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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 331 di giovedì 13 novembre 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,30.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bratti, Capelli, Dambruoso, Dellai, Di Salvo, Gregorio Fontana, Galati, Mannino, Marazziti, Pes, Gianluca Pini, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Scalfarotto, Schullian, Tabacci, Vargiu, Velo e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (A.C. 2093-A) (ore 9,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2093-A: Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2093-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, quello che ci accingiamo a votare oggi è un testo finalizzato alla definizione e alla promozione di alcune importanti politiche in materia dell'ambiente e della green economy. La strategia dietro questo disegno di legge, nella sua semplicità, decisiva per le sorti del Paese, la difesa dell'ambiente, la tutela del paesaggio e lo sviluppo sostenibile sono i criteri che devono orientare una nuova economia, un nuovo modello di crescita del Paese.
  Segnalo, poi, l'importanza delle ulteriori misure che investono i settori dell'energia e dei cosiddetti acquisti verdi, volti, rispettivamente, a promuovere l'utilizzo di fonti rinnovabili e a premiare, nei contratti pubblici, quei soggetti in linea con i più alti standard di ecocompatibilità. Infine, il presente disegno di legge affronta il tema, a noi molto caro, della prevenzione dei danni derivanti dal dissesto idrogeologico: la necessità di ricostruire questo Pag. 2Paese secondo criteri rispettosi della fragilità del territorio ormai sempre più pressante. In questo senso, lo stanziamento di un fondo per la rimozione o la demolizione da parte dei comuni di opere ed immobili realizzati nelle aree del Paese classificate a rischio idrogeologico è una prima, importante fase di questa ricostruzione.
  Nel suo complesso, il presente disegno di legge, rispetto al quale esprimo un convinto voto favorevole della componente Socialista, rappresenta, quindi, un passaggio fondamentale nel percorso che conduce non solo ad un rilancio ecosostenibile del Paese, ma anche ad un nuovo modo di intendere il Governo del territorio, improntato alla prevenzione dei rischi idrogeologici e alla tutela dell'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge che oggi conclude il suo iter può essere il volano per lo sviluppo concreto del nostro Paese, una tappa importante di un tortuoso percorso che stiamo percorrendo, nonostante le tante avversità, di natura finanche meteorologica, verso la modernizzazione del sistema produttivo. Un occhio di riguardo non può mancare, infatti, in materia ambientale, se vogliamo davvero ripartire con il piede giusto.
  Si tratta di un settore cruciale per garantire davvero una ripresa sostenibile e, soprattutto, duratura: la green economy è, infatti, non soltanto un concetto di accademia, ma rappresenta una concreta opportunità di crescita economica per le aziende. Infatti, il mercato chiede sempre più prodotti ecocompatibili e una nuova sensibilità sta pervadendo i consumatori. Da ciò è sempre più chiaro che conviene fare economia verde, un settore che, pure in questa fase di stagnazione, cresce continuamente. Non può il nostro Paese, pur avendo fatto grandi passi in avanti, rimanere indietro rispetto alla Germania, alla Francia, alla Gran Bretagna.
  Dobbiamo, quindi, rilanciare il nostro impegno in tal senso, con un'incisività forse ancora maggiore di quella dimostrata finora. Dobbiamo, però, stare molto bene attenti a non danneggiare, al contempo, quei settori virtuosi dell'economia italiana che potrebbero essere sacrificati alla luce di una visione estremista della green economy che sacrifichi il mercato all'ideologia ambientalista. Parlo, in particolare, dell'articolo 14-ter, aggiunto in corso dell'esame in Commissione, che prevede in via sperimentale il sistema del vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi in vetro. È una opzione certamente interessante, ma non tiene in debito conto le esigenze dei lavoratori e dei produttori coinvolti, a vario titolo, nell'industria del vetro, alla quale dovremmo dare un aiuto, invece che metterla ulteriormente in difficoltà. Per questo motivo abbiamo presentato delle proposte emendative anche in Assemblea al fine di suggerire dei miglioramenti del testo per tutelare le aziende del nostro Paese in settori critici.
  Uno sviluppo sostenibile non può, di fatti, avvenire nel deserto economico; a maggior ragione non si può pensare alla rinascita economica di una nazione nel «deserto sociale». Pensiamo, per esempio, al tema, a me molto caro, della prevenzione dei danni derivanti dal dissesto idrogeologico. Ho dovuto constatare con i miei occhi quali effetti nefasti e malefici può avere il mancato rispetto del delicato equilibrio tra terra e cielo: una bomba d'acqua si è abbattuta sul mio amato Gargano, provocando danni alle cose, ma soprattutto morti e devastazione alla vita delle persone. Non si può pensare esclusivamente allo sviluppo economico, dimenticandosi della vita degli esseri umani. È importante porre attenzione a questi temi e investire risorse, oggi, per garantire che nel futuro non avvengano mai più tragedie come, purtroppo, è successo recentemente in ogni parte d'Italia.
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, non voglio aprire una polemica, ma non si Pag. 3può essere risoluti e magnanimi, da parte del Governo, solo per alcune regioni d'Italia e lasciare alla deriva, poi, le zone più povere e meno fortunate politicamente. Il Governo ha aspettato ben 49 giorni per decretare lo stato di calamità per il Gargano, mentre per altre regioni e altre zone d'Italia si è operato con la massima celerità e magnanimità.
  Oggi – è chiaro – fra nord e sud siamo alla pari in quanto a scandali, rinvii, tempi della burocrazia e gli avvenimenti alluvionali di questi giorni hanno dimostrato in maniera inequivocabile che sud e nord hanno gli stessi difetti e che il Governo ha l'obbligo di non essere più strabico, di trattare tutti alla stessa maniera. Per cui, mi chiedo: quanto tempo ancora dovrà passare affinché ci si adoperi concretamente per il consolidamento del nostro territorio ? Bisogna impiegare risorse con urgenza per rispondere ai diritti dei cittadini che chiedono di vivere in un territorio sicuro.
  Mai più si contino i morti a causa di eventi calamitosi. Questo provvedimento, in questo senso, è un piccolo passo e in questo senso si sta muovendo questo Governo. Per questo motivo, ritenendolo comunque un primo passo positivo, il gruppo Per l'Italia darà il suo voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, noi capiamo e condividiamo il senso di questo provvedimento, sul quale può esserci una condivisione degli intenti, ma che, nel merito e nella forma, ha parecchie ombre. Alcune sono state citate da chi è intervenuto prima di me: il rischio dell'aumento della burocrazia, il rischio di mettere in difficoltà le aziende, il rischio di complicare la vita ai cittadini.
  Certo, la tutela dell'ambiente e le finalità adesso conseguite sono nobili e fondamentali; bisogna però trovare il giusto bilanciamento e il giusto equilibrio nelle battaglie per la tutela dell'ambiente, senza complicare le cose ai cittadini, non obbligarli oltre misura e non mettere i bastoni tra le ruote alle aziende, specialmente in un momento di crisi come questo. E a volte, purtroppo, anche in questo provvedimento, a nostro avviso, si rischia di andare nella direzione di complicare le cose.
  Iniziamo col dire che non vengono stanziati i soldi: non ci sono risorse aggiuntive per un provvedimento che va in una direzione, per certi versi – come ho detto –, condivisibile, ma non ci sono risorse. E, quando non ci sono risorse, si rischia di fare una bellissima legge, ma che resta un pezzo di carta assolutamente inutile.
  Faccio degli esempi. Tra l'altro, vengono trattate tematiche importanti, ma anche aspetti che dovrebbero rientrare nella elementare buona educazione, però tant’è. Quando si dice che non si buttano le cicche di sigarette per terra e che i comuni devono predisporre dei portacenere, dei posti in cui buttare le cicche delle sigarette, il problema è: con quali risorse ? Se lo Stato centrale continua a tagliare le risorse, poi non può dire alle amministrazioni: fate questo, fate quell'altro, mettete adesso anche i posacenere, piuttosto che provvedete alla pulizia nelle strade, perché, ovviamente, tutte queste cose, che dovrebbero essere tra l'altro di elementare buon senso, neanche scritte su una legge, hanno bisogno delle relative risorse, che, purtroppo, lo Stato centrale continua a tagliare agli enti locali.
  Lo stesso si dica per il problema delle gomme da masticare e del fatto che non vanno buttate nei bagni: non servirebbe neanche una legge per dirlo, dovrebbe essere di elementare buon senso, ma anche questo aspetto è una delle cose «di colore» trattate in questo provvedimento.
  Poi ci sono delle cose invece più importanti, ma allo stesso tempo più antipatiche. La parte di questo provvedimento per la quale siamo assolutamente contrari e per la quale abbiamo particolari riserve, su cui siamo intervenuti qui in Aula, è che ci troviamo in un momento di crisi economica, dove non ci sono soldi per nessuna delle categorie disagiate, dove si fa Pag. 4fatica a trovare le risorse per le forze dell'ordine e dove vengono tagliati distaccamenti, sedi e presidi di sicurezza sul nostro territorio. Nella fattispecie, nella mia provincia, ad Arcore, viene tagliato il distaccamento della polizia stradale; ma vengono anche soppressi distaccamenti in tutta Italia della polizia postale, della polizia ferroviaria. Pensiamo ai reati di pedofilia, al rischio di delinquenza e di spaccio presso le stazioni, con il venire meno della polizia ferroviaria. Mancano le risorse anche per piangere, ma al Ministero dell'ambiente, in questo provvedimento, si trovano le risorse per gli aumenti dei dirigenti di prima e seconda fascia, rispettivamente dal 15 al 30 per cento e dal 10 al 20 per cento: noi non riusciamo a capire perché in un provvedimento di legge si avvantaggiano soltanto i dirigenti di un determinato Ministero ! Solo di questo ambito, solo in quel luogo, solo in quel Ministero ! Questo non è spiegabile !
  Abbiamo sentito che sarebbero stati fatti dei tagli con la spending review a livello centrale: i tagli centrali a livello di spending review fanno ridere ! I veri tagli sono quelli agli enti locali, come denuncia l'Associazione nazionale dei comuni, e alle regioni, come denunciano i governatori delle regioni, capofila il governatore del Piemonte del Partito Democratico, Chiamparino.
  Non possiamo andare avanti così si racconta che la spending review sono i tagli dello Stato, ma i tagli dello Stato non esistono: anzi, in un provvedimento come questo si fa l'esatto contrario, perché noi abbiamo letto sulle tabelle del Sole 24 Ore che anche il Ministero dell'ambiente avrebbe sforbiciato di qualche milione di euro; adesso si scopre che viene fatto un provvedimento dove i dirigenti di quel Ministero, e solo di quel Ministero, hanno la possibilità di avere questi aumenti. Questa è una cosa che assolutamente non possiamo condividere.
  Crediamo che le priorità siano altre e soprattutto che non si possano utilizzare due pesi e due misure.
  Poi un'altra parte critica del provvedimento è quella della sovrapposizione delle competenze con gli enti locali, ma anche con le regioni. Viene più volte ribadito in questo provvedimento di carattere nazionale che si interviene su competenze che sono demandate agli enti locali. Io non dico che sia sempre sbagliato: dico che la sovrapposizione di competenze crea confusione, perché, se per tenere pulita una strada o, nella fattispecie di cui stiamo parlando, si parla di un fiume – e anche oggi, purtroppo, registriamo allagamenti in diverse zone, non solo del nord – e se la priorità è sicuramente assicurare la sicurezza soprattutto nelle zone alluvionali e tenere puliti gli alvei dei fiumi, non è possibile che in un provvedimento come questo si dica che ci sono più enti che se ne occupano. Perché la storia insegna che, quando più enti si occupano della medesima cosa, alla fine non se ne occupa nessuno, perché, se le cose non vengono fatte, è sempre colpa di quell'altro.
  Nei Paesi normali, nei Paesi civili – io spesso e volentieri ho modo di farmi un giro in Svizzera – per ogni competenza c’è uno e un solo ente. Il cittadino sa di chi è la colpa o di chi è il merito quando le cose funzionano o non funzionano, perché c’è il principio di responsabilità e di meritocrazia, ma soprattutto c’è chiarezza legislativa. Un ente, una competenza: la strada, il fiume, l'ospedale, c’è un ente che se ne occupa. L'ospedale funziona ? So di chi è il merito. L'ospedale fa schifo ? So di chi è la colpa.
  Qui, nel nostro Paese, non si capisce mai niente, perché c’è sempre la sovrapposizione delle competenze e, purtroppo, in questo provvedimento, invece che semplificare, chiarificare e decidere che a un ente corrisponde una competenza, si ingarbuglia ancora di più il quadro. Quindi, da domani non sapremmo neanche più con chi prendercela quando il fiume x non sarà drenato e non sarà stato ripulito.
  Poi, denunciamo un altro aspetto che ci ha lasciato perplessi: il fatto che solo i legnami, il legno non trattato abbia degli incentivi. Voi sapete che, oltre che alla crisi economica, il comparto dei mobilieri Pag. 5è colpito dalla situazione di sanzioni reciproche esistenti con la Federazione Russa. Non riguarderebbe il comparto del legno, ma, per chi non lo sa, abbiamo avuto modo, dieci giorni fa, di visitare il Salone del mobile italiano a Mosca. Tutti i nostri produttori di mobili sono assolutamente arrabbiati e preoccupati, a cominciare dal presidente Snaidero, che ha delle simpatie per il Partito Democratico, ma che denunciava il fatto che loro continuano ad avere ordini dalla Federazione Russa, ma questi non possono più pagare, perché hanno difficoltà a fare bonifici bancari e a liquidare, in termini proprio di finanza, i produttori.
  Non è possibile in un provvedimento come questo – dove bisognerebbe studiare come supportare questa categoria – (che, oltre alla crisi economica, ha anche questo problema di export con la Federazione Russa, che rappresentava il nuovo cliente emergente, che saliva del 10, 12, 15 per cento ogni anno in termini di ordinativi sui produttori italiani), mettere più burocrazia per il fatto che si tolgono gli incentivi per tutti i legni che sono stati lavorati. Capite bene che qualsiasi tipo di legname è sostanzialmente stato lavorato e quindi questo è un altro aspetto che va nella direzione di complicare la vita a chi lavora, a chi produce, a chi porta soldi nel nostro Paese. Quindi, è un provvedimento che, in molti aspetti di carattere tecnico, rischia di burocratizzare e di rendere la vita più difficile ai cittadini, anche se le finalità, come ho detto, sono condivisibili.
  Un ultimo punto – e chiudo, signor Presidente, in 30 secondi – nel provvedimento è che tra l'altro c’è il rischio concreto dell'aumento delle tariffe dell'acqua. Ecco, noi non vorremmo che, sempre con le finalità assolutamente positive della depurazione delle acque e quant'altro e nel dire che l'acqua è pubblica e che appartiene all'universo mondo, anche se le direttive europee della tanto acclamata e decantata Europa vanno in direzione contraria – non entro nel merito -,in questo provvedimento si rischi di determinare l'aumento delle tariffe dell'acqua. Noi non vorremmo che, ancora una volta, i costi ambientali vengano fatti poi pagare ai cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, sottosegretario, onorevoli colleghi, a distanza di un anno da quando il Governo Letta ha approvato il collegato alla legge di stabilità 2014, finalmente quest'Aula di Montecitorio ha potuto esaminare questo provvedimento. Nel frattempo però è cambiato il Ministro dell'ambiente, il Presidente del Consiglio, sono stati depennati 11 articoli del provvedimento originale e soprattutto, possiamo ben dirlo, dopo l'approvazione del decreto «sblocca Italia» è profondamente cambiato l'orientamento del Governo nei confronti delle tematiche ambientali e di un approccio sostenibile alle questioni dello sviluppo, che pure questo collegato ambientale aveva iniziato ad affrontare dopo anni di inerzia governativa in questi campi. Oggi al voto dell'Aula abbiamo un provvedimento frutto di un importante lavoro di approfondimento e di modifica da parte della Commissione ambiente, dove si è avuto un proficuo confronto e dove sono stati approvati numerosi emendamenti che vanno nella direzione auspicata anche dal gruppo Sinistra Ecologia Libertà. Ben altro approccio quindi rispetto a quanto abbiamo sperimentato nel decreto «sblocca Italia» dove, per garantire i soliti concessionari autostradali, i petrolieri, gli speculatori edilizi e, diciamolo pure, gli inceneritori, si è reso tutto strategico e in deroga, mettendo così a repentaglio il nostro patrimonio territoriale, l'equilibrio ambientale e le garanzie di trasparenza sugli appalti. Andremo quindi a votare un provvedimento che rimetterà in cammino le politiche della sostenibilità e dell'ambiente, sapendo però che il Governo Renzi con le sue politiche fossili e vecchie di trent'anni e con la sua pratica di decretazione d'urgenza ha ridotto il Ministero dell'ambiente ad un simulacro di se stesso, dove le Pag. 6politiche ambientali rischiano di tornare ad essere un esercizio retorico buono solo per l'assemblea dell'ONU. Ecco la ragione per cui questo provvedimento non arrivava mai in Aula, ecco spiegato lo scarso interesse dell'attuale Ministro dell'ambiente verso questo collegato ambientale. Eppure, ribadisco, la Commissione aveva fatto un buon lavoro, con spirito costruttivo sia da parte della maggioranza che dell'opposizione. Il testo conteneva proposte interessanti e positive, come quella sugli appalti verdi, sul passaggio dalle autorità di bacino alle autorità di distretto, sull'abbattimento di immobili abusivi, sull'estinzione del Comitato per il capitale naturale e del Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi. Sottolineiamo altre norme importanti contenute in questo collegato ambientale, quelle relative alle aree di «oil free zone», nelle quali incentivare l'autosufficienza energetica senza l'utilizzo di fonti fossili in modo da raggiungere gli standard europei in materia di sostenibilità ambientale. Ma anche l'articolo 35, che mira a costituire una strategia nazionale della «green community», destinata a prevedere un piano di sviluppo sostenibile volto alla valorizzazione delle risorse dei territori rurali e montani in diversi ambiti, dall'energia al turismo, dalle risorse idriche al patrimonio agroforestale, in rapporto con le aree urbane. Positive anche le misure per incrementare la raccolta differenziata, dove si prevede la stipula di accordi di programma e di incentivi per l'acquisto dei prodotti derivanti da materiale post consumo. Attualmente, infatti, siamo al paradosso che nella nostra legislazione non esistono incentivi per il recupero e l'utilizzo dei materiali secondi, mentre esistono solo incentivi per il recupero energetico dei rifiuti. Inoltre le modifiche introdotte in Commissione hanno soppresso il differimento di otto anni delle scadenze previste per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, presente invece nella versione iniziale del collegato ambientale. All'articolo 23 si prevedono misure volte al finanziamento degli interventi dei comuni per la rimozione e demolizione di immobili abusivi realizzati in aree a rischio idrogeologico elevato o molto elevato, in assenza e in totale difformità dal permesso di costruire. Sono state inserite anche norme significative oggetto di risoluzione approvata in Commissione ambiente, che finalmente potranno diventare legge: penso per esempio alla risoluzione a prima firma del collega Zaratti, che chiedeva il divieto di coltivazione e ricerca idrocarburi con il sistema del fracking. Ora diventerà legge, grazie all'articolo 26-ter di questo collegato ambientale, il divieto assoluto di coltivare e ricercare idrocarburi con la ricerca del fracking, al fine di tutelare le acque sotterranee dall'inquinamento e promuovere un utilizzo razionale del patrimonio idrico nazionale. Un processo virtuoso, signor Presidente. Sono stati anche approvati 14 emendamenti di Sinistra Ecologia Libertà, come la norma con cui viene assegnata una priorità alle imprese green nelle graduatorie per l'assegnazione di contributi, agevolazioni e finanziamenti in materia ambientale, in particolare per quanto riguarda la programmazione dei fondi comunitari 2014-2020.
  Troviamo positiva anche la norma introdotta con l'articolo 2-bis, che prevede l'avvio di un programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola, casa-lavoro per progetti realizzati dagli enti locali. Sempre durante l'esame in Commissione è stato introdotto l'articolo 5-bis che prevede che nei provvedimenti di VIA, necessari per i progetti riguardanti le centrali termiche e altri impianti di combustione con potenza termica di almeno 300 megawatt, dovranno essere contenute anche prescrizioni che attengono aspetti di impatto sanitario, ossia deve essere prevista la valutazione di impatto sanitario sulla salute dei cittadini per ogni nuova autorizzazione richiesta.
  Insomma, possiamo dire che è stato fatto davvero un buon lavoro in Commissione; questa è la via da seguire ed è determinante che la Commissione sia stata messa nelle condizioni di confrontarsi e operare e non le siano stati invece imposti decreti-legge blindati, come accade ogni settimana e come è successo purtroppo Pag. 7con il decreto «sblocca Italia». Il vero pericolo, però, Presidente, per questo collegato ambientale è che gran parte delle norme introdotte rischiano di non avere alcuna ricaduta pratica. Il provvedimento è pieno di norme e disposizioni di legge che, per poter essere realizzate, hanno bisogno di numerosi decreti attuativi e ciò non lascia ben sperare, vista la lentezza storica con la quale vengono tradizionalmente emanati questi decreti. Inoltre, il non aver fissato un termine entro il quale emanare decreti rende il tutto ancor più aleatorio, con il rischio quindi che il tutto resti, ancora una volta, sulla carta.
  Un altro elemento che davvero ci preoccupa è la scarsa copertura finanziaria del provvedimento: sono infatti troppo poche le risorse messe in campo, a cominciare dalle norme di incentivazione dell'economia verde e degli acquisti di prodotti post consumo, alla miseria dei dieci milioni di euro volti al finanziamento degli interventi dei comuni per la rimozione o demolizione di immobili abusivi realizzati in aree a rischio idrogeologico, veramente quattro soldi.
   Basta seguire quanto sta accadendo nel nostro Paese in merito alla cattiva gestione del territorio e al dissennato e tante volte abusivo consumo di suolo per capire che c’è bisogno di tutt'altro che 10 milioni di euro. Ma vogliamo ammettere, Presidente, una volta per tutte, che la pianificazione territoriale in questi ultimi decenni ha percorso prevalentemente le vie della speculazione, delle rendite immobiliari e fondiarie, piuttosto che quelle dell'armonia e del rispetto delle leggi della terra che – permettetemi – non ci fa sconti, né condoni, né deroghe, ma solo pesanti multe ? Vogliamo ammettere che abbiamo alle porte un chiaro atto di sfratto, se non cambiamo radicalmente rotta ?
  Che dire poi dell'esigua dotazione di 35 milioni con la quale verranno concessi contributi statali per progetti realizzati dagli enti locali nell'ambito del programma di mobilità sostenibile casa-scuola ? Favorire la riduzione dell'inquinamento e la tutela dell'ambiente negli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola ha bisogno di ben altri interventi e dotazioni finanziarie.
  Insomma, nonostante il buon lavoro fatto, non vorremmo trovarci, sottosegretario, di fronte all'ennesimo provvedimento manifesto che si svuota di fronte alla mancanza di regolamenti attuativi, o peggio impraticabile per mancanza di risorse. Nella coscienza del buon lavoro svolto alla Camera e, assieme, con la consapevolezza che c’è ancora molto da fare e che le politiche ambientali devono avere più spazio e più risorse da parte di questo Esecutivo, Sinistra Ecologia Libertà voterà comunque a favore di questo collegato ambientale, ma sarà nostro compito, Presidente, vigilare e verificare che quanto di buono è stato fatto non venga vanificato. Statene pure certi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Scelta Civica dichiara voto favorevole su questo disegno di legge in materia di green economy e contenimento delle risorse ambientali perché ritiene che sia un provvedimento importante perché, per la prima volta, entra in Parlamento un disegno di legge che riguarda un nuovo settore nel contesto economico e anche sociale, che è appunto la green economy, che è sostanzialmente un utilizzo razionale delle materie prime e delle risorse e che va ad impattare fortemente su una opportunità di sviluppo, in questo momento di crisi, per tutto il settore economico-industriale e non solo.
  È un provvedimento importante perché per la prima volta si fissano le politiche ambientali del nostro Paese, proprio nella direzione di uno sviluppo sostenibile. Inoltre, è anche in linea con quanto registriamo negli altri Paesi europei, dove gli investimenti in green economy testimoniano occupazione, sviluppo ed innovazione, Pag. 8sviluppo di ricerca e anche i dati, per quanto risibili nel nostro Paese, testimoniano che la ricerca sulla green economy dà occupazione e che le occupazioni che stiamo registrando riguardano aziende che lavorano nella green economy.
  Quindi, un giusto provvedimento, perché fissa dei paletti, fissa dei temi sui quali sviluppare una politica razionale, che non è solo l'adempimento alle norme comunitarie in materia di contenimento delle emissioni in atmosfera, ma è un opportunità più distribuita su una filiera più vasta, che riguarda l'industria, la ricerca, l'innovazione e che riguarda tanti altri settori produttivi. Il decreto lo fa in maniera organica, perché fissa sulla domanda, incentivi, quando parla di acquisti verdi, dove vengono favorite le aziende, all'interno delle pubbliche forniture, che lavorano con sistemi di gestione aziendale certificati EMAS o ISO 14001, cioè sistemi di produzione e di gestione dell'azienda che guardano al contenimento delle risorse e al rispetto dell'ambiente e hanno un canale preferenziale, con riduzione di garanzie nelle forniture che sono, appunto, oggetto dei contratti di appalto.
  Lo fa anche quando entra nella valutazione dei criteri di aggiudicazione degli appalti e delle stesse forniture, quando stabilisce che nei parametri fondamentali per la valutazione del prodotto oggetto del contratto ci sia il ciclo di vita dei prodotti, la certificazione dei prodotti e la valutazione di misure compensative delle emissioni in atmosfera, seguendo le direttive europee. Quindi, sono fattori importanti perché accelerano la qualità e la trasformazione delle aziende verso il rispetto ambientale, la trasformazione delle aziende, dei sistemi produttivi e del prodotto, che effettivamente deve corrispondere a parametri di tutela anche della salute dei cittadini, dell'ambiente e del sistema produttivo.
  Interviene, quindi, anche sui prodotti allorquando favorisce, all'interno della complicata gestione dei rifiuti, i prodotti derivati dal post consumo. Favorisce, quindi, intervenendo sul codice dell'ambiente, degli accordi di programma tra pubblico e privato o tra consorzi, perché si possa incentivare la produzione di beni che derivano dal riutilizzo di materiali, di materiali di post consumo, e non solo la produzione ma anche l'acquisto, e lo fa anche prendendo delle risorse simbolicamente importanti, consentendo alle regioni di utilizzare le addizionali sulle ecotasse dei comuni che non raggiungono gli obiettivi prefissati e che vanno proprio a favore di incentivi verso soluzioni diverse e migliori per il raggiungimento, appunto, degli obiettivi di riciclo e di riutilizzo dei rifiuti.
  È anche importante il lavoro fatto in Commissione allorquando ci si è opposti a una protrazione di otto anni del raggiungimento degli obiettivi di raccolta e si è preferito, invece, porre degli incentivi per i comuni più virtuosi, più capaci di allinearsi in questa che è un'esigenza non solo ambientale ma anche di opportunità e di risorse per questo Paese.
  È importante anche l'aspetto di questo provvedimento allorquando interviene sulla mobilità sostenibile, che è un altro fattore riconosciuto dall'Europa, ma riconosciuto anche dal sistema economico in senso lato, un fattore importante non solo per la riduzione delle emissioni ma proprio per favorire sistemi di produzione di mezzi di trasporti diversi, più compatibili con l'ambiente e con la gestione del territorio. Quindi, vengono addirittura appostati 35 miliardi per il Programma nazionale sperimentale della mobilità, che riguarda la mobilità casa-lavoro e la mobilità casa-scuola, favorendo il car-pooling o il bike-pooling. Sono sistemi che coinvolgono collettività da 100 mila abitanti, ma è importante il segnale che viene dato per muoverci su un altro fattore importante, che è il trasporto e la mobilità all'interno delle città.
  Così come è importante che vengano stanziati anche 10 miliardi per la demolizione di edifici o di opere che possono costituire un pericolo per l'assetto idrogeologico dei territori e, quindi, che consentono ai comuni rapidamente di attingere a risorse necessarie per togliere pericolo per la collettività. È un problema Pag. 9che tutti noi stiamo vedendo quanto sia importante e gravoso, per come è stato ad oggi gestito il territorio.
  Ci sono altri aspetti importanti che riguardano il Fondo di garanzia per le risorse irrigue e, quindi, andiamo a sanare ulteriormente, dopo quanto già fatto nello «sblocca Italia». Andiamo a intervenire su quella che è un'infrazione europea, sui depuratori, sul trattamento delle acque, e abbiamo inserito, anche in Commissione, l'intervento sulle fognature, perché deve essere ancora noto che in molti comuni del nostro Paese ancora oggi siamo al di sotto dei minimi europei per la gestione delle acque e, appunto, per lo scarico delle acque nelle fognature.
  Quindi, questo Fondo di garanzia è importante perché conferma la volontà di questo Governo e di questa Camera di voler portare l'Italia, nella gestione delle risorse irrigue, che sono gestioni pubbliche, a livelli che siano europei, ma soprattutto a livelli che siano orientati verso la sostenibilità ambientale. Sono anche importanti gli interventi di carattere organizzativo di difesa del suolo con i distretti d'ambito, che praticamente sostituiscono le autorità di bacino e consentono anche una razionalizzazione del funzionamento di questi enti, affinché si possa dare effettivamente una risposta concreta nel prevenire tutte le problematiche legate alla gestione dei bacini idrogeologici. Vi sono anche i provvedimenti nell'ambito delle terre e rocce da scavo, che forse sono una delle criticità più importanti; questo provvedimento è stato rivisto ben otto volte, proprio a testimoniare come si sia sbagliata la direzione. Noi in questa materia abbiamo una quantità di puntualizzazioni superiori a quelle stabilite dall'Unione europea ed è importante che siano stati esclusi dagli obblighi di discarica i residuati dell'attività di lavorazione del lapidio. Il lapidio è un'attività importante per la tradizione produttiva nel nostro Paese ed è importante anche per la regione dalla quale provengo, la Puglia. Quindi, essere intervenuti a ridurre quest'onere, anche concettualmente poco accettabile, significa anche dare un segnale di attenzione verso queste piccole realtà, anche artigianali, che producono prodotti di scarto che, qualora non inquinati da materiale tossico, non ha alcun senso che vengano portati in discarica, con un appesantimento degli oneri dell'attività produttiva. Quindi, è un provvedimento che ha la sua valenza proprio per fissare alcuni punti chiave e alcuni settori sui quali sistematicamente operare anche nel tempo e successivamente perché l'Italia si prepari ad affrontare l'opportunità della green economy in maniera strutturata e sistematica, e quindi possa portare un ritorno economico. Altri Paesi stanno dimostrando infatti che in questo settore innovativo si può lavorare e si può portare occupazione e opportunità per il sistema produttivo e non solo, anche sul miglioramento di qualità dei cittadini.
  Ci sono delle criticità a cui si faceva riferimento prima. L'assunzione o il passaggio di livello di fasce di dipendenti del Ministero dell'ambiente sicuramente non è un segnale che piace ai cittadini in questo momento di grande restrizione della spesa e di grande contenimento dei costi. Ci auguriamo che questo incremento di livello sia funzionale ad una maggiore efficienza nella risposta che il Ministero dell'ambiente ma anche altri Ministeri devono dare, perché questo provvedimento è inficiato ab origine dalla grande quantità di rinvii a decreti attuativi che sono in capo ai Ministeri, che devono poi effettivamente rendere disponibili quelle risorse che sono state appostate. Quindi, questo è un elemento di criticità, perché sappiamo tutti che, quando si rinvia all'operato di più Ministeri, il tempo non è più una variabile certa e quelle risorse probabilmente diventano incerte, proprio perché poi vengono direzionate in altre priorità e in altre situazioni di emergenza che purtroppo questo Paese vive sistematicamente. Quindi, è una criticità importante che può però essere superata nella logica di insieme che questo provvedimento ha, se valutato in quelle misure, come dicevo prima, all'interno dello «sblocca Italia», anch'esse finalizzate ad una attenzione particolare al territorio, all'utilizzo delle risorse irrigue, ai finanziamenti che sono Pag. 10fondamentalmente direzionati verso un'attenzione a un miglioramento dell'intervento dello Stato per risolvere problemi gravi di dissesto idrogeologico, per migliorare la qualità della vita dei cittadini, per migliorare le condizioni ambientali del nostro Paese, per riportarlo a livelli di gestione dell'emissione in atmosfera che siano paragonabili con i livelli stabiliti dall'Unione europea. Quindi, sono da una parte adempimenti e, dall'altra, delle prospettive di sviluppo e opportunità importanti e credo che sia importante che, se per la prima volta questa Camera affronta il tema della green economy, non sia l'ultima volta, ma che sia la prima di tante altre volte, perché effettivamente è un settore importante dove risorse per migliorare la condizione di vita dei cittadini possono a valle creare occupazione, perché interessa una filiera molto articolata, molto importante, ed è una caratteristica di questo Paese avere la capacità e l'inventiva di affrontare settori di frontiera come appunto quello della green economy. Quindi, confermo il voto favorevole di Scelta Civica su questo provvedimento davvero innovativo nei presupposti e negli obiettivi (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia, Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Taglialatela. Ne ha facoltà.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, dopo l'approvazione di questo provvedimento, di fatto il Governo Renzi non avrà più alibi. Dagli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, il giudizio positivo per quello che riguarda il contenuto e l'indirizzo delle norme contenute all'interno di questa legge è sostanzialmente positivo. Vi è sempre il dubbio che la materiale attuazione delle norme attraverso i decreti che sono nella responsabilità del Governo possa differire nel tempo o addirittura tradire lo spirito con il quale l'Aula e la Commissione hanno lavorato per arrivare all'approvazione di un testo che mette al centro dell'attenzione la tutela dell'ambiente.
    E noi sappiamo bene quanto l'ambiente, non solo per quello che riguarda la sicurezza dei luoghi e delle persone, ma anche per quello che riguarda l'economia nazionale, sia un tema di straordinaria importanza.
  Vi sono alcuni aspetti che sono stati trattati in maniera troppo superficiale. Voglio sottolinearne uno, in particolare: la mancata attenzione rispetto all'efficientamento energetico, alla qualificazione degli edifici pubblici e residenziali – e quindi l'obiettivo non tanto e non solo di trovare energie rinnovabili, ma, soprattutto, di ridurre lo spreco di energia, che, indubbiamente, per l'Italia è rappresentato anche dalla scarsa qualità dei suoi immobili, pubblici e privati – è un tema che viene affrontato in maniera troppo superficiale.
  È stata richiamata prima l'assenza totale di una norma che, in qualche modo, dia una copertura finanziaria a questo tipo di attenzione, che, tra l'altro, si sposa anche con un'altra esigenza, quella di evitare il consumo del suolo, e quindi, attraverso la riqualificazione di ciò che è attualmente costruito, indubbiamente, anche la classificazione energetica degli edifici è qualcosa di estremamente significativo e importante.
  Ma è evidente che non tutto poteva essere scritto: molto dovrà essere portato all'attuazione dal Governo, e quindi, da domani in poi, è il Governo ad essere sottoposto al nostro monitoraggio, per fare in modo che le norme contenute all'interno della legge vengano materialmente, concretamente e rapidamente attuate.
  Vi è, soprattutto, la preoccupazione che si aggiunga nuova burocrazia, per quello che riguarda la green economy e l'attenzione all'ambiente, agli imprenditori, che già attualmente devono divincolarsi da norme che sono spesso contraddittorie e non sempre leggibili; norme che, qualche volta, sono sovrapposte con ulteriori norme regionali e comunali.
  Ma è evidente che l'affermazione di una cultura della tutela dell'ambiente che, in modo complessivo, abbia nella qualità Pag. 11dell'ambiente l'obiettivo principale da raggiungere, attraverso questo disegno di legge, è stata posta all'attenzione, ed è questo il motivo principale e sostanziale per il quale il gruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale dichiara il suo voto favorevole.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,23).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto finale – A.C. 2093-A)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, sottosegretario, onorevoli colleghi, il gruppo parlamentare del Nuovo Centrodestra voterà a favore di questo disegno di legge, non soltanto perché, all'interno di questo provvedimento, si parla e si mira al contenimento dell'uso eccessivo del nostro patrimonio territoriale – e, in questo momento in cui noi abbiamo assistito a tragedie che colpiscono ripetutamente molti territori del nostro Paese, ci viene imposta una responsabilità importante – ma anche perché, in questo disegno di legge, come altri miei colleghi parlamentari hanno detto, si affronta in maniera organica la questione della green economy.
  In un momento difficile come quello attuale, l'ambiente è un ambito in grado di produrre ricchezza e lavoro. Il Paese non può aspettare, serve nuovo impulso, e questo provvedimento, insieme – lo vorrei ricordare – non soltanto ad alcune norme contenute nello «sblocca Italia», ma anche alla riforma delle agenzie ambientali e all'introduzione nel nostro ordinamento dei reati di natura ambientale, ci permetterà di avvicinare l'Italia ad altri Paesi europei e del mondo.
  Le sfide internazionali ci richiedono sensibilità nei confronti dell'ambiente, ma allo stesso tempo l'esigenza di fare impresa. Si deve conciliare la necessità di creare occupazione e benessere con la salvaguardia del contesto ambientale. Dobbiamo promuovere l'innovazione e contemporaneamente sfruttare con intelligenza le risorse naturali del nostro Paese.
  Questo provvedimento abbraccia diversi capitoli della politica ambientale, vista in un'ottica di sviluppo sostenibile. Parliamo ad esempio delle politiche di prevenzione ambientale, intese a favorire, appunto, la green economy. Mi riferisco all'introduzione, nell'assegnazione degli appalti pubblici, di criteri di valutazione che prestino attenzione a tutto ciò che riconduce alle certificazioni ambientali di livello europeo, come l'EMAS e l'Ecolabel.
  Un altro aspetto qualificante del provvedimento è lo sfruttamento intelligente delle risorse naturali a nostra disposizione, dalla loro valorizzazione al recupero di materiali già usati, in un contesto che rafforzi le politiche a sostegno, per esempio, della raccolta differenziata. Molti articoli mirano ad incentivare l'acquisto di prodotti ottenuti da materiali definiti «post consumo», ad esempio agevolando la stipula di contratti di programma tra associazioni pubbliche e private, comprese le associazioni di volontariato e la generalità di imprese che operano nel contesto del riciclo e riutilizzo di materiali. I contratti che sono stipulati rappresentano un mezzo per ottenere incentivi per le attività imprenditoriali che sono impegnate nella preparazione dei materiali «post consumo».
  A proposito della raccolta differenziata ricordiamo che questo provvedimento, nell'articolo 14, opera dei significativi interventi sul codice ambientale, a favore del raggiungimento di quegli obiettivi che Pag. 12danno alla raccolta differenziata una possibilità ottimale di essere realizzata. L'obiettivo è quello di premiare i comuni virtuosi che riescono a raggiungere, o meglio a superare, i livelli di raccolta differenziata esplicitamente previsti dalla legge.
  Questa, colleghi, è la strada maestra per la gestione della problematica, che fino ad oggi è stata molto onerosa, dello smaltimento dei rifiuti in Italia. Ed è la strada che faciliterà nel tempo una maggiore sensibilità anche dell'opinione pubblica verso questo tipo di temi, che noi, purtroppo, nel nostro Paese per troppo tempo abbiamo trascurato.
  Altrettanto importante è tutto ciò che è riconducibile alla produzione di energia, nonché alla possibilità di ottenerla attraverso cospicui risparmi anche per i cittadini e all'utilizzo sempre maggiore di fonti rinnovabili. Questo significa, signor Presidente, conciliare sviluppo economico e sostenibilità ambientale e, quindi, creare lavoro nel rispetto del contesto naturale in cui si vive.
  È utile ricordare che lo scorso anno il 60 per cento – ripeto il 60 per cento – dei nuovi impieghi è stato ottenuto da investimenti nell'imprenditoria ambientale. È per questo che noi siamo convinti che la green economy sia soltanto all'inizio e che debba essere valorizzata nel nostro Paese. Dobbiamo continuare a sostenere le imprese che investono in quest'ambito. Il mondo in evoluzione porterà le prossime generazioni ad inventarsi dei nuovi lavori, dei nuovi modi di lavorare e dei nuovi modi per creare benessere.
  E ritengo che anche l'incentivazione di un'economia verde, basata sull'innovazione tecnologica e sul rispetto ambientale – ed innovazione e rispetto ambientale non sono in disaccordo, ma camminano sulla stessa strada – possa contribuire in maniera significativa – dico significativa – ad una rivoluzione nel campo del lavoro nel nostro Paese, in Italia. Una rivoluzione in grado di renderci competitivi con il resto del mondo, che consenta ai giovani di specializzarsi in settori sempre più richiesti e necessari per poter fare impresa, un'impresa di qualità, rispettosa dell'ambiente, nemica della corruzione e del malaffare.
  Questa di oggi è un'importante occasione per cercare di cambiare le cose, ben sapendo che molto resta da fare e da migliorare. Ed io, nel confermare il voto favorevole del Nuovo Centrodestra, voglio ricordare che la difesa dell'ambiente è sempre più una necessità globale e salutare positivamente la decisione della Cina di imboccare una strada responsabile nella riduzione dei gas serra (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vella. Ne ha facoltà.

  PAOLO VELLA. Signor Presidente, rappresentante del Governo ed onorevoli colleghi, oggi la green economy è un'esigenza della natura dell'uomo. Una volta la green economy scaturiva dalla necessità e dalla povertà. Sulla green economy si pubblicano libri e saggi, ne parlano tecnici e politici. Sappiamo che di sicuro l'economia verde, con radici così profonde, è quella del futuro prossimo.
  Dall'economista Alessandro Marangoni apprendiamo che il riciclo dei rifiuti sviluppato dal sistema CONAI ci fa risparmiare 3,24 miliardi all'anno, che altrimenti l'Italia spenderebbe per lo smaltimento di rifiuti di imballaggio.
  Il Ministro dell'ambiente, nel presentare gli stati generali della green economy, dice che, in anni di crisi gravissima, cresce nel nostro Paese un solo comparto: quello della green economy, sia come volume d'affari che come occupazione.
  Il Governo sostiene questa rivoluzione ambientale, eppure, a differenza degli auspici del Ministro, le politiche attuate sono ondivaghe ed incostanti.
  C’è ancora spazio, in Italia, per l'economia verde, non solamente perché è ormai consolidato il fatto che la cosiddetta green economy sia lo strumento più efficace per accelerare l'uscita da circa sei anni di crisi; è il classico esempio in il cui Pag. 13benessere economico si affianca al miglioramento della qualità della vita ed alla difesa dell'ambiente.
  Lo spazio per la crescita della sostenibilità della produzione e nei consumi deriva anche dal fatto che le imprese italiane sono, sebbene fra le più avanzate al mondo, ancora più indietro dei concorrenti stranieri. Secondo l'Eurobarometro, istituto statistico europeo, il 25 per cento delle aziende italiane fino a 250 dipendenti offre prodotti e servizi eco ed un altro 7 per cento intende offrirli nei prossimi tre anni. Ma queste imprese sostenibili sono già il 33 per cento in Germania, il 31 nel Regno Unito, il 30 in Francia ed il 34 negli Stati Uniti.
  Secondo i dati presentati alla fiera di Rimini di Ecomondo, l'industria verde, nonostante la crisi mondiale, negli anni ha continuato a crescere; il giro d'affari globale, nel 2005, secondo l'Unido, era di 990 miliardi di euro in 6 settori green: efficienza energetica, gestione sostenibile delle risorse idriche, mobilità sostenibile, bioenergia, uso efficiente dei materiali, gestione dei rifiuti e riciclo. Nel 2020 è stato stimato che sarà più che raddoppiato, andando a circa 2.200 miliardi di euro. Uno studio della fondazione Enel del Politecnico di Milano ha stimato che in Italia, con interventi di efficienza energetica, si potrebbero risparmiare 25 milioni di tonnellate di petrolio al 2020, cioè 72 milioni di tonnellate di anidride carbonica non emessa nell'aria, con un giro di affari di 64 miliardi di euro e 460 mila posti di lavoro.
  Il provvedimento, collegato alla legge di stabilità per il 2014, è stato sostanzialmente modificato nel corso dell'esame presso la Commissione di merito, in conseguenza dell'aggiunta di nuovi articoli, della riscrittura di articoli esistenti, nonché della soppressione di alcune disposizioni, alcune delle quali di contenuto identico o analogo a norme del decreto-legge n. 91 del 2014.
  Entrando nel merito del contenuto del disegno di legge, per quanto condivisibile, se riferito ad una nuova visione del sistema economico fondata sulla maggiore partecipazione, che passa necessariamente attraverso la sostenibilità dello sviluppo, nuove tecnologie e rinnovamento dei modelli produttivi, esso contiene nel complesso misure insufficienti e generiche che destano perplessità se valutate nel loro insieme. In particolare, per quanto concerne, ad esempio, le misure riguardanti l'agricoltura, vengono attribuite risorse finanziarie decisamente esigue o addirittura inesistenti. Più specificatamente, l'istituzione presso la Cassa conguaglio per il settore elettrico del previsto Fondo di garanzia per gli interventi finalizzati al potenziamento delle infrastrutture idriche in tutto il territorio nazionale avrebbe meritato delle risorse certe e di immediata disponibilità. Viceversa, la decisione di alimentare tale Fondo attraverso una specifica componente della tariffa del servizio idrico integrato, determinata dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, risulta non condivisibile e con ogni probabilità comporterà che l'onere del finanziamento sarà, come di consueto, scaricato sulla bolletta degli utenti.
  Inoltre, alcune disposizioni, come l'istituzione della oil free zone, le cui modalità di organizzazione sono rimesse alle legislazioni regionali, con le lungaggini e le complessità delle procedure legislative note, avrebbero meritato maggiore attenzione, ad esempio risolvendo il problema di accesso al credito perché non è possibile fare green economy, ovvero un cambiamento tecnologico e di modernità, senza eliminare i continui ostacoli nella gestione della concessione di liquidità finanziaria alle imprese agricole. Si tenga presente, inoltre, che il riciclo degli scarti e la produzione del biogas rappresenta una priorità energetica del settore agricolo, a differenza del fotovoltaico a terra che sottrae i terreni.
  Vi sono, poi, alcune disposizioni riguardanti il settore dell'energia che destano molte perplessità circa il riparto di competenze legislative derivante dal titolo 5. La materia produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia è rimessa alla competenza concorrente tra Stato e regioni. Si ricorda, peraltro, che la Corte costituzionale, fin dalla sentenza n. 6 del Pag. 142004, ha ritenuto ammissibile un intervento dello Stato con una normativa di dettaglio nel settore energetico, pur trattandosi di materia di competenza concorrente, applicando il principio dell'attrazione in sussidiarietà elaborato nella sentenza n. 303 del 2003.
  Vi sono, poi, alcune disposizioni da evidenziare quali la norma che riguarda la definizione della strategia nazionale per le green communities da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, con il coinvolgimento di altri Ministeri e della Conferenza unificata, destinata a prevedere un piano di sviluppo sostenibile volto alla valorizzazione delle risorse dei territori rurali e montani. In diversi ambiti, dall'energia al turismo, dalle risorse idriche al patrimonio agroforestale in rapporto con le aree urbane, la norma autorizza il Ministero dell'economia e delle finanze, per il tramite della Cassa depositi e prestiti, a costituire un fondo italiano investimenti green communities riservato ad investitori qualificati per l'investimento nel campo della green economy, con particolare riferimento a quelli interessati ai territori montani e rurali italiani e con particolare riguardo per il sostegno agli investimenti nel campo dell'innovazione, della ricerca e dello sviluppo nei territori a cosiddetto «fallimento di mercato», al fine di ammortizzare e annullare i deficit strutturali permanenti di tali territori.
  Per quanto concerne poi gli articoli riguardanti le procedure di valutazione ambientale, il provvedimento contiene una serie di disposizioni che intervengono sulle procedure delle autorizzazioni ambientali riguardanti lo scarico in mare di acque derivanti da attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi o gassosi in mare, l'immersione in mare di materiali di esca o di fondali marini, nonché la movimentazione dei fondali marini derivante dall'attività di posa in mare di cavi e condotte. In particolare per tali tipologie di interventi, assoggettati alla valutazione di impatto ambientale nazionale o regionale, si prevede che le autorizzazioni ambientali siano istruite e rilasciate dalla stessa autorità competente per il provvedimento che conclude motivatamente il procedimento di valutazione ambientale.
  Occorre stigmatizzare in questa sede una critica circa la confusione procedurale con cui è stato portato avanti l'esame del provvedimento con la decisione di sopprimere una serie di norme per le quali era già stato avviato l'esame. Si tratta di un metodo di mancanza di coordinamento delle norme diventato ormai consuetudine del Governo e della maggioranza nel portare avanti i lavori parlamentari in questa legislatura.
  Onorevoli colleghi, ritengo perciò nel complesso il provvedimento privo di una forte governance che indirizzi e incoraggi gli imprenditori agricoli ad investire nel quadro della green economy.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  PAOLO VELLA. Ciò poteva rappresentare un'importante occasione per contrastare la crisi e dare rilancio all'economia ed è per questo motivo che dichiaro il voto contrario del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, gentili colleghi, siamo giunti al voto finale sul collegato ambiente al disegno di legge di stabilità 2014. Basta questo numero per esprimere il nostro giudizio negativo rispetto ai tempi di approvazione di questo provvedimento che sono stati troppo lunghi, senza tener conto che ancora si deve avviare il lavoro dell'altro ramo del Parlamento dove ci auguriamo che non servano altri dieci mesi o che ulteriori decreti non interrompano i lavori.
  E si badi bene che questa procedura così lenta non è stata causata dal confronto che pur c’è stato tra maggioranza Pag. 15e opposizioni, ma in quanto questo articolato è stato usato come tappa buchi, è stato più volte messo da parte per discutere – si fa per dire – e per votare le vostre quotidiane emergenze e urgenze che, come dimostrano i fatti che accadono tutti i giorni e le continue contestazioni della Commissione europea, a poco o a nulla servono di fatto per risolvere i problemi che attanagliano il nostro Paese.
  Eppure quando dovete confrontarvi su temi spinosi come quelli sugli inceneritori, sulle trivellazioni e sul consumo di suolo, vi rifugiate subito nel voto di fiducia. Così facendo, è bene ribadirlo, ammazzate il dialogo e soffocate quella libertà che ogni parlamentare dovrebbe avere nei confronti di alcuni provvedimenti che suscitano dubbi ed incertezze.
  Entrando nel merito del collegato ambientale, ribadisco come i nostri emendamenti passati già in Commissione abbiano di fatto migliorato il provvedimento. I principali riguardano l'introduzione della valutazione di impatto sanitario per le centrali termiche e gli altri impianti di combustione con potenza termica superiore a 300 megawatt; procedure di trasparenza per le pubbliche amministrazioni.
  Correggiamo gli errori del Governo che con il decreto-legge n. 47 del 2014 aveva esonerato dal permesso di costruire le installazioni ed i manufatti temporanei all'interno delle strutture ricettive all'aperto. Abbiamo introdotto il principio di precauzione per quanto attiene il rischio sismico e la prevenzione di incidenti rilevanti nelle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, vietando la stimolazione idraulica del giacimento mediante iniezione a pressione nel sottosuolo di fluidi liquidi o gassosi.
  Onorevoli colleghi, come vedete già solo in Commissione ambiente l'apporto emendativo fornito dal MoVimento 5 Stelle è stato notevole. Questo non lo dico per compiacerci ma per ribadire nuovamente che quando il nostro movimento, pur convintamente all'opposizione di questo Governo, viene chiamato a dare il proprio contributo, lo fa attraverso le proprie convinzioni allo scopo di rendere la legislazione ambientale più consona ad un Paese che vuole definirsi allo stesso tempo moderno, green e che vuole continuarsi a chiamare il bel Paese.
  Ma anche per l'Aula abbiamo presentato altri emendamenti migliorativi. Alcuni di questi sono stati approvati e quindi mi preme ricordarne alcuni.
  Abbiamo escluso la realizzazione di impianti di compostaggio anaerobico con la mera presentazione di una dichiarazione di inizio attività, evitando, di fatto, di svegliarsi al mattino con un impianto di biogas nel giardino vicino casa, senza alcuna programmazione, senza alcun censimento né valutazione di impatto ambientale.
  Abbiamo migliorato il testo all'articolo 28 relativo allo smaltimento dei reflui dei frantoi oleari; abbiamo aiutato le aziende green negli appalti con la pubblica amministrazione, con una riduzione del 15 per cento della cauzione a corredo dell'offerta di gara. Abbiamo fissato un termine temporale entro il quale devono essere adottate le linee guida necessarie a stabilire come stanziare le somme per realizzare, da parte dei comuni, gli interventi di demolizione degli abusi edilizi in aree a rischio idrogeologico.
  Le aree naturali protette sono da considerarsi oil free zone e, dunque, aree all'interno delle quali promuovere iniziative sperimentali volte a raggiungere i migliori standard europei in qualità e sostenibilità ambientale. Ma non scordiamoci che, forse, questo non servirà a nulla, a causa dei danni che ha introdotto lo «sblocca Italia». Abbiamo introdotto il vuoto a rendere: una vecchia pratica che, di fatto, ridurrà il quantitativo dei rifiuti.
  Questo provvedimento introduce il concetto di tariffa sociale per l'acqua, ma, purtroppo, «spalma» le quote dei cittadini morosi o in condizioni economiche svantaggiate sugli altri: non è questa l'idea di Stato che abbiamo noi del MoVimento 5 Stelle e non è questa l'idea dello Stato che ha la nostra Costituzione.Pag. 16
  Ma, nonostante tutto ciò, non ci riteniamo per nulla soddisfatti: di certo, l'informazione giornalistica dedicherà intere pagine di giornali e di TG a questo provvedimento, che serve, di fatto, a questa maggioranza per pulirsi la coscienza dallo «sblocca Italia», a cui, però, molte regioni stanno già reagendo. È di ieri, infatti, la notizia di una votazione all'unanimità della regione siciliana di una mozione del MoVimento 5 Stelle, che impegna il governo Crocetta a bloccare le autorizzazioni di trivellazione entro le dodici miglia, e di due ulteriori ordini del giorno contro l'articolo 38 dello «sblocca Italia». La stessa strada stanno intraprendendo altre regioni e lavoreremo, nelle prossime settimane, per arrivare al numero di cinque regioni, al fine di procedere ad un referendum abrogativo degli articoli 35, 36, 37 e 38 dello «sfascia Italia» o del «rottama Italia», come lo hanno giustamente definito illustri menti e costituzionalisti di questo Paese.
  Non facciamo finta di dimenticare che una parte di quello che da questo provvedimento è stato eliminato – mi riferisco, in particolare, all'articolo 19 – è confluita nel cosiddetto «sblocca Italia» ed è, dunque, già legge. Rimane molto dura la nostra posizione nei confronti della cosiddetta politica ambientale di questo Governo.
  A tal proposito, infine, ricordo che il 2015 sarà l'anno durante il quale arriveranno delle salatissime multe che, ancora una volta, dovranno pagare gli ignari cittadini: parliamo di circa 350 milioni di euro che, per ora, quantificano il comportamento scellerato di chi ha governato il nostro Paese. Questo è un fatto che spazza via mille chiacchiere e promesse e – si badi bene –, questa volta, non è il MoVimento 5 Stelle a giudicarvi, ma la Corte di giustizia europea.
  Alla luce di quanto sopra detto, tenendo conto delle misure che questo provvedimento, anche grazie al nostro contributo, contiene e, in parte, di quello che da questo provvedimento è stato cancellato – per esempio, l'articolo 19 sugli inceneritori –, dichiaro che il MoVimento 5 Stelle si asterrà nel voto al collegato ambientale. Facciamo questo a malincuore e ci impegniamo ad aiutare i nostri colleghi senatori, affinché questo provvedimento giunga in breve tempo al voto in Aula al Senato, magari con un voto diverso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Braga. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il voto del Partito Democratico sul disegno di legge oggi all'esame di quest'Aula è un voto favorevole convinto, senza nessun imbarazzo, senza nessuna vergogna, al contrario. Sono particolarmente orgogliosa di poterlo dichiarare in quest'Aula, ben consapevole del lavoro che, in questi mesi, dal momento della sua presentazione da parte dell'allora Ministro dell'ambiente Orlando, ha tenacemente svolto il gruppo del Partito Democratico, a partire dai relatori Bratti e Borghi, che voglio qui ringraziare, perché questo provvedimento arrivasse in porto, arricchito di misure importanti e dal forte carattere innovativo.
  Voglio ricordare che stiamo parlando del collegato alla legge di stabilità per il 2014 che contiene disposizioni in materia ambientale per promuovere la green economy e il contenimento dell'uso eccessivo delle risorse naturali. Si tratta della prima volta che l'espressione green economy entra nel titolo di una legge dello Stato, ma quel che più importante – lo sappiamo bene noi che ci abbiamo lavorato intensamente, in un rapporto costante e di confronto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e di opposizione – non è quello che sta scritto nel titolo, ma quello che è il contenuto degli articoli di questo provvedimento.
  C’è un filo rosso che unisce le varie parti del disegno di legge ed è l'approccio con cui l'ambiente diventa finalmente, a pieno titolo, fattore fondamentale di Pag. 17un'idea di sviluppo nuova e coraggiosa per il Paese, non più vincolo e freno alla crescita economica, ma benzina essenziale per intraprendere la strada di una ripresa che faccia della sostenibilità ambientale l'orizzonte da perseguire. Vale per il nostro Paese e vale per l'Europa che solo qualche settimana fa ha confermato gli impegni al 2030 in materia di clima e energia, e che ha scelto di rafforzare il proprio impegno sul terreno dello sviluppo sostenibile, ma è una sfida sempre più globale che da ieri può contare anche su un accordo storico tra gli Stati Uniti e la Cina in materia di riduzione delle emissioni.
  Questo provvedimento mette insieme misure che agiscono su vari fronti e che concorrono a definire i contorni di un'agenda green per il futuro del nostro Paese che non parte da zero, ma fa tesoro di quanto già oggi esiste nel campo della green economy. Sono di questi giorni i dati dell'indagine di Unioncamere e Fondazione Symbola, che ci parlano di una Italia verde che già esiste: 340 mila imprese, il 22 per cento del totale, che contro la crisi puntano sulla green economy e che sono protagoniste dell’export e dell'innovazione, che assumeranno quest'anno 234 mila persone e che metteranno in campo tre milioni di green jobs, ossia di occupati che applicano competenze verdi nei vari settori dell'attività manifatturiera, industriale e del terziario. Sono dati che ci raccontano di un sistema Paese che ha già dimostrato di credere nelle potenzialità che stanno nell'idea di uno sviluppo che punta su innovazione, ricerca, qualità e sostenibilità e che chiedono con forza alla politica e alle istituzioni di accompagnare, con strumenti e risorse, un processo che è già in corso nel Paese.
  Allora, con questo provvedimento noi raccogliamo a pieno questa sfida con l'ambizione di costruire una cornice che sia organica, articolata, attraverso misure che vanno a toccare vari aspetti ben sintetizzati nella discussione che abbiamo fatto in questi giorni in quest'Aula. Si rilancia la strategia di un'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia; si prevede una strategia nazionale della green community per lo sviluppo dei territori rurali e montani e vengono destinati 35 milioni di euro, per l'anno a venire, alla realizzazione di un programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro. Si introducono misure che puntano a rafforzare le politiche pubbliche orientate alla sostenibilità, attraverso i cosiddetti appalti verdi; viene introdotto un criterio di priorità per le imprese in possesso delle registrazioni europee EMAS ed Ecolabel nelle graduatorie per l'assegnazione di contributi e finanziamenti in materia ambientale, con particolare rilevanza alla programmazione dei fondi comunitari; si introducono tra i criteri di valutazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa il possesso di un marchio Ecolabel, la considerazione dell'intero ciclo di vita dell'opera, del bene o del servizio, la compensazione delle emissioni di gas serra, la valutazione dei costi di smaltimento. Viene prevista, negli appalti per le forniture di beni e servizi, la valutazione di criteri ambientali minimi.
  Una parte fondamentale di questo disegno di legge, poi, affronta in chiave innovativa il tema dei rifiuti, al di là delle molte polemiche che hanno accompagnato anche l'approvazione di recenti provvedimenti del Governo, assumendo come guida i principi europei orientati all'impiego efficiente delle risorse, anticipando, in larga misura, i contenuti della Comunicazione europea «Verso un'economia circolare». Si persegue la massimizzazione degli obiettivi di recupero della materia e incentivi per incrementare la raccolta differenziata. È bene sottolineare con forza questo punto: il testo che noi oggi approviamo elimina ogni ipotesi di riduzione o di differimento degli obiettivi di raccolta differenziata e, al contrario, lavora proprio in un'ottica di rafforzamento delle misure per il recupero e il riciclo delle materie prime che consenta, ad esempio, ai comuni di utilizzare e attuare presso i Pag. 18propri centri di raccolta spazi finalizzati allo scambio di prodotti tra privati cittadini, di beni usati e funzionanti da reimmettere direttamente nell'utilizzo, proprio con la finalità di ridurre a monte la produzione della quantità di rifiuti e introducendo meccanismi premiali per le comunità che raggiungano obiettivi virtuosi nella raccolta differenziata e nella riduzione della produzione di rifiuti, attraverso l'esclusione dell'addizionale dell'ecotassa.
  Ci sono poi misure volte, ad esempio, a favorire il compostaggio domestico, a sperimentare il sistema dei vuoti a rendere per i pubblici esercizi, a inserire e dare impulso al perfezionamento della tariffa puntuale sulla gestione dei rifiuti, cioè commisurata al servizio reso.
  Il collegato ambientale poi contiene norme molto innovative per il nostro ordinamento in materia di capitale naturale e contabilità ambientale: viene previsto l'utilizzo open data dei dati ambientali, raccolti ed elaborati dalle agenzie e dagli enti pubblici, viene introdotta la valutazione di impatto sanitario per i progetti riguardanti raffinerie di petrolio e impianti di combustione con potenza termica superiore a 300 megawatt.
  E, infine, in questo provvedimento ci sono misure che concorrono ancora una volta in maniera decisiva a dare sostanza e impegno alla messa in sicurezza del nostro territorio, attraversato in questi giorni, dal nord al sud, da fenomeni di alluvione e di calamità naturali: si agisce nel quadro della difesa del suolo con la riorganizzazione e la piena operatività dell'autorità di distretto.
  Ci sono misure volte alla riduzione del rischio idrogeologico, al contrasto dell'abusivismo edilizio, stanziando per la prima volta un fondo dedicato per l'abbattimento e l'eliminazione di immobili abusivi realizzati in aree esposte a rischio idrogeologico. Si istituisce un fondo di garanzia per le infrastrutture idriche, e viene prevista una componente della tariffa che consente ai cittadini e agli utenti domestici in condizioni disagiate di avere un accesso garantito al soddisfacimento dei bisogni fondamentali e all'acqua.
  Credo che da questa rapida illustrazione emerga chiaro qual è il senso di questo provvedimento: molte di queste misure, una volta che il disegno di legge sarà approvato al Senato, avranno un'immediata applicazione; altre avranno bisogno di un rapido intervento attuativo da parte del Governo.
  Ma questi obiettivi non si raggiungono soltanto con la volontà del Governo e del Parlamento. In questo provvedimento c’è una sfida per tutto il Paese, per la pubblica amministrazione, per le imprese, per le comunità e i cittadini, per dare sostanza e forza alle misure che oggi approviamo. Con questo provvedimento noi crediamo che anche in Italia possa aprirsi una pagina nuova per le politiche ambientali, non piegata alla rincorsa dell'emergenza, ma capace di dare un orizzonte più ambizioso e più ampio, e di questa stagione è protagonista a pieno titolo il Partito Democratico, che oggi ha assunto la responsabilità di portare il Paese fuori dalla crisi e di cambiarlo in profondità. Lo ricordava ieri il sottosegretario Delrio, riferendosi alla destinazione agli obiettivi di sostenibilità ambientale dei prossimi fondi comunitari, che saranno sempre di più finalizzati ad una crescita inclusiva, intelligente e sostenibile. Lo dicono i 9 miliardi che nei prossimi anni saranno destinati al dissesto idrogeologico, la riconferma dell'ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici, e anche la legge sul consumo di suolo che ha ripreso il suo iter in Commissione e che ci auguriamo possa trovare rapida approvazione.
  Signor Presidente, solo la scorsa settimana, nella discussione sullo «sblocca Italia», in quest'Aula il Governo è stato accusato di aver celebrato il funerale dell'ambiente, dello sviluppo economico e della democrazia, e il Partito Democratico di avere rinnegato la propria coscienza ambientalista e di non essere degno di parlare di ambiente. Ecco, vorrei dire a chi dentro e fuori quest'Aula Pag. 19ha spesso sprecato fiato che noi non ci limitiamo alle parole: con questo provvedimento dimostriamo che a parlare sono le scelte concrete, le risorse e le politiche che oggi nel collegato mettiamo in campo, per costruire passo dopo passo uno sviluppo che davvero riconosca all'ambiente il suo valore più autentico.
  Concludo, Presidente, ma voglio ricordare che viviamo nel Paese più bello del mondo, che ha nel suo patrimonio ambientale naturale il proprio tesoro più prezioso; ma siamo anche il Paese fragile che frana sotto le frane di questi giorni, che vive il dramma di uno sviluppo economico che per troppo tempo nel passato ha sacrificato alle ragioni del profitto la qualità dell'ambiente e la salute dei cittadini; che nella corruzione e nell'illegalità ambientale brucia 16 miliardi di investimento, a danno soprattutto dell'economia sana del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  CHIARA BRAGA. Non possiamo far finta che non sia così, e illuderci – concludo – che basti conservare un esistente imperfetto, come quello che viviamo ogni giorno, per potersi appropriare di una purezza che non ci interessa. A noi interessa costruire alleanze positive con tutti quelli che nel Paese, e sono tanti, nel mondo della cultura, delle professioni e delle imprese, delle istituzioni, nelle comunità dei cittadini, vogliono guardare con coraggio al futuro, e ciascuno assumersi per la propria parte la responsabilità di concorrere al cambiamento anche nel campo delle politiche ambientali. Per questo il Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Colgo l'occasione per salutare gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo «Rizzo» di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  A questo punto do la parola al Presidente Realacci, che aveva chiesto di parlare per i consueti ringraziamenti.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, come giustamente dice lei, sono ringraziamenti consueti, dovuti alla qualità e all'intensità del lavoro degli uffici. Ma segnalo anche, come si è capito dagli interventi di tutti i gruppi, il gran lavoro che è stato fatto in Commissione sia dall'opposizione che dalla maggioranza, che porterà un voto molto ampio in questo Parlamento, che mi auguro sia un buon auspicio anche per un passaggio rapido al Senato di un provvedimento che, al di là delle questioni ambientali, può dare una spinta a un'Italia che sfida la crisi su basi diverse. Grazie veramente a tutti per questo lavoro.

(Coordinamento formale – A.C. 2093-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2093-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2093-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Tartaglione, Pastorino, Ciracì, Caon, Alfreider, Pagano, De Rosa, Simone Valente, Latronico, Abrignani, Manfredi... Mi pare che abbiano votato tutti.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economyPag. 20e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali» (2093-A):

   Presenti  431   
   Votanti  342   
   Astenuti   89   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato  295    
    Hanno votato no   47.

  La Camera approva (Vedi votazioni – Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà, Scelta Civica per l'Italia, Nuovo Centrodestra e Per l'Italia e di deputati del gruppo Misto).

  (I deputati Valiante, Covello e Nicchi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad astenersi).

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare: Fratoianni ed altri; Marazziti ed altri; Fiano: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (CDA), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) (Doc. XXII, nn. 18-19-21-A) (ore 11,03).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare Doc. XXII, nn. 18-19-21-A, d'iniziativa dei deputati Fratoianni ed altri; Marazziti ed altri; Fiano: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (CDA), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE).

(Ripresa esame dell'articolo 1 – Doc. XXII, nn. 18-19-21-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta dell'11 novembre è stato da ultimo respinto l'emendamento Invernizzi 1.2. Ricordo, altresì, che il successivo emendamento, Matteo Bragantini 1.3, era stato accantonato. Chiedo, quindi, al relatore quale sia il parere della Commissione su questo emendamento.

  GENNARO MIGLIORE, Relatore. Signor Presidente, stamani si è riunito il Comitato dei nove, che propone la seguente riformulazione: al comma 2, dopo la lettera a), aggiungere la seguente: «a-bis): accertare se nei CDA, nei CARA, e nei CIE si sono verificati gravi violazioni delle regole dei centri nonché comportamenti violenti con violazione di disposizioni normative da parte delle persone ospitate».
  Sulla base di questa nuova formulazione, che è solo «posizionale», poiché inserisce quanto richiesto a seguito della lettera a) e non dentro la stessa, riformulerei il parere in positivo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione dell'emendamento Matteo Bragantini 1.3 su cui il Governo aveva espresso parere favorevole purché riformulato.
  Poiché il Governo non è in Aula, sospendo per dieci minuti la seduta, che riprenderà alle 11,15.

  La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,55.

  PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato il subemendamento 0.5.1.1 e che la Commissione bilancio ha espresso il relativo parere, che è in distribuzione.
  In particolare, la V Commissione ha revocato il parere contrario, precedentemente espresso, sull'emendamento Cozzolino 5.1 e ha formulato su tale ultima proposta emendativa un parere di nulla Pag. 21osta, a condizione che sia approvato il subemendamento della Commissione 0.5.1.1.
  Prima di passare all'emendamento Matteo Bragantini 1.3, darò la parola prima al deputato Palese e poi all'onorevole Matteo Bragantini sull'ordine dei lavori. Prego, deputato Palese.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, intervengo per manifestare tutto il mio disagio e del mio gruppo sul modo di procedere dei lavori dell'Aula e, a maggior ragione, il disagio come componente della Commissione bilancio. Noi riteniamo che sia un modo di procedere sbagliato, totalmente inadeguato. Siamo arrivati all'inverosimile, che un componente della Commissione bilancio è arrivato dicendo: ma di che cosa si sta discutendo ? Non si può procedere in questa maniera. L'Aula e le Commissioni non sono mica, con tutto il rispetto, una pizzeria o un bar dove si dice: voglio un cappuccino; no, lo voglio freddo, caldo, cambiamo, cioè facciamo nel giro di un secondo e così via. Io ritengo che noi stiamo procedendo in questa maniera e stiamo procedendo in maniera sbagliata, su un provvedimento peraltro che non ha nessuna urgenza, su un provvedimento discutibile e quant'altro, nel mentre ci sono altre richieste di Commissione di inchiesta, necessarie per capire che cosa è successo veramente nei confronti e a danno del nostro Paese, non di un Governo, a danno del nostro Paese. E le inchieste stanno parlando in maniera chiara rispetto al 2011, quando un complotto vero e proprio è stata ordito nei confronti del Paese prima di tutto e nei confronti di quel Governo, che era il Governo della Repubblica votato dagli italiani. È su quell'aspetto che noi dobbiamo insistere e istituire la Commissione di inchiesta, che ci viene fermata e viene fermata contro gli interessi degli italiani, contro gli interessi della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Prego, deputato Matteo Bragantini.

  MATTEO BRAGANTINI. Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Lei aveva sospeso l'Aula per dieci minuti ed è stata ripresa dopo quasi un'ora. Allora, per correttezza anche formale dopo dieci minuti lei o il Presidente di turno doveva ritornare in Aula e comunicarci la sospensione. Questo dal punto di vista formale, poi anche per il buonsenso e il rispetto di tutti colleghi, che non sapevano se la pausa era di dieci, quindici, sedici, venti minuti o un'ora, perché tutti noi potevamo, se sapevamo che sarebbe stata di un'ora, andare magari in ufficio a leggerci delle carte, a prepararci e a fare altre cose, non stare qua come dei «pimpani» per vedere cosa succedeva. Dunque, chiedo che, se la prossima volta si verifica di nuovo questo problema, il Presidente di turno ritorni in Aula e sospenda l'Aula un'altra volta per trenta o quarantacinque minuti o per il tempo che serve (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Lei ha assolutamente ragione. Il mio ragionamento, che ha portato poi a non riaprire per sospendere, è stato semplicemente che i vari gruppi si stavano riunendo sul subemendamento e, quindi, per me erano consapevoli del fatto che in quel momento ci fosse la Commissione. Poi, collega, magari dopo possiamo discutere, anche perché ormai abbiamo ricominciato. Era sicuramente più opportuno comunicare all'Aula la sospensione. Se qualcuno ha avuto difficoltà, mi dispiaccio, ma la definizione temporale di questa procedura è stata un po’ in corso d'opera e questo ha creato qualche difficoltà che immagino abbia... (Commenti del deputato Matteo Bragantini). Mi dispiace.
  Io adesso passerei all'emendamento Matteo Bragantini 1.3, che era stato in precedenza accantonato. Chiedo quindi al Pag. 22relatore quale sia il parere della Commissione su questo emendamento.

  GENNARO MIGLIORE, Relatore. Signor Presidente, come avevo detto in precedenza, se viene accettata la riformulazione, il parere diventa favorevole.

  PRESIDENTE. A questo punto, le chiedo anche i pareri sugli altri emendamenti riferiti all'articolo 1, se per lei va bene; poi chiederò il parere del Governo.

  GENNARO MIGLIORE, Relatore. Sull'emendamento Matteo Bragantini 1.3 ho già dato il parere. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'emendamento Invernizzi 1.4. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Matteo Bragantini 1.5, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, degli emendamenti Invernizzi 1.6, Matteo Bragantini 1.7 e Invernizzi 1.8 e 1.9.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Matteo Bragantini 1.3.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 1.3, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico, Gregori, Borghi, Sannicandro, Colletti, Folino, Gigli, Di Lello, D'Uva, Senaldi, Zan, Donati, Mauri, Di Salvo, Fraccaro, Nuti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  413   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   413.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Invernizzi 1.4.
  Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, il nostro emendamento ha il fine e l'obiettivo di ristabilire un minimo di equilibrio su quelli che sono i compiti di questa Commissione di inchiesta. Voi chiedete, con la lettera e) del comma 2, che noi chiediamo di sostituire, di «valutare l'efficacia dell'attuale sistema dei CIE sotto il profilo dell'identificazione delle persone ivi trattenute, in relazione sia alla durata massima del periodo di trattenimento all'interno dei centri, sia alla sua proporzionalità rispetto al grado di privazione della libertà personale delle persone sottoposte a detenzione amministrativa».
  Noi, al contrario, riteniamo che fra gli altri obiettivi che vengono elencati vi siano già degli interventi tesi a verificare le condizioni degradanti in cui, secondo voi, dovrebbero versare e stare gli immigrati all'interno di questi centri di identificazione e di espulsione. Noi, al contrario, crediamo invece che valga la pena di inserire tra gli obiettivi e i compiti che si dà la Commissione anche quello di valutare i rischi della mancata attivazione dei centri di identificazione e di espulsione attualmente non operativi.
  Noi sappiamo che sui tredici centri di identificazione e di espulsione che erano attivi fino a un anno fa, oggi ne sono operativi solamente cinque, e noi riteniamo che, per poter controllare oggi il Pag. 23fenomeno migratorio, e soprattutto ai fini dell'identificazione ed espulsione di chi risiede clandestinamente sul nostro territorio, che è il dovere di chi ha l'intenzione di gestire il fenomeno migratorio, e non farsi travolgere da esso, per riuscire ad ottenere questo risultato, sia necessario riaprire questi centri di identificazione e di espulsione, ed, eventualmente, andare a verificare – ecco quello che dovrebbe essere il compito della Commissione – i danni che ha causato il fatto di non rendere operativi o di avere chiuso quei centri di identificazione e di espulsione, alcuni dei quali, poi, vi apprestate a trasformare, addirittura, in CARA, i centri per i richiedenti asilo.
  Noi crediamo che l'accoglimento di questo di emendamento serva solo, ed esclusivamente, per riequilibrare i compiti della Commissione parlamentare che, altrimenti, sarebbe molto sbilanciata e già lo abbiamo detto.
  In realtà, noi riteniamo che questa Commissione, alla fine, debba semplicemente dare la giustificazione morale al Governo per chiudere, definitivamente, i centri di identificazione ed espulsione, che voi ritenete, sulla scorta di qualche stravagante inchiesta giornalistica, essere dei veri e propri lager.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire il voto convinto di Forza Italia su tutti gli emendamenti che cercano di migliorare un testo che, come confermano le indicazioni date dal relatore, in realtà, ha solamente due veri scopi. Il primo, mettere sotto inchiesta, come vi abbiamo già abbiamo detto l'altra sera, l'operato delle forze dell'ordine in questi centri, in tutti questi anni. Il secondo, di mettere sotto inchiesta le politiche del Governo Berlusconi di contrasto all'immigrazione clandestina e di accoglimento dell'immigrazione buona. Sotto questo punto di vista, è evidente che non possiamo starci, e non ci stiamo, e credo che in quest'Aula, anche tutti coloro che negli anni passati sono stati al Governo, con il Governo Berlusconi, nella maggioranza che ha sostenuto le nostre politiche per l'immigrazione, dovrebbero votare in modo coerente con quello che la loro storia politica rappresenta. Per questo ribadisco il voto favorevole all'emendamento del collega Invernizzi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per ringraziare il Governo che, con la sua assenza all'apertura della fase di discussione di questa proposta, ha sottolineato, in modo palese, il fatto che la stessa non venga ascritta tra le priorità di cui necessitano l'azione politica del Governo e le urgenze degli italiani, e poi per dire che siamo trattando di un provvedimento, e anche l'emendamento in questione, ne è una testimonianza, che è, onorevole Presidente, intriso da parte dei redattori e dei proponenti di odioso razzismo. È un provvedimento carico di razzismo nei confronti degli italiani che vengono proditoriamente sospettati di essere inclini ad usare violenza nei confronti di chi entra nel nostro territorio. È un provvedimento intriso di odioso razzismo nei confronti delle forze dell'ordine e di tutti quanti sono impegnati ad assicurare il rispetto delle leggi, e ad assicurare anche che chi entra a casa nostra rispetti le leggi, finché le leggi ci sono. È un provvedimento intriso di odioso razzismo nei confronti del più semplice buonsenso, perché in questo strabismo a senso unico, che la sinistra più estrema, una volta di più, mette nero su bianco, con la proposizione di questa istituzione di Commissione di inchiesta, si dimentica il particolare che il tenere alta l'attenzione e il controllare, con severità, il rispetto delle norme, corrisponde al primo intervento di tutela e di garanzia della sicurezza degli italiani, atteso che tutti sanno che la percentuale di popolazione carceraria costituita da immigrati clandestini Pag. 24è centinaia, e centinaia, di volte più elevata della percentuale di presenza di popolazione immigrata all'interno del popolo italiano. Il che significa, atteso che non si finisce in galera, nonostante la demagogia strumentale della sinistra, per il reato di immigrazione clandestina, che troppo spesso, rispetto alla media, chi entra in barba alla legge e senza volersi fare riconoscere nel nostro territorio, diventa, quand'anche non l'avesse già deliberato prima ancora di entrare in Italia, facile strumento della malavita, più o meno organizzata, e diventa esso stesso, con una percentuale intollerabile di casi, uno strumento di disagio, di delinquenza, uno strumento di insicurezza e di danno nei confronti della popolazione.
  Allora anche questo emendamento, onorevole Presidente, risponde ad una proposta di cui davvero non c’è bisogno, rispetto all'istituzione di una Commissione, che servirà solo e soltanto alla sinistra per alzare un polverone demagogico, senza che rechi utilità alcuna agli italiani, oltre a fare perdere del tempo e del danaro al Parlamento, che oggi, per la seconda volta, è chiamato e impegnato a lavorare su questa buffonata. Quest'emendamento, come dicevo, sta cercando di sfruttare la paventata istituzione di quest'inutile Commissione di inchiesta, per verificare per davvero che là dentro le cose funzionino in termini giusti, utilizzando questa Commissione anche per capire quali sono i gradi ed i livelli di responsabilità di chi, chiamato a costituire dei centri di accoglimento e di espulsione, rifiuti di farlo, mettendo tutta la popolazione italiana in condizione di essere maggiormente insicura.
  Su questo, in conclusione, onorevole Presidente, chiedo e auspico il conforto di tutte le forze di centrodestra e moderate, non di sinistra estrema – chiamatele come volete –, perché prendano atto dell'operazione demagogica che è in corso. Mi rendo conto che siamo verso la fine della mattinata del giovedì, ma auspico che si realizzi la circostanza per cui ogni tanto vale anche la pena spostare la partenza del treno o dell'aereo che ci deve riportare a casa, per dare un senso e una sequenzialità a quello che nell'attività politica quotidiana ci siamo impegnati a fare, quello che, quando siamo andati a chiedere i voti ai nostri elettori, abbiamo promesso che avremo fatto in questa sede (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.

  BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, io intervengo a titolo personale – e quindi non a nome del gruppo – per esprimere un parere favorevole all'emendamento, partendo anche dalle considerazioni che alcuni colleghi hanno fatto in quest'Aula e che mi hanno preceduto. In particolare mi riferisco a quelle dell'onorevole Palmieri e dell'onorevole Corsaro.
  Ritengo inutile l'istituzione di questa Commissione – lo dirò dopo magari in sede di dichiarazione di voto finale –, ma allo stesso tempo credo che questo emendamento, come l'emendamento precedente, che è stato approvato da quest'Aula, vada nel senso di migliorare quello che, a mio giudizio, è un testo assolutamente assurdo e demagogico.
  Quindi, riprendo e faccio mie, non volendo ripeterle per non fare perdere tempo all'Aula, le motivazioni espresse da Palmieri e da Corsaro ed esprimo un voto favorevole (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.4, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Folino, Gregori, Busto, Di Lello, Brandolin... Chi altro ? Ancora Gregori... Pag. 25Mauri... chi altro non ha votato ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  358   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no   285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 1.5, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Carbone, Murer, Covello, Fedriga, Di Lello... Ancora Carbone... chi altro non ha votato ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  441   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  439    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi e il deputato Manfredi hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.6, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Agostini Luciano, Tidei, Gregori, Paris ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  363   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no   287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi e il deputato Manfredi hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 1.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Onorevole Presidente, onorevole sottosegretario ed onorevoli colleghi, veramente non riesco a comprendere il perché del parere negativo su questo emendamento, un emendamento che va semplicemente ad esplicitare in maniera più chiara la funzione della Commissione per quanto riguarda il punto l), quando si dice «valutare la sostenibilità dell'attuale sistema sotto il profilo economico e la possibilità di adottare, a parità di risorse impiegate, nuove e diverse soluzioni normative per la gestione della questione dell'emigrazione».
  Noi chiediamo, invece, di sostituire le parole «per la gestione della questione dell'immigrazione» con le seguenti: «per rendere effettivo e più celere l'allontanamento degli stranieri sottoposti a procedure di rimpatrio», come succede in tutti i Paesi occidentali e non occidentali, sviluppati e non sviluppati: dall'Africa all'Oceania, all'Asia, all'Europa ed alle Americhe, una persona che entra illegalmente in uno Stato, senza alcun diritto, se si riscontra che non ha motivi di protezione internazionale perché rifugiato, viene espulso immediatamente, viene espulso nel suo Paese di origine.
  Dunque noi chiediamo semplicemente che venga applicata una regola normale, Pag. 26che in tutto il mondo viene utilizzata, perché esistono le frontiere e non possiamo accogliere tutti i clandestini del mondo. Se uno vuole entrare nello Stato italiano deve fare richiesta, deve avere i requisiti, deve comportarsi bene, conoscendo possibilmente la lingua e rispettando le leggi e le regole di quello Stato, anche gli usi e i costumi: certamente se uno viene in Italia e comincia a dire che nelle nostre scuole bisogna togliere alcuni simboli e che bisogna fare altre cose, può stare pure a casa sua, perché quando io vado, anche per semplice turismo, in altri Paesi, rispetto le loro regole, che magari non condivido, ma se vado nel loro Paese rispetto le loro consuetudini, perché mi sembra una cosa di buona educazione.
  Quindi non riesco a capire perché non si possa mettere, nella legge istitutiva di questa Commissione, che bisogna vedere se il sistema dei CIE funziona o non funziona, dobbiamo potenziarli, dobbiamo fare dei CIE in altre zone, magari più sicure, fare dei centri addirittura in Paesi limitrofi, cosa che magari potrebbe essere utile per salvare vite umane, per quanto riguarda i richiedenti asilo, perché prima che abbiano lo status di richiedente asilo, magari, invece di attraversare il mare, sono in una zona protetta, costano meno alla collettività e soprattutto, magari, si riescono a risolvere problemi e si dà una mano a quegli Stati, per avere una economia indotta che può dar loro una mano a costruire dei centri e a fare tutto, l'ospitalità che è normale.
  Qui si sta discutendo con molti Stati, molti Paesi.
  E invece voi volete semplicemente dire: «Liberi tutti, facciamo entrare tutti», sia chi è in regola, chi potrebbe veramente venire a dare una mano, a lavorare e a fare lo sviluppo del nostro Stato, sia chi, invece, è un disperato, che non ha né arte né parte, come si suol dire, e magari può andare facilmente ad aumentare le fila della criminalità o del lavoro nero, che è sempre una cosa sbagliata e che va in concorrenza ai nostri imprenditori onesti, ai nostri imprenditori che pagano le tasse.
  Dunque veramente non riesco a capire il perché del diniego.
  Veramente chiedo a tutti i colleghi di votare questo emendamento che è molto semplice, è di buonsenso. Così tanto di buonsenso che non riesco a capire appunto la logica di questa maggioranza, o meglio la capisco perché vogliono che ci sia il disagio sociale, che ci sia una guerra tra i poveri, tra i disoccupati nostrani e i nuovi disperati che arrivano da ogni parte del mondo e si crei veramente il razzismo. Infatti, quando uno Stato, invece di dare una mano ai propri cittadini, la dà ad altre persone, che magari si comportano anche male, allora si generano le tensioni sociali. Noi diciamo sempre che, se ci sono poche risorse, prima si dà una mano ai nostri cittadini, ai nostri concittadini, poi, se riusciamo, diamo una mano anche ad altre persone, possibilmente nei loro Paesi così magari creiamo ricchezza anche nei loro Paesi di origine e si crea un ambiente migliore per il futuro e per i nostri figli.

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Lega Nord e Autonomie ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Se ne sarà fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un aumento di tempo pari a un terzo di quello originariamente stabilito. Immagino che ne sarà fatta richiesta. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, questo è davvero un emendamento di buonsenso. Io vorrei attirare l'attenzione del relatore, onorevole Migliore, che vedo un po’ distratto purtroppo e, allora, mi rivolgerò a lei, Presidente, perché...

  PRESIDENTE. Sì, lei si rivolga a me, il relatore Migliore sicuramente la sta ascoltando.

  ANTONIO PALMIERI. Il relatore Migliore si è sintonizzato con me. Su questo emendamento insistono in realtà due questioni in trasparenza. La prima è il rispetto delle norme vigenti: in questo Paese Pag. 27la legge vale solo per chi la rispetta. Il secondo decisivo elemento per chi, come lei, e anche come me e come noi, ha a cuore in realtà una reale integrazione dell'immigrazione buona, è che questo è un atteggiamento che va a detrimento di tale concetto e che favorisce il nascere di atteggiamenti ostili agli immigrati. Infatti, è evidente che nel momento in cui noi approviamo una legge per istituire una Commissione d'inchiesta e ci opponiamo al fatto che la legge venga rispettata lì dentro, diamo lo stesso segnale che diamo nel momento in cui un negoziante che paga le tasse, che è sottoposto alla nostra burocrazia, che è vessato magari anche da Equitalia in un momento di crisi, vede all'altra parte del marciapiede l'immigrato irregolare che vende la sua stessa merce senza che nessuno intervenga. Qui sono in ballo due questioni: il rispetto delle norme vigenti e l'aiuto affinché nel nostro Paese non venga instillato il seme della xenofobia. Per questo io la invito e invito la maggioranza pro tempore, oltre che i colleghi che in passato hanno condiviso le nostre politiche per l'immigrazione, a modificare il loro atteggiamento rispetto a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, solo per dire che nell'esercizio della retorica oratoria il collega Matteo Bragantini giustamente si interrogava fingendo di non capire perché il relatore avesse dato un parere contrario a un emendamento che dice una cosa assolutamente normale, che sarebbe da folli non capire, da folli o da gente in malafede. Siccome io non credo che in Aula ci siano dei pazzi, tertium non datur. Infatti, quando chiediamo di aggiungere agli obiettivi di questa Commissione la verifica che si renda effettivo e più celere l'allontanamento degli stranieri sottoposti a procedure di rimpatrio, si dice una cosa che affida all'inutile lavoro di questa inutile, pretestuosa e demagogica Commissione l'analisi e la verifica dell'applicazione delle leggi. Ciò che, invece, sta sordidamente passando nel dimenticatoio è che questa porcheria si pone il problema, sin dall'inizio, sin dall'interpretazione lessicale, sin dalla volontà di nascondere dei termini fondamentali, di trattare e argomentare dei Centri di identificazione ed espulsione bypassando il termine «espulsione».
  Cioè bypassando l'obiettivo vero per il quale si istituiscono dei centri che hanno il compito di identificare quelli che vogliono entrare a casa nostra in barba alla legge, senza farsi riconoscere – ripeto: senza farsi riconoscere – ciò che a un italiano non sarebbe consentito. Torna un'altra volta il vostro schifoso razzismo contro gli italiani (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico e applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale)...

  PRESIDENTE. Collega, si rivolga con rispetto ai suoi colleghi. Non mi costringa a richiamarla all'ordine.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Il rispetto si dà quando si merita, onorevole Presidente.

  PRESIDENTE. Atteniamoci al Regolamento... poi per il resto...

  MASSIMO ENRICO CORSARO. La prego di attenersi anche lei stesso, onorevole Presidente, al ruolo super partes che non consente di commentare i termini politici di chi interviene. Dico che l'obiettivo di questo provvedimento, di questa proposta è certamente quello di cercare di far passare il concetto per il quale questi centri sono solo centri di transitoria accoglienza per poi addivenire ad un successivo smistamento sul territorio, come già è stato fatto da questo Governo, senza procedere alle espulsioni ma determinando dei passaggi e dei trasferimenti sui territorio di gruppi di persone scarsamente o malamente identificate senza nemmeno che ci fosse, come è successo Pag. 28troppe volte, la capacità di coinvolgere i sindaci e le amministrazioni comunali verso i quali quei gruppi di persone scarsamente o malamente identificate venivano indirizzati, generando disagio, incapacità di accoglienza, aumento e creazione di percezione di insicurezza da parte dei cittadini italiani avverso i quali state manifestando un'odiosa forma di razzismo.

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Se ne sarà fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un aumento dei tempi pari ad un terzo di quello originariamente stabilito. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 1.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni... Cassano... Carbone... Piccoli Nardelli... Gregori... Centemero... Ciracì... Terzoni... Artini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  365   
   Astenuti   89   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato   67    
    Hanno votato no   298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 1.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Soltanto dieci secondi per dire che questo emendamento è molto simile a quello precedente, però non va a sopprimere una parte che aveva inserito la Commissione. Dunque se il problema sull'emendamento precedente era semplicemente il fatto che sopprimeva una parte voluta dalla maggioranza, questo va ad aggiungere una finalità ovvia che è l'espulsione degli extracomunitari. Solo per questo, per illustrare l'emendamento nei dettagli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Vi invito anch'io rapidamente a leggere il testo all'emendamento. Qui si parla di misure più idonee ad evitare allontanamenti illegittimi dai centri per sottrarsi alle procedure: siamo al punto di prima cioè dobbiamo far rispettare le leggi: o cambiate le leggi o dovete farle rispettare nei luoghi dove queste cose avvengono.
  Per questo, rinnovo l'invito all'onorevole Migliore che, quando parlo io è sempre distratto da altri, rinnovo l'invito al relatore della maggioranza a riconsiderare il voto su questo emendamento, il parere su questo emendamento, perché, altrimenti, torniamo nel circuito vizioso a cui ho fatto riferimento prima: le leggi valgono solo per chi le rispetta, lo Stato si dimostra ancora una volta inesistente ed assente, di fatto, contro i cittadini italiani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, questo emendamento somiglia al precedente che sostituiva una parte, questo, invece, la aggiunge: quindi, non c’è neanche l'alibi di dire che toglie qualcosa. Aggiunge semplicemente la necessità di verificare come si possa procedere meglio alle espulsioni. Lo votino tutti quelli che, con riferimento ad uno straniero, che entra clandestinamente in Italia, che non dà nome e cognome, che non dice da dove viene, di cui non si sa nulla, alla fine del periodo previsto, quando si deve scegliere tra tenerlo abusivamente o spedirlo a casa, considerano giusto favorire le procedure di rimpatrio.Pag. 29
  Chi non lo vota vuol dire che, invece, vuole trovare un modo per sfuggire alla norma, alla legge e pretende che chiunque arrivi qui, dopo quella breve sosta in quello che si vorrebbe un hotel a cinque stelle, immediatamente sia rimesso in circolazione.
  Detto questo, se si votassero cose di questo genere, sarei d'accordo su questa Commissione d'inchiesta, per vedere se i diritti umani di chi è sottoposto nei CIE a un periodo di doverosa restrizione, viene trattato con spirito umanitario. La verità è che l'obbiettivo è l'altro: è quello di trovare il modo per accogliere tutti e chiunque, per vanificare le norme che quelli stessi che voteranno – una parte di quelli che voteranno – per questa Commissione d'inchiesta hanno posto.
  Ecco perché Corsaro ha definito «schifoso razzismo» quello che c’è dietro questo provvedimento. Presidente, che noi si qualifichi questo provvedimento «razzista», non può essere oggetto di suo intervento: per noi è un provvedimento razzista contro gli italiani. Vuole dire che è un termine sbagliato ? No. Vuole dire che qualunque forma di razzismo non sia schifosa ? Per noi qualunque forma di razzismo è schifosa: quindi, voi state facendo un'operazione di schifoso razzismo contro gli italiani.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Busto, Giacobbe.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  366   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   70    
    Hanno votato no   296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  GIANCARLO GIORDANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. È attinente a quello di cui stiamo parlando ? Prego.

  GIANCARLO GIORDANO. È molto attinente, Presidente. Alla quart'ultima fila dei banchi della destra, ci sono tre colleghi seduti e risultano quattro votanti, costantemente. Siccome si sta facendo una retorica molto forte sul rispetto delle regole, gradirei (Commenti)...

  PRESIDENTE. Aspettate...

  GIANCARLO GIORDANO. ... gradirei che questa retorica non valesse solo per gli altri, ma valesse anche per i colleghi, grazie.

  PRESIDENTE. È chiara la segnalazione. Chiedo al deputato segretario di verificare un attimo se c’è questo problema. In ogni caso, mi pare che il collega Caparini abbia già verificato.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, per segnalare che la collega Elena Centemero è qui !

  PRESIDENTE. Stiamo parlando della quart'ultima fila. In ogni caso, noi abbiamo accolto la segnalazione, il deputato segretario farà le sue verifiche. Andiamo avanti.
  Passiamo all'emendamento Invernizzi 1.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

Pag. 30

  PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente, ho ascoltato una serie di motivazioni che alcuni colleghi hanno addotto dai banchi dell'area, se posso definirla così, di centrodestra a sostegno di questi emendamenti che hanno presentato alcuni colleghi della Lega Nord e che io voglio ringraziare per aver voluto tentare di correggere, almeno parzialmente, il provvedimento. Noi voteremo anche questo emendamento, ma quello che mi preme dire è che in realtà i colleghi che mi hanno preceduto hanno detto delle cose corrette e giuste, ma non hanno individuato la vera motivazione per la quale è stato portato così celermente all'ordine del giorno questo provvedimento di istituzione dell'ennesima inutile Commissione di inchiesta, come è stato detto. Vedete, colleghi del centrodestra, dovete anche capire, che qui la sinistra sta per ingoiare il gigantesco rospo del «Jobs act», ma qualche cosa in cambio, di tipo ideologico, di tipo finto, alla sinistra del PD, va dato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ! E allora inventiamoci l'ennesima Commissione di inchiesta e chi se ne frega ! E vai, una in più, che non produrrà alcunché ! Non produrrà alcunché e, magari, forse, produrrà l'ennesimo Presidente che non avrà più l'indennità, per carità, ma avrà la possibilità di giovarsi della missione e gingillarsi per il transatlantico come fanno alcuni.
  Allora, colleghi, va bene, siamo d'accordo, il rispetto della legge, la legalità, la verità è che questa è l'ennesima «renzata» che serve a far passare qualche cosa, visto che una serie di provvedimenti non vanno esattamente nella direzione auspicata dalla stragrande maggioranza dei deputati che siedono dall'altra parte dell'Emiciclo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Tancredi, Dell'Aringa, Folino, Piccoli Nardelli, Paolo Russo, Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  371   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no   298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Pastorino, Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  449   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  382    
    Hanno votato no   67.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – Doc. XXII, nn. 18-19-21-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 18-19-21-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Luciano Agostini, Rabino, Manfredi, Pastorino, Gregori, Manzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 31
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  443   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  388    
    Hanno votato no   55.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 3 – Doc. XXII, nn. 18-19-21-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 18-19-21-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Dell'Aringa, Pastorino, Piccoli Nardelli, Bossa, Carbone, Zaratti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  447   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  380    
    Hanno votato no   67.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 4 – Doc. XXII, nn. 18-19-21-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 18-19-21-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Bossa, Gigli, Fiano, Crippa, De Lorenzis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  451   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  403    
    Hanno votato no   48.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 5 – Doc. XXII, nn. 18-19-21-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 18-19-21-A).
  Passiamo ora al subemendamento 0.5.1.1 della Commissione.
  Avverto che la Commissione bilancio ha espresso un parere di nullaosta sull'emendamento Cozzolino 5.1, a condizione che sia approvato il subemendamento 0.5.1.1 della Commissione. Ricordo che per prassi il parere di nullaosta è espresso nei casi in cui la proposta emendativa dal punto di vista formale non reca oneri per il bilancio dello Stato.
  Se non ci sono interventi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.5.1.1 della Commissione con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccoli Nardelli, Lo Monte, Di Lello, Gregori, Albanella, Cassano, Monchiero, Rotta...Pag. 32
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  452   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  385    
    Hanno votato no   67.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Ovviamente ho inteso che il parere sull'emendamento Cozzolino 5.1 era favorevole sulla scorta di quanto espresso dalla Commissione bilancio. In ogni caso, adesso chiedo i pareri relativi all'articolo 5 al relatore.

  GENNARO MIGLIORE, Relatore. Signor Presidente, sui successivi due emendamenti, Cozzolino 5.2 e 5.3, il parere è un invito al ritiro, oppure il parere è contrario. Ci tengo solo a precisare che la contrarietà che esprime il relatore in questo caso non dipende dal contenuto, che sarà certamente accolto – immagino – nella realizzazione concreta dell'attività della Commissione, ma da un principio di coerenza con quanto avviene con le altre Commissioni in quest'Aula. Pertanto, questi emendamenti io considero siano molto utili ai fini di una revisione complessiva del Regolamento della Camera, perché predispongono delle attività di trasparenza e di comunicazione di quelle che sono le spese sostenute che sarebbero molto utili; ma per un principio di omogeneità bisognerebbe farlo per tutte le Commissioni. Quindi, invito la Presidenza a tenerne conto nella riforma del Regolamento.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 5.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento Cozzolino 5.1, perché limita i danni. Vede, Presidente, nell'articolo 5 si prevede che questa istituenda buffonata costerà al contribuente 100 mila euro: «Le spese per il funzionamento della Commissione pari a euro 50.000 per l'anno 2014 e a euro 50.000 per l'anno 2015, sono poste a carico del bilancio interno della Camera dei deputati». Che siccome non produce denaro da sé attinge alle casse pubbliche e quindi alle risorse dei contribuenti: 100 mila euro.
  Allora, siccome una esponente del Partito Democratico tanto autorevole da essere divenuta capolista del Partito Democratico in un'importante macro area alle recenti elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, ha insegnato per mezzo televisivo che mediamente una famiglia italiana con 80 euro fa la spesa per vivere 15 giorni, io volevo sommessamente far rilevare che questa ignobile porcheria che state istituendo, costando 100 mila euro, costerà la spesa media – al dire di una autorevole esponente del Partito Democratico – per 1.250 volte. E siccome la spesa media, ci insegna l'autorevole esponente del Partito Democratico, consente alla famiglia media italiana di sopravvivere per 15 giorni, significa che noi stiamo spendendo per questa ignobile porcheria l'equivalente del mantenimento di una famiglia media di 2.500 settimane.
  Siccome in un anno ci sono 52 settimane, significa che noi stiamo dicendo alla media famiglia italiana che noi spendiamo, per questa ignobile marchetta che la maggioranza di sinistra vuole consentire a Sinistra Ecologia Libertà e alla fronda più sinistra e cigiellina del Partito Democratico, soldi pubblici in misura equivalente a quello che una famiglia media spende – al dire dell'istruttiva autorevole esponente del Partito Democratico – per vivere per 48 anni, per 48 anni. Quello che secondo Pag. 33la capolista, oggi deputato europeo, del Partito Democratico serve a una famiglia per vivere per 48 anni...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Corsaro.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. ... la Camera dei deputati per questa vostra porcheria sta dicendo di spenderlo per dare una soddisfazione demagogica e clientelare a Sinistra Ecologia Libertà. Giusto perché si sappia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore Migliore. E poi l'onorevole Fiano.

  GENNARO MIGLIORE, Relatore. Signor Presidente, mi verrebbe da replicare nel merito però lascio all'onorevole Fiano rispetto alle cose appena dette. Vorrei solo specificare al Presidente e all'Aula che noi stiamo votando questo emendamento così come subemendato, quindi non c’è più la questione dei 70 mila euro, ma comunque l'ammontare rimane di 100 mila euro. Questo solo perché magari il collega Corsaro ha letto male e, quindi, non può sostenere un emendamento così come subemendato chiaramente, che ovviamente è stato modificato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Gentile Presidente, mi rivolgo a lei che sovraintende ai lavori di questa Aula e anche alla dignità dei termini che in questa Aula si usano, sia tra di noi che con ex colleghi. Capisco che il linguaggio usuale dell'onorevole Corsaro sia quello delle marchette e delle porcate, come ha detto lui e che ha ripetuto, ma non è il nostro linguaggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Qui c’è una proposta di legge che chiede a questo Parlamento, con un largo schieramento politico, di verificare ai sensi di legge le condizioni di vita del sistema di accoglienza che questo Paese ha istituito, anche seguendo le direttive europee, per coloro che in questo Paese arrivano, fuggendo da condizioni di guerra, di deprivazione, di persecuzione e che da noi sono accolte ai sensi della Costituzione italiana, delle direttive europee e delle leggi di quei Governi che anche il partito di quel signore ha provveduto a votare in quest'Aula del Parlamento. Noi vogliamo sapere, proprio per evitare ciò che in questo Paese sta succedendo, e cioè che sulla questione dell'immigrazione, sulla questione dell'accoglienza dei profughi si scateni la tensione sociale, si alzi il livello dello scontro in questo Paese. Siamo noi parlamentari dei diversi partiti, con le nostre diverse origini e culture politiche, che dobbiamo dire al Paese se le condizioni di vita in quei centri, se il rispetto della legge in quei centri è consono alle nostre leggi, alla Costituzione, alla Dichiarazione dei diritti universali dell'uomo e alle direttive europee.
  Non partecipi, onorevole Corsaro, a questa inchiesta se non le interessa; a me interessa sapere se questo Paese si comporta conformemente alle leggi e alle ragioni di civiltà umana con ognuna delle persone che in questo Paese stanno ai sensi della legge. A noi interessa; non facciamo nessuna porcata, sarebbe una porcata se noi non ce ne interessassimo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.
  Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento, quindi verrà concesso un solo minuto per l'intervento.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, sarò breve. È evidente che è uno scontro ideologico, c’è poco da fare, inutile nascondere la verità. Dietro la proposta di istituzione di una Commissione d'inchiesta su un problema certamente importante – ma ce ne sono mille Pag. 34altri sui quali probabilmente sarebbe necessario che ci sia un'attenzione particolare – vi è un pregiudizio di carattere ideologico che la sinistra impone alla sua maggioranza, all'interno di pezzi della maggioranza ? Siamo convinti che, in ogni caso, argomenti del genere sia opportuno che vengano messi all'attenzione degli italiani, che possano comprendere quali sono le priorità sulle quali il Governo e il Parlamento intendono spendere i propri soldi, le proprie energie e il proprio tempo. Noi siamo convinti che questo sia un modo stupido per portare avanti l'incarico di parlamentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, ho ascoltato parole pericolose, intrise di demagogia e profondamente sbagliate, soprattutto in un passaggio delicatissimo per questo Paese. Io penso che bisogna rivendicare per le forze democratiche di questo Paese l'istituzione di questa Commissione. E aggiungo: chi pensa che sia uno spreco si sbaglia di grosso, perché è completamente separato dalla società nella quale vive (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, qua si parla di che, Presidente ? Di scontro ideologico fra centrodestra e centrosinistra ? Centrodestra e centrosinistra sono stati d'accordo sulla guerra in Afghanistan, che ci è costata 5 miliardi di euro e profughi su profughi; sulla deposizione illegale del dittatore Gheddafi siete stati d'accordo voi di Forza Italia, zitti e muti (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) e ci è costato...

  PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza !

  ALESSANDRO DI BATTISTA. ... migliaia e migliaia di immigrati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Sulle cause dell'immigrazione sono sempre d'accordo, sono d'accordo a continuare a pontificare il management di ENI, compreso l'attuale amministratore delegato sotto inchiesta per corruzione internazionale perché l'ENI ruba i fondi e le risorse al popolo nigeriano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e il popolo nigeriano viene qua perché non ha più una casa e un terreno da sfruttare. Questi sono regolarmente d'accordo quando si tratta di essere schifosamente e indecentemente ipocriti e il gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia, che in maniera, come dire, in deroga, ha formato, grazie all'altra ipocrita, la Boldrini...

  PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. ... un gruppo parlamentare, ci costa 500 mila euro all'anno, Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Sciacquatevi la bocca prima di dire baggianate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, l'ignoranza, voce del verbo ignorare, del collega – come si chiama questo ragazzo ? Non mi ricordo bene – non sa quanto ci costa averlo qua. E va bene, però noi ce ne facciamo una ragione, tanto sarà una cosa di breve durata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) !
  Presidente, invece io – nel minuto che ho – capisco Fiano cosa intenda dire.
  Peccato che nel provvedimento non c’è mai la parola «espulsione». Peccato che nel provvedimento non si sia immaginato Pag. 35di verificare le condizioni di vita dei carabinieri, della polizia e della polizia penitenziaria. Si poteva fare insieme; sono lì per lavorare e per far rispettare la legge: è di tutta evidenza che si tratta di un provvedimento demagogico inutile ed ideologico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, vede, il collega Fiano e il collega Scotto manifestano indignazione per le condizioni di vita all'interno di questi centri di identificazione, portando solidarietà a coloro i quali vivono e occupano questi centri.
  Noi invece, anche alla luce di quello che è accaduto ieri a Roma, riteniamo che la solidarietà vada portata a quei cittadini italiani che vivono nelle periferie, accanto a questi centri, a quei cittadini italiani che sono costretti a vivere nel degrado, nell'inciviltà, tra insicurezza, furti e rapine per l'atteggiamento e il comportamento di quelle persone che occupano questi centri.
  Per cui, io credo che una parola da parte di questo Parlamento possa essere spesa anche per quei cittadini italiani a Roma e a Milano che vivono determinate periferie e che sono costretti a subire i comportamenti e gli atteggiamenti di chi all'interno di quei centri non rispetta, in maniera sistematica, le condizioni di vita e le regole che vengono imposte. Ed è il motivo per cui noi abbiamo chiesto, nella contrarietà dell'istituzione di questa Commissione, che vengano verificati anche i comportamenti non solo delle forze dell'ordine, che spesso e volentieri vengono condannate per i loro comportamenti, ma anche i comportamenti, che sono quelli spesso e volentieri illegittimi rispetto alle regole che dovrebbero essere rispettate e mantenute da parte di coloro i quali, da ospiti, spesso e volentieri, diventano padroni a scapito dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Faccio presente che nella Conferenza dei presidenti di gruppo era stato deciso che alle 13 ci fosse l'informativa del Governo. Quindi chiedo ai gruppi di procedere velocemente a questo voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, in maniera molto rapida, vorrei dire all'onorevole La Russa: non le do dell'ignorante perché lei mente sapendo di mentire, perché in questi anni noi abbiamo fatto del sindacato ispettivo, siamo andati in questi centri e abbiamo riscontrato non delle semplici irregolarità, ma abbiamo verificato che veniva applicata addirittura la tortura in quei luoghi.
  Allora, questa Commissione parlamentare di inchiesta non si occupa dello scibile umano, ma si occupa di diritti umani e farne una questione contabile è, questa sì, una grande tristezza per questo Parlamento.
  Stiamo facendo un ragionamento che è stato in realtà già verificato e che ha bisogno di essere istituzionalizzato; chi non lo fa, in questo momento, si sta semplicemente rendendo complice di una situazione in un clima d'odio che state alimentando in questo Paese e in questa città perché quello che è successo a Tor Sapienza è esattamente il frutto delle politiche che voi avete determinato in questi anni e che state continuando ad applicare anche all'interno di questo dibattito parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 5.1, così come subemendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Gregori, Patriarca...Pag. 36
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  426   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  369    
    Hanno votato no   57.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Colleghi, noi abbiamo ancora tre votazioni davanti e ovviamente alle ore 13 è prevista un'informativa e la Ministra è qui presente. Quindi, vogliamo andare avanti e procediamo a queste tre votazioni ?

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, intervengo per formulare una proposta all'Aula. Io sono del parere di esaurire gli emendamenti, di completare le votazioni e di differire le dichiarazioni di voto ad altra data. Ce lo dirà la Conferenza dei presidenti di gruppo, se sarà convocata nella stessa giornata di oggi, perché poi, a seguire, nel pomeriggio abbiamo la riunione della Commissione bilancio, sul disegno di legge di stabilità, e la riunione della Commissione lavoro, su un altro provvedimento importante sul lavoro, che non consentiranno la prosecuzione dei lavori.
  Io penso che si possano completare le votazioni oggi e si differiscano le dichiarazioni di voto alla prossima settimana.

  PRESIDENTE. Ci sono obiezioni in merito ?

  CARLO SIBILIA. Presidente...

  PRESIDENTE. Aspetti. Se ci sono obiezioni in merito, io porrò in votazione la proposta del deputato Palese e lei interviene a favore o contro, in questo caso. La proposta del deputato Palese è nel senso di rinviare ad altra seduta il voto finale.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare per fare un'altra proposta.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Però, così facciamo una «capigruppo volante». Prego.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, solo affinché resti agli atti. Noi in realtà vorremmo magari terminare le votazioni, in modo tale che riusciamo anche a svolgere l'informativa, come stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. Nel pomeriggio non mi risulta che ci debbano essere dei problemi per andare avanti sul prosieguo dell'ordine del giorno, perché noi concludiamo le dichiarazioni di voto su questo provvedimento e poi abbiamo anche altri provvedimenti.
  Quindi, secondo me l'Aula può lavorare anche nel pomeriggio. Secondo il MoVimento 5 Stelle, questa è la posizione.

  PRESIDENTE. Questa è un'altra questione.
  Allora, completiamo queste tre votazioni, completiamo queste tre votazioni.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 5.2, su cui il parere della Commissione e del Governo è contrario.
  Deputato Cozzolino, intende parlare per dichiarazione di voto ?

  EMANUELE COZZOLINO. Presidente...

  PRESIDENTE. Aspettate un attimo ! Sono le 13,05; c’è l'informativa, c’è il Ministro fuori. Non mi pare che ci sia la collaborazione per potere completare queste tre votazioni.
  A questo punto io sospendo la seduta per...

  EMANUELE COZZOLINO. Presidente, Presidente !

  PRESIDENTE. Cozzolino, cosa vuole dire ?

Pag. 37

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 5.2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico, Gregori, Casellato, Mura. Velocemente ! Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  422   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, mi pare – e io avevo capito – che lei avesse detto: «Allora in queste condizioni facciamo subito...».

  PRESIDENTE. Sì, poi Cozzolino ha consegnato la sua dichiarazione di voto, perciò...

  IGNAZIO LA RUSSA. Cozzolino ha consegnato, ma lei non ha modificato il suo...
  La prego di rispettare, salvo un diverso parere dell'Aula, l'ordine dei lavori che ci siamo dati. Io ho interesse ad ascoltare immediatamente, come previsto, il Ministro.

  PRESIDENTE. Siamo d'accordissimo, La Russa.

  IGNAZIO LA RUSSA. Quindi, la prego di sospendere i lavori e di dare corso, come da ordine del giorno, salvo diverso orientamento dell'Aula (Commenti).

  PRESIDENTE. Colleghi !

  IGNAZIO LA RUSSA. Mi pare corretto.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, è notorio l'interesse dell'onorevole La Russa a tutti i temi che si svolgono in quest'Aula e apprezzeremo la sua presenza costante all'informativa (Applausi ironici dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Però, io le chiedo, Presidente, di porre la questione. Lei stava conducendo con equilibrio i lavori per cercare di concludere le votazioni, come tutti gli altri gruppi avevano consentito, e di svolgere le due votazioni. Altrimenti, io le chiedo di porre in votazione la proposta fatta dal collega Palese, su cui noi concordiamo, di completare gli emendamenti e gli ordini del giorno su questo provvedimento e di rinviare, rimettendolo alla definizione da parte della Conferenza dei presidenti di gruppo, il seguito dell'esame di questo provvedimento e il resto dei punti all'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Io avevo inteso che i gruppi consentissero di poter arrivare alla fine. Ci mancano due votazioni. Dopodiché il deputato Palese ha fatto una richiesta formale, e la si mette in votazione per Pag. 38garanzia dei nostri lavori, e poi sospendiamo. Questa è la questione, poi inizia il Governo. Abbiamo finito.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. La Russa, è già intervenuto sull'ordine dei lavori. Prego.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori, se lei me lo consente, posso reintervenire, perché concordo con la richiesta e confermo il mio grande interesse per tutti gli atti del Governo, sia quando sono presente, sia quando li guardo da lontano. Sono così esilaranti che non me perdo mai uno, stia tranquillo ! Pertanto, Presidente, le chiedo di mettere in votazione ora la proposta Palese, esattamente come ha fatto il collega del PD.

  PRESIDENTE. Va bene, non c’è l'assenso dei gruppi a continuare. Quindi sulla proposta...

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, io rimango un attimo stupefatto di quello che sta avvenendo in questo momento, perché viene prima fatta una richiesta dal collega Palese di proseguire nella votazione di questi emendamenti e poi contestualmente viene fatta un'altra richiesta, in realtà fa già due richieste: una è quella di andare avanti, la seconda è quella di posticipare alla settimana prossima la votazione finale su questo provvedimento.
  Scusate ma, se non sbaglio, la settimana prossima iniziano i lavori sulla stabilità, cioè noi andiamo ad intasare i lavori della prossima settimana. Oggi pomeriggio è prevista ovviamente la seduta dell'Aula e, pertanto, io rimanderei alla Capigruppo una decisione che non può essere presa qui, perché in realtà ricordo a tutti che il provvedimento successivo è quello sul TTIP, su cui il Viceministro Calenda ha preso un impegno preciso ad essere qua oggi pomeriggio per discutere questo tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e noi abbiamo acconsentito allo slittamento in Aula di quel provvedimento perché l'impegno del Governo era di venire in Aula a riferire !
  Adesso, se i colleghi del PD hanno fretta di tornare a casa, io credo debba essere convocata immediatamente una Capigruppo per risolvere il problema, altrimenti si vada avanti, perché qua ci stiamo prendendo in giro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È chiaro che, quando il deputato Palese ha chiesto di procedere con gli emendamenti, era solo se c'era l'assenso dei gruppi. Allora, a questo punto, l'unica cosa che posso fare è mettere in votazione la richiesta formale di Palese di rinvio ad altra seduta. Ciò non toglie che poi la Capigruppo possa ridefinire il calendario in maniera ancora più dettagliata.
  Quindi, sulla proposta del deputato Palese, nel senso di rinviare ad altra seduta l'ulteriore votazione sul provvedimento in esame, nonché gli ulteriori punti all'ordine del giorno, ad eccezione dell'informativa urgente del Governo, darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un deputato contro e a uno a favore. Chi chiede di parlare contro ?

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Crippa, vuole parlare contro la proposta del deputato Palese, ho capito ? Siccome lei ha già parlato e si è espresso su questo tema, mi segnalano che il deputato Scotto aveva alzato la mano per primo. Prego, deputato Scotto.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, ci sono due voti da fare. Penso che ci siano le condizioni per poter concludere il provvedimento Pag. 39questa mattina, per cui pensiamo che la proposta dell'onorevole Palese non tenga conto di questa possibilità. Noi siamo per proseguire.

  PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare a favore, passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta del deputato Palese.
  (È approvata).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo ?

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, è chiara la proposta del collega Palese ? Infatti, qualche collega mi ha detto che è stata recuperata in modo, forse, non filologico – chiedo l'ascolto – rispetto alla proposta del collega Palese, che intendeva completare questo fascicolo di emendamenti e rinviare il seguito dell'esame. Questa è stata la proposta del collega Palese.

  PRESIDENTE. Ma su questo vi è l'obiezione del deputato La Russa !

  ETTORE ROSATO. Ma l'obiezione del collega La Russa, che io rispetto, è un'obiezione insignificante rispetto al voto di questa Assemblea, perché, se ogni collega può avere un'obiezione...

  PRESIDENTE. No, perdonatemi, su questa cosa, il punto era diverso. Io ho l'informativa, adesso siamo in ritardo di dieci minuti. Avevo chiesto se vi era la collaborazione dei gruppi a fare quegli altri due voti: non mi pare ci fosse. Adesso vi è l'informativa, quindi sospendo la seduta per permettere al Ministro di entrare in Aula (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 13,15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Informativa urgente del Governo sulle misure di prevenzione adottate in relazione al virus Ebola.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una informativa urgente del Governo sulle misure di prevenzione adottate in relazione al virus ebola. Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro della salute)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la Ministra della salute, Beatrice Lorenzin.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, gentili onorevoli, sono qui per fornire, a nome del Governo, aggiornate informazioni, e anche una sintetica rappresentazione, dell'evolversi del virus, sin dalla sua comparsa, in ordine al quadro, peraltro in continua evoluzione, relativo all'epidemia del virus ebola e, in particolare, alle ulteriori iniziative che il Governo intende adottare al fine di contrastare la diffusione dello stesso virus.
  Come molti ormai sanno, il 21 marzo del 2014, il Ministero della salute della Guinea ha notificato all'Organizzazione mondiale della sanità un'epidemia a rapida evoluzione, causata dal virus ebola.
  Già in data 4 aprile, l'Italia tra i primissimi Paesi al mondo, se non il primo, ha emanato una circolare per richiamare agli obblighi e alle procedure connesse per il trattamento e la prevenzione delle malattie emorragiche virali. Questo è avvenuto, ovviamente, anche allertando i nostri uffici di frontiera nei porti e negli aeroporti e, inoltre, attivando, immediatamente, riunioni di coordinamento tra tutte le amministrazioni coinvolte. Pag. 40
  L'epidemia ha preso avvio nella Forest region, ai confini con gli Stati della Sierra Leone e della Liberia, e ha coinvolto, successivamente, la capitale Conakry.
  Il primo caso in Liberia è stato notificato il 30 marzo e in Sierra Leone il 25 maggio del presente anno.
  Deve aggiungersi che dal dicembre del 2013, quando l'epidemia avrebbe avuto effettivamente inizio, sono stati riportati dall'Organizzazione mondiale della sanità, alla data del 12 novembre, data dell'ultimo report dell'OMS, 14.098 casi probabili, confermati e sospetti, inclusi 5.160 decessi, con un tasso di letalità medio di circa il 36 per cento: in Guinea, dove la letalità è del 61 per cento, in Liberia, con letalità del 42 per cento, Mali e Sierra Leone, con letalità del 22 per cento...

  PRESIDENTE. Scusate, per favore, colleghi, un po’ di attenzione.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. ... Spagna, Stati Uniti d'America, Nigeria e Senegal.
  Tali dati, come è facile intuire, sono soggetti a continue variazioni. Colpisce il fatto che 564 operatori sanitari sono stati contagiati e 320 sono morti, con un tasso di letalità vicino al 60 per cento.
  In Nigeria, dove il virus è stato introdotto nel mese di luglio dalla Liberia, sono stati registrati 20 casi 8 decessi (oltre al caso indice, si sono verificati casi secondari e terziari a Lagos e a Port Harcourt), il Paese è indenne dal 19 ottobre 2014. In Senegal, dove il virus è stato introdotto a fine agosto dalla Guinea, si è verificato un caso confermato. Infatti, due casi sospetti sono stati esclusi, in quanto non casi, e il Paese è stato dichiarato indenne il 17 ottobre del 2014. La Nigeria è stata dichiarata ufficialmente area libera dal virus di ebola il 19 ottobre e il Senegal il 17, ovvero dopo 42 giorni dall'ultimo caso confermato di ebola, come stabilito dall'OMS.
  Su questo vorrei dire una cosa: è evidente che i casi della Nigeria e del Senegal mettono in luce il fatto come degli Stati africani che hanno una situazione di organizzazione dei sistemi sanitari, anche se di base, sono riusciti a contrastare immediatamente il diffondersi dell'epidemia. Il tema vero, che poi ci ha fatto riflettere dal punto di vista internazionale, è proprio come nel West Africa, invece, non si sia riusciti a contrastare dall'insorgere della malattia il virus, proprio per la mancanza delle più elementari basi di igiene pubblica o per la mancanza di un elementare sistema sanitario.
  Questa è, per così dire, una durissima e amara lezione, che il mondo sta imparando e che dovrà assimilare poi per fronteggiare epidemie future.
  Il 24 ottobre è stato segnalato un caso confermato da malattia di virus ebola anche dal Mali, in una bambina proveniente dalla Guinea, poi deceduta. A tale caso se ne è aggiunto un secondo, segnalato proprio nella giornata di ieri. Si tratta del decesso di un'infermiera di una clinica privata di Bamako, che è stata infettata da un paziente proveniente dalla Guinea e che era in cura nella clinica dove poi è deceduto.
  Evidenzio, comunque, che anche grazie all'intervento dell'OMS sono state immediatamente attivate le procedure previste per l'identificazione e il follow up dei contatti. Attualmente 82 contatti sono sotto sorveglianza. Come seguito dell'inchiesta epidemiologica, sono state identificate altre due morti sospette, che portano a quattro i casi confermati e probabilmente tutti sono deceduti.
  Il 26 agosto, il Ministero della salute della Repubblica democratica del Congo ha notificato all'OMS un focolaio di malattie da virus da ebola nella provincia di Equater, con un tasso di letalità del 75 per cento, più vicino alle epidemie degli anni precedenti.
  Il caso indice è una donna incinta, che risiedeva nel villaggio di Ikanamongo, che aveva macellato un animale selvatico ucciso dal marito. Ha manifestato i sintomi della MVE e si è recata in una clinica privata nel villaggio Isaka. L'11 agosto è morta a causa di una febbre emorragica non identificata. I costumi locali – non è ammesso seppellire donne con i loro feti e, Pag. 41pertanto, è stato effettuato un cesareo post mortem per estrarre il feto – e le usanze funerarie hanno fatto sì che altri operatori sanitari siano stati esposti al virus e abbiano manifestato sintomi la settimana successiva.
  A questo proposito voglio dire che uno dei lavori più importanti che stanno effettuando le organizzazioni internazionali in West Africa è proprio quello di dissuadere la popolazione dal perpetrare usi funerari – voi potete immaginare quanto sia complesso questo, perché sono usi e costumi profondamente radicati nel territorio e nella religione – per riuscire a debellare quella che è una delle principali cause di veicolazione del virus.
  Tra il 28 luglio e il 29 ottobre 2014 sono stati segnalati all'OMS un totale di 66 casi, inclusi 49 decessi, di cui 8 hanno riguardato operatori sanitari. È stata stabilita la trasmissione interumana che ha coinvolto il personale sanitario esposto durante un taglio cesareo post mortem, un medico e due infermieri, oltre all'igienista e ad un ragazzo del reparto, i quali hanno sviluppato i sintomi e sono morti. Altri decessi sono stati registrati tra i parenti che hanno assistito il caso indice, persone che erano in contatto con il personale medico e coloro che hanno manipolato i corpi durante il funerale.
  Il caso indice e i 386 contatti identificati, 239 dei quali ancora sotto sorveglianza, non hanno storie di viaggi nei Paesi affetti da MVE dell'Africa nordoccidentale (Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone) o storie di contatti con soggetti provenienti da aree infette. L'epidemia della Repubblica democratica del Congo non è correlata a quella attualmente in corso in Africa occidentale: si tratta di altri ceppi endemici.
  Più recentemente sono stati confermati casi di MVE anche in Paesi occidentali, ovvero uno in Spagna e quattro, incluso un decesso, negli Stati Uniti d'America. In entrambi i Paesi sono stati registrati casi in operatori sanitari, che avevano assistito pazienti affetti da MVE. In questi Paesi è stata registrata una trasmissione limitata dell'infezione, grazie all'esistenza di sistemi sanitari solidi ed efficienti, che sono stati in grado di mettere in campo misure adeguate a contenere l'ulteriore disseminazione del virus. Tutti i contatti sospetti hanno concluso il prescritto periodo di quarantena senza sviluppo di malattia.
  In merito alla manifestazione del virus, come sapete, il periodo di incubazione del virus è mediamente di 8-10 giorni, con un range di 2-21 giorni. Preciso che 21 giorni è il periodo considerato massimo per scongiurare qualsiasi tipo di comparsa della malattia. Al momento non è possibile identificare i pazienti affetti durante il periodo di incubazione, neanche con i test molecolari. E, comunque, i soggetti infetti non sono contagiosi fino a quando sono asintomatici. Questo è un elemento che deve essere ben chiaro: i soggetti non sono contagiosi fino a quando sono asintomatici, cioè fino a quando non presentano febbre, vomito, diarrea o altri dei sintomi di ebola.
  In merito alle modalità di trasmissione, argomento che reputo estremamente importante, anche per fare chiarezza, a beneficio dei nostri cittadini, le informazioni scientifiche disponibili, desunte dalle pregresse epidemie di ebola, evidenziano come il virus ebola si trasmette attraverso il contatto diretto della cute o delle mucose, con sangue o altri liquidi o materiali biologici (saliva, feci, vomito, sperma), incluse le secrezioni salivari dei soggetti malati.
  La trasmissione del virus può avvenire anche con il contatto indiretto della cute o delle mucose, con oggetti contaminati con sangue o altri liquidi biologici, ad esempio gli aghi.
  Non vi sono evidenze di trasmissione del virus per via aerea.
  Ricordo peraltro che, fin dal 28 marzo 2014, è stata attivata e viene costantemente aggiornata una sezione del sito Web del Ministero della salute che offre informazioni complete sulla malattia del virus ebola, oltre che un quadro aggiornato dell'evoluzione epidemica nei Paesi colpiti.
  Le probabilità di trasmissione del virus cambiano nel corso della malattia con l'evolversi delle manifestazioni cliniche. Pag. 42All'inizio, quando è presente solo febbre, in assenza di vomito, diarrea o di manifestazioni emorragiche, il rischio di trasmissione è basso.
  Nelle fasi tardive, quando compaiono manifestazioni emorragiche, il rischio è significativamente più elevato e rimane molto elevato anche dopo la morte.
  Per questo motivo sono raccomandati sia l'isolamento dei pazienti che l'uso di dispositivi di protezione per gli operatori che li assistono, implementati in relazione alla fase del percorso assistenziale, in ragione della valutazione del rischio, cioè alla probabilità che il paziente sia stato effettivamente esposto ad un malato di ebola, stadio e decorso clinico della malattia.
  Quindi possiamo dire che l'attuale epidemia in Africa occidentale è causata da un ceppo Zaire del virus ebola ed è la prima epidemia da virus ebola che interessi l'Africa occidentale, la più estesa mai registrata per numero di casi e diffusione geografica e la più complessa in termini di gestione e controllo.
  Si tratta della prima volta che tale epidemia coinvolge grandi città e basta ad ognuno di noi vedere le immagini che provengono dalle grandi città della Sierra Leone per capire che cosa significhi. Oltretutto si sta verificando un allarme non solo sanitario, ma umanitario gravissimo, perché le popolazioni non sono più in grado di avere una disponibilità di medicine e di cure per le altre patologie per cui si muore e soprattutto la somministrazione di cibo.
  Successivamente parleremo anche di come l'epidemia si è evoluta nell'ultimo mese e di come, a seguito di questo, l'Italia sia stata interessata: oltre alle Commissioni di sicurezza europee, abbiamo partecipato al GHSA e quindi siamo ormai all'interno di un coordinamento mondiale per quanto riguarda il contrasto alla diffusione del virus.
  Ci tengo a ribadire che tutte le organizzazioni e gli analisti hanno affermato che il virus si è trasmesso e l'epidemia è cresciuta a causa dell'incapacità dei Paesi in cui è scoppiata, come vi dicevo prima, di mettere in atto misure sanitarie che per noi sarebbero elementari: rintracciare le persone contaminate, contenere la diffusione dell'infezione, effettuare il risanamento.
  Purtroppo questo ha portato ad una crescita esponenziale dell'evento epidemico, su cui oggi bisogna assolutamente intervenire, per evitare che questo virus si trasformi non soltanto in una grandissima ed ulteriore tragedia sanitaria, ma anche in una tragedia umanitaria, con conseguenze anche geopolitiche incalcolabili.
  Per quanto riguarda il rischio, abbiamo evidenziato che la possibilità di essere infettati è ovviamente più elevata per gli operatori sanitari e per il personale delle organizzazioni umanitarie che forniscono assistenza e cure mediche nelle zone colpite.
  A loro è consigliato di indossare indumenti protettivi, comprese maschere, guanti, camici e presidi di protezione per gli occhi e di mettere in atto le misure adeguate di prevenzione e controllo delle infezioni.
  Confrontandoci con la Croce Rossa, è emersa la necessità di un forte turn over di questi operatori, che ovviamente sono sottoposti ad un grandissimo stress, avendo adottato anche misure cautelari maggiori rispetto a quelle previste per la protezione dei pazienti: da mesi evitano i contatti fisici tra loro, non ci sono strette di mano, abbracci, contatti di alcun genere, proprio per escludere qualsiasi tipo di contaminazione tra gli operatori.
  Inoltre, d'intesa con la cooperazione italiana, stiamo valutando di realizzare, nelle zone colpite, dei centri di compensazione per gli operatori sanitari delle ONG prima del loro rientro in Europa.
  Ricordo che le ONG già applicano al proprio interno misure di moral suasion, nel senso che si tende a non far partire gli operatori prima dei ventuno giorni. Il Ministero ha in ogni caso concordato con le singole ONG una procedura di allerta e verifica delle condizioni di rischio e di profilo clinico al momento del rientro in patria, che viene monitorato secondo i quattro parametri di rischio concertati a Pag. 43livello internazionale che prevedono, in caso di verificata esposizione, la proibizione del viaggio internazionale e l'osservazione in isolamento nei Paesi in epidemia.
  Per quanto riguarda la presenza del virus nei Paesi extracomunitari, ritornando a quanto accaduto negli Stati Uniti d'America, il primo caso da malattia da virus ebola è stato un cittadino liberiano che ha sviluppato sintomi circa quattro giorni dopo il suo arrivo negli Stati Uniti. Tale soggetto si è rivolto per la prima volta ad un servizio di pronto soccorso della città di Dallas, il 26 settembre, ed è stato messo in isolamento due giorni dopo. Poiché la persona era asintomatica durante il viaggio, le persone che erano a bordo degli stessi aeromobili, tutte rintracciate, sui quali era imbarcato il predetto soggetto, non hanno corso rischi. Tre persone che sono venute in contatto con il paziente liberiano mentre era asintomatico si sono a loro volta ammalate. Proprio il primo caso degli USA dimostra come il pericolo della diffusione della malattia da virus ebola possa essere scongiurato solo attraverso il rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza che nel caso americano non sono stati rispettati, atteso che la persona, pur presentando i sintomi di un possibile contagio, non è stata immediatamente isolata al primo accesso alla struttura ospedaliera. Ciò ha comportato con ogni probabilità che la predetta persona sia venuta in contatto con altri soggetti, poi rintracciati e posti sotto sorveglianza sanitaria per poter disporre immediatamente il ricovero in idoneo ambiente ospedaliero al manifestarsi dei primi sintomi clinici. Sempre negli Stati Uniti, è stato internato e curato nello Stato del Nebraska il secondo caso, un operatore di riprese, che ha lavorato nelle zone colpite dall'epidemia in Africa occidentale.
  Anche il continente europeo ha registrato il primo caso di soggetto infettato in un'infermiera ausiliaria che avrebbe contratto la malattia nel prestare assistenza sanitaria o comunque nell'occuparsi di un paziente, un volontario di un'organizzazione umanitaria che aveva contratto la malattia in uno dei Paesi africani ed era stato riportato nel proprio Paese di origine. In questo caso, come in quello americano, si sarebbe verificata la non rigorosa applicazione delle misure di sicurezza, in particolare nell'uso non corretto degli strumenti di protezione, il che evidenzia la necessità che il personale sanitario, e più in generale tutti coloro che forniscono cura e assistenza ai soggetti affetti dal virus di ebola, siano adeguatamente formati nelle tecniche di utilizzo degli indumenti protettivi, comprese maschere, guanti, camici e presidi di protezione per gli occhi. Anche le autorità spagnole hanno provveduto a individuare e a porre immediatamente in isolamento i soggetti con i quali l'infermiera è venuta in contatto. Gli altri casi riguardano soggetti volontariamente importati, come si suol dire, perché evacuati dai Paesi interessati dall'epidemia: uno già ricordato in Spagna, che purtroppo è deceduto; uno nel Regno Unito, con condizioni cliniche stabili; due in Germania, un senegalese e un ugandese, cooperanti rispettivamente per l'OMS ed Emergency, dalle condizioni stabili; uno in Svizzera, operatore sanitario australiano della Federazione internazionale della Croce Rossa, considerato come persona da sottoporre ad indagine, ma non come un caso sospetto probabile.
  In Italia, le numerose segnalazioni di casi sospetti – abbiamo avuto numerosissime segnalazioni che si sono intensificate nei mesi di luglio, di agosto e anche nei successivi –, dovute anche a un sistema di allerta attivato nel Paese, che sono pervenute fino ad oggi al Ministero, sono state oggetto di apposite indagini epidemiologiche e di approfondimento diagnostico, come previsto dalle circolari emanate e hanno dato tutte esito negativo. L'incremento dell'epidemia nell'Africa occidentale è stato confermato dai dati epidemiologici dell'OMS nel dato più volte rappresentato nelle ultime settimane, con una curva epidemica che si pensa che dopo Natale possa avere un picco di 20 mila casi. A questo proposito, ricordo che il coordinamento delle misure sanitarie a livello europeo è sotto l'egida dell’Health Pag. 44Security Committee dell'Unione europea che, oltre ad avvalersi della consulenza tecnica del Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC), si basa sulle raccomandazioni fornite dall'OMS.
  Le raccomandazioni temporanee emanate dal comitato di emergenza del regolamento sanitario internazionale dell'8 agosto 2014 sono state in tal senso reiterate lo scorso 22 settembre. Altre forme di coordinamento per gli aspetti umanitari e per quelli di sicurezza fanno rispettivamente capo alla direzione generale ECHO, cioè alla cooperazione umanitaria, e al comitato politico per la sicurezza (CPS).
   L'Unione europea ha nominato un coordinatore ebola unico nella persona del commissario Christos Stylianides in visita nei tre Paesi colpiti dal 12 al 16 novembre, accompagnato dal commissario per la salute Vytenis Andriukaitis. Il Ministero della salute ha fornito con la circolare del 4 aprile 2014 e con quelle successive rispettivamente in data 8 aprile, 8 agosto e 1o ottobre dettagliate disposizioni per il rafforzamento delle misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionali, porti e aeroporti, presieduti dagli uffici di sanità marittima e aerea di frontiera cosiddetti USMAF. Noi abbiamo 12 USMAF centrali in Italia e 25 territoriali in fase di revisione secondo il prossimo di DPCM di riordino degli uffici ministeriali. Ne rimarranno 7 centrali con 36 uffici territoriali. Gli USMAF sono situati all'interno di porti ed aeroporti e costituiscono un filtro contro le malattie potenzialmente epidemiche. Sono le prime strutture chiamate a fare vigilanza igienico-sanitaria sui mezzi, merci e persone in arrivo sul territorio italiano e comunitario. Negli USMAF lavorano al momento 448 persone di cui 79 medici (a Fiumicino abbiamo 6 medici, a Malpensa 7 ma alcuni di questi debbono necessariamente occuparsi anche dell'aeroporto di Linate). Si tratta di una dotazione, soprattutto quella medica, che ritengo non adeguata. Per tale ragione vi anticipo che mi sono convinta della necessità di proporre un'iniziativa normativa: penso proprio ad un emendamento al disegno di legge di stabilità per l'anno 2015 che garantisca un potenziamento degli stessi uffici. Sono convinta che tale iniziativa troverà un positivo riscontro in Parlamento, comprendendo la necessità che abbiamo di potenziare questi sistemi di sicurezza. L'USMAF hanno attivato indispensabili collegamenti operativi con i servizi di emergenza sanitaria territoriale tanto del Servizio sanitario nazionale quanto dei servizi sanitari aeroportuali e delle navi. Ricordo come medici USMAF abbiano anche garantito screening e prima assistenza sanitaria a bordo delle navi impegnate nell'operazione Mare Nostrum spesso in condizioni di particolare disagio che hanno saputo gestire brillantemente. E a questo proposito ringrazio tutti i medici sia della Marina militare sia i medici dell'USMAF che hanno prestato servizio in questi mesi. Per consentire il rafforzamento delle misure di sorveglianza in corrispondenza dei punti di ingresso internazionali sono state date specifiche indicazioni perché il rilascio della libera pratica sanitaria alle navi che nei 21 giorni precedenti abbiano toccato uno dei porti dei Paesi colpiti avvenga solo dopo verifica da parte dell'USMAF della situazione sanitaria a bordo. Mentre per ciò che concerne gli aeromobili è stata richiamata la necessità dell'immediata segnalazione di casi sospetti a bordo per consentire il dirottamento dell'aereo sugli aeroporti sanitari designati ai sensi del regolamento sanitario internazionale del 2005. Gli USMAF degli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa, designati come aeroporti sanitari, hanno emanato specifiche ordinanze aeroportuali per disciplinare gli interventi in caso di segnalazione di casi sospetti di malattie infettive a bordo e di aeromobili provenienti direttamente o indirettamente dalle aree infette. I due aeroporti sanitari di Roma Fiumicino e Milano Malpensa sono collegati ai centri di riferimento nazionale Sacco a Milano e Spallanzani a Roma ed esercitazioni vengono tenute presso ciascun USMAF con cadenze regolari. Proprio nella giornata di ieri si è svolta un'esercitazione nella quale è stata simulata l'evacuazione medica in alto biocontenimento Pag. 45di un soggetto che è stato trasportato dall'aeroporto militare di Pratica di Mare a quello di Milano Malpensa e da qui al centro di riferimento dell'ospedale Sacco di Milano per verificare l'attendibilità della catena gestionale dell'evento acuto. Accanto ad una supervisione mirata che abbiamo messo in atto: oggi il direttore generale della prevenzione sanitaria è ad esempio in Sicilia per la verifica della qualità del servizio di sorveglianza e allerta nella regione che è maggiormente esposta all'arrivo di migranti per via marittima. È in corso l'inventario e la revisione dei piani regionali che sono stati impostati in base e a seguito dell'adozione delle circolari ministeriali. L'Ente nazionale aviazione civile e il comando generale della capitaneria di porto Guardia costiera sono invitati a prestare la loro indispensabile collaborazione per l'efficace e completa realizzazione di queste raccomandazioni.
  Con la circolare del 1o ottobre, che è in corso di revisione a seguito di una raccomandazione ripresa, congiuntamente, da CDC federali degli Stati uniti e dall'ECDC europeo, sono state fornite indicazioni non solo sui centri di riferimento nazionali e sui centri clinici a livello delle regioni e province autonome in cui possano essere gestiti casi sospetti o confermati di infezioni da virus ebola, ma anche circa le modalità di stratificazione del criterio epidemiologico in base al rischio di esposizione, la valutazione iniziale e la gestione di casi sospetti o confermati di malattie da virus ebola, le modalità per il trasporto, le precauzioni da adottare per la protezione degli operatori sanitari, le misure nei confronti di coloro che vengono a contatto con casi di malattia.
  Tali misure, se sono sicuramente idonee ad individuare e trattare i casi che presentano un quadro sintomatico di una possibile infezione da virus ebola, non sono, invece, sufficienti nei riguardi di coloro che manifestano tale sintomatologia solo dopo il loro arrivo nel continente europeo. Si precisa che, al momento, l'Italia è destinataria di voli diretti soltanto dalla Nigeria, Paese che, come è stato detto, ha avuto un focolaio di casi secondari e terziari e legati ad un unico caso importato nel luglio 2014, ed è stato dichiarato area indenne dal 19 ottobre 2014. Tali voli diretti arrivano con cadenza trisettimanale all'aeroporto di Fiumicino dove l'USMAF è pronto ad intervenire in caso di segnalazione di casi sospetti, come, del resto, per qualsiasi altra provenienza.
  Tutti gli altri Paesi colpiti – Guinea, Liberia, Sierra Leone – sono collegati all'Italia solo mediante voli indiretti, che fanno scalo in hub europei come Bruxelles, Madrid, Lisbona, Parigi ed altri o nel nord-Africa. Ne consegue che i viaggiatori provenienti dalle aree colpite potrebbero arrivare in Italia attraverso voli di provenienza comunitaria e non comunitaria.
  Quindi, proprio per questo, sono state predisposte delle misure per rafforzare il sistema di sorveglianza a livello europeo e non soltanto riguardante l'Italia, che prevedono il rafforzamento e il potenziamento delle procedure per l'individuazione dei soggetti che potrebbero essersi infettati già nei Paesi africani colpiti dall'epidemia prima del loro imbarco sugli aeromobili con destinazione in uno degli aeroporti continentali: cioè, è molto importante lo screening in uscita da questi Paesi e il controllo dei passeggeri in uscita. Al riguardo, si sta implementando la cooperazione con i Paesi implicati e tutte le ONG presenti. In particolare, le tre ONG maggiori attive in loco - cioè, MSF, Emergency e Cuamm – sono state allineate con un protocollo di gestione condiviso dei rientri dei rispettivi operatori sanitari, che è operativo.
  Analoghe misure sono state concertate e rese operative con l'Aeronautica militare, che supervisiona i rientri di militari statunitensi presso la base di Vicenza. A questo proposito, il Ministero della salute sta procedendo al riconoscimento dell'aeroporto di Pratica di Mare come aeroporto sanitario in analogia a Fiumicino e Malpensa e alla delega di funzioni USMAF ai medici militari che sono formati e certificati per questo scopo, limitatamente alle operazioni militari. Per questo noi vogliamo Pag. 46omogeneizzare gli interventi civili rispetto a quelli militari, con analoghe procedure e misure di controllo e di sicurezza.
  Ancora: individuazione dei viaggiatori e potenziale rischio al momento dello sbarco e loro accoglienza a cura degli USMAF, che ne gestiscono, poi, il monitoraggio remoto secondo i livelli di classificazione del rischio, in linea con le raccomandazioni dell'OMS e dei centri per il controllo delle malattie negli Stati Uniti e in Europa; informazione al pubblico generale attraverso l'installazione negli aeroporti di cartelloni informativi e distribuzione di opuscoli informativi, che già sono presenti negli aeroporti, ma che vogliamo siano più evidenti e più capillari sui comportamenti da tenere nell'ipotesi in cui, nei giorni successivi all'arrivo, si manifestino i sintomi di una possibile infezione.
  A questo proposito, evidenzio che, in considerazione del ruolo di coordinamento di tutti i Ministri della salute europei che mi compete in questo semestre di Presidenza italiana dell'Unione europea, ho già assunto iniziative perché la predetta campagna informativa sia svolta con modalità omogenee in tutti i Paesi dell'Unione europea, in modo tale che in tutte le compagnie aeree, negli aeroporti di transito, anche secondari, si trovi lo stesso livello di informazione, qualora sia sfuggita la prima maglia di controllo – quella più importante –, che è quella relativa ai passeggeri provenienti direttamente dai Paesi colpiti.
  Voglio ricordare che in questi mesi sono state controllate decine di migliaia di passeggeri provenienti dai Paesi in uscita e che ne sono stati fermati un centinaio, ma nessuno di questi riscontrava il virus.
  Per quanto riguarda le misure di prevenzione concordate da ultimo nella riunione straordinaria del 16 ottobre dei Ministri della salute e convocata su iniziativa congiunta mia e del commissario pro tempore Borg, comunico che vengono aggiornati sistematicamente i protocolli di screening, valutazione clinica, assistenza medica e infermieristica a favore degli operatori umanitari italiani, del personale civile e militare in rientro da periodi di servizio svolti nei Paesi in situazione epidemica. Tale procedura si attua, anche, per le grandi manifestazioni convegnistiche di rango internazionale; per quanto riguarda, in particolare, le misure previste in occasione del vertice FAO ICN2 che si terrà a Roma dal 19 al 21 novembre, i competenti uffici del Ministero della salute sono in costante contatto con i servizi sanitari della FAO e con l'unità di crisi della Farnesina per la gestione condivisa e coordinata di tutti gli aspetti legati all'emergenza ebola.
  Si sta predisponendo un sistema di tracciatura dei movimenti e dei contatti di soggetti a rischio nei singoli Paesi, con la possibilità di geolocalizzare viaggiatori internazionali che abbiano come meta secondaria l'Italia, come misura cautelativa ulteriore rispetto agli screening sanitari effettuati in uscita dagli aeroporti locali. Viene mantenuto uno stretto contatto con le autorità federali statunitensi, britanniche e francesi, oltre che con l'OMS a cui sono stati affidati i coordinamenti delle operazioni nei tre Paesi africani coinvolti dall'epidemia. Stiamo inoltre collaborando alla sperimentazione dei candidati vaccini e dei candidati farmaci per la prevenzione e la terapia della malattia avviata dall'OMS.
  Per quanto riguarda, invece, l'operazione Mare Nostrum a cui ho già accennato, la partecipazione del Ministero della salute con i propri medici all'attività della Marina militare è attiva dal 21 giugno; da quanto noi abbiamo appreso sono stati fatti ottantamila controlli, oltre ovviamente agli altri, di questi sono stati effettuati dai medici del Ministero della salute 17 mila controlli a bordo delle navi e 48 mila a terra, un numero enorme e di questo ringrazio ancora oltre ai medici del Ministero della salute, i medici della Marina militare e del Servizio sanitario nazionale che stanno prestando un lavoro straordinario. Questa operazione è stata volta proprio a consentire, quando ancora i migranti erano a bordo, prima dello sbarco sul territorio nazionale, i controlli sanitari per accertare la presenza di segni Pag. 47e sintomi sospetti di malattie infettive, ai sensi del regolamento sanitario internazionale dell'OMS. Come è noto l'operazione si è formalmente conclusa il 31 ottobre 2014, tuttavia il Governo ha convenuto sulla necessità che sia assicurato il facing out dell'operazione durante i prossimi due mesi, in parallelo con la nuova operazione Triton a guida dell'agenzia europea Frontex che vedrà la partecipazione di vari Stati europei tra i quali ovviamente l'Italia con l'obiettivo di controllare le frontiere europee sul Mediterraneo per contrastare l'immigrazione clandestina e i traffici dei mercanti di morte.
  Voglio tranquillizzare sul fatto che la fine dell'operazione Mare Nostrum non si tradurrà nel venir meno dei controlli sanitari sui migranti, le cui modalità di effettuazione ho già ricordato. Colgo, infatti, questa occasione per annunciare che il Ministero della salute ha definito proprio nei giorni scorsi un protocollo di intesa con il Ministero dell'interno e il Ministero della difesa per garantire la continuazione dei controlli. Più in particolare i Ministeri coinvolti hanno concordato di cooperare nell'attività di assistenza alle persone sbarcate sul territorio nazionale negli ambiti dei flussi non programmati d'ingresso, al fine di rafforzare le misure e gli interventi per la tutela della salute, attraverso accertamenti sanitari da effettuare direttamente nei luoghi di sbarco o in prossimità degli stessi. Ad oggi, comunque, la possibilità che attraverso questo canale arrivino persone affette dalla malattia di ebola per i termini di incubazione di cui ho parlato prima è veramente molto bassa. L'esperienza dell'osservazione delle modalità dei flussi migratori, più che ventennale nel nostro Paese, permette di affermare che la durata del viaggio, in caso di flussi migratori irregolari, è tale da rendere estremamente improbabile l'arrivo attraverso tale canale di casi di malattia da virus ebola, la cui incubazione, come è stato già ricordato, è in media di circa sette, dieci giorni, con un minimo di due e un massimo di ventuno.
  In caso di mancanza del medico del Ministero della salute a bordo, i controlli vengono effettuati a terra. Vogliamo dunque sottolineare che ci sono due controlli: a bordo viene effettuata la maggior parte dei controlli; se non c’è un medico del servizio sanitario nazionale, il controllo viene effettuato a terra, prima dello smistamento dei migranti verso i centri di accoglienza.
  È in ogni caso necessario dotare il personale incaricato delle operazioni descritte di ulteriori strumenti, che consentano di individuare casi sospetti e sufficienti per garantire la protezione individuale, quali misuratori a distanza della temperatura corporea, mascherine, guanti ed altro, al fine di garantire la sicurezza delle attività cliniche e di identificazione e soccorso.
  Tutte queste iniziative richiedono, come vi ho già riferito, risorse aggiuntive sia in termini di personale che economiche, per l'eventuale messa in atto di screening di ingresso, al momento considerate dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie di dubbio rapporto costo efficacia ed utilità, rispetto invece agli screening in uscita dalle zone affette almeno per gli aeroporti secondari come quelli del nostro Paese; i fondi ovviamente servono anche per la distribuzione di materiale informativo.
  In proposito, comunico di aver chiesto ed ottenuto da parte del Ministero dell'economia e delle finanze adeguate risorse finanziarie, destinate non solo all'acquisto di materiale profilattico (medicinali di uso non ricorrente, vaccini per attività di profilassi internazionale), ma anche alla pubblicazione e diffusione dei dati e materiali per la prevenzione delle malattie infettive, inclusi i dispositivi di protezione individuale.
  A livello comunitario, sono in corso molteplici attività di sostegno ai Paesi interessati che coinvolgono gli Stati membri e le strutture della Commissione: in primis le direzioni generali ECO, cioè la cooperazione umanitaria, ed EPCO, cioè la cooperazione e sviluppo, che stanno lavorando per coordinare gli interventi in loco. Ritengo che queste iniziative siano la principale via da percorrere per sostenere i Pag. 48Paesi colpiti nel contrasto all'epidemia, e nello sforzo di ricostruire i sistemi sanitari collassati da questa emergenza, uno sforzo che sarà importante anche per gli anni a venire. Merita menzione anche un programma straordinario, del valore di 280 milioni di euro, che l'Unione ha promosso in collaborazione con l'industria farmaceutica per consolidare la ricerca sui farmaci e vaccini, che una volta registrati con procedura rapida dagli organi regolatori potranno contribuire al successo della campagna di contenimento epidemico.
  Gli organismi europei lavorano anche con le Nazioni Unite, le sue agenzie e le organizzazioni non governative operanti nell'area. Si segnala a questo proposito come siano ormai 19 i centri di trattamento per la patologia virale aperti e funzionanti, rispetto ai 53 che erano stati stimati come necessari all'inizio dell'intervento internazionale, uno per ciascun distretto colpito nel totale dei tre Paesi in stato epidemico. Sono anche attivi 160 posti letto di isolamento e terapia in Guinea, 613 in Liberia e 356 in Sierra Leone; peggiore è la situazione correlata con posti letto di isolamento a livello comunitario per la quarantena dei contatti, dato che risultano aperti solo il 4 per cento del fabbisogno, 98 su 2.636.
  Un discorso particolare merita la costituzione di team funerari, che hanno il compito di raccogliere e distruggere i cadaveri in massima sicurezza: ne sono stati infatti costituiti solo 140 dei 370 necessari, con la Liberia che risulta ancora particolarmente indietro con meno di un quarto dei team necessari equipaggiati e formati. Quindi, come si capisce, c’è ancora molto lavoro da fare.
  Sul piano degli aiuti, il nostro Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha già realizzato un programma di interventi di emergenza da circa 1 milione e mezzo di euro per contrastare l'epidemia di ebola. Gli interventi della cooperazione italiana si articolano in un pacchetto da 7,6 milioni di euro, di cui 6 a valere sul decreto missioni per il secondo semestre 2014 ripartito tra canale multilaterale (3 milioni) e bilaterale (3 milioni), che esaurisce la disponibilità attualmente a disposizione del MAECI per il contrasto all'epidemia. Il focus è sulla Sierra Leone, per interventi da affidare alle ONG italiane attive in loco (CUAMM, ENGIM, DOKITA, AMSI, COOPI, Medici senza frontiere Italia ed Emergency), per attività di tipo sia sanitario e diagnostico che di sostegno sociale. Ricordo poi che il Presidente Renzi ha annunciato nel corso della conference call del 15 ottobre uno stanziamento di 50 milioni di dollari, per il quale è necessaria un'apposita copertura finanziaria sulla nomina di un coordinatore nazionale per ebola già istituita dai nostri principali partner europei.
  La cooperazione italiana ha, peraltro, già stanziato un contributo di 240 mila euro a favore dell'OMS per l'invio di medici, la fornitura di medicine e di attrezzature, il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza epidemiologica ed il coordinamento e supporto logistico dell'attività di risposta all'emergenza.
  La Farnesina finanzierà, inoltre, l'invio di personale sanitario che sia disposto a recarsi volontariamente nei predetti Paesi al fine di prestare la propria attività. Si tratta, in particolare, di professionalità provenienti dall'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani e attraverso un apposito fondo sosterrà l'attività delle ONG italiane presenti nella regione, in particolare in Sierra Leone. Il contributo si aggiunge a quello di 200 mila euro concesso ad aprile all'OMS per la realizzazione di attività in Guinea Conakry.
  Sul tema dell'evacuazione medica in alto biocontenimento risulta confermata la linea del case by case approach senza previsione di meccanismi automatici, una particolare esigenza a cui bisogna essere pronti anche alla luce dell'aumento dei casi, della maggiore partecipazione del personale sanitario europeo alle attività in loco, cioè in Africa occidentale, manifestatesi fortemente già nelle ultime settimane con richieste provenienti da diversi Paesi e della stessa OMS e quella dell'evacuazione dei pazienti dalle aree affette.
  Le richieste possono riguardare in generale: cittadini italiani, cittadini non italiani Pag. 49ma operanti in Italia (ad esempio personale FAO), cittadini di altri Paesi e consiste nella richiesta di solo trasporto verso strutture sanitarie estere e l'evacuazione con cura in Italia. In tal senso l'OMS chiede di stipulare con urgenza un accordo con il nostro Governo finalizzato all'evacuazione e alla assistenza presso l'Istituto Spallanzani di Roma di personale dispiegato nelle aree interessate sotto gli auspici dell'OMS stessa o delle Nazioni Unite.
  Va, infatti, tenuto presente che ben pochi Paesi, oltre all'Italia, sono oggi in grado di effettuare una evacuazione medica in condizioni tecniche di piena sicurezza. Pochissimi Paesi, fra i quali l'Italia, possiedono infatti tutte le risorse necessarie per tale evenienza: mezzi aerei adeguati, ambulanze e barelle speciali, materiale di protezione individuale, equipe specializzate di personale formato e strutture di ricoveri in isolamento.
  L'Italia è uno dei pochissimi Paesi in Europa che possono garantire l'evacuazione dei propri cittadini dalla presa in carico del paziente dall'area di contagio al caricamento a bordo in pieno isolamento, al trasferimento in assoluto isolamento in ospedale (in questo caso l'Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma), al trattamento in struttura di altissimo livello di biocontenimento.
  In particolare l'Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, centro di riferimento nazionale per le malattie infettive, nonché centro collaboratore dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'assistenza clinica, la diagnosi, la risposta e la formazione in materia di malattie ad alta contagiosità, rappresenta per il Servizio sanitario nazionale una risorsa la cui importanza è tanto più evidente in caso di eventi rilevanti per la sanità pubblica internazionale quali l'epidemia attualmente in corso.
  Lo Spallanzani è una delle quattro istituzioni europee appartenenti a Germania, Francia e Italia identificate e finanziate dalla Commissione europea per la mobilitazione di laboratori di livello di alto contenimento in Africa. Ciò ha fatto sì che la Commissione europea e l'OMS affidassero allo Spallanzani, unitamente agli altri partner del consorzio per il laboratorio mobile europeo, la gestione della risposta immediata all'epidemia di ebola.
  La capacità assistenziale dello Spallanzani per gestire eventuali casi e contatti consente di mettere immediatamente a disposizione per il malato un letto di alto isolamento con le caratteristiche di pre-altissimo isolamento definito con la Sars, e quattro stanze singole di isolamento per gli esposti in un reparto svuotato e utilizzato solo a tal fine. Con un preavviso di ventiquattro ore in caso di necessità sarebbe possibile allestire, sempre nello stesso reparto, altre quattro stanze per gli esposti.
  L'evento attuale, pur considerando un basso ma non assente rischio di importazione di casi di malattia ad alta contagiosità, ripropone, peraltro, la necessità di arrivare in tempi brevi all'attivazione della nuova struttura di alto isolamento quindi con caratteristiche simili all'unico letto già disponibile di tale tipo realizzato dalla Protezione Civile che renderebbe disponibili altri dieci letti di altissimo isolamento e venti di alto isolamento.
  Ciò premesso non posso esimermi dall'evidenziare che, a parte i problemi di interoperabilità tra le attrezzature di diverso tipo acquisite da diversi Stati membri, l'ipotesi di mettere a disposizione dei cittadini non connazionali deve tener conto del fatto che si tratta di un numero assolutamente modesto di risorse in tutta Europa ed è anche per questo che riteniamo cruciale poter lavorare in loco, cioè in Africa occidentale, nella realizzazione di strutture capaci di soccorrere anche gli operatori. A questa criticità stanno lavorando diverse agenzie comunitarie, in particolare il Centro di coordinamento di risposta di emergenza, cioè l'ERC, che fa capo alle strutture comunitarie di protezione civile.
  Del ricorso ai velivoli militari si sta occupando il Comitato politico di sicurezza, che ha raccolto ulteriori informazioni circa la disponibilità dei Paesi membri. Anche con riferimento alla malattia Pag. 50del virus ebola, come per tutte le ipotesi in cui sussista il pericolo di diffusione di malattie tra la popolazione, è necessario che sia assicurata un'adeguata informazione al fine di evitare un inutile allarmismo e paura. A proposito, assicuro il costante impegno del mio Dicastero a fornire elementi di informazione completi e comprensibili per tutti per evitare che la paura di diffusione di malattie infettive di indubbia gravità costituisca il pretesto per comportamenti di vera e propria discriminazione, anche razziale, come avvenuto in recenti casi di cronaca. Nel merito delle iniziative informative vi segnalo che, come già è stato più volte detto, è stato attivato e viene sistematicamente aggiornato un sito web dedicato al Ministero della salute che offre informazioni a disposizione in materia completa e trasparente oltre che un quadro aggiornato dell'evoluzione epidemica nei Paesi colpiti, le cui informazioni sono anche inserite nel sito dell'unità di crisi del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. È stato attivato nella giornata di ieri il numero di pubblica utilità 1500, gestito dal Ministero della salute in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità, che garantisce risposte precise e puntuali da parte di personale addestrato a favore del pubblico generale. Il servizio è attivo tutti i giorni, dalle 9 alle 18, compresi il sabato, la domenica e i giorni festivi, e prevede due livelli di risposta al cittadino: il primo, costituito da circa 40 operatori, che risponderà a tutti i quesiti di base; un secondo livello, costituito da 60 medici e medici veterinari, chimici e farmacisti, che invece risponderà a domande tecnico-scientifiche. Gli operatori del servizio 1500 sono stati formati e aggiornati sulle competenze tecnico-scientifico-normative della malattia da virus ebola, sulla situazione epidemiologica internazionale e sulla sorveglianza prevista dal Ministero della salute ai porti ed aeroporti. È stata inoltre prevista l'applicazione di un modello operativo comunicativo e relazionale standardizzato che comprende procedure e azioni temporali finalizzate a rendere omogenee le modalità relazionali e comunicative nelle attività di counseling telefonico sulla malattia da virus ebola. Sono stati elaborati percorsi formativi e di promozione della programmazione decentrata a favore delle regioni e province autonome per orientare i piani di risposta e contenimento locali e sono stati effettuati stress test presso gli USMAF e gli ospedali competenti. Come ho già ricordato, sono in corso esercitazioni presso i due aeroporti sanitari di Milano Malpensa e Roma Fiumicino per coinvolgere i presidi sanitari Sacco e Spallanzani in collaborazione con l'Aeronautica militare e la Croce Rossa. Concludo questa mia relazione, che spero sia stata esaustiva, ringraziando tutti gli operatori e i cooperanti italiani presenti in questo momento in West Africa, che stanno lavorando da mesi in condizioni veramente eroiche, perché, grazie al loro intervento, sono state salvate migliaia di vite umane. Sottolineo anche come le procedure di rientro dei cooperanti concertate dal Ministero della salute con le nostre ONG permettono di operare in piena sicurezza e garantire a medici e infermieri che tornano in Italia il supporto e l'assistenza continua che meritano e il riconoscimento del loro operato.

  PRESIDENTE. Grazie Ministra, la Presidenza si associa ai suoi ringraziamenti verso i nostri operatori sanitari che operano in questi Paesi.

(Interventi)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Burtone. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, nell'esprimere apprezzamento per l'informativa del Governo, noi del Partito Democratico vogliamo fare preliminarmente due considerazioni. La prima, siamo davanti ad un'epidemia molto grave, la più grande emergenza sanitaria dell'epoca moderna. Sono stati richiamati i dati, oltre 11 mila colpiti dall'infezione, il 50 per cento casi di mortalità. La seconda considerazione è Pag. 51che non bisogna cedere alle strumentalizzazioni; c’è chi con cinismo cerca di fomentare allarmismo, paura, con una semplificazione inaccettabile: gli immigrati sono portatori di gravi malattie. Un'analisi corretta dal punto di vista scientifico ci dice che l'epicentro territoriale dell'epidemia è ben lontano dai Paesi interessati al fenomeno migratorio in Italia.
  I tempi di incubazione – è stato ribadito – sono dai due ai ventuno giorni, quindi molto più brevi dei lunghi viaggi che intraprendono i migranti, quindi la malattia emergerebbe lungo il tragitto prima di raggiungere la costa del Mediterraneo. I rari casi – lo voglio ribadire – che sono stati diagnosticati sono di persone, di europei che si sono trovati però come operatori sanitari o per altri motivi nei Paesi colpiti dall'ebola, quindi, più che ai disperati dei barconi, dobbiamo pensare a chi arriva per via aerea, dobbiamo prestare grande attenzione. Per questo, io voglio sottolineare, a nome del mio partito, l'apprezzamento per quello che è stato fatto dal Governo, l'emanazione di direttive e di protocolli in linea con le società scientifiche, in sintonia, tutto questo, con l'organizzazione mondiale della sanità e con l'Unione europea.
  Quindi, tempestività nella diagnosi di casi sospetti, con la cooperazione, coinvolgimento delle compagnie aeree e organizzazione delle strutture sanitarie. È stato fatto un buon lavoro, non soltanto perché noi abbiamo messo in campo le eccellenze – lo Spallanzani a Roma, il Sacco a Milano – ma perché c’è un lavoro diffuso anche nella parte restante del Paese. I reparti di malattie infettive sono stati allertati e gli uffici di sanità aerea e di frontiera stanno facendo un grande lavoro per intervenire sui casi sospetti, per operare seriamente nella prevenzione per quei viaggi – è stato detto – di triangolazione che arrivano in Italia. Io ho visitato personalmente il reparto di malattie infettive al Ferrarotto di Catania, ho visto che sono stati predisposti dei piani molto seri, così come l'ufficio di sanità marittima ed aerea a Catania perché è stato approntato un piano di emergenza, lo stand di remoto per i parcheggi degli aerei in cui possono arrivare sospetti di malattia, i canali sanitari e le ambulanze di biocontenimento.
  Ma per concludere, signor Presidente, l'emergenza va affrontata in Africa – noi lo vogliamo dire con grande chiarezza e determinazione – non ci sono alternative. Sono Paesi stremati e non hanno un sistema sanitario pubblico efficiente, anzi hanno residui di sistema sanitario. Sono stremati dal punto di vista economico, della sicurezza alimentare e della stabilità sociale. Ecco perché bisogna fare lì tanto, molto di più soprattutto come Paesi che ci diciamo avanzati.
  In questo senso, Presidente, vogliamo dire che c’è bisogno di medici ed infermieri. Bene l'iniziativa del Governo di potenziare i nostri uffici della sanità aerea, però c’è bisogno di mandare i medici in Africa, là dove c’è l'emergenza, e per fare questo – signor Ministro, lo diciamo – ci sono tantissimi medici che hanno chiesto l'aspettativa. Il Ministero deve convocare gli assessori regionali e dare linee e direttive chiare e urgenti perché non c’è da aspettare anche perché, signor Presidente, questo virus è stato scoperto nel 1976 – ero un giovane universitario – quando si diceva e si parlava nelle lezioni di microbiologia di un virus che preoccupava.
  Non è stato fatto nulla. Ora che il mondo occidentale è colpito – speriamo che venga frenata questa grave emergenza sanitaria – ora ci allarmiamo. Bisogna dire che, sul piano della cura, le industrie farmaceutiche non hanno fatto il doveroso lavoro di ricerca. Aggiungiamo che noi che vogliamo intervenire lo possiamo fare immediatamente, tra l'altro senza far uscire risorse da parte dello Stato italiano perché ci sono alcune associazioni di volontariato che, finanziate, sono pronte a pagare. Ecco, si dia l'aspettativa a questi medici che sono veramente pronti a dare una mano di aiuto a chi soffre veramente e rischia di vedere espandere l'epidemia. Ecco perché noi raccomandiamo questo intervento, Presidente, vogliamo che il Ministro faccia subito e faccia bene. Per quel che ci riguarda, vigileremo e incalzeremo il Governo perché va affrontata questa Pag. 52emergenza e non vanno abbassati neppure i riflettori quando la grande stampa non si interesserà perché potrà diminuire la virulenza, ma la gravità di questa epidemia va affrontata nel tempo e con grande serietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie Presidente, potremmo intitolare questa informativa del Ministro oggi: «Dire tutto per non dire niente», e probabilmente è così perché le parole sono gratis, perché, se avessero un prezzo forse le avrebbe usate con maggiore utilità e circospezione. Allora, provo io a dare una dignità alle parole, perché le parole sono importanti, Presidente, perché altrimenti è tutto un bla bla bla bla bla bla e, poi, non si arriva mai da nessuna parte.
  Allora, io uso un po’ di parole e cerco di comunicare, di comunicare un messaggio. Allora, se io dico parole come «mattanza», tutti sanno cosa è la mattanza. E pensiamo a 4 mila bambini che sono orfani, pensiamo che un quinto dei contagiati sono bambini su 14 mila, che 5 milioni sono i bambini circondati dalla morte in Africa. Questa epidemia è una mattanza.
  Poi, alla parola «mattanza» abbiniamo la parola «arroganza»: l'arroganza dell'Occidente, l'arroganza dell'Occidente che va in Africa, la saccheggia, però poi, nei circoli televisivi buoni, nei vari club, fanno le raccolte per salvare i bambini, magari quei bambini che si ammalano perché il virus ebola si è diffuso perché c’è stata la deforestazione, perché questa è l'unica causa ufficiale della diffusione di ebola in Liberia, Presidente.
  E parole come «superficialità», Presidente, quando parliamo dell'istituto Spallanzani. Io sono stata a fare visita all'istituto Spallanzani e ho visto, con i miei occhi, le stanze di isolamento dell'istituto Spallanzani e quello che ho visto è stato agghiacciante. Io ci sono andata da parlamentare, ma ci sarei andata ancora prima se fossi stata Ministro. Invece, mi risulta che il Ministro non ci sia mai stata.
  E parole come «servilismo». Quella quarantena dei militari americani a Vicenza è senza nessuna giustificazione. Ma siamo lo zerbino degli americani ? Cioè, facciamo tornare i nostri medici dall'Africa e diciamo che non devono osservare la quarantena; però ai militari americani sì, e sulla base di quale presupposto non si sa.
  Le parole sono pietre, bisogna solo saperle usare bene. E ci sono parole come «umiliazione». Un'associazione come Emergency, che per attivare la cooperazione in Sierra Leone deve utilizzare i soldi e i finanziamenti dell'Inghilterra e non i finanziamenti dell'Italia. E ci facciamo umiliare da Gino Strada, che dice in televisione che l'Italia non ha stanziato i soldi. Presidente Renzi, i soldi si annunciano, ma saremmo tutti miliardari se i soldi si potessero annunciare, Presidente Renzi. I soldi si stanziano, glielo spiego io l'italiano. I soldi si stanziano ! Allora, questi soldi, che lei ha annunciato, non li ha stanziati, glielo spiego anche io questo. Ne ha stanziati solo 7 milioni di euro e rassicuriamo l'operatore di Medici senza Frontiere che chiede come mai non c’è nessun parlamentare che ha fatto un'interrogazione. C’è un'interrogazione di un mio collega della Commissione affari esteri, Scagliusi, sui finanziamenti degli italiani.
  Il MoVimento 5 Stelle ha realizzato tantissimi atti su questo tema e non li ha fatti con quel solito spirito di propaganda elettorale e fortemente razzista che usa la Lega Nord per parlare di ebola e per parlare di immigrati, che è veramente umiliante per un Paese civile come l'Italia. È per questo che noi non abbiamo abbinato la nostra mozione, che è una mozione per proporre e aiutare il Paese, alla mozione veramente scadente che ha presentato la Lega Nord sul rischio sanitario. Ma lasciamo stare, perché parlare veramente del razzismo della Lega Nord mi sembra di perdere tempo.
  Voglio dire questo: che la nostra mozione è depositata e ci sono tantissimi Pag. 53suggerimenti utili. Però, Presidente, mi faccia dire un'altra cosa: gli aeroporti sanitari – noi l'abbiamo già detto al Ministro – non esistono, non esistono ! È una dicitura che non esiste ! Sugli USMAF, tanto decantati, abbiamo fatto un'interrogazione parlamentare per sapere bene come vengono utilizzati i soldi.

  PRESIDENTE. Ministro, mi scusi. Se può prestare attenzione.

  GIULIA GRILLO. E concludo. L'istituto Spallanzani ha una stanza ad alto isolamento, definita «ad alto isolamento», che è stata ricavata da una stanza che era di terapia intensiva e che non ha neanche il bagno; l'ho vista con i miei occhi. L'istituto Spallanzani ha un laboratorio, BSL-4, che è in fase di manutenzione. L'istituto Spallanzani ha un laboratorio BSL-3 con le crepe di sopra, che basta un soffio che crolla.
  Questo è il grande Istituto Spallanzani che viene pubblicizzato. Accanto all'istituto Spallanzani poi c’è un altro prodotto dell'ottima politica – e concludo – che è una struttura incredibile, una famosa struttura per il bioterrorismo, mai aperta e neanche collaudata. Milioni e milioni di euro buttati quando ci chiudete tutti gli altri ospedali in Italia, Ministro, mi perdoni.

  PRESIDENTE. Concluda, deputata Grillo.

  GIULIA GRILLO. Se invitiamo lo Spallanzani e invitiamo l'Istituto Sacco – io andrò a visitare anche il Sacco – dobbiamo essere veramente in grado di dire che quello che c’è scritto sulla carta è quello che è veramente, altrimenti ritorniamo all'inizio del mio discorso: bla bla bla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, anche a noi risulta che l'Istituto Spallanzani di Roma è nelle condizioni testé descritte dalla collega del MoVimento 5 Stelle. L'ebola fa sempre più paura anche in Italia, dove si è registrata una decina di segnalazioni di casi sospetti, tutti finora fortunatamente negativi. Ma non è solo l'ebola a preoccupare. Nonostante l'azione di prevenzione messa in campo, si sono comunque verificati gli ultimi casi che hanno destato l'allarme generale, parlo di tubercolosi, di scabbia, di malaria e così via. Vista l'emergenza sanitaria, urge la necessità, a partire dall'operazione Triton, di un coinvolgimento o rafforzamento dei sistemi di controllo e di un'incentivazione delle procedure di sicurezza e – ripeto – non parlo solo di ebola. Il pericolo di un'emergenza sanitaria non può essere sottovalutato in alcun modo né può essere minimizzato il rischio a cui sono sottoposti, in particolare, gli operatori sanitari, le forze dell'ordine, svolgendo i servizi legati all'arrivo dei migranti. E trascurare tutto questo e non portare avanti opportune iniziative di sicurezza, prevenzione e controllo è un atteggiamento che non garantisce appieno il diritto alla tutela della salute sancito dalla Costituzione. Prevenire il rischio sanitario è una responsabilità di tutta la comunità internazionale ed è necessario un intervento coordinato e anche estremamente rapido per impedire che le epidemie possano anche viaggiare. Viaggiare via mare – abbiamo detto – ma soprattutto viaggiare con altri mezzi di trasporto, e su questo in particolare il nostro Paese fino ad ora non è riuscito a mettere in campo un'azione di intervento efficace e coordinata. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha comunicato da ultimo, in risposta a un question time in Commissione presentato dal gruppo di Forza Italia, che sta predisponendo un sistema informativo e di tracciatura dei movimenti e dei contatti dei soggetti a rischio nei singoli Paesi. A che punto siamo ? Il tutto sembra essere ancora un processo da costruire e dedicato sempre ed esclusivamente agli annunci. I singoli Paesi europei sembrano essere più preparati di noi, gli aeroporti londinesi Pag. 54hanno cominciato da tempo lo screening sistematico dei passeggeri in arrivo dall'Africa. E noi abbiamo la procedura standard di controllo negli aeroporti e nei porti ? L'impressione evidente è quella di un quadro estremamente frammentato e soprattutto privo di una concreta strategia di medio e lungo termine. In particolare, sul tema ebola il rischio di un'epidemia in Italia rimane per fortuna oggi molto basso, ma prevedere lo scenario nei prossimi mesi è obiettivamente difficile, in particolare se non vi è alcun piano di prevenzione e sicurezza definito. Nei tre Paesi colpiti si valuta che soltanto il 40 per cento dei contagi viene diagnosticato. La maggioranza dei pazienti rimane sconosciuta. Ciascun malato isolato genera molto meno di un nuovo caso, quindi tutto si gioca sulla capacità di aumentare il raggio di azione delle misure di controllo per raggiungere sempre più pazienti, che altrimenti continuerebbero ad essere fonti di nuovi casi. Da questo punto di vista c’è da chiedersi: l'Italia è pronta ? Ha procedure pronte, personale pronto negli ospedali e nei centri di accoglienza, nei porti, negli aeroporti, oppure siamo davanti a strategie inesistenti, protocolli fai da te, personale impreparato ed esposto continuamente al rischio ? Perché, Ministro, io capisco la sua buona volontà e le azioni messe in campo sulla carta, ma di questo si tratta. Il rischio sanitario non può e non deve essere affrontato come un'emergenza, perché il pericolo è permanente e va combattuto con politiche strutturali, ed è questo che manca al nostro Paese, è questo che manca all'Europa nel suo insieme. Continuiamo ad invocare un intervento coordinato dell'Europa a livello di politiche migratorie. Ciò significa anche includere politiche di prevenzione e controllo sanitario efficaci in tutto il continente. I due temi non possono e non devono viaggiare separatamente. Qual è stato in tal senso l'atteggiamento dell'Italia nel corso del semestre di Presidenza dell'Unione europea ? Solo denunciare il problema.
  Da un'analisi del discutibile e insufficiente risultato che il nostro Governo è riuscito a portare a casa con l'operazione Triton, capiamo facilmente che il tema del rischio sanitario non è stato neppure preso in considerazione, viste le evidenti mancanze dell'operazione europea in termini di controlli a bordo delle navi. Ebbene, queste sono le domande che vogliamo porre al Governo, per questo abbiamo chiesto l'informativa, questi sono gli interrogativi su cui dobbiamo cercare di far riflettere l'Esecutivo, anche attraverso le iniziative da prendere con l'Europa.
  Abbiamo chiesto al Governo, innanzitutto, di garantire, nell'ambito dell'operazione Triton, adeguati controlli sanitari direttamente a bordo delle navi, attraverso operazioni di screening sanitario, sulla scia di quanto fatto dalla nostra Marina militare con Mare nostrum. Noi riteniamo e abbiamo sollecitato il Governo a prevedere, in relazione al rischio sanitario, azioni di informazione più dettagliata nei confronti degli operatori coinvolti nell'operazione di soccorso e accoglienza dei migranti e di tutti i cittadini.
  In merito ad un'azione più incisiva a livello europeo, abbiamo chiesto di implementare il coordinamento e l'attività dei singoli Ministeri della salute dei Paesi europei, che coinvolga i Ministeri degli esteri, della cooperazione e dello sviluppo in sistemi di difesa nazionale per attività di prevenzione e controllo del rischio sanitario.
  In merito ai controlli negli aeroporti, abbiamo chiesto, in particolare, di prevedere l'utilizzo di monitor e strumentazione adeguata, al fine di attuare...

  PRESIDENTE. Deputato, deve concludere.

  ROCCO PALESE. ... operazioni di prevenzione e controllo sanitario dei passeggeri. Abbiamo, infine, chiesto di garantire – mi avvio alla conclusione – il diritto costituzionale alla salute, perché noi auspichiamo questo, e non solo protocolli, oppure informative, che hanno solo il merito di mettere l'anima in pace (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

Pag. 55

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Grazie, Presidente. Ministro, noi la ringraziamo per la sua relazione, che è stata chiara e accurata. Credo che sia sbagliato parlare a vanvera in quest'Aula, strumentalizzando un problema importante, come quello del virus ebola, da parte dei colleghi del MoVimento 5 Stelle.
  Ed è ancora più grave non ascoltare e fare un intervento dopo avere ascoltato – dopo avere sentito, non ascoltato – la relazione del Ministro, che, puntualmente, non soltanto ci ha spiegato gli impegni che il Governo ha assunto, ma anche il ruolo che il Paese sta svolgendo a livello internazionale, non soltanto da parte del Governo, ma da parte di quegli operatori italiani che oggi si stanno impegnando in questi Paesi e che stanno aiutando in occasione di un'epidemia gravissima. Voglio ricordarlo: è una delle epidemie più grandi che si sia verificata nel mondo, non soltanto per il numero di focolai attivi di infezione, ma anche per il numero di casi e di decessi che sono stati riportati. Ed è uno scenario drammatico perché il virus non ha ancora, allo stato, un antidoto con cui si possa agire, e anche perché il virus, come diceva giustamente il Ministro, ha raggiunto quelle aree urbane che sono così densamente popolate in Paesi dove vi è ancora molto, tantissimo, da fare.
  Dopo la prima fase che noi abbiamo registrato e che ha dato dei numeri così drammatici e alti, le ultime indicazioni, fornite anche dall'OMS il 4 novembre 2014, cioè qualche giorno fa, ci hanno informato che, in relazione anche a tutto quello che si è mosso per andare incontro a questi Paesi, per la prima volta, sembra che questa epidemia sia in calo. I casi di contagio, in termini generali, in Guinea, in Liberia, in Sierra Leone, in Nigeria e in Senegal, stanno diminuendo, e questa ci sembra una notizia, anche importante, da dare in quest'Aula.
  Dobbiamo ricordare che l'OMS ha individuato tre fattori importanti, che hanno contribuito a favorire la trasmissione dell'infezione. Il primo è costituito dalle credenze e dalle pratiche tradizionali nei Paesi colpiti, che contrastano con quelle che sono le azioni di prevenzione individuate e con le azioni di sanità pubblica che sono raccomandate. Il secondo è la mobilità della popolazione all'interno dei singoli Paesi, favorita dalla presenza di comunità omogenee, insediate lungo i confini, che condividono attività socio-culturali. Il terzo è la difficoltà di realizzare, in modo capillare, misure di contenimento efficaci, data l'eccezionale estensione dell'epidemia.
  Ed è per questo che l'Italia ha assunto, insieme agli altri Paesi europei, un ruolo importante.
  Il Ministro ha detto che sono state impartite delle precise disposizioni per il rafforzamento delle misure di sorveglianza dei porti e degli aeroporti, presidiati dagli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, attivando simultaneamente gli indispensabili collegamenti operativi con i servizi di emergenza sanitaria territoriale, tanto del Servizio sanitario nazionale, quanto dei servizi sanitari aeroportuali e marittimi.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DORINA BIANCHI. Ad oggi, peraltro, al di là delle semplici segnalazioni dei casi sospetti pervenuti al Ministero della salute, non si sono registrate particolare criticità.
  Noi siamo soddisfatti per l'impegno sia del Governo in ambito internazionale, sia per quanto riguarda le risorse che il Governo ha stanziato, che sono, al di là di quello che alcuni colleghi hanno detto, 50 milioni di euro. Siamo anche convinti, sicuri e certi che, anche se lo Spallanzani non è un «salotto» (sicuramente noi abbiamo ancora molto da fare nell'ambito della sanità italiana, ma questo non si può chiedere in un giorno al Ministro della salute Lorenzin), gli operatori dello Spallanzani, e le professionalità presenti sia nello Spallanzani, sia al Sacco, saranno in grado di dare risposte certe al nostro Paese.

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Capua. Ne ha facoltà.

  ILARIA CAPUA. Grazie Presidente, grazie Ministro, voglio parlarvi più da virologo, che da politico, sottolineare alcuni aspetti di questo epidemia, e farvi alcuni suggerimenti. Noi sappiamo che è la prima volta che un'epidemia di ebola assume queste dimensioni, e la verità è che la comunità scientifica intera sta imparando molte cose a mano a mano che questa epidemia si sviluppa. È un'emergenza sanitaria internazionale alla quale dobbiamo contribuire tutti, perché se l'infezione si dovesse allargare ad altri Paesi, il rischio per i Paesi occidentali sarebbe che la tragedia umanitaria, a cui il Ministro ha fatto riferimento, potrebbe soltanto peggiorare, con tutta una serie di conseguenze sulla salute pubblica, ma anche sui costi della gestione di un'epidemia del genere. Come è stato ricordato, questo è un virus poco studiato, perché fa parte delle cosiddette malattie neglette e, nonostante la sue elevata letalità, è un virus sul quale si conoscono poche cose, e alcune caratteristiche di questo virus e di questa infezione potrebbero cambiare. Faccio un esempio: a me una delle cose che preoccupa moltissimo, e di cui si parla poco, è il fatto che i pazienti guariti dall'infezione continuano ad eliminare virus fino a tre mesi con alcuni liquidi biologici. Questo vuol dire che l'epidemia, anche dopo il picco epidemico, continuerà, perché sarà anche molto difficile tenere sotto controllo queste persone ed evitare che svolgano una vita normale. Quello che mi sento di suggerirvi è che, fermo restando tutto quello che è stato fatto per il controllo, e che viene fatto per il controllo dei passeggeri e della movimentazione di persone da quei Paesi, noi potremmo trovarci con una situazione di emergenza, nella quale ci sarebbero in Europa, o in Italia, più casi da gestire, e non solo dei casi singoli e isolati.
  In questo caso, credo sarebbe opportuno sviluppare un vero piano di emergenza, che permetta il contenimento dell'infezione, anche se dovessero esserci 100 o 150 o 200 sospetti.
  Penso anche che bisognerebbe pensarvi in anticipo, perché questa evenienza potrebbe anche non verificarsi in Italia, ma potrebbe verificarsi all'estero e, quindi, si dovrebbe pensare in anticipo ad eventuali, per così dire, interventi nelle movimentazioni aeree internazionali.
  Mi viene anche da dire che è possibile che si verifichino dei momenti di panico collettivo e non c’è nulla di più pericoloso del panico e della paura, quando si deve gestire un'epidemia. Quindi, mi domando e suggerisco al Ministero ed al Governo di mettersi avanti con procedure che possano veramente servire a gestire momenti di panico incontrollati, che altro non farebbero che rendere la situazione più difficile.
  In ultimo, mi sento di dire che, forse, mai come quest'anno, è importante che venga fatta una campagna di vaccinazione per l'influenza, che sembrerebbe non entrarci per niente con questo argomento. Invece, se si ottenesse una significativa copertura della popolazione e anche delle persone e degli operatori sanitari per le infezioni influenzali, si ridurrebbero i numeri di casi di febbre, che possono poi arrivare agli ospedali, intasare gli stessi e rendere questa situazione molto più allarmistica di quello che in realtà è, ed anche molto più complicata da gestire (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie Presidente, il 23 ottobre Barroso, presidente in transizione della Commissione europea, ha dichiarato: nei confronti dell'ebola abbiamo ingaggiato una corsa contro il tempo; dobbiamo affrontare la situazione di emergenza ma anche trovare risposte a lungo termine. E poi annunciava un ulteriore finanziamento per velocizzare alcune delle più promettenti ricerche per lo sviluppo di vaccini e di cure.
  Avveniva in ottobre, pochi giorni prima di una riunione dell'OMS con i rappresentanti Pag. 57di Governi, dell'industria, di donatori, di ricercatori medici e delle organizzazioni di soccorso. Era ottobre: la corsa contro il tempo è cominciata troppo tardi e speriamo sia cominciata, perché in Centroamerica già si moriva. Sono morte – venivano citate dalla Ministra – circa 5 mila persone, con 14 mila casi individuati. E mentre si moriva – voglio usare le parole di Gino Strada, perché i cooperanti vanno ringraziati come eroi, ma vanno anche ascoltati e bisogna rispondergli; voglio proprio usare le parole di Gino Strada –, mentre si moriva – dice lui – si faceva poco, poco, poco. Finché non sono stati coinvolti i Paesi dell'occidente e, quindi, il campanello d'allarme è scattato. Infatti, se avessimo ascoltato i cooperanti – naturalmente anch'io li voglio ringraziare, ma credo che si debbano ascoltare – avremmo ascoltato le loro denunce, la denuncia che la troppo lenta e inadeguata risposta dalla comunità internazionale ha amplificato le dimensioni di un dramma che poteva essere contenuto. La stessa Organizzazione mondiale della sanità ha, per troppo tempo, sottovalutato quelle denunce, quelle denunce che provenivano dalle organizzazioni non governative e dai Paesi essi stessi colpiti dall'epidemia. Nonostante gli appelli rivolti alle Nazioni Unite e agli Stati membri, in primis di Medici senza frontiere, ci sono molti Paesi che ancora non sono all'altezza di questa risposta. E noi certamente facciamo qualcosa ed io non voglio sottovalutare nulla, però, Ministro, dobbiamo fare di più e dobbiamo fare in fretta, come è stato detto in molti interventi che mi hanno preceduto.
  Fare in fretta e sostenere direttamente i Paesi colpiti dall'epidemia, in primis la Liberia e la Sierra Leone, scongiurando il loro isolamento, perché se si isolassero per ragioni sanitarie si comprometterebbe lo sforzo degli aiuti internazionali, e sapendo che l'impatto di questa epidemia su quei Paesi continuerà ben oltre la sua fine, anche se questo è un obiettivo ancora da raggiungere, e avrà conseguenze drammatiche su quei sistemi sanitari che, come lei ha detto, sono vulnerabili e hanno dimostrato tutta – tutta – la loro fragilità.
  Noi vogliamo dire questo: non si può proseguire in questo ritardo. Noi abbiamo discusso, abbiamo presentato delle mozioni, abbiamo introdotto misure, alcune vanno nel verso che lei ha indicato. Però non sentiamo che sia stata ben evidenziata quella che è la priorità per affrontare questa grande sfida sanitaria e umanitaria. La prima: non si può rinviare, anzi si deve assolutamente incrementare, con la collaborazione delle ONG, la possibilità di mandare lì risorse economiche e soprattutto personale medico e sanitario specializzato.
  Diciamolo così: facciamo almeno come ha fatto Cuba, che non è il Paese più avanzato. Non è soltanto parlare di soldi in più, che pure vanno stanziati. Per esempio, diamo la possibilità ai medici e agli operatori che sono pronti per partire di poter partire, superando i problemi legali.
  Poi vogliamo che si investa sui vaccini, sul fatto che si debba intervenire anche per mettere in sicurezza le persone che debbono curare, perché non si può affrontare un'emergenza senza mettere in sicurezza chi presta le cure. Domandiamoci perché ancora i farmaci specifici per l'ebola sono indietro nell'essere individuati, perché la ricerca non ha investito.
  Io credo che noi abbiamo indicato una serie di proposte molto concrete. Pensiamo che oggi dobbiamo rispondere ai cooperanti non con inutili allarmismi, ma con risorse economiche e sanitarie nei luoghi dove avviene questa grande, grande sofferenza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente. Il Governo ci conferma quanto già sapevamo, che sono stati individuati, ad esempio, dall'Organizzazione mondiale della sanità i fattori che contribuiscono e hanno contribuito a favorire la diffusione dell'infezione di ebola: le credenze e le tradizioni che entrano in contrasto con le azioni di prevenzione di sanità pubblica individuate Pag. 58e raccomandate, la mobilità della popolazione all'interno dei singoli Paesi colpiti e la mobilità transfrontaliera, la difficoltà di implementare misure di contenimento efficaci, data l'eccezionale estensione dell'epidemia.
  Ci ricordava che sono quasi 14 mila i casi segnalati e 5 mila più o meno i decessi. L'OMS, però, ha anche denunciato la difficoltà ad aggiornare i dati e ha evidenziato che molto probabilmente questi dati sono sottostimati.
  Vede, noi crediamo che altre misure avrebbero potuto essere adottate dal nostro Governo. C’è, ad esempio, la misura adottata da un Paese occidentale come l'Australia, il cui Governo sicuramente ha più a cuore il benessere e la salute delle proprie comunità piuttosto che l'ossequio a stravaganti ideologie, come quella del politicamente corretto, che impongono, anche a rischio della salute della popolazione che si dovrebbe tutelare, di spalancare le nostre porte. Allora scopriamo che l'Australia ha chiuso le proprie frontiere, nonostante nel Paese non si sono registrati casi. Ed è proprio per prevenire il rischio che il virus giunga sul territorio che sono state chiuse le frontiere.
  Una misura che prevede pure lo stop dei programmi umanitari, nonostante più volte l'Organizzazione mondiale della sanità abbia invitato a non isolare gli Stati colpiti.
  Il Governo australiano ha, dunque, annunciato la sospensione provvisoria del proprio programma di immigrazione, compreso il programma umanitario, in provenienza dalla Liberia, Guinea e Sierra Leone. Non saranno così più istruite nuove domande di visti e sono stati annullati i visti temporanei già accordati a persone che non abbiano ancora lasciato i Paesi dove si è diffuso il virus Ebola.
  Misure più drastiche sono state adottate anche dal Belgio ed anche dal Governo del Canada.
  Vede, noi crediamo, cara Ministro, che queste dovevano essere le misure che dovevano essere adottate anche qui da noi. Riteniamo che le misure che avete adottato siano totalmente insufficienti per fronteggiare questa emergenza. Dovremmo avere il coraggio di affrontare la questione come hanno fatto i Paesi che ho citato.
  Ma questo è il Paese che si piega alla dittatura del politicamente corretto e ciò si evidenzia anche da come affrontate questa questione.
  Riteniamo pericolosa l'operazione che voi avete portato avanti fino a ieri, il Mare Nostrum che oggi ci dite che comunque proseguirà per altri due mesi, pericolosa e che non dà garanzie per il tempo di incubazione di 21 giorni, che lei ha evidenziato, del virus, che potenzialmente può scaricare sulle nostre coste clandestini – che poi sono liberi di sciamare su tutto il territorio – che potrebbero aver contratto il virus. Infatti, è evidente che un clandestino avrebbe potuto contrarre il virus da chi magari non si è imbarcato e, in considerazione di quanto ci dite, questo dopo 21 giorni potrebbe manifestare la malattia. Ma allora, magari, si troverà già sul nostro territorio, libero di circolare.
  Vi siete poi finalmente accorti che vanno potenziati gli uffici presso gli aeroporti, in quanto oggi ci dite che l'organico è insufficiente e che la cosa sarà oggetto di un emendamento che presenterete alla legge di stabilità.
  Nel frattempo ? Nel frattempo cosa facciamo ? Incrociamo le dita, nella speranza che non succeda nulla.
  È incredibile.
  Io credo, noi crediamo che forse, vista l'emergenza della situazione, si poteva adottare un'altra misura per far fronte alla carenza di organico negli aeroporti e non attendere l'approvazione di una legge di stabilità che non sappiamo quando verrà approvata.
  Ci avete appunto poi confermato ancora, grazie alle vostre parole, che purtroppo quella scriteriata operazione che è Mare Nostrum proseguirà per altri due mesi, cosa che di fatto potrebbe agevolare l'importazione del virus sul nostro territorio.
  Concludo dicendo che, secondo noi, sono misure assolutamente inadeguate quelle che avete adottato e che – naturalmente questo è un augurio che vi rivolgiamo, Pag. 59ma che sappiamo rimarrà inascoltato – potreste prendere veramente in considerazione le misure adottate dal Canada, da Paesi civili come il Canada e l'Australia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Presidente, Ministro, sono l'ultima ed evidentemente molte delle cose importanti sono state dette e con molte delle cose dette concordo, con alcune ovviamente no.
  Ma io la ringrazio perché ha parlato non soltanto come Ministro della sanità e della salute del nostro Paese, ma anche proprio con il ruolo che lei assume in questo semestre italiano, che sta volgendo velocemente al termine, ma nel quale mi sembra abbastanza evidente che lei abbia fatto di tutto per assumersi le responsabilità che richiedeva la specificità di una comunità europea come siamo noi e quindi unificare le prassi, unificare le procedure, condividere gli sforzi, muoversi positivamente a cercare linee di intervento condivise.
  Il caso di ebola sarà un caso interessantissimo, nel momento in cui la storia della medicina si potrà concentrare su questo, perché io credo che rispetto a nessuna patologia noi abbiamo potuto seguire i malati uno per uno, direi quasi nome per nome, sapere come si spostavano, da dove venivano, dove andavano e quindi andare monitorando veramente le modalità di trasmissione della patologia.
  Che cosa mi colpisce di questo ? Mi colpiscono tre cose che forse vorrei potessimo mettere in evidenza. La prima cosa è che sembra che il virus si sia svegliato davanti all'ampia campagna, che è stata fatta quasi prevalentemente dai cinesi, per il disboscamento. Noi abbiamo discusso in questi giorni di dissesto idrogeologico del nostro Paese, abbiamo discusso delle conseguenze gravi. Ci troviamo davanti all'abuso che l'uomo fa della natura. Questa non è una cosa piccola, ma una cosa importante che insegna a tutti noi con quanta attenzione dobbiamo trattare il creato. Sappiamo che arriverà presto la prossima enciclica di Papa Francesco proprio sul creato e sul rapporto dell'uomo con il creato, ma questo è come se fosse, detto malissimo, la vendetta di una natura violata nei confronti di un uomo che pecca di arroganza e di presunzione.
  La seconda cosa che mi colpisce di questa vicenda è come le persone che ne sono rimaste più facilmente ferite e toccate sono quelle persone che si dedicano a compiti di cura, siano i medici, siano gli infermieri, ma io considero tra i compiti di cura anche quelli che esercitano quelle pratiche di pietà che sono la cura del cadavere, la cura del morto, quella che in fondo per la nostra cultura e la nostra tradizione rappresenta l'estremo omaggio che si rende, non solo a una persona amata, ma anche a una persona che merita di essere accompagnata nella sua dignità fino all'estremo momento della sua presenza terrena. Chi assume compiti di cura, assume responsabilità che può arrivare a pagare anche con la propria vita. E questo è un motivo per essere grati, sia ai cooperanti che stanno lì, ma anche a tutti coloro che svolgono compiti di questo tipo.
  La terza cosa che mi interessa mettere in evidenza è come questa patologia sia stata particolarmente virulenta proprio in quei luoghi in cui le persone erano, da un punto di vista nutrizionale, più deboli, le condizioni igieniche più fragili, il sistema sanitario meno strutturato. È un tema di cultura più ampia, un tema che riguarda la capacità di nutrizione.
  L'anno prossimo l'Expo 2015 sarà totalmente dedicato al tema di nutrire il pianeta. E noi dobbiamo immaginare che davvero là dove ci sono sacche di nutrizione, là dove c’è il problema della fame, c’è anche il problema di una sovraesposizione ai rischi, il tema dell'igiene. Sappiamo anche, però, che il tema dell'igiene è strettamente legato alla gestione di una delle risorse più straordinarie che abbiamo sulla nostra terra, che è l'acqua. E, Pag. 60quindi, anche le politiche per l'acqua sono politiche fondamentali se si vuole davvero esercitare un'azione di prevenzione intelligente, colta, attenta davvero alla dignità della persona. E l'altro è il tema, appunto, della struttura del sistema sanitario. Questo mi sembra particolarmente importante.
  Cosa voglio dire in questa manciata di secondi che spero la Presidente vorrà regalarmi ? Voglio dire che non è vero che l'Italia sia sempre fanalino di coda, che non è vero che non ci fossero soluzioni. Non mi sembra di aver sentito citare molto il laboratorio «Pascale» di Napoli in cui un piccolo gruppo di ricercatori – peraltro la maggioranza erano donne, quindi ricercatrici e mi fa piacere – stava lavorando davvero a questo tema del vaccino, ci stava lavorando con intelligenza, ci stava lavorando a prescindere dal momento in cui è scoppiata l'epidemia e ci stava lavorando mosso da quel desiderio che è l'agire di scienza e coscienza che è il meglio che la nostra classe scientifica riesce a produrre quando fa della scienza una scienza al servizio dell'uomo.
  Sono poche cose, Ministro, ma molte delle cose più importanti erano già state dette da altri. Io la ringrazio di questa informativa assolutamente esaustiva. Penso anche che alla fine di questo periodo sarà possibile pubblicare un'enciclopedia su ebola e comunque mi auguro con tutto il cuore che non arrivi in Italia perché tutto può essere fatto per evitarlo, ma come sappiamo la miglior prevenzione è che il fatto non si verifichi (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente all'ordine del giorno.
  Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo prevista per le ore 15,30.

  La seduta, sospesa alle 14,50, è ripresa alle 17,45.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Comunico che a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che lunedì 17 novembre le discussioni sulle linee generali già previste (proposta di legge n. 631-B – Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazione di gravità, e al decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109, in materia di illeciti disciplinari e relative sanzioni (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato); mozione Caparini ed altri n. 1-00592 in materia di esenzione dal pagamento e di disdetta del canone Rai; Relazione sul semestre di presidenza italiana dell'Unione europea e sulla lotta alla criminalità mafiosa su base europea ed extraeuropea (Doc. XXIII, n. 2) avranno luogo la mattina, a partire dalle ore 10. Dalle ore 16, con eventuale prosecuzione notturna, avrà luogo la deliberazione ex articolo 123-bis, comma 2, del Regolamento con riferimento al disegno di legge n. 2660 – Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro (Approvato dal Senato). Avrà poi luogo il seguito dell'esame, con votazioni, della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, nn. 18, 19 e 21-A – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (CDA), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e nei centri di Pag. 61identificazione ed espulsione (CIE) e delle mozioni Gallinella ed altri n. 1-00490, Kronbichler ed altri n. 1-00558, Taranto ed altri n. 1-00630, Gianluca Pini ed altri n. 1-00631, Palese n. 1-00632, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00635 e Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-00638 concernenti l'accordo di partenariato per il commercio e gli investimenti tra Unione europea e Stati Uniti d'America noto come Transatlantic trade and investment partnership (TTIP).
  Nelle successive giornate di martedì 18, mercoledì 19 e giovedì 20 novembre non avranno luogo sedute con votazioni per consentire il lavoro delle Commissioni.
  Mercoledì 19 novembre avrà comunque luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) e giovedì 20 novembre, alle ore 15, lo svolgimento di interpellanze urgenti.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 631-B (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Annunzio del conferimento del titolo di Viceministro ad un sottosegretario di Stato.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato, in data 12 novembre 2014, la seguente lettera:

  «Onorevole Presidente, informo la S.V. che, con decreto del Presidente della Repubblica in data odierna, adottato su mia proposta, previa approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, a norma dell'articolo 10, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, della delega di funzioni conferitagli dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, è stato attribuito il titolo di Viceministro al sottosegretario di Stato presso il medesimo Dicastero, onorevole dottor Lapo Pistelli.
  Firmato: Matteo Renzi».

In morte dell'onorevole Bruno Vincenzo Simonelli.

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Bruno Vincenzo Simonelli, già membro della Camera dei deputati nella XII legislatura.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti di sindacato ispettivo (ore 17,47).

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, ma, in realtà, sulle deliberazioni della Conferenza dei presidenti di gruppo che lei ha appena riferito a quest'Aula. Innanzitutto, come MoVimento 5 stelle, ci teniamo moltissimo a sottolineare, in un'Aula vuota – è giovedì, sono le ore 17,48 di giovedì, quindi un giorno infrasettimanale –, che la Camera ha sospeso i lavori per metà della giornata.
  Sostanzialmente, abbiamo smesso, nei fatti, di lavorare alle ore 13 di questa mattina, senza eseguire alcun voto, come era previsto, del resto, anche dal calendario d'Aula, che si può tranquillamente consultare. Ci sembra assurdo che, in un momento in cui delle statistiche chiare ci dicono che siamo al 44 per cento di disoccupazione giovanile in questo Paese, quando abbiamo delle statistiche che ci dicono che abbiamo il debito pubblico più alto della storia dell'Italia dal dopoguerra, la Camera dei deputati si permetta di prendersi una mezza giornata di riposo, di pausa, il giovedì pomeriggio.
  Quindi, questa cosa la stigmatizziamo e vogliamo che resti agli atti: il MoVimento 5 Stelle non è assolutamente d'accordo su come si è svolta questa cosa (Applausi dei Pag. 62deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Inoltre, proprio in risposta, ci viene proposto dal Governo di inserire il Jobs Act; forse, l'unico Jobs Act che si dovrebbe fare è quello che obbliga i deputati a lavorare e, finalmente, a fare qualche legge necessaria per questo Paese.
  Noi abbiamo sollevato dei vizi procedurali, regolamentari, e quindi voglio che resti agli atti che il MoVimento 5 Stelle ha contestato, a norma dell'articolo 81, comma 1, del Regolamento, dell'articolo 24, comma 12, del Regolamento e dell'articolo 69 del Regolamento, che, a nostro avviso, tali articoli impedivano l'inserimento del provvedimento Jobs Act come provvedimento urgente, per il quale era stato richiesto, addirittura, come data di termine, il 22 novembre da parte del Governo.
  Quindi, praticamente, facciamo una riforma che non era neanche inserita all'interno del DEF e la discutiamo durante il periodo della legge di stabilità semplicemente perché il Governo ha la necessità, evidentemente, di fare qualche favore a qualcuno oppure, semplicemente, di portare su un piatto delle riforme, che distruggono il mercato del lavoro e che vogliono tutti i cittadini italiani dipendenti delle multinazionali, all'Europa, alla troika, e quindi a tutti i poteri forti europei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che ci stanno letteralmente svendendo, anzi, stanno comprando la nostra sovranità nazionale.
  Questo per far rimanere agli atti ciò che è accaduto. E riteniamo ancora più assurdo che, quando la minoranza, quando l'opposizione, dà una disponibilità al Governo per rimandare una mozione come quella sul TTIP – che resta sempre all'interno di queste problematiche transnazionali, perché il TTIP è un trattato che, anche questo, mette in pericolo la piccola e media impresa, quella che noi difendiamo e alla quale versiamo metà del nostro stipendio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ed è solo il MoVimento 5 Stelle che lo fa – queste cose non vengono più discusse, perché, giustamente, il Governo, naturalmente, e la maggioranza hanno pensato bene di prendersi questa mezza giornata di ferie pagate, e naturalmente questa cosa andrà ad essere discussa lunedì della prossima settimana.
  Questo era dovuto e vorrei che rimanesse agli atti. Il MoVimento 5 Stelle sicuramente, avrebbe avuto un altro tipo di comportamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, naturalmente, al netto delle considerazioni che, ovviamente, sono le sue, e ci mancherebbe altro, i punti all'ordine del giorno, in particolare quelli a cui lei fa riferimento, come sa, sono stati tutti sospesi e rinviati ad altra seduta e, come lei sa, per Regolamento, la Conferenza dei presidenti di gruppo stabilisce qual è la seduta nella quale si svolgeranno.
  Più direttamente, per quanto riguarda il Jobs act, onorevole Sibilia, oltre alla sede della Conferenza dei presidenti di gruppo, dove si è svolto il dibattito, lunedì ci sarà sicuramente una discussione, perché sarà portato all'esame dell'Aula il calendario effettivo su come si svolgeranno i lavori.
  Adesso, dopo aver dato la parola a lei per un richiamo al Regolamento, abbiamo due richieste di intervento di fine seduta, la prima dell'onorevole Massimiliano Bernini, la seconda dell'onorevole Dall'Osso. Prego, onorevole Bernini.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, è di questi giorni la notizia del sequestro di beni per un valore di circa 10 milioni di euro avvenuto ai danni di Sergio Scarpellini, noto alla cronaca con lo pseudonimo di «er cavallaro», proprietario della società «Milano 90» che, tra le altre cose, fornisce servizi in alcuni palazzi istituzionali. Il sequestro dei beni dello Scarpellini ha determinato, ovviamente, anche il blocco dei conti correnti di quest'ultimo. La notizia non potrebbe che suscitare soddisfazione per il fatto che, finalmente, si sia fatta luce e giustizia, se non fosse, però, che, a causa del blocco di questi conti correnti, ad oggi è corrisposto il blocco dei pagamenti degli stipendi dei Pag. 63dipendenti della società «Milano 90». Come sappiamo, sui lavoratori della «Milano 90» pende la spada di Damocle del licenziamento se la Presidenza della Camera non riuscirà a trovare al più presto una soluzione. Sollecito, quindi, la Presidenza ad adoperarsi con il massimo impegno sulla questione e chiedo, sempre alla Presidenza, di adoperarsi affinché il GIP sblocchi, il prima possibile, il pagamento degli stipendi ai lavoratori della «Milano 90».
  Mi risulta, inoltre, che, a causa del sequestro, è a rischio anche il futuro pagamento del TFR di quei lavoratori della «Milano 90» che rischiano di perdere il posto.
  Chiedo, quindi, che la Presidenza si adoperi, affinché sia garantita l'erogazione del TFR ai lavoratori della «Milano 90». Tutto questo perché credo, e auspico che il GIP ne tenga in considerazione, che i soldi degli stipendi arretrati e il TFR appartengono, in tutto e per tutto, ai lavoratori della «Milano 90» e non allo Scarpellini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Dall'Osso.

  MATTEO DALL'OSSO. Presidente, il mio intervento di fine seduta e solo per aggiungere alle parole del deputato, e amico, Carlo Sibilia, il fatto che la seduta di questa mattina, cioè quando abbiamo lavorato, è stata sospesa perché mancava il Governo dalle 11 alle 12,15. Ditemi voi: il pomeriggio non si lavora, di mattina non c’è il Governo e non si lavora; fate voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Dall'Osso, solo per correttezza, la seduta è stata sospesa perché mancava il Governo in quel momento, poi, la sospensione è durata di più, non perché mancasse il Governo, ma perché si stava cercando di risolvere i problemi legati alla legge.

  GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Presidente, io sono un sognatore, un romantico, quindi continuo a sollecitare le risposte ad interrogazioni, sperando che un giorno, chissà, magari possibilmente prima della scadenza della legislatura, avverranno. Allora, continuerò, finché non invertiamo un po'questa tendenza, a sollecitare, ogni volta che ce ne sarà bisogno, le risposte alle interrogazioni. Collega Di Battista, cortesemente, se mi mette la password, perché è scattato il blocco, se no, non posso leggere...

  PRESIDENTE. Però, non posso raddoppiare i tempi, per cui...

  GIANLUCA VACCA. Non può raddoppiarmi i tempi ? Tanto non abbiamo fretta.

  PRESIDENTE. Non posso farlo.
  Allora, sollecito le interrogazioni a risposta scritta: n. 4-00090 del 25 marzo 2013; n. 4-00129; n. 4-01807; – l'elenco è lungo – n. 4-02447; n. 4-03108; n. 4-03109; n. 4-03193; n. 4-03911; n. 4-04134; n. 4-04847; n. 4-04956; n. 4-05096; n. 4-05222; n. 4-05296; n. 4-05760; n. 4-06043 e n. 4-06118.
  Tralascio quelle di ottobre perché do il fisiologico tempo ai Ministeri per potere rispondere, visto che sono così solerti ed attenti a rispondere alle interrogazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Vacca, spero che lei avrà notato che io non ho neanche scampanellato per non crearle impedimento nella lettura. Bene. Ci sono altri che devono intervenire ?

  COLOMBA MONGIELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 64

  COLOMBA MONGIELLO. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la calendarizzazione della mozione, a firma Mongiello e altri 37 parlamentari, sul Piano olivicolo nazionale, tenuto conto delle recenti stime che hanno visto l'Italia perdere circa il 35 per cento dell'intera produzione nazionale e, in alcune regioni, raggiungere addirittura il 60 per cento. Si è passati cioè da 480 mila tonnellate a 300 mila tonnellate, che rappresentano quindi il minimo storico di produzione olivicola italiana. Vuoi per cause atmosferiche, vuoi per agenti patogeni, questa coltura sta notevolmente soffrendo.
  Io ho chiesto già diverse volte la calendarizzazione di tale mozione, presentata a suo tempo, a luglio. Spero la Presidenza, attraverso il suo tramite, Presidente Giachetti, si possa interessare al tema. Ritengo che sia necessario intervenire per impedire che questa coltura millenaria, architrave della dieta mediterranea possa letteralmente scomparire dal nostro Paese. Per questo intervengo oggi e sollecito la Presidenza.

  PRESIDENTE. La ringrazio molto, onorevole Mongiello, ovviamente io mi farò carico di trasmettere alla Presidente la questione. Sicuramente il primo ad avere preso nota di questa sua richiesta è il presidente Rosato. Come sa, è in Conferenza di presidenti di gruppo, a cui lui partecipa assiduamente, che si decidono le programmazioni e anche le priorità che i diversi gruppi indicano.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 14 novembre 2014, alle 9:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 18.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO EMANUELE COZZOLINO SULL'EMENDAMENTO COZZOLINO 5.2 DEL TESTO UNIFICATO DEI DOC. XXII, NN. 18, 19, 21-A

  PRESIDENTE. Colleghi, personalmente condivido a pieno il testo che propone l'istituzione di questa Commissione di inchiesta, ma sul punto toccato da questo emendamento consentitemi una piccola, ma molto sentita polemica, perché francamente trovo incomprensibile, ad anche un po’ autolesionista, il parere negativo che è stato espresso. Probabilmente la colpa è mia perché non sono stato chiaro nella redazione di questo testo e allora provo a spiegarlo a parole, sperando che qualcuno voglia ascoltare. Prevedere un rendiconto delle spese sostenute dalla Commissione da rendere pubblico come allegato alla relazione finale non vuole essere un fucile puntato contro la Commissione o il futuro presidente per tornare sul tema, che qui è fuori luogo, che la politica o la Camera spende troppi soldi. È l'esatto contrario, colleghi, è uno scudo a difesa non solo di questa Commissione ma di quelle che verranno istituite in futuro. In comitato ristretto c’è stato un dibattito molto serio sul tema del finanziamento e ammetto che, nonostante le posizioni del mio gruppo siano ben note sull'argomento, le tesi sostenute da alcuni colleghi sulla necessità di prevedere risorse tali da consentire alla Commissione di lavorare personalmente mi hanno convinto. Ecco perché questo emendamento propone soltanto di consentire a chi lo vorrà, di verificare che le risorse stanziate sono state utilizzate per «lavorare» e magari dimostrare che sarebbe stato utile qualche migliaio di euro in più. Mi è stato detto più volte, mi dispiace che questa tesi sia stata avanzata proprio dagli uffici, che nel bilancio della Camera si da conto delle spese delle Commissioni d'inchiesta. Ma che ci stiamo a prendere in giro ? Prendete il consuntivo del 2013 e leggete che per Pag. 65ogni Commissione d'inchiesta viene riportato soltanto il totale delle spese che è uguale alla competenza che a sua volta è uguale alla cifra totale stanziata nel provvedimento istitutivo. Grazie ! Così siamo capaci tutti e non serve a niente. Mi hanno detto ancora, ma fino ad oggi non è stato mai fatto. E allora ? Da oggi cambiamo. Se dopo secoli nei quali si è creduto che la terra fosse quadrata c’è stato chi è riuscito a dimostrare che fosse sferica, noi, la Camera dei deputati, non siamo capaci di modificare una cosa da poco come questa ? Io penso che si possa e debba fare.

Pag. 66

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 631-B

Discussione generale: 7 ore.

Relatori 20 minuti (complessivamente)
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ora e 2 minuti
 Partito Democratico 32 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà –  Berlusconi Presidente 30 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti
 Per l'Italia 30 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei   (LED) 11 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani   all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2093-A - voto finale 431 342 89 172 295 47 76 Appr.
2 Nom. Doc. XXII, nn.18-19-21-A - em. 1.3 438 413 25 207 413 74 Appr.
3 Nom. em. 1.4 439 358 81 180 73 285 74 Resp.
4 Nom. em. 1.5 444 441 3 221 439 2 74 Appr.
5 Nom. em. 1.6 442 363 79 182 76 287 74 Resp.
6 Nom. em. 1.7 454 365 89 183 67 298 74 Resp.
7 Nom. em. 1.8 454 366 88 184 70 296 74 Resp.
8 Nom. em. 1.9 456 371 85 186 73 298 74 Resp.
9 Nom. articolo 1 453 449 4 225 382 67 74 Appr.
10 Nom. articolo 2 453 443 10 222 388 55 74 Appr.
11 Nom. articolo 3 449 447 2 224 380 67 74 Appr.
12 Nom. articolo 4 452 451 1 226 403 48 74 Appr.
13 Nom. subem. 0.5.1.1 453 452 1 227 385 67 74 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 15)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 5.1 427 426 1 214 369 57 74 Appr.
15 Nom. em. 5.2 424 422 2 212 121 301 74 Resp.