TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 854 di Mercoledì 20 settembre 2017

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   ALFREIDER, GEBHARD, PLANGGER, SCHULLIAN, OTTOBRE e MARGUERETTAZ. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   il 30 settembre 2017 scade la possibilità di cedere oppure assegnare i beni ai soci con agevolazioni previste ai sensi dell'articolo 1, commi da 115 a 120, della legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità per il 2016) e prorogate dall'articolo 1, comma 565, della legge n. 232 del 2016 (legge di bilancio per il 2017);
   i commi da 115 a 120 della legge di stabilità per il 2016 hanno introdotto agevolazioni fiscali temporanee per le cessioni o assegnazioni di beni immobili e di beni mobili registrati ai soci da parte delle società, incluse quelle cosiddette non operative, prevedendo che si applichi un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell'Irap e l'imposta di registro ridotta; parimenti tali agevolazioni sono previste anche per le relative trasformazioni societarie;
   la legge di bilancio per il 2017 ha poi prorogato le agevolazioni anche alle cessioni, trasformazioni e assegnazioni effettuate entro il 30 settembre 2017;
   l'assegnazione dei beni costituisce, insieme all'attribuzione di denaro, lo strumento con il quale la società effettua la distribuzione di utili o la restituzione di capitale;
   con tali norme in esame viene riproposta una misura già prevista più volte in passato, che ha sempre riscosso un grande successo nei contribuenti –:
   se ritenga possibile adottare iniziative volte ad una nuova proroga del regime agevolato per le cessioni e assegnazioni di beni ai soci, eventualmente prima della scadenza già prevista per il 30 settembre 2017. (3-03244)
(19 settembre 2017)

   CASTELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   le circolari Inps di automatico diniego alle proposte di concordato ricevute dall'Inps stessa, oltre a non portare beneficio allo Stato, diventano una perdita di soldi pubblici di circa 3 milioni di euro per la sola Civitavecchia;
   è il caso del comune di Civitavecchia, che detiene il 100 per cento del capitale sociale della Holding Civitavecchia servizi, la quale detiene il 100 per cento del capitale sociale di tre società a responsabilità limitata, Città pulita, Argo e Ippocrate, che svolgono servizi per conto dell'amministrazione;
   il comune di Civitavecchia il 31 marzo 2015 ha presentato innanzi la Corte dei conti il proprio «piano operativo di razionalizzazione» delle società partecipate, con il quale ha evidenziato l'esigenza di adottare piani di risanamento del debito pregresso mediante procedure di concordato preventivo ovvero ad accordi di ristrutturazione del debito ex articolo 182-bis della legge fallimentare ed un sistema di riorganizzazione compatibile con la legge di stabilità;
   pendente al tribunale di Civitavecchia la procedura di concordato preventivo di Holding Civitavecchia servizi, Città pulita, Ippocrate e Argo, con domanda di concordato ammessa. Tale proposta, supportata con 10 milioni di euro di «finanza esterna», garantisce la liquidità necessaria per onorare la proposta di concordato;
   non si comprende la posizione ufficiale comunicata dall'Inps, maggior creditore: in caso di omologa delle procedure di concordato, infatti, l'Inps avrebbe certezza di incassare 1.732.229,09 di euro, mentre nella ipotesi di fallimento non incasserebbe nulla e sarebbe tenuta al pagamento del trattamento di fine rapporto dovuto ai lavoratori per 1.540.241,50 di euro;
   il 12 settembre 2017, a quanto consta all'interrogante, il direttore della filiale di coordinamento Roma nord-ovest, dottor Di Bernardo, ha comunicato per conto dell'Inps che la proposta non può trovare accoglimento in quanto non rispetta i requisiti previsti dal decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali del 4 agosto del 2009, nonché delle circolari Inps nn. 38 del 2010 e 148 del 2015;
   il comune di Civitavecchia aveva già presentato al presidente dell'Inps, dottor Boeri, una relazione che illustrava i vantaggi economici che inequivocabilmente l'Inps avrebbe avuto in caso di omologa dei piani di concordato –:
   se non ritenga di dover assumere ogni iniziativa di competenza, anche di carattere normativo, per interrompere questa nociva reiterazione di quanto disposto dalle circolari citate e dare indirizzo all'Inps e ai suoi funzionari di valutare di volta in volta le ragioni di coloro che presentano piani di concordato e dei benefici sulle casse dell'ente, per evitare di incorrere in inutili sprechi di fondi pubblici. (3-03245)
(19 settembre 2017)

   FRANCO BORDO, LAFORGIA, MARTELLI, ROBERTA AGOSTINI, BOSSA, CIMBRO, CAPODICASA, DURANTI, FERRARA, FOLINO, FONTANELLI, FORMISANO, FOSSATI, CARLO GALLI, KRONBICHLER, LACQUANITI, MATARRELLI, MELILLA, MOGNATO, MURER, NICCHI, GIORGIO PICCOLO, PIRAS, RAGOSTA, RICCIATTI, ROSTAN, SANNICANDRO, SCOTTO, STUMPO, ZACCAGNINI, ZAPPULLA, ZARATTI e ZOGGIA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   il 28 ottobre ricorre l'anniversario della triste marcia su Roma durante la quale, nel 1922, 25.000 camicie nere marciarono verso la capitale, dando il via alla stagione più buia, violenta e dolorosa della storia italiana, ovvero la dittatura fascista, condannata dalla storia e dalla Costituzione;
   Forza Nuova, formazione di estrema destra, il 3 settembre 2017 ha lanciato sulla pagina Facebook l'evento «28 ottobre in marcia», nel quale figura un post ove si specifica: «Bandiere, striscioni, auto, pullman, benzina (...) Compatriota, la macchina organizzativa è in moto ed ha bisogno del tuo sostegno concreto. Il 28 ottobre Roma ospiterà la grande marcia forzanovista contro un Governo illegittimo, per dire definitivamente no allo ius soli e per fermare violenze e stupri da parte degli immigrati che hanno preso d'assalto la nostra Patria»;
   nel post compare anche una richiesta di sostegno nella quale si invitano gli utenti a contribuire «alla marcia con una donazione all'indirizzo PayPal inmarcia@forzanuova.info»;
   negli ambienti del partito, capitanato da Roberto Fiore, a quanto riporta la stampa, c’è riserbo su modalità e dettagli della «marcia dei patrioti», anche se la circostanza che sia stata comunicata sui social network fa supporre che i dirigenti forzanovisti abbiano chiesto un'autorizzazione al comune e alla questura;
   la forza rievocativa del 28 ottobre è un segnale non trascurabile negli ambienti dell'estrema destra e, malgrado la legge condanni i tentativi di ricostituzione del partito fascista, vi è chi, nel nostro Paese, attribuisce connotazioni positive all'esperienza della dittatura fascista, rievocandone persino le date simboliche, modalità e parole d'ordine, facendone, altresì, propaganda;
   a seguito della campagna contro lo ius soli, che ha comportato scontri sotto il Senato della Repubblica il 15 giugno 2017, Forza Nuova continua ad alzare il tiro: si registrano, infatti, numerose iniziative sconcertanti, dal manifesto sui migranti stupratori, ispirato alla Repubblica sociale italiana, alle ronde con pugili e ultras;
   la «legge Scelba» sanziona chiunque «promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche» –:
   quali iniziative urgenti intenda promuovere il Ministro interrogato affinché la marcia fascista, convocata per il 28 ottobre 2017 a Roma da Forza Nuova, non venga consentita. (3-03246)
(19 settembre 2017)

   MARCON, CIVATI, PALAZZOTTO, ANDREA MAESTRI, AIRAUDO, BRIGNONE, COSTANTINO, DANIELE FARINA, FASSINA, FRATOIANNI, GIANCARLO GIORDANO, GREGORI, PAGLIA, PANNARALE, PASTORINO, PELLEGRINO e PLACIDO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   il 22 agosto 2017 la Reuters ha riportato che gruppi armati impedivano ai barconi di migranti di partire da Zawiya, in Libia, da dove improvvisamente sono cessati i traffici di esseri umani che per anni hanno imperversato nella zona;
   quest'area della Libia, come la vicina Sabrata, sono in mano a milizie (anche di Daesh) che controllano e gestiscono ogni tipo di contrabbando: petrolio, armi, esseri umani;
   un'indagine di Middle East eye rivela che l'improvvisa cessazione delle partenze è stata possibile grazie ad accordi economici con i gruppi armati dei trafficanti e contrabbandieri, perché il Governo di Al-Sarraj non ha il controllo dell'area e dei gruppi armati;
   anche il capo della guardia costiera libica del posto, Bija, sarebbe al soldo di alcune milizie e in patente conflitto di interessi, dovendo ora impedire alle navi delle organizzazioni non governative di entrare in acque territoriali libiche, sulla base del codice di condotta varato dall'Italia. La guardia costiera di Zawiya è la stessa sospettata di aver fatto fuoco su una nave di Medici senza frontiere, in acque internazionali, il 17 agosto 2016;
   la stampa e il direttore generale del dipartimento del Ministero dell'interno libico per la lotta alla migrazione illegale hanno riferito che l'accordo economico con le milizie armate che impediscono ai barconi di partire sia stato fatto direttamente dall'Italia, che fornirebbe ai trafficanti soldi e mezzi per fare il lavoro di contenimento richiesto dal Governo italiano;
   con questa accusa rivolta all'Italia a sei colonne, si apriva la prima pagina di Le Monde del 15 settembre 2017;
   secondo un'inchiesta dell’Associated press, due delle milizie coinvolte nel traffico di esseri umani, Al-Ammu e Brigata 48, sarebbero state «integrate» ufficialmente nelle forze di sicurezza del Governo riconosciuto, per garantire all'Italia di lavorare direttamente con forze che almeno formalmente non siano più considerate milizie o trafficanti;
   la tregua così ottenuta dipenderebbe dal continuo sostegno alle milizie. Si parla di 5 milioni di euro per il blocco delle partenze per un mese;
   se tali notizie fossero confermate il «successo» del Governo italiano nasconderebbe un segreto terribile: starebbe facendo accordi con trafficanti, assassini e torturatori, a parere degli interroganti facendo finta di ignorare che le persone ammassate in Libia dagli stessi trafficanti rimangono preda di torture, stupri e sevizie –:
   se corrisponda al vero che l'Italia stia corrispondendo fondi o beni di altra natura a milizie e trafficanti che operano sulle coste libiche e in che misura.
(3-03247)
(19 settembre 2017)

   GRIBAUDO, FIANO, BARGERO, BONOMO, BORGHI, PAOLA BRAGANTINI, D'OTTAVIO, FIORIO, FREGOLENT, GIORGIS, LAVAGNO, ROSSOMANDO, TARICCO, PIAZZONI, MARTELLA, CINZIA MARIA FONTANA e BINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   la giunta comunale di San Germano Vercellese (Vercelli) in data 9 agosto 2017 ha adottato la delibera n. 72, avente ad oggetto la «Tutela del territorio sangermanese dall'invasione/immigrazioni delle popolazioni africane e non solo. Provvedimenti», contenente prese d'atto, osservazioni e ricostruzioni dei fatti altamente lesive dell'immagine e della dignità professionale dei soggetti istituzionali e non, in essa citati;
   in particolare, si fa riferimento a frasi quali: «È intollerabile che prefetture, privati organizzazioni (religiose e non), cooperative ed enti in genere facciano business con il sistema dell'accoglienza disinteressandosi (letteralmente fregandosene) dell'amministrazione comunale»; oppure: «Una delocalizzazione avvertita come un'imposizione, che non risponde a progetti di integrazione, ma che invece, favorisce un business di affidamenti e gestioni ad associazioni nate come funghi, senza avere un briciolo di esperienza» o a presunte politiche, definite «scellerate», delle amministrazioni precedenti che avrebbero portato ad una «crisi economica ed a un disagio sociale» e ad un «forte debito per la comunità»;
   a considerazioni secondo le quali l'Italia si sarebbe «trasformata in un campo profughi/clandestini e che ad oggi non si rinvengono soluzioni politiche e normative sia a livello nazionale e sia a livello internazionale» e il Governo, tramite le prefetture o altri organi, attiverebbe direttamente accordi e convenzioni con i privati finalizzati alla gestione e ospitalità dei migranti nei tempi di attesa dell'espletamento delle necessarie procedure e verifiche, «non prevedendo il parere o l'acquiescenza dell'amministrazione comunale»;
   viene deliberata la «non accettazione della proposta di un'accoglienza diffusa sul territorio sangermanese, quale progetto presentato dalla prefettura-utg», nonché l'esclusione della «collocazione ad imperio» di profughi/clandestini, in quanto lederebbe «i principi di autonomia e rappresentatività diretta dei cittadini in seno alle istituzioni locali» –:
   se il Ministro interrogato sia stato informato di tale deliberazione del comune di San Germano Vercellese, a parere degli interroganti altamente lesiva delle politiche e dei soggetti in essa citati, e quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire il rispetto, su tutto il territorio italiano, della sicurezza e della legalità, al fine di tutelare adeguatamente i cittadini italiani, nonché i soggetti immigrati e richiedenti lo status di profugo, e al fine di evitare atti, iniziative e atteggiamenti volti a dividere le comunità residenti sul territorio italiano, favorendo le disuguaglianze e contrastando le politiche di inclusione nazionali, anche attraverso l'annullamento degli effetti della citata delibera comunale che, in alcuni passaggi, a parere degli interroganti indica la volontà del comune di sostituirsi ad altri soggetti istituzionali, competenti da norma di legge all'applicazione della normativa vigente in materia. (3-03248)
(19 settembre 2017)

   RAVETTO, BRUNETTA e GREGORIO FONTANA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   la protezione internazionale è disciplinata nell'ordinamento italiano attraverso tre istituti: il diritto d'asilo, la protezione sussidiaria e la protezione umanitaria. A differenza degli altri due, che trovano riscontro nella gran parte degli ordinamenti, il terzo costituisce nella sostanza una peculiarità italiana, che presenta diversi profili di problematicità, sia giuridici sia applicativi;
   la protezione umanitaria non nasce né da obblighi internazionali, né dalla necessità di dare adempimento a un principio costituzionale. Essa è una scelta autonoma del legislatore ordinario, introdotta dalla «legge Turco-Napolitano» del 1998 (in un contesto totalmente diverso rispetto allo scenario odierno) e prevede che la questura possa rilasciare un permesso di soggiorno per motivi umanitari tutte le volte in cui le commissioni territoriali, pur non ravvisando gli estremi per la protezione internazionale, rilevino «gravi motivi di carattere umanitario» a carico del richiedente asilo;
   sulla base delle valutazioni delle commissioni territoriali, il questore non ha alcun potere accertativo circa la sussistenza del diritto ed è tenuto obbligatoriamente al rilascio del titolo;
   è di particolare rilevanza, inoltre, il tema del rinnovo di tali permessi alla loro scadenza, con particolare riferimento alle ulteriori valutazioni di merito che andrebbero effettuate nella concessione del rinnovo;
   ci sono buone ragioni per ritenere necessaria l'abrogazione di tale tipo di protezione in Italia. Essa rappresenta il tipo di protezione che riguarda la maggior parte dei richiedenti presenti sul territorio italiano ed è fonte di un aggravamento della situazione sul fronte immigrazione. Dal 2010 al 2016 sono stati rilasciati ben 75.194 permessi di soggiorno per motivi umanitari, che hanno rappresentato in media il 25,8 per cento delle richieste presentate. Gli stessi immigrati accusati per gli ultimi, terribili episodi di violenza di Roma e Rimini erano titolari di un permesso di soggiorno per motivi umanitari –:
   se intenda fornire opportuni chiarimenti in merito ai numeri, alle modalità e alle principali motivazioni con le quali vengono rilasciati i permessi di soggiorno per motivi umanitari, nonché alle modalità di rinnovo degli stessi, e se intenda adottare specifiche iniziative, anche normative, volte a limitare il riconoscimento del diritto alla protezione internazionale ai casi strettamente previsti dal diritto costituzionale italiano e dalla normativa europea e internazionale, istituendo un sistema che preveda il solo il diritto di asilo e la protezione sussidiaria. (3-03249)
(19 settembre 2017)

   TAGLIALATELA, RAMPELLI, CIRIELLI, LA RUSSA, GIORGIA MELONI, MURGIA, NASTRI, PETRENGA, RIZZETTO e TOTARO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   l'amministrazione comunale di Napoli ha deciso di trasferire nella caserma Boscariello di Miano, quartiere della periferia nord della città, circa trecento rom della comunità di Scampia - Cupa Perillo, prima alloggiati in un campo distrutto da un incendio divampato domenica 27 agosto 2017;
   la caserma avrebbe dovuto ospitare la cittadella dello sport, un progetto per trasformare l'area della caserma in un «presidio di sport e legalità», che prevede la realizzazione di quattro palestre, una ludoteca per bambini di duemila metri quadri, che comprende anche spazi all'aperto, e una bocciofila che possa fungere da punto di ritrovo per gli anziani;
   la scorsa settimana, nell'ambito di un'audizione innanzi alla Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, il Ministro per lo sport ha incredibilmente sostenuto che adibire l'area della Boscariello a campo nomadi sia compatibile con l'inizio dei lavori per la realizzazione della cittadella dello sport;
   il trasferimento dei nomadi sta suscitando le forti proteste dei cittadini residenti nella zona, che hanno raccolto oltre duemila firme contro l'iniziativa e hanno promosso manifestazioni e cortei, rivendicando, invece, la realizzazione della cittadella dello sport, fattore essenziale per la riqualificazione sociale dell'area –:
   come sia possibile conciliare la presenza di oltre trecento nomadi con l'avvio dei lavori per la realizzazione della cittadella dello sport e se non ritenga di trovare per i medesimi una destinazione diversa, permettendo la tempestiva realizzazione della tanto attesa struttura sportiva. (3-03250)
(19 settembre 2017)

   MOTTOLA e VIGNALI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   l'ultimo rapporto Aci rileva che nel 2016 gli introiti delle sanzioni per infrazioni al codice della strada sono aumentate del 45 per cento. Su 100 contravvenzioni, 84 sono emesse dalle polizie locali. Tra l'altro, l'europea Transport safety ha attestato che tra il 2010 ed il 2015 il nostro Paese ha segnato un maggior incremento di sanzioni per eccesso di velocità (più 15 per cento: circa 50 multe ogni 1.000 abitanti);
   si tratta di cifre elevatissime pagate dai cittadini ed utilizzate dai comuni, nella stragrande maggioranza dei casi, per rimpinguare i bilanci più che per garantire la sicurezza, la tutela e la salvaguardia dei conducenti di mezzi e dei pedoni;
   in realtà la maggior parte delle amministrazioni sollecita le forze di polizia locali a sanzionare i conducenti di veicoli sulla base di limiti e divieti per lo meno discutibili, proprio al fine di erogare multe elevate nei confronti dell'utenza con il reale intento di «fare cassa», ovvero di implementare le risorse nei loro bilanci;
   questo atteggiamento denota un uso distorto del potere sanzionatorio che dovrebbe invece tendere alla sicurezza dei cittadini (anche attraverso il miglioramento e la messa in sicurezza delle infrastrutture) e non costituire (attraverso quelli che appaiono agli interroganti in sostanza metodi vessatori), un ulteriore balzello usato per risanare i bilanci comunali;
   infatti, il principio che dovrebbe essere sempre tenuto presente è che le multe costituiscono una misura educativa nei confronti dei cittadini che devono rispettare le regole previste dal codice della strada, per la propria e l'altrui sicurezza;
   in questo contesto, il Governo ha già adottato misure agevolative nei confronti degli utenti, prevedendo che il cittadino sanzionato che paghi la multa entro 5 giorni dalla sua notifica possa ottenere uno sconto del 30 per cento sulla cifra da pagare –:
   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare affinché gli enti locali evitino di far sì che l'erogazione delle multe costituisca una vera e propria tassazione effettuata solo per implementare i bilanci comunali e non come strumento e misura educativa per i cittadini. (3-03251)
(19 settembre 2017)