TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 864 di Mercoledì 4 ottobre 2017

 
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MOZIONI CONCERNENTI LA CANDIDATURA DI MILANO QUALE SEDE DELL'AGENZIA EUROPEA PER I MEDICINALI

   La Camera,
   premesso che:
    l'Italia rappresenta da anni il secondo Paese in Europa per produzione nel settore farmaceutico e il primo per capacità produttive per numero di addetti, dopo la Germania, con il 26 per cento della produzione totale e il 19 per cento del mercato e si tratta di un sistema diffuso, con hub regionali ed eccellenze in diverse aree del Paese. La Lombardia, in particolare, è la prima regione italiana nel settore farmaceutico con 28.000 addetti, più altri 18.000 che lavorano nell'indotto, ed investe ogni anno 7 miliardi di euro in ricerca e innovazione;
    anche nel campo biomedicale la Lombardia, con oltre 800 imprese, 30.000 dipendenti e il 49 per cento del fatturato nazionale, è la prima regione nel settore dei dispositivi medici. La provincia di Milano, in particolare, è l'area a maggiore concentrazione di imprese, con circa il 61 per cento delle imprese lombarde, e quasi l'80 per cento del fatturato prodotto nella regione; Milano e la sua provincia sono al primo posto per il numero degli addetti, ma anche le province di Monza-Brianza e Varese si attestano rispettivamente al quinto e al sesto posto nella classifica nazionale;
    secondo l'ufficio studi di Assolombarda, dalle università milanesi, dai suoi centri studi e dalle sue imprese nel 2015 sono stati pubblicati 11.600 articoli scientifici, di cui 6.200 nel campo della scienza della vita. Il 15 per cento della popolazione opera nelle università. La metà dei farmaci sperimentali per terapie avanzate al vaglio dell'Agenzia europea per i medicinali è stata concepita nel capoluogo lombardo;
    l'Agenzia europea per i medicinali è un organo decentrato dell'Unione europea, con sede a Londra, che conta circa 1.000 dipendenti;
    il suo compito principale è di tutelare e promuovere la sanità pubblica e la salute degli animali mediante la valutazione ed il controllo dei medicinali per uso umano e veterinario;
    l'Agenzia europea per i medicinali è responsabile, in via principale, della valutazione scientifica delle domande finalizzate ad ottenere l'autorizzazione europea di immissione in commercio per i medicinali (procedura centralizzata);
    dopo l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, l'Agenzia europea per i medicinali dovrà dunque trasferire la propria sede in un'altra delle 27 nazioni dell'Unione europea;
    quasi all'indomani dell'esito del referendum britannico favorevole alla «Brexit», del 23 giugno 2016, la candidatura di Milano è stata suggellata dal «patto per Milano», documento contenente gli obiettivi strategici per la città condivisi da comune e Governo, firmato il 13 settembre 2016 dal Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore Matteo Renzi e dal sindaco Giuseppe Sala. In tale prospettiva, si è da subito stabilita una proficua collaborazione istituzionale anche con la regione Lombardia e il suo presidente Roberto Maroni;
    il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, subito dopo l'esito del referendum britannico, ha avanzato la proposta di candidatura dell'Italia e, in particolare di Milano ad ospitare la nuova sede dell'Agenzia europea per i medicinali, assicurando l'impegno del Governo in tal senso che potrà avvalersi di un apposito stanziamento di 56 milioni di euro;
    il 6 luglio 2016 il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha dichiarato che: «Milano, una delle città con la più alta vivibilità in Europa, si candida all'eventuale ricollocamento dell'Autorità bancaria europea e dell'Agenzia europea per i medicinali, forte di un'ottima rete infrastrutturale, dieci università, investimenti per l'area post Expo e un mercato immobiliare in piena ripresa»;
    con i 3 aeroporti e i 1.300 voli settimanali che la collegano alle 27 capitali europee e alle principali città del continente, i treni ad alta velocità verso le altre città italiane ed europee (Zurigo, Parigi e Ginevra), i 700 chilometri di autostrade e i 58.000 chilometri di strade, Milano vanta un sistema infrastrutturale che le consente di essere facilmente raggiungibile da ogni angolo d'Europa e non solo; la ricettività alberghiera di livello internazionale garantisce la possibilità anche in periodi straordinari di ospitare i 60 enti e specialisti che mediamente gravitano sull'Agenzia europea per i medicinali da tutta Europa;
    Milano offre numerose opportunità di scolarizzazione multilingue e a orientamento europeo per rispondere alle esigenze di strutture scolastiche per i figli dei dipendenti dell'Agenzia europea per i medicinali. Sono oltre 900 le scuole, tra pubbliche e private: 309 asili nido, 352 scuole elementari e 198 scuole superiori. La formazione universitaria è assicurata da 11 università tra le più rinomate d'Europa, per un totale di oltre 200.000 studenti;
    nel mese di marzo 2017 il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni ha annunciato la possibile messa a disposizione del Palazzo Pirelli quale sede dell'Agenzia europea per i medicinali, consentendo la sua immediata operatività;
    l'avvio operativo entro la fine del 2017, con l'arrivo dei primi ricercatori ospitati, di Human technopole, il polo scientifico a sostegno pubblico nell'area dell'Expo rappresenta l'ulteriore rafforzamento delle potenzialità offerte dall'area milanese per le attività dell'Agenzia europea per i medicinali;
    anche il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco Mario Melazzini ha riconosciuto che, con l'arrivo dell'Agenzia europea per i medicinali a Milano, la città potrebbe consolidare il proprio status di polo europeo delle biotecnologie al servizio della salute;
    l'Agenzia europea per i medicinali a Milano, assieme ai già esistenti Joint research centre di Ispra vicino a Varese, all’European food safety authority (l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) con sede a Parma, potrebbe costituire un polo scientifico e di cooperazione per la ricerca unico in ambito continentale, abbracciando settori importanti e correlati tra loro, quali le scienze della vita, il food e la nutrizione;
    l'Agenzia europea per i medicinali a Milano non solo sarebbe un elemento di prestigio, ma potrebbe concorrere allo sviluppo e all'innovazione organizzativa, occupazionale e di prodotto, ad esempio se si pensa al campo dei farmaci innovativi e a quanto sia importante ragionare in chiave europea, e non solo nazionale, sui criteri di innovatività e sull'aspetto etico del prezzo dei farmaci, aspetti decisivi per l'accessibilità alle cure e all'universalismo del servizio sanitario nazionale;
    già in occasione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 aprile 2017, in vista del Consiglio europeo straordinario del 29 aprile 2017, la Camera dei deputati, con la risoluzione Rosato ed altri n. 6-00312, ha sottolineato l'importanza di un impegno di tutte le istituzioni nazionali per il sostegno della candidatura della città di Milano quale prossima sede dell'Agenzia europea per i medicinali;
    il 25 settembre 2017 una delegazione italiana composta dal Ministro della salute Beatrice Lorenzin, dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Sandro Gozi, dall'incaricato speciale del Governo per la candidatura italiana Enzo Moavero Milanesi, dal presidente di regione Lombardia Roberto Maroni e dal sindaco di Milano Giuseppe Sala si è recata a Bruxelles per promuovere, con un atto ufficiale, la candidatura di Milano ad ospitare l'Agenzia, dimostrando una compattezza di intenti tra le varie istituzioni sulla base di un dossier che evidenzia l'assoluta credibilità della proposta italiana;
    il 28 settembre 2017 la Commissione europea si è espressa in maniera analitica sui dossier presentati dalle 19 città candidate ad ospitare la nuova sede dell'Agenzia europea per i medicinali e la lettura delle griglie di valutazione permette di dire che il dossier coordinato dall'incaricato speciale del Governo include tra le prime 5 città candidate Milano per corrispondenza ai criteri prioritari individuati,

impegna il Governo:

1) a proseguire e intensificare l'azione di sostegno della candidatura di Milano a sede dell'Agenzia europea per i medicinali, ponendo in essere, ai più alti livelli e attraverso un'azione delle rappresentanze diplomatiche volta a raccogliere consensi da parte degli altri Stati membri dell'Unione europea, tutte le iniziative necessarie in tal senso, rappresentando questa scelta una grande opportunità culturale, economica ed occupazionale, nonché uno stimolo per la valorizzazione del patrimonio scientifico nel campo sanitario del nostro Paese.
(1-01714)
(Nuova formulazione) «Quartapelle Procopio, Laforgia, Lupi, Abrignani, Marazziti, La Russa, Pisicchio, Monchiero, Alfreider, Locatelli, Binetti, Lenzi, Carnevali, Casati, Cinzia Maria Fontana, Cimbro, Alli, Vignali, Baruffi, Beni, Bernardo, Stella Bianchi, Paola Boldrini, Borghi, Braga, Carra, Carrozza, Causi, Chaouki, Colaninno, Cominelli, Crimi’, Dell'aringa, Marco Di Maio, D'Incecco, D'Ottavio, Falcone, Fragomeli, Fregolent, Garavini, Gasparini, Giachetti, Romanini, Gnecchi, Gribaudo, Guerra, Lavagno, Librandi, Lodolini, Losacco, Patrizia Maestri, Manfredi, Marantelli, Marchi, Gadda, Miotto, Misiani, Moretto, Moscatt, Narduolo, Nicoletti, Patriarca, Peluffo, Piazzoni, Piccione, Mariani, Realacci, Rubinato, Giovanna Sanna, Scuvera, Senaldi, Sereni, Tabacci, Tacconi, Tidei, Venittelli, Verini, Villecco Calipari, Franco Bordo».
(27 settembre 2017)

   La Camera,
   premesso che:
    l'Agenzia europea per i medicinali, creata nel 1992, è responsabile della valutazione scientifica, della supervisione e del monitoraggio della sicurezza dei medicinali nell'Unione europea ed è essenziale per il funzionamento del mercato unico dei medicinali al suo interno;
    l'Agenzia è uno snodo cruciale per la vita dell'industria e dei cittadini europei. Secondo Farmindustria il settore italiano, con la Lombardia come primo centro propulsore, ha - fra personale diretto e indiretto - 130 mila addetti, 30 miliardi di euro di produzione (di cui 21 miliardi di export) e 2,7 miliardi di euro di investimenti (1,5 sul versante della ricerca e dello sviluppo e 1,2 sul lato produttivo). Il settore farmaceutico in Italia può essere considerato la prima industria europea per crescita cumulata dell’export (dal 2010 al 2016, +52 per cento), a pochissima distanza da quella tedesca per ordine di grandezza complessiva;
    tra le città europee candidate ad ospitare l'importante Agenzia – che deve lasciare Londra a seguito della «Brexit» – Milano risulta essere quella più qualificata;
    il capoluogo lombardo è, a tutti gli effetti, una città dal respiro internazionale (grazie anche agli investimenti fatti per Expo 2015), presenta una posizione ideale sotto il profilo logistico, ha ottimi indici di sicurezza e vanta strutture formative di eccellenza in ambito europeo;
    lo zoccolo duro manifatturiero e di innovazione con cui si confronterebbe l'Agenzia a Milano appare corposo nella sostanza, diversificato nelle sue specializzazioni e profondamente vitale nella sua natura di lungo periodo;
    secondo l'ufficio studi di Assolombarda, dalle università milanesi, dai centri studi di Milano e dalle sue imprese nel 2015 sono stati pubblicati 11.600 articoli scientifici, di cui 6.200 nel campo della scienza della vita. Il 15 per cento della popolazione opera nelle università. La metà dei farmaci sperimentali per terapie avanzate al vaglio dell'Agenzia europea per i medicinali è stata concepita nel capoluogo lombardo;
    la candidatura di Milano a sede dell'Agenzia europea per i medicinali, a seguito dell'intuizione e della proposta del presidente Maroni, ha visto unite e compatte le istituzioni: Governo, regione Lombardia, comune di Milano, sistema economico e imprenditoriale, oltre che il mondo accademico e delle life sciences;
    il 25 settembre 2017 il presidente della regione Lombardia con il Ministro della salute Beatrice Lorenzin e con il sindaco di Milano Giuseppe Sala si sono recati a Bruxelles a promuovere, con un atto ufficiale, la candidatura di Milano ad ospitare l'Agenzia, dimostrando sia che c’è una compattezza di intenti tra le varie istituzioni sia che il dossier milanese è senza dubbio il più forte nei confronti degli altri pretendenti;
    l'Agenzia europea per i medicinali sarebbe ospitata nel grattacielo Pirelli, disponibile in tempi molto rapidi, in quanto una parte dei lavori di adattamento per ospitare l'Agenzia è già iniziata e i fondi per completare le opere necessarie sono stati già stanziati. L'Agenzia europea per i medicinali a Milano potrebbe essere operativa già dal 1o marzo 2019;
    secondo il progetto per il restyling del «Pirellone», sono previste 1.430 postazioni lavoro distribuite su una superficie di 13.500 metri quadrati, 60 sale riunioni da 8 a 32 posti e 8 sale conferenze da 22 a 350 posti, che logisticamente rappresenterebbero l'ambiente giusto per gli 890 dipendenti dell'Agenzia, che lavorano con 3.700 tecnici;
    l'Agenzia europea per i medicinali a Milano, assieme ai già esistenti Joint research centre dell'Ispra vicino a Varese e all’European food safety authority (l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) con sede a Parma, potrebbe costituire un polo scientifico e di cooperazione per la ricerca unico in ambito continentale, abbracciando settori importanti e correlati tra loro, quali le scienze della vita, il food e la nutrizione,

impegna il Governo:

1) a sostenere con determinazione, presso le competenti sedi comunitarie, la candidatura di Milano a sede dell'Agenzia europea per i medicinali affinché non venga sprecata un'occasione unica di crescita in termini scientifici, di prestigio internazionale e di indotto occupazionale per l'intero Paese.
(1-01715)
«Rondini, Gianluca Pini, Grimoldi, Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Caparini, Castiello, Giancarlo Giorgetti, Guidesi, Invernizzi, Molteni, Pagano, Picchi, Saltamartini, Simonetti».
(27 settembre 2017)

   La Camera,
   premesso che:
    l'Agenzia europea per i medicinali è un organismo decentrato dell'Unione europea, attualmente con sede a Londra, che dal 1995 si occupa della valutazione scientifica, della sorveglianza e del monitoraggio della sicurezza dei medicinali sviluppati da società farmaceutiche e destinati ad essere utilizzati nell'Unione europea. L'Agenzia europea per i medicinali tutela la salute pubblica e animale nei 28 Stati membri dell'Unione europea e nei Paesi dello spazio economico europeo, assicurando la sicurezza, l'efficacia e l'alta qualità di tutti i medicinali disponibili sul mercato dell'Unione europea, un mercato di oltre 500 milioni di persone;
    l'Agenzia europea per i medicinali si adopera per consentire un accesso tempestivo dei pazienti ai nuovi medicinali e svolge un ruolo vitale, sostenendo lo sviluppo di medicinali a beneficio dei pazienti. L'Agenzia europea per i medicinali ha un ruolo anche nel sostegno alla ricerca e all'innovazione nel settore farmaceutico e promuove l'innovazione e lo sviluppo di nuovi medicinali da parte di micro, piccole e medie imprese;
    i comitati scientifici dell'Agenzia europea per i medicinali formulano raccomandazioni indipendenti sui medicinali per uso umano e veterinario sulla base di una valutazione scientifica globale dei dati. Le valutazioni effettuate dall'Agenzia sulle domande di autorizzazione all'immissione in commercio presentate attraverso la procedura centralizzata sono alla base dell'autorizzazione dei medicinali in Europa;
    a seguito del referendum del 23 giugno 2016, il Regno Unito ha avviato i negoziati per l'uscita dall'Unione europea e, in tale contesto, anche l'Agenzia europea per i medicinali dovrà trasferire la propria sede in un'altra delle 27 nazioni dell'Unione europea;
    l'Italia rappresenta uno dei più importanti produttori farmaceutici in Europa e la Lombardia, in particolare, è la prima regione italiana nel settore farmaceutico con 28.000 addetti, più altri 18.000 che lavorano nell'indotto, ed investe ogni anno 7 miliardi di euro in ricerca e innovazione;
    il comparto farmaceutico è riuscito a superare indenne gli ultimi anni di crisi economica e finanziaria. Ci sono state profonde ristrutturazioni, fusioni e acquisizioni, ma, nel complesso, in Italia il settore farmaceutico ha retto e continua ad essere uno dei settori trainanti l'economia del Paese. Solo nel 2016 ha totalizzato un fatturato complessivo di circa 30 miliardi di euro;
    nel campo biomedicale la Lombardia, con oltre 800 imprese, 30.000 dipendenti e il 49 per cento del fatturato nazionale, è la prima regione nel settore dei dispositivi medici. La provincia di Milano, in particolare, è l'area a maggiore concentrazione di imprese, con circa il 61 per cento delle imprese lombarde e quasi l'80 per cento del fatturato prodotto nella regione;
    il capoluogo lombardo è la sede ideale per un'immediata operatività dell'Agenzia europea per i medicinali, trattandosi di una metropoli facilmente raggiungibile, con infrastrutture logistiche, alberghiere e sanitarie di assoluto livello, oltre a un ottimo sistema scolastico e universitario. La candidatura di Milano possiede, quindi, tutti i requisiti per perseguire gli obiettivi dell'Agenzia europea per i medicinali, collocandosi in un'area, quella della Grande Milano, in cui risiedono circa 3.600 multinazionali;
    secondo l'ufficio studi di Assolombarda, dalle università milanesi, dai centri studi di Milano e dalle sue imprese nel 2015 sono stati pubblicati 11.600 articoli scientifici, di cui 6.200 nel campo della scienza della vita. Il 15 per cento della popolazione opera nelle università. La metà dei farmaci sperimentali per terapie avanzate al vaglio dell'Agenzia europea per i medicinali è stata concepita nel capoluogo lombardo;
    l'arrivo dell'Agenzia europea per i medicinali a Milano potrebbe quindi rafforzare questo ruolo di polo delle biotecnologie al servizio della salute a livello europeo, anche in considerazione della presenza del Joint research centre dell'Ispra vicino a Varese e dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare a Parma;
    la proposta di candidatura di Milano ad ospitare la nuova sede dell'Agenzia europea per i medicinali è stata sostenuta fin dalle prime fasi dal Ministro della salute, che ha assicurato un fattivo impegno del Governo in tal senso;
    anche le autorità locali hanno prontamente appoggiato l'iniziativa, dando vita ad una proficua collaborazione istituzionale: il 12 luglio 2106 il consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione concernente il sostegno alla proposta di trasferimento dell'Agenzia europea per i medicinali a Milano, dando mandato alla giunta regionale di compiere ogni azione utile presso il Governo per avviare le iniziative istituzionali necessarie; il 13 settembre 2016 il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore hanno firmato il cosiddetto «patto per Milano», in cui si delineano gli obbiettivi strategici futuri per lo sviluppo della città;
    nel quadro di leale collaborazione fra le istituzioni va menzionata la disponibilità della regione Lombardia di mettere a disposizione Palazzo Pirelli, la storica sede del governo regionale, quale sede dell'Agenzia europea per i medicinali;
    il 31 agosto 2017 il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, al termine di un incontro con il direttore esecutivo dell'Agenzia europea per i medicinali, Guido Rasi, ha evidenziato la necessità che «la selezione della nuova sede dell'Agenzia europea per i medicinali avvenga sulla base di criteri oggettivi, elaborati a livello europeo con l'obiettivo di rendere il più economico ed efficace possibile il suo funzionamento nell'interesse dei cittadini». Tali criteri sono: garanzia che l'Agenzia sia pienamente operativa nel momento in cui dovrà lasciare Londra e il Regno Unito; facilità di accesso alla nuova sede; esistenza di scuole per circa 600 studenti figli del personale; accesso al mercato del lavoro e assistenza sanitaria per le 900 famiglie del personale; continuità operativa e distribuzione geografica tra le diverse agenzie europee. Tutti criteri che l'Italia e Milano in particolare possiedono;
   il 25 settembre 2017 una delegazione interistituzionale composta da esponenti del Governo, della regione e del comune ha promosso ufficialmente a Bruxelles la candidatura di Milano ad ospitare l'Agenzia, illustrando un progetto che evidenzia l'assoluta credibilità della proposta italiana,

impegna il Governo:

1) a proseguire nell'azione di sostegno della candidatura di Milano a sede dell'Agenzia europea per i medicinali in tutte le sedi preposte, ponendo in essere ogni iniziativa necessaria volte a illustrare ai partner europei l'assoluta credibilità del progetto, che rappresenta una grande opportunità per il Paese, sia dal punto di vista culturale, sia da quello economico, nonché uno stimolo per valorizzare il patrimonio scientifico italiano.
(1-01718)
«Gelmini, Squeri, Centemero, Gregorio Fontana, Garnero Santanchè, Palmieri, Ravetto, Romele, Occhiuto».
(3 ottobre 2017)

   La Camera,
   premesso che:
    l'Agenzia europea per i medicinali, istituita nel 1995, protegge e promuove la salute dei cittadini e degli animali, valutando e monitorando i medicinali all'interno dell'Unione europea e dello spazio economico europeo;
    l'Agenzia europea per i medicinali, nell'ambito dei compiti di autorizzazione e monitoraggio dei medicinali nell'Unione europea, provvede all'esame delle richieste di autorizzazione all'immissione in commercio unica, che viene poi rilasciata dalla Commissione europea e consente l'immissione in commercio sia nell'ambito dell'Unione europea e sia nello spazio economico europeo;
    l'Agenzia europea per i medicinali ha il compito di facilitare lo sviluppo e l'accesso ai medicinali, di valutare le domande di autorizzazione all'immissione in commercio poi rilasciate dalla Commissione europea, di monitorare la sicurezza dei medicinali, fornendo informazioni e interagendo con gli operatori sanitari, con i pazienti e con il mondo accademico, di agevolare e incentivare la ricerca e lo sviluppo dei medicinali innovativi realmente necessari a migliorare le condizioni di salute dei pazienti, con una particolare attenzione per quei medicinali destinati ai bambini e per le malattie rare;
    l'Agenzia europea per i medicinali fa parte della rete europea di regolamentazione dei medicinali quale luogo di collaborazione attiva con le autorità nazionali di regolamentazione dei singoli Stati membri (ad esempio, l'Agenzia italiana del farmaco per l'Italia) e con la direzione generale della salute della Commissione europea;
    il consiglio di amministrazione dell'Agenzia europea per i medicinali è composto da oltre trenta componenti che agiscono per l'interesse pubblico, senza rappresentare alcun Governo, organizzazione o settore e per svolgere i suoi compiti l'Agenzia europea per i medicinali si avvale di sette comitati scientifici e vari gruppi di lavoro, cui partecipano migliaia di esperti di tutta Europa e che forniscono raccomandazioni e/o indicazioni indipendenti sui medicinali, sulla base di una valutazione dei dati scientifica, completa e imparziale; l'Agenzia europea per i medicinali deve operare, quindi, in modo indipendente e trasparente nel massimo rispetto dei più rigorosi scientifici;
    l'imparzialità, la trasparenza e l'indipendenza dell'Agenzia europea per i medicinali sono elementi essenziali posti a tutela, in primis, dei pazienti ed anche a tutela degli operatori sanitari, delle aziende farmaceutiche presenti sul mercato, dei ricercatori e sviluppatori dei farmaci e delle istituzioni del settore sanitario;
    l'Agenzia europea per i medicinali, ogni anno, approva un programma di lavoro e, in riferimento all'anno 2016, nel documento pubblicato sul sito istituzionale, si evince quanto fondamentale sia la collaborazione con le autorità nazionali competenti, tenuto conto della rilevante influenza determinata «dagli sviluppi nell'industria farmaceutica e da fattori quali la globalizzazione, la crescente complessità dello sviluppo dei medicinali, le esigenze delle parti interessate in materia di trasparenza e le modifiche legislative chiave che insieme incidono sul lavoro dell'Agenzia»; nel documento si evince altresì quanto sia importante e centrale l'attuazione del regolamento (UE) n. 536/2014 sulla sperimentazione clinica, poiché richiede che l'Agenzia, in collaborazione con la Commissione europea e con gli Stati membri, sviluppi i sistemi necessari e armonizzati per la sua omogenea attuazione; l'Agenzia europea per i medicinali, dunque, dovrà impegnarsi a garantire che il quadro giuridico esistente venga utilizzato nel modo più efficiente possibile e a svolgere i necessari preparativi per l'entrata in vigore della normativa revisionata;
    nel sopra citato documento del 2016 si pone altresì in evidenza come «i pazienti, i consumatori e i professionisti in assistenza sanitaria richiedono elevati livelli di trasparenza e nuove e migliori informazioni per sostenere il processo decisionale. La società vuole vedere i risultati degli studi clinici, della farmacovigilanza e di altre fasi del ciclo di vita del farmaco. Tutti gli aspetti dell'attività dell'Agenzia, dalla valutazione iniziale fino al monitoraggio post-autorizzazione, saranno soggetti a un controllo più scrupoloso da parte delle parti interessate e della comunità nel suo complesso. Quindi, la trasparenza è una delle priorità principali dell'Agenzia. L'attuazione della politica sulla pubblicazione e sull'accesso ai dati clinici sarà un aspetto significativo delle iniziative dell'Agenzia a favore della trasparenza nel 2016»;
    il 29 marzo 2017 il Regno Unito ha notificato al Consiglio europeo la sua intenzione di ritirarsi dall'Unione europea, processo noto con la denominazione «Brexit», e pertanto l'Agenzia europea per i medicinali ha predisposto tutte le procedure atte a garantire la continuazione della sua missione e proteggere la salute pubblica e animale dopo che il Regno Unito lascerà l'Unione europea successivamente al 30 marzo 2019, la data attualmente prevista in conformità ai termini previsti all'articolo 50 del Trattato sull'Unione europea;
    l'Agenzia europea per i medicinali, pertanto, in conseguenza del ritiro del Regno Unito dall'Unione europea dovrà spostarsi in una nuova sede e il 20 novembre 2017 il Consiglio europeo voterà la futura sede dell'Agenzia europea per i medicinali; in vista di tale scadenza gli Stati membri hanno presentato le proprie candidature entro il 31 luglio 2017, offerte che il Consiglio ha pubblicato il 1o agosto 2017. Sono 19 i Paesi europei che hanno proposto la candidatura; la Commissione europea esaminerà le candidature in base a criteri prefissati e presenterà la propria valutazione al Consiglio entro il 30 settembre 2017; in vista di tali scadenze l'Agenzia europea per i medicinali ha anche predisposto un'indagine ed un piano di continuità aziendale affinché non siano disperse le professionalità dell'Agenzia medesima; l'Italia ha presentato dunque la propria candidatura;
    il Ministro della salute, come si evince da numerose agenzia di stampa del novembre 2017, ha diffusamente annunciato che già nella legge di bilancio per il 2017 sono state stanziate risorse pari a 56 milioni di euro, risorse che sono state messe a disposizione per realizzare la futura struttura dell'Agenzia europea per i medicinali;
    sarebbe auspicabile che l'Italia si presenti a questo importante appuntamento con un prestigioso «biglietto da visita», consistente in un pieno adeguamento alla nuova disciplina introdotta dal sopra citato regolamento (UE) n. 536/2014 sulla sperimentazione clinica e in un'efficace implementazione della trasparenza nel settore della governance farmaceutica, impegnandosi, ad esempio, a novellare la normativa esistente, in conformità con il regolamento citato che suggerisce di non considerare informazioni commerciali di carattere riservato i dati delle sperimentazioni cliniche dopo l'autorizzazione all'immissione in commercio;
    sarebbe altresì auspicabile che l'Italia si presenti ad ospitare la sede dell'Agenzia europea per i medicinali con l'impegno di riordinare la governance dell'Agenzia italiana del farmaco, assicurando, ad esempio, che la scelta dei suoi amministratori non sia affidata al Ministro della salute in carica, ma sia imparziale, indipendente e trasparente, specularmente proprio a quanto avviene nell'Agenzia europea per i medicinali, i cui amministratori e professionisti, come innanzi detto, devono garantire la massima trasparenza e indipendenza,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per assicurare la piena trasparenza di tutte le risorse impiegate e l'indipendenza scientifica per l'interesse generale, evitando qualsiasi conflitto di interesse con le numerose aziende che operano nel settore;
2) ad assumere iniziative affinché le amministrazioni competenti utilizzino strutture immobiliari pubbliche senza che ciò comporti, in ogni caso, ulteriori costruzioni di nuovi immobili, utilizzando i risparmi derivanti dalla razionalizzazione dell'utilizzo degli immobili a favore delle piccole e medie imprese locali e di interventi a sostegno della disabilità;
3) ad attivarsi, anche attraverso iniziative normative urgenti, affinché l'Italia, candidata ad ospitare la prestigiosa sede dell'Agenzia europea per i medicinali, anche in adeguamento al quadro normativo europeo, sia uno Stato membro esemplare, quanto a trasparenza, imparzialità ed indipendenza, in materia di sperimentazione clinica e di governance farmaceutica;
4) a rendere pubblico, fin d'ora, l'impiego delle risorse già destinate ed eventualmente impiegate nonché quelle di futura destinazione, correlate alla candidatura dell'Italia ad ospitare l'Agenzia europea per i medicinali, dando evidenza degli affidamenti avvenuti e dei soggetti beneficiari.
(1-01719)
«Grillo, Tripiedi, Toninelli, Pesco, Alberti, Zolezzi, Caso, Cominardi, Carinelli, Sorial, De Rosa, Manlio Di Stefano, Basilio, Petraroli, Nesci, Silvia Giordano, Mantero, Lorefice, Colonnese, Baroni, Dall'Osso».
(3 ottobre 2017)

   La Camera,
   premesso che:
    a seguito dell'esito del referendum nel Regno Unito del giugno 2016, che ha sancito l'uscita dall'Unione europea, alcune sedi di Agenzie europee collocate attualmente nel Regno Unito dovranno essere ricollocate in altri Paesi;
    l'Agenzia europea del farmaco (EMA), che attualmente ha sede ed opera a Londra, è una delle Agenzie la cui sede dovrà essere ricollocata in uno dei Paesi dell'Unione europea; essa è un organo decentrato dell'Unione europea, come detto, con sede a Londra, che conta oltre 900 dipendenti;
    l'Agenzia europea del farmaco (EMA) è stata costituita negli anni ’90 allo scopo di uniformare i criteri attraverso i quali procedere nell'approvazione dei nuovi farmaci. Il bilancio dell'EMA dipende dai contributi dell'industria farmaceutica per oltre l'80 per cento e ciò, data la rilevanza delle sue attività, in relazione alla immissione in commercio dei farmaci, dovrebbe portare l'Unione europea a decidere il suo finanziamento esclusivamente attraverso fondi pubblici allo scopo di garantire la sua indipendenza;
    il 25 settembre 2017, una delegazione italiana composta dal Ministro della salute Beatrice Lorenzin, dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi, dall'incaricato speciale del Governo per la candidatura italiana Enzo Moavero Milanesi, dal presidente di regione Lombardia Roberto Maroni e dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala ha presentato formalmente a Bruxelles la candidatura di Milano ad ospitare l'Agenzia europea del farmaco;
    i criteri oggettivi fissati dall'Unione europea per individuare la nuova sede dell'EMA sono tra gli altri: la continuità operativa, i collegamenti, le scuole, l'accesso al lavoro, la sanità per le famiglie, e la distribuzione geografica delle agenzie. Sulla base di questi criteri si procederà alla individuazione della nuova sede dell'Ema, da parte dei 27 Ministri dell'Unione europea nella riunione nel mese di novembre 2017 del Consiglio affari generali;
    il 30 settembre 2017 la Commissione europea ha reso pubbliche le valutazioni relative alle città che si sono proposte come possibili nuove sedi dell'Ema;
    dalle valutazioni della Commissione, europea si evince come la proposta di Milano come nuova sede dell'EMA risponda adeguatamente a tutti i requisiti richiesti e tra questi: una sede, il palazzo Pirelli, di 50.260 metri quadrati, immediatamente utilizzabile; i collegamenti aerei diretti per tutte le capitali europee; la disponibilità di collegamenti con il trasporto pubblico tra l'ubicazione della sede prescelta e l'aeroporto, con una durata che varia da 20 a 50 minuti; la disponibilità di scuole internazionali e di una scuola europea, con insegnamento in olandese, francese, inglese e italiano; l'accesso alla sicurezza sociale e alle cure mediche per coniugi e figli dei dipendenti dell'Ema, con oltre 200 ospedali pubblici e privati in Lombardia, con 37 mila posti letto; la garanzia di un piano per la rilocalizzazione di tutti i dipendenti dell'Ema entro la fine di gennaio 2019;
    la stessa Commissione europea segnala, inoltre, che l'Italia ospita l’European Food Safety Authority (Efsa) con sede a Parma e questa, attraverso un efficace coordinamento con l'EMA, potrebbe costituire un importante polo scientifico per la ricerca e la protezione della salute dei consumatori europei,

impegna il Governo:

1) ad assumere tutte le iniziative necessarie per il sostegno alla candidatura della città di Milano come nuova sede dell'Ema;

2) ad assumere in sede di Unione europea adeguate iniziative per sostenere la proposta che le attività dell'Ema relative alla immissione in commercio dei nuovi farmaci siano finanziate esclusivamente da fondi pubblici al fine di garantire la tutela della salute dei cittadini e l'indipendenza dell'Ema.
(1-01720)
«Daniele Farina, Brignone, Marcon, Fratoianni, Civati, Fassina, Gregori, Giancarlo Giordano, Paglia, Palazzotto, Pellegrino, Andrea Maestri, Pastorino».
(3 ottobre 2017)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   PIZZOLANTE. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
   l'Anpal servizi s.p.a. (società partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze e vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali) ha bandito a giugno 2017 un concorso per il conferimento di incarichi di collaborazione (oltre 600);
   la selezione, effettuata tramite una fase di screening curricula ed un colloquio, si basa su un regolamento interno che attribuisce un potere ampiamente discrezionale alle commissioni;
   le graduatorie ad oggi pubblicate rendono evidente che molti collaboratori, nonostante abbiano svolto l'attività per anni presso la stessa azienda nello stesso ruolo ed ambito di concorso, risultano esclusi dalla selezione per posizioni che stavano occupando al momento del concorso, mentre altri, pur classificati come idonei ma non vincitori, si vedono superati in graduatoria da risorse con titoli ed esperienze inferiori e/o di diverso ambito d'intervento dell'azienda;
   tale situazione ha comportato numerosissime segnalazioni di tali anomalie con istanze di accesso agli atti e si sarebbero verificate alcune difformità nelle selezioni già a partire dal controllo dei curricula dei partecipanti al concorso. Infatti, le singole commissioni avrebbero adottato valutazioni opinabili ed altamente discrezionali;
   sarebbero state date valutazioni altamente discrezionali sulle esperienze e competenze professionali, esplicitamente richieste nell'avviso di selezione, per poter ricoprire quel determinato ruolo in quella determinata area specialistica;
   inoltre, sarebbero state effettuate delle valutazioni senza un riscontro effettivo delle attività lavorative del candidato che facesse emergere competenze specialistiche nell'uso dei programmi informatici o conoscenze effettive delle lingue straniere;
   la fase del colloquio, sembra ricalcare la conduzione della fase di screening curricula, con punteggi discrezionali assegnati alla parte quesiti tecnici e valutazione motivazionale;
   risulta, pertanto, necessario pervenire ad una regolamentazione dei concorsi da parte dell'Anpal servizi s.p.a. più trasparente, equa e che possa consentire di selezionare il personale per merito e non sulla base di opinabili valutazioni –:
   quali iniziative il Governo intenda adottare per rivedere le procedure di selezione del personale di Anpal servizi s.p.a. (pertanto, anche gli esiti delle selezioni già effettuate che, a parere dell'interrogante, appaiono non eque e non corrette) al fine di prevedere meccanismi di selezione rispondenti ai principi di trasparenza, imparzialità ed effettiva conoscenza e competenza del personale assunto, dal momento che la valutazione dei candidati, effettuata nelle modalità sopra indicate, ha consentito di fatto una valutazione troppo discrezionale delle commissioni, non idonea ed adatta per una struttura di derivazione ministeriale. (3-03282)
(3 ottobre 2017)

   RAMPELLI, CIRIELLI, LA RUSSA, GIORGIA MELONI, MURGIA, NASTRI, PETRENGA, RIZZETTO, TAGLIALATELA e TOTARO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
   la società Sda express courier è un'azienda del gruppo Poste italiane per la quale opera nel settore della distribuzione e consegna pacchi;
   negli ultimi anni, in particolare a partire dal 2009, la Sda express courier ha conseguito risultati negativi nei propri bilanci d'esercizio;
   nonostante le dichiarazioni con cui l'azienda si impegnava a ricercare tutte le soluzioni di riduzione dei costi che non comportassero impatti negativi sui livelli occupazionali, in un incontro tenuto tra la stessa e le organizzazioni sindacali 27 settembre 2017, la Sda ha affermato che il perdurare dell'attuale situazione di crisi potrebbe portare l'azienda ad aprire la procedura di licenziamento ex lege n. 223 del 1991;
   l'attuale grave situazione di crisi è dipesa dalla paralisi delle attività dell'azienda imposto dalle organizzazioni sindacali attraverso il blocco dei quattro hub di Roma, Milano, Bologna e Piacenza, impedendo ai lavoratori sia di entrare a prendere le commesse sia di uscire per svolgere il proprio lavoro di distribuzione;
   il blocco delle attività imposto dai sindacati, rispetto al quale, inspiegabilmente le forze di polizia non sono intervenute nonostante scene di vera e propria guerriglia urbana, ha messo in ginocchio l'azienda, determinando il crollo delle commesse e, quindi, del fatturato, a causa della perdita di credibilità di oltre il 70 per cento nei confronti dei committenti;
   la Sda express courier occupa novemila lavoratori e gli esiti di una procedura di licenziamento sarebbero disastrosi per migliaia di famiglie –:
   in che modo intenda intervenire per tutelare i livelli occupazionali dell'azienda. (3-03283)
(3 ottobre 2017)

   ANDREA MAESTRI, MARCON, FRATOIANNI e CIVATI. – Al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:
   la stampa (Il Manifesto e Il Fatto quotidiano) ha definito «farlocco» il concorso interno, per titoli ed esami a 1.400 posti per l'accesso al corso di formazione per la nomina alla qualifica di vice ispettore del ruolo degli ispettori della Polizia di Stato, che si è svolto a partire dal 2015;
   sono stati pubblicati doviziosi dettagli, che sarebbero risultati esilaranti in altro contesto, che evidenziano vizi ed anomalie della correzione degli elaborati della prova scritta, puntualmente denunciati dai partecipanti al concorso, dai sindacati e dallo stesso Capo della Polizia secondo cui il concorso sarebbe un «papocchio» e agli autori di alcuni temi «andrebbe tolta la qualifica di agente»;
   i ricorsi alla magistratura nella maggior parte dei casi sono rigettati, in quanto i giudici fanno rientrare il giudizio della commissione esaminatrice nella sfera della discrezionalità tecnica (sentenza Tar Lazio, n. 549/2017);
   il Capo della Polizia ha nominato una commissione di verifica (commissione Piantedosi) con compiti ispettivi, che avrebbe rilevato anomalie e vizi nella correzione degli elaborati e suggerito la riammissione in autotutela di un sostanzioso numero di elaborati dei candidati esclusi che avevano un contenzioso (sembrerebbe oltre 350 su 550), tuttavia la commissione esaminatrice si sarebbe rifiutata di procedere in tal senso. È paradossale che la stessa commissione che ha creato i problemi, anziché essere sciolta, abbia potuto impedire di sanare le anomalie;
   in più, il dipartimento ha opposto ai candidati non ammessi il diniego di accedere agli atti dell'indagine della commissione Piantedosi, che invece dovrebbero essere resi pubblici;
   l'annullamento della prova scritta del concorso da parte del Ministero dell'interno è la sola soluzione che tuteli l'interesse pubblico, anziché agire – come è accaduto, per quanto consta agli interroganti, il 12 settembre 2017 – facendo partire i corsi con i vincitori che avrebbero dovuto essere respinti dalle prove. Non si parla infatti di aspiranti poliziotti, ma di agenti in servizio con almeno sette anni di esperienza sulle spalle, che rappresenteranno la classe dirigente della Polizia di Stato dei prossimi decenni;
   lasciare che tutto si risolva «all'italiana» rappresenta un colpo alle istituzioni, alla fiducia nella Polizia di Stato e nel senso di giustizia degli stessi appartenenti al Corpo –:
   se non intenda annullare la prova scritta o gli esiti del concorso per l'accesso al corso di formazione per la nomina alla qualifica di vice ispettore del ruolo degli ispettori della Polizia di Stato, indetto con decreto del 24 settembre 2013. (3-03284)
(3 ottobre 2017)

   CAPELLI. – Al Ministro per lo sport. – Per sapere – premesso che:
   da marzo 2012 presidente dell'Automobil club Italia è l'ingegner Angelo Sticchi Damiani, confermato anche per il triennio 2017-2020;
   il presidente Aci è anche presidente della Federazione sportiva Aci sport;
   dal curriculum vitae pubblicato nel sito dell'Automobile Club d'Italia il presidente risulta anche essere al vertice di varie società legate direttamente ad Aci;
   per ognuna di queste cariche il citato presidente percepisce compensi rilevanti, di cui solo alcuni pubblicati, ai sensi del decreto legislativo n. 33 del 2013;
   risulta all'interrogante che il comitato esecutivo dell'Aci, al quale partecipa anche il presidente abbia adottato, senza osservazioni, le deliberazioni formulate nelle riunioni del 22 luglio, del 10 settembre e del 12 novembre 2015;
   in particolare, nella deliberazione adottata dal comitato esecutivo dell'Aci del 12 novembre 2015 è stato previsto il riconoscimento a favore di Aci Project, a titolo di rimborso dei costi sostenuti per l'espletamento dell'incarico, di un importo complessivo massimo pari a 86.300 euro, Iva inclusa; con la deliberazione del comitato esecutivo dell'Aci del 10 settembre 2015, è stato riconosciuto a favore di Aci Project, un rimborso per un importo complessivo di 45.000 euro, Iva inclusa; con la deliberazione del comitato esecutivo dell'Aci del 22 luglio 2015, è stato riconosciuto a favore di Aci Informatica, un rimborso per un importo massimo di 340.000 euro, oltre Iva;
   l'Autorità nazionale anticorruzione, con la Delibera 756/2017 ha affermato che «L'astensione di cui all'articolo 6-bis della legge n. 241/1990 (...) è riferita a casi episodici, non a casi strutturali e continui, come sembrerebbero dimostrare le citate delibere dell'Aci. Si potrebbe quindi ipotizzare il sussistere di un possibile conflitto di interessi nell'esercizio dei poteri di controllo da parte dell'ente controllante nei confronti dell'ente controllato che la sola astensione non potrebbe bastare a sanare, qualora il conflitto fosse generalizzato e permanente»;
   è necessario ricordare inoltre che l'ingegner Sticchi Damiani, subito dopo la formalizzazione della sua nomina a presidente Aci nel 2012, è stato condannato in via definitiva dalla Corte dei conti per danno erariale nei confronti dello stesso ente che presiede –:
   quali iniziative di propria competenza intenda intraprendere il Ministro interrogato per contribuire ad affrontare una situazione che appare quantomeno imbarazzante, anche in relazione al ruolo che il presidente Aci ricopre a livello di federazioni sportive non solo nazionali. (3-03285)
(3 ottobre 2017)

   FABRIZIO DI STEFANO, OCCHIUTO, LAFFRANCO, ALBERTO GIORGETTI e RUSSO. – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. – Per sapere – premesso che:
   gli incendi verificatisi sul territorio nel 2017 hanno determinato una vera e propria «emergenza nazionale». In tutta Italia, la superficie complessiva bruciata, dall'inizio del 2017 fino ad agosto, ha superato quota 101.000 ettari, più che raddoppiando quanto andato in fumo nel 2016;
   rispetto ai numeri e agli ingenti danni riportati dalle aree di valore naturalistico e dall'intero territorio, assume particolare rilievo la soppressione del Corpo forestale dello Stato, un tempo dipendente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, prevista dalla «riforma Madia» (legge n. 124 del 2015) e resa operativa dal decreto legislativo n. 177 del 2016. La riforma ha disposto, infatti, lo scioglimento del corpo forestale e l'assorbimento della maggior parte delle sue funzioni e personale nell'Arma dei carabinieri;
   sopprimendo il Corpo forestale dello Stato si è notevolmente indebolita quell'opera di presidio sul territorio e di prevenzione che era propria del Corpo; la specifica formazione culturale e le competenze professionali del personale dipendente, decisive e altamente specializzate anche per la prevenzione e la repressione dei reati ambientali e agroalimentari, e la tutela delle aree protette, facevano del Corpo forestale dello Stato un prezioso e fondamentale strumento operativo a servizio del Paese: l'accorpamento nell'Arma dei carabinieri rischia, quindi, non solo di scardinare il sistema capillare di presidio e di intervento tempestivo operato dal Corpo forestale dello Stato, ma anche di disperdere le preziose professionalità e le competenze acquisite nel corso degli anni dallo stesso personale del Corpo;
   da ultimo, il Tar Abruzzo-sezione Pescara, mediante ordinanza, ha sollevato la questione di costituzionalità dell'articolo 8, lettera a), della legge n. 124 del 2015, per contrasto con gli articoli 3, 9, 32, 76, 77, primo comma, e 81 Costituzione, e dello stesso decreto legislativo n. 177 del 2016, nella parte in cui hanno disposto lo scioglimento del Corpo forestale dello Stato e l'assorbimento del suo personale nell'Arma dei carabinieri e nelle altre forze di polizia ad ordinamento militare, per contrasto con gli articoli 2, 3, 4, 76 e 77, primo comma, Costituzione –:
   se e quali iniziative di competenza intenda adottare, anche alla luce dei rilievi sollevati dal Tar Abruzzo, per recuperare l'esperienza del Corpo forestale dello Stato, ovvero costituire un'unica forza di polizia ambientale su tutto il territorio nazionale, composta da coloro che già appartenevano al Corpo forestale dello Stato e dai corpi forestali delle regioni e quelli delle province autonome, così da porre in essere un sistema coordinato di gestione e lotta al fuoco, che implementi controlli e misure di prevenzione, radicato sul territorio. (3-03286)
(3 ottobre 2017)

   FEDRIGA, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, BUSIN, CAPARINI, CASTIELLO, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, MOLTENI, PAGANO, PICCHI, GIANLUCA PINI, RONDINI, SALTAMARTINI e SIMONETTI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:
   le autorità elettive della Comunità autonoma catalana hanno promosso lo svolgimento di un referendum popolare di autodeterminazione, che si è svolto il 1o ottobre 2017 malgrado il tentativo del Governo centrale spagnolo di impedirne la celebrazione;
   contro il libero svolgimento della consultazione referendaria, le autorità nazionali spagnole hanno messo in campo ogni genere di iniziativa, incluso il ricorso alla forza;
   sulla base di una pronuncia del Tribunale costituzionale spagnolo, che aveva dichiarato illegittima la consultazione referendaria catalana, è stato tra l'altro impartito a tutte le forze di polizia nazionali e catalane, dalla Guardia Civil ai Mossos d'Esquadra, l'ordine di impedirne lo svolgimento, in primo luogo attraverso la ricerca sistematica ed il sequestro delle schede preparate per la consultazione e del relativo materiale propagandistico, poi con la chiusura e lo smantellamento dei seggi, che sono stati documentati da un gran numero di televisioni;
   a fronte di una forma pacifica di resistenza passiva, la Guardia Civil non ha esitato ad utilizzare le maniere forti, impiegando contro gli elettori catalani, anziani e donne con bambini inclusi, manganelli e proiettili di gomma, che hanno determinato indirettamente la morte di una persona ed il ferimento di altre 844, mentre i Mossos d'Esquadra si astenevano da qualsiasi azione di tipo repressivo;
   malgrado l'imponente schieramento di forze, si sarebbe recato alle urne il 40 per cento degli aventi diritto, corrispondenti ad oltre due milioni di persone, espressesi in larghissima misura in favore dell'indipendenza catalana;
   sulla base di una «legge di rottura» recentemente approvata, il Governo catalano sembra intenzionato a convocare il Parlamento locale per discutere ed eventualmente deliberare la dichiarazione d'indipendenza della Repubblica di Catalogna –:
   quali iniziative politico-diplomatiche il Governo intenda assumere a tutela del pacifico esercizio di autodeterminazione in atto in Catalogna, anche allo scopo di scoraggiare ulteriori azioni repressive da parte del Governo spagnolo qualora il Parlamento catalano deliberi di proclamare l'indipendenza. (3-03287)
(3 ottobre 2017)

   PIRAS, LAFORGIA, CIMBRO, SPERANZA, SCOTTO, ROBERTA AGOSTINI, ALBINI, BERSANI, FRANCO BORDO, BOSSA, CAPODICASA, D'ATTORRE, DURANTI, EPIFANI, FAVA, FERRARA, FOLINO, FONTANELLI, FORMISANO, FOSSATI, CARLO GALLI, KRONBICHLER, LEVA, MARTELLI, MELILLA, MURER, NICCHI, GIORGIO PICCOLO, QUARANTA, RAGOSTA, RICCIATTI, SANNICANDRO, SIMONI, STUMPO, ZACCAGNINI, ZAPPULLA, ZARATTI, ZOGGIA e LACQUANITI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:
   il 1o ottobre 2017 si è tenuto nella regione della Catalogna, in Spagna, un controverso referendum sull'indipendenza della Catalogna promosso dalla Generalitat de Catalunya, indetto da una legge del Parlamento catalano, con una procedura d'urgenza il 6 settembre 2017;
   secondo la legge catalana il voto avrebbe avuto natura vincolante, ma è invece stato fortemente contrastato dal Governo spagnolo, il quale ha sempre ritenuto che la Costituzione della Spagna non consentirebbe in modo assoluto di votare sull'indipendenza di alcuna regione spagnola e ha ritenuto di conseguenza la consultazione illegale;
   il giorno successivo all'approvazione della legge, il Tribunale costituzionale sospendeva il referendum e le norme correlate accogliendo così il ricorso d'urgenza presentato dal governo spagnolo;
   nei giorni a seguire fino alla consultazione del 1o ottobre 2017 si è assistito a un continuo braccio di ferro tra il Governo centrale, il quale ha mobilitato ingenti forze di polizia per impedire un voto considerato illegale, con operazioni di polizia, sequestri, perquisizioni ed arresti, e il Governo regionale catalano che ha impiegato ogni mezzo per consentire la consultazione;
   alla fine la consultazione, seppur tra molte difficoltà, si è tenuta e ci sono stati molti momenti di grave tensione tra le forze dell'ordine e i cittadini, con oltre 800 persone ferite, tra cui un paio di feriti gravi. Tensioni che sono state in larga parte provocate dalla reazione violenta delle forze di polizia, che ad opinione degli interroganti non è sembrata proporzionata e necessaria;
   alla chiusura delle urne, secondo la Generalitat, avrebbero votato in 2.262.000 (su circa 5.300.000 aventi diritto) e i SÌ sarebbero stati 2.020.000 pari al 90 per cento;
   durante le celebrazioni del risultato, i gruppi indipendentisti catalani e i sindacati hanno indetto uno sciopero generale per martedì 3 ottobre 2017 «contro la repressione dello Stato spagnolo»;
   a seguito del risultato, il Governatore della Catalogna, Carles Puigdemont, potrebbe dichiarare unilateralmente l'indipendenza della Catalogna, di contro ha affermato il Ministro della giustizia spagnolo Rafael Catalá: «Useremo tutti i mezzi legali a nostra disposizione per ripristinare l'ordine in Catalogna» –:
   quali iniziative intenda intraprendere il Governo, anche in accordo con gli altri Stati europei, per far riprendere il dialogo politico tra le parti, affinché si arrivi ad una soluzione condivisa nel pieno rispetto delle libertà democratiche, in ottemperanza alla Costituzione, ma che tenga conto della volontà popolare e per evitare qualsiasi ulteriore escalation di violenza. (3-03288)
(3 ottobre 2017)

   LOCATELLI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:
   dopo giorni di incertezza sul suo destino l'avvocato egiziano Ibrahim Metwally, attivista del Movimento famiglie scomparse in Egitto, consulente della famiglia Regeni, è riapparso il 13 settembre 2017 in stato di fermo negli uffici di una procura vicino al Cairo. Ancora è detenuto nella sezione di massima sicurezza Al-Aqrab del carcere di Tora;
   gli sono state mosse accuse gravissime che Amnesty international definisce «assurde»: sovversione, collaborazione con entità straniere per rovesciare l'ordine in Egitto, direzione di una organizzazione illegale, nonché diffusione di notizie false;
   Metwally è stato fermato il 10 settembre 2017 mentre si recava a Ginevra, invitato a partecipare ad una sessione di lavoro dell'Onu per presentare il rapporto elaborato assieme a Ecrf (Egyptian commission for rights and freedoms) sulle sparizioni forzate in Egitto: ne avevano censite 378 nell'ultimo anno;
   avrebbe parlato anche dell'assassinio di Regeni, vicenda sulla quale tutt'ora non è stata fatta luce. Non è infondata la preoccupazione su presunte ritorsioni da parte egiziana;
   recentemente il Presidente del Consiglio dei ministri, audito dal Copasir sul caso Regeni, ha spiegato le ragioni per le quali il Governo ha rimandato in Egitto l'ambasciatore Cantini, ribadendo che la ragion di Stato non può prevalere sulla ricerca della verità;
   è plausibile che, anche a causa delle tensioni con l'Egitto sul caso Regeni, si siano verificati anche in Italia episodi a dir poco inquietanti;
   quello di maggior preoccupazione si è verificato in occasione di una riunione organizzata a Roma il 20-21 maggio da Euromed rights, autorevole rete euro mediterranea che riunisce 70 organizzazioni di società europee del Maghreb e del Mashrek, impegnata a rafforzare il ruolo della società civile nell'area euro-mediterranea;
   a Fiumicino, uno dei partecipanti è stato avvicinato da un sedicente giornalista egiziano che ha insistito per accompagnarlo in albergo. Di fronte al fermo rifiuto, il «giornalista» è riuscito a carpire dal tassista l'indirizzo dell’hotel dove la persona era diretta, facendosi consegnare dalla reception la lista dei partecipanti;
   successivamente, articoli diffamatori sono apparsi su numerosi quotidiani egiziani, dettagliatamente documentati con foto scattate a Roma, accusando i partecipanti egiziani di aver preso parte a un incontro teso a «pianificare uno stato di caos ed instabilità in Egitto, prima delle elezioni presidenziali» –:
   di quali informazioni disponga il Governo e quali siano gli orientamenti a questi episodi e ad eventuali altri ad essi collegati, anche alla luce della ripresa dei rapporti diplomatici tra Italia ed Egitto. (3-03289)
(3 ottobre 2017)

   QUARTAPELLE PROCOPIO, GARAVINI, ZAMPA, TIDEI, MALISANI, TACCONI, LENZI, SERENI, CARROZZA, PREZIOSI, MARTELLA, CINZIA MARIA FONTANA e BINI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:
   il 14 agosto 2017 il Governo italiano decideva il reintegro della piena funzionalità dell'ambasciata d'Italia in Egitto nella persona dell'ambasciatore Giampaolo Cantini che, un mese dopo, presentava le lettere di credenziali;
   il ritorno dell'ambasciatore d'Italia in Egitto deve contribuire ad accelerare le indagini sulla scomparsa del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni, poiché come affermato dal Presidente del Consiglio dei ministri, trovare la verità sul rapimento, le torture e la tragica uccisione di Giulio «è un dovere di Stato»;
   sebbene in una nota congiunta firmata dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e dal suo omologo al Cairo Nabil Ahmed Sadek entrambe le parti abbiano assicurato che «le attività investigative e la collaborazione continueranno fino a quando non sarà raggiunta la verità in ordine a tutte le circostanze che hanno portato al sequestro, alle torture e alla morte di Giulio Regeni», il materiale fino ad ora presentato da parte egiziana alla procura di Roma è stato giudicato insufficiente e lacunoso, in particolare con riferimento alla richiesta di ottenere i dati grezzi del traffico delle celle telefoniche nelle date e nei luoghi che hanno interessato l'atroce vicenda di Giulio, in modo da poter riesaminare con le attrezzature italiane;
   nel mese di settembre 2017, il Ministro interrogato ha incontrato l'omologo egiziano Sameh Shoukry esprimendo l'esigenza di accelerare la cooperazione giudiziaria sul caso Regeni e affidando all'ambasciatore Cantini il compito di stimolare con costanza la collaborazione tra le procure dei due Paesi; a tal fine, il Governo italiano ha anche deciso che l'ambasciatore italiano in Egitto sia coadiuvato da una figura tecnica permanente;
   come ricordato dal Ministro interrogato in un recente incontro con l'omologo britannico, è fortemente auspicabile che anche i Paesi partner e alleati contribuiscano a sensibilizzare le autorità egiziane circa l'ineludibilità della verità sull'uccisione del cittadino italiano ed europeo Regeni –:
   quali siano i progressi registrati, a seguito del ritorno dell'ambasciatore d'Italia al Cairo, e i prossimi passi per il pieno raggiungimento della verità sulla morte per torture di Giulio Regeni, per l'individuazione dei responsabili da consegnare alla giustizia e per contribuire così a tutelare la memoria e la dignità del giovane connazionale. (3-03290)
(3 ottobre 2017)

   DADONE, CRIPPA e SARTI. – Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. – Per sapere – premesso che:
   il 9 settembre 2016, ai sensi dell'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, con decreto del Presidente della Repubblica, pubblica in Gazzetta Ufficiale il 29 settembre 2017, Vasco Errani veniva nominato commissario straordinario del Governo ai fini della ricostruzione nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016;
   l'incarico, di durata annuale, non è stato rinnovato a seguito dell'annuncio dello stesso commissario, nel corso del mese di agosto 2017, sull'indisponibilità a proseguire il mandato;
   la deputata Paola De Micheli ha ricoperto l'incarico di Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze fino al 25 settembre 2017 e dal 26 settembre 2017 svolge l'incarico di Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri;
   ai sensi delle medesime disposizioni di cui alla legge 23 agosto 1988, n. 400, in data 11 settembre 2017 il Consiglio dei ministri ha deliberato la nomina della stessa Paola De Micheli, per il periodo di un anno, rinnovabile, a commissario straordinario del Governo ai fini della ricostruzione nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016, ricompresi nei comuni di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229, e successive modificazioni. Ai fini dell'espletamento dell'incarico si applicano le disposizioni previste dal citato decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, dal decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 aprile 2017, n. 45, e dal decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2017, n. 123, e ogni altra disposizione di legge vigente concernente il commissario straordinario del Governo ai fini della ricostruzione nei medesimi territori;
   ad oggi non risulta agli interroganti che il richiamato decreto del Presidente della Repubblica dell'11 settembre 2017 risulti essere stato pubblicato –:
   se l'atto di nomina a commissario straordinario di Paola De Micheli risulti a tutti gli effetti vigente. (3-03291)
(3 ottobre 2017)