TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 731 di Venerdì 27 gennaio 2017

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   come noto, Poste Italiane sta procedendo nella messa in atto del proprio piano di riorganizzazione;
   in molte aree del nostro Paese è già in atto il cosiddetto modello di recapito a giorni alterni che ha interessato progressivamente il territorio italiano a partire da ottobre 2015 (fase I), continuando durante il 2016 (fase II);
   l'attuazione della fase III estenderà il recapito a giorni alterni anche nella provincia di Viterbo: tra febbraio e aprile 2017 saranno interessati 52 comuni su 60;
   il 25 luglio 2016 il Tar del Lazio si espresse favorevolmente nei confronti del ricorso presentato da molti comuni della provincia di Terni sostenuto dalla stessa regione Umbria, contro il piano di razionalizzazione delle sedi avviato da Poste Italiane che prevedeva la chiusura del servizio in molti comuni della provincia di Terni. La motivazione richiamava, tra l'altro, che il ridimensionamento ovvero la riorganizzazione non può avvenire seguendo solo la logica di tipo economico e senza prevedere valide alternative;
   il piano di recapito a giorni alterni riguarderebbe anche gli invii prioritari come le raccomandate dell'Inps, gli avvisi dell'Agenzia del territorio e di Equitalia, i telegrammi (ad esempio, delle asl o delle scuole), i quotidiani e i settimanali con prevedibile disagio per l'utenza;
   l'avvio della fase III, ad esempio nella provincia di Viterbo, porterà ad una riduzione stimata delle zone dalle attuali 180 a circa 65, con prevista ricollocazione del personale in esubero presso gli sportelli ma con conseguente maggior carico di lavoro per il personale che continuerà a svolgere l'attività di portalettere;
   nel settembre del 2016 il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la risoluzione sull'applicazione della direttiva 97/67/CE modificata dalla direttiva 2008/6/CE sui servizi postali nella quale, tra l'altro, si sottolinea l'importanza di fornire un servizio universale di alta qualità a condizioni accessibili, comprendente almeno cinque giorni di consegna e di raccolta a settimana per tutti i cittadini (punto 8 della risoluzione), in evidente contrasto con la modalità di consegna della corrispondenza a giorni alterni prevista dal piano di riorganizzazione delle Poste Italiane;
   del resto, la stessa direttiva individua la fornitura dei servizi postali come essenziale per lo sviluppo regionale, l'inclusione sociale e la coesione economica e territoriale dell'Unione europea, in particolare nelle zone remote, rurali e scarsamente popolate nelle quali è importante mantenere un numero sufficiente di punti di accesso –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto riportato in premessa;
   se il Governo non ritenga di dover attuare, per quanto di competenza, opportune forme di monitoraggio e controllo affinché la ristrutturazione di Poste Italiane non metta a repentaglio i posti di lavoro e i servizi di recapito postale e di sportello;
   se il Governo non ritenga di dover garantire la permanenza in piena attività, comprensiva del servizio di sportello e di recapito giornaliero della corrispondenza, proprio in quei comuni in cui gli stessi uffici rappresentano un presidio territoriale strategico e offrono il servizio ad una popolazione sempre più anziana, così come previsto dalla direttiva europea sui servizi postali che individua il servizio postale per le zone remote, montane o scarsamente popolate quale elemento di coesione sociale;
   se non si ritenga di assumere iniziative, per quanto di competenza, per evitare di incorrere in misure sanzionatorie comminate dall'Unione europea poiché il piano di ristrutturazione di Poste Italiane appare agli interpellanti palesemente in contrasto con la direttiva comunitaria, in particolare laddove la stessa prescrive che il servizio deve almeno garantire consegna e ritiro della corrispondenza per cinque giorni a settimana, per tutti i cittadini dell'Unione europea.
(2-01593)
«Terrosi, Cova, Prina, Romanini, Taricco, Argentin, Cenni, Scuvera, Verini, Bergonzi, Beni, Rocchi, Iacono, Carrescia, Giuseppe Guerini, Ginefra, Incerti, Giampaolo Galli, Misiani, Gandolfi, Miotto, Becattini, Borghi, Cuperlo, Ragosta, Zan, Lavagno, Cinzia Maria Fontana, Capone, Coccia, Bolognesi, Mazzoli, Salvatore Piccolo, Melilli, Luciano Agostini, Ginoble, Campana, Lattuca, Laforgia, Capodicasa, La Marca, Fragomeli, Carra».
(17 gennaio 2017)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico per sapere – premesso che:
   lo Stato versa ogni anno a Poste Italiane oltre 262 milioni di euro per garantire il servizio universale, ossia la consegna della corrispondenza e l'accesso di tutti i cittadini al servizio postale, ma i disservizi all'utenza continuano e, a seguito dell'entrata in vigore del piano di cosiddetta «razionalizzazione» degli uffici postali, il servizio ha subito un ulteriore peggioramento in termini di qualità ed efficienza delle prestazioni offerte;
   a questa situazione già critica si è aggiunto, a partire dal 10 gennaio 2017, un ulteriore aumento delle tariffe postali, aumento che non risulta essere destinato ad investimenti per l'incremento dell'efficienza e della qualità del servizio e che appare agli interpellanti del tutto ingiustificato, a fronte dell'invariato servizio offerto da Poste italiane, caratterizzato da continui e ripetuti disservizi nella consegna della corrispondenza, ritardi, giacenza di tonnellate di posta accumulata, mancati recapiti, nonché continui malfunzionamenti alle dotazioni informatiche messe a disposizione dall'azienda ai portalettere per la tracciatura della corrispondenza;
   proprio mentre entrano in vigore i nuovi aumenti per raccomandate e assicurate, la Corte dei conti, nella recente determinazione sui risultati 2015 di Poste, ha denunciato le ingenti spese sostenute da Poste s.p.a. in comunicazione (37 milioni di euro, ben 28 milioni in più rispetto all'esercizio precedente) e consulenze esterne (21 milioni in totale, con un aumento di 5 milioni), facendo peraltro ricorso a troppe eccezioni nelle procedure di affidamento degli appalti da parte della Società (425 atti per un totale di 163,5 milioni);
   Poste Italiane risulta altresì al centro di uno scandalo legato ai controlli di qualità falsati, vicenda che ha ricevuto, a partire dal gennaio 2014, ampio risalto mediatico e su cui è stata avviata un'indagine penale per truffa da parte della procura di Roma, oltre che una inchiesta, avviata dalle stesse Poste e peraltro non ancora conclusa, attraverso un processo di audit interno;
   nella risposta all'interpellanza n.  2-01306, il Sottosegretario di Stato Giacomelli comunicava che tale attività di audit, sebbene ancora in corso di svolgimento, «ha potuto al momento escludere sia il coinvolgimento delle funzioni indirizzo e coordinamento centrali, sia l'eventualità che il sistema di incentivazione manageriale possa aver concretamente indotto i comportamenti critici complessivamente evidenziati dalle verifiche» e che per il 2016 è stata prevista da Poste «una ulteriore riorganizzazione per il potenziamento del sistema di controllo interno»;
   per quanto di conoscenza, quindi, l'attività di verifica condotta da Poste ha riguardato in via esclusiva l'acquisizione di file digitali e/o di corrispondenza elettronica, oltre che di dotazioni informatiche aziendali, con riferimento al solo personale dipendente presso le strutture operative territoriali, senza coinvolgere i vertici aziendali, sebbene, come noto, la vicenda sulle lettere test, che ha interessato il periodo temporale 2006-2015, abbia coinvolto tutte le strutture operative territoriali di Poste spa, ragione per cui, considerata la vastità dello scandalo, non sembrerebbe plausibile l'ipotesi che i vertici aziendali di Poste italiane fossero all'oscuro di tutta la vicenda;
   come noto, l'articolo 23, comma 2, del decreto legislativo n.  261 del 1999 prevede ogni cinque anni, sulla base di un'analisi effettuata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, una verifica quinquennale da parte del Ministero dello sviluppo economico del rispetto degli obblighi in tema di erogazione del servizio postale universale, disponendo, qualora la verifica dia esito negativo, la revoca dell'affidamento del servizio –:
   se il Ministro interpellato intenda fornire informazioni complete in merito agli esiti dell'ultima attività di verifica effettuata dal Ministero dello sviluppo economico, relativamente alla rispondenza del servizio postale universale erogato da Poste italiane ai criteri di efficienza e di efficacia previsti dal contratto di programma, e se alla luce di tali risultanze, il Ministro interpellato ritenga il servizio erogato da Poste ancora rispondente a tali criteri o se, al contrario, non siano ravvisabili alcune sensibili alterazioni del livello complessivo degli standard di qualità del servizio imputabili a Poste italiane spa, tali da configurare un inadempimento contrattuale da parte di Poste e la messa in discussione della stessa universalità del servizio;
   se l'attività di audit avviata da Poste italiane sullo scandalo delle lettere test abbia riguardato esclusivamente le strutture operative territoriali, coinvolte nel processo di monitoraggio della qualità del recapito, escludendo le funzioni di indirizzo e coordinamento della divisione servizi postali, e se il Ministro interpellato, non ritenga opportuno, per quanto di competenza, promuovere una verifica che coinvolga anche i suddetti vertici per escludere eventuali coinvolgimenti anche ai massimi livelli manageriali;
   se vi siano contatti, e con quali modalità, tra il Ministro dello sviluppo economico e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, cui sono state trasferite le funzioni di regolazione e vigilanza del settore postale, ai fini dell'attività ispettiva e di vigilanza «Servizio universale postale: esigenze degli utenti e possibili scenari evolutivi», avviata con delibera 364/14/CONS e i cui termini di conclusione sono ampiamente giunti a scadenza e di quali elementi disponga circa gli eventuali esiti della medesima indagine;
   se il Ministro interpellato possa fornire informazioni aggiornate in merito all'attività svolta sulla vicenda delle «lettere test» utilizzate per il monitoraggio della qualità del servizio postale universale da parte della società IZI, – incaricata di misurare i livelli di qualità di Poste italiane – considerato che nella relazione annuale del 2016 non viene chiarito se vi siano state delle alterazioni del livello di qualità addebitabili a Poste italiane spa;
   se il Ministro interpellato sia al corrente che l'attività di audit di Poste italiane è stata avviata solo a giugno 2015 a seguito della presentazione da parte di un ex dipendente di Poste di un esposto presso la procura di Roma contro l'azienda Poste italiane, nonostante fin dal gennaio del 2014 siano stati presentati numerosi atti parlamentari – oltre alla pubblicazione di articoli di stampa – sulla vicenda delle «lettere test».
(2-01594)
«Spessotto, Liuzzi, Nicola Bianchi, Carinelli, Dell'Orco, De Lorenzis, Paolo Nicolò Romano, L'Abbate, Lombardi, Lorefice, Lupo, Mannino, Mantero, Marzana, Micillo, Nesci, Parentela, Pesco, Petraroli, Pisano, Rizzo, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Sorial, Spadoni, Terzoni, Tofalo, Tripiedi, Vacca, Simone Valente, Vignaroli, Villarosa, Zolezzi».
(17 gennaio 2017)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   fondata nel 1881, la Franco Tosi Meccanica s.p.a. è un'azienda leader a livello internazionale per l'ingegnerizzazione, produzione e vendita turbine a vapore e turbine idrauliche, inserita in un mercato che prevede per il futuro una forte e continua crescita soprattutto nei paesi emergenti. Purtroppo, la fallimentare gestione dell'azienda degli ultimi trent'anni ha portato un crollo della produzione e conseguentemente dell'occupazione, la quale è passata dai 6.000 lavoratori degli anni settanta ai 180 attuali;
   nel corso di questa legislatura, numerosi sono stati gli atti di sindacato ispettivo presentati, gli incontri al Ministero tra proprietà e rappresentanze sindacali, così come le rassicurazioni ministeriali; numerosi sono stati, altresì, i piani e i progetti messi in campo al fine di salvaguardare la storica azienda legnanese;
   recentemente, la proprietà ha manifestato la volontà di trasferimento dell'azienda a Burago Molgora, in Brianza, là dove ha sede la Bruno Presezzi, azienda principale del proprietario della Tosi, Alberto Presezzi;
   quest'ultimo ha più volte sostenuto che, senza il sostegno promesso dai Governi in questi difficilmente avrebbe potuto lasciare la sede a Legnano, sostenendo altresì di aver presentato un inattuabile programma di investimento, visto il «supporto irrisorio» giunto da Roma;
   il trasferimento della sede porterebbe un'auspicabile riduzione dei costi, a fronte però di un impoverimento del tessuto economico dell'alto milanese. Ignote sono poi le eventuali ripercussioni sui 180 lavoratori coinvolti, i quali, in virtù del precedente accordo stipulato tra proprietà e sindacati, avevano già contribuito a scongiurare il fallimento dell'azienda, a prezzo di grandi sacrifici;
   al riguardo, la FIOM lombarda ha chiesto esplicitamente alla proprietà il rispetto degli impegni presi con l'accordo firmato il 18 maggio 2015 durante un incontro tra il commissario straordinario della Tosi, Andrea Lolli, lo stesso Presezzi, e i rappresentanti sindacali: accordo nel quale la società confermava «il ruolo strategico del rilancio dell'attività aziendale nella sede storica di Legnano che intende mantenere quale polo produttivo di riferimento della società»;
   rimarcando come «in nessun accordo era ventilata l'ipotesi di aiuti da parte del ministero». Il Ministero è invece garante del «preciso impegno preso dalla proprietà» al momento dell'acquisizione dell'azienda, per mantenere aperto il sito legnanese;
   delicata è la situazione generale del compatto metalmeccanico in Lombardia: il 2016 si è chiuso infatti con quasi 5.000 licenziamenti, dato che dimostra il difficile momento del settore e la precaria condizione dei metalmeccanici;
   nonostante questo, nell'ultimo incontro del 12 gennaio 2017 la proprietà ha sostenuto che le prospettive per l'azienda sono buone, e il 2016 chiuderà con un utile. Così come confortanti sono le prospettive di lavoro, dovendo entro giugno rientrare 17 lavoratori dalla mobilità –:
   se il Governo intenda convocare in tempi celeri un tavolo di confronto con proprietà e rappresentanze sindacali;
   quali azioni il Governo intenda mettere in atto al fine di garantire la permanenza dell'azienda sul territorio legnanese, nella sua sede storica.
(2-01601)
«Cimbro, La Marca, Gnecchi, Alli, Porta, Marantelli, Falcone, Placido, Lauricella, Bersani, Rondini, Grimoldi, Arlotti, Epifani, Stumpo, Scanu, Monaco, Speranza, Pollastrini, Bazoli, Fiano, Brandolin, Fioroni, Rabino, Librandi, Vargiu, Damiano, Giuliani, Galperti, Centemero, Guerra, Pagano».
(18 gennaio 2017)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:
   con la legge 7 agosto 2015, n.  124 il Parlamento ha delegato il Governo a modificare e integrare il codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n.  82;
   tra i criteri della legge delega il Parlamento ha incluso quello di ridefinire e semplificare i procedimenti amministrativi mediante una disciplina basata sulla loro digitalizzazione e per la piena realizzazione del principio «innanzitutto digitale» (digital first), come da articolo 1, comma 1, lettera b), della legge n.  124 del 2015;
   il comma 1-bis dell'articolo 47 decreto legislativo 7 marzo 2005, n.  82, stabilisce responsabilità dirigenziali e disciplinari, «ferma restando l'eventuale responsabilità per danno erariale», nei casi di comunicazioni tra pubbliche amministrazioni che avvengano senza l'utilizzo della posta elettronica o in cooperazione applicativa;
   la drastica riduzione dell'utilizzo della carta all'interno delle pubbliche amministrazioni dev'essere un obiettivo primario da perseguire per la creazione di una pubblica amministrazione digitale;
   in data 19 dicembre 2015 il Governo pro tempore, nella figura del Sottosegretario Bressa, ha accolto l'ordine del giorno n. 9/03444-A/024 a prima firma Coppola in cui il Parlamento impegnava il Governo medesimo «a ridurre progressivamente gli acquisti di carta e materiale di consumo per stampanti e fotocopiatrici da parte delle amministrazioni pubbliche e le società inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n.  196, adeguando i loro processi interni al fine di programmare la completa transizione ai processi paperless e utilizzando risparmi conseguenti alla riduzione di acquisti per la digitalizzazione di archivi e per la realizzazione di sistemi documentali» –:
   quali iniziative siano state intraprese nel corso del 2016;
   a quanto ammontino la riduzione di fornitura di carta all'interno delle pubbliche amministrazioni e il risparmio ottenuto nel corso dell'ultimo anno a favore delle finanze pubbliche;
   come proceda, con quali strumenti e con quali risultati, la transizione ad un sistema paperless all'interno degli uffici delle pubbliche amministrazioni centrale e locale.
(2-01604)
«Coppola, Dallai, Gadda, Donati, Casati, Bruno Bossio, Lodolini, Menorello, Piccoli Nardelli, Galgano, Scuvera, Sbrollini, Cristian Iannuzzi, Oliaro, Catalano, Senaldi, Nicoletti, Narduolo, D'Arienzo, Antonio Martino, Tentori, Montroni, Marchetti, Mazzoli, Mattiello, Marzano, Pili, Carrozza, Barbanti, Rotta, Rubinato, Quintarelli, Dambruoso, Paglia, Martelli, Kronbichler, Ascani, Peluffo, Crimì».
(20 gennaio 2017)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   secondo la normativa vigente, il governo e la gestione del sistema di allerta nazionale sono assicurati dal Dipartimento della protezione civile e dalle regioni, dal Servizio meteorologico nazionale distribuito, dalle reti strumentali di monitoraggio e di sorveglianza e dai presidi territoriali, e da ogni altro soggetto chiamato a concorrere funzionalmente e operativamente a tali reti. Sulla base dei livelli di rischio, ogni regione provvede a determinare le procedure e le modalità di allertamento del proprio sistema di protezione civile ai diversi livelli di competenza;
   le eccezionali nevicate, unite alle scosse di terremoto dei giorni scorsi, hanno ulteriormente aggravato la situazione nelle aree terremotate del Centro Italia e determinato enormi disagi e difficoltà in vaste aree ed in comuni anche non direttamente interessati dai nuovi e vecchi eventi sismici evidenziando forti criticità, ritardi, sottovalutazioni e inefficienze nella gestione dell'emergenza. In particolare si evidenzia che i sindaci dei comuni interessati dall'emergenza neve hanno denunciato che lo stato di allerta non sarebbe scattato in tempo, causando anche ritardi dei soccorsi e rendendo gli interventi difficili se non impossibili, come nel caso dell'Hotel Rigopiano, nonostante i meteorologi avessero previsto una irruzione gelida su quelle aree. Risulterebbe poi che da giorni Meteomont, il servizio nazionale di prevenzione delle valanghe, avrebbe indicato nella zona del Gran Sasso un rischio 4 su una scala di 5, senza che sia stata emanata un'ordinanza di evacuazione;
   alle difficoltà evidenziate dalle popolazioni colpite da forti nevicate si è aggiunta l'interruzione di erogazione di energia elettrica in diverse zone del centro Italia. Secondo quanto comunicato dall'Enel, la forte ondata di maltempo verificatasi nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2017 avrebbe causato la disalimentazione dell'energia elettrica nel Centro Italia: nel solo Abruzzo di oltre 200 mila utenze, migliaia anche nelle Marche. L'interruzione dell'erogazione di energia ha interessato le utenze domestiche, gli enti locali, compresi i gestori della distribuzione dell'acqua, causando anche la mancanza di acqua in interi comuni. Tale situazione si è protratta per diversi giorni tant’è che al 24 gennaio 2017 nella sola provincia di Teramo sarebbero state ancora 14 mila le utenze senza energia elettrica e/o acqua, in una situazione in cui gli stessi cittadini sono bloccati a causa del maltempo; questa situazione sarebbe stata la causa anche di alcuni decessi, secondo quanto riportato dalle cronache giornalistiche;
   gli eventi sismici di questi giorni, uniti alla eccezionale nevicata che ha reso inaccessibili molte strade e ostacolato la circolazione e i soccorsi, hanno aggravato la situazione in cui versano centinaia di allevatori del Centro Italia, la cui attività è già stata messa in ginocchio dal terremoto che li ha colpiti nel 2016. Le disposizioni contenute nei decreti-legge varati per far fronte all'emergenza degli eventi sismici del 2016 hanno evidenziato una serie di criticità, soprattutto burocratiche, che hanno provocato molti ritardi nella realizzazione delle strutture di alloggiamento per gli allevamenti. Secondo le associazioni rappresentative è il comparto zootecnico a risentire maggiormente di questa situazione e a risultare in piena emergenza a causa della mancanza di stalle e ripari, resi inagibili dal terremoto prima e dalla neve dopo, dell'impossibilità di approvvigionamento di mangimi provocando la morte o il deperimento di centinaia di capi di bestiame;
   dal 1o gennaio 2017 è entrato nella fase esecutiva il graduale accorpamento del Corpo forestale dello Stato con l'Arma dei carabinieri che si concluderà fra circa sei mesi durante i quali i forestali seguiranno un corso di «militarizzazione». Secondo quanto riportato dall'agenzia Ansa il 19 gennaio 2017 «L'ex base operativa degli elicotteri del Corpo Forestale dello Stato di Rieti, presso l'aeroporto Ciuffelli, in piena emergenza, risulta attualmente chiusa con ben tre elicotteri fermi. Il fermo, che si protrae da giorni, sarebbe dovuto al passaggio, dopo la riforma Madia, di uomini e mezzi della Forestale ai Carabinieri e ai Vigili del Fuoco. Durante l'emergenza sisma del 24 agosto la base e il suo personale aveva garantito l'operatività con decine di interventi di soccorso nelle zone terremotate, anche a supporto delle squadre del Soccorso Alpino». Risultano fermi anche mezzi aerei nel sito di Pescara e di Roma Urbe;
   a fronte del ruolo svolto dai vigili del fuoco, costretti a spalare a mano o a raggiungere a piedi i cittadini in difficoltà, si rileva che i fondi destinati al parco mezzi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco per il 2016 (5 milioni) sono fermi al Ministero dell'interno;
   la mancanza di mezzi e strumentazione adatti ad affrontare le forti nevicate, come le turbine spazzaneve, ha provocato il ritardo di soccorsi e l'impossibilità di raggiungere diverse zone abitate –:
   se non ritenga che le vicende di questi giorni abbiano fatto emergere una palese carenza di uomini e mezzi adeguati e quali risorse intenda stanziare per sopperire a tale insufficienza;
   quali iniziative di competenza intenda avviare perché siano individuate le eventuali responsabilità a tutti livelli, a fronte delle pesanti criticità evidenziate nel sistema di gestione dell'emergenza;
   quali iniziative e quali attività siano state predisposte, prima del 15 gennaio 2017, in vista della preannunciata allerta meteo;
   quali siano le cause del blackout nell'erogazione di energia elettrica così diffuso, generalizzato e prolungato, e quale fosse lo stato della manutenzione della rete elettrica nazionale nel periodo antecedente all'evento meteorologico;
   quali iniziative urgenti di competenza intenda adottare per individuare le eventuali responsabilità sia del gestore che del distributore della rete elettrica, con il fine di evitare nuove interruzioni del servizio di erogazione di energia;
   quali dei mezzi in dotazione all'ex Corpo forestale dello Stato non siano stati utilizzati nei giorni dell'emergenza e per quale motivo;
   quanti siano i danni stimati e quali risorse, anche economiche, intenda mettere a disposizione e con quali tempi, per affrontare lo stato di calamità delle zone interessate dagli eventi descritti in premessa.
(2-01616)
«Vacca, Colletti, Del Grosso, Luigi Di Maio, Castelli, Caso, Terzoni, Massimiliano Bernini, Cecconi, Agostinelli».
(24 gennaio 2017)

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   da diversi anni ormai nella regione Puglia viene svolto il progetto regionale cosiddetto «diritti a scuola», rifinanziato con risorse del Fondo sociale europeo nell'ambito del programma operativo 2014-2020, allo scopo di «realizzare interventi per qualificare il sistema scolastico e prevenire la dispersione, favorendo il successo scolastico, con priorità per gli studenti svantaggiati»;
   il suddetto progetto è realizzato nell'ambito della frequenza delle scuole dell'obbligo della regione Puglia con ottimi risultati i termini di prevenzione e recupero della dispersione, come peraltro confermato dall'assegnazione del premio «Regiostars 2015» da parte della Commissione europea che lo ha riconosciuto quale best practise europea nell'ambito di riferimento;
   nell'ambito del suddetto progetto da tempo veniva impiegato, sulla base di convenzioni stipulate annualmente dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dalla regione Puglia, il personale docente e ausiliario, tecnico e amministrativo inserito nelle graduatorie provinciali e, in subordine, di circolo/istituto utili al reclutamento dei supplenti in ciascuna qualifica;
   coerentemente con quanto accaduto negli anni scolastici 2009/10, 2010/11 e 2011/12 in forza delle disposizioni contenute nei commi 2, 3 e 4 dell'articolo 1 della legge n.  167 del 2009, al personale scolastico destinatario degli incarichi lavorativi a valere sul progetto «diritti a scuola», viene riconosciuta la valutazione del servizio prestato;
   la valutazione del servizio negli anni scolastici successivi, a partire dal 2012/13 e seguenti, è riconosciuta in forza della previsione normativa contenuta nel comma 4-bis dell'articolo 5 del decreto-legge n.  104 del 2013, convertito dalla legge n.  128 del 2013, al personale docente all'atto dell'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento previste dall'articolo 1, comma 605, lettera c), della legge 27 dicembre 2006, n.  296, e successive modificazioni, e delle corrispondenti graduatorie di circolo/istituto e al personale Ata nelle graduatorie permanenti di cui all'articolo 554 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n.  297, negli elenchi provinciali ad esaurimento di cui al decreto del Ministro della pubblica istruzione n.  75 del 19 aprile 2001, nonché nelle graduatorie d'istituto;
   nei decorsi anni scolastici le convenzioni stipulate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dalla regione Puglia contenevano l'espressa previsione della valutabilità del servizio svolto sia a beneficio del personale docente che del personale Ata, come desumibile dal protocollo d'intesa sottoscritto da regione Puglia e Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 15 gennaio 2015 per lo svolgimento delle attività progettuali nel corso dell'anno scolastico 2014/15;
   si evidenzia che per le attività svolte nell'anno scolastico 2015/16, la convenzione stipulata da Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e regione Puglia il 16 dicembre 2015, al punto 4), fa espresso riferimento alla valutabilità del servizio svolto esclusivamente dal personale Ata prevedendo testualmente che: «Al personale ATA è riconosciuta la valutazione del servizio, ai soli fini dell'attribuzione del punteggio nelle graduatorie permanenti di cui all'articolo 554 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n.  297, negli elenchi provinciali ad esaurimento di cui al decreto del Ministro della pubblica istruzione n.  75 del 19 aprile 2001 nonché nelle graduatorie d'istituto. Al personale ATA nominato dalle graduatorie d'istituto, ai fini dell'attribuzione del punteggio, è riconosciuta la valutazione del servizio prevista dal Decreto Ministeriale 717 del 5 settembre 2014»;
   il protocollo d'intesa appena richiamato, tacendo in merito alla valutabilità del servizi svolto dal personale docente nelle graduatorie ad esaurimento e in quelle di circolo/istituto, potrebbe:
    a) determinare un'evidente ed indebita disparità di trattamento tra personale docente, che prestando servizio nell'ambito del progetto regionale, ha ottenuto negli scorsi anni la regolare valorizzazione ai fini dell'inserimento nelle cosiddette «graduatorie 24 mesi» previste dall'articolo 554 del decreto legislativo n.  297 del 1994, e personale Ata e tra lo stesso personale docente impiegato nelle stesse attività progettuali in annualità differenti;
    b) risultare sottoscritto in palese contrasto con una norma di legge che in nulla distingue le due qualifiche di personale scolastico in merito alla valutabilità del servizio svolto;
    c) determinare (cosa che sta, peraltro, avvenendo) un massiccio ricorso a contenziosi che darebbero luogo a una prevedibile soccombenza dell'amministrazione scolastica con probabile condanna alle spese che graverebbero sull'erario;
    d) penalizzare proprio il personale docente precario, destinatario delle disposizioni della legge n.  167 del 2009, ideata proprio, per sostenere le posizioni dei lavoratori della scuola che non ricevevano alcuna o scarse proposte di contratto –:
   se il Ministro interpellato non intenda assumere iniziative per modificare il dettato della convenzione sottoscritta con la regione Puglia allo scopo di ricondurre gli accordi regionali nell'alveo del rispetto delle norme di legge;
   per quale ragione il servizio prestato dal personale ausiliario, tecnico e amministrativo nell'ambito di detto progetto non debba essere considerato utile ai fini della maturazione del titolo di servizio minimo necessario per l'accesso alle graduatorie provinciali per i diversi profili della qualifica.
(2-01584)
«Pannarale, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Scotto».
(16 gennaio 2016)