TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 895 di Venerdì 1 dicembre 2017

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   la legge delega n. 124 del 7 agosto 2015 di riforma della pubblica amministrazione prevede la riorganizzazione della medicina fiscale di controllo sulle assenze per malattia dei lavoratori pubblici, stabilendo che il Governo proceda ad una riorganizzazione delle funzioni in materia di accertamento medico-legale, ed il passaggio all'Inps delle competenze e delle relative risorse, nonché il ricorso in via prioritaria, per tutte le funzioni in materia di accertamento, comprese le attività ambulatoriali inerenti alla medicina fiscale, ai medici fiscali delle liste speciali trasformate in liste ad esaurimento dall'articolo 4, comma 10-bis, della legge n. 125 del 30 ottobre 2013;
   il decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, all'articolo 18, lettere c) e d), prevede, benché non prevista dalla legge delega, la stipula di nuove convenzioni per i medici delle liste ad esaurimento e la rimodulazione della disciplina delle visite fiscali e delle incompatibilità;
   la disciplina sui medici fiscali di lista è contenuta all'articolo 5, commi 12 e 13, della legge 11 novembre 1983, n. 638 e, quindi, non rientra nei cosiddetti contratti flessibili regolamentati dal vigente testo unico sul pubblico impiego e sul quale è stato dato il mandato al Governo di intervenire normativamente per apportare modifiche ed integrazioni;
   secondo la normativa vigente, i medici fiscali delle liste speciali, trasformate in liste ad esaurimento e con incarico confermato dai decreti che ne regolano la specifica disciplina (decreto ministeriale 18 aprile 1996, decreto ministeriale 12 ottobre 2000 e decreto ministeriale 8 maggio 2008), sono gli unici collaboratori esterni alla pubblica amministrazione per i quali l'incarico è inteso a tempo indeterminato e come tale deve essere considerato fino all'esaurimento delle liste stesse;
   una convenzione generica a tempo determinato così come prevista dal decreto legislativo n. 75 del 2017 e la conseguente rivisitazione della disciplina che attualmente regolamenta la materia, determinerebbero la perdita da parte dei medici fiscali di tutte le tutele acquisite;
   la legge delega prevede i soli medici fiscali come unica figura professionale da adibire agli accertamenti, ma la costituzione di generiche graduatorie permetterebbe all'Inps di utilizzare medici convenzionati esterni reclutati attraverso un bando e che già svolgono altre attività per l'ente (ad esempio invalidità civile), anche per la medicina fiscale, con la possibilità quindi di un utilizzo improprio da parte dell'Istituto delle risorse che potrebbero essere impiegate per finanziare misure per l'invalidità civile ed il bando dei medici esterni, senza alcuna possibilità di verifica e di controllo del tempo dedicato all'invalidità civile e alla medicina fiscale;
   la determinazione presidenziale n. 147 del 12 novembre 2015, inerente al bando per il reclutamento di 900 medici da adibire all'espletamento degli adempimenti dei centri medico legali dell'Inps centrali e territoriali, prevede la possibilità che i suddetti medici possano essere chiamati a svolgere accertamenti sanitari nell'ambito della medicina fiscale, benché nello stesso avviso del bando sia chiaramente espressa l'incompatibilità tra l'attività di medicina fiscale e quella di medico esterno convenzionato;
   il decreto n. 75 del 2017 non prevede che l'atto di indirizzo regolamenti rapporti diversi da quelli intrattenuti con i medici di medicina fiscale –:
   quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di rispettare la legge delega che prevede esclusivamente il passaggio delle risorse e delle competenze all'INPS e la priorità di impiego dei medici fiscali delle liste ad esaurimento per tutta l'attività di controllo domiciliare ed ambulatoriale;
   se intenda assumere iniziative per escludere dalla riforma della medicina fiscale una categoria di professionisti non prevista dalla legge delega (medici convenzionati esterni), considerati anche l'incompatibilità rilevata dall'Inps e dallo stesso Governo e il rischio che ciò possa favorire l'uso improprio delle risorse per finanziare il bando relativo ai medici convenzionati esterni.
(2-02036) «Brunetta, Palese, Polverini».
(27 novembre 2017)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   i 103 lavoratori della CB International, ex Cesare Bonetti di Garbagnate Milanese, all'inizio del mese di novembre 2017, sono stati raggiunti dalle lettere di sospensione dal lavoro, nonostante da diversi mesi lavorassero in autogestione per non lasciar morire un'azienda storica e nonostante vi sia addirittura un portafoglio di ordini di circa 5 milioni di euro;
   prima del fallimento, l'ex Bonetti era l'azienda leader nel settore della produzione di valvole e misuratori magnetici;
   queste donne e questi uomini sono ormai costretti a vivere in una situazione di grande difficoltà, poiché con le nuova normativa introdotta dal decreto legislativo n. 148 del 2015, attuativo del cosiddetto Jobs act, che all'articolo 4, ha previsto una riduzione del periodo totale di corresponsione degli ammortizzatori sociali, si trovano nella situazione di essere ormai giunti al termine del periodo massimo previsto per la cassa integrazione;
   si è dunque venuta a creare una situazione paradossale: i lavoratori saranno costretti a chiedere ai curatori fallimentari di licenziarli il più presto possibile, perché solo in tal modo potranno accedere al minimo sostegno previsto dalla «Naspi»;
   l'azienda era già finita una prima volta sull'orlo del fallimento dopo la vendita al gruppo indiano Waaree, ma il 20 giugno 2017 aveva ottenuto il concordato preventivo per il rilancio della stessa;
   il 13 ottobre 2017 ha formalmente inviato al tribunale di Milano la domanda di fallimento in proprio;
   il 9 novembre 2017, mentre lavoratori e sindacati discutevano della grave situazione dell'azienda, il presidente, l'imprenditore Modesto Volpe, proprietario della Vt telematica di San Giuliano Milanese, restituiva ai curatori fallimentari il pezzo d'azienda che aveva acquistato solo qualche mese prima. I lavoratori, inoltre, ricevevano le lettere di «sospensione» con le quali venivano sospesi dalla retribuzione e dalla contribuzione;
   l'ex Cesare Bonetti rappresenta un pezzo della storia industriale d'Italia per quanto riguarda il settore metalmeccanico; i lavoratori che attualmente si trovano nello stato di sospensione, e dunque non percepiscono né stipendio, né indennità di disoccupazione, hanno acquisito nel corso degli anni un livello di specializzazione ed un'esperienza tale che sarebbe un grave errore disperdere;
   proprio per la storia della ex Cesare Bonetti, la vicenda dei 103 lavoratori in cerca di un nuovo acquirente per l'azienda è stata rilanciata a livello nazionale nel corso di una trasmissione televisiva della Rai –:
   quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza, i Ministri interpellati al fine di evitare il licenziamento dei lavoratori della CB International e al fine di favorire l'individuazione di una nuova eventuale proprietà in grado di rilanciare l'azienda tutelando i posti di lavoro.
(2-02039) «Cimbro, Laforgia».
(28 novembre 2017)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   la Abb Italia, una multinazionale svizzera che impiega nel nostro Paese ben 5.900 dipendenti, ha deciso di formare una joint venture per il settore «Oil & Gas» con i sauditi di Arkad Engineering & Construction;
   di fatto, i dipendenti di Abb Italia che operano in questo comparto passeranno sotto le direttive del gruppo arabo che avrà la maggioranza delle quote societarie della nuova realtà che sta per nascere;
   la Abb Italia è un'azienda in salute come dimostra il fatto che nel corso dell'anno 2016 ha raccolto ordini per 2,1 miliardi di euro, ed il fatturato è stato di 2,2 miliardi di euro, registrando un +3 per cento rispetto al 2015;
   il 17 novembre 2017, presso la sede di Assolombarda si è tenuto l'incontro richiesto dal Coordinamento nazionale Fim Fiom Uilm Abb a seguito dell'iniziativa aziendale di comunicare, senza un'adeguata informazione, al Coordinamento sindacale quello che per i sindacati rappresenta un vero e proprio scorporo di ramo d'azienda, ossia la cessione attraverso una joint venture del settore «Oil & Gas»;
   da diverso tempo, in occasione dei vari incontri con le rappresentanze sindacali, i sindacati avevano richiesto di conoscere quali fossero le prospettive di quest'attività e le possibili ricadute occupazionali conseguenti, senza però ricevere alcuna risposta da parte di Abb;
   il 10 novembre 2017, senza alcuna comunicazione preventiva alle rappresentanze sindacali, si è appreso dell'iniziativa aziendale dove, attraverso l'amministratore delegato Mario Corsi, veniva comunicata la decisione di cedere le attività e i circa 200 lavoratori attraverso una joint venture con una presenza minoritaria di Abb nel capitale societario;
   in quell'occasione, inoltre, le rappresentanze sindacali avevano esplicitato il loro disappunto e la loro contrarietà rispetto al comportamento di Abb in base alle modalità scelte, che in concreto ha impedito il necessario coinvolgimento del Coordinamento sindacale, sfavorendo l'instaurazione di un buon clima di relazioni sindacali;
   nei prossimi giorni Abb Italia renderà ufficiale sia alle rappresentanze sindacali unitarie sia al Coordinamento sindacale Fim Fiom Uilm Abb, l'avvio della procedura ex articolo 47 per la cessione dell'ipotetico ramo aziendale, che coinvolgerà circa 200 dipendenti, oggi occupati prevalentemente nelle realtà di Sesto San Giovanni e Genova;
   nei prossimi giorni, inoltre, avranno luogo le assemblee sindacali nei due siti per una prima valutazione assieme ai lavoratori della decisione aziendale e per valutare tutte le iniziative sindacali utili ad affrontare la scelta aziendale di esternalizzazione delle attività EPC «Oil & Gas» di Abb, e tutelare tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, assicurando migliori prospettive anche alle rispettive famiglie;
   la cessione delle attività EPC «Oil & Gas» rischia di mettere in pericolo i posti di lavoro degli attuali dipendenti se non saranno previste le opportune garanzie e tutele. Inoltre, un'eventuale chiusura degli stabilimenti attualmente attivi presso le sedi di Sesto San Giovanni e Genova a seguito di una delocalizzazione dell'attività produttiva decisa dai nuovi acquirenti, oltre a mettere a rischio i posti di lavoro, potrebbe produrre ripercussioni sull'indotto collegato ai medesimi stabilimenti –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali iniziative intenda assumere al fine di tutelare i lavoratori di Abb Italia.
(2-02041)
«Cimbro, Quaranta, Martelli, Giorgio Piccolo, Zappulla, Roberta Agostini, Albini, Bersani, Franco Bordo, Bossa, Capodicasa, D'Attorre, Duranti, Epifani, Fava, Ferrara, Folino, Fontanelli, Formisano, Fossati, Carlo Galli, Kronbichler, Lacquaniti, Laforgia, Leva, Matarrelli, Pierdomenico Martino, Melilla, Mognato, Murer, Nicchi, Piras, Ragosta, Ricciatti, Rostan, Sannicandro, Scotto, Simoni, Speranza, Stumpo, Zaccagnini, Zaratti, Zoggia».
(28 novembre 2017)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   la direttiva 2006/123/CE (cosiddetta direttiva Bolkestein) relativa ai servizi nel mercato interno stabilisce che, qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, gli Stati membri applichino una procedura di selezione tra i candidati potenziali;
   il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, dando attuazione della direttiva Bolkestein, ne ha esteso l'applicazione anche al settore del commercio ambulante su aree pubbliche, ritenendole «risorsa naturale» limitata;
   il citato provvedimento, oltre a stabilire in generale l'obbligo di prevedere procedure selettive, la limitazione della durata delle autorizzazioni, il divieto di rinnovare automaticamente le concessioni e di accordare vantaggi al prestatore uscente, ha specificamente rinviato ad una intesa in sede di Conferenza unificata Stato-regioni-autonomie locali l'individuazione dei criteri per il rilascio e il rinnovo della concessione dei posteggi per l'esercizio del commercio su aree pubbliche e le disposizioni transitorie da applicare, con le decorrenze previste, anche alle concessioni in essere;
   l'accordo sancito in data 5 luglio 2012 in sede di Conferenza unificata ha stabilito una proroga dell'attuale situazione fino al 7 maggio 2017, seguita da un regime transitorio di licenze, della durata compresa fra i 9 e i 12 anni, durante il quale i comuni potranno assegnare gli spazi secondo criteri che tengano conto dell'anzianità di servizio nell'esercizio del mercato su aree pubbliche, per tutelare le imprese che già svolgono la loro attività in tali mercati;
   il decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, (cosiddetto «decreto milleproroghe»), ha da ultimo prorogato il termine delle concessioni per commercio su aree pubbliche in essere alla data di entrata in vigore del medesimo decreto-legge e con scadenza anteriore al 31 dicembre 2018, fino a tale data, al fine di allineare le scadenze delle concessioni e garantire omogeneità di gestione nelle procedure di assegnazione sull'intero territorio nazionale;
   il decreto legislativo n. 59 del 2010, inoltre, ha esteso la possibilità di esercitare il commercio ambulante su area pubblica, tradizionalmente svolto da microimprese spesso a conduzione familiare, anche a società di capitali regolarmente costituite o a cooperative, oltre che a persone fisiche e a società di persone, aprendo di fatto il settore anche a imprese straniere e multinazionali;
   le disposizioni introdotte dal decreto legislativo n. 59 del 2010 non sembrano tenere pienamente conto delle peculiarità e della eterogeneità del settore, che affianca attività di commercio svolte su posteggio fisso ad attività svolte in forma itinerante e con turnazioni, e che coinvolge non solo i centri storici e i tradizionali mercati rionali, ma anche aree periferiche meno qualificabili come limitate;
   la Commissione X della Camera, nel novembre 2015, ha approvato una risoluzione che impegnava il Governo a promuovere l'attivazione di un tavolo di lavoro, riunitosi in realtà solo il 3 novembre del 2016, con la partecipazione di tutti i livelli istituzionali ed amministrativi interessati e delle associazioni di categoria, per approfondire la tematica;
   il 13 settembre 2017 la Camera dei deputati ha approvato la mozione 1-01542, a prima firma Donati (PD), con cui si impegna il Governo, oltre che a promuovere proposte in sede di Unione europea per meglio definire la portata e gli effetti della direttiva Bolkestein rispetto al commercio ambulante, a costituire rapidamente un nuovo tavolo di confronto con gli operatori del commercio su aree pubbliche e i rappresentanti degli enti locali per studiare, considerando anche la situazione in essere, interventi volti a contenere le potenziali ripercussioni negative sul tessuto economico e sociale, anche mediante l'individuazione di criteri che, nell'ottica della valorizzazione delle finalità sociali, tengano conto delle diverse caratteristiche, delle dimensioni e dei requisiti professionali acquisiti dagli operatori, della tutela dell'occupazione nel settore e dei luoghi in cui si svolge il commercio ambulante –:
   quali siano le risultanze del tavolo istituzionale convocato il 3 novembre 2016 e quali iniziative il Ministro interpellato abbia già posto in essere per dare seguito all'impegno assunto dal Governo il 13 settembre 2017 e consentire l'individuazione degli strumenti più opportuni per risolvere urgentemente le problematiche di ordine economico e sociale inerenti all'esercizio del commercio ambulante su aree pubbliche sorte a seguito dell'applicazione della direttiva Bolkestein.
(2-02004)
«Donati, Becattini, Dallai, Ermini, Mariano, Impegno, Nardi, Richetti, Barbanti, Lavagno, Piazzoni, Vico, Paris, Manfredi, Tartaglione, Basso, Valeria Valente, Fiano, Di Salvo, Capozzolo, Crimì, Magorno, Morani, Famiglietti, Cuomo, Di Lello, Antezza, Villecco Calipari, Burtone, Tino Iannuzzi, Paola Bragantini, Iacono, Boccia».
(8 novembre 2017)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per sapere – premesso che:
   si richiama l'attenzione sull'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-10764 dell'8 marzo 2017 e sulla relativa risposta del sottosegretario all'economia e alle finanze Pier Paolo Baretta;
   si rileva la circolare n. 1/2017 del Ministero dell'economia e delle finanze concernente «Chiarimenti sull'applicazione della tassa sui rifiuti (TARI). Calcolo della parte variabile»;
   nonostante il clamore mediatico e l'eco raggiunta dalla questione dell'applicazione della tassa sui rifiuti, persiste in tutta Italia, sia dal punto di vista amministrativo- burocratica, sia per ciò che concerne i contribuenti, una mancanza di chiarezza sull'esatto calcolo della componente variabile della Tari. Da una parte, infatti, è stato ribadito che «la quota variabile è costituita da un valore assoluto, vale a dire un importo in rapporto al numero degli occupanti che non va moltiplicato per metri quadrati dell'utenza e va sommato come tale alla parte fissa. Ciò chiarito, con riferimento alle pertinenze dell'abitazione appare corretto computare la quota variabile una sola volta in relazione alla superficie totale dell'utenza domestica»; dall'altra, permangono dubbi sui nuclei familiari che detengono più immobili nello stesso comune con la medesima finalità d'uso, ovvero «utenza domestica»: ad esempio, una famiglia composta da 4 persone e che detiene due abitazioni «utenza domestica», una da 100 metri quadrati più una da 80 metri quadrati sfitta, non è chiaro quante quote variabili sia tenuta a corrispondere. Il comportamento da attuare in altri casi «particolari» è solamente «deducibile», alla luce delle informazioni fornite dal Ministero dell'economia e delle finanze sinora rilasciate e suscettibile di generare ulteriori errori nell'applicazione della Tari;
   stando al report dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, pubblicato a novembre 2017, una famiglia media italiana ha pagato 300 euro. La Campania è la regione più cara (418 euro), il Trentino Alto-Adige quella più economica (197 euro); Belluno è il capoluogo più economico (149 euro), Cagliari quello più costoso (549 euro). A livello nazionale, la percentuale di raccolta differenziata (dati Ispra 2016) è ferma al 52,5 per cento –:
   se al contribuente il cui nucleo familiare è detentore di più immobili nello stesso comune vada computata una sola volta la quota variabile della Tari in relazione alla superficie totale dell'utenza domestica o se questa vada computata per ognuno degli immobili;
   se si intendano emanare delle linee guida per le amministrazioni comunali affinché sia chiarito il calcolo della Tari nelle sue diverse componenti, per garantirne un'applicazione uniforme a livello nazionale e anche al fine di rendere consapevole il contribuente della tassazione impostagli;
   se non si ritenga opportuno assumere iniziative, per quanto di competenza, anche normative, per chiarire come erogare i rimborsi relativi al periodo 2014-2017, e individuare le relative risorse sul piano finanziario e contabile, affinché ciò avvenga senza che il contribuente sia costretto a seguire l’iter burocratico attuale, evitando di causare in tal modo un ulteriore aggravio di spese a carico dei comuni verosimilmente soccombenti, che poi ricadrebbe nuovamente sui cittadini;
   se si intenda avviare uno studio sul costo del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani, vista la grande differenza esistente tra comune e comune, da Nord a Sud, affinché si addivenga ad una disciplina uniforme a livello nazionale.
(2-02038)
«L'Abbate, Scagliusi, Sibilia, Alberti, Fico, Pesco, Pisano, Ruocco, Villarosa, Cominardi, Corda, Cozzolino, Dadone, Daga, Dall'Osso, D'Ambrosio, De Lorenzis, De Rosa, Del Grosso, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Dieni, D'Incà, D'Uva, Ferraresi, Fraccaro, Frusone, Gagnarli».
(28 novembre 2017)

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   nel mese di maggio 2017 il direttore del Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, Elsa Evangelista, ha emanato un bando per l'elezione del nuovo direttore dell'Istituto per il triennio 2017/2020;
   il 21 giugno 2017 si è svolto il primo turno elettorale con i seguenti risultati: Carmine Santaniello voti 36, Angela Morrone voti 27, Maurizio Pietrantonio voti 22, Livio De Luca voti 11, Giuseppina Ambrifi voti 10;
   si è reso necessario un secondo turno di ballottaggio, che si è svolto il 29 giugno 2017, con il seguente risultato: Carmine Santaniello voti 64, Angela Morrone voti 36;
   il 4 luglio 2017, la commissione elettorale, visti i risultati, ha proceduto alla proclamazione del vincitore nella persona di Carmine Santaniello;
   con decreto del direttore del conservatorio (prot. n. 0006910 del 16 ottobre 2017) è stato successivamente disposto «l'annullamento in autotutela, ex articolo 21-novies della legge 241 del 1990, delle elezioni del Direttore del Conservatorio di Musica «San Pietro a Majella» di Napoli per il triennio 2017/2020»;
   l'annullamento in autotutela è arrivato dopo una nota del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca-Direzione generale per la programmazione, il coordinamento e il finanziamento delle istituzioni della formazione superiore prot. n. 11583 del 6 ottobre 2017) che evidenziava la non regolarità della candidatura al primo turno elettorale di Livio De Luca;
   con decreto del direttore del conservatorio di musica «San Pietro a Majella» di Napoli prot. 7613 del 30 ottobre 2017 sono state poi indette nuove elezioni;
   con ricorso al Tar della Campania (registro generale 4160 del 2017), Carmine Santaniello ha chiesto l'annullamento previa sospensione dell'efficacia del decreto sopra citato con cui erano state annullate le elezioni e del decreto successivo di indizione di nuove elezioni;
   il TAR Campania, il 22 novembre 2017, ha accolto l'istanza cautelare, ha disposto la sospensione degli atti impugnati, e ha fissato udienza per la trattazione del merito per giugno 2018;
   si legge nel dispositivo della sentenza del Tar Campania che: «il ricorso appare assistito da plurimi profili di fondatezza, tenuto conto della natura di provvedimento discrezionale di secondo grado, in relazione: I) alla posizione di conflitto di interesse rivestito dal Direttore uscente, quale persona fisica rispetto alla quale l'adozione dell'atto impugnato con ricorso originario conserva un suo personale vantaggio; II) alla mancata ponderazione di un attuale interesse pubblico alla demolizione dell'atto di attestazione di esito delle elezioni, in punto di incidenza della presenza di un candidato asseritamente privo dei requisiti di elettorato passivo, tenuto anche conto del sistema elettorale strutturato su un turno primario ed un turno di ballottaggio; III) alla mancanza di espresso divieto per un professore di II fascia di ricoprire la carica in questione»;
   a fronte di tale, pieno, accoglimento del ricorso, il nuovo direttore eletto Carmine Santaniello non risulta ancora insediato nel ruolo che legittimamente gli compete, mentre gli atti di gestione del conservatorio continuano ad essere adottati e firmati dal direttore uscente –:
   se la Ministra interpellata intenda, e in che tempi, intervenire in relazione alla vicenda menzionata in premessa al fine di dare seguito, alla luce degli atti del Tar Campania, agli esiti dell'elezione del nuovo direttore del Conservatorio di Napoli e consentirne l'insediamento nel ruolo.
(2-02042)
«Carloni, Bossa, Miccoli, Guerra, Morassut, Salvatore Piccolo, Tentori, Terrosi, Amato, Blazina, Sgambato, Manzi, Stella Bianchi, Camani, Carocci, Marchi, Giorgio Piccolo, Cardinale, Capone, Rostan, Ragosta, Tullo, D'Incecco, Galperti, Valiante, Gianni Farina, Monaco, Pagani, Palma, Bonaccorsi, Preziosi, Bruno Bossio, Realacci, Mura, Boccadutri, Rubinato, Cenni, Naccarato, Montroni».
(28 novembre 2017)