TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 746 di Mercoledì 22 febbraio 2017

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   MARCON, FASSINA, SCOTTO, AIRAUDO, FRANCO BORDO, COSTANTINO, D'ATTORRE, DURANTI, DANIELE FARINA, FAVA, FERRARA, FOLINO, FRATOIANNI, CARLO GALLI, GIANCARLO GIORDANO, GREGORI, KRONBICHLER, MARTELLI, MELILLA, NICCHI, PAGLIA, PALAZZOTTO, PANNARALE, PELLEGRINO, PIRAS, PLACIDO, QUARANTA, RICCIATTI, SANNICANDRO e ZARATTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   come riportano autorevoli fonti stampa, qualche giorno fa, nel corso della riunione del board del Fondo monetario internazionale per la discussione del rapporto annuale sull'economia della Grecia è emersa un'insolita spaccatura politica circa ulteriori nuove durissime misure di austerità da imporre ad un Paese dell'Unione europea già messo in ginocchio da politiche sbagliate, ovvero la Grecia, la cui economia è crollata del 29 per cento, con una spesa sanitaria scesa da 1.459 a 790 euro l'anno per abitante (l'Italia è a 1.800 euro) e una spesa per l'istruzione passata da 888 a 748 euro (la metà della Germania);
   il rapporto rivela che «la maggior parte» dei 24 direttori esecutivi del Fondo monetario internazionale hanno concordato che la Grecia è sulla buona strada per raggiungere un surplus fiscale dell'1,5 per cento del prodotto interno lordo e «non richiede un ulteriore consolidamento fiscale in questo momento, tenendo conto della modifica impressionante avvenuta fino ad oggi»;
   tuttavia, alcuni rappresentanti del Consiglio del Fondo monetario internazionale avrebbero sostenuto che la Grecia abbia ancora bisogno di portare il surplus fino al 3,5 per cento, come concordato nel corso dell'ultimo salvataggio nel 2015. Un obiettivo completamente irrealistico e ulteriormente depressivo, sul quale avrebbe però insistito, in particolare, il rappresentante della Germania che ha chiesto ulteriori misure di riduzione della spesa pubblica;
   a supporto della posizione tedesca si sarebbero espressi, per quanto risulta, anche i Ministri dell'economia di Italia e Francia, sostenendo una linea di austerity a parere degli interroganti autodistruttiva, proposta dalla Germania e non già quella di un compromesso realistico;
   tali notizie ad avviso degli interroganti appaiono di eccezionale gravità e sintomatiche di un approccio del tutto contraddittorio nella valutazione delle politiche pubbliche economiche, anche alla luce delle continue richieste dell'Italia in termini di flessibilità sui conti pubblici;
   il Primo ministro greco ha chiesto ad Angela Merkel di scoraggiare il Ministro Schäuble a continuare la sua aggressione nei confronti della Grecia, affermando che il programma di salvataggio finanziario potrà essere completato positivamente, ma lo Stato greco non accetterà richieste illogiche dai creditori –:
   se corrisponda al vero quanto descritto in premessa, chiarendo in particolare se la posizione assunta dal Governo e dal Ministro interrogato coincida con la linea dura e a parere degli interroganti inaccettabile propugnata dal Ministro delle finanze tedesco Schäuble nei confronti della Grecia. (3-02801)
(21 febbraio 2017)

   RUOCCO, CASTELLI, ALBERTI, BRUGNEROTTO, CARIELLO, CASO, D'INCÀ, PESCO, PISANO, SIBILIA, SORIAL e VILLAROSA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   nella risposta all'interrogazione a risposta in Commissione n. 5/07057 del 19 novembre 2015, il Ministro interrogato ha reso noto che la propria stima del saldo tra pagamenti e incassi del portafoglio swap complessivo per l'anno 2016 era pari a 4,1 miliardi di euro (in uscita per le casse pubbliche), precisando che tale stima non includeva «l'eventuale pagamento dovuto per l'esercizio della clausola bilaterale di early termination»;
   nella medesima risposta si rendeva noto che tale clausola afferisce a un contratto di interest rate swap con nozionale da 2 miliardi di euro e scadenza naturale 2036, che aveva un valore di mercato negativo per lo Stato di circa 850 milioni di euro e che poteva essere esercitato anticipatamente dalla controparte bancaria a marzo 2016;
   vista l'impossibilità di accedere ai contratti, il Parlamento per esercitare le prerogative di controllo sull'operato del Governo in materia di derivati dovrebbe quanto meno conoscere:
    a) il valore di mercato della posizione complessiva dello Stato in contratti derivati aggiornata al 31 dicembre 2016;
    b) limitatamente al solo portafoglio swap, il saldo tra pagamenti e incassi, se risulti differente dalla stima di 4,1 miliardi di euro e di quanto;
    c) se lo Stato abbia subito dalle proprie controparti bancarie l'esercizio di swaption e con quali effetti sul debito contabile;
    d) se lo Stato abbia subito (marzo 2016) l'esercizio della clausola early termination in relazione al suddetto contratto interest rate swap da 2 miliardi di euro di nozionale e con quali effetti sul debito contabile;
    e) se nel corso del 2016 il Ministero dell'economia e delle finanze abbia ristrutturato contratti swaption come fatto precedentemente e – in caso affermativo – quali fossero le condizioni contrattuali ante e post ristrutturazione;
    f) se al 31 dicembre 2016 il valore di mercato negativo della posizione complessiva dello Stato in contratti derivati fosse superiore o inferiore a 38 miliardi di euro e di quanto;
    g) se la swaption con nozionale di 3,5 miliardi di euro e mark-to-market negativo per lo Stato italiano di circa 1 miliardo di euro già ristrutturata nel 2015 e con scadenza febbraio 2017 sia stata ulteriormente ristrutturata ovvero esercitata dalla controparte bancaria; in tale ultimo caso, quali perdite sono state conseguite per lo Stato italiano –:
   se intenda assicurare un livello minimo di trasparenza sul proprio operato in materia di derivati, fornendo in questa sede i dati di cui in premessa. (3-02802)
(21 febbraio 2017)

   SOTTANELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   gli eccezionali eventi calamitosi che hanno riguardato il Centro Italia nel mese di gennaio 2017 hanno interessato in maniera preponderante la provincia di Teramo, comportando ingenti danni per il territorio teramano e causando una situazione di notevole criticità per l'aggravamento del rischio idrogeologico e il verificarsi di numerosi movimenti franosi che hanno causato l'interruzione e il crollo di numerosi strade e lo sfollamento di alcuni centri abitati;
   nel comune di Civitella del Tronto, in frazione Ponzano, il fronte franoso, originariamente di circa 600 metri di larghezza e 700 di lunghezza, si estende adesso oltre 10 ettari di territorio e minaccia il centro abitato, dove si sono verificati crolli di abitazioni e sono state evacuate 24 abitazioni e un centinaio di persone;
   nel comune di Campli, in frazione Castelnuovo, una frana con un fronte di 80 metri minaccia l'intero abitato interessando l'ampio tratto del costone su cui sorge il paese; lo smottamento è precipitato per 70 metri, fino all'alveo del torrente Siccagno ingoiando una strada, una torretta dell'Enel alta sei metri, due rimesse e lambisce i primi edifici, a meno di un metro, e ha causato l'evacuazione di decine di abitazioni e di un centinaio di persone;
   i movimenti franosi che minacciano gli abitati di Castelnuovo di Campli e di Ponzano di Civitella del Tronto non si sono ancora arrestati e aumentano di giorno in giorno le ordinanze di sgombero e il numero delle famiglie sfollate;
   la deliberazione del Consiglio dei ministri del 20 gennaio 2017, con la quale è stata disposta l'estensione dello stato di emergenza, già dichiarato con delibera del 25 agosto 2016 per le regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, non contiene uno specifico riconoscimento dello stato di emergenza che interessa la provincia di Teramo al fine del superamento della gravissima situazione che ancora interessa il territorio –:
   quali iniziative urgenti di competenza intenda adottare il Ministro interrogato per fronteggiare il rischio idrogeologico e contrastare i movimenti franosi registrati nel territorio della provincia di Teramo.
(3-02803)
(21 febbraio 2017)

   VIGNALI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   la legge di bilancio per il 2017 ha previsto, per il triennio 2017/2019, misure a sostegno degli studenti universitari;
   viene ridefinita la disciplina in materia di contributi dovuti dagli studenti iscritti ai corsi di laurea delle università statali, istituendo una «no tax area» per gli studenti fino al primo anno fuori corso appartenenti ad un nucleo familiare con indicatore della situazione economica equivalente fino a 13 mila euro e prevedendo altre misure di sostegno per gli studenti con nucleo familiare avente reddito isee superiore a 13.000 euro;
   l'ambito di applicazione di tali misure riguarda gli studenti delle università statali e le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica;
   a decorrere dal 2017, le risorse sono ripartite tra le università statali, in proporzione al numero degli studenti esonerati dal pagamento di ogni contribuzione, cui si aggiunge, dal 2018, il numero degli studenti esonerati dal pagamento del contributo onnicomprensivo annuale, moltiplicati per il costo standard per studente in corso, di ateneo;
   in conseguenza della nuova disciplina sugli esoneri dal pagamento dei contributi universitari, il fondo per il finanziamento ordinario delle università statali è stato dunque incrementato di 55 milioni di euro per il 2017 e di 105 milioni di euro annui dal 2018;
   lo stesso criterio di gestione delle risorse dovrà essere seguito anche dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per la ripartizione delle risorse tra le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica;
   per quanto riguarda le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, però, le risorse dovranno rinvenirsi nel fondo annuale di dotazione allocato sul capitolo 1673, pagina 5, dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
   a differenza di quanto avvenuto per il fondo per l'università statali, tale capitolo di bilancio non ha beneficiato di significativi incrementi di finanziamento, né le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica accedono all'incremento del fondo per il finanziamento ordinario espressamente destinate alla copertura delle minori entrate derivanti dall'incremento degli esoneri;
   alla luce delle richiamate disposizioni, risulterebbe che le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, parte integrante del sistema universitario, subiscano un'ingiustificata disparità di trattamento rispetto agli istituti universitari statali, non apparendo chiaro con quali risorse potranno far fronte alle minori entrate previste derivanti dalle esenzioni contributive in questione –:
   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno assumere iniziative volte a estendere l'operatività del fondo per il finanziamento ordinario, la cui dotazione è stata incrementata anche agli istituti dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica o a finanziare adeguatamente il fondo annuale di dotazione previsto per le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica. (3-02804)
(21 febbraio 2017)

   CIRACÌ. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   l'articolo 1-quinquies del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7 ha disposto, a decorrere dall'anno accademico 2005-2006, la statizzazione e l'accorpamento dell'istituto musicale parificato, gestito dal comune di Ceglie Messapica, al conservatorio statale di musica Tito Schipa di Lecce, in qualità di sezione staccata, assumendo l'ordinamento previsto per i conservatori musicali e relativo funzionamento in forme e modi prescritti per le predette istituzioni;
   con apposita convenzione stipulata il 7 marzo 2006 tra il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ed il suddetto comune, sono state stabilite modalità e termini dell'accorpamento, per il cui funzionamento, compresi gli oneri per il trattamento economico, è attribuito lo stanziamento di 141 mila euro a decorrere dall'anno 2005, articolo 1-quinquies, comma 2;
   considerata l'inerzia del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il 22 aprile 2014 il conservatorio, visti l'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica del 28 febbraio 2013 e l'articolo 22, commi 1, lettera d), e 2 del proprio statuto, ha trasmesso al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per approvazione interministeriale, la delibera con la quale il consiglio di amministrazione, nella seduta del 20 marzo 2014, rideterminava la pianta organica del conservatorio di musica Tito Schipa di Lecce, relativamente alla sezione staccata di Ceglie Messapica;
   nonostante le disposizioni finanziarie, di cui al comma 2 dell'articolo 1-quinquies, prevedessero il contributo ministeriale annuale per il funzionamento, compreso il trattamento economico dei docenti, pari a 141 mila euro, progressivamente ridottosi fino alla quantificazione in circa 70 mila euro nel periodo 2015-2016, il comune di Ceglie Messapica si è fatto carico degli oneri previsti per la retribuzione del personale docente, impegnando sul proprio bilancio consistenti cifre;
   le sollecitazioni al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca da parte del conservatorio e del comune, finalizzate alla richiesta di delucidazioni in ordine alle previste dotazioni finanziarie che, ai sensi dell'articolo 1-quinquies del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, avrebbero dovuto essere a carico del bilancio dello Stato non sono mai state oggetto di risposta o indicazioni da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, mentre il Ministero dell'economia e delle finanze con nota 49355/2016 del 6 giugno 2016, a firma del Ragioniere generale dello Stato, ha inteso specificare che è compito del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca provvedere ad integrare il citato capitolo di spesa in questione –:
   quali siano le cause per le quali, in relazione alla delibera n. 4 del 20 marzo 2014 con la quale il consiglio di amministrazione del citato conservatorio rideterminava la pianta organica della sezione staccata di Ceglie Messapica, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca non abbia mai comunicato, alla medesima istituzione artistica, alcuna indicazione in ordine alla ridefinizione della suddetta pianta organica. (3-02805)
(21 febbraio 2017)

   FITZGERALD NISSOLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   la Corte costituzionale, nella sentenza n. 369 del 19 dicembre del 1985, richiama alla necessità di emanare norme in grado di garantire ai lavoratori italiani all'estero la stessa tutela previdenziale prevista per i lavoratori occupati in Italia;
   nel marzo 2015 una mozione, a prima firma dell'interrogante, chiedeva di monitorare lo stato delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale in essere e verificare la loro compatibilità con le modifiche intervenute nel sistema previdenziale italiano e l'eventuale conseguente necessità di rinegoziazione, oltre alla verifica, a fronte dell'aumentata mobilità internazionale di lavoratori e lavoratrici sia in uscita che in ingresso in Italia, della necessità di stipulare nuovi accordi bilaterali di sicurezza sociale e di aggiornare quelli in vigore, a garanzia di una più adeguata, efficace ed ampia tutela previdenziale;
   l'Accordo di sicurezza sociale tra Italia e Stati Uniti, stipulato il 23 maggio 1973, varie volte modificato, risulta ormai datato e quindi non più pienamente rispondente alle reali esigenze dei lavoratori. Pertanto, appare necessario adeguarlo tenendo conto dell'attuale complessità del fenomeno migratorio e dei mutamenti che sono intercorsi in questi anni;
   infatti, oggi, negli Usa vi è anche una presenza di lavoratori italiani, ex Inpdap, che non sono contemplati nell'Accordo sulla sicurezza sociale tra i due Paesi;
   l'interrogante ritiene importante procedere alla modifica di tale Accordo, consentendo anche ai lavoratori Inpdap di usufruire dell'Accordo bilaterale Italia/Usa con la Social security administration statunitense e, quindi, di poter godere della totalizzazione dei contributi previdenziali;
   il 2 dicembre 2015, con una lettera, l'interrogante chiese all'allora Sottosegretario Mario Giro di adoperarsi «affinché sia posta, al più presto, nell'agenda del Governo, la modifica della Convenzione sulla sicurezza sociale tra l'Italia e gli Usa». Tale sollecitazione fu raccolta positivamente ed il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale pose tra le sue priorità del 2016 la revisione dell'Accordo di sicurezza sociale Italia-Usa;
   successivamente, il 5 maggio 2016, l'allora Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, in risposta alla richiesta di informazioni sullo stato dell'arte, osservava che: «Sono state accolte le proposte di estendere le tutele previdenziali a categorie di lavoratori finora escluse, come i dipendenti pubblici. Le confermo quindi che la revisione dell'Accordo rientra tra quelli considerati prioritari dal Governo»;
   è necessario tutelare i diritti di tutte le categorie di lavoratori –:
   se il Ministro interrogato possa definire una tempistica certa per la conclusione del citato negoziato. (3-02806)
(21 febbraio 2017)

   GRIBAUDO, DAMIANO, DELL'ARINGA, GNECCHI, ALBANELLA, ARLOTTI, BARUFFI, BOCCUZZI, CASELLATO, DI SALVO, CINZIA MARIA FONTANA, GIACOBBE, INCERTI, PATRIZIA MAESTRI, MICCOLI, PARIS, GIORGIO PICCOLO, ROSTELLATO, ROTTA, SIMONI, TINAGLI, ZAPPULLA, MARTELLA e BINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   come noto, Anpal servizi s.p.a., già Italia lavoro, è una struttura in house dell'Anpal, quest'ultima sottoposta all'indirizzo e alla vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
   Anpal servizi promuove azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell'occupazione e dell'inclusione sociale, fornendo assistenza tecnica a centri per l'impiego ed enti locali;
   il personale a tempo indeterminato di Italia lavoro ammontava a meno di 450 unità, risultando l'operatività dell'ente in gran parte affidata ai circa 800 operatori contrattualizzati come collaboratori o, in minima parte, con contratti a tempo determinato;
   i circa 800 operatori erano tutti in scadenza il 31 dicembre 2016 e, ad oggi, risultano prorogati solo fino al 31 marzo 2017;
   il presidente Del Conte ha ripetutamente annunciato un rafforzamento delle politiche attive per il lavoro, con l'assunzione di mille tutor per scuole superiori e università;
   la recente giurisprudenza ha affermato che le assunzioni nelle partecipate totalmente pubbliche devono applicare regole «concorsuali» analoghe a quelle per la pubblica amministrazione, di cui all'articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165; tale previsione, a parere degli interroganti, non inficerebbe il rinnovo o la proroga di detti contratti, tenuto conto, da un lato, le esigenze aziendali e, dall'altro, il rispetto, in occasione della stipula del contratto originario, dei principi di imparzialità, trasparenza e pubblicità delle procedure di reclutamento –:
   se il Ministro interrogato abbia individuato, di concerto con Anpal, risorse e modalità per la piena prosecuzione delle attività già assicurate da Italia lavoro dopo la sua trasformazione in Anpal servizi, anche avvalendosi delle competenze, accumulate con anni di esperienza e attestate tramite svariate procedure selettive, dai collaboratori e dipendenti a tempo determinato, evitando l'ennesimo percorso selettivo e assicurando, in piena coerenza con il Jobs act, il potenziamento delle politiche attive del lavoro e un sempre minore ricorso ai contratti precari, attraverso un percorso di stabilizzazione in continuità per i collaboratori attualmente in servizio. (3-02807)
(21 febbraio 2017)

   FEDRIGA, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, BUSIN, CAPARINI, CASTIELLO, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, MOLTENI, PAGANO, PICCHI, GIANLUCA PINI, RONDINI, SALTAMARTINI e SIMONETTI. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. — Per sapere – premesso che:
   a seguito dell'inchiesta giornalistica che ha fatto emerge un fatto gravissimo che coinvolge direttamente la Presidenza del Consiglio dei ministri, il direttore generale dell'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, si è dimesso. A quanto si apprende dalle notizie pubblicate, l'associazione aggiudicatrice di un finanziamento di cinquantacinquemila euro per un bando pubblicato e finanziato dall'Unar sarebbe implicata nella gestione di luoghi di incontro finalizzati allo sfruttamento della prostituzione omosessuale e alla somministrazione di droghe;
   l'Unar è stato istituito con il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 215, di recepimento della direttiva comunitaria n. 2000/43/CE, ed opera nell'ambito del dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri;
   l'Unar nell'esercizio delle proprie funzioni è stata più volte soggetta a critiche per aver travalicato le proprie competenze. La Presidenza del Consiglio dei ministri è stata più volte interessata, in modo ufficiale, con lo strumento del sindacato ispettivo, in merito ad una gestione non sempre coerente delle attività istituzionali dell'Unar;
   non si tratta della prima volta che l'Unar si occupa e finanzia con fondi pubblici iniziative che vanno oltre e al di là delle sue competenze: è ben nota, infatti, la vicenda della diffusione nelle scuole, anche elementari, degli opuscoli «Educare alla diversità a scuola», realizzati dall'Istituto A. T. Beck su mandato dell'Unar, che aveva provocato la forte reazione delle associazioni dei genitori ma anche, successivamente, del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che ne ha bloccato la diffusione perché mai informato dell'iniziativa;
   secondo quanto riportato nel sito del dipartimento si apprende che «secondo quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 dicembre 2003, inerente la costituzione e l'organizzazione interna dell'Unar, l'Ufficio per l'attuazione dei propri compiti si avvale di un contingente composto da personale appartenente ai ruoli della Presidenza del Consiglio dei ministri e di altre amministrazioni pubbliche, nonché di esperti anche estranei alla pubblica amministrazione, dotati di elevata professionalità nelle materie giuridiche, nonché nei settori della lotta alle discriminazioni, dell'assistenza materiale e psicologica ai soggetti in condizioni disagiate, del recupero sociale, dei servizi di pubblica utilità, della comunicazione sociale e dell'analisi delle politiche pubbliche» –:
   quali iniziative il Governo intenda assumere in relazione a quello che appare un utilizzo improprio di denaro pubblico, a partire dalla soppressione dell'Unar, ad avviso degli interroganti, non più procrastinabile. (3-02808)
(21 febbraio 2017)

   FABRIZIO DI STEFANO, PRESTIGIACOMO, CARFAGNA, DE GIROLAMO, CENTEMERO e BERGAMINI. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. — Per sapere – premesso che:
   in data 19 febbraio 2017 è andato in onda un servizio televisivo nell'ambito del programma Mediaset Le Iene che ha denunciato l'erogazione indiscriminata di finanziamenti ad associazioni pseudoculturali da parte dell'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali istituito presso il dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, che si occupa di promuovere la parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni razziali, etniche e sessuali attraverso campagne di comunicazione e progetti in collaborazione con le associazioni no profit;
   il servizio televisivo parte dalla segnalazione anonima di un contatto intervistato da Filippo Roma che racconta di un'associazione cui farebbero capo alcuni circoli, saune e centri massaggi dedicati al mondo omosessuale, che alcune settimane fa si sarebbe aggiudicata un finanziamento di 55 mila euro tramite un bando dell'Unar;
   secondo quanto affermato all'interno dell'inchiesta, i fondi pubblici così ottenuti dall'associazione in questione sarebbero serviti non per realizzare progetti di promozione sociale, ma per finanziare un occultato business del sesso omosessuale anche a pagamento. In altre parole, si tratterebbe di una vera e propria attività commerciale che, celandosi dietro la denominazione di associazione, sfrutterebbe le numerose agevolazioni fiscali cui queste ultime hanno diritto (per via delle attività senza scopo di lucro), per portare avanti i propri interessi in modo indisturbato e senza alcun reale controllo;
   le dichiarazioni del contatto intervistato proseguono, menzionando come lo stesso ex direttore dell'istituzione finanziatrice (Unar), il dottor Francesco Spano, possegga la tessera d'iscrizione ad uno dei circoli destinatari del finanziamento, affermando altresì di essere a conoscenza dei riferimenti relativi al tesseramento (codice socio e numero di tessera, con data di rilascio e scadenza). Ne deriverebbe, dunque, una grave situazione di conflitto d'interessi;
   le dimissioni del direttore dell'Unar, dottor Francesco Spano, secondo gli interroganti non fanno altro che confermare la gravità di quanto accaduto –:
   se il Governo abbia intrapreso le necessarie ed opportune iniziative in merito ai fatti riportati in premessa e intenda chiarire quali siano i criteri in base ai quali l'Unar effettua i controlli, accredita le associazioni ai fini dell'inserimento nel proprio registro ed eroga alle stesse fondi pubblici e quale forma di vigilanza intenda esercitare al fine di verificare l'operato dell'Ufficio medesimo. (3-02809)
(21 febbraio 2017)

   RAMPELLI, CIRIELLI, LA RUSSA, GIORGIA MELONI, MURGIA, NASTRI, PETRENGA, RIZZETTO, TAGLIALATELA e TOTARO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   in questi mesi si sono visti tanti italiani in divisa mettere a rischio la propria vita per salvarne altre, dalle migliaia di soccorritori impegnati nelle operazioni di soccorso in seguito ai terremoti che hanno scosso l'Italia centrale a partire dal mese di agosto 2016, ai due agenti di polizia che hanno arrestato il terrorista di Berlino, ai quali la Germania ha appena negato l'annunciato premio, agli uomini del soccorso alpino che hanno percorso otto chilometri di strade impraticabili con gli sci ai piedi nel buio della notte per riuscire ad arrivare all'albergo Rigopiano, ai soccorritori del 118 il cui elicottero si è schiantato a Campo Felice;
   i casi citati sono solo alcuni dei più recenti e più noti, ma ogni giorno centinaia di persone impegnate si impegnano per la sicurezza di tutti i cittadini;
   tutte queste persone svolgono con una dedizione totale un lavoro spesso ingrato e pericoloso, nonostante non siano certo ben remunerati –:
   se i soggetti di cui in premessa siano adeguatamente remunerati per il prezioso lavoro che svolgono e se siano previste in loro favore corresponsioni economiche aggiuntive di carattere premiale in occasione di eventi specifici che li espongono a rischi ulteriori. (3-02810)
(21 febbraio 2017)