TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 812 di Martedì 13 giugno 2017

 
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INTERROGAZIONI

A)

  CRIVELLARI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   desta notevole preoccupazione l'andamento della disponibilità idrica nel territorio veneto;
   già nei giorni scorsi, con un'ordinanza del presidente della regione del Veneto, è stato dichiarato lo stato di crisi idrica su tutto il territorio regionale, che avrà validità fino al 15 maggio 2017, con riserva di modifica dei contenuti in relazione all'andamento meteorologico;
   sul piano operativo, l'emergenza è seguita in stretto raccordo con l'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del distretto idrografico delle Alpi orientali e in collaborazione con le province autonome di Trento e Bolzano e con i gestori dei serbatoi idroelettrici. Al centro dell'attenzione è la gestione della risorsa idrica sul fiume Adige, che rappresenta attualmente il punto più critico del sistema sia come portata, sia per la risalita del cuneo salino alla foce;
   in particolare, l'intero Delta del Po è soggetto a una sofferenza idrica a seguito del fenomeno della risalita del cuneo salino, che provoca effetti deleteri in corrispondenza dell'intero territorio. Tra le cause generali vi sono le ridotte portate del Po, dovute a contenuti rilasci idrici montani, prelievi incontrollati, gestione delle acque poco accorta e cambiamenti climatici, che non permettono di garantire un coordinamento ottimale. Tutto ciò è direttamente connesso all'utilizzo delle acque da parte dell'intero bacino, che essendo il più ricco d'Italia, ospita una parte consistente di popolazione e di attività lavorativi;
   la risalita del cuneo salino comporta effetti dannosi sul territorio, che causano l'impossibilità di irrigare alcune aree del delta, con conseguenze che ricadono all'interno degli ecosistemi. La trasformazione delle acque dolci in acque salate comporta numerosi effetti in corrispondenza degli ambiti costieri, tra cui la difficoltà di prelevare acque in corrispondenza dei fiumi e quindi di irrigare il territorio, oltre che di garantire acque potabilizzabili in corrispondenza dei territori prospicienti la costa;
   come comunicato dai Consorzi di bonifica del Veneto e da Anbi, riuniti a Rovigo il 28 aprile 2017, il cuneo salino è risalito di ben 12 chilometri nell'area del Delta, oltre l'asta della strada Romea, rendendo inutilizzabile l'acqua sia per uso idropotabile che per uso irriguo –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di tale situazione e quali iniziative di competenza intenda mettere in atto per contrastare l'aggravarsi di un fenomeno che pregiudica l'economia agricola e l'equilibrio ambientale del delta del Po, nonché di fasce sempre più estese del territorio veneto. (3-03001)
(4 maggio 2017)

B)

  PARENTELA, DIENI e NESCI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   gli interroganti apprendono da notizie a mezzo stampa che «i lavori per la realizzazione dell'aviosuperficie di Scalea (CS), invece che essere definitivamente sospesi, procedono a ritmo spedito, tanto che nel 2017 ne è prevista l'ultimazione»;
   l'aeroporto di Scalea srl svolge un'attività di deposito aerei in un hangar e deposito carburanti, senza licenza per vendere al pubblico. L'opera pubblica, finanziata dalla regione Calabria per 2,1 milioni di euro a valere su fondi Por/Fesr Calabria 2007-2013 è stata costruita con il contributo privato di 3 milioni di euro, mediante lo strumento del project financing (a fronte di una concessione della durata di 25 anni);
   da quanto si legge su un articolo apparso sulla stampa locale calabrese del 16 settembre 2016, lo scalo aereo sarebbe infatti già parzialmente operativo, visto che «a luglio scorso sono atterrati diversi turisti svizzeri in transito, a dimostrazione dello stato di avanzamento dei lavori.». Sul sito di Enac si può, tuttavia, constatare che l'autorizzazione, rilasciata in data 5 giugno 2008, sarebbe, in realtà, scaduta in data 4 giugno 2011 e che le attività di trasporto pubblico ed aeroscolastica sarebbero state sospese con nota Enac 4356/AON del 16 gennaio 2014 su richiesta del gestore;
   molte sono le criticità dell'opera:
    a) l'aviosuperficie è costruita nel letto del fiume Lao, in una zona soggetta ad alluvione, e già dichiarata a «elevata pericolosità idraulica» (P3) nonché a «elevato rischio idraulico» (R4) dall'autorità di bacino della regione Calabria, tale per cui «sono possibili problemi per l'incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni relativi al patrimonio ambientale»;
    b) l'aviosuperficie ricade per buona parte all'interno del sito di interesse comunitario «Valle del fiume Lao» a motivo della varietà di habitat naturali di interesse scientifico internazionale, mentre per la restante parte non esiste alcuna «zona cuscinetto» intorno al sito di interesse comunitario, nonostante le evidenti «interferenze ecologiche» dovute alla presenza dell'avio-superficie in prossimità di habitat naturali pregiati, già definiti ad «alto grado di vulnerabilità dovuto agli insediamenti antropici vicini» nel documento «piano di tutela delle acque» della regione Calabria;
   inoltre, l'infrastruttura è prossima alla zona di protezione speciale «Pollino e Orsomarso» e alla «riserva naturale statale Valle del Fiume Lao», che ospita numerosi specie di uccelli rapaci, tra cui «l'Aquila Reale Aquila chrysaetos, il Gufo reale Bubo bubo e il Capovaccaio Nephronpercnopterus», che sono definiti come caratterizzati da popolazione a status conservazionistico sfavorevole;
    c) l'aviosuperficie è costruita secondo gli interroganti in contrasto con i vincoli di cui all'articolo 42 del decreto legislativo n. 42 del 2004, che prevede «aree di rispetto di 150 metri dalle sponde dei fiumi, torrenti e corsi d'acqua iscritti negli elenchi delle Acque Pubbliche, e di 300 metri dalla linea di battigia costiera del mare e dei laghi»;
    d) l'area è interessata da fenomeni di erosione costiera media, con un arretramento dalla linea di costa che nel comune di Scalea nel «tratto in corrispondenza della foce del Lao» è calcolata in circa 136 metri. –:
   come si giustifichi che – nell'ambito del PISL «Riviera dei Cedri sostenibile, accessibile e competitiva» – sia stata con sentita la costruzione dell'aviosuperficie di Scalea, ad avviso degli interroganti in contrasto con i vincoli di cui all'articolo 42 del decreto legislativo n. 42 del 2004 ed in una zona soggetta ad alluvione con seri problemi per l'incolumità delle persone;
   se il Governo non ritenga urgente avviare, per quanto di competenza, una verifica sui fatti avvenuti in questi ultimi anni in relazione allo sviluppo dell'aviosuperficie di Scalea. (3-3069)
(13 giugno 2017)
(ex 5-09555 del 21 settembre 2016)