabilità c’è un aumento dello 0,01 per cento dei fondi per la cooperazione internazionale, cioè 121 milioni di euro in più, quindi c’è una inversione di tendenza molto timida, perché arrivare ad essere il quarto paese donatore significa aumentare di circa un miliardo di euro i nostri stanziamenti. Noi oggi tra i Paesi europei siamo al penultimo posto. Il nostro emendamento vuole semplicemente porre al centro dell'attenzione il grande tema della cooperazione internazionale allo sviluppo. L'anno scorso abbiamo approvato la legge n. 125, che è entrata in vigore il 29 agosto 2014. Vogliamo dare attuazione a quella legge ? Sì o no ?

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 2.1, con parere contrario delle Commissioni e del Governo, parere favorevole della relatrice di minoranza di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 13)

  PRESIDENTE. Ruocco, Carloni. Ci siamo ? Tancredi, Ruocco non riesce, De Girolamo, Monchiero.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 35
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  431   
   Votanti  355   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  26    
    Hanno votato
no  329).    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Piras 2.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Grazie, Presidente. Noi pensiamo che sottolineare gli errori che sono stati commessi non sia un esercizio retorico o accademico. Noi pensiamo che sottolineare gli errori commessi in questi anni, da quando il mondo è profondamente cambiato, da quando è caduto quel muro di Berlino, da quando i campi si sono riscomposti e ne è rimasto principalmente uno, significhi oggi provare ad aprire una discussione, forse anche disperata, di fronte a quello che succede nel mondo, che porti a non commetterne più, che porti a cambiare strada, che porti a riconsiderare gli strumenti, le attività e le azioni che abbiamo posto in essere annunciando che quelle azioni, che quei provvedimenti, che quelle missioni dovevano andare a contrastare il terrorismo, dovevano andare a garantire la pace nel mondo, dovevano andare a garantire stabilità.
  Io credo che noi abbiamo delle buone ragioni, o la parte del Parlamento che le elenca abbia delle buone ragioni per dire che sia stato un errore l'intervento in Iraq, alla luce di quello che vediamo oggi, di quello che succede oggi in Iraq, non alla luce del preconcetto, magari ipotetico, del tempo che fu, alla luce del presente, di quella che è, sul campo, la condizione di quell'ex Paese, che oggi è uno dei pezzi di territorio controllati da Daesh. Abbiamo delle buone ragioni a dire che è stata sbagliata la guerra per commissione che è stata fatta contro Assad e la conseguente scomposizione di quel Paese. Quello è l'altro frammento di Paese dove si gioca il grosso dell'insediamento di Daesh. Abbiamo delle buone ragioni a dire che l'intervento in Libia, di alcune potenze occidentali in particolare, è stato un intervento pedestre e, se oggi la situazione sul campo – non ieri, ma oggi – è peggiore persino di quella brutale dittatura che tutti avevamo contestato – tranne qualcuno che governava in quel periodo –, che era la dittatura di Gheddafi, abbiamo buone ragioni a pensare che l'Afghanistan sia una sorta di missione manifesto di questo fallimento.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 13,03)

  MICHELE PIRAS. Infatti, in tredici anni i risultati di quella missione sono di fronte agli occhi di tutti gli osservatori internazionali. Se gli obiettivi erano la stabilizzazione, la democratizzazione, il rafforzamento della società civile, la sconfitta dei talebani per sempre, non ne abbiamo ottenuto uno. Ed anche l'elenco che ci è stato fatto dalla Ministra della difesa in audizione alle Commissioni congiunte esteri e difesa ci dà questo senso, quanto meno della caducità persino dei risultati ottenuti sul campo. Quelle scuole, quei percorsi formativi ed educativi che ci sono stati rappresentati potrebbero finire domani se ce ne andiamo da lì, ci dicono.
  Dopodiché, i talebani continuano a mostrare una potenza aggressiva enorme, la possibilità espansiva, ad ondate, di conquistare nuove fette di territorio. Dopodiché, Emergency ci segnala che in Afghanistan, in questi giorni, aumentano i morti civili, che aumentano i feriti, che aumentano i mutilati. La situazione non è stabile neanche per quella fragile pantomima di democrazia che abbiamo tentato di portare in quel Paese.
  Allora, si può assumere questo ragionamento come un ragionamento concreto Pag. 36e non necessariamente pregiudiziale ed ideologico, cioè la dimensione reale di quello che accade sul campo ? E rispetto agli appelli all'unità – lo dico all'onorevole Amendola, che sempre apprezzo nei suoi interventi –, a fare corpo di fronte a una situazione di questo tipo, io debbo dire che sono tra quelli che sono rimasti atterriti, attoniti, senza parole di fronte a quello che è successo in Francia, ma anche di fronte a quello che è successo in Libano, di fronte a quello che è successo al Museo del Bardo in Tunisia, di fronte a quello che è successo a Istanbul poco tempo fa e di fronte a quello che succede nel mondo.
  Abbiamo scelto, però, di ritrovarle quelle parole, di non restare senza parole per dire che serve il disarmo, che serve la pace e che quella idea, che ci stiamo mettendo in testa, della modalità attraverso la quale andrebbe contrastato Daesh è un'idea sbagliata, che va a riprodurre gli errori fatti in questi anni, dall'Afghanistan ad oggi. Ed oggi ci viene pure riproposta la prosecuzione per un altro anno della missione afgana, cosa che, nello scorso decreto missioni, avevamo escluso.
  Allora Daesh, il terrorismo internazionale, il fanatismo affonda le sue radici in una colossale ingiustizia sociale, in una condizione di oppressione totale dei popoli. Quella condizione va smontata, ribaltandola, rovesciandola, costruendo azioni di pace e di accoglienza, svuotando i canali di finanziamento che ci denuncia il Presidente Putin in questi giorni o ci conferma, probabilmente. I canali di finanziamento dello Stato Islamico che attraversano il Kuwait e passano dal Qatar e dagli Emirati Arabi, con i quali noi facciamo affari e investimenti. In questi giorni acquistano interi pezzi della mia isola e anche del sistema sanitario della mia isola. Allora, non è forse una contraddizione questa ? Non è forse una contraddizione che la coalizione internazionale non riesca a far rispettare il divieto di passaggio delle armi verso i territori dell'ISIS ?

  PRESIDENTE. Onorevole Piras, mi scusi, ha superato quasi di un minuto il suo tempo.

  MICHELE PIRAS. Concludo, dicendo che serve una svolta radicale, e non è buonismo, è concretezza, è realismo ed è un senso dell'umanità che evidentemente in questi momenti di grandissimo dolore qualcuno non riesce a mantenere perché semplicemente non ce li ha.

  PRESIDENTE. Grazie.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie signora Presidente, io rispetto tutte le scelte, anche la scelta del collega Amendola di suggerire, diciamo così, anche al suo gruppo, di non partecipare a questo dibattito. Noi invece pensiamo che finalmente sia ora, data la drammaticità della situazione, di aprire una discussione nelle aule parlamentari.
  Unità sì, ma innanzitutto responsabilità. Io voglio dire solo due cose, poi avremo modo di intervenire nuovamente. La nostra partecipazione alla coalizione contro il Daesh, che peraltro è partita ad agosto 2014, più di un anno fa, sulla base di una semplice risoluzione, non ha impedito il perpetuarsi delle tragedie sul terreno, non ha impedito gli attentati a Beirut, l'abbattimento dell'aereo russo, non ha impedito la tragedia di Parigi, non ha impedito Tunisi. Allora, interroghiamoci se quella è la strada giusta...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Duranti.

  DONATELLA DURANTI. Sull'Afghanistan...

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Duranti, ha concluso il suo tempo, abbia pazienza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tofalo. Ne ha facoltà.

Pag. 37

  ANGELO TOFALO. Noi ci asterremo su questo emendamento perché siamo convinti che la lotta al terrorismo, a Daesh, vada fatta, per cui non condividiamo la soppressione del comma 9 dell'articolo 2, l'abbiamo detto molto chiaramente.
  Abbiamo detto altrettanto chiaramente, però, che va fatta una strategia a lungo termine, l'abbiamo detto in ogni stanza, per cui riteniamo ancora una volta questo decreto-legge completamente vuoto, rispetto anche a quello precedente che era altrettanto vuoto.
  In quello precedente sono stati fatti errori gravissimi. Qualcuno ancora si vanta oggi, lo sento dire nelle televisioni, di aver innalzato le pene. Signori, stiamo parlando di innalzare le pene a chi è pronto a mettersi delle bombe addosso e a farsi saltare nelle metro e negli aeroporti. Non serve a nulla ! Non prendiamo in giro le persone, io chiamo tutti a un senso di responsabilità.
  Abbiamo creato, nello scorso decreto antiterrorismo, nell'articolo 2, una strana e ambigua black list alle dipendenze di un Ministro Alfano (ancora non si è ancora capito come viene scritta questa black list) che va a oscurare i siti di connotazione jihadista e il giorno prima dell'attentato di Parigi c’è stata un'operazione stupenda dei carabinieri del ROS, con i quali ancora mi complimento, partita nel lontano 2010 proprio su un'indagine su un sito di connotazione jihadista dove era stata creata un'università virtuale.
  Quel decreto antiterrorismo era sbagliatissimo, andava fatto dieci anni fa, non siete stati bravi, vergognatevi; oggi è un errore perché state bloccando l’intelligence e gli analisti.
  In secondo luogo, con questo decreto missioni andate a mettere nuova benzina a un mostro creato dai vostri errori. Hollande adesso va a stravolgere la Costituzione, ma io sono convinto che il popolo francese e Hollande quasi siano dispiaciuti di quando i loro predecessori, negli anni Cinquanta, bocciarono e contrastarono la formazione del CED, la Comunità europea della difesa, perché si vantavano – e ancora oggi lo fanno – della grande force de frappe. Io immagino che, la notte dopo, Hollande e molti francesi abbiano pensato esattamente al 1952 quando la CED fu bloccata dalla Francia.
  Siete stati bravissimi, e qui mi rivolgo al simpatico collega Rocco Buttiglione, a creare l'Europa dei tecnocrati e delle banche.
  Avete fallito nel creare l'Europa dei cittadini sicuri. Bastava che Hollande alzasse la bandiera europea, al posto di stravolgere la Costituzione, al posto di presentare un nuovo Patriot Act all'americana; abbiamo visto i risultati e voi continuate a fare questi errori.
  Va creato subito un database a livello europeo che faciliti uno scambio informativo tra le intelligence, i soldi vanno spesi così. E non parlo di condivisione di segreti di Stato, parlo di condivisione di informazioni anche delle polizie dell'interpol, anche di informazioni banali, perché queste informazioni – lo abbiamo visto a Parigi, lo abbiamo visto l'11 settembre – entrano nei circuiti dell’intelligence, ma non ci sono la bravura e lo scambio informativo tali da far arrivare queste informazioni ai vertici apicali per prendere le giuste decisioni.
  In questi giorni stiamo vedendo un continuo allarmismo; ogni giorno ormai il Daesh sta vincendo su questo e ciò il Parlamento deve riconoscerlo. Allora, io invito ad avere grande maturità, visto che questo decreto-legge è vuoto, se non in un articolo, il 7-bis presentato dal Governo sul quale tutti ci stiamo confrontando e stiamo lavorando seriamente; la mia forza politica, posso dirlo, sta lavorando seriamente su questo articolo.
  Cerchiamo di trovare una strategia a breve termine, ma soprattutto a lungo termine: se continueremo, lo ripeto, a dare benzina a questo mostro non risolveremo questo problema non nei prossimi dieci, venti o trenta anni, ma nel prossimo secolo almeno.
  Daesh è un mostro, va abbattuto, ma va cambiato totalmente l'approccio verso l'Islam. Le prime vittime sono loro. Se questo Parlamento non cambierà rotta rispetto a tutti i decreti missione e i Pag. 38decreti antiterrorismo precedenti, cara signora Presidente, non risolveremo il problema, ma risponderemo sempre all'odio e al terrore con altro odio e terrore. Ci sono morti innocenti da una parte e dall'altra e invito davvero a risparmiare un po’ di soldi inutili, a togliere questi soldi inutili per finanziare finte missioni di pace e investirli prepotentemente nella costruzione di un’intelligence europea, anche a discapito di sovranità e di intelligence in ogni singolo Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Devo fare i complimenti al collega Tofalo per essere riuscito a spostare l'attenzione rispetto al tema prevalente dell'emendamento. Capisco anche l'imbarazzo che alcuni dei suoi colleghi hanno provato, evidentemente, ad astenersi rispetto a una richiesta di cancellazione di 65 milioni di euro destinati al contrasto al terrorismo che è indicato come Daesh, forse per nascondere quella che è la vera parola più conosciuta, il vero concetto più conosciuto all'interno del mondo occidentale, cioè lo Stato Islamico, perché di questo si tratta.
  Non accettiamo, collega Amendola e collega Buttiglione, le lezioncine di buonismo e di conformismo. Qui si sta parlando di un tema molto secco, molto netto. Non è un fatto di divisione o di unità, è un fatto di buon senso, è un fatto di atteggiamento non ipocrita, è un fatto di rigettare l'incapacità di ammettere l'errore da parte di un gruppo di colleghi presenti in Parlamento.
  Posso comprendere quello che è successo. Gli emendamenti depositati in Commissione vengono sistematicamente, con una semplice lettera, riproposti per l'Aula qualora siano stati rigettati e probabilmente nessuno ha controllato che all'interno di quegli emendamenti, successivamente ai fatti del 13 novembre a Parigi, fosse rimasta la cancellazione per i fondi al contrasto al terrorismo – al terrorismo ! –, di questo state chiedendo la cancellazione.
  Collega Melilla, lei ha cercato in qualche modo, elegantemente, di ributtare la palla sul piano della cooperazione internazionale perché nel primo emendamento, effettivamente, voi toglievate fondi al contrasto al terrorismo e alla missione in Afghanistan sulla quale siamo d'accordo. Nessuno si azzardi a dire che stiamo facendo del populismo, perché abbiamo votato contro alcuni emendamenti che non ci convincevano, ma, anche se arrivavano dallo stesso gruppo, abbiamo votato a favore di altri emendamenti, sia di Sinistra Italiana, sia del MoVimento 5 Stelle, proprio perché andiamo a guardare nello specifico quello che viene proposto, sia come aggiunta, sia come cancellazione di parte del testo.
  Quindi, non lo accettiamo. Lei ha provato in questo caso, giustamente, perché è nella sua facoltà, di cercare di tentare di difendere l'indifendibile: che questi soldi venissero spostati poi sul piano della cooperazione internazionale. Può passare sull'emendamento 2.1, ma non passa su questo, perché è una cancellazione tout court di quelli che sono i finanziamenti al contrasto al terrorismo. Quindi, adesso, al netto delle varie valutazioni e delle storielle politiche che ci siamo raccontati, qui casca l'asino veramente. Adesso vediamo chi vuole veramente il contrasto al terrorismo, e dice che non devono essere cancellati i fondi, e chi, invece, il terrorismo lo contrasta solo a chiacchiere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente, io credo che nessuno possa, o debba, mettere in discussione il fatto che noi ci si opponga, e non da oggi, al terrorismo internazionale, né che qualcuno sia più ostile di noi in questo Parlamento a Daesh, allo Stato islamico. Il punto, però, è un altro. Il punto è che si può e si deve in democrazia dissentire rispetto alle ricette che si mettono in campo. Noi siamo, da Pag. 39sempre, perché si rafforzi l’intelligence, siamo da sempre, e in questo isolati, perché si prosciughino completamente quelli che sono i canali di finanziamento che lo Stato islamico ha, che ricava dalla vendita di petrolio, ma che ricava anche dalle donazioni, chiamiamole così, di Stati alleati dell'Occidente come il Qatar e l'Arabia Saudita, cosa di cui non si parla mai perché poi i fondi sovrani di quei Paesi fanno comodo. Fanno comodo anche all'Italia, ma, appunto, il coraggio vuol dire mettere in discussione anche questo.

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIOVANNI PAGLIA. Siamo contrari a che il terrorismo si combatta con la guerra e la nostra contrarietà oggi, nel 2015, è basata sul fatto che la guerra che voi avete voluto per combattere il terrorismo ha fallito storicamente e praticamente. Prendetene atto invece di dire sciocchezze (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, noi di Fratelli d'Italia riteniamo che queste missioni vadano sostenute e si prosegua con quello che si sta facendo, peraltro siamo anche a fine anno e ci sembrerebbe veramente incredibile lasciare in sospeso quello che si è iniziato. Evidentemente una cosa è la missione in Afghanistan, una cosa è la missione contro il Daesh. Per quanto riguarda la missione in Afghanistan, ci fa un po’ sorridere che il Governo Renzi che aveva sbandierato la volontà di abbandonare alla chetichella in Afghanistan, e se mi consentite probabilmente abbandonare almeno idealmente i tanti caduti italiani in Afghanistan, come se lì non avessimo fatto il nostro dovere, solo perché gli americani dicevano che quella missione, per l'esigenza della campagna elettorale di Obama, era cessata. Adesso c’è quella famosa frase, che non si può più usare perché non si parla più di compagni, ma «contrordine compagni» si rimane in Afghanistan. Noi però riteniamo che, al di là delle opposizioni di facciata, la missione in Afghanistan sia una missione ancora importante. Lo era prima e lo è ancora adesso, perché oggettivamente è un fatto storico dimostrato che dall'Afghanistan sono partite le azioni contro gli Stati Uniti d'America, contro l'Occidente, contro le Torri Gemelle, gli attentati in Spagna e a Parigi. La presenza di uno Stato che copriva in maniera organica un'organizzazione terroristica era una minaccia internazionale che andava abbattuta. Certo la situazione è ancora aperta, non possiamo mollare l'Afghanistan in questo momento, perché altrimenti, veramente, non avremmo capito nulla degli ultimi dieci anni. Ed è vero che era una guerra, una guerra per la libertà, per la sicurezza, per la pace e per la sicurezza nel mondo contro il terrorismo internazionale. Non è che era una missione per fare andare a scuola le bambine afgane o per insegnare la democrazia agli afgani; non era quella la missione. È chiaro che dove noi ci siamo, cerchiamo anche di far sì che vengano tutelati e rispettati i diritti umani, ma la missione era difendere la sicurezza dell'Italia e del mondo, talché le risoluzioni le ha fatte l'ONU, non è che le hanno fatte la NATO o gli Stati Uniti d'America.
  Ciò detto, per quanto riguarda invece la missione contro il Daesh, ci mancherebbe che non venisse confermato quel minimo che si fa. Noi da tempo diciamo che bisogna intervenire.
  A chi reclama, o declama, l'articolo 11 della Costituzione, voglio dire che l'articolo 11 della Costituzione dice che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa, non è che ripudia la guerra come elemento di legittima difesa e a chi si va a leggere, non lo Statuto del Trattato Nord Atlantico, ma la Carta dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, che si prevede chiaramente che uno Stato abbia sempre il diritto e il dovere di difendersi. Siccome è chiaro, dopo quello che è accaduto in Francia, che grazie al fatto che l'Isis ha un territorio che controlla ha la capacità logistica-organizzativa per supportare Pag. 40gravi attentati terroristici anche in Paesi – lo dico al nostro Ministro Alfano che, a volte, fa tenerezza – che hanno sistemi di sicurezza assai più efficaci dei nostri, probabilmente, vorrei dire ad Alfano, il motivo per cui non fanno ancora attentati in Italia è che per i terroristi l'Italia è un santuario di pace e di tranquillità e, quindi, non fare attentati in Italia significa non essere scocciati dalle forze di polizia. Per lo stesso fatto tutti gli analisti stranieri dicono che l'Italia è l'unico posto dove stanno tranquilli questi delinquenti. Tutto ciò lo dimostra la vicenda di Merano, perché se è vero che abbiamo arrestato dei delinquenti è altrettanto vero che lì avevano organizzato una rete di terrorismo internazionale e le indagini sono partite anche per aiuto dei servizi stranieri. Per concludere, noi voteremo a favore del Governo anche se riteniamo che l'azione di questo Governo sia assolutamente insufficiente, perché noi abbiamo a cuore le sorti dell'Italia. Dobbiamo difendere la sicurezza dei nostri cittadini e se in questo momento la sicurezza dei cittadini passa anche per il rifinanziamento di missioni in Afghanistan, così come contro il Daesh, noi ovviamente, poiché non siamo un'opposizione pregiudiziale, votiamo a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente, io vorrei che fosse possibile in quest'Aula dichiararsi non d'accordo con le strategie politiche di contrasto al terrorismo messe in campo da questo Paese negli ultimi quindici anni, senza per questo essere accusati di un qualche collateralismo con il terrorismo e di essere in disaccordo con quello che stiamo approvando, e quindi di rifiutare l'appello ad un'unità indiscriminata in un momento difficile come questo, proprio perché riteniamo che quello che noi stiamo continuando a perpetrare alimenti la crescita del terrorismo internazionale, invece che ridurlo. Saremmo pronti a spendere molto di più su una missione che avesse il vero compito di contrastare il terrorismo, ma su quel fronte, purtroppo, non si fa niente. Non mi pare che in tutti gli strike aerei messi in campo dalla coalizione internazionale ci sia stato un solo strike aereo sui pozzi di petrolio a Mossul che è uno degli elementi fondamentali del finanziamento dell'Isis e forse qualcuno dovrebbe spiegarci il perché. In quel caso saremmo d'accordo a sganciare una sola bomba su un pozzo di petrolio senza una vittima.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, intervengo solo per sottolineare a questo punto che Sinistra Italiana conferma proprio la volontà di eliminare questo emendamento e, quindi, quello che vi è scritto, indipendentemente da tutte le ragioni espresse condivisibili o meno. Sottolineiamo però come è triste che a distanza probabilmente di uno dei più devastanti attentati compiuti contro l'Europa, all'interno di un Parlamento europeo non si discuta di come potenziare l'attacco a queste bestie islamiche, ma si discuta invece di un emendamento che testualmente vuole togliere finanziamenti, perché questo è scritto, al contrasto internazionale contro Daesh. Mi spiace per Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piras 2.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole della relatrice di Sinistra Italiana, e sul quale si rimette all'Aula il relatore del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Intanto che i colleghi votano avverto che sono state ritirate dai presentatori le seguenti proposte emendative Basilio 2.33, 2.61 e 2.51, Paolo Bernini 2.52, Tofalo 2.27. Corda 2.29, Rizzo 2.30 e 2.60 e Frusone 2.62.Pag. 41
  Ruocco, Tripiedi, Pastorino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  335   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato
  21    
    Hanno votato
no  314).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 2.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Italiana e sul quale il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimetta all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  402   
   Votanti  320   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato
  27    
    Hanno votato
no  293).    

  (La deputata Argentin e il deputato Rampi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo agli identici emendamenti Piras 2.4 e Frusone 2.35.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente, il comma 1, come sappiamo, riguarda la missione in Afghanistan, una missione alla quale avremmo dovuto partecipare, per decisione del precedente decreto, fino a ottobre di quest'anno e che, invece, prolunghiamo non si sa bene fino a quando, per ora, fino al 31 dicembre, poi, probabilmente, come ci è stato anche riferito dal sottosegretario Rossi nella Commissione difesa, continueremo a restare là sulla base delle decisioni che si assumeranno in ambito NATO. Io do un giudizio mio, penso che il prolungamento, la prosecuzione di questa missione in quei termini – con, probabilmente, regole di ingaggio e mandati differenti, ma non ci è dato sapere – sia stata voluta, in qualche maniera, per salvaguardare la coesione dei Paesi della NATO, in un momento in cui, appunto, la NATO è in grande difficoltà. Tuttavia, a proposito di questo emendamento, vorrei anche provare a dire alcune cose in riferimento alla discussione che c’è stata fino a questo momento. Non è una novità, ogni volta che qualcuno dell'opposizione è contrario, esprime contrarietà rispetto alle decisioni della maggioranza viene tacciato, insomma, veniamo tacciati ancora una volta di avere un atteggiamento ideologico; siamo semplicemente contrari a continuare su questa strada, perché pensiamo alcune cose: noi non ci nascondiamo dietro i voti di astensione, noi pensiamo che l'uso della forza sia divenuto prevalente nell'ultimo trentennio e che la spirale generata non smetta mai di autoalimentarsi; questo pensiamo. E quello che sta accadendo in questi giorni, in questo mesi, ci dice questo. Pensiamo che siano stati commessi innumerevoli errori, ma, lo voglio dire, anche importanti esponenti, rappresentanti di questo Governo hanno ammesso che ci sono stati degli errori in questi anni nei diversi teatri, dall'Iraq all'Afghanistan, persino alla Libia – è stato ammesso – e pensiamo che la strategia seguita sia controproducente e fallimentare, e lo è ancora di più, paradossalmente, se viene confrontata con gli obiettivi annunciati dalle tante missioni: gli obiettivi di stabilità, di pace, di sicurezza, di democrazia, di diritti umani, sociali e civili.Pag. 42
  L'Afghanistan è un caso emblematico, è un caso emblematico di quanto abbiamo sbagliato e di quanto, invece, sarebbe urgente una politica diversa, una politica di pace. Se dà fastidio in quest'Aula che qualcuno parli di pace e di disarmo e di interruzione di traffico di armi in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà), se questa cosa dà fastidio, lo si dica così, lo si dica così; non è messa in discussione la guerra al terrorismo, sono messi in discussione gli strumenti che si utilizzano e che continuano a provocare comunque morti e morti fra i civili. Noi dovremmo pensare, in Afghanistan, per esempio, a mettere insieme, ad un tavolo, i nemici, la pace si fa mettendo insieme i nemici, non gli amici, attraverso un dialogo, per ascoltare le ragioni di tutti e per arrivare all'interruzione della guerra.
  Ci siamo accorti o no che in Afghanistan, in tredici anni, non solo non si è raggiunta nessuna forma di pacificazione coi talebani, ma c’è anche l'infiltrazione del Daesh, i talebani sono ancora più capaci di attaccare e di riconquistare postazioni. Ci era stato detto: passiamo da una missione ISAF combat ad una missione Resolute Support non combat perché siamo lì, lì alla pacificazione e alla stabilizzazione di quel terreno, di quell'area; adesso, ci si dice, invece: no, dobbiamo continuare e, lo ripeto, staremo lì fino a quando la NATO non deciderà che noi potremo stare lì e fino a quando la NATO non renderà chiaro il mandato che ha quella missione. Visto che cambiate le condizioni noi immaginiamo che cambierà anche il mandato. In tredici anni – è stato detto – sono aumentati i morti civili e, non solo, si sono espanse a dismisura, per esempio, le piantagioni di oppio; anche di questo vorremmo discutere in quest'Aula, di come si autofinanziano i talebani ! Io ricordo un vecchio decreto del 2006 in cui si poneva il tema delle piantagioni di oppio, proprio per tagliare i finanziamenti ai talebani. È stato ricordato, cinque miliardi di euro sono stati spesi per le Forze armate in tredici anni e solo ottocento milioni per la cooperazione civile e di pace.

  PRESIDENTE. Concluda.

  DONATELLA DURANTI. Questo è il manifesto di quello che abbiamo fatto in questi anni, un fallimento nostro, un fallimento drammatico nella lotta al terrorismo; un fallimento drammatico per la pacificazione di Paesi che da anni si trovano in situazioni di guerra.

  PRESIDENTE. Onorevole Duranti, ha finito il suo tempo.

  DONATELLA DURANTI. È un fallimento, perché dietro le nostre missioni internazionali continuiamo a lasciare morti e, soprattutto, morti civili.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Grazie Presidente, intervengo per chiarire ulteriormente il nostro pensiero sulla vicenda dell'Afghanistan, anche perché non solo sia chiaro per noi, ma anche per i colleghi, innanzitutto, che sospendere una missione in maniera così drastica come deriverebbe dall'approvazione di questo emendamento, a tre mesi dalla fine dell'anno della missione, significa anche esporre i militari italiani a dei rischi. Ci sembrerebbe comunque un atto grave, al netto delle considerazioni dell'Alleanza, della NATO e anche al netto delle valutazioni politiche sull'Afghanistan.
  Lo dico subito, con chiarezza, l'Afghanistan è una cosa diversa dalla Siria, noi come Fratelli d'Italia siamo stati contrarissimi a un intervento in Siria, perché la Siria non esportava terrorismo, non era un pericolo diretto, il Governo di Assad era legittimo, a prescindere che fosse più o meno autoritario, come tanti Governi appoggiati da tanti partiti, spesso anche da Sinistra Italiana, che sono chiaramente dittatoriali, come Cuba, piuttosto che il Pag. 43Venezuela di Chávez; voglio dire, ognuno fa quello che gli pare e penso che il rispetto delle forme di governo altrui abbia un significato, ma certamente aver fatto la politica contro la Libia e in maniera particolare contro il Governo siriano ha provocato tutto quello che ha provocato. Ma, lo ricordo, in Afghanistan prima non è che i talebani avevano più capacità e forza militare, prima comandavano in Afghanistan. L'Afghanistan era uno Stato talebano che organizzava e pianificava attentati terroristici nel resto del mondo. Grazie all'intervento della NATO e dell'ONU non è più così, tutti ci hanno aiutato, l'Iran, l'India, il Pakistan, la Russia, la Cina. Tutto il mondo ha aiutato la NATO nella guerra in Afghanistan. Ed è vero che passando da ISAF a Resolute Support le cose sono cambiate, perché ha sbagliato Obama. Bisognava continuare a combattere; invece, per esigenze di campagna elettorale di Obama abbiamo inguaiato la situazione dell'Afghanistan e, oggi, bisogna porvi rimedio e l'Italia deve fare la sua parte.
  Quindi è un errore grave, soltanto perché si vogliono accusare gli americani di comandare la nostra alleanza, votare in maniera pregiudizialmente contraria. Purtroppo è vero che gli americani egemonizzano la nostra alleanza, ma lo fanno soprattutto con Paesi deboli come l'Italia, perché vi posso garantire che Francia, Inghilterra e Germania si fanno rispettare e prendono le decisioni; l'Italia le subisce, ma questo lo dovete dire al Presidente del Consiglio e non certamente a noi.
  Per quanto ci riguarda, la permanenza delle truppe italiane in Afghanistan non è soltanto una questione di solidarietà della NATO, che pure conta, perché vi ricordo che ci sono decine di migliaia di soldati della NATO americani che ci difendono in Italia. Certamente non ci difendiamo con quei quattro soldi che spendono Renzi e Alfano.
  Ma la nostra presenza lì serve ad impedire che quello Stato diventi nuovamente uno Stato fallito in mano al terrorismo islamico dei talebani e dobbiamo farlo per tutto quello che abbiamo fatto, per i soldi spesi, per gli uomini sacrificati e per l'impegno che tutto il mondo ha tenuto contro il terrorismo internazionale.
  Voglio dire: cosa si doveva fare in Afghanistan ? Si doveva fare quello che hanno fatto Putin e la Russia in Cecenia e lo dico perché Obama ha detto esattamente il contrario: gli Stati Uniti non si possono comportare come Putin e come la Russia in Cecenia, ma vediamo se abbiamo più pericoli come quelli di Beslan – per chi lo ricorda perché è un po’ più anziano – quando furono uccisi centinaia di bambini russi dai terroristi islamici ceceni e nessuno stette a piangere così come oggi accade per la Francia.
  Allora, dovremmo meditare, essere più equilibrati e combattere con i fatti, non a parole, il terrorismo internazionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. Innanzitutto, bisogna fare un po’ di chiarezza perché sono state dette delle cose inesatte in quest'Aula. La vecchia missione ISAF e la Resolute Support non sono missioni ONU, ma sono missioni NATO ed hanno sancito all'interno del diritto internazionale un precedente veramente pericoloso, un precedente che potrebbe essere di nuovo portato in auge dopo gli attentati di Parigi ed è l'utilizzo dell'articolo 5 del Trattato Nord Atlantico come scusa per poter attaccare uno Stato.
  Infatti, dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, Bush decise appunto, con un atto completamente unilaterale, di intervenire in Afghanistan senza nessun supporto del diritto internazionale, senza nessun supporto di nessuna carta, semplicemente ampliando in maniera irresponsabile la copertura dell'articolo 5, che in realtà è il cuore del Trattato Nord Atlantico ed è un patto completamente difensivo. Quindi, si è piegata quella che una volta era un'alleanza difensiva, cosa che già accadeva anche prima comunque, per arrivare ad un intervento completamente unilaterale degli Stati Uniti, seguito poi dai Pag. 44fedeli cagnolini che li accompagnano ogni volta, come per esempio l'Italia.
  Quindi, rimanere in Afghanistan vuol dire innanzitutto sottolineare sempre la sudditanza dell'Italia agli Stati Uniti. Poi mi sembra assurdo sentire dire che il ritiro del contingente italiano sarebbe un'idea repentina, visto che lo diciamo da anni; ed anzi, prima ancora del cambiamento di idea di Obama, l'Italia stessa si stava adoperando per ritirare le truppe – naturalmente un ritiro non viene fatto dall'oggi al domani e c’è bisogno di pianificazione – ma l’exit strategy dall'Afghanistan noi ancora non l'abbiamo vista.
  Poi, un'altra cosa particolare che è successa proprio in questi mesi è il ritiro del contingente spagnolo, di circa 200 unità, e vediamo invece come in questo «decreto missioni» c’è un aumento di 200 unità del contingente italiano.
  In poche parole, noi andiamo a sopperire alla mancanza del contingente spagnolo, quindi ancora una volta l'Italia dice «sì, signore» agli Stati Uniti per mantenere una presenza che possa aiutare gli Stati Uniti nella loro guerra; guerra non si sa a cosa, perché la guerra al terrore – come si diceva nel 2001 – dopo il Patriot Act di Bush, stiamo vedendo i risultati che dà. Mai come oggi, il terrorismo è vivo e vegeto, quindi sinceramente è stato sbagliato tutto, dall'inizio alla fine. Vediamo ancora che non c’è l’exit strategy, quindi non è una colpa nostra, non è colpa di chi chiede il ritiro dall'Afghanistan, ma di chi lo ha promesso ormai anni ed anni fa e ancora non si capisce come dovremo ritirarci dall'Afghanistan.
  Quindi, non si può parlare naturalmente di ritiro repentino, ma dovremmo veramente interrogarci su tutte le cause che hanno fatto fallire una missione che – come dicevo – era già partita male perché al di là di qualsiasi cappello giuridico.
  Dovremmo interrogarci su quello che abbiamo davanti, perché come dicevo, qualcuno ha definito i fatti di Parigi come l'11 settembre europeo e, quindi, non vorrei che si tirasse di nuovo in ballo l'articolo 5 per giustificare un intervento di tutte le forze europee, non si sa come, non si sa quando e non si sa perché.
  Perché dobbiamo parlarci chiaro: la lotta al terrorismo non si fa intervenendo in Paesi dove eventualmente ci possono essere terroristi, dove ci potrebbero essere pericoli per l'Italia. Questa ormai è una lotta asimmetrica, è una battaglia asimmetrica, non sono più le vecchie battaglie simmetriche: o ci mettiamo a tavolino e pensiamo a delle nuove regole che valgono per tutti oppure, rispetto a chi sta piegando queste regole al proprio volere (come ho già detto, quello che è successo in Afghanistan è proprio questo: piegare delle regole preesistenti al proprio volere), noi a questo gioco non ci stiamo più.
  Per questo chiediamo il ritiro delle truppe in Afghanistan: noi non possiamo più permettere che delle regole, che sono quelle che dovrebbero tracciare le nostre azioni, vengano giornalmente, ogni volta quando si tratta di terrorismo, piegate al volere di qualcuno o di qualcun altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, evidentemente non ero stato visto, ma avevo chiesto sin dall'inizio di poter parlare. In primis per una questione sull'ordine dei lavori, perché ha letto molto velocemente – e non siamo riuscito ad intervenire finora – tutta una serie di emendamenti ritirati, che sono tutti a firma dei colleghi del MoVimento 5 Stelle. Ne manca uno: quindi le chiederei di poterli rileggere, perché ne ho saltato sicuramente uno.

  PRESIDENTE. Sì, ho ripescato il foglio.

  GIANLUCA PINI. Nella verifica le chiedo di fare proprio un emendamento ritirato, che è il Basilio 2.33. Sicuramente.

  PRESIDENTE. Emendamento Basilio 2.33 ?

Pag. 45

  GIANLUCA PINI. Esatto. Chiedo di sottoscriverlo e di farlo nostro.

  PRESIDENTE. Sta bene.

  GIANLUCA PINI. Relativamente a questo punto, seguendo il dibattito lunghissimo, tenendola «corta» invece sulla soppressione del comma 1, su questi due identici emendamenti, proprio per dimostrare che la nostra posizione non è assolutamente di natura ideologica, ma va nel dettaglio e per ogni singolo emendamento, noi voteremo a favore.
  Siamo sempre stati infatti critici nei confronti di questa missione, dopo le fasi iniziali dove poteva anche avere una sua logica; abbiamo chiesto che venisse interrotta già la missione ISAF, senza andare con il proseguimento della Resolute Support: adesso riteniamo che sia assolutamente incongruente con gli interessi specifici di questo Paese continuare anche dopo il 31 dicembre 2015 il sostegno a quella che è una politica americana, che lì ha fatto errori. Onestamente ognuno, quando fa errori, bisogna che si prenda carico delle proprie responsabilità: non possiamo noi andare a compensare e a condividere, a socializzare le perdite di credibilità che l'amministrazione Obama ha avuto negli ultimi anni relativamente alla presenza in Afghanistan.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Paolo Bernini. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Presidente, l'interrogativo principale è: perché siamo in Afghanistan, perché siamo andati là ? Riporto delle parole del Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, che in riferimento ad un video fake creato da Mediaset su un'ipotetica minaccia di bin Laden nei confronti di Silvio Berlusconi nel 2007, sulle pagine del Corriere della Sera faceva notare che: la non autenticità del video è testimoniata dal fatto che Osama bin Laden in esso confessa che Al Qaeda sarebbe stato l'autore dell'attentato dell'11 settembre alle torri di New York, mentre tutti gli ambienti democratici d'America e d'Europa, con in prima linea quelli del centrosinistra italiano, sanno ormai bene che il disastroso attentato è stato pianificato e realizzato dalla CIA americana e dal Mossad, con l'aiuto del mondo sionista per mettere sotto accusa i Paesi europei e per indurre le potenze occidentali ad intervenire sia in Iraq che in Afghanistan (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. Colleghi ! Concluda.

  PAOLO BERNINI. Queste sono le parole di Cossiga, non sono le mie parole (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Colleghi ! Colleghi, ma che cosa... Ma non state nemmeno sentendo il dibattito, abbiate pazienza ! Abbiate pazienza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Grazie, Presidente. L'intervento in Afghanistan per esportare la democrazia ha causato 53 vittime tra i soldati italiani, è costato 5 miliardi di euro alla Repubblica Italiana, e per quanto riguarda le vittime civili afgane, pur non avendo delle cifre esatte, si parla di una forbice tra i 140 mila e i 320 mila morti civili. Considerate che 140 mila è più o meno la popolazione di Salerno e 320 mila è più o meno la popolazione di Bari.
  Ora, la democrazia non è stata esportata, tutti quanti intimamente sanno che la guerra in Afghanistan oltre ad essere stata un intervento totalmente inutile è attualmente una guerra persa, perché, a parte le grandi città, le zone rurali sono controllate tuttora dal movimento talebano nonostante la morte di Bin Laden e del mullah Omar.
  Ciò che propone il MoVimento 5 Stelle in una fase estremamente complicata è Pag. 46che le risorse economiche che stiamo sprecando in Afghanistan e quegli uomini altamente qualificati devono essere impiegati qui da noi, perché i confini che dobbiamo proteggere sono i nostri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Piras 2.4 e Frusone 2.35, parere contrario di Commissioni e Governo, parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Currò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  364   
   Votanti  349   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  243).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Nicchi ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole. Il deputato Totaro ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario).

  Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15 e 30.

  La seduta, sospesa alle 13,50 è ripresa alle 15,35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Artini, Boccia, Bratti, Catania, Cirielli, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Fico, Garofani, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Migliore, Pes, Picchi, Gianluca Pini, Pisicchio, Portas, Ravetto, Rosato, Sanga, Schullian, Scotto, Tabacci, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Presidente, volevo chiedere se fosse possibile un rinvio dell'inizio dei nostri lavori di un quarto d'ora, perché è in corso una riunione che stiamo concludendo. Quindici minuti sarebbero sufficienti, grazie.

  PRESIDENTE. Atteso che questo non costituisce precedente, se non vi sono obiezioni riprenderemo i nostri lavori alle ore 16.

  La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3393-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti Piras 2.4 e Frusone 2.35.
  Avverto che le Commissioni hanno presentato il subemendamento 0.7.0100.100 che è in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 3393-A).
  Avverto inoltre che, fuori della seduta, i subemendamenti Artini 0.7.0100.11, Pag. 470.7.0100.12, 0.7.0100.13, 0.7.0100.10, 0.7.0100.15, 0.7.0100.16 e 0.7.0100.14 e Piras 0.7.0100.2 e 0.7.0100.3 sono stati ritirati dai presentatori.
  Avverto, infine, che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 3393-A), che è anch'esso in distribuzione. In particolare tale ultimo parere contiene la revoca della condizione 11.200 formulata ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione nel parere espresso nella giornata di ieri.
  Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento Basilio 2.23, a pagina 11 del fascicolo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Grazie, Presidente, colleghi, alla fine della seduta precedente abbiamo affrontato il tema delle operazioni ISAF ed Enduring Freedom in Afghanistan e purtroppo si sono sentite una serie di cose che non saprei se definire falsità, inesattezze o sciocchezze, comunque il tema era quello della mancanza di copertura dell'ONU delle due operazioni dell'ISAF e di Enduring Freedom.
  Si è detto che quelle erano missioni unilaterali degli americani, portate avanti dai servi sciocchi, tra cui l'Italia in testa. Giusto così, perché rimanga anche agli atti, così magari qualcuno studia prima di dire queste cose, mai come per la vicenda dell'Afghanistan, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è pronunciato così tante volte per dare una serie di coperture, a volte con riferimento a interventi assolutamente inediti.
  In maniera particolare – così se le vanno a studiare prima di dire certe cose – il Consiglio di sicurezza è già intervenuto con le risoluzioni n. 1368 e 1363, richiamando il diritto alla legittima difesa degli Stati Uniti per intervenire contro l'Afghanistan per l'attentato alle torri gemelle, con il parere favorevole di tutti.
  La risoluzione n. 1378 chiedeva addirittura ai Paesi componenti dell'ONU un intervento per mettere in sicurezza Kabul e auspicava rapidamente la fine del regime dei talebani. La n. 1386 del dicembre 2001 ha autorizzato ufficialmente l'ISAF e la NATO a guida Inghilterra a un intervento militare a Kabul. Poi, proprio perché c'erano stati dei dubbi, quando si è passati ad Enduring Freedom (perché alcuni dicevano che la missione Enduring Freedom era qualcosa di diverso da ISAF, essendo ormai della NATO), con le risoluzioni n. 1563 del 2004, n. 1662 del 2006 si è confermato che anche la missione Enduring Freedom era sotto l'ombrello del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
  Quindi, quelle missioni svolte dall'Italia a sostegno sicuramente dell'articolo 5 del Trattato Nord Atlantico andavano in soccorso a un nostro alleato che – lo ricordo a qualche giovane smemorato – è l'alleato che ci ha salvato e ha portato la democrazia e la libertà in Italia. Quindi, del Trattato Nord Atlantico per la prima volta veniva chiesto, per solidarietà, il rispetto da parte dei nostri alleati statunitensi per un attacco gravissimo partito dal territorio dell'Afghanistan contro un Paese, quello leader dell'alleanza, e avevamo il dovere di difenderlo.
  Se non fosse per questo motivo, c'era il fatto che poi ci sono stati degli attentati in Spagna, in Inghilterra e, quindi, altri nostri alleati e l'ONU, comprese la Cina, la Russia e a suo tempo l'Iran, hanno dato il pieno sostegno, persino i nemici storici, India e Pakistan. Quindi, cerchiamo di dire le cose come stanno e, se si è poco preparati, andiamo a studiare; basta anche andare su Internet prima di parlare, visto che c’è qualcuno che Internet lo usa spesso, ma probabilmente lo usa male.

  PRESIDENTE. Dobbiamo procedere alla votazione dell'emendamento Basilio 2.23, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Invito i colleghi a prendere posto, ma prima dobbiamo fare una breve rettifica in relazione ai deputati in missione.

Pag. 48

Missioni.

  PRESIDENTE. Vi è una rettifica in relazione ai deputati in missione, che a questo punto non sono più novantasette, ma novantacinque.
  Avverto che i deputati Sani e Schullian, avendo partecipato alle votazioni nella seduta pomeridiana delle loro Commissioni, devono considerarsi decaduti dalla missione.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3393-A)

  PRESIDENTE. Passiamo pertanto ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Basilio 2.23.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Scusate, abbiamo un problema tecnico, revoco l'indizione della votazione. La riapriremo fra un istante. Che succede, colleghi ? Guardate che ci sono anche i colleghi che devono prendere posto, quindi anziché stare un'ora e mezzo come facciamo di solito con la votazione aperta, forse, se ci riusciamo, ci stiamo un po’ meno. Intanto, però, se possiamo prendere posto davvero. Quando i tecnici ci danno conferma. Allora, la parte tecnica è sistemata.
  Dichiaro aperta la votazione. Nel frattempo, salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico «Marconi» di Campobasso, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, De Lorenzis, Montroni, Crippa, Venittelli, Elvira Savino, Marco Meloni, Fucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  408   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  297).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Battista 2.34, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Vito, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  400   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  298).    

  (Il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.8, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, della relatrice di minoranza di SI-SEL e della V Commissione (Bilancio) e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si è rimesso all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Palese, Fanucci, Murer, Palma, Lo Monte, Pilozzi, Taricco, Rossomando, Calabria, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 49
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  328   
   Astenuti   92   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato
  19    
    Hanno votato
no  309).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.9, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Nesi, Marroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  415   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 129    
    Hanno votato
no  286).    

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grande 2.24.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Per evidenziare la nostra assoluta contrarietà a questo emendamento, perché, come altri presentati dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, prevede, ripeto, sicuramente con le migliori intenzioni, ma senza alcun tipo di garanzie per la sicurezza di queste persone né per la tipologia di ruolo che andrebbero a svolgere nel dettaglio, l'impiego non solo di personale civile, ma di ragazzi del servizio civile in funzioni delicatissime, che sicuramente richiedono una preparazione specifica, un addestramento di un certo tipo, un'esperienza di un certo tipo, soprattutto nel saper valutare quelli che possono essere i rischi in determinate zone, che, anche se sono state, in qualche modo, eventualmente, chiamiamole così, pacificate e non sono più scenari di guerra, possono essere comunque scenari ad elevatissimo rischio.
  Quindi, invito tutta l'Aula a rigettare questo emendamento, che aggiunge, ripeto, pericolosità a missioni che devono essere fatte da personale qualificato, non da gente che va a giocare a fare la crocerossina in scenari di elevatissimo rischio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grande 2.24, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Carbone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  416   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  316).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 2.25, con parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moscatt, Giancarlo Giordano, Ciprini, Monchiero, Bonafede, Galgano.Pag. 50
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  436   
   Votanti  435   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  312).    

  (La deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Del Grosso 2.32, con parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole dei relatori di minoranza, contrario della Commissione Bilancio.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  420   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  299).    

  (La deputata Bossa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Basilio 2.33, che nella seduta antimeridiana è stato ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Basilio 2.33, rititato dai presentatori e fatto proprio dal gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini con parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole dei relatori del MoVimento 5 Stelle e contrario della Commissione Bilancio.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Lo Monte, Carbone, Caso, Spadoni è riuscita ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  425   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 139    
    Hanno votato
no  286).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.17, parere contrario delle Commissioni e del Governo, e si rimettono all'Assemblea i relatori del Movimento 5 Stelle, favorevole il relatore di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, parere contrario della Commissione Bilancio.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  De Mita, ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  431   
   Votanti  355   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  87    
    Hanno votato
no  268).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Artini 2.21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Artini. Ne ha facoltà.

Pag. 51

  MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, questo emendamento è nel solco di altri emendamenti soppressivi di questa missione. Non mi soffermo su appunti già fatti anche da altri colleghi.
  Volevo ragionare sul fatto che rinnovare per un altro anno la missione è, a differenza di quanto detto espressamente dal Governo a febbraio scorso, un passo indietro robusto, perché si perde completamente l'obiettivo che fu raggiunto allora, quello di guardare agli interessi nazionali e non interessi degli alleati, che ci chiedono costantemente favori, senza effettivamente appoggiarci, se non in minima parte, in altre situazioni o conflitti nei quali vi è un nostro interesse preminente – penso alla Libia e alla situazione siriana –.
  Votare favorevolmente su questo emendamento, per quanto ritengo impossibile, anche se tutta la maggioranza si piega a questo tipo di volere, darebbe uno spunto diverso rispetto a quella situazione, abbastanza schizofrenica, per cui gli americani stanno gestendo, in questa fase, sia e l'Afghanistan che il Medio Oriente.
  In particolare, in Afghanistan, andiamo a prorogare di un anno una missione che è stata concepita totalmente dalla NATO e dagli americani, con obiettivi definiti a tavolino, che non sono stati raggiunti quest'anno e che probabilmente non saranno neanche raggiunti l'anno prossimo e ci chiediamo quindi che motivo ci sia per rimanere all'interno di quella missione.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Salutiamo gli insegnanti e gli studenti del Liceo Scientifico Medi di Montegiorgio, in provincia di Fermo (Applausi).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Artini 2.21, sul quale i pareri delle Commissioni e del Governo sono contrari, mentre i pareri dei relatori di minoranza del gruppo SI-SEL e del MoVimento 5 Stelle sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

    (Presenti  400   
   Votanti  392   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  268).    

  (I deputati Oliverio, Molea e Cassano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, il deputato Guidesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 2.28, sul quale i pareri delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio) e del Governo sono contrari, mentre i pareri dei relatori di minoranza del gruppo SI-SEL e del MoVimento 5 Stelle sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccoli, Oliverio,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  425   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  321).    

  (Il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Ricordo che l'emendamento Paolo Bernini 2.52 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Manlio Di Stefano 2.53, sul quale i pareri delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) sono contrari, il parere dei relatori di minoranza Pag. 52del MoVimento 5 Stelle è favorevole e il relatore di minoranza del gruppo SI-SEL si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Mura, Lo Monte.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  407   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 78    
    Hanno votato
no  329).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scagliusi 2.54, sul quale i pareri delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) sono contrari, il parere dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle è favorevole e il relatore di minoranza del gruppo SEL si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nardi, Pilozzi, Basso, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  418   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 82    
    Hanno votato
no  336).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grande 2.55, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione, con il parere favorevole dei relatori del MoVimento 5 stelle e su cui il relatore di SI-SEL si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  DANIELE DEL GROSSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa. Revoco l'indizione della votazione. Prego, onorevole Del Grosso.

  DANIELE DEL GROSSO. Presidente ritiriamo gli emendamenti fino all'emendamento Di Battista 2.59.

  PRESIDENTE. Quindi, passiamo all'emendamento Corda 2.29, che resta. Giusto ?

  DANIELE DEL GROSSO. L'emendamento Corda 2.29 è già stato ritirato precedentemente, così come l'emendamento Rizzo 2.30.

  PRESIDENTE. Passiamo, a questo punto, all'emendamento Basilio 2.63. Giusto ?

  GIANLUCA PINI. L'emendamento Basilio 2.61 ?

  PRESIDENTE. L'emendamento Basilio 2.61 risulta ritirato, a meno che non l'abbia fatto proprio lei, onorevole Pini, ma non è arrivata una siffatta richiesta. Quindi, siamo all'emendamento Basilio 2.63.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Basilio 2.63, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Gelmini.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 53
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  449   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  340).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Battista 2.64, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Intervengo brevemente solo per esprimere il nostro voto fortemente critico e contrario rispetto a un emendamento che sembra uscito direttamente dall'ufficio legislativo dall'ambasciata dell'Iran. Ci viene il dubbio, a questo punto, vista anche l'origine di alcuni parenti di esponenti di spicco del MoVimento 5 Stelle, che ci siano motivazioni che vadano ben oltre le questioni di valutazioni politiche in termini di rapporti internazionali diplomatici. Infatti, risulta veramente incredibile come la stessa valutazione non venga fatta su altri scenari.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Battista 2.64, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Agostini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  455   
   Votanti  453   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  341).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 2.12, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, dei relatori di minoranza e della V Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Noi, con questo emendamento, chiediamo di sopprimere il comma 3 dell'articolo 2. È vero che è una spesa abbastanza ridotta, perché parliamo esattamente di 166.505 euro, ma riguarda l'impiego di personale militare, appartenente al corpo militare volontario, il corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa, relativamente all'esigenza di supporto sanitario in alcune missioni, dove in realtà il personale che svolge queste funzioni è già incluso nel personale previsto dalla pianta organica del Ministero della difesa.
  Quindi ci sembra un doppione ed un inutile spreco di risorse: non vorremmo che fosse un canale alternativo di finanziamento di qualche associazione, che purtroppo trova sempre e sistematicamente spazio, e trova in qualche modo ospitalità all'interno della conversione dei decreti-legge riguardante le missioni internazionali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.12, con il parere contrario di Commissioni, Governo e relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Lainati, Castelli...Pag. 54
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  446   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
  44    
    Hanno votato
no  402).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 2.15.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, qui invece parliamo di una cifra molto più importante, un importo ingente come spesa a carico del bilancio dello Stato, per una missione che noi riteniamo da tanti anni assolutamente inutile, e non solo inutile: con il mutato scenario in quelle zone, relativamente alla parte del Libano dove la missione UNIFIL si svolge da lontano 1982, il mantenimento di una forza di interposizione di 1.100 uomini appartenenti alle nostre Forze militari ci sembra uno spreco inutile in questa fase. C’è chi dice che proprio questa presenza abbia garantito in tutti questi anni il fatto che non si siano verificati particolari conflitti o particolari scontri; noi invece riteniamo che con l'avvento dello Stato islamico questa forza di interposizione rischi, qualora vi sia un allargamento del fronte di guerra, del fronte generato dall'autoproclamato Stato islamico, che questi militari rischino di diventare una sorta di ostaggio sullo scacchiere militare, e anche sullo scacchiere probabilmente diplomatico.
  Potremmo impiegare molto meglio questa cifra e questi uomini: magari si può sempre pensare di ricollocarli in altre aree dove in questo momento è più importante intervenire per dare un segnale di contrasto pesante al terrorismo, e quindi essere veramente efficienti e non tergiversare come sta facendo questo Governo. Parliamo di oltre 42 milioni di euro; noi abbiamo previsto la cancellazione della missione UNIFIL e la trasposizione di questo importo su quello che era... Su quello che è, fortunatamente, perché i tentativi dell'estrema sinistra finora non sono andati a buon fine, sul comma 9 dell'articolo 2, che è appunto quello che finanzia la lotta al terrorismo: nello specifico c’è scritto Daesh, ma finanza la lotta allo Stato islamico.
  È un invito che facciamo non per una questione di valutazione politica, ma per una questione di valutazione pratica: 1.100 uomini tenuti a fare sostanzialmente nulla in questa fase come forza di interposizione in Libano, possono esser utilizzati invece per contrastare... Possono essere utilizzati in due maniere, poi lasciamo al Governo la scelta: o riportati in Italia e messi a protezione, vista anche l'esperienza che si sono fatti, di obiettivi sensibili, anche di soft target; o spostarli in scenari magari un attimo più caldi, senza coinvolgerli in aree pesantemente a rischio, ma che possono dare in qualche modo un supporto a quelle operazioni militari che stanno avvenendo nel tentativo di stroncare definitivamente lo Stato islamico.
  Quindi noi facciamo un appello sincero al Governo ad utilizzare le risorse per quella che in termini di importanza e di costo è la seconda missione all'interno di questo decreto spostandole contro lo stato islamico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Poiché si tratta di una missione importante, anzi una delle più importanti in quanto è quella che impegna il maggior numero di truppe italiane, credo che due parole su di esse vadano dette nel dibattito parlamentare. Perciò voglio dire che se è pur vero che nello scenario complessivo ci sono fronti emergenti, c’è sempre la questione aperta dell'Afghanistan e soprattutto in questo momento della lotta contro il Daesh, che richiederebbero un impegno diverso da parte dell'Italia, noi chiediamo infatti non Pag. 55soltanto da quando sono accaduti i fatti tragici di Francia, ma già da prima, un intervento più pesante e più pressante militare contro il Daesh, allo stesso tempo riteniamo che sia innegabile che il successo dell'operazione UNIFIL è soprattutto in capo allo splendido e straordinario lavoro che stanno svolgendo i militari italiani.
  Io sono stato in Libano e ho avuto modo di verificare insieme alla Commissione Difesa nella scorsa legislatura come il lavoro degli italiani dei militari italiani sia prezioso e apprezzato tanto dai palestinesi quanto dai libanesi, sia musulmani sia cristiani presenti fortemente nell'area sud del Libano, quanto dagli israeliani. Non è un caso che mentre sia al valico di Rafah, nella zona dell'Egitto, sia nelle altre zone calde del conflitto israelo – palestinese ci sia una tensione fortissima, non è un caso che invece nel Libano le cose vadano meglio.
  Allora che una riflessione complessiva della strategia italiana degli interventi militari vada posta in essere, e biasimiamo il Governo, che sostanzialmente nei decreti sulle missioni non consente mai una discussione adeguata, puntuale e singolare, magari sui provvedimenti avulsi da collegamenti impropri l'uno dall'altro è un dato reale, ma che si possa immaginare oggi di sospendere negli ultimi tre mesi questa missione certamente non è una cosa pensabile, né dal punto di vista logistico né dal punto di vista delle implicazioni della stabilità dell'area. Ci mancherebbe che anche nell'area libanese – israeliano si aprisse un nuovo fronte dopo la grave situazione che si sta verificando al confine tra il Libano e la Siria. Insomma, voglio dirlo ai colleghi, una nuova apertura di una crisi anche sul fronte israelo – libanese avrebbe una ripercussione a catena su tutto il Libano e quindi sarebbe anche un vantaggio per il Daesh e per l'ISIS.
  Innanzitutto poiché si tratta di una missione di rifinanziamento, quindi sono gli ultimi tre mesi, ma riteniamo che comunque l'impegno italiano in Libano serva assolutamente in questo momento, soprattutto per contrastare un forte stato, pericolosissimo, come è quello del Daesh, per dare una stabilità importante a quella area, quindi se magari in passato poteva esserci qualche dubbio, oggi dovremo togliercelo e sostenere con forza la partecipazione dell'Italia alla missione UNIFIL in Libano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, la deputata Basilio. Ne ha facoltà. Colleghi, liberiamo l'emiciclo, anche davanti al banco dei nove.

  TATIANA BASILIO. Grazie Presidente. Riteniamo che spostare questi soldi da una missione così importante come quella del Libano, l'unica missione che noi riconosciamo come missione di pace e di vera stabilizzazione che è stata portata avanti da una meravigliosa operazione come quella di UNIFIL in Libano sia una vera follia, soprattutto dati i tempi che corrono. Non si può pensare di combattere il terrorismo a questo punto semplicemente spostando dei fondi da una missione come quella del Libano, che va a stabilizzare una frontiera, una frontiera che importante mantenere come tenuta adesso, da un contingente militare, che voglio ricordare come sia semplicemente armato ma solo per difesa personale. Quindi in quel territorio non siamo per fare alcun tipo di guerra.
  L'esempio che dovrebbe essere preso e mantenuto così come è, perché voglio ricordare, comunque, al collega Pini, che ha proposto questo spostamento di fondi, che se andiamo a stabilizzare quell'area, l'area libanese purtroppo – e voglio ricordare sempre al collega Pini della Lega –, andiamo a far morire l'unico vero esempio di stabilizzazione che c’è stato in Medio Oriente in tutti questi anni. I militari in questione, che sono nella missione UNIFIL, devono rimanere lì, devono rimanere e continuare a fare il lavoro che stanno facendo, il lavoro che stanno svolgendo in maniera egregia, coordinandosi, militari di tantissime nazionalità, che provengono da tutto il mondo e che non fanno un lavoro prettamente militare ma un lavoro politico, soprattutto politico, cioè quello di Pag. 56andare a parlare con tutti i sindaci dei vari paesi di 18 confessioni differenti. Voglio ricordare sempre al collega Pini, che il Libano ha convissuto, per tutti questi anni, con 18 confessioni religiose diverse, in un territorio grande come l'Abruzzo, e questo diciamo che ha del miracoloso e sarebbe un esempio da prendere, da riportare e da esportare in tutti gli altri Paesi mediorientali, anche se siamo consapevoli che è molto difficile riuscire a ottenere lo stesso risultato che si è ottenuto in Libano, anche perché, probabilmente, c'era la grande volontà di condivisione da parte di tutti i cittadini libanesi.
  Io voglio ricordare che anche in Libano, soprattutto nella zona sud, quindi nella zona di Tiro, ci sono dei grandissimi campi profughi di palestinesi e si riesce, grazie a quest'operazione UNIFIL, a mantenere il tutto sotto controllo. Noi siamo stati in visita nella missione UNIFIL a settembre e abbiamo constatato, con i nostri occhi, che la missione lì serve e se andiamo a destabilizzare, a togliere uomini, a togliere forze in questo posto così delicato, perché la questione libanese e israelo-palestinese è molto delicata e non va assolutamente destabilizzata, portando via nessun tipo di forza, né militare né economica, altrimenti non possiamo pensare di togliere soldi da quella missione per portarli, comunque, a una missione antiterroristica e contro il Daesh da un'altra parte, quando in quel luogo finalmente si è ottenuto un grande risultato. Quindi, non si può pensare di destabilizzare ulteriormente un altro Paese in Medioriente per andare a fare ancora non si sa bene cosa come missione contro il Daesh e antiterrorismo.
  Quindi, la missione libanese, a nostro avviso, è l'unica missione fino ad ora realmente riuscita e veramente di stabilizzazione di un territorio. Quindi, questi soldi, a nostro avviso, devono rimanere lì dove sono e anche il personale militare di UNIFIL.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.15, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, dei relatori di minoranza e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Palese, Abrignani, Frusone, Marti, Pili, Rizzetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  450   
   Votanti  417   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
  21    
    Hanno votato
no  396).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.11, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, dei relatori di minoranza e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Ciracì, Morani, che ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  449   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
  20    
    Hanno votato
no  429).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Artini 2.65.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente, e non solo, perché devo ringraziare effettivamente, Pag. 57per questo emendamento, il lavoro fatto da tutti, da tutti i gruppi di maggioranza e di opposizione.
  Effettivamente in questa legislatura è la prima volta che si rivaluta in positivo una missione piccola, che è quella di Hebron, ma che effettivamente dà in questo modo all'Italia un valore maggiore proprio in quella missione.
  Devo ringraziare personalmente il collega Ascani, il collega Frusone, la collega Duranti, la collega Basilio, il collega Piras, il collega Rizzo e tutti i colleghi della mia componente. Effettivamente è un passaggio cruciale, c’è il rischio che alcuni Paesi del nord Europa si stacchino da questa missione. L'aver dato come Italia e come Parlamento un segnale veramente importante modificando dopo tre anni, per la prima volta, una parte finanziaria in Aula del decreto è effettivamente un pregio.
  Invito anche i colleghi che altre volte hanno fatto riflessioni contrarie rispetto a questo tipo di missioni a pensare a quelle forze, ai carabinieri, che stanno lavorando alacremente per il controllo di quella situazione e li invito, eventualmente, a ragionare su un tipo di votazione che non sia contraria a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Artini 2.65, con il parere favorevole delle Commissioni e dei relatori di minoranza e sul quale il Governo si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  457   
   Votanti  452   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
 413    
    Hanno votato
no   39).    

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.13, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  459   
   Votanti  453   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
  65    
    Hanno votato
no  388).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.14, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, dei relatori di minoranza e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Piepoli, Migliore, Nardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  414   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  390).    

  Avverto che sono stati ritirati gli emendamenti Piras 2.5 e 2.6.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Marcon 2.7 con il parere contrario Pag. 58delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente. Questo è un emendamento particolare e torneremo anche più avanti su questo tema. Si tratta del tema delle forme di contrasto al terrorismo e di quello che noi rimuoviamo dal nostro dibattito ovvero che c’è in questo momento sul terreno una forza che sta contrastando l'Isis in Siria che sono i curdi della Repubblica del Rojava, una forza che non contrasta solo militarmente l'Isis, in questo momento, ma che sta mettendo in campo un contrasto che è prima di tutto sul piano politico, sul piano democratico. Si contrasta la barbarie dell'Isis portando in alto la bandiera della civiltà, dell'uguaglianza e della tolleranza. Noi crediamo che una delle migliori forme di contrasto al terrorismo sia quella di sostenere chi nel luogo più inospitale della Terra sta mettendo in campo una grande operazione di democrazia. Lo vogliamo dire chiaramente, ma lo vogliamo fare anche con gesti concreti.
  Allora se si andassero a ridurre i fondi, in questo caso della partecipazione alla coalizione, per destinarli direttamente, in Siria, al sostegno della ricostruzione del Rojava e a sostegno della ricostruzione di Kobane, una città distrutta dall'ISIS, assediata dall'ISIS, che ancora resiste e che è diventata il simbolo della resistenza democratica all'ISIS in Siria, noi daremmo un contributo fondamentale alla lotta al terrorismo e probabilmente cambieremmo molto di più; anzi, senza probabilmente. Abbiamo la dimostrazione che sono stati più efficaci i curdi, che hanno contrastato sul terreno l'ISIS con questo modello di democrazia, rispetto a tutti i bombardamenti che sono stati messi in campo dalla coalizione e che non hanno determinato nessun avanzamento sul piano militare e della presenza dell'ISIS sul territorio. Allora, crediamo realmente che questa sia un'opportunità che non possiamo perdere, quando diciamo che bisogna sostenere chi combatte sul campo l'ISIS. Abbiamo oggi l'occasione per farlo, in quest'Aula; con un piccolo sforzo, con un piccolo contributo si può fare di più. Aggiungo che ovviamente per fare questo avremo bisogno anche di un'azione politica e diplomatica che finora il nostro Governo non ha voluto fare. Oggi una delle più grandi difficoltà che i curdi stanno affrontando nel contrasto all'ISIS è il doppio assedio: da una parte sono assediati dall'ISIS, dal terrorismo, e dall'altra sono assediati dalla NATO, perché un Paese come la Turchia, un Governo come quello turco ha sigillato i propri confini e non fa passare aiuti umanitari per i rifugiati che in questo momento si trovano nella Repubblica del Rojava e ha di fatto, invece, reso quei confini permeabili per tutti quelli che sono i traffici illeciti dell'ISIS, dal petrolio che viene trafficato attraverso i confini della Turchia ai foreign fighter che sono andati in Siria attraverso i confini della Turchia. Io non vorrei che continuassimo a sostenere questa grande ipocrisia di un Governo che investe milioni di euro in un contrasto all'ISIS e poi fa parte di un'organizzazione, come la NATO, che in questo momento è insieme parte attiva dei bombardamenti ma anche una parte del problema, perché la Turchia è un Paese della NATO ed è inaccettabile che il nostro Governo resti in silenzio davanti a quello che sta facendo la Turchia, che, lo vorrei ricordare, su trecento strike aerei che mette in campo ne destina duecentosettanta alle postazioni dei curdi che stanno contrastando il Daesh e appena trenta a quelli che sono obiettivi del Daesh (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Innanzitutto mi fa piacere che il gruppo di SEL, dopo la pessima figura di questa mattina, abbia ritirato i due emendamenti soppressivi del comma nove; evidentemente Pag. 59si sono resi conto che la difesa dell'indifendibile che hanno esercitato nella seduta antimeridiana ha portato solo ad una magra figura. Siamo contenti di essere riusciti a far cambiare idea anche a SEL sull'opportunità di non togliere i fondi alla lotta al terrorismo. Voteremo invece a favore, per le stesse argomentazioni che ha detto il collega Palazzotto, dell'emendamento Marcon 2.7, perché effettivamente la ricostruzione, soprattutto dell'area di Kobane, è uno degli strumenti che anche noi riteniamo assolutamente necessari per dimostrare che le modalità, il modus operandi dello Stato islamico può essere combattuto, da una parte, con una risposta durissima da un punto di vista militare, dall'altra, con quella che è la necessaria ricostruzione rapida di quei luoghi che sono stati prima conquistati dall'ISIS e poi riconquistati dalle altre forze, soprattutto quelle curde, che sono quelle che hanno sofferto di più. Quindi, il mio intervento era solo per rallegrarmi del fatto che vi sia stata una virata verso il buonsenso riguardo il contestatissimo comma 9, del quale abbiamo discusso ampiamente, per più di un'ora, questa mattina, e per associarci a una valutazione positiva rispetto all'emendamento Marcon 2.7.
  Ennesima dimostrazione che stiamo ragionando su singoli casi specifici e non in maniera ideologica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, brevemente solo per dire che anche noi di Fratelli d'Italia apprezziamo l'emendamento Marcon 2.7 e riteniamo che il sostegno al popolo curdo che è in prima linea sia necessario. È veramente quello più impegnato e anche uno di quelli che sta pagando il prezzo più duro per l'esistenza dell'ISIS. Quindi, un intervento umanitario, un sostegno a coloro che sono in quell'area geografica, è assolutamente parte della lotta contro il terrore del Daesh.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Presidente, io vorrei ricordare al collega Pini, che purtroppo ha la memoria corta, che Sinistra Italiana con i suoi deputati è stata già varie volte nel Kurdistan turco e nel Kurdistan siriano a verificare come concretamente si fa la lotta al terrorismo, nel momento in cui nel corso degli ultimi anni il gruppo della Lega ha preso parecchie sviste, soprattutto nel sostegno a quelle guerre che hanno alimentato il terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente, brevemente per ribadire quello che abbiamo già detto stamattina: noi non accettiamo lezioni dai colleghi della Lega (Commenti del deputato Gianluca Pini). Presidente, vorrei poter parlare. Signor Presidente, sono qui.

  PRESIDENTE. Prego.

  DONATELLA DURANTI. Non accettiamo lezioni dai colleghi della Lega (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Noi stamattina abbiamo presentato emendamenti che abbiamo sostenuto e motivato. Si può non essere d'accordo, ma a nessuno è concesso, né di ridicolizzare, né tantomeno di intervenire, così come appunto hanno fatto i colleghi della Lega e in particolare il collega Pini, il quale, come io penso, sarebbe contento se si potessero usare armi definitive su quel terreno, visti anche gli emendamenti successivi. A nessuno è consentito dare interpretazioni errate del comportamento di un altro gruppo e soprattutto del parere di un altro gruppo, in particolar modo, diciamo così, della modalità con cui un gruppo parlamentare prova a dare un Pag. 60contributo. In questo caso, è un contributo alla lotta al terrorismo, alla costruzione della pace ad alla difesa delle popolazioni inermi. Ma capisco che il collega Pini non sa neanche dove stanno sul vocabolario queste parole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 2.7, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Ci Siamo ? De Rosa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  445   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 164    
    Hanno votato
no  281).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.16, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, della V Commissione (Bilancio) e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  439   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
  68    
    Hanno votato
no  371).    

  (La deputata Bueno ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario; il deputato Di Battista ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.18, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, della V Commissione (Bilancio) e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Giachetti, Gigli, Pilozzi, Basso, Scotto, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  440   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
  61    
    Hanno votato
no  379).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tofalo 2.31, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  455   
   Votanti  448   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 136    
    Hanno votato
no  312).    

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 61

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 3.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Martella, Rizzetto, Pes...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  456   
   Votanti  439   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  335).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Piras 3.2 e Frusone 3.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Lainati, Caso, Sani, Molteni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  457   
   Votanti  439   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
  99    
    Hanno votato
no  340).    

  Passiamo all'emendamento Manlio Di Stefano 3.6
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente, questo emendamento che il gruppo della Lega voterà favorevolmente richiama un dispositivo già inserito durante la conversione dell'ultimo decreto, anzi, del penultimo decreto di proroga delle missioni, nel quale unanimemente si era deciso di inserire una clausola «sospensiva» per riuscire ad ottenere, in qualche modo, la liberazione dei due marò detenuti ingiustamente in India per fatti che non hanno commesso. Ringrazio i colleghi del MoVimento 5 Stelle per aver ripreso la norma che era stata presentata inizialmente dalla Lega, poi sottoscritta da tutti quanti e, anche in questo caso, mi auguro che vi sia un'ampia convergenza su questo emendamento, anche per continuare a dare un segnale alla luce dei successi parziali che si sono ottenuti, seppur con un colpevole ritardo del Governo che ha attivato con tempi troppo lunghi, a nostro avviso, l'arbitrato internazionale che era stato richiesto sin dai primi giorni di questa detenzione, lo ripeto, ingiusta, illogica e direi anche crudele, sotto tanti punti di vista.
  Ora io non ho capito qual è il parere espresso dai relatori sul tema. Mi auguro che ci sia, in logica conseguenza di quello che è stato votato durante la conversione dell'ultimo decreto, un parere favorevole perché, se così non fosse, sarebbe un passo indietro bruttissimo e la maggioranza scriverebbe una pagina veramente triste della storia di questo Parlamento, soprattutto della storia già abbastanza difficile di questi due fucilieri, ai quali vanno tutta la nostra vicinanza e comprensione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Riprendiamo un argomento che avevamo già preso in Commissione, dove avevamo garantito che avremmo ripresentato la tematica in Aula, perché è uno di quegli argomenti in relazione ai quali, da oltre due anni, si dicono le stesse cose, ma poi non si riesce a realizzare un bel nulla, ovvero quello dei marò.Pag. 62
  Qual è l'argomento ? L'argomento è che il MoVimento 5 Stelle, da quando è entrato in Parlamento ha subito chiesto che si aprisse sui marò la richiesta di un arbitrato internazionale. Due anni fa, forse anche qualcosa in più, venne in Commissione l'allora inviato speciale per il caso marò, Staffan de Mistura, che ci disse tutto e il contrario di tutto e, in contemporanea, ci disse che avremmo presto aperto l'arbitrato internazionale.
  Sono passati due anni, fino a che l'Alto commissario del Parlamento europeo, ovvero Federica Mogherini, ci ha detto qualche mese fa che finalmente era stato aperto questo arbitrato internazionale. Quindi, con due anni di ritardo, colpevolmente con due anni di ritardo dalla nostra richiesta.
  L'arbitrato internazionale – lo dico già per anticipare quello che diranno probabilmente i colleghi della maggioranza, se avranno voglia di parlare su questo tema – non ha fatto dei passi migliorativi. Mi spiego: quello che noi chiedevamo era: visto che il Governo indiano non muove un dito nel far rispettare la legge internazionale perché poi abbiamo sempre chiarito noi che non ci interessa nella fattispecie se i marò hanno ragione o torto e siamo disponibilissimi ad accettare entrambe le situazioni – potrebbero avere torto o ragione –, ma il punto è che il diritto internazionale va rispettato e il diritto internazionale prevede che questi due fucilieri di marina vadano giudicati in Italia e non in India.
  Allora, per far rispettare questa previsione ci vuole un Governo che pretende rispetto. Per pretendere il rispetto, le uniche armi che abbiamo, purtroppo, Presidente, sono armi coercitive, ovvero interrompere quel dialogo che c’è e che fa comodo all'India. Mi spiego: noi con l'India abbiamo la missione Atalanta che è una missione di collaborazione sul controllo delle tratte marittime per l'antipirateria, abbiamo enormi accordi economici – tra l'altro, il caso marò probabilmente nasce già da un accordo economico, vi ricorderete quello della Fincantieri con i ventotto elicotteri – e abbiamo altri accordi bilaterali.
  Allora, un Governo serio, che crede nella sua sovranità, nel diritto internazionale e vuole fare rispettare i suoi militari perché agiscono in nome della patria dice: «noi interrompiamo questi accordi con voi finché non rispettate la legge».
  Allora, ora che la questione è andata a un livello più alto, quello dell'arbitrato internazionale, l'India non è diventata più rispettosa, ma semplicemente le togliamo di mano la discussione. L'arbitrato ha già stabilito che avevamo ragione perché la competenza non è del tribunale indiano. Allora chiediamo cosa sta facendo il Governo per farsi rispettare, visto che ora abbiamo, oltre ai giudici che avevamo già e avevano stabilito che l'India non aveva competenza, che l'arbitrato internazionale prevede la stessa cosa, ma uno dei due marò – l'altro è tornato soltanto per malattia – resta ancora in India.
  Allora, vogliamo prendere il toro per le corna e dire «signori, noi qui abbiamo ragione e pretendiamo il rispetto dei nostri militari» ? Altrimenti continuiamo a portare il nostro esercito in collaborazione con Paesi che poi non rispettano la legge internazionale. Credo che questo da un Governo serio non sia accettabile. Capisco che nel nostro caso i termini «Governo» e «serio» non vadano d'accordo, ma noi abbiamo la necessità di chiedervi con questo emendamento di sospendere la missione Atalanta finché non ci sarà chiarezza, ovvero finché i fucilieri di marina non ritorneranno in Italia, perché non è più tollerabile una situazione di questo tipo, nella quale si è completamente sospeso il diritto internazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Grazie, Presidente. Come ho detto, noi non abbiamo partecipato al dibattito ultimo, sentendolo con molto rispetto, ma su questo punto dei Pag. 63nostri due fucilieri di Marina, mi preme, a nome del nostro gruppo, chiarire alcune cose.
  Purtroppo, il deputato Pini – lo dico tramite lei – non era presente al dibattito in Commissione. Noi abbiamo chiesto, non solo il nostro gruppo, ma altri, di ritirare questo emendamento, ma non per un motivo di merito: per un motivo di procedura politica, che abbiamo utilizzato qui da tanto tempo. Ci siamo, cioè, mossi sempre in maniera concorde, prima con il presidente Elio Vito, poi con il presidente Garofani, dicendo, cioè, insieme al nostro Governo, e varie audizioni sono state fatte, che la vicenda dei due fucilieri Latorre e Girone, dal nostro punto di vista, doveva guardare non solo nel merito, ma avere una procedura di diritto internazionale, per la vicenda, di cui non ripeto gli elementi, che tutti quanti noi sappiamo, e per farli tornare a casa in libertà e onore.
  E dicemmo, tutti insieme, «noi vogliamo che questa vicenda veda la solidarietà e veda il diritto internazionale procedere, perché, nel caso non succedesse questo, noi usciremmo, come abbiamo scritto nell'ultimo decreto, dalle missioni». Ora, il punto, cari colleghi è: se, dopo tutte le nostre richieste ufficiali, si avvia la procedura internazionale, il tribunale del mare di Amburgo avvia l'arbitrato e, ad agosto, emette una sentenza, dicendo che la giurisdizione indiana – quello che noi sostenevamo dall'inizio – non è giurisdizione inquirente sugli elementi, provocando anche delle reazioni durissime in India, perché ci sono elementi dell'indagine, come la balistica, che vengono assunti a livello internazionale, adesso che quel processo è partito, che le ragioni che noi abbiamo detto, tutti i gruppi politici in quest'Aula, stanno prevalendo, noi, che avevamo chiesto la solidarietà e il rispetto del diritto internazionale, facciamo la marcia opposta, cioè usciamo dalla procedura internazionale, uscendo da una missione, che è anche a guida italiana, quella Atalanta, e dicendo, praticamente, che non riconosciamo lo sforzo e la legittimità che è stata provocata.
  Noi ripetiamo ancora per l'ultima volta questo appello, non perché non comprendiamo i motivi di rabbia e di sottolineatura della rabbia rispetto ad una vicenda drammatica che lega il Paese, che lega dal Presidente della Repubblica il sentimento di tutti quanti noi, ma quello che stiamo votando adesso, nel caso non fosse ritirato, sarebbe un errore, dal nostro punto di vista. Infatti, le ragioni del diritto internazionale – lo dico tramite lei, Presidente, al collega Di Stefano – stanno prevalendo, hanno visto già una prima istanza, e quindi l'arbitrato, finalmente, come anche voi da tempo sostenevate come unica via, ci sta dando degli elementi di possibile e, noi speriamo, finale soddisfazione; adesso, facendo questa scelta, torneremmo, dal punto di vista logico e anche diplomatico-internazionale, a fare un errore.
  Non è una considerazione perché vi sono differenze tra di noi su questo; credo che sarebbe un errore procedurale. Se, come abbiamo chiesto già in Commissione, venisse accolto questo appello a ritirare l'emendamento e a presentare anche, magari, un ordine del giorno, che ribadisca le nostre scelte e sia condiviso, noi sosterremmo l'ordine del giorno, ma votare adesso questo emendamento è controproducente e anche contro la logica che abbiamo utilizzato in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Presidente, probabilmente non sarei intervenuto su questo emendamento – che pure, se mantenuto al voto, il gruppo di Forza Italia voterà – se non fosse intervenuto l'onorevole Amendola, per riportare, onorevole Amendola, per la verità, un po’ di verità su una questione così spinosa. Il primo ordine del giorno che la Camera votò all'unanimità per impegnare il Governo ad attivare l'arbitrato internazionale e tutte le iniziative per il rientro di Latorre e Girone era del dicembre 2013. Il Governo Renzi ha attivato Pag. 64l'arbitrato internazionale nel giugno del 2015, dopo un anno e mezzo di trattative perse con Modi.
  E, mentre chiedeva al Parlamento italiano il silenzio e l'unità, Massimiliano Latorre ha avuto un ictus in India, mentre Renzi trattava con Modi. E quello che è successo questa estate è che Salvatore Girone ha avuto un attacco di dengue, che le analisi hanno mostrato la sua perenne positività e che è tuttora esposto in India al rischio di danni permanenti, in caso di un secondo attacco.
  Dopo due mie interrogazioni, il Governo italiano non ha ancora spiegato perché non ha chiesto il rientro per motivi di salute di Girone, cosa che sarebbe stata concessa anche al di fuori della sospensione dell'iniziativa giudiziaria chiesta dall'Aja dopo che, finalmente, dopo un anno e mezzo che il Parlamento chiedeva l'arbitrato, il Governo Renzi si è atteso a farlo.
  Quindi, il problema non è questo ordine del giorno e la nostra partecipazione o meno alla missione dell'Unione europea, che è un fatto marginale; il problema è che il Governo non ha rispettato la volontà del Parlamento.
  Ho ricordato la data del dicembre 2013. A gennaio del 2014 l'allora sottosegretario Rossi venne nella missione da noi guidata in India per i due marò, con quattro Commissioni parlamentari, e chiedemmo la stessa cosa; a giugno del 2014 avemmo per la prima volta in videoconferenza i due marò; a settembre ripresentammo l'ordine del giorno, sino a quando, come ha ricordato l'onorevole Pini, passammo dagli ordini del giorno alla modifica del decreto, con l'emendamento che impegnava il nostro Paese ad uscire dalle missioni antipirateria se la vicenda non fosse stata risolta.
  La vicenda non solo non è risolta, ma l'arbitrato è stato appena attivato, durerà probabilmente anni e corriamo il rischio che, a gennaio, Latorre debba rientrare in India, perché scade l'ultima proroga del permesso per motivi di salute.
  Ecco perché io dico al collega Di Stefano che non è vero che il merito non c'entra, non è più solo un problema di competenza dell'Italia, dell'India o del Tribunale internazionale.
  Dalla documentazione depositata dall'India è emerso quello che diciamo in questa Aula da due anni e mezzo, la prova dell'innocenza dei marò, tant’è vero che l'India, da quattro anni, non è in grado di sollevare un capo di imputazione !
  Allora, smettiamola di prenderci in giro, abbiamo due nostri militari in gravi condizioni di salute, ingiustamente e illegalmente trattenuti da un Paese terzo e il nostro Governo non assume le iniziative necessarie per il loro rientro.
  Ho presentato l'ennesimo ordine del giorno in tale direzione, immagino che stasera o domani il Governo lo accoglierà e immagino che, ancora una volta, la Camera lo voterà. Ma la situazione, ripeto, non è più accettabile, se non fosse per il grande senso di responsabilità e il grande senso dell'onore che stanno sopportando Massimiliano Latorre, Salvatore Girone e le loro famiglie, che, dopo quattro anni di questa durissima prova, continuano a mostrare attaccamento e senso dell'onore, attaccamento alla patria, alla bandiera, al loro essere fucilieri di Marina.
  Mostriamo almeno noi, il Parlamento, che questo lo apprezziamo, onorevole Amendola, e non prendiamoci in giro. Non prendiamoci più in giro ! Abbiamo almeno questo pudore. Il punto non è l'emendamento del gruppo del MoVimento 5 Stelle: se si porrà in votazione noi lo voteremo, e immagino che non passerà. Il punto non è questo.
  Il punto è che non sono state fatte tutte le cose necessarie per il rientro di Latorre e Girone, che il Governo non le fa ancora, che l'arbitrato è stato richiesto con grave ritardo, con grave ritardo per la vita e la salute di queste due persone e che tuttora non vengono assunte tutte le iniziative, anche in sede internazionale.
  Altro che missione ! Noi dovremmo subordinare al rientro dei marò la nostra partecipazione in Afghanistan, in Libia, in Siria ! Se il Governo avesse a cuore la sorte dei nostri fucilieri di Marina, questo dovremmo fare, come pure in un momento Pag. 65del dibattito si era ipotizzato. Perché nessun Paese democratico... Sarebbe il primo Paese occidentale a contribuire alle missioni internazionali dell'ONU, sopportando che due militari siano stati ingiustamente trattenuti da un altro Paese mentre svolgevano funzioni loro regolarmente assegnate dal nostro Stato.
  Quindi, voteremo a favore dell'emendamento, se mantenuto, ma ripeto, Presidente, la questione è troppo grave e troppo seria per essere sbrigata e risolta.
  Comunque, abbiamo dato il nostro solito contributo costruttivo con l'ennesimo ordine del giorno. E ripeto: mi auguro che il Governo lo accolga, ma chiedo che la verità dei fatti, almeno in questo Parlamento, dove siamo stati uniti, andando da loro, venga ristabilita (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il sottosegretario Rossi. Prego, ne ha facoltà.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento dell'onorevole Vito e quello di chi l'ha preceduto. Credo che ci sia un punto innanzitutto da mettere in rilievo: il Governo, questo Governo, ha sempre avuto a cuore la sorte dei due fucilieri di Marina (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente)...
  Il fatto che abbia avuto a cuore la sorte dei due fucilieri di Marina parte da due considerazioni: innanzitutto, ogni Governo prende delle eredità, alcune positive altre negative. Nel caso specifico dei due fucilieri di Marina, noi abbiamo raccolto una situazione ed è evidente che tutte le indicazioni del Parlamento sono state quelle di andare verso l'arbitrato internazionale ma, onorevole Vito, proprio lei, due minuti fa, ha indicato che per l'arbitrato internazionale occorrono probabilmente diversi anni.
  Allora, io le dico che era giusto ed è stato giusto cercare in ogni momento di trovare una transazione con il Governo indiano per cercare di risolvere questa situazione prima di avviare l'arbitrato internazionale. Abbiamo avviato l'arbitrato internazionale quando, di fatto, i riscontri oggettivi nelle relazioni diplomatiche internazionali ci hanno fatto capire che non c'era più spazio. Abbiamo avviato l'arbitrato internazionale e non voglio ribadire quelli che possono essere giudicati da tutti quanti successi positivi o negativi, grandi o piccoli, ma mi premeva unicamente dire – e lo dico soprattutto come sottosegretario alla difesa, ma anche come rappresentante di questo Governo – che la sorte dei due fucilieri di Marina è una delle cose che più stanno a cuore a questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente e colleghi, io purtroppo non mi sento di condividere appieno quello che ha detto il sottosegretario in questo momento, perché non è vero che questo Governo ha imboccato subito la strada giusta. Infatti, purtroppo bisogna dirlo, è stato l'ultimo Ministro degli esteri che, con decisione, ha preso il passo di portare avanti l'arbitrato internazionale. Noi, come parte politica Fratelli d'Italia, abbiamo votato – prima che altri, oggi, lo dicano – contro tutte le missioni internazionali fin quando non ci fosse stata la procedura che internazionalizzava la crisi legata ai marò. Oggi stiamo votando a favore proprio perché diamo atto al Ministro Gentiloni di aver dato un passo diverso. Quindi è un nuovo Dicastero che avviato l'unica strada possibile, dopo la vergogna del Governo Monti e purtroppo anche del Governo Letta, sostenuto con forza e con slancio dal Partito Democratico, ma – ahimè – anche da altri partiti che oggi siedono all'opposizione.
  Il punto di fondo qual è ? Su questo condivido le valutazioni del collega Vito. Al di là dell'arbitrato, che ha il suo corso, qui c’è una palese violazione dei diritti umani. Ci sono due militari italiani che, Pag. 66anche al di là del diritto internazionale, in spregio ai diritti umani, hanno dei provvedimenti restrittivi della libertà senza un capo di imputazione. Forse solo in Corea del Nord succedono ancora queste cose, anzi penso succedano solo in Paesi totalitari. Se poi succedono anche in Italia, come dice qualcuno della maggioranza, hanno gli strumenti legislativi e governativi per intervenire.
  Invece, per parlare di cose serie, le cose sono inammissibili. Allora credo che l'intervento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle sia assolutamente condivisibile. Sposano, peraltro, un atto parlamentare. E mi ricordo, allora, che anche la maggioranza del PD con grande entusiasmo dichiarò il successo con l'approvazione di questo emendamento. È innegabile, colleghi, che la missione Atalanta, oltre a stabilire l'ordine e la sicurezza internazionale, serve soprattutto gli interessi economici dell'India. Anche la vicenda dei due marò – guarda caso – è legata a una nave che aveva preso del petrolio in Arabia Saudita e lo portava in India. Questo è il dato e questo è il punto centrale.
  Quindi, penso che la sospensione della missione Atalanta sia un modo per dire «no» e per protestare rispetto all'abuso e alla violazione dei diritti umani che il Governo indiano sta facendo nei confronti non solo di due nostri concittadini, ma di due militari che abbiamo mandato noi a svolgere una missione internazionale dello Stato italiano sotto l'egida dell'ONU.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Vorrei solo chiarire un paio di cose. Primo, io gradisco lo sforzo del Governo di chiarire i termini, ma, come è stato già detto, le sue parole non sono reali, perché – ripetiamo – l'ordine del giorno era del 2013, l'audizione con Staffan De Mistura era ancora il 2013 quando il MoVimento 5 Stelle chiese l'arbitrato, e quello effettuato realmente dal Governo è del 2015. Quindi, non c’è questo legame tra le cose. C’è l'ennesimo procrastinare sulle decisioni del Parlamento di un Governo che non lo ascolta mai, tranne quando si trova con le spalle al muro. Nel merito di quello che diceva il collega Vito, io ho detto, per rinforzare quella idea, che, addirittura, persino se avessero torto, avremmo diritto di processarli in Italia.
  Questo è il concetto che voglio far passare, perché la nostra preoccupazione è la fonte di diritto internazionale, non è il merito della questione: perché come oggi è capitato ai due marò, visto che le regole sono ancora le stesse, tra l'altro, domani potrebbe capitare ad un altro, e quindi dobbiamo essere subito chiari su questo.
  L'altra cosa: non solo non avete preso a cuore la faccenda a tal punto da opporvi alla missione Atalanta, ne abbiamo pure preso il comando, della missione Atalanta; quindi oggi siamo al comando di una missione che ha causato uno dei casi internazionali più contorti della storia dei rapporti bilaterali tra i Paesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E allora c’è qualcosa che non va: la voglia di essere sempre sulla cresta dell'onda, come se governare una missione ci rendesse più autorevoli nel mondo, ci porta oggi a vivere delle contraddizioni incredibili, come quella dei marò che stiamo vivendo in questo momento. Ripeto: a capo della missione che vincola oggi i due marò a stare in India, una roba da pazzi !
  Diciamo quindi le cose come stanno: il Governo non ha la benché minima idea di come risolvere la questione. Per fortuna quello che abbiamo chiesto due anni fa si è poi realizzato a livello internazionale, e forse si muoverà qualcosa; fino ad allora vi staremo addosso, perché sappiamo già che questo emendamento verrà bocciato e rivendichiamo la capacità di avere trovato la soluzione con due anni di anticipo rispetto al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 67

  NICOLA MOLTENI. Presidente, intervengo semplicemente per aggiungere la firma di tutto il gruppo della Lega sull'emendamento Manlio Di Stefano 3.6.

  PRESIDENTE. Sì, può aggiungere la sua a nome del gruppo; poi se gli altri vogliono possono comunicarlo alla Presidenza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Manlio Di Stefano 3.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore del MoVimento 5 Stelle; la relatrice di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà ha comunicato un cambio di parere, e quindi si rimette all'Assemblea... Colleghi, allora ! Non siamo mica al mercato del pesce ! Per favore. Il relatore di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Assemblea; anche la Commissione bilancio ha espresso un parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vecchio, Marti, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  435   
   Votanti  398   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 143    
    Hanno votato
no  255).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Scagliusi 3.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Grosso. Ne ha facoltà.

  DANIELE DEL GROSSO. Presidente, ritiriamo l'emendamento Scagliusi 3.8; ed insieme all'emendamento Scagliusi 3.8 ritiriamo anche gli emendamenti Grande 3.51, Spadoni 3.52, Paolo Bernini 3.13, Scagliusi 3.53, Sibilia 3.55, Tofalo 3.56 e Paolo Bernini 3.54.

  PRESIDENTE. Sta bene. Quindi invece resta l'emendamento Scagliusi 3.7, giusto ?

  DANIELE DEL GROSSO. Giusto.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Scagliusi 3.7.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scagliusi 3.7, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole dei relatori di minoranza, e su cui la Commissione bilancio ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione. Colleghi, invito a rimanere al posto, se possibile.
  (Segue la votazione).

  Caso, Pellegrino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  439   
   Votanti  436   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 168    
    Hanno votato
no  268).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tofalo 3.12, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stumpo, Giachetti, Tartaglione... Aspettiamo che sistemino la postazione del Presidente Giachetti, che evidentemente ha votato con troppa veemenza quest'oggi. Perfetto, Onorevole Giachetti, per il futuro, con meno pressione !
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 68
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  427   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 107    
    Hanno votato
no  320).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 3.10, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  406   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  86    
    Hanno votato
no  320).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Corda 3.11, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), parere favorevole dei relatori di minoranza per il Movimento 5 Stelle, mentre la relatrice di minoranza per il gruppo di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Picchi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  392   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  80    
    Hanno votato
no  312).    

  (La deputata Gadda e il deputato Molea hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. La deputata Pellegrino ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Duranti 3.3 e Basilio 3.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Basilio. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Grazie Presidente. Volevo spiegare la ratio di questo nostro emendamento: noi chiediamo di sopprimere le parole «nonché per il funzionamento della base militare nazionale della Repubblica di Gibuti». Ora per quale motivo sopprimere ? Intanto, a nostro avviso non dovrebbe stare nell'impianto di un decreto di proroga per le missioni internazionali, in quanto la base militare non è una missione internazionale, così come è scritto nell'impianto del decreto. Infatti, si tratta di una base militare nazionale, un distaccamento italiano, quindi semplicemente andiamo a prendere un pezzettino di Italia e lo mettiamo in Africa, o meglio dello Stato di Gibuti.
  A noi può anche star bene la ratio della base, in quanto pensiamo che da quel posto strategico passano in tutte le merci del traffico internazionale e, quindi, potremmo anche pensare di dover controllare anche le merci del commercio italiano, ma non comprendiamo per quale assurdo motivo ci debbano essere molte missioni e molte nazioni, Stati Uniti, Giappone, Italia, Germania e Spagna, che vadano a colonizzare, perché questa è una vera e propria colonizzazione, uno Stato africano, lo Stato di Gibuti.
  Sarebbe molto più corretto, a nostro avviso, a questo punto fare una missione ONU, quindi una missione non armata, anche perché l'Italia da quel luogo non compie alcun tipo di azione offensiva armata, ma, come invece sappiamo ed è noto, gli Stati Uniti, che hanno una base Pag. 69militare enorme, compiono anche missioni belliche. Quindi noi chiediamo la soppressione di queste parole nel decreto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Duranti 3.3 e Basilio 3.9, parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basilio, Milanato, Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  433   
   Votanti  429   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  333).    

  Chiedo scusa Onorevole Basilio, purtroppo non avevo visto.

  (La deputata Basilio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 3.4, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vezzali, Carra, Giordano, Palma. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  439   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
  33    
    Hanno votato
no  406).    

  Ricordo che i successivi emendamenti sono ritirati, fino all'emendamento Grande 3.50.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grande 3.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  429   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  341).    

  Passiamo ora alla votazione dell'emendamento Tofalo 4.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Intervengo per segnalare la pericolosità in caso di approvazione di questo emendamento depositato dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, che obiettivamente ogni tanto sorprendono per la leggerezza con cui cercano di cancellare, con un colpo di spugna, delle missioni che sono fondamentali proprio per le operazioni di intelligence che loro stessi, però, richiamano più volte come necessarie al contrasto del terrorismo.Pag. 70
  Io non so quale particolare valutazione abbiano fatto. Lo ripeto: la mia non è polemica, ma è per capire perché vogliono cancellare una missione, che ha sicuramente un costo importante, perché sono quasi 25 milioni di euro, senza peraltro, come è successo in altri casi, proporre di spostare queste risorse nel fondo che loro sono solitamente usi cercare di aumentare in termini di finanziamento. Anche qui – ripeto – non è un problema di opportunità, ma è un problema di non usare i vasi comunicanti delle missioni militari con quelli della cooperazione. Però, cancellare il dispositivo aeronavale di sorveglianza del Mediterraneo mi sembra una follia, soprattutto in questa fase.
  Poi, ci può stare anche la valutazione fatta più volte dall'estrema sinistra, dicendo che sono missioni che non hanno dato frutti. Questa non è una missione che non dà frutti; questa è una missione che tiene costantemente monitorati, con dei dispositivi tecnici avanzatissimi, quelli che sono i flussi all'interno del Mediterraneo e queste missioni servono, paradossalmente, anche a intercettare quei barconi che poi vengono purtroppo... e dico «purtroppo» perché vanno quasi fino alle coste libiche e dopo portati in zone sicure. Dunque, non dico «purtroppo» perché salvano delle vite, ma dico «purtroppo» perché ormai è diventata una sorta di servizio taxi per gli scafisti.
  Però, al netto di quello, comunque si salvano delle vite. Non si riesce veramente a comprendere il motivo per cui qualcuno proponga di sospendere il monitoraggio aeronavale di sorveglianza all'interno del Mediterraneo, senza peraltro dire quei soldi come potevano essere impiegati. Quindi, per questo motivo, noi voteremo contro l'approvazione di questo emendamento che, lo ripeto, riteniamo pericolosissimo per la sicurezza interna e anche lesivo veramente degli interessi del Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tofalo. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Presidente, intervengo giusto per chiarire questo emendamento. Qua, e i colleghi della Lega lo sanno bene, si tratta di un vero blitz da parte del Ministro Pinotti, senza mai chiarimenti, senza mai specificare bene le cose, senza coordinarle con un Parlamento che dovrebbe legiferare. Al di là delle chiacchiere che abbiamo ascoltato anche in queste ultime ore, in questi ultimi giorni, dal Premier Renzi che diceva di dare finalmente, dopo questi attentati di Parigi, nuovi fondi all’intelligence, comunico al Parlamento che esattamente tre minuti fa la Commissione bilancio del Senato ha bocciato l'emendamento, a prima firma Marton, che chiedeva, appunto, nuovi fondi all’intelligence. Per cui da una parte, vediamo le chiacchiere di questo Governo, dall'altra parte, vediamo un atteggiamento completamente opposto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle ). Si chiedevano fondi specifici – fa piacere che il collega Dambruoso, sempre molto critico con me, questa volta mi applaude – con un emendamento specifico che era finalizzato a fondi per analisti, linguisti, tecnologia, software e soprattutto per una riorganizzazione della humint, come si dice nel gergo. Bisogna, per distruggere queste cellule dei terroristi ritornare con l'orecchio per terra. Perché è stata distrutta dalla nostra politica ignorante di questi ultimi anni la humint ? Semplice perché distruggere la humint significa depotenziare la responsabilità politica cioè la politica non si è voluta assumere le proprie responsabilità ed entriamo nelle logiche di quello che è il segreto di Stato. Per cui metto a verbale che, ancora una volta, il Partito Democratico, il Governo e questa maggioranza, hanno appena bocciato, nell'altra Camera, che ancora c’è nel Parlamento, un emendamento a prima firma Marton del MoVimento 5 Stelle, per dare fondi all’intelligence. Per cui non sciacquiamoci soltanto la bocca, fate una telefonata dall'altra parte e comunicate con voi stessi, nell'altra ala del Parlamento, e cerchiamo di fare le cose per bene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 71

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tofalo 4.5, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mentre si consuma il rito della votazione, salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto Comprensivo Statale Giovanni Paolo II di Policoro, in provincia di Matera, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Dall'Osso, Rondini, Amendola, onorevole Latronico era già in votazione a sua insaputa... Cominardi, Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  427   
   Votanti  420   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  331).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 4.3, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, della V Commissione (Bilancio) e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17,45).

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  426   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   26    
    Hanno votato no  400.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Marcon e Zaratti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 4.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  424   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frusone 4.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Piepoli, Calabrò, Palma.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  432   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 72

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frusone 4.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione... No, revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pini, che non avevo visto. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, che, coerentemente anche con quanto proposto prima, su un altro tema, da parte del collega Palazzotto, intende dare un supporto non generico a quella che è l'area dell'Iraq – nel contrasto all'avanzata del terrorismo islamico e quindi dello Stato islamico – ma in maniera specifica, a chi ha dimostrato, pagandone pesantemente le conseguenze, di poter in qualche modo combattere quotidianamente, arrivando quindi a cedere gratuitamente, come previsto dal comma quattro, in maniera specifica l'area del Kurdistan, i mezzi e le risorse che vengono messe a disposizione, non in maniera generica, da parte del nostro corpo militare a un Governo iracheno che è molto, molto in difficoltà e che, onestamente, non si sa bene neanche quali confini vada a corrispondere in questo momento, purtroppo, stante l'avanzata e in certi casi anche l'arretramento dello Stato islamico. Quindi, sottoscriviamo e voteremo favorevolmente questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frusone 4.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tofalo, Abrignani, Schirò, Lattuca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  431   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frusone 4.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre si rimette all'Assemblea la relatrice di minoranza di Sinistra Italiana-SEL.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Sandra Savino. Ha votato, va bene. Palma non riesce a votare. Vediamo se il tecnico può intervenire. No, ce l'ha fatta. Bene, ha votato. Hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  388   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 4.51, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Blazina, Piccoli Nardelli, Ruocco. Allora, hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 73
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  409   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Capua ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Duranti 4.2, Artini 4.4 e Rizzo 4.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, per annunciare il voto contrario a questo emendamento. Prima ci siamo astenuti perché chiaramente il comma complessivo, non splittato nella lettera a) e nella lettera b), prevedeva la cessione anche qui di materiali di strumentazione militare particolari a due realtà diverse, una l'Egitto e una l'Uganda. Ci siamo astenuti perché sull'Uganda siamo d'accordo a non cedere, come qualcuno ha proposto, il materiale militare elencato appunto nel decreto-legge, mentre sull'Egitto riteniamo assolutamente invece necessario collaborare e fornire supporto anche se di questa natura, non espressamente, diciamo così, di supporto militare operativo, perché l'Egitto ha dimostrato fin dal primo momento di essere in prima linea nel contrasto all'avanzata dello Stato Islamico. Quindi, riteniamo assolutamente incongruo rispetto alle richieste unitarie che arrivano di contrasto allo Stato Islamico non concedere quello che l'Egitto ci chiede come supporto di materiale militare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Grazie Presidente, per annunciare il voto invece favorevole su questo emendamento proprio per il motivo opposto. Intervengo per dare una cronistoria anche di questa cessione di pezzi di F-16. Nasce da una comunicazione fatta a latere di un'altra comunicazione, quasi come un non so che, dal Ministro Pinotti, segnalata proprio al termine di questa comunicazione. Fu veramente una cosa imbarazzante. Ci ritroviamo ora, quasi a fine anno, ad approvare un qualcosa che è già stato fatto e che probabilmente ha già causato morti in Yemen e probabilmente ha anche permesso all'Egitto di fare attacchi anche da altre parti, probabilmente anche nelle zone limitrofe all'Egitto. Questo è penso il metodo sbagliato di trattare l'area che è vicina all'Egitto. Quindi, noi annunciamo con convinzione il voto favorevole a questo emendamento. Effettivamente, penso sia la cosa più logica sopprimerlo perché non ha assolutamente senso quel tipo di passaggio verso pezzi che peraltro sono stati ritrovati. Infatti, noi non abbiamo più F-16 da un discreto numero di anni e i pezzi erano rimasti comunque a disposizione dello Stato italiano e questa era una cosa effettivamente sconosciuta alle nostre Commissioni e al Parlamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente, intervengo anche io perché c’è un emendamento a mia prima firma, il 4.2, e per annunciare il voto favorevole del gruppo per le ragioni che ha già espresso il collega Artini. Aggiungo che, davvero, anche io provai imbarazzo, quel giorno in cui la Ministra Pinotti, che si era già alzata dal tavolo, ci comunicò che il nostro Paese avrebbe inviato pezzi di ricambio Pag. 74per gli F-16 all'Egitto come se, appunto, si trattasse di una cosa di poco conto. Io pongo due questioni: intanto l'Egitto partecipa alla coalizione a guida dell'Arabia Saudita che sta compiendo bombardamenti nello Yemen, bombardamenti che stanno provocando migliaia di vittime civili; inutile dire che non si tratta assolutamente di una missione che abbia in qualche maniera l'autorizzazione dell'ONU e, comunque, sta provocando migliaia di morti.
  Pongo anche il tema della legge n. 185 del 1990, perché vede, signora Presidente, la legge n. 185 del 1990 non solo ci obbliga rispetto all'esportazione di armi, di armamenti e così via, ma ci obbliga a rispettare alcuni vincoli anche rispetto ai pezzi di ricambio di armamenti e ci dice chiaramente – sempre la legge n. 185 del 1990 – che non vanno inviati i pezzi di ricambio di armamenti o armamenti a Paesi che siano coinvolti in conflitti armati. Questo è esattamente uno di quei casi: l'Egitto, che partecipa ad una coalizione che sta compiendo azioni di guerra nello Yemen, riceve, dal nostro Paese, sulla base di un accordo bilaterale che, appunto, consente al nostro Governo di aggirare la legge n. 185, pezzi di ricambio degli F-16.
  Chiudo, dicendo che il Presidente del Consiglio Renzi è andato, qualche giorno fa, in Arabia Saudita per continuare, probabilmente, a fare affari economici con quel Governo. Noi pensiamo che la visita del Presidente Renzi – in quel Paese che non rispetta i diritti umani, in quel Paese che è così coinvolto all'interno, appunto, di operazioni di guerra che vedono migliaia di vittime civili – non andasse fatta ed è, appunto, una delle dimostrazioni che forse non abbiamo imparato niente dagli errori e che il senso di responsabilità che si chiede alle opposizioni non appartiene, invece, alla maggioranza. Senso di responsabilità vorrebbe, in questo momento così difficile per il mondo, che un Governo come il nostro, di un Paese democratico, non andasse in visita in uno dei Paesi peggiori riguardo al rispetto dei diritti umani, uno dei Paesi che è coinvolto in un conflitto armato odioso e, invece, noi ritroviamo dentro questo decreto il trasferimento di armi, di pezzi di ricambio degli F-16 che serviranno alla coalizione a guida dell'Arabia Saudita.
  Peraltro, lo ha già detto il collega Artini, ma lo voglio sottolineare e ripetere, l'invio di questi pezzi di ricambio è già avvenuto sei mesi fa e ancora una volta il Parlamento viene trattato come un povero imbecille che non ha diritto ad essere informato, non ha diritto a prendere parte alle decisioni, non ha diritto a dire la sua, neanche su temi così importanti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Grazie Presidente; chiedo conferma che siamo agli identici emendamenti 4.2, 4.4 e 4.6 ?

  PRESIDENTE. Sì, siamo su questi emendamenti.

  EDMONDO CIRIELLI. Allora, noi ovviamente, invece, votiamo contro questo emendamento, perché riteniamo che, in questo caso, è giusto sostenere questi Paesi con i quali collaboriamo per la sicurezza internazionale. Certo, in maniera particolare, magari, ricordare all'Egitto che i loro amici di Tripoli solo pochi giorni fa hanno accusato l'Italia di aver sconfinato nelle acque nazionali libiche non sarebbe male, visto che abbiamo questo atteggiamento così di disponibilità, giustamente, ma a cui deve corrispondere un comportamento da veri alleati.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Duranti 4.2, Artini, 4.4 e Rizzo 4.6, con il parere contrario di Commissioni Pag. 75e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Patriarca, Gigli, Bolognesi, Ragosta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  412   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Bernini 4.9, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole del relatore del MoVimento 5 Stelle e contrario della relatrice di SI-SEL.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  412   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Frusone 4.10. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente, intervengo brevemente per sottoscrivere questo emendamento del collega Frusone e di altri colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché riteniamo in una fase così delicata assolutamente inutile concludere questa cessione di mezzi speciali alla Repubblica islamica del Pakistan. Questi mezzi potrebbero essere impiegati in altri scenari, magari ceduti ad altre realtà come quella citata prima del Kurdistan per contrastare in maniera fattiva, anche attraverso il supporto e la cessione di mezzi, l'avanzata dello Stato islamico. Quindi, chiediamo con forza al Governo che venga approvato questo emendamento e contestualmente, visto che non vi è un'alternativa posta all'interno del testo dell'emendamento di destinazione diversa, ma una semplice soppressione del comma 6, di procedere con la riassegnazione di questi mezzi all'Iraq o, ancora meglio, al Kurdistan e, più nello specifico, all'area di Kobane più esposta e occupata quotidianamente a fronteggiare la linea di fuoco dello Stato islamico.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frusone 4.10, con il parere contrario di Commissioni e Governo e favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  412   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frusone 4.52 con il parere contrario di Commissioni e Governo e favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Pilozzi.Pag. 76
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  396   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  296    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 5.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimette all'Aula il relatore del gruppo MoVimento 5 Stelle e con il parere contrario della relatrice del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Signora Presidente, stiamo valutando la possibilità di rivedere il parere, quindi chiedo l'accantonamento degli emendamenti Gianluca Pini 5.50 e 7.50.

  PRESIDENTE. Sta bene, non mi pare che ci siano obiezioni.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 6.1.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 6.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi, D'Uva...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  416   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Prendo atto che i presentatori ritirano l'emendamento Gianluca Pini 6.50.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 6.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  415   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 6.3, i pareri sono tutti contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Molto brevemente, in ragione del ritiro del precedente emendamento 6.50, che era un emendamento che nasceva da una osservazione del Comitato per la legislazione in termini di coordinamento Pag. 77del testo, noi intendiamo chiedere l'applicazione del codice penale militare di guerra per questi particolari casi in considerazione dell'elevatissimo pericolo cui sono e potranno essere esposti i soldati impegnati in Afghanistan e quell'impegnati contro lo Stato Islamico. Per questo, è secondo noi necessario riapplicare il codice penale militare di guerra, anziché quello di pace, così come è stato fatto nel periodo dal 2001 al 2006.
  Ripeto questo per dare una vera tutela rispetto alle azioni che i nostri militari saranno e sono chiamati a fare in Afghanistan e saranno sicuramente chiamati a fare anche nello scenario del contrasto allo Stato islamico.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 6.3.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  421   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato   53    
    Hanno votato no  368.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito a votare. I deputati Petraroli e Chimienti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario; il deputato Scotto ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Adesso passiamo ai subemendamenti all'articolo aggiuntivo 7.0100 delle Commissioni. Chiedo quindi al relatore per la maggioranza i pareri, per favore.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Se me li può chiamare, per favore.

  PRESIDENTE. Subemendamento Duranti 0.7.0100.1.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Subemendamento Piras 0.7.0100.8.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Subemendamento Vito 0.7.0100.19.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Subemendamento 0.7.0100.100 delle Commissioni.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Subemendamento Duranti 0.7.0100.5.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Subemendamento Piras 0.7.0100.6.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Subemendamento Frusone 0.7.0100.9.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Subemendamento Duranti 0.7.0100.7.

Pag. 78

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 7.0100 delle Commissioni.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Il relatore del MoVimento 5 Stelle ?

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Parere contrario sul subemendamento Duranti 0.7.0100.1. Mi scusi, purtroppo ho ancora il fascicolo...

  PRESIDENTE. Vuole che glieli dica io ?

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Sì, perché ho ancora il fascicolo con i subemendamenti non ritirati.

  PRESIDENTE. Subemendamento Piras 0.7.0100.8.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Subemendamento Vito 0.7.0100.19.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Subemendamento 0.7.0100.100 delle Commissioni.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Non lo trovo. Può dare i pareri prima l'altro relatore di minoranza ? Devo trovare...

  PRESIDENTE. Va bene, così ha tempo per organizzarsi.
  Relatrice Duranti, vediamo se qui abbiamo i pareri. Le dico io i subemendamenti.
  Subemendamento Duranti 0.7.0100.1.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Subemendamento Piras 0.7.0100.8.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Subemendamento Vito 0.7.0100.19.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Subemendamento 0.7.0100.100 delle Commissioni.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Subemendamento Duranti 0.7.0100.5.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Subemendamento Piras 0.7.0100.6.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Subemendamento Frusone 0.7.0100.9.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Subemendamento Duranti 0.7.0100.7.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Favorevole.

Pag. 79

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 7.0100 delle Commissioni.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle sul subemendamento Duranti 0.7.0100.1 ? Ricominciamo da capo.

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza sul subemendamento Piras 0.7.0100.8 ?

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Esprimo parere favorevole.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza sul subemendamento Vito 0.7.0100.19 ?

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Esprimo parere contrario.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza sul subemendamento delle Commissioni 0.7.0100.100 ?

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza sul subemendamento Duranti 0.7.0100.5 ?

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Esprimo parere favorevole.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza sul subemendamento Piras 0.7.0100.6 ?

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza sul subemendamento Frusone 0.7.0100.9 ?

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Esprimo parere favorevole.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza sul subemendamento Duranti 0.7.0100.7 ?

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza sull'articolo aggiuntivo 7.0100 delle Commissioni ?

  LUCA FRUSONE, Relatore di minoranza per la IV Commissione. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai pareri del Governo. Qual è il parere del rappresentante del Governo sul subemendamento Duranti 0.7.0100.1 ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del rappresentante del Governo sul subemendamento Piras 0.7.0100.8 ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del rappresentante del Governo sul subemendamento Vito 0.7.0100.19 ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del rappresentante del Governo sul subemendamento 0.7.0100.100 delle Commissioni ?

Pag. 80

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del rappresentante del Governo sul subemendamento Duranti 0.7.0100.5 ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del rappresentante del Governo sul subemendamento Piras 0.7.0100.6 ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del rappresentante del Governo sul subemendamento Frusone 0.7.0100.9 ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il Governo si rimette all'Aula.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del rappresentante del Governo sul subemendamento Duranti 0.7.0100.7 ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del rappresentante del Governo sull'articolo aggiuntivo 7.0100 delle Commissioni ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Duranti 0.7.0100.1, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole della relatrice di SI-SEL.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma,Giancarlo Giordano, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  411   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   27    
    Hanno votato no  384.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Piras 0.7.0100.8. I pareri sono tutti favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Incà, Dell'Aringa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  396   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  381    
    Hanno votato no  15.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole. La deputata Terzoni ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole. Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Vito 0.7.0100.19. I pareri sono tutti contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Grazie, signora Presidente. Noi abbiamo dato il nostro assenso affinché Pag. 81la Commissione, per la verità su richiesta evidente del Governo, perché è su tutti i giornali, presentasse questo emendamento, che incide in maniera notevole sull'attività dei nostri servizi di intelligence. Ma l'abbiamo fatto nello spirito di unità nazionale al quale, per la verità, Forza Italia si è sempre attenuta.
  Questo emendamento amplia, conseguentemente, anche i poteri e le funzioni del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il Copasir. Infatti, estendendo l'attività dei servizi di intelligence, il comma 2 prevede una estensione anche delle funzioni del Copasir nel senso che il Presiede del Consiglio deve informare il Comitato parlamentare di queste nuove attività.
  Questo subemendamento pone la solita questione dello squilibrio dell'attuale rappresentanza di un comitato così importante. È una questione che so che le è nota, perché lei è stata più volte investita dal nostro gruppo, dal presidente Brunetta, e dal presidente Romani al Senato, di una questione che per noi è di vitale importanza e che dovrebbe essere di vitale importanza non solo per il nostro gruppo, ma per la democrazia del nostro Paese, a maggior ragione nel momento in cui viene chiesta alle forze politiche la compartecipazione nella lotta al terrorismo, che sarà data, e un aumento dei poteri e delle funzioni dei servizi di intelligence.
  La soluzione che qui viene trovata è chiaramente una soluzione provvisoria, parziale. L’optimum sarebbe che si ricostituisse tutto il Comitato parlamentare attualmente in carica, che, non solo per il nostro gruppo, vede dei gruppi sovrappresentati e degli altri gruppi sottorappresentati. Ma, per garantire esigenze di continuità, la continuità della presidenza del presidente Stucchi, degli altri componenti del Comitato, abbiamo pensato di proporre l'estensione, l'aumento del Copasir di altri quattro componenti, che, in base ai criteri previsti dalla legge di rispetto della composizione fra Camera e Senato e fra maggioranza e opposizione, consentirebbero non il pieno riequilibrio della presenza di Forza Italia, ma almeno di fare in modo che Forza Italia sia rappresentata, messa nella possibilità di esercitare la sua funzione di vigilanza e di controllo sull'attività dei servizi.
  Da diversi mesi su questa questione, signora Presidente, noi ci scontriamo con il muro della maggioranza e del Governo, che, per questioni di cavilli, per questioni di non turbare l'equilibrio del Copasir attraverso una norma che entra nel decreto, ma nel decreto entrano tante norme che riguardano il Copasir, si ostinano a voler negare la nostra possibilità di intervenire nel più importante Comitato parlamentare che esercita attività di controllo e vigilanza.
  Allora, signora Presidente, con questo subemendamento – la ringrazio dell'attenzione – voglio anche richiamare la sua possibilità di intervento. Infatti, qui, delle due l'una, o la soluzione che noi offriamo alla disponibilità dell'intero Parlamento viene raccolta e il subemendamento dovrebbe essere naturalmente approvato – non capisco cosa c’è da discutere se un gruppo di opposizione, che ne ha diritto, entri a far parte del Comitato parlamentare di vigilanza sui servizi per meglio dare il proprio contributo alla lotta al terrorismo, quando questo contributo ci viene richiesto, quindi, non capisco la ragione della contrarietà – oppure, signora Presidente, lei si assicura che in queste ore vengono assunte delle iniziative tempestive, presso i gruppi parlamentari che hanno dei componenti in più, affinché questi gruppi parlamentari facciano dimettere questi componenti più e facciano entrare nel Copasir chi oggi non c’è. Si tratta di iniziative che devono essere assunte ad horas, pena la mancanza di credibilità del Copasir e della nostra stessa possibilità di dare un contributo alla lotta al terrorismo internazionale.
  Sono quindi sconcertato dalla superficialità con la quale tale questione viene trattata dalle Commissioni, dall'adesione del rappresentante del Governo, che sulla questione parlamentare si dovrebbe quantomeno astenere e rimettere all'Aula. E mi auguro, Presidente, che lei possa spendere anche in questa occasione una parola che Pag. 82consenta o l'approvazione dell'emendamento, o ne renda superfluo il voto, quindi ci consenta di evitare l'ennesima bocciatura, perché lei assicura che la questione sarà risolta nelle prossime ore: perché già nei prossimi giorni il Comitato continuerà a riunirsi, avrà questi nuovi poteri di controllo con la nostra assenza; e questo – ripeto – è un vulnus non solo per Forza Italia, ma per tutto il Parlamento e per tutta la democrazia.

  PRESIDENTE. Deputato Vito, io non entro certamente nel merito dell'emendamento; però ci tengo a ricordare a quest'Aula che più volte la Presidenza ha sollecitato le intese tra i gruppi al fine di consentire al suo gruppo di essere rappresentato nel Copasir. Dunque è una cosa che alla Presidenza è molto chiara: si è attivata già in più occasioni, continuerà a farlo perché capisco il punto che lei solleva.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, noi siamo soddisfatti dell'impegno. Prendo la parola anche per dare atto che lei si è spesa, convocando più volte, addirittura anche in maniera congiunta col Senato, con il Presidente Grasso e con tutti i presidenti di gruppo di Camera e Senato, per cercare di addivenire a questa soluzione e a porre rimedio a questo vulnus. Davanti alla sua espressione qui in Aula, che ribadisce ancora una volta di continuare in questa azione e che assume un impegno formale nel cercare di vedere come eventualmente fare sì che i gruppi pongano fine a questo tipo di situazione, a questo vulnus per consentire la presenza del gruppo di Forza Italia all'interno del Copasir, noi ritiriamo l'emendamento.

  PRESIDENTE. È allora ritirato il subemendamento Vito 0.7.0100.19.
  Passiamo dunque alla votazione del subemendamento 0.7.0100.100 delle Commissioni.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.7.0100.100 delle Commissioni, con il parere favorevole di Commissioni e Governo, si rimettono all'Aula i relatori del MoVimento 5 Stelle, parere favorevole della relatrice di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spessotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  333   
   Astenuti   98   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato  326    
    Hanno votato no  7.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Schirò ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Duranti 0.7.0100.5, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevoli i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sereni, Patriarca, Carocci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  429   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 83

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Piras 0.7.0100.6, con il parere contrario di Commissioni e Governo, si rimettono all'Aula i relatori del MoVimento 5 Stelle, parere favorevole della relatrice Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bergonzi, Donati, Giulietti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  362   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   34    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Frusone 0.7.0100.9, parere favorevole delle Commissioni e dei relatori di minoranza, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Peluffo, Antimo Cesaro, D'Uva...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  420   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  412    
    Hanno votato no  8.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Duranti 0.7.0100.7, parere contrario delle Commissioni e del Governo, nonché dei relatori di minoranza per il gruppo del Movimento 5 Stelle, mentre il parere della relatrice di minoranza per il gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  431   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no  385.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Censore e Monchiero hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario, il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.0100 delle Commissioni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente. Noi abbiamo provato con diversi subemendamenti a inserire alcune modifiche a questo emendamento che ci viene proposto dalle Commissioni e che è stato inserito nelle ultime ore dentro questo provvedimento. Non daremo un voto favorevole non essendo passati alcuni dei nostri emendamenti che per noi erano determinanti. Voglio provare a motivare in questa Aula il perché. Non perché non comprendiamo la necessità di dare strumenti ai nostri servizi di intelligence, anzi crediamo sia una delle armi migliori che possiamo usare in questo momento contro Pag. 84il terrorismo. Tuttavia non possiamo fare a meno di notare che questo dispositivo era già in procinto di essere discusso a prescindere dall'emergenza dentro un altro disegno di legge, la legge quadro sulle missioni, attualmente bloccata al Senato. Esso pone alcuni interrogativi, nel senso che fornendo ai nostri servizi di intelligence, o per meglio dire visto che nel nostro Paese l’intelligence non è un termine codificato, ai servizi di sicurezza o i servizi segreti che dir si voglia, e anche questa ambiguità è uno dei motivi della nostra astensione, fornire ai nostri servizi di sicurezza la cooperazione degli assetti della difesa, anche nella formula trovata grazie anche alla collaborazione di tutti, e noi abbiamo contribuito a migliorare in questo caso il testo, è una cosa molto complicata.
  Significa tornare all'idea che, in qualche modo, anche i servizi di intelligence diventino una parte dell'azione militare, cosa che in qualche modo in questo Paese si era superata con la legge n. 124 del 2007.
  Ma, soprattutto, quello che non ci convince – ed è il motivo per cui, pur comprendendo l'urgenza dell'inserimento in questo decreto di questo dispositivo, daremo un voto di astensione – è il fatto che si sottrae al Parlamento uno strumento di controllo oggettivo. Cioè, davanti a una situazione di tale gravità va bene fornire degli strumenti, ma sarebbe stato utile almeno indicare una temporalità della straordinarietà. Cioè, se noi mettiamo in campo una misura straordinaria, dovremmo anche riconoscere che questa misura straordinaria, che va a modificare anche gli assetti dal punto di vista della sicurezza, abbia una scadenza nel tempo, che possa essere rivista, per esempio, da questo Parlamento fra due anni, e non diventare una modifica permanente.
  Dall'altra parte, vi è il fatto che si dà un enorme potere in questo caso al Presidente del Consiglio, seguendo una cultura anglosassone che non appartiene al nostro Paese, a cui viene affidata la disponibilità di decidere quando utilizzare assetti della difesa dentro operazioni di intelligence. Avremmo preferito che anche la possibilità di decisione del Presidente del Consiglio in un momento di emergenza fosse stata sottoposta all'approvazione preventiva di un organo parlamentare qual è il Copasir, che invece in questo caso viene semplicemente sentito sotto forma di parere.
  Queste erano le richieste che noi avevamo fatto. Purtroppo, non sono state accolte e, nonostante noi comprendiamo la gravità della situazione e la necessità di rafforzare i servizi di intelligence, non pensiamo che sia utile negare o, in qualche modo, limitare le libertà o la democrazia nel nostro Paese – o, meglio, che si possano vincolare o limitare la libertà e la democrazia nel nostro Paese – in ragione di una superiorità della sicurezza nazionale. Invece, si può aumentare il livello di sicurezza garantendo tutte le agibilità democratiche e lasciando al Parlamento il potere di controllo su un argomento così delicato qual è quello relativo ai servizi di sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente per annunciare, invece, il voto convintamente a favore su questo emendamento delle Commissioni, perché finalmente fornisce strumenti operativi, anche se emergenziali, ma comunque reali e concreti ai nostri servizi di intelligence per potere difendere la sicurezza del Paese anche in scenari esteri e, quindi, anche in funzionalità molto difficili, senza per questo rischiare di dovere incorrere in incidenti diplomatici abbastanza incresciosi che, fortunatamente, nel passato si sono verificati pochissime volte ma che rischiano, comunque, sempre di essere una sorta di deterrente per le azioni più nette e più dure che possono essere attivate proprio per la difesa degli interessi nazionali.
  Non siamo d'accordo con il collega Palazzotto quando dice che serviva una Pag. 85perimetrazione molto più stretta. Anzi, a nostro avviso in questa fase sarebbe stato necessario non toccare quella parte finale del comma 1. C’è stata una richiesta non dico unanime ma comunque abbastanza ampia di specificare ancora meglio, che era arrivata dal collega Piras, ma pur di non rompere un equilibrio che comunque si era andato a creare sul tema in maniera abbastanza ampia si è accettato, comunque, di fare questa leggera modifica, a chiarimento di quelle che sono, sostanzialmente, le disponibilità degli asset della difesa utilizzabili. Secondo noi è un passo in avanti importante per il contrasto al terrorismo e, quindi, noi in maniera convinta lo andremo a votare.
  Un'ultima cosa. Quello che chiedeva il collega Palazzotto, cioè di acquisire preventivamente un parere del Copasir, è una cosa che non è prevista dalle norme che istituiscono lo stesso Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica non in questo caso specifico, non in questo caso specifico (Commenti del deputato Palazzotto).
  No, l'ultimo comma dice un'altra cosa, l'ultima comma dice un'altra cosa, Palazzotto. Quindi, secondo noi, la norma è ben fatta ed è urgente anche che entri in vigore il prima possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Intervengo brevemente per annunciare il nostro voto favorevole. Pur condividendo alcune delle valutazioni espresse dai colleghi di Sinistra Italiana, riteniamo che l'esigenza prioritaria in questo momento di sicurezza nazionale ci portino a una solidarietà e a dare degli strumenti operativi. Voglio dire che anche noi non abbiamo alcuna fiducia di come questo Governo, la Presidenza del Consiglio, di come Renzi e Alfano, gestiscono la nostra sicurezza, però siamo anche tranquilli che nel contesto della NATO e dell'Unione europea non conteranno nulla. Quindi, rimetterci complessivamente a un'azione di sicurezza guidata da chi è più competente e più capace, ci può dare anche la tranquillità che uno strumento del genere venga utilizzato in maniera intelligente ed efficace per contrastare, come Unione europea, questo momento straordinariamente grave per la nostra sicurezza e per la nostra libertà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Grazie Presidente, questo emendamento, sia nel modo in cui è stato presentato, in corso di discussione di questo decreto, sia per l'argomento che va a trattare, è indubbiamente sensibile. Questa mattina la trattazione anche informale fra i vari gruppi è stata busta robusta e devo dire che poteva essere osato un po'di più su questo emendamento. Poteva essere osato di più nel dare un taglio temporale a quella che è l'applicazione di questa immunità funzionale verso le Forze armate (in realtà, devo ringraziare i colleghi che l'hanno definito esclusivamente per le forze speciali). Poteva essere interessante avere per il Copasir un dettaglio di quelli che erano questi assetti della difesa che potrebbero essere utilizzati in questo tipo di missioni. Poteva essere anche interessante avere un rapporto annuale direttamente legato a quel rapporto annuale che il Copasir va a fare. Però, vengono forniti alcuni dettagli al Parlamento che mi consentono di dire che il risultato è indubbiamente un qualcosa che può essere approvato. Quindi, annuncio il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.0100 delle Commissioni, nel testo subemendato, con il parere favorevole del Governo e sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, Latronico, Venittelli...Pag. 86
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  400   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  395    
    Hanno votato no   5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Magorno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Manlio Di Stefano 8.50 con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), favorevole del relatore del MoVimento 5 Stelle e sul quale la relatrice di Sinistra Italiana si rimette all'Aula.

  DANIELE DEL GROSSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE DEL GROSSO. Presidente, per ritirarlo.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Manlio Di Stefano 8.51, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), con il parere favorevole del relatore del MoVimento 5 Stelle e sul quale la relatrice di Sinistra Italiana si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Blazina, Caruso, Piepoli, Pilozzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  396   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no  261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 8.1, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza di Sinistra Italiana, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Risulta di difficile comprensione il parere contrario dei relatori, se non per questioni ideologiche o per questioni puramente di disattenzione su quelli che dovrebbero essere gli scopi di una così difficile funzione, come quella della cooperazione allo sviluppo, soprattutto nei Paesi che vivono difficoltà enormi e dai quali si creano flussi migratori clandestini purtroppo anche legati alla difficoltà di natura economica e non solo, ma anche a difficoltà generate da conflitti, da guerre, da carestie o da altre motivazioni molto più gravi. Quindi, a me vengono in mente tutte le volte che ci sono dibattiti televisivi e non solo, ma anche in quest'Aula – fortunatamente, perché la centralità di questo Parlamento dovrebbe essere richiamata, ogni tanto –, quando si discute appunto delle modalità per fermare le traversate della morte, il traffico di essere umani, quindi per aiutare a casa loro tutte quelle persone che scappano da situazioni di difficoltà, al netto, ripeto, di quelle che sono le motivazioni che implicano la fuga e tolti naturalmente tutti quelli che vengono in questo Paese per delinquere, che purtroppo sono tanti, anche all'interno dei flussi dei cosiddetti profughi veri clandestini. Quindi, risulta abbastanza difficile capire il perché, al di là delle grandi promesse, dei grandi ragionamenti, dei ragionamenti fatti sui massimi sistemi da parte della sinistra, quando dice che vanno Pag. 87aiutati a casa loro. Lei stessa Presidente più volte ha posto l'accento su questa necessità, cioè che vengano fatti effettivamente dei progetti di sviluppo nelle aree sottosviluppate del Terzo mondo affinché lì si possano sviluppare delle società floride in grado di supportare, man mano, uno sviluppo che non crei queste enormi migrazioni fra nord e sud del mondo. Quindi, non si capisce perché non possa essere accettata l'integrazione che andiamo a proporre con un emendamento dove si dice che una delle finalità delle iniziative di cooperazione allo sviluppo deve mirare alla prevenzione e al contenimento dei flussi migratori illegali. Non stiamo parlando di flussi migratori dove magari ci sono persone che effettivamente scappano dalla guerra, stiamo parlando di prevenzione e contenimento di flussi migratori illegali ! Come fanno la maggioranza e questo Governo a negare in Aula, alla prova dei fatti, quello che va dicendo da mesi in giro nelle televisioni, nelle piazze, nei talk show, negli incontri pubblici ? Allora, se ci vogliamo prendere in giro, prendiamoci in giro, e smettiamo anche noi, a questo punto, come opposizione, di venire qui e di analizzare singolarmente ogni emendamento, ogni proposta, che sia aggiuntiva o soppressiva, e iniziamo anche noi a fare del cinema. Facciamolo pure, ma almeno diteci che ci state prendendo in giro su quelli che sono i temi, perché evidentemente a qualcuno fa comodo che ci siano dei flussi migratori illegali, perché dare un parere negativo su un inciso, che, alla fin fine, è la finalità principale della cooperazione allo sviluppo, cioè quella di evitare che le persone scappino dai loro Paesi e invece dare in qualche modo un futuro a quelle persone nei loro Paesi, è una presa per i fondelli a tutti gli effetti.
  Allora, se è questo il vostro atteggiamento, va bene, ne prendiamo atto e conseguentemente ci comporteremo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 8.1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Giancarlo Giordano, Placido. Ci siamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  338   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   52    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Spadoni 8.52, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, con questo emendamento chiediamo che i progetti e le informazioni sui progetti della cooperazione siano pubblicati entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge. Questo perché ? Perché sono anni che noi chiediamo maggiore trasparenza, ma purtroppo questa trasparenza ancora non l'abbiamo vista o almeno abbiamo visto, sì dei miglioramenti, ma veramente dei miglioramenti minimi. Se vediamo l'articolo 8, comma 1, nella relazione finanziaria viene detto che appunto ai progetti di cooperazione verranno dati 38 milioni di euro. Sempre in questa relazione finanziaria viene detto che l'Afghanistan è uno dei Paesi dove si investirà più in cooperazione. Innanzitutto, non si trovano delle tabelle specifiche, cioè noi sono due anni e mezzo che in un decreto missioni ci ritroviamo l'articolo 8 sulla cooperazione, con un investimento sempre dello stesso valore, quindi di 38 milioni di Pag. 88euro, ma non abbiamo una tabella per capire dove va cosa. Ora, anche dopo la riforma della legge sulla cooperazione licenziata l'anno scorso, ci è stato assicurato che ci sarebbe stata più trasparenza. È stato istituito un sito, si chiama openaid.esteri.it. Il problema è che questo sito ancora non garantisce quel tipo di trasparenza che vorremmo, dato che si tratta comunque di 38 milioni di euro. Per esempio, sull'Afghanistan ci sono dei progetti fermi al 2013. Ora, noi continuiamo a erogare dei fondi, ma, francamente, se qualcuno va a vedere in quel sito, non si riesce a capire quali sono le finalità, quali sono gli obiettivi e soprattutto quali sono i risultati. Nella legge di cooperazione ci avete approvato un emendamento che chiedeva proprio che insomma ci fossero anche i risultati ben visibili e noi questa cosa ancora non la vediamo. A parte che non vediamo neanche ancora un direttore dell'Agenzia visto che sono quattro mesi che c’è questa rosa di cinque nomi, però sembra che ancora non ci si riesca a mettere d'accordo sul direttore dell'Agenzia appunto.
  Quindi, francamente noi chiediamo almeno che ogni tre mesi, dopo appunto l'entrata in vigore della presente legge, si vedano effettivamente sul sito istituzionale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione dei risultati e soprattutto dove vanno i fondi della cooperazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Sì, per annunciare che noi voteremo favorevolmente a questa iniziativa. A maggior ragione dopo l'entrata in vigore della legge che prevede un'Agenzia per la cooperazione che di fatto privatizza questo settore importante della spesa pubblica, espropriando il Ministero degli affari esteri e della cooperazione, riteniamo sia assolutamente necessario almeno mantenere una forma di pressione e di controllo per la trasparenza da parte del Parlamento. Quindi, sarebbe molto importante l'approvazione di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, colgo l'occasione dell'intervento della collega Spadoni molto preciso, molto puntuale, per richiamare anche la sua attenzione su quella che è la problematica.
  In altre parole la problematica è la mancata nomina del direttore dell'Agenzia. Nonostante l'approvazione della legge quadro su quella che è la cooperazione internazionale sia stata salutata da quest'Aula e dal Parlamento in generale in pompa magna, con grandi dichiarazioni, con grandi applausi, come se fossimo finalmente passati a un livello superiore di capacità di rendere questo Paese efficiente anche sul piano della cooperazione internazionale e nonostante le risorse tutti gli anni siano in calo, anche qui si fa molta fatica a comprendere il parere contrario del Governo su una richiesta di trasparenza. Non arriva trasparenza, non arrivano segnali per lo meno positivi da un punto di vista amministrativo, che, almeno, arrivino da un punto di vista politico, dicendo «sì». Ancora, magari, la macchina non è partita come doveva, ma quello che è stato fatto, quello che si sta facendo viene messo puntualmente a conoscenza e a disposizione di tutti quelli che sono gli attori istituzionali chiamati con fatica a rendere efficiente il piano della cooperazione internazionale. Invece, anche qui, ci ritroviamo, per l'ennesima volta, con grandi dichiarazioni di intenti che vengono poi smentite da un esercizio di ipocrisia che continua a essere imperante all'interno di questa maggioranza e di questo Parlamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Spadoni 8.52.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 89

  D'Incecco, Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  394   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  133    
    Hanno votato no  261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Spadoni 8.53, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Artini, Marco Di Maio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  404   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  397    
    Hanno votato no  7.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 9.1, con i pareri tutti contrari, incluso quello della V Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente, anche qui non è singolare che vi sia un parere contrario dei relatori, perché è chiaramente un emendamento provocatorio questo qui, che va in linea con quello che si diceva prima: se non vi è chiarezza su quelli che sono i fini della cooperazione internazionale e, soprattutto, se non vi sono risorse adeguate ad affrontare quelli che sono i temi e le sfide della cooperazione internazionale è bene rivedere completamente il tutto e cassare questo comma e, magari, disporre un provvedimento ad hoc un pochettino più intelligente e un po’ meno ad uso e consumo di semplici sbandieramenti politici di circostanza, di quello che si fa, di quel poco che si fa.
  Quello che veramente risulta comico è il parere contrario della Commissione bilancio nel momento in cui, di fatto, sopprimendo un comma, si va a risparmiare, si vanno a risparmiare dei soldi, si vanno a risparmiare dei fondi. Poi qualcuno potrà dire: no, ma ci sono già delle iniziative in essere e quindi era necessario dare una sorta di copertura; a me risulta che il parere contrario della Commissione bilancio possa arrivare solo ed esclusivamente nel momento in cui si vanno a fare delle proposte che modificano in negativo quello che è il saldo contabile dello Stato, la bilancia dello Stato. Qui, invece, in maniera così acritica, è sufficiente che un emendamento sia presentato dall'opposizione per arrivare, addirittura, ad avere il parere contrario della Commissione bilancio, ennesimo tassello che dà la dimostrazione di quanto poco serio sia, alla fin fine, questo testo che il Governo e la maggioranza stanno presentando in quest'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 9.1, con i pareri tutti contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, D'Uva, Milanato, Patriarca, Vecchio, Paris...Pag. 90
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  392   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   27    
    Hanno votato no  365.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rizzo 9.50; qui la Commissione formula un invito al ritiro, il Governo esprime parere contrario, mentre il parere dei due relatori di minoranza è favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzo. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA RIZZO. Grazie Presidente, io ritiro l'emendamento, però annuncio anche il fatto di aver già depositato un ordine del giorno, tra l'altro con la condivisione degli altri gruppi parlamentari.

  PRESIDENTE. La ringrazio, allora andiamo avanti.
  Passiamo all'emendamento Gianluca Pini 9.51, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente, chiedo un attimo la sua attenzione, non che sia stata disattenta fino adesso, assolutamente, ma in maniera particolare per il ruolo generale che riveste nel garantire l'equilibro fra i vari attori che sono chiamati a formare le norme e le leggi. Non più tardi di qualche settimana fa lei mi ha chiamato – perché era un atto in qualche modo dovuto dalla rotazione prevista dal Regolamento – a presiedere il Comitato per la legislazione, Comitato che, onestamente, negli ultimi tempi è sempre stato un attimino «snobbato» in quelli che sono stati i pareri che ha espresso negli ultimi mesi relativamente, appunto, ai decreti che gli vengono sottoposti. In particolar modo tutte le varie condizioni e le numerose osservazioni che sono state svolte con un lavoro preziosissimo fatto da parte degli uffici non mi pare abbiano mai avuto nessun tipo di rilievo e mai sono arrivate, in qualche modo, ad essere espresse con degli emendamenti.
  Abbiamo iniziato, invece, d'accordo con tutti i colleghi componenti del Comitato per la legislazione, a cercare di sottoporre all'Aula la sintesi dell'espressione di questi pareri, sia attraverso le condizioni, sia attraverso le osservazioni. Nel caso specifico, qui si parla di una condizione, condizione che è stata espressa e che tutti quanti possono leggere serenamente se non l'hanno già fatto nei documenti di seduta, nei pareri che accompagnano il testo che viene sottoposto a conversione con le varie modifiche che sono state approvate fino adesso, e la cosa veramente incredibile è che noi, muovendoci, comunque sia, nell'ambito e nel rispetto di quelli che sono due articoli del Regolamento della Camera, ci ritroviamo poi, anche in questo caso qui, con i pareri contrari dei relatori che, evidentemente, se ne fregano di quello che è il rispetto delle norme regolamentari e se ne fregano anche del rispetto della legge n. 400 del 1988 che regola la formazione e la formazione dei decreti.
  Lo fanno evidentemente per «interesse» perché un finanziamento a un ente che nulla ha a che fare con le missioni internazionali e nulla ha che fare con la cooperazione internazionale è quello che tecnicamente in francese si chiama una «marchetta», ci sta; quello che non ci sta è che nemmeno la Commissione bilancio si renda conto di questa cosa e dia anche qui un parere contrario. Quindi io le chiedo, Presidente, tanto visto che ormai in questo caso specifico mi pare che la frittata sia fatta a meno che non vi sia un atto di onestà intellettuale da parte dei relatori e del Governo nell'accantonare e nel rivedere Pag. 91questa «marchetta» che costa appena 1 milione e 100 allo Stato. Io non so chi sia il presidente di questo istituto o quali parenti di quale politico siedano nel consiglio di amministrazione di questo istituto, però chiaramente è l'unico finanziamento extra, oltre ai militari e alla cooperazione internazionale, che troviamo in questo testo. Quando non è permesso, non è permesso dal regolamento e non è permesso neanche dalla legge n. 400 del 1988, poi lascio a lei le valutazioni dell'inopportunità, come abbiamo scritto nel parere, di mantenere il comma 3 di questo articolo all'interno del testo in fase di conversione. Ma la cosa veramente grave, ripeto, è che vi sia, in caso di un risparmio dovuto e in qualche modo obbligato dalla legge dal modo in cui devono essere formate le leggi in fase di conversione, che la Commissione bilancio esprima un parere contrario. Quindi io veramente, per un fatto di rispetto del Regolamento della Camera e del lavoro del Comitato, ma anche per un fatto di rispetto dell'onestà intellettuale di tutti quelli che sono qui non a scaldare una sedia ma a ragionare sui contenuti di un provvedimento, invito almeno ad accantonare questo emendamento e ragionarci bene, perché se è vero come è vero che nel passato abbiamo cancellato quella brutta pratica della cosiddetta «legge mancia», è ora anche di smetterla di dare delle mance all'interno del decreto missioni agli amici degli amici.

  PRESIDENTE. Deputato Pini, alla Presidenza è chiara l'importanza che ha il Comitato che lei oggi presiede, mi auguro che lei infatti dia nuovo slancio e mi fa piacere vedere che su questa cosa si impegnerà al meglio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Signora Presidente, vorrei annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle e fare soltanto alcune precisazioni. In primo luogo al comma 3 si parla, come diceva il collega Pini poc'anzi, di un milione e cento. Il punto è che questo milione e cento non va direttamente e soltanto all'Istituto Italo-Latino Americano, ma è suddiviso. Allora se andiamo a vedere, è suddiviso e va all'United Nations System Staff College di Torino, va all'Istituto Italo-Latino Americano e va anche all'Unione per il Mediterraneo e all'Inviato speciale delle Nazioni unite in Siria. Ora, se uno va a vedere la tabella, per lo Staff College vengono erogati più o meno 40 mila euro, perché nella tabella c’è una stima di più o meno 500 mila euro all'anno, quindi diviso tre, più o meno fa comunque una cifra minore rispetto all'importo di un milione e cento che è stato detto prima. Ora, la nostra perplessità è anche effettivamente quanto viene dato all'Inviato speciale delle Nazioni unite in Siria, perché questo inviato – lo ritroviamo anche qui – è De Mistura, cioè quello stesso inviato che era stato mandato per risolvere la questione dei fucilieri e che non ha risolto la questione dei fucilieri, quindi dopo un anno e mezzo è stato messo da parte ed è stato poi nominato e inviato. Quindi una domanda che anche noi ci facciamo è la seguente, cioè, va bene i costi, però prima di tutto non ci sono le specifiche di quanto viene dato e a chi, in secondo luogo non ci pare opportuno dover pagare un inviato ONU che ha fatto la figura che ha fatto nell'ultimo anno e mezzo per la questione dei fucilieri e al momento continua a non riuscire a risolvere neanche la questione siriana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signora Presidente, come componenti del Comitato per la legislazione, abbiamo deciso di trasformare in emendamenti le osservazioni o le raccomandazioni che il Comitato assume. Quindi troverete, oltre a questo, anche altri due emendamenti che sono firmati da più persone di diverso schieramento, ma da tutti quanti componenti del Comitato perché, come è stato già ricordato dal presidente del Comitato, questo Pag. 92Comitato ormai forse si potrebbe tranquillamente eliminare, perché sostanzialmente produce tanto, produce bene.
  I funzionari addetti effettuano delle analisi molto particolareggiate e precise, però il Parlamento, né l'Aula né le Commissioni, ne tiene effettivamente conto. Praticamente, ho l'impressione che qui non si sappia che la modalità di redazione dei testi normativi non è rimessa alla discrezionalità dei singoli deputati, ma è stabilita per legge, per legge. È stata citata, appunto, la legge n. 400 del 1988. Oltre alla legge, esistono anche delle linee guida precise della Presidenza del Consiglio dei ministri e anche della Presidenza della Camera, a cui bisognerebbe attenersi nell'interesse di una legislazione che non sia foriera di contenzioso.
  Ripeto, se con tranquillità esaminassimo la nostra produzione, ci sarebbe veramente da rimanere perplessi. Insomma, adesso non voglio, come dire, largheggiare e diffondermi su questa questione; volevo soltanto giustificare questi emendamenti. Non tanto questo, ma gli altri due che abbiamo accantonato, che cosa dicono ? Dicono, appunto, che, quando si indica una norma che deroga ad una norma precedente, proprio ai sensi della legge n. 400 del 1988, ai sensi di quella legge, bisogna indicare qual è la legge che viene derogata, qual è la norma che viene soppressa, qual è la norma che viene modificata, perché, altrimenti, ripeto, il testo non ha la limpidezza e la nettezza che dovrebbe avere, e, di conseguenza, è matrice di futuri probabili contenziosi in materia.
  Ecco perché mi riferisco, non soltanto a questo emendamento, ma agli altri due che sono stati accantonati, e ne ho voluto illustrare la ragione, in questo momento, in maniera tale che il Comitato dei nove, che pare che debba riunirsi per esaminare quei due emendamenti, sappia che non sono emendamenti, come dire, rimessi alla discrezionalità di qualcuno, ma sono emendamenti che chiedono l'applicazione esclusivamente dall'articolo 13 della legge n. 400 – anche questo, ovviamente – del 1988.
  Insomma, come legislatori diamo una volta tanto la prova che sappiamo noi stessi rispettare le leggi che noi stessi facciamo, anche quelle che facciamo per noi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà)

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI, Relatrice di minoranza per la IV Commissione. Grazie, signora Presidente. Confermo il voto favorevole di Sinistra Italiana-SEL a questo emendamento, l'emendamento Gianluca Pini 9.51, e voglio segnalarle un errore: sui seguenti emendamenti Del Grosso 9.52 e 9.53 e Spadoni 9.54 erroneamente ho espresso parere contrario; è da intendersi, invece, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Fa piacere sapere che il Comitato per la legislazione ancora esiste ed è vivo, però sembra che esista e sia vivo solamente in alcuni provvedimenti. Quando il Comitato per la legislazione ha esaminato un testo di 51 articoli, e parlo di quello dei beni sequestrati e confiscati alla mafia, che, successivamente, tramite un cosiddetto coordinamento formale, è diventato di 30 articoli, e dal testo di 51 articoli al testo di 30 articoli in una norma si è passati dal primo al secondo grado, il Comitato per la legislazione non ha detto neanche una parola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, il Comitato per la legislazione o esiste sempre e interviene e dice qualcosa sempre sullo scempio che accade per ogni legge o per la maggior parte di esse o, altrimenti, sta zitto e, a quel punto, lo aboliamo, Presidente, perché non è possibile Pag. 93che esista in base ai provvedimenti di legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Adesso, vorrei dare la parola al relatore Causin in merito alla richiesta di accantonamento.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Siamo contrari.

  PRESIDENTE. Il relatore è contrario all'accantonamento: deputato Pini, insiste oppure no ?

  GIANLUCA PINI. Insisto e chiedo che venga messo in votazione. Mi conceda proprio dieci secondi per rispondere al collega Nuti: se leggesse il Regolamento, saprebbe che non tutti i testi possono essere sottoposti al vaglio del Comitato per la legislazione e che, comunque, nel Comitato per la legislazione siedono anche rappresentanti del suo gruppo. Quindi, chiaramente, può chiedere le motivazioni del perché non è stato espresso un parere direttamente alla sua collega.

  PRESIDENTE. Chiedo a questo punto un intervento a favore e uno contrario all'accantonamento dell'emendamento Gianluca Pini 9.51.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Mi esprimo a favore dell'accantonamento. Vorrei aggiungere ciò che ha detto il collega Pini, che noi non valutiamo il prodotto finito o in corso d'opera, ma interveniamo prima sui progetti di legge e non, lo ripeto, successivamente.

  PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare contro l'accantonamento dell'emendamento Gianluca Pini n. 9.51, passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonare l'esame dell'emendamento Gianluca Pini 9.51.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (per 104 voti di differenza).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini n. 9.51, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e i pareri favorevoli dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Vecchio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  378   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  262    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Del Grosso 9.52, sul quale i pareri del Governo, delle Commissioni e della V Commissione (Bilancio) sono contrari, e favorevoli i pareri dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Frusone, Patriarca, Murer, Alfreider...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  383   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  278    

Pag. 94

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Passiamo all'esame dell'emendamento Del Grosso 9.53.

  DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, ritiro l'emendamento a mia firma 9.53 e l'emendamento Manlio Di Stefano 9.3.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo all'esame dell'emendamento Spadoni 9.54, sul quale i pareri del Governo, delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio) sono contrari, e favorevoli i pareri dei relatori di minoranza.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare a titolo personale.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento, è a prima firma della collega Spadoni, e alle motivazioni già illustrate dalla collega, aggiungo anche motivazioni di carattere storico, oltreché politico. Continuare a pagare un signore, che per tanti anni ha lasciato in sospeso la questione dei marò, senza portare a nessun tipo di risultato pratico positivo, finalizzato alla risoluzione della controversia, che vede purtroppo ostaggi i due fucilieri di Marina nei confronti di uno Stato estero, penso che sia un'offesa, oltre che nei confronti dei cittadini italiani e dei parlamentari che in quest'Aula vengono chiamati a rifinanziare un signore che si è dimostrato incapace, anche nei confronti di tutti quei funzionari che invece, all'interno delle strutture di missione diplomatiche, hanno dimostrato nella loro vita di sapere effettivamente mediare e di trovare delle soluzioni senza avere certe tessere di partito o di sindacato in tasca o senza avere certe amicizie.
  Si parla tanto di meritocrazia. Penso che l'approvazione di questo emendamento vada proprio in questa direzione, invece la bocciatura di questo emendamento penso che vada nella direzione opposta, cioè del solito clientelismo, anche in questo caso, sul piano diplomatico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Sulla questione De Mistura si aprono due fronti diversi di analisi per i quali sto intervenendo. Il primo è che con questo decreto, per soli tre mesi, stanziamo un milione e mezzo di euro per due istituti sostanzialmente e Staffan De Mistura. Non è dato sapere, nei dati tabellari, quale sarà la quota di Staffan De Mistura. Conosco diversi italiani che, anche per un decimo di questa cifra, lo farebbero molto meglio probabilmente. Perché dico questo ? Perché quello che abbiamo ottenuto con De Mistura, ossia i trascorsi che ricordo io, che sono qui da pochissimo tempo, sono un fallimento totale sulla questione dei marò e ora, per meriti non acquisiti, lo mettiamo come inviato in Siria.
  Capite che quando si stanzia una cifra di questa importanza, perché rientriamo nell'ordine delle centinaia di migliaia di euro, per una persona che deve rappresentare il nostro Paese nei rapporti internazionali, ci aspetteremmo, quanto meno, che questa fosse acquisita per merito. Invece no, per fallimento. Questa è una politica tutta del Governo Renzi, che sinceramente non crediamo di dover condividere.
  Chiedo a chiunque abbia lavorato, in questi mesi, in Commissione esteri, in Commissione difesa e abbia affrontato la questione marò e, anche ora, quella siriana di rendersi conto, prima di votare, che sta dando lo stipendio un signore che non ha fatto nulla di buono fino a oggi nel nostro Paese e, probabilmente, non farà nulla di buono neanche per la Siria, visti i non meriti precedenti. Rifletteteci e poi votate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 95

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Spadoni 9.54.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, Fanucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  392   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Battista 9.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Villarosa, Sandra Savino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  394   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  133    
    Hanno votato no  261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto).

  Torniamo ai due emendamenti accantonati, Gianluca Pini 5.50 e 7.50.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Presidente, abbiamo fatto una verifica con la Commissione bilancio, e c’è un parere negativo in quanto sono suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, e quindi privi di idonea quantificazione economica e di copertura. Quindi parere negativo.

  PRESIDENTE. Per tutti e due ?

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Per tutti e due.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, la ringrazio per le parole di prima, per la stima accordata nel cercare di dare rilancio al lavoro del Comitato; però devo chiederle una mano, perché se quest'Aula non rispetta il Regolamento della Camera, non posso imporlo io: lei invece questo può farlo.
  Soprattutto, al di là del Regolamento, può sicuramente chiedere ai relatori, e conseguentemente a chi ha espresso il parere nella Commissione bilancio, di non prendere in giro il Parlamento con dei pareri che non stanno né in cielo né in terra. Perché vado a leggere – cosa che avrebbero dovuto fare i relatori, ed evidentemente non hanno fatto – il parere che il Comitato ha espresso relativamente a questi due emendamenti, che erano delle osservazioni: non so se sanno la differenza tra osservazioni e condizioni. Un'osservazione anzi, una raccomandazione addirittura recitava: «Sotto il profilo dell'efficacia del testo per la semplificazione e il riordinamento della legislazione vigente, siccome si è in presenza di norme dirette a sostituire, modificare, abrogare o derogare norme vigenti,» – quindi c’è già nel testo un qualcosa che in questo caso specifico deroga a norme vigenti – «in Pag. 96ottemperanza a quanto stabilito dall'articolo 13-bis della legge n. 400 del 1988, vanno indicate espressamente le norme sostituite, modificate, abrogate o derogate». Semplicemente è un chiarimento, una sorta di coordinamento formale del testo, affinché questo sia chiaro e di facile comprensione a tutti i cittadini: qualcuno mi deve spiegare quale suscettibilità viene alla modifica del bilancio dello Stato, perché questa è una presa per i fondelli !
  Se allora dal MEF o dalla Commissione bilancio i pareri vengono espressi semplicemente guardando l'origine e la provenienza della firma dell'emendamento, ditelo chiaramente; ma almeno non veniteci a prendere in giro perché questo è a tutti gli effetti un coordinamento formale del testo rispetto ad una norma prevista dal 1988, alla quale tutti quanti i decreti-legge in fase di conversione devono per forza di cose adeguarsi.
  Non vi è nessun costo, né evidente né nascosto: semplicemente si chiarisce nella norma a tutti quanti i cittadini qual è la norma per la quale è già richiesta la deroga. Quindi io non capisco: veramente, gli esercizi di ipocrisia, le prese per i fondelli, basta ! E chiedo, Presidente, a lei di intervenire formalmente per far rispettare il Regolamento. Non è stato fatto prima su una condizione, venga fatto almeno su una raccomandazione; perché altrimenti hanno veramente ragione il collega Sannicandro ed altri: il Comitato è inutile, sciogliamolo pure.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, non ho ben capito che cosa c'entra la Commissione bilancio e di quale spesa o di quale onere si sta parlando. Evidentemente sono passati 28 anni da quando è stata approvata la legge del 1988, ma il legislatore del 2015 non ha ancora imparato la lezione !
  La legge dice – e il Comitato ha scritto, non noi – : «L'articolo 13-bis della legge n. 400 del 1988 dispone tra l'altro che il Governo, nell'ambito delle proprie competenze, provvede “a che ogni norma che sia diretta a sostituire, modificare o abrogare norme vigenti, ovvero a stabilire deroghe, indichi espressamente le norme sostituite, modificate, abrogate o derogate” (comma 1, lettera a))»; e ancora «Le disposizioni della presente legge in materia di chiarezza dei testi normativi costituiscono principi generali per la produzione normativa, e non possano essere derogate, modificate o abrogate se non in modo esplicito».
  Quando si va al primo anno di giurisprudenza si insegna che le norme possono essere abrogate in modo implicito o esplicito, però qui si chiarisce che devono essere abrogate o sostituite o derogate in modo esplicito, questo proprio per garantire la chiarezza dei testi normativi. Quindi il bilancio non c'entra niente, ma si tratta soltanto di una specie di gusto necrofilo di fare cattive leggi tanto per il gusto di farle, forse perché c’è il famoso e volgare proverbio che dice che «comandare è meglio che...» (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La ringrazio deputato Sannicandro. Abbiamo sentito il relatore, che ci ha dato la sua motivazione. Onorevole Pini, su obiezioni di altro genere possiamo discutere però adesso devo seguire la procedura (Commenti del deputato Gianluca Pini). Il relatore si è espresso, io ho preso atto della sua obiezione, però ora noi dobbiamo andare avanti, dopodiché possiamo parlare nella sede del Comitato della legislazione, ma non adesso.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Palazzotto. Ne facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente, solo per chiedere al relatore o al presidente della Commissione Bilancio quanto meno di specificare quali sono e come intervengono questi oneri per la finanza pubblica, altrimenti qui ci troviamo davanti a un caso in cui abbiamo un organismo legittimato che esprime un Pag. 97parere e dall'altra parte una maggioranza che lo boccia per una questione di principio senza motivarlo.
  Visto che la motivazione fornita è quella dei maggiori oneri per la finanza pubblica vorremmo sapere quali sono e perché ci sono questi maggiori oneri.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore della IV Commissione, onorevole Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Intervengo solo per dire che il relatore non sta commettendo nulla di illegale ma si attiene a un parere trasmesso dalla Commissione Bilancio, per cui non è che io possa dare un parere di tipo diverso da quello acquisito e formalizzato. Se la Commissione Bilancio ritiene di dare una spiegazione e di entrare nel merito delle osservazioni, che possono essere anche legittime, che sono state poste dall'onorevole Pini non so se sul piano procedurale si possa fare, però io come relatore devo attenermi al parere che mi è stato trasmesso ed è un parere contrario.

  PRESIDENTE. Allora abbiamo sentito nuovamente la motivazione del relatore. La stessa cosa vale per la Presidenza. Io non posso entrare adesso nel merito di una valutazione che è stata fatta dalla V Commissione Bilancio deputato Pini, lei ha espresso le sue valutazioni e l'Aula ne ha preso atto. Ritengo che a questo punto si debba procedere perché non sta a noi in questa sede entrare nel merito.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Intervengo nuovamente sull'ordine dei lavori visto l’empasse e il rischio che venga votata una norma illegittima, perché è prevista da una norma, fra l'altro antecedente, del 1988, che fissa chiaramente le modalità della produzione normativa. Vi è un parere, gli errori ci stanno, evidentemente espresso in maniera difforme rispetto a quelli che sono i canoni tradizionali da parte della Commissione Bilancio. Purtroppo non è presente ora il presidente della Commissione Bilancio, ho cercato anche di contattarlo per le vie brevi per chiedere chiarimenti.
  Faccio pertanto una proposta sull'ordine dei lavori: accantonare fino a domani mattina questi due emendamenti e andare avanti domani mattina con il chiarimento del presidente della Commissione Bilancio. Questa è l'unica strada possibile secondo noi.

  PRESIDENTE. Quindi c’è una richiesta di accantonamento. Il relatore si può pronunciare su tale richiesta ? L'emendamento era stato accantonato su richiesta del relatore su presupposti diversi.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza per la IV Commissione. Presidente, il parere è chiaramente contrario perché – ripeto – io acquisisco pareri della V Commissione (Bilancio). Quindi, ribadisco che la posizione rimane quella di prima.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Ha chiesto di parlare a favore il deputato Sannicandro. Il suo intervento è a favore, vero ?

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, se me lo fa dire. Sono a favore perché evidentemente l'emendamento la Commissione bilancio non lo ha neanche letto perché l'emendamento dice questo: «La presente disposizione (...)», cioè quella che assume in materia di personale alcune decisioni onerose o non (a noi non interessa) dice, appunto, che ”La presente disposizione agisce in deroga, in particolare all'articolo 28, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223...

  PRESIDENTE. Scusi. Deputato Pini ! Deputato Pini, per favore, può tornare al suo posto ? Grazie ! Scusi, deputato Sannicandro. Prego.

Pag. 98

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, dicevo che il testo dispone in materia di personale e dispone derogando alla normativa esistente. La legge n. 400 del 1988 dice che quando fai questo lo devi dire con chiarezza: devi indicare l'articolo della legge che viene modificata, derogata o sostituita. Questo è tutto !
  E, allora, io mi rivolgo alla Presidenza, perché qui abbiamo un equivoco della Commissione bilancio indubbiamente, che ha preso fischi per fiaschi (è stata convocata non so per quale motivo ed è stata consultata). Ma noi ci appelliamo, come in questo caso, alla Presidenza perché venga rispettata la legge che sovrintende ai nostri lavori, non altro. E, quindi, se non ci appelliamo a lei, a chi ci dobbiamo appellare (tanto per ripetere quello che diceva il collega Pini) ?
  Per cui, se dobbiamo chiarire l'equivoco, è bene che si accantoni e si chiarisca che la Commissione bilancio – ripeto – ha errato, ha preso – non sappiamo – quale testo in considerazione, perché noi non modifichiamo alcunché. Noi diciamo ed esplicitiamo, perché la legge ci impone di esplicitare quello che voi avete fatto – ripeto – in modo implicito e questo non è consentito, perché l'attuatore della legge deve avere chiari quali sono i confini e i limiti della norma che va ad applicare.

  PRESIDENTE. Prendo atto che nessuno chiede di parlare contro.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento Gianluca Pini 5.50.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri. Allora, hanno votato tutti ? Fabbri ha votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge per 119 voti di differenza.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 5.50, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula e la relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà esprime parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Liuzzi. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  382   
   Votanti  308   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato   61    
    Hanno votato no  247.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 7.50, a pagina 37 del fascicolo, su cui vi era stata una richiesta di accantonamento, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), favorevole della relatrice di Sinistra Italiana e sul quale si rimette all'Aula il relatore del MoVimento 5 Stelle.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Interverrò brevemente, per due minuti, soltanto perché qui pare che non ci sia il parere della Commissione bilancio, per fortuna, poteva starci quella della Commissione...

  PRESIDENTE. C’è, ed è contrario.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Che c'entra ?

Pag. 99

  PRESIDENTE. Le sto dicendo che c’è il parere contrario anche su questo.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Lo avrei voluto leggere proprio, perché sarebbe interessante, lo farò in un'altra occasione. L'emendamento in questione chiarisce semplicemente che la presente disposizione, quella che è il testo fondamentale, agisce in deroga, in particolare all'articolo 3, comma 82, della legge n. 244, del 2007. Con la presente disposizione, quella che voi avete proposto, si chiarisce che si agisce in deroga nonché si modifica quel testo proprio perché va chiarito in ossequio all'articolo 13 della legge n.400 del 198. Questo è il punto. La Commissione bilancio non credo che centri proprio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Deputata Presidente, solo per lasciare agli atti che lei, per l'ennesima volta, ha disatteso quello che è il rispetto del Regolamento, ad uso e consumo di una maggioranza che, evidentemente, non solo all'interno di quest'Aula, ma anche sulle norme che regolano la vita quotidiana dei cittadini, se ne frega altamente di quello che è il rispetto delle regole, delle norme, di tutto quanto. Ne prendiamo atto. Lei aveva la possibilità di rimettere un attimo al centro dei lavori parlamentari il rispetto di queste regole, ma soprattutto il rispetto del buonsenso, che è stato per l'ennesima volta calpestato. C’è una parte importante di questo Parlamento che è l'opposizione che cerca, su temi così delicati, di dare un apporto costruttivo, non solo a livello di Comitato, come è stato osservato prima, ma anche, mi sembra, dai lavori di oggi in termini di proposte. C’è una maggioranza che, invece, è assolutamente sorda. Ma la cosa ancor più grave è che c’è una Presidenza che è sbilanciata e non garantisce, a nostro avviso, un'equa e corretta analisi di quelli che sono i testi all'esame dell'Aula. Questo volevo che rimanesse agli atti.

  PRESIDENTE. Deputato Pini, non sta alla Presidenza entrare nel merito di un parere espresso dalla Commissione bilancio, non sta alla Presidenza fare questo.

  GIANLUCA PINI. Il rispetto del Regolamento, però sì !

  PRESIDENTE. Quindi, andiamo avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marchi. Ne ha facoltà.

  MAINO MARCHI. Intervengo solo per precisare, anche se non ero io il relatore in Commissione bilancio di questo provvedimento, che quello che è successo è normalissimo. Gli uffici, e il relatore conseguentemente, hanno fatto questa valutazione su questo emendamento: che la proposta emendativa prevede che le disposizioni in materia contabile, di cui all'articolo 7, comma 1, trovano applicazione in deroga a determinate norme volte alla riduzione della spesa per prestazioni di lavoro straordinario e una cosa simile c'era anche per quello precedente. Si è chiesto per entrambi al Governo se riteneva che potessero derivare eventuali effetti negativi per la finanza pubblica. Il Governo, quindi, il rappresentante del Ministero dell'economia e finanze hanno precisato che, ad avviso del Governo, possono esserci effetti negativi per la finanza pubblica.
  E come succede sempre per tutti gli emendamenti, non è che c’è un'articolazione del parere in modo dettagliato. Sulla base di questa valutazione del relatore e del Governo si è votato in Commissione, dopodiché quest'Aula può votare in modo difforme rispetto alla Commissione Bilancio, non è un parere ai sensi dell'articolo 81 e vincolante.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Sannicandro, lei ha già parlato su questo, non posso darle la parola. Ha già parlato deputato. Passiamo ai voti.Pag. 100
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 7.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole della relatrice di minoranza del gruppo Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gitti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  310   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato   60    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma cinque, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3393-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3393-A).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi l'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto del tutto estraneo all'oggetto del provvedimento, l'ordine del giorno Bechis n. 9/3393-A/7, che richiede l'introduzione di misure per consentire ai carabinieri ausiliari di essere reimpiegati in operazioni di controllo del territorio.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo, il sottosegretario Rossi, ad esprimere il parere.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Presidente, sugli ordini del giorno Quartapelle Procopio n. 9/3393-A/1 e Artini n. 9/3393-A/2 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Civati n. 9/3393-A/3 il parere è favorevole purché riformulato nel seguente modo: si chiede di eliminare dall'impegno del Governo le parole «anche in successivi interventi normativi». Sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/3393-A/4 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Turco n. 9/3393-A/5 il parere è favorevole purché riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere un potenziamento», espungendo quindi la frase «anche in futuri interventi normativi». Sull'ordine del giorno Segoni n. 9/3393-A/6 il parere è favorevole se riformulato come segue: «a valutare la possibilità di una maggiore collaborazione» eccetera, quindi espungendo le parole da «a prevedere» fino a «misure finalizzate». Sull'ordine del giorno Bechis n. 9/3393-A/7 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. È inammissibile.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Inammissibile, perfetto. Sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/3393-A/8 il parere è favorevole se riformulato inserendo le parole: «a valutare la possibilità di prevedere». Sull'ordine del giorno Rizzetto n. 9/3393-A/9 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Maestri n. 9/3393-A/10 il parere è favorevole se riformulato come segue: dopo le parole «per la Siria» inserire le parole «affinché nei negoziati, sotto gli auspici dell'ONU», espungere le parole da «alla prossima conferenza» fino a «siriana» e aggiungere, dopo le parole «i rappresentanti del» le parole «della comunità curdo-siriano». Lo rileggo tutto: «a sollecitare l'inviato speciale dell'ONU per la Siria affinché nei negoziati, sotto gli auspici dell'ONU, siano invitati anche i rappresentanti della comunità curdo-siriana». Sull'ordine del giorno Brunetta n. 9/3393-A/11 il parere è favorevole purché il testo venga riformulato nel seguente modo «Impegna Pag. 101il Governo a intraprendere le necessarie iniziative al fine di giungere all'attuazione di tutte le varie fasi dell'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centro-meridionale denominata EUNAVFOR MED e previste dall'articolo 2 della decisione PESC/2015/778 del Consiglio del 18 maggio 2015 e successive rettifiche».
  Sull'ordine del giorno Vito 9/3393-A/12, parere favorevole se riformulata la parte della premessa «solo il 26 giugno 2015 l'Italia ha attivato» nel senso: «in data 26 giugno 2015 è stato attivato».
  Sull'ordine del giorno Gianluca Pini 9/3393-A/13, parere favorevole se riformulato: «valutare le eventuali richieste».
  Sull'ordine del giorno Molteni 9/3393-A/14, parere contrario.
  Sull'ordine del giorno Guidesi 9/3393-A/15, parere contrario.
  Sull'ordine del giorno Causin 9/3393-A/16 parere favorevole purché riformulato nel senso di «valutare l'opportunità ove ne ricorrano le condizioni affinché nelle iniziative» quindi si tratta di espungere le parole «adottare misure per garantire che».
  Sull'ordine del giorno Giulietti 9/3393-A/17 parere favorevole.
  Sull'ordine del giorno Rizzo 9/3393-A/18, nell'impegno, parere favorevole se riformulato nel senso di inserire all'inizio la parola «anche», quindi: «anche con l'obiettivo» e dopo «serpenti velenosi a» inserire: «valutare quali siano le possibilità di rilevare l'antidoto».
   Sull'ordine del giorno Pastorino 9/3393-A/19, il primo impegno riformulato: «a sensibilizzare il Governo iracheno affinché venga trovata una soluzione consensuale al contenzioso interno con le autorità regionali del Kurdistan sulla ripartizione degli introiti petroliferi». Nel secondo impegno al posto di «prevedere» inserire la parola «valutare». Il terzo impegno così come è scritto va bene.
   Sull'ordine del giorno Prodani 9/3393-A/20, parere contrario.
  Sull'ordine del giorno Brignone 9/3393-A/21 parere favorevole inserendo le parole: «valutare la possibilità di prevedere» ed espungendo: «anche in successivi interventi normativi»
  Sull'ordine del giorno Barbanti 9/3393-A/22, parere favorevole se riformulato nel senso di «valutare la possibilità di» ed eliminare le parole: «anche in successivi interventi normativi».
   Sull'ordine del giorno Duranti 9/3393-A/23, parere favorevole se riformulato: «valutare la possibilità di partecipare» anziché: «prevedere la partecipazione italiana».
  Sull'ordine del giorno Piras 9/3393-A/24, parere favorevole se riformulato: «valutare la possibilità di prevedere» e al secondo impegno: «informare le Commissioni parlamentari sullo stato delle missioni nell'ambito delle previste comunicazioni» espungendo la parola «costantemente».
  Sull'ordine del giorno Palazzotto 9/3393-A/25, parere favorevole con riformulazione, inserendo dopo la parola «supportare»: «allorché le condizioni di sicurezza lo consentiranno» e dopo la parola: «stabilizzazione» espungere fino alla fine e inserire: «dei territori a prevalenza curda».
  Sull'ordine del giorno Scotto 9/3393-A/26, dopo le parole: «con i Paesi responsabili di aver supportato», inserire: «che sostengono direttamente o indirettamente Daesh». Nel secondo impegno invece di: «assumere», inserire le parole: «continuare le» e dopo: «iniziative» inserire le parole: «in atto», quindi «continuare le iniziative in atto»; per il resto va bene.
  Sull'ordine del giorno Di Stefano 9/3393-A/27, parere contrario.
  Sull'ordine del giorno Ferraresi 9/3393-A/28, parere contrario.
  Sull'ordine del giorno Basilio 9/3393-A/29, parere contrario.
  Sull'ordine del giorno Grande 9/3393-A/30, parere favorevole se riformulato inserendo al posto della parola: «riconsiderare», «valutare la possibilità di riconsiderare».
  Sull'ordine del giorno Bernini 9/3393-A/31, parere favorevole.Pag. 102
  Sull'ordine del giorno Brescia 9/3393-A/32, parere contrario.
  Sull'ordine del giorno Nesci n. 9/3393-A/33 il parere del Governo è favorevole previa riformulazione dell'impegno, ovvero inserire all'inizio dello stesso le parole «ove ricorrano le condizioni di sicurezza, a valutare la possibilità di includere...». Il Governo non accetta l'ordine del giorno Nuti n. 9/3393-A/34, mentre il parere è favorevole sull'ordine del giorno Micillo n. 9/3393-A/35 se così riformulato «a intervenire sul Governo turco affinché favorisca...» – espungendo da «... cessino» fino a «... permettere...» – «...il transito di aiuti umanitari anche in considerazione dell'imminente arrivo del rigido inverno» e aggiungendo le parole: «... verso le istituzioni del Rojava». Il Governo non accetta l'ordine del giorno Corda n. 9/3393-A/36, mentre il parere è favorevole sull'ordine del giorno Caso n. 9/3393-A/37 inserendo all'inizio dell'impegno le parole «valutare l'opportunità, ove ne ricorrano le condizioni di sicurezza, a includere...». Il Governo non accetta gli ordini del giorno Cozzolino n. 9/3393-A/38, Brugnerotto n. 9/3393-A/39, Benedetti n. 9/3393-A/41, mentre per il momento si riserva sull'ordine del giorno Alberti n. 9/3393-A/40. Sull'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/3393-A/42 il parere del Governo è favorevole se al secondo impegno vengono inserite le parole: «a valutare l'opportunità di promuovere», al terzo impegno dopo la parola «promuovere» inserire la parola «eventualmente» e dopo «dicembre 2015» inserire le parole «... la possibilità di adottare». Il Governo non accetta l'ordine del giorno Crippa n. 9/3393-A/43, mentre accetta l'ordine del giorno Tofalo n. 9/3393-A/44 se riformulato inserendo le parole «valutare la possibilità di prevedere...». Il Governo accetta l'ordine del giorno Spadoni n. 9/3393-A/45 se riformulato inserendo le parole «... dopo l'inserimento di maggiori informazioni...» ed espungendo la parola «... dettagliate...». Riprendendo l'ordine del giorno Alberti n. 9/3393-A/40 il parere del Governo è contrario. Il parere del Governo è favorevole all'ordine del giorno Scagliusi n. 9/3393-A/46 se riformulato inserendo le parole «a valutare lo stato di attuazione del progetto di cooperazione in Siria menzionato in premessa...» ed espungendo le parole da «sospendere» fino alla parola «... al...» e dopo la parola «... premessa»; in sintesi l'impegno si legge: «a valutare lo stato di attuazione del progetto di cooperazione in Siria menzionato in premessa». Il Governo non accetta l'ordine del giorno Frusone n. 9/3393-A/47, mentre accetta l'ordine del giorno Del Grosso n. 9/3393-A/48 se riformulato espungendo dal primo impegno le parole seguenti alla parola «jihadista» ed eliminando il secondo ed il terzo impegno. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Sibilia n. 9/3393-A/49, mentre accetta l'ordine del giorno Di Battista n. 9/3393-A/50 se riformulato sostituendo al primo impegno le parole «... affinché i...» con le parole «... affinché siano assicurati adeguati contributi economici per l'attuazione della Convenzione di Ottawa...» ed eliminando le parole «... passino da volontari a obbligatori»; nel secondo impegno espungere tutto ciò che è compreso tra le due lineette di inciso lasciando quindi le parole «ad assumere iniziative in sede europea affinché – la parola “unilateralmente” ... si espunge – i Paesi membri assicurino adeguati fondi – espungendo le parole “... considerino come obbligatori...” – da destinare all’Implementation Support Unit della Convenzione di Ottawa». Rileggo tutto il secondo impegno così come riformulato: «ad assumere iniziative in sede europea affinché i Paesi membri assicurino adeguati fondi da destinare all’Implementation Support Unit della Convenzione di Ottawa»; al terzo impegno aggiungere le parole «a valutare la possibilità di dare priorità nei corsi di addestramento...». Infine, il Governo non accetta l'ordine del giorno Pili n. 9/3393-A/51.

  PRESIDENTE. Va bene.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Quartapelle Procopio n. 9/3393-A/1 e Artini n. 9/3393-A/2, con il parere favorevole del Governo. Prendo Pag. 103atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Civati n. 9/3393-A/3, con il parere favorevole del Governo purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/3393-A/4, con il parere contrario del Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Turco n. 9/3393-A/5, Segoni n. 9/3393-A/6 e Matarrelli n. 9/3393-A/8. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rizzetto n. 9/3393-A/9, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Andrea Maestri n. 9/3393-A/10, Brunetta n. 9/3393-A/11 e Vito n. 9/3393-A/12.
  Onorevole Gianluca Pini accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3393-A/13 ?

  GIANLUCA PINI. Presidente, chiederei cortesemente al Governo di rileggere la riformulazione.

  PRESIDENTE. Sottosegretario Rossi, per favore, può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3393-A/13 ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Anziché «ad accettare le richieste», «a valutare le eventuali richieste».

  PRESIDENTE. Accetta la riformulazione, deputato Pini ?

  GIANLUCA PINI. Non accetto e insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/3393-A/13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carnevali, Piepoli, forza collega, siamo in votazione... Siamo all'ordine del giorno n. 9/3393-A/13. Piepoli non riesce a votare. Capodicasa, Gelmini, Sanga, D'Incà.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  365   
   Votanti  291   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  146   
    Hanno votato   38    
    Hanno votato no  253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Molteni n. 9/3393-A/14, con il parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni n. 9/3393-A/14.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capodicasa, Vazio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  363   
   Votanti  361   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato   36    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/3393-A/15, non accettato dal Governo. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/3393-A/15, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 104
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  360   
   Votanti  358   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
  37    
    Hanno votato
no  321).    

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Causin n. 9/3393-A/16, Giulietti n. 9/3393-A/17, Rizzo n. 9/3393-A/18 e Pastorino n. 9/3393-A/19, accettati dal Governo, purché riformulati. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Prodani n. 9/3393-A/20, non accettato dal Governo. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prodani n. 9/3393-A/20, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Murer, Cirielli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  372   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  61    
    Hanno votato
no  311).    

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Brignone n. 9/3393-A/21, Barbanti n. 9/3393-A/22, Duranti n. 9/3393-A/23, Piras n. 9/3393-A/24, Palazzotto n. 9/3393-A/25 e Scotto n. 9/3393-A/26. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/3393-A/27, non accettato dal Governo.

  MANLIO DI STEFANO. Signora Presidente, io non so se il Governo o i colleghi abbiano letto questo ordine del giorno, perché se l'avessero fatto in questo momento non sarebbero stupiti della mia richiesta di intervento in seguito alla decisione di bocciarlo. Questo ordine del giorno – nonostante siamo tutti ben consci del fatto che non valga nulla un ordine del giorno, ma per farvi capire l'orientamento politico del Governo di cui fate parte – recita: la Camera, valutata la difficoltà economico-sociale che attraversa il nostro Paese e l'eccessiva pressione fiscale a danno dei cittadini e delle imprese, impegna il Governo a prevedere nel corso del graduale disimpegno internazionale dell'Italia da tutte le missioni che la vedono impegnata militarmente, ad alimentare con il risparmio che ne deriverebbe il Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale di cui al comma (...)» eccetera, e «in particolare per interventi di riduzione dell'IRAP che spesso viene pagata dalle imprese anche in presenza di una perdita di esercizio, andando ulteriormente ad aggravarla». Cioè, come si possa bocciare un ordine del giorno così, è inspiegabile. Sintetizziamo ancora per i cittadini: vi chiediamo di disimpegnarvi gradualmente dalle missioni militari per poter, con quello che se ne ricava, alimentare il Fondo per la riduzione fiscale alle imprese italiane e abolizione dell'IRAP. Come facciate a non votare una cosa del genere per me è inspiegabile, ma comunque anche di questo gli italiani vi ringrazieranno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/3393-A/27, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Vecchio, Pisicchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 105

   (Presenti  376   
   Votanti  353   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  249).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Ferraresi n. 9/3393-A/28, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno vuole porre l'attenzione sui fondi, 64 milioni di euro, che sono stati impiegati, secondo il comma 9 dell'articolo 2, per la lotta alla minaccia terroristica del Daesh. Di questi soldi si è discussi nell'attività che è stata portata avanti quest'oggi in Aula, e, con questo ordine del giorno, si chiede semplicemente di impegnare il Governo a destinare una parte di questo impegno di natura pecuniaria, al fine di assicurare un concreto sostegno per interventi di cooperazione volti a migliorare le condizioni di vita della popolazione, per la ricostruzione, il rafforzamento della sicurezza e il consolidamento dei processi di stabilizzazione nella regione del Kurdistan occidentale in Siria.
  Si dice, cioè, che non solo si può contrastare il terrorismo con le armi, ma anche con processi che cerchino in qualche modo di dare stabilità alle popolazioni, che queste azioni terroristiche le vivono, con la cooperazione, con la sicurezza, con la ricostruzione; tutti processi che molte volte vengono dimenticati. Si pensa che la risposta al terrorismo possa essere solo con le armi, quando, certe volte, basterebbe la cultura per minare queste azioni terroristiche. Ricordo al Governo e alla Presidente l'intervento del blogger Asif Mohiuddin, – al quale è stato consegnato il premio del Festival Internazionale di Ferrara di quest'anno – che svolgeva attività in Bangladesh contro il fondamentalismo, anche di natura violenta, al quale si chiedeva, quale fosse, secondo lui, una cosa che il nostro popolo poteva fare per cercare, in qualche modo, di risolvere e di contrastare il fondamentalismo violento.
  Ecco, Asif ha risposto chiedendoci di regalare dei libri alla sua popolazione, di regalare cultura alla sua popolazione, di regalare una visione diversa del mondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), una visione vicina, di solidarietà, di ricostruzione, di sicurezza, di integrazione, e quindi credo che questo esempio sia stato trasmesso in questo ordine del giorno, che questo Governo, in maniera indegna, non vuole «darci». Nell'ordine del giorno si chiede di impegnare, appunto, parte delle risorse, in maniera discrezionale, per il contrasto al terrorismo, anche per assicurare che alle popolazioni che vivono ogni giorno il fondamentalismo, che vivono ogni giorno il terrorismo di matrice islamica, in questo senso, possano essere affiancati percorsi di ricostruzione, percorsi di sicurezza, percorsi di cooperazione internazionale. E a questo voi dite «no».
  Io credo veramente che il Governo debba fare un'ulteriore valutazione per valutare positivamente questo ordine del giorno e procedere al contrasto al terrorismo non solo con le armi, ma anche con la cultura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferraresi n. 9/3393-A/28, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  363   
   Votanti  362   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  251.    

Pag. 106

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che a presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Basilio n. 9/3393-A/29, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Basilio n. 9/3393-A/29, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Fauttilli, D'Incecco, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  366   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grande n. 9/3393-A/30, su cui il Governo ha espresso parere favorevole purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/3393-A/31, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Chiedo al presentatore se insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brescia n. 9/3393-A/32, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  GIUSEPPE BRESCIA. Colleghi, cercherò di fare il miracolo di farvi cambiare idea su questo ordine del giorno. Dopo i fatti drammatici e di Parigi, chi, come noi crede che una strada diversa rispetto a quella di rispondere alla violenza con la violenza, debba essere intrapresa, ha un compito ancora più arduo e difficile, perché ovviamente siamo tutti colpiti dalle immagini che abbiamo visto e dal dolore che ci ha travolti. Il nostro compito deve essere quello di individuare strade nuove, metodi diversi, che non siano quelli di rispondere alla violenza con la violenza. Noi abbiamo cercato in questi giorni di indicare queste altre strade e con questo ordine del giorno non facciamo altro che ribadire questo concetto. L'Arabia Saudita è uno di quei regni che si stanno macchiando di crimini contro l'umanità, violando i diritti dell'uomo. Dal 26 marzo del 2015 conduce massicci e incessanti attacchi e bombardamenti che hanno causato la morte di, pensate, circa 2300 persone, la maggior parte delle quali civili.
  A questa nazione e ad altre che collaborano a queste azioni di massacro, vendiamo armi. Con questo ordine del giorno chiediamo al Governo di impegnarsi a rivedere i rapporti in questo senso con questo Stato, a considerare l'opportunità di non vendere armi ad un paese come l'Arabia Saudita, che è in prima linea con questi massicci bombardamenti. Il fatto di non vendere armi all'Arabia Saudita è in perfetta linea con la legislazione italiana. Nella normativa italiana è previsto che l'Italia non debba vendere armi a chi si macchia di crimini contro l'umanità. Quindi vi stiamo chiedendo semplicemente di rispettare la nostra legge e non capiamo come il parere possa essere contrario e come voi, colleghi, possiate votare in maniera contraria rispetto a questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brescia n. 9/3393-A/32 , su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 107

  Palese, D'Ambrosio, Moretto, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  366   
   Votanti  364   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  249.

  (La deputata Moretto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nesci n. 9/3393-A/33, su cui il Governo ha espresso parere favorevole purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nuti n. 9/3393-A/34, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Secondo me il sottosegretario Rossi non ha letto questo ordine del giorno, altrimenti non si spiega in altro modo il parere contrario. In breve, il 3 ottobre del 2015 è stato bombardato dalle forze speciali statunitensi, un ospedale di Medici senza frontiere a Kunduz, nel nord dell'Afghanistan. Ci sono state 30 persone morte e 37 ferite. In breve, molto sinteticamente, noi chiediamo al Governo di sollecitare un'inchiesta su questa vicenda, né più né meno. A questo il Governo e il sottosegretario Rossi hanno dato un parere contrario. Vorrei che il Governo leggesse meglio l'ordine del giorno e cambiasse parere, altrimenti non troviamo una motivazione valida. (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere al Governo un ripensamento su questo parere contrario. Veramente non si chiede molto, anche perché, se si legge l'impegno dell'ordine del giorno, chiediamo di manifestare al Governo degli Stati Uniti l'invito a consentire l'adozione di un'inchiesta da parte dell'International Humanitarian Fact-Finding Commission. Chiediamo l'invito, quindi io chiedo veramente al Governo un ripensamento, una riformulazione, comunque un qualcosa che permetta di fare luce su quello che è successo all'ospedale di Medici Senza Frontiere e, insomma, per fare luce e per capire veramente cosa sia successo quella notte di bombardamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nuti n. 9/3393-A/34, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Lainati, Savino, Impegno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  362   
   Votanti  359   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Micillo n. 9/3393-A/35, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Corda n. 9/3393-A/36, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 108giorno Corda n. 9/3393-A/36, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  359   
   Votanti  358   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caso n. 9/3393-A/37, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cozzolino n. 9/3393-A/38, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cozzolino n. 9/3393-A/38, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basilio, Pilozzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  356   
   Votanti  355   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  247.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/3393-A/39, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/3393-A/39, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rampi, Simoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  353   
   Votanti  351   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  247.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Alberti n. 9/3393-A/40, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alberti n. 9/3393-A/40, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  351   
   Votanti  349   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  248.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 109
  Chiedo alla presentatrice se insista per la votazione dell'ordine del giorno Benedetti n. 9/3393-A/41, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  SILVIA BENEDETTI. Presidente, è solo per spiegare un attimo il concetto da cui parte questo ordine del giorno. Vorrei che il Governo riflettesse su questa cosa, perché si tratta della pesca illegale: non è scollegata dalla missione antipirateria che viene effettuata in acque somale, la missione Atalanta. Perché ? Perché visto che ci sono diversi pescherecci stranieri che operano in quelle acque, e a volte sconfinano nella zona economica esclusiva della Somalia, andando quindi anche ad inficiare l'attività dei pescherecci somali, questo crea dei seri problemi, perché crea una recrudescenza della pirateria stessa: perché chiaramente non vedendo rispettati i confini della zona economica esclusiva, i somali in qualche modo ritengono di doversi difendere. Potrebbe quindi avere un senso, dal momento che si opera già in quelle acque con la missione antipirateria Atalanta, prevedere anche il rispetto di una corretta tra operazione di pesca da parte dei pescherecci stranieri. Ricordo che sono diverse nazionalità: variano da quelli iraniani a quelli spagnoli. Quindi, insomma, è un'operazione importante per evitare una recrudescenza del fenomeno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Presidente, volevo solamente a avvalorare questa tesi: comprendendo che la missione Atalanta non ha questo fra gli scopi, ma è anche vero che nella missione Atalanta – e nel decreto-legge è così indicata – sono comprese anche le funzioni per la base di Gibuti. La base di Gibuti non è solamente un appoggio per la missione Atalanta e Ocean Shield, ma è anche un sistema e un approccio diverso non solamente militare a quell'area. Quell'area è di nostro forte interesse, il supporto che Gibuti e la missione di Atalanta danno anche ad uno sviluppo della Somalia in maniera diversa è importante: la Somalia vede in noi uno Stato che può tutelare anche quell'area di competenza.
  Mi sento di chiedere al Governo se ha la volontà di accantonare fino alla fine questo ordine del giorno, per fare una riformulazione che vada nell'ottica di prevedere nelle successive valutazioni di Atalanta una estensione di questo tipo di richiesta della collega Benedetti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Benedetti n. 9/3393-A/41, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza. Gadda, Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  343   
   Votanti  330   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/3393-A/42, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Crippa n. 9/3393-A/43, non accettato dal Governo.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, questo ordine del giorno impegna il Governo a riconoscere pienamente e formalmente lo Stato di Palestina. Il parere contrario mi fa forse meglio comprendere quella «farloccata» che è stata la mozione sulla Pag. 110Palestina, sul riconoscimento dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ricordo, Presidente, giusto per riportare dentro l'Aula un minimo di verità, che twittava l'allora presidente di gruppo Speranza, oggi disperso: «Oggi è un bel giorno per il Parlamento: approvata mozione per il riconoscimento della Palestina». Quindi, se è vero quello che twittava, in qualche modo ci troviamo in imbarazzo nel vedere il Governo, di cui Speranza sosteneva ai tempi e sostiene tuttora con i suoi voti di fiducia, darci un parere contrario; ma, va bene, Speranza è stato in qualche modo superato, andiamo su qualcuno di attuale, il Ministro dell'epoca e attuale Gentiloni. Il quale diceva: «Siamo favorevoli al riconoscimento della Palestina: c’è il diritto dei palestinesi di avere un loro Stato».
  Quindi il parere è negativo, a riconoscere pienamente e formalmente lo Stato di Palestina. Qual è la motivazione, signor sottosegretario ? Perché non comprendiamo, il ministro degli esteri dice una cosa, mentre lei ci dà un parere contrario e, soprattutto, una mozione che conteneva a dire vostro dei criteri ampissimi di riconoscimento dello Stato della Palestina, di fatto quando un ordine del giorno vi dice in due righe se volete riconoscere lo Stato di Palestina ci dite di no ! Questa è forse la vostra unica volta in cui usate un minimo di ratio, di testa e di coerenza, voi non volete il riconoscimento della Palestina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/3393-A/43, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  341   
   Votanti  335   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  241    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tofalo n. 9/3393-A/44, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spadoni n. 9/3393-A/45, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo ora al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Scagliusi n. 9/3393-A/46, accettato dal Governo, purché riformulato.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Presidente, volevo riascoltare la riformulazione non essendo riuscito ad ascoltarla prima.

  PRESIDENTE. Qual è la riformulazione del Governo su questo ordine del giorno ? Può ripeterla ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Certamente: «valutare lo stato di attuazione del progetto di cooperazione in Siria menzionato in premessa».

  PRESIDENTE. Deputato Scagliusi, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3393-A/46, accettato dal Governo, purché riformulato ?

  EMANUELE SCAGLIUSI. Va bene, accetto.

  PRESIDENTE. Chiedo ora al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Frusone n. 9/3393-A/47, accettato dal Governo, purché riformulato.

Pag. 111

  LUCA FRUSONE. Presidente, posso conoscere la riformulazione non essendo riuscito ad ascoltarla prima ?

  PRESIDENTE. Il sottosegretario era stato molto chiaro nel dare i suoi pareri, ma credo non sarà dispiaciuto nel ripeterla. Qual è la riformulazione del Governo su questo ordine del giorno, sottosegretario ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Presidente, il parere del Governo sull'ordine del giorno Frusone n. 9/3393-A/47 è contrario.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa deputato Frusone, evidentemente c’è stato un errore nostro nel segnare il parere (Applausi polemici). Insiste allora per la votazione ?

  LUCA FRUSONE. Sinceramente mi stupiva una riformulazione su questo ordine del giorno, perché in un certo senso va a stanare le posizioni del Governo sulla vera lotta al terrorismo. Questo ordine del giorno nelle premesse parla della guerra che si sta combattendo in Yemen con una coalizione guidata dall'Arabia Saudita con l'appoggio del Bahrein e del Kuwait, una guerra che fino ad adesso ha causato 4 mila morti e 20 mila feriti. Innanzitutto, una guerra in quelle regioni è petrolio per i terroristi ! Perché, appunto, in determinate situazioni i terroristi vanno ad ovviare ai problemi di uno Stato carente e danno sostegno alle popolazioni, danno sostegno ai giovani che così vengono instradati al terrorismo.
  Già l'Italia che non mette bocca su una cosa del genere, e io non ho mai sentito parlare di Yemen in queste Aule, fa capire come non si voglia veramente fermare il terrorismo da dove nasce. Dopodiché c’è una precisazione che dobbiamo fare noi come Italia, perché l'Italia in questa guerra ha un ruolo da protagonista, perché non solo le bombe che vengono ritrovate inesplose nei campi di battaglia sono identiche a quelle inviate dall'Italia, sono come quelle che partono dall'aeroporto di Cagliari e arrivano in Arabia Saudita e in altri Paesi. Come è stato già detto in questa Aula basterebbe semplicemente applicare una legge, la n. 185 del 1990, per evitare che ciò accada. Ma vi è un'altra cosa particolare.
  Come dicevo, in questa coalizione c’è anche il Kuwait. Abbiamo già visto Renzi che è andato in Arabia Saudita a farsi bello sull'appalto della metropolitana, ma per quanto riguarda il Kuwait ricordo, appunto, che noi al Kuwait stiamo vendendo – voi state vendendo – 28 Eurofighter. In Yemen stanno bombardando già, con 15 cacciabombardieri, e probabilmente questi Eurofighter, che poi hanno anche la possibilità di missioni aria-terra, bombarderanno e alimenteranno il terrorismo.
  Quindi, con questo impegno noi chiedevamo ciò che abbiamo detto in questi giorni, cioè che ci mettiamo a disposizione: eccovi le nostre proposte, per favore ascoltateci. Intendevamo proprio questo. È inutile venire a dire qui che combattete il terrorismo, se poi alimentate il terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questi sono i provvedimenti che vi abbiamo portato, eppure non ci ascoltate minimamente.
  Allora, o la smettiamo con questa ipocrisia, che poi porterà ad accadimenti come quelli di Parigi (e spero che non accada mai qualcosa in Italia). Poi, non venite a piangere lacrime di coccodrillo qui dentro, a deporre corone e a fare i minuti di silenzio, perché le cause sono qui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Se non lo capite, allora noi, oltre che proporvi, oltre che chiedere ascolto, cosa possiamo fare ? Ora sta a voi decidere cosa fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frusone n. 9/3393-A/47, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vecchio, Nardi, Peluffo.Pag. 112
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti 340   
   Maggioranza 171   
    Hanno votato 95    
    Hanno votato no 245.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione dell'ordine del giorno Del Grosso n. 9/3393-A/48, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Abbiamo accettato precedentemente tutte le varie riformulazioni. Personalmente non possiamo accettare questa, perché il Governo ha deciso di espungere proprio le proposte di una mozione che il MoVimento 5 Stelle aveva presentato in tempi non sospetti, a gennaio 2015, per contrastare il fenomeno dei foreign fighters.
  Ora, espungendo quello che il Governo ha proposto di espungere, voi fondamentalmente dite «no» a monitorare il movimento dei cosiddetti foreign fighters con controlli effettivi delle frontiere; dite «no» alla richiesta di attivazione, nelle sedi opportune, di un'inchiesta internazionale che indichi le criticità e i buchi del sistema di norme di sicurezza e nell'emissione dei documenti di viaggio che ha consentito, in definitiva, un deciso proliferare di attentati di matrice terroristica dal 2000 a oggi; dite «no» alla prevenzione dell'uso fraudolento di tali documenti di viaggio; dite «no» anche all'avvio di una campagna informativa, che coinvolga la società civile, i giovani e le comunità locali. Inoltre, dite «no» a provvedere, in tale direzione, all'assegnazione di risorse economiche per il comparto sicurezza e per rafforzare l'ufficio centrale nazionale Interpol.
  Voi state dicendo «no» a questo. Vi prenderete la responsabilità di quello che avete deciso di votare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Del Grosso n. 9/3393-A/48, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caruso, Palese. Ci siamo ? Ancora no. Cominelli. Ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  334   
   Votanti  331   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no 238.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/3393-A/49, con il parere contrario del Governo.

  CARLO SIBILIA. Onestamente vorrei che ci fosse un attimo di attenzione, perché probabilmente c’è stato un errore in questa valutazione e vorrei che venisse sottolineato. Qui stiamo semplicemente sottolineando come il nostro Paese abbia venduto, dal 2001 al 2011, 6 miliardi di armi a dei Paesi in guerra, in conflitto armato intenso, oppure in stato di guerra: Yemen, Bahrain, Arabia Saudita, Kuwait, non in ultimo, con 28 Eurofighter, che hanno ucciso 400 bambini. Lo Stato italiano vende le armi a questi Paesi per uccidere le persone è questo ciò che succede, questo sta accadendo. Tra l'altro, questi trasferimenti vanno contro la legge n. 185 del 1990. Quindi, quello che noi chiediamo è che venga ripristinata quella che è una cosa molto semplice, cioè l'autorizzazione che dava il Ministro dell'economia alle banche per fare questo tipo di Pag. 113transazioni, cioè se una banca accetta una transazione per alcuni miliardi di euro per quanto riguarda delle commesse che trasferiscono armamenti c’è qualcuno in questo Stato che se ne deve prendere la responsabilità. Prima era il Ministro dell'economia, oggi avete fatto delle modifiche a livello ministeriale e non è più così. Vi stiamo chiedendo di ripristinare questa norma. Oggi proprio è uscito un report sulle «banche armate», abbiamo il Monte dei Paschi di Siena, UniCredit, Ubi Banca, BPM, che finanziano la guerra. Lo Stato italiano decide di vendere le armi, le banche ci guadagnano e noi non diciamo nulla, non blocchiamo questo meccanismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, se noi accettiamo che c’è una responsabilità politica, il Ministro dell'economia e delle finanze del MoVimento 5 Stelle non permetterebbe mai di vendere 6 miliardi di euro di armamenti per uccidere dei bambini in Arabia Saudita, in Yemen e Bahrain (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È un ordine del giorno, non è difficile. I voti ci stanno, anche se il parere del Governo è contrario, non è difficile, non cade la maggioranza. Provate a pensare a queste parole, non parlo con il cuore, ma con la ragione di chi dovrebbe tranquillamente «votare verde» ad una cosa talmente tranquilla e semplice che dà il potere a voi, ai vostri Ministri, ai cittadini. È la politica che prende il comando, invece della militarizzazione, delle armi, dell'economia e della finanza. È semplice, fatelo oggi, e riprendetevi il primato della politica, riprendiamocelo. Un «voto verde» a questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sibilia n. 9/3393-A/49.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carnevali, Micillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  336   
   Votanti  335   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no 240    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Battista n. 9/3393-A/50.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Battista n. 9/3393-A/50.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gallo, Dambruoso, Caso, Fanucci, Albanella..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti 334   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato 96    
    Hanno votato no 238    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Pili n. 9/3393-A/51, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

  MAURO PILI. Grazie, Presidente. Vorrei chiedere scusa all'Aula, chiedo soltanto un attimo, perché stiamo parlando di quattrocento bambini già morti. Stiamo parlando di 4 mila persone che hanno già perso la vita, civili, e stasera dall'aeroporto di Cagliari partirà un altro carico di bombe. Il Governo ha la possibilità di bloccare questo nuovo carico, che va in Yemen. L'Arabia Saudita utilizzerà questi armamenti per bombardare le popolazioni Pag. 114civili dello Yemen. Credo che sia un fatto che l'ONU ha già condannato ma che lo Stato italiano ha il dovere di fermare. Quindi, il mio appello non è al Governo, perché l'insensibilità è dichiarata, ma è al Parlamento: attenzione, ognuno di noi può avere sulla coscienza questo tipo di azione che sta devastando una popolazione civile. Credo che i ragionamenti debbano essere fatti prima di tutto con la coscienza di ognuno di noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/3393-A/51, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Kronbichler, Taranto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  328   
   Votanti  324   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  221.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, con le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale, a partire dalle ore 9.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 20,50).

Discussione della proposta di legge: Sorial ed altri: Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni (A.C. 3220-A) (ore 20,50).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge, n. 3220-A: Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è in distribuzione e sarà pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Ricordo che la Commissione propone la reiezione della proposta di legge.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3220-A)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Lattuca.

  ENZO LATTUCA, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la proposta di legge atto Camera n. 3220, a prima firma Sorial, è all'attenzione di questa Assemblea e stabilisce, al comma primo, a decorrere dal 1o gennaio 2016, un generale divieto per tutte le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, così come sono individuate dall'elenco predisposta annualmente dall'ISTAT ai sensi di quanto dispone la legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009, di acquistare autovetture di servizio e di rappresentanza, nonché di stipulare contratti di leasing aventi ad oggetto le autovetture medesime. Il comma precisa che le amministrazioni cui è destinata la nuova disciplina comprendono le autorità indipendenti, le Regioni e gli Enti locali.
  Il comma 2, sempre dell'articolo 1, esclude dalle nuove regole stabilite al Pag. 115comma 1 talune tipologie di servizi svolti dalle amministrazioni pubbliche, che vengono individuati nei seguenti: servizi operativi di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, della salute e dell'incolumità pubblica; della sicurezza stradale, della difesa e della sicurezza militare; servizi ispettivi relativi a funzioni di carattere fiscale e contributivo. In ordine a tali eccezioni, la norma precisa che restano ferme le disposizioni concernenti le autovetture adibite ai suddetti servizi.
  Il comma 3, sempre dell'articolo 1, reca il divieto espresso per le amministrazioni pubbliche di assegnare autovetture a soggetti diversi da quelli elencati al comma precedente, precisando poi ai commi 4 e 5 le norme sanzionatorie, costituite dalla nullità degli atti adottati in violazione della nuova disciplina, qualificati altresì come illecito disciplinare, con applicazione di una sanzione pecuniaria da mille a 5 mila euro, salva l'azione di responsabilità per danno erariale, e altresì dall'obbligo di vendere secondo le norme di dismissione dettate dall'articolo 2 della proposta di legge le autovetture acquistate al di fuori dei casi consentiti da disposizioni in esame.
  L'articolo 2 dispone, invece, norme riguardanti la vendita delle autovetture delle pubbliche amministrazioni, salvo quelle consentite per i servizi individuati dal comma 2, mediante vendite effettuate nella forma di asta pubblica realizzata su piattaforma elettronica. Viene inoltre precisato che la dismissione avverrà sulla base di un censimento delle autovetture predisposto dal DPCM del 25 settembre 2015, che, nel dettare disposizioni attuative delle misure di contenimento della spesa recate dall'articolo 15 del decreto-legge n. 66 del 2014, ha disciplinato le relative modalità del censimento.
  Il medesimo articolo 2 dispone infine al comma 2 che, a decorrere dal 2015, le dotazioni di bilancio delle amministrazioni pubbliche per l'acquisto e la gestione di autovetture, salve le eccezioni di cui all'articolo 1, nonché i proventi derivanti dalle dismissioni delle medesime siano trasferiti al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, di cui all'articolo 2, comma 100, della legge n. 662 del 1996.
  Quanto, infine, all'articolo 3 viene demandata ad un decreto del Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione, di concerto con quello dell'economia, l'adozione, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge, di un regolamento di attuazione della nuova disciplina.
  Ritengo ora, Presidente, necessario precisare il contesto normativo in materia di autovetture di servizio di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni, contesto che ha conosciuto negli ultimi anni diverse e ricorrenti modifiche, tutte finalizzate allo stesso obiettivo ovvero al contenimento dei costi e all'eliminazione selettiva degli eccessi, purtroppo diffusamente presenti, nell'acquisto e utilizzo di detti mezzi a disposizione della pubblica amministrazione. Il decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, all'articolo 15 ha previsto, infatti, a decorrere dal 1o maggio dello stesso anno, l'obbligo per tutte le amministrazioni di contenere le spese per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio di autovetture, nonché per l'acquisto di buoni taxi, entro il limite del 30 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2011.
  In attuazione dell'articolo 15, comma 2, del decreto-legge n. 66, il 25 settembre 2014 è stato poi adottato un DPCM che ha previsto la riduzione delle autovetture di servizio con autista adibite al trasporto di persone da parte dell'amministrazione centrale dello Stato, distinguendo tra autovetture in uso esclusivo, riservate al Presidente del Consiglio e ai ministri, e autovetture non adibite all'uso esclusivo. In base a tale DPCM ciascuna amministrazione centrale dello Stato è tenuta a ridurre il numero delle autovetture utilizzabili, fino ad un massimo di cinque autovetture.
  Lo stesso DPCM ha poi fissato una serie di scadenze entro le quali le amministrazioni centrali dello Stato si sono dovute o dovranno adeguarsi agli obblighi di riduzione in funzione della dimensione del loro parco macchine. Nella seduta di oggi della Commissione affari costituzionali il Pag. 116sottosegretario Rughetti ha fornito i primi dati a disposizione riguardo agli adempimenti delle suddette amministrazioni. L'ultimo termine ancora pendente è quello del 31 dicembre 2015, che riguarda le amministrazioni centrali dello Stato che avevano a disposizione un parco auto di oltre 100 vetture.
  Il DPCM ha anche previsto all'articolo 4 un censimento permanente delle autovetture di servizio, la cui scadenza per quest'anno è stata fissata al 31 dicembre 2015. Ovviamente entro questa data la mancata comunicazione dei dati relativi comporterà il divieto delle amministrazioni inadempienti di effettuare spese complessive annuali di ammontare superiore al 50 per cento del limite di spesa previsto per il 2013, per l'acquisto, manutenzione, noleggio ed esercizio di autovetture, nonché per i buoni taxi.
  Tale censimento, gestito dal Dipartimento per la funzione pubblica, ha comportato lo scorso 11 giugno l'attivazione di una piattaforma elettronica per l'inserimento dei dati del web da parte delle pubbliche amministrazioni inserite nel controllo del conto economico consolidato, incluse le autorità indipendenti, le regioni e gli enti locali; dunque, al fine di poter disporre di un quadro complessivo della situazione del parco macchine di tutte le amministrazioni, occorrerà attendere il 31 dicembre 2015. Va messo in evidenza che, mentre l'obbligo di riduzione del parco macchine ad un massimo di cinque autovetture riguarda esclusivamente le amministrazioni centrali dello Stato, l'obbligo di comunicazione dei dati relativi al proprio parco macchine, il cosiddetto censimento, riguarda tutte le amministrazioni incluse nell'elenco dell'ISTAT, e quindi anche le autorità indipendenti, le regioni e gli enti locali. Per questi ultimi soggetti, in caso di mancata comunicazione dei dati, non si avrà pertanto una riduzione obbligatoria del parco macchine, ma solamente una sanzione pari al divieto di effettuare spese complessive annuali di ammontare al 50 per cento del limite di spesa previsto per il 2013; del resto, qualora lo Stato imponesse una simile riduzione anche agli enti territoriali rischierebbe di incorrere in una probabile pronuncia di legittimità della Corte costituzionale. Va infatti ricordato a questo proposito che la Corte costituzionale, ad esempio nella sentenza n. 144 del 2012, sia pur chiarendo non fondata la questione di legittimità costituzionale nel caso di specie, aveva ritenuto l'opportunità di ribadire il suo costante orientamento, secondo cui solo la sussistenza di un ambito materiale di competenza esclusiva dello Stato consente allo stesso Stato l'emanazione di atti regolamentari precettivi anche nei confronti delle autonomie territoriali e che secondo la giurisprudenza della medesima Corte il legislatore statale può legittimamente imporre agli enti autonomi vincoli alle politiche di bilancio, ma solo con disciplina di principio e modalità di coordinamento finanziario. Naturalmente, signor Presidente, l'obiettivo è di giungere quanto prima alla riduzione delle autovetture anche con riferimento agli enti territoriali, come ha avuto occasione di affermare lo stesso sottosegretario Rughetti nel corso dell'esame in Commissione nella seduta del 20 ottobre, ma perché si possa avviare questo processo appare assolutamente opportuno e necessario raggiungere previamente un accordo in sede di Conferenza unificata al fine di tener conto delle diversità delle diverse potestà in materia; nel corso della seduta odierna lo stesso Sottosegretario ha annunciato che entro la prima decade di dicembre la Conferenza unificata verrà convocata proprio su questo tema. Per queste ragioni, nel corso dell'esame in Commissione, è risultato largamente prevalente l'orientamento a ritenere superfluo, quando non controproducente, un ulteriore intervento normativo prima di aver acquisito gli elementi per valutare l'efficacia, che dalle prime rilevazioni risulta evidente, degli strumenti finora utilizzati per raggiungere un obiettivo che, ci tengo a dirlo, è unanimemente condiviso. Ricordo che la Commissione, dopo aver affrontato la discussione sul provvedimento e non aver raccolto l'invito che veniva fatto a sospendere l'esame del provvedimento, ha iniziato l'esame della Pag. 117proposta di legge nella seduta del 13 ottobre 2015. Sono stati presentati 5 emendamenti e nella seduta odierna la Commissione ha approvato gli emendamenti soppressivi Fiano 1.1 e Fiano 2.1 conferendomi così il mandato di esprimere una posizione contraria sul provvedimento all'attenzione dell'Assemblea, grazie.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Lattuca, anche per il coraggio dell'intervento in mezzo a tutta la confusione, non per la sintesi, però, per il coraggio sì. Prego, onorevole Cecconi.

  ANDREA CECCONI, Relatore di minoranza. Grazie Presidente, come già anticipato da lei siamo di fronte ad un provvedimento che ha ricevuto una reiezione in Commissione, Ecco io ho già avuto modo in Commissione di esprimere un certo sconcerto, anche diciamo un atteggiamento da parte della maggioranza poco piacevole nei confronti del lavoro che questo Parlamento sta cercando di svolgere. Infatti, non c'era alcun senso, alcuna motivazione per cui non si potesse modificare la proposta di legge che era stata presentata a prima firma Sorial in Commissione e, a seguito della discussione che si è avuta in Commissione, non c'era alcuna ragione per cui, anche a seguito degli emendamenti presentati dal relatore, attuare quelle modifiche, modificare il provvedimento affinché i buchi che la legislazione precedente di questo Stato e i dati che ci sono a nostra disposizione non rendono efficace il sistema di riduzione di auto blu nel nostro Paese.
  Punto primo, perché dal 1o gennaio del 2016 i divieti di acquisto di auto blu da parte delle pubbliche amministrazioni decadono e a nessuno è venuto in mente, forse visto che si stava facendo un processo di riduzione, di aggiornamento e anche di conta delle macchine che ci sono all'interno della nostra pubblica amministrazione, di ampliare questo divieto anche per lo meno al 2016, termine che noi chiedevamo indefinito, ma, se era troppo, si poteva anche ridurre a un anno, due anni o tre anni, affinché si compisse il processo.
  Punto secondo – e ho avuto modo di dirlo più di una volta – perché dal conteggio, dal censimento che si è fatto in passato, che si sta facendo oggi, sfuggono dalle mani, dal controllo del Ministero tutte le auto che le forze dell'ordine vanno a destinare ai ministeri, soprattutto difesa, interno, giustizia e agricoltura, perché le forze dell'ordine non partecipano a questo censimento, non partecipano. Volete governare il Paese e non siamo in grado di contare in questo Paese quante macchine ci sono. Mi sembra poco credibile proprio come dichiarazione. Ed è notorio, per chi lavora nelle amministrazioni centrali – l'abbiamo visto anche noi con i nostri occhi – che, se è vero che la legislazione attuale riduce a cinque le auto blu per le amministrazioni centrali e si sta facendo (e su questo siamo perfettamente d'accordo), le forze dell'ordine destinano non cinque, ma dieci, quindici, venti macchine ai ministeri con autista; e quelle sono auto che devono stare nel territorio italiano per servire i cittadini e non per servire qualche politico, con autista, che sono militari o che sono agenti delle forze di polizia e dell'ordine, che dovrebbero stare per strada a investigare o per garantire la sicurezza per strada e invece stanno dentro ai ministeri per spostare politici, assistenti di politici, dirigenti dei ministeri. È una cosa totalmente inaccettabile, che non siamo più disposti a tollerare.
  Questa cosa è stata detta più di una volta in Commissione, perché questi sono buchi della legislazione che andavano colmati, ma nonostante questo il Governo ha detto: noi stiamo facendo il nostro percorso, dovete lasciarci fare, ne riparliamo il prossimo anno o anche più in là, con tutta tranquillità. E invece le auto blu si possono e si devono ridurre al minimo essenziale, oggi, perché i cittadini, a cui noi chiediamo una marea di sacrifici, non possono più tollerare – non è più corretto che tollerino – che ci siano dei privilegiati, che non necessariamente gli deve essere garantita la sicurezza, perché è comprensibile che a un Ministro, a un ambasciatore o a un magistrato debba essere garantita la sicurezza, e quindi debba avere Pag. 118un'auto scortata blindata con autista, ma un capo di gabinetto no: può tranquillamente prendere un taxi, può tranquillamente prendere le auto che già sono a disposizione del Ministero, se deve svolgere compiti lavorativi all'interno della capitale o comunque degli altri enti che sono distribuiti nel territorio; ma non è possibile che costui si approfitti di auto che dovrebbero essere utilizzate per fare altri servizi al nostro Paese perché si sente importante o perché appartiene a una casta che noi fortemente combattiamo, ma che evidentemente questo Governo non è in grado e non ha neanche la volontà di contrastare.
  Ripeto che siamo molto amareggiati di come è stato portato avanti il lavoro di questa pdl in Commissione, non c'era nessuna motivazione di reiettarla in Commissione, che era la sede opportuna in cui discuterne, come è la sede opportuna in cui discuterne l'aula di questo Parlamento e, come è già successo in passato, ricevere tre emendamenti soppressivi significa che il Governo non ha assolutamente intenzione di portare a compimento una vera riduzione delle auto blu e che l'interesse dei cittadini e i soldi che vengono spesi impropriamente nell'auto blu non rientrano nell'impegno e nella volontà del Governo di restituire questi fondi ai cittadini.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo.

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Penso che abbia ragione l'onorevole Cecconi quando dice che le auto blu in questo Paese debbano essere ridotte. Posso dire e posso confermare questo, che non è soltanto l'auspicio del Governo, ma è un fatto, un risultato, e dirvi che le auto blu il Governo le sta riducendo in modo netto, evidente, documentabile, come oggi è stato fatto durante i lavori della Commissione affari costituzionali.
  Questo Governo non ha intenzione di fare della propaganda rispetto ad un obiettivo che è un obiettivo chiaro: era nel programma di Governo, è nei provvedimenti che questo Parlamento ha approvato anche su proposta del Governo, non soltanto, ed è nell'attività quotidiana che il Governo sta facendo in tutte le sue articolazioni, sia centrali che locali.
  Il disegno di legge che è stato presentato in Commissione, che è stato discusso e che oggi viene portato in Aula da un punto di vista tecnico e formale contiene delle previsioni che non tengono conto del contesto normativo in cui si inseriscono e non tengono conto neanche del riparto degli assetti costituzionali, lo diceva bene il relatore, onorevole Lattuca, perché se noi dovessimo approvare la norma contenuta nell'articolo 1, comma 1, del disegno di legge proposto, incorreremmo certamente e sicuramente in una bocciatura della Corte Costituzionale perché così è già stato dalla Corte stessa più volte affermato e sapendo ciascuno di noi che l'autonomia organizzativa degli enti territoriali è garantita dalla Costituzione e non può essere in nessun modo lesa da un provvedimento di carattere legislativo di questo Parlamento. Ciò non toglie che il Governo è disponibile a discutere su tutte le proposte che possano migliorare la capacità, la forza che i provvedimenti normativi hanno e il modo attraverso il quale questi provvedimenti si possono trasformare in fatti concreti. Per questo il Governo in Commissione ha assunto una posizione non di chiusura rispetto agli obiettivi del disegno di legge ma ha proposto alla Commissione stessa di verificare l'andamento dell'applicazione delle norme. Siamo in una fase diciamo cruciale perché siamo quasi alla fine dell'attuazione del DPCM emanato in attuazione del decreto-legge n. 66, siamo alla fine del censimento. Queste due operazioni ci daranno dei risultati, alcuni dei quali oggi sono stati resi evidenti, soltanto per i Ministeri sono già settecento le auto blu che sono state eliminate e di conseguenza sono almeno altrettante le persone che sono state ricollocate – persone dipendenti pubblici, non soltanto dipendenti della funzione pubblica sicurezza – dentro i Ministeri con una normale attività amministrativa. Pag. 119Alla fine di questo percorso noi avremo un risultato chiaro da poter valutare insieme e insieme valutare se ci sono degli interventi normativi da proporre per aggiustare le norme esistenti. È importante sottolineare che quello che il Governo sta facendo non è soltanto di attuare una normativa complessa e necessaria e giusta ma anche quello di cercare di coinvolgere tutto il sistema pubblico istituzionale su questo obiettivo, perché il decreto-legge n. 66 per la prima volta coinvolge nel censimento generale tutti i soggetti che compongono la Repubblica e quindi tutti i livelli di governo indicati nell'articolo 114 della Costituzione, ma anche tutti i soggetti che sono indicati nell'elenco Istat. Quindi abbiamo una platea, un ambito soggettivo di applicazione della norma – direbbero i giuristi – molto ampia e gli effetti di questa applicazione li dobbiamo valutare e conoscere insieme per capire se anche lo stesso censimento può essere migliorato per darci un risultato che sia il più possibile vicino alla realtà. Per raggiungere questo obiettivo, come diceva l'onorevole Lattuca, abbiamo proposto a comuni, province e regioni che hanno accolto positivamente dal punto di vista politico la nostra proposta di sottoscrivere un accordo in Conferenza unificata dentro il quale saranno riportate le modalità attraverso le quali i singoli enti si adegueranno alla normativa nazionale, saranno sottoposti a verifica e quindi sarà sottoposto a verifica il comportamento che i singoli enti avranno di applicazione della legge nazionale e potremo anche lì poi valutare insieme se ci saranno ulteriori passi da fare. Oggi se noi approvassimo questo disegno di legge, l'avviso del Governo è che faremmo un danno, non soltanto un provvedimento inutile ma forse un danno, perché genereremmo ulteriore confusione soprattutto per quanto riguarda alcune amministrazioni che hanno un'organizzazione particolarmente complessa e rinvieremmo ulteriormente l'applicazione delle norme, perché nell'articolo 3 si fa rinvio ad un decreto ministeriale da assumere in forma regolamentare e che dilaterebbe ulteriormente l'entrata in vigore di queste norme.
  Quindi, l'avviso del Governo è quello di andare avanti con l'applicazione delle stesse, valutare, come è stato fino adesso fatto anche in Commissione, se il quadro normativo attuale debba essere confermato – qui mi riferisco, ad esempio, al divieto di acquisto in vigore, che fa parte della legislazione vigente, e il Governo sta valutando, proprio nella composizione del cosiddetto decreto-legge milleproroghe, se confermare questo blocco o se ci sono particolari esigenze che andrebbero mitigate – ma evitare, ripeto, di fare un ulteriore intervento di carattere normativo, che rischierebbe di creare più danno che utile, fermo restando l'impegno e l'obiettivo del Governo di ridurre in modo drastico sia la spesa impiegata per questa funzione sia il numero degli autoveicoli e del personale che è impiegato per tale attività.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Naccarato. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO NACCARATO. Presidente, rapidamente e in modo sintetico, per sostenere le ragioni che già in Commissione il Partito Democratico ha sostenuto relativamente a questo provvedimento. Non solo noi condividiamo gli obiettivi e i principi alla base della proposta di legge, ma stiamo facendo di più; non ci limitiamo a una condivisione teorica. Con l'attività parlamentare e di Governo, siamo impegnati direttamente alla riduzione significativa del numero delle auto blu.
  Oggi è stato possibile acquisire alcuni dati, da parte del Governo, in Commissione, che, peraltro, ha partecipato alla discussione in modo, diciamo così, molto corretto e molto rigoroso dall'inizio, e questi dati indicano una tendenza che è frutto dell'applicazione e dell'attuazione del decreto-legge n. 66 del 2014, citato dal relatore Lattuca, e del DPCM del settembre 2014.
  I dati sono davvero incoraggianti, nel senso che c’è una riduzione significativa Pag. 120del numero e dei costi, per la parte relativa ai Ministeri, di più del 50 per cento in un anno e mezzo, nel senso che si sta andando, via via, a quelle cinque auto per Ministero previste dal DPCM. Vi è un aspetto che è stato, secondo me, sottovalutato, cioè quel DPCM ha stabilito che l'uso delle autovetture per le amministrazioni pubbliche è consentito solo per i singoli spostamenti per ragioni di servizio, che non comprendono lo spostamento tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario d'ufficio. Quelle cose, cioè, che spesso si sentono dire in modo un po'demagogico sono già parte dell'ordinamento e il Governo è impegnato ad applicarle.
  Quindi, i risultati vanno già in questa direzione e, inoltre, c’è un aspetto che il Governo ha molto chiaro, e oggi ci ha dato notizie incoraggianti anche su questo versante: l'intervento sulla parte che riguarda il maggior numero delle autovetture di servizio, che riguarda gli enti territoriali, non può essere, diciamo così, soltanto di natura legislativa, proprio perché la giurisprudenza costituzionale ha stabilito che l'intervento legislativo può riguardare solo norme di coordinamento di finanza pubblica, per cui le modalità applicative competono agli enti territoriali stessi.
  Questo è il motivo per cui si sta costruendo un accordo in Conferenza unificata, che dovrebbe avvenire entro le prime settimane del mese di dicembre di quest'anno, e che consentirà, quindi, di coinvolgere appieno anche queste amministrazioni. Ecco, per queste ragioni, appunto – in maniera sintetica, non ripeto le considerazioni fatte dal relatore – noi siamo in grado, oggi, di avere una serie di elementi che ci consentono di affermare che i Ministeri hanno già provveduto alla realizzazione della riduzione dei mezzi, che le altre amministrazioni stanno provvedendo nella stessa direzione e, comunque, si stanno cercando gli strumenti per fare questo, e, in particolare, il monitoraggio di cui si parla, per cui quei dati che mancherebbero secondo la relazione che ho sentito prima da parte dell'onorevole Cecconi, in realtà si stanno acquisendo e consentiranno tra poco di poter avere una fotografia completa.
  Questo è il motivo per cui l'eventuale approvazione della proposta di legge, oggi, oltre a essere superflua, perché, appunto, le cose già si stanno facendo, rischia di essere addirittura controproducente e di produrre elementi di confusione nell'applicazione delle norme. Per questa ragione, noi crediamo che sia opportuno, e già oggi in Commissione abbiamo fatto un invito in questo senso, attendere le prime settimane del 2016 per riuscire ad avere la verifica dell'esito delle norme in fase di attuazione, analizzare i dati del censimento che si stanno raccogliendo e verificare l'accordo in Conferenza unificata che sta maturando. Questo è il motivo per cui riteniamo che al momento sarebbe più utile e più opportuno, proprio per raggiungere gli obiettivi che sono indicati nella proposta di legge, rinviare la discussione su questo argomento, invito che, purtroppo, non è stato raccolto e che, quindi, ha portato la Commissione a dare un mandato al relatore a riferire in senso negativo.
  Concludo, dicendo che è importante ricordare che, per quel che riguarda l'attività di governo e legislativa, siamo già in una fase attuativa di quella riduzione, che sta producendo risultati importanti, per cui gli obiettivi sono condivisi, si stanno realizzando, verifichiamo i dati mano a mano che arrivano, per il resto siamo aperti al confronto per poter migliorare la normativa in materia.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie, signor Presidente. Qual è il punto di tutto ciò che abbiamo ascoltato ? Ciò che probabilmente oggi manca in quest'Aula, al Governo e alla maggioranza, è la volontà politica di fare le cose, di mettere in atto tutti quei provvedimenti che possono creare risparmi per i cittadini. Non si tratta solo di risparmio, si tratta di uno status symbol, di un privilegio, che viene Pag. 121riconosciuto come tale anche dai membri del Governo e della maggioranza, che però non si vuole toccare perché poi diventa una questione quasi di principio quella di avere sotto casa una macchina che ti aspetta prima di uscire di casa per andare al Ministero, o la disponibilità di un autista, che con un colpo di telefono è disponibile scarrozzarti in giro per Roma. Ma senza entrare nella ragione di essere di questo status symbol, cerchiamo di capire cosa succede negli altri Paesi, quali sono le pratiche migliori che ci sono negli altri Paesi.
  Effettivamente si nota questo: alcuni altri Paesi hanno le auto blu, è vero, molti membri di governi stranieri hanno ancora l'auto blu, ma andando a vedere che tipologia di Paesi sono, vediamo che non si tratta proprio di Paesi europei, bensì di Paesi dove vigono regimi, Paesi che si trovano con governi imposti, in cui i rappresentanti delle istituzioni tendono a pensare di essere dei dittatori, di essere i primi all'interno dalla società, di essere i migliori. Parliamo di società che si ritrovano spesso in contraddizioni pazzesche.
  Se poi andiamo a vedere invece ciò che accade nei Paesi a noi vicini, le pratiche migliori delle nostre ci sono. Sono tutte pratiche migliori delle nostre. Nel Regno Unito, esiste un sistema di car pool. Ci sono auto di servizio, per tutta l'amministrazione centrale si parla di qualche decina di autovetture, messe a disposizione di tutti i ministeri e di tutta l'amministrazione centrale, che però vengono utilizzate solo dai ministri. Il sottosegretario, che oggi è presente, non avrebbe nel Regno Unito a disposizione una vettura, dovrebbe venire in Parlamento con mezzi propri, con la bicicletta, con il trasporto pubblico, con quel trasporto pubblico che purtroppo a Roma non funziona proprio perché i rappresentanti delle istituzioni non lo utilizzano e quindi non hanno presenti le difficoltà che i cittadini hanno ogni giorno per recarsi al lavoro.
  Allora, ci si ritrova nelle condizioni, testimoniate anche da fotografie che hanno fatto il giro del mondo, di primi ministri, anche quelli del Regno Unito, che viaggiano su compagnie di bandiera low cost, che si muovono su aerei normali, non privati, ma commerciali come quelli che utilizzano i cittadini, che utilizzano il trasporto pubblico locale, i mezzi pubblici, che si muovono con mezzi privati.
  Le pratiche migliori ci sono anche in altri Paesi: in Francia viene incentivato l'uso del trasporto pubblico locale, ci sono pochissime auto blu, che devono essere prenotate dai singoli ministeri o dai singoli ministri. In Germania, i ministeri hanno un numero molto limitato di autovetture, sono fermamente incoraggiati ad utilizzare molto il trasporto pubblico o in realtà i ministeri hanno a disposizione un gran numero di biciclette. Il Ministero delle finanze tedesco, che ha a disposizione otto vetture, che ruotano e che ormai vengono poco utilizzate, ha a disposizione un gran numero di biciclette.
  Ognuno è incoraggiato a utilizzare le biciclette per fare gli spostamenti che deve fare qualsiasi membro del Governo. La questione è che, prima di essere un risparmio, prima di essere uno status symbol, quello dell'auto di servizio, delle auto blu è una forma mentale. È la forma mentale di un sottosegretario, di un Viceministro, di un Ministro che, se deve fare un chilometro di spostamento da un Ministero all'altro, visto che, comunque, tutti i palazzi delle istituzioni si trovano in quest'area centrale di Roma, non ce ne sono tanti che son fuori, se deve fare un chilometro e mezzo, 500 metri, invece di ragionare di prendere magari un mezzo privato, un mezzo pubblico, utilizza l'auto di servizio, l'auto blu.
  I numeri ci sono, perché se si vuole ragionare sulla quantità delle autovetture di servizio ci sono dei numeri. C’è lo studio che è stato concluso il 1o novembre 201 e presentato dal Formez, una società partecipata proprio dal Dipartimento della funzione pubblica di Palazzo Chigi, che censiva 53.860 auto detenute in proprietà o ad altro titolo, per esempio, noleggio. E sulla questione dei leasing e del noleggio si potrebbe aprire un grande capitolo. Di queste, alcune vetture erano blu, altre vetture sono utilizzate dalle amministrazioni Pag. 122locali, altre dalle ASL, ma il fenomeno è abbastanza radicato in tutte le amministrazioni che abbiamo.
  Chi ha più auto blu di tutte queste amministrazioni ? L'80 per cento delle auto blu censite appartiene proprio ai Ministeri, con differenze tra i vari Dicasteri. C’è il dicastero che è il maggior consumatore di autovetture di servizio, che è il Dicastero della giustizia con quasi 800-900 auto. Abbiamo dicasteri come quello del Ministero della difesa, che ne ha 300, altri dicasteri via via a diminuire.
  La questione fondamentale è che i numeri ci sono, ma manca la volontà politica. Manca la volontà politica di prendere un provvedimento come questo e utilizzarlo come possibilità per fare qualcosa in questo senso. Non serve un censimento completo che ci arrivi da Palazzo Chigi per dire che si può fare una norma fin da subito che vieti a qualsiasi Ministero, da oggi a domani, di comprare autovetture, che vieti a qualsiasi Ministero di prendere autovetture in leasing, che vieti a Palazzo Chigi di aumentare il numero di autovetture prese in leasing, così come è successo nel passaggio tra il Governo Letta e il Governo Renzi.
  La questione è semplicemente volontà politica, niente di più che tutto ciò, e la volontà manca nel momento in cui, al posto di prendere questo provvedimento e utilizzarlo per fare un dibattito, una discussione sana, in Aula, che è la funzione di questa istituzione, funzione del potere legislativo, delle persone che fanno parte di questa istituzione, si decide di interrompere completamente la discussione in merito, presentando in Commissione degli emendamenti che non modificano il testo, ma sopprimono gli articoli.
  Allora, vede, sottosegretario, che manca la volontà di far qualcosa. Manca la volontà di discutere, manca la volontà di portare avanti dei provvedimenti. A dare forza a questa mia tesi, c’è la notizia di poco fa, che mi ha portato un collega, che la maggioranza presenta anche una questione sospensiva del provvedimento, proprio per non permetterci domani nemmeno di votare e mettere in discussione in Aula, in quest'Aula, che è il luogo giusto, è il luogo in cui bisogna esercitare la nostra funzione legislativa, un provvedimento come questo.
  Non serve dire i «Si farà», i «Faremo», i «Vedremo», gli «Aspettiamo dicembre 2015 per vedere quante autovetture ci diranno i ministeri» per dire semplicemente basta autovetture di servizio, basta auto blu, basta comprarne di nuove, basta prenderne in leasing. Le auto blu non rappresentano solo un costo che si potrebbe revisionare, non rappresentano solo un costo che si potrebbe abolire. Io capisco la difficoltà che ha il Governo Renzi a fare una revisione della spesa. È già il secondo commissario che viene mandato via direttamente o indirettamente. Capisco la difficoltà che ha il Governo Renzi di andare a trovare gli sprechi all'interno dei capitoli di bilancio e cancellarli con un tratto di penna, facendo dei provvedimenti che alleggeriscano il bilancio dello Stato nella spesa improduttiva, a favore di quella che può essere una spesa produttiva.
  Io capisco la difficoltà del Governo Renzi di dire: aboliamo tutti gli acquisti di autovetture, mettiamo in vendita tutte le autovetture dei Ministeri che utilizzano i Ministri, magari devolviamo questi proventi alle forze dell'ordine che poi si trovano nella condizione, come è successo qualche giorno fa, di dover ricaricare le batterie con un cavo elettrico proprio davanti a Palazzo Chigi. Paradossale !
  Paradossale perché nella nostra proposta di legge difendiamo i servizi essenziali che hanno bisogno di autovetture di servizio. Diciamo: eliminiamole tutte, ma naturalmente ci sono dei servizi essenziali che non si devono toccare: quelli delle scorte, quelli delle forze dell'ordine, quelli dei servizi essenziali ed assistenziali, e tutti i servizi che non devono essere toccati. Ma il Governo ammette giustificazioni e dimostra che tutti gli interventi della maggioranza e del Governo stesso sono solo mere giustificazioni ad una mancanza di volontà politica.
  Noi auspichiamo allora domani, Presidente, di poter comunque portare avanti Pag. 123una discussione che sia fluida e proficua, e non una discussione che ci porti a confrontarci con il muro del Governo, che a parole fa tanti annunci, ma poi alla prova dei voti non fa niente.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Catalano. Ne ha facoltà.

  IVAN CATALANO. Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge in discussione muove dal condivisibile obiettivo di contrastare l'abuso delle auto di servizio, oggi sempre meno giustificabile alla luce della pressione fiscale, dei vincoli di bilancio e dell'entità del nostro debito pubblico. Sfortunatamente, la presente proposta è schiava di finalità ideologiche, che hanno portato ad un testo inaccettabile, da un punto di vista tecnico ancor prima che politico. Un testo disfunzionale e lesivo delle autonomie locali, che, per essere corretto, andrebbe cancellato e riscritto da capo.
  La questione affrontata non è nuova: già l'anno scorso il Governo e le Camere hanno affrontato con decisione il problema tramite la disciplina di cui all'articolo 15, comma 1, del decreto-legge n. 66 del 2014. Quest'ultima norma prevede che, per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio di autovetture, nonché per l'acquisto di buoni taxi, non possono essere effettuate spese di ammontare superiore al 30 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2011. La medesima normativa prevede poi, come misura aggiuntiva, l'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri al fine di individuare il numero massimo per le auto di servizio ad uso esclusivo e per quelle ad uso non esclusivo, di cui possa disporre ciascuna amministrazione centrale dello Stato. Per le auto di servizio ad uso esclusivo il numero così determinato non può comunque eccedere la soglia di cinque unità.
  E i primi risultati sono già significativi: dai dati disponibili risulta già una riduzione di 706 veicoli dal 2014 al 2015, tra Presidenza del Consiglio e ministeri. Più complessa è l'operazione di censimento in atto a livello locale, operazione rispetto alla quale l'eventuale approvazione della presente proposta sarebbe assai intempestiva.
  Passiamo invece all'esame della proposta di legge: essa stabilisce, a decorrere dal 1o gennaio 2016, un generale divieto per tutte le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'elenco predisposto annualmente dall'ISTAT, di acquistare autovetture di servizio e di rappresentanza, nonché di stipulare contratti di leasing aventi ad oggetto le autovetture medesime.
  Si prevede, quindi, un divieto assoluto per l'ente di possedere autovetture, non solo auto blu: evidentemente, se tale divieto fosse privo di eccezioni, finirebbe per compromettere il funzionamento degli enti coinvolti. Ciò ha portato i proponenti a prevedere una serie di eccezioni che, per la loro formulazione ampia, finiscono per limitare seriamente l'effettività del divieto. Alcune di tali eccezioni – è il caso della difesa e della sicurezza – sono già previste dalla legislazione vigente citata, ma con formulazioni diverse e ben più dettagliate. Si pongono di conseguenza vistosi problemi di coordinamento, che il testo in discussione omette totalmente di considerare. Inoltre, la proposta in discussione vieta solo l'acquisto e il leasing di autovetture: rimane invece paradossalmente aperta la possibilità di noleggiare tali veicoli. Il rischio, fin troppo evidente, è che gli enti coinvolti continuino ad usare auto blu affittandole, senza alcun risparmio di costi.
  La previsione di accentrare il risparmio in un capitolo di bilancio dello Stato è lesivo dell'autonomia degli enti locali: i proventi derivanti dalla dismissione devono rimanere presso l'ente proprietario dei veicoli. È problematica la destinazione di risorse provenienti dai diversi livelli di amministrazione in un unico fondo statale, anche rispetto all'iniquità, verticale e tra territori, derivanti da tale non prevedibile drenaggio una tantum di risorse: un investimento legittimamente fatto da un ente con i propri fondi e destinato alla soddisfazione delle esigenze della popolazione Pag. 124del territorio verrebbe sottratto a quest'ultima per essere devoluto in un fondo unico statale.
  Tra l'altro, la dismissione onerosa potrebbe non essere sempre agevole. È anzi possibile supporre che, per veicoli di servizio con un chilometraggio medio/alto, essa possa essere impossibile o diseconomica. In tal caso, si dovrebbe prevedere la possibilità per l'ente di procedere alla cessione a titolo gratuito, tramite procedure ad evidenza pubblica, alle Onlus che prestano servizi di assistenza sociale e sanitaria sul territorio di competenza, come già previsto dal d.p.c.m. del 25 settembre 2014.
  In conclusione, malgrado i suoi buoni intenti, la proposta in discussione è problematica e ricca di criticità. Se questa Aula intende procedere nella riduzione delle spese per le auto blu, risulterebbe probabilmente più funzionale all'obiettivo perseguito e meno lesivo delle prerogative dei singoli enti, prevedere ex novo un'ulteriore riduzione programmata, modellata sulla base di quanto già previsto dal decreto-legge n. 66 del 2014.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche dei relatori e del Governo – A.C. 3220-A)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore per la maggioranza e il rappresentante del Governo rinunciano alle repliche.

(Annunzio di una questione sospensiva – A.C. 3220-A)

  PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata, a norma dell'articolo 40, comma 1, del Regolamento, la questione sospensiva Fiano ed altri n. 1, che sarà esaminata e posta in votazione prima dell'esame degli articoli del provvedimento.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Differimento della convocazione per procedere alla costituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni.

  PRESIDENTE. Tenuto conto delle intese intercorse tra i gruppi, comunico che la convocazione per procedere alla costituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni, già prevista per domani, giovedì 19 novembre 2015, è differita a giovedì 26 novembre 2015, alle ore 14, presso la sede di Palazzo San Macuto.

Approvazione in Commissione.

  PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di oggi mercoledì 18 novembre 2015, la XIII Commissione (Agricoltura) ha approvato, in sede legislativa, il seguente testo unificato della proposta di legge: Loredana LUPO ed altri: «Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa» (A. C. 1373).

Pag. 125

In morte dell'onorevole Luigi Grezzi.

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Luigi Grezzi, già membro della Camera dei deputati dalla II alla IV legislatura.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori (ore 21,35).

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, oggi è stato presentato un atlante, il sesto, sulla condizione infantile in Italia. È stato redatto da Save the Children. È uno studio che presenta molte criticità, soprattutto per la condizione infantile nel sud e in Sicilia, in modo particolare.
  In questa regione la percentuale di abbandoni scolastici è molto alta: il 24 per cento, mentre bassa permane la condizione della presenza di scuole primarie con il tempo pieno. Inoltre, si rileva dallo studio che c’è una difficoltà nell'approntare programmi per il recupero scolastico e in queste realtà sono alte le percentuali di ragazzi vittime della criminalità organizzata.
  Nella legge di stabilità ci sono risorse per approntare un piano per lottare contro la povertà. Però, io credo sia opportuno affrontare questo tema della povertà, del sud e delle condizioni scolastiche con una sessione specifica del Parlamento, per potere dare risposte serie, da parte delle istituzioni, ad una difficoltà seria, oggi presente ma che condizionerà fortemente le future generazioni.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 19 novembre 2015, alle 9:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (C. 3393-A).
  — Relatori: Andrea Romano (per la III Commissione) e Causin (per la IV Commissione), per la maggioranza; Scagliusi (per la III Commissione), Duranti e Frusone (per la IV Commissione), di minoranza.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge (previo esame e votazione della questione sospensiva presentata):
   SORIAL ed altri: Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni (C. 3220-A).
  — Relatori: Lattuca, per la maggioranza; Cecconi, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   CENNI ed altri: Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (C. 348-B).
  — Relatore: Fiorio.

Pag. 126

  4. – Seguito della discussione delle mozioni Bergamini ed altri n. 1-00979, Catania ed altri n. 1-01056, Zaccagnini ed altri n. 1-01057, Falcone ed altri n. 1-01058, Parentela ed altri n. 1-01059, Simonetti ed altri n. 1-01060 e Dorina Bianchi ed altri n. 1-01061 concernenti iniziative, anche in sede europea, per la tutela del settore risicolo italiano, con particolare riferimento all'importazione del riso dalla Cambogia.

  La seduta termina alle 21,40.

Pag. 127

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 3220

Pdl 3220 – Acquisto e dismissione autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti, di cui:
 • discussione generale: 7 ore e 30 minuti;
 • seguito dell'esame: 6 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore per la maggioranza 15 minuti 15 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti 10 minuti
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 14 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 56 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 26 minuti 3 ore e 59 minuti
 Partito Democratico 43 minuti 1 ora e 10 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti 30 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
33 minuti 24 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 31 minuti 19 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra
 Ecologia Libertà
31 minuti 18 minuti
 Scelta civica per l'Italia 31 minuti 17 minuti
 Lega Nord e Autonomie –
 Lega dei Popoli – Noi con Salvini
31 minuti 15 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 31 minuti 15 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
30 minuti 14 minuti Pag. 128
 Misto: 31 minuti 17 minuti
  Alleanza Liberalpopolare
  Autonomie ALA – MAIE –
  Movimento Associativo
  italiani all'estero
10 minuti 6 minuti
  Alternativa Libera – Possibile 10 minuti 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
5 minuti 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3393-A – em. 1.3 413 353 60 177 53 300 82 Resp.
2 Nom. em. 1.56 419 357 62 179 51 306 82 Resp.
3 Nom. em. 1.4 429 429   215 98 331 82 Resp.
4 Nom. em. 1.26 451 429 22 215 103 326 80 Resp.
5 Nom. em. 1.5 446 440 6 221 115 325 80 Resp.
6 Nom. em. 1.6 445 442 3 222 119 323 80 Resp.
7 Nom. em. 1.27 454 435 19 218 106 329 77 Resp.
8 Nom. em. 1.57 458 451 7 226 122 329 75 Resp.
9 Nom. em. 1.7 458 386 72 194 35 351 75 Resp.
10 Nom. em. 1.8 460 367 93 184 34 333 75 Resp.
11 Nom. em. 1.9, 1.58 462 383 79 192 94 289 74 Resp.
12 Nom. em. 1.13 456 374 82 188 48 326 74 Resp.
13 Nom. em. 1.14 462 379 83 190 64 315 74 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.12 461 460 1 231 65 395 74 Resp.
15 Nom. em. 1.28 456 455 1 228 109 346 72 Resp.
16 Nom. em. 1.18 464 463 1 232 112 351 71 Resp.
17 Nom. em. 1.19 462 435 27 218 85 350 71 Resp.
18 Nom. em. 1.20 468 440 28 221 81 359 70 Resp.
19 Nom. em. 1.21 444 417 27 209 97 320 70 Resp.
20 Nom. em. 1.29 451 422 29 212 82 340 70 Resp.
21 Nom. em. 1.60 452 444 8 223 135 309 70 Resp.
22 Nom. em. 1.30 463 460 3 231 165 295 70 Resp.
23 Nom. em. 2.1 431 355 76 178 26 329 70 Resp.
24 Nom. em. 2.2 411 335 76 168 21 314 70 Resp.
25 Nom. em. 2.3 402 320 82 161 27 293 70 Resp.
26 Nom. em. 2.4, 2.35 364 349 15 175 106 243 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 2.23 409 408 1 205 111 297 78 Resp.
28 Nom. em. 2.34 414 400 14 201 102 298 77 Resp.
29 Nom. em. 2.8 420 328 92 165 19 309 76 Resp.
30 Nom. em. 2.9 423 415 8 208 129 286 76 Resp.
31 Nom. em. 2.24 419 416 3 209 100 316 77 Resp.
32 Nom. em. 2.25 436 435 1 218 123 312 77 Resp.
33 Nom. em. 2.32 425 420 5 211 121 299 77 Resp.
34 Nom. em. 2.33 430 425 5 213 139 286 77 Resp.
35 Nom. em. 2.17 431 355 76 178 87 268 77 Resp.
36 Nom. em. 2.21 400 392 8 197 124 268 76 Resp.
37 Nom. em. 2.28 428 425 3 213 104 321 76 Resp.
38 Nom. em. 2.53 435 407 28 204 78 329 76 Resp.
39 Nom. em. 2.54 445 418 27 210 82 336 74 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 2.63 451 449 2 225 109 340 74 Resp.
41 Nom. em. 2.64 455 453 2 227 112 341 74 Resp.
42 Nom. em. 2.12 449 446 3 224 44 402 74 Resp.
43 Nom. em. 2.15 450 417 33 209 21 396 74 Resp.
44 Nom. em. 2.11 452 449 3 225 20 429 74 Resp.
45 Nom. em. 2.65 457 452 5 227 413 39 73 Appr.
46 Nom. em. 2.13 459 453 6 227 65 388 73 Resp.
47 Nom. em. 2.14 452 414 38 208 24 390 73 Resp.
48 Nom. em. 2.7 449 445 4 223 164 281 73 Resp.
49 Nom. em. 2.16 444 439 5 220 68 371 73 Resp.
50 Nom. em. 2.18 444 440 4 221 61 379 72 Resp.
51 Nom. em. 2.31 455 448 7 225 136 312 72 Resp.
52 Nom. em. 3.1 456 439 17 220 104 335 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 3.2, 3.5 457 439 18 220 99 340 72 Resp.
54 Nom. em. 3.6 435 398 37 200 143 255 72 Resp.
55 Nom. em. 3.7 439 436 3 219 168 268 71 Resp.
56 Nom. em. 3.12 441 427 14 214 107 320 71 Resp.
57 Nom. em. 3.10 417 406 11 204 86 320 71 Resp.
58 Nom. em. 3.11 413 392 21 197 80 312 71 Resp.
59 Nom. em. 3.3, 3.9 433 429 4 215 96 333 71 Resp.
60 Nom. em. 3.4 442 439 3 220 33 406 71 Resp.
61 Nom. em. 3.50 437 429 8 215 88 341 71 Resp.
62 Nom. em. 4.5 427 420 7 211 89 331 71 Resp.
63 Nom. em. 4.3 430 426 4 214 26 400 72 Resp.
64 Nom. em. 4.1 427 424 3 213 95 329 72 Resp.
65 Nom. em. 4.50 436 432 4 217 117 315 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 4.7 436 431 5 216 123 308 72 Resp.
67 Nom. em. 4.8 427 388 39 195 86 302 72 Resp.
68 Nom. em. 4.51 437 409 28 205 101 308 72 Resp.
69 Nom. em. 4.2, 4.4, 4.6 415 412 3 207 97 315 72 Resp.
70 Nom. em. 4.9 420 412 8 207 91 321 71 Resp.
71 Nom. em. 4.10 422 412 10 207 117 295 71 Resp.
72 Nom. em. 4.52 420 396 24 199 100 296 70 Resp.
73 Nom. em. 6.1 426 416 10 209 98 318 70 Resp.
74 Nom. em. 6.2 422 415 7 208 129 286 70 Resp.
75 Nom. em. 6.3 424 421 3 211 53 368 71 Resp.
76 Nom. subem. 0.7.0100.1 414 411 3 206 27 384 71 Resp.
77 Nom. subem. 0.7.0100.8 417 396 21 199 381 15 71 Appr.
78 Nom. subem. 0.7.0100.100 431 333 98 167 326 7 69 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. subem. 0.7.0100.5 437 429 8 215 121 308 69 Resp.
80 Nom. subem. 0.7.0100.6 443 362 81 182 34 328 69 Resp.
81 Nom. subem. 0.7.0100.9 445 420 25 211 412 8 69 Appr.
82 Nom. subem. 0.7.0100.7 436 431 5 216 46 385 69 Resp.
83 Nom. articolo agg. 7.0100 426 400 26 201 395 5 69 Appr.
84 Nom. em. 8.51 423 396 27 199 135 261 69 Resp.
85 Nom. em. 8.1 413 338 75 170 52 286 69 Resp.
86 Nom. em. 8.52 397 394 3 198 133 261 70 Resp.
87 Nom. em. 8.53 408 404 4 203 397 7 70 Appr.
88 Nom. em. 9.1 398 392 6 197 27 365 70 Resp.
89 Nom. em. 9.51 388 378 10 190 116 262 70 Resp.
90 Nom. em. 9.52 391 383 8 192 105 278 70 Resp.
91 Nom. em. 9.54 398 392 6 197 117 275 70 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 9.2 398 394 4 198 133 261 70 Resp.
93 Nom. em. 5.50 382 308 74 155 61 247 70 Resp.
94 Nom. em. 7.50 384 310 74 156 60 250 70 Resp.
95 Nom. odg. 9/3393-A/13 365 291 74 146 38 253 71 Resp.
96 Nom. odg. 9/3393-A/14 363 361 2 181 36 325 71 Resp.
97 Nom. odg. 9/3393-A/15 360 358 2 180 37 321 70 Resp.
98 Nom. odg. 9/3393-A/20 373 372 1 187 61 311 70 Resp.
99 Nom. odg. 9/3393-A/27 376 353 23 177 104 249 70 Resp.
100 Nom. odg. 9/3393-A/28 363 362 1 182 111 251 68 Resp.
101 Nom. odg. 9/3393-A/29 368 366 2 184 108 258 68 Resp.
102 Nom. odg. 9/3393-A/32 366 364 2 183 115 249 69 Resp.
103 Nom. odg. 9/3393-A/34 362 359 3 180 109 250 69 Resp.
104 Nom. odg. 9/3393-A/36 359 358 1 180 108 250 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 114)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. odg. 9/3393-A/38 356 355 1 178 108 247 69 Resp.
106 Nom. odg. 9/3393-A/39 353 351 2 176 104 247 69 Resp.
107 Nom. odg. 9/3393-A/40 351 349 2 175 101 248 69 Resp.
108 Nom. odg. 9/3393-A/41 343 330 13 166 87 243 69 Resp.
109 Nom. odg. 9/3393-A/43 341 335 6 168 94 241 69 Resp.
110 Nom. odg. 9/3393-A/47 340 340   171 95 245 68 Resp.
111 Nom. odg. 9/3393-A/48 334 331 3 166 93 238 70 Resp.
112 Nom. odg. 9/3393-A/49 336 335 1 168 95 240 68 Resp.
113 Nom. odg. 9/3393-A/50 334 334   168 96 238 68 Resp.
114 Nom. odg. 9/3393-A/51 328 324 4 163 103 221 69 Resp.