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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 98 di mercoledì 16 ottobre 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,45.

  ENRICO GASBARRA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Capezzone, Carbone, Dambruoso, Dellai, Fontanelli, Gebhard, Ginefra, Giancarlo Giorgetti, Portas e Venittelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza, con lettera in data 15 ottobre 2013, il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla V Commissione (Bilancio):
   «Conversione in legge del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, recante misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica nonché in materia di immigrazione» (1690) – Parere delle Commissioni I, II, III, IV, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII e XIV.

  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Annuncio della costituzione del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

  PRESIDENTE. Comunico che il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione ha proceduto il 15 ottobre alla propria costituzione.Pag. 2
  Sono risultati eletti: presidente, la deputata Laura Ravetto; vicepresidente il deputato Giorgio Brandolin; segretario la senatrice Nadia Ginetti.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,53).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, recante disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici (A.C. 1544-A) (ore 9,54).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1544-A: Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, recante disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici.
  Ricordo che nella seduta del 15 ottobre 2013 si sono svolte gli interventi per illustrare gli ordini del giorno e il Governo ha espresso il prescritto parere.
  Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10,15.

  La seduta, sospesa alle 9,55, è ripresa alle 10,15.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1544-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1544-A).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, per semplificare i lavori sugli ordini del giorno, per quanto attiene al nostro gruppo tutte le riformulazioni proposte dal Governo vanno bene, con l'eccezione dell'ordine del giorno Carra n. 9/1544-A/16, su cui viene chiesto al Governo di rivedere la sua riformulazione. Per tutti gli altri va bene quanto proposto.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, facendo seguito all'intervento del collega Rosato, anche per quello che riguarda il nostro gruppo, tutte le riformulazioni proposte dal Governo sono accettate. Solo quelli su cui è stato espresso parere contrario poi chiederemo che vengano messi in votazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Misiani n. 9/1544-A/1, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione, ove prevista, e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Rigoni n. 9/1544-A/2 (riformulato), Minardo n. 9/1544-A/3 (riformulato), Faenzi n. 9/1544-A/4, Nastri n. 9/1544-A/5 (riformulato), Guerra n. 9/1544-A/6 (riformulato) e Barbanti n. 9/1544-A/7 (riformulato) accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Pisano n. 9/1544-A/8 accede all'invito al ritiro formulato dal Governo e non insiste per la votazione.Pag. 3
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Gianni Farina n. 9/1544-A/9, Caruso n. 9/1544-A/10 accettati dal Governo e che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cancelleri n. 9/1544-A/11, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mariastella Bianchi n. 9/1544-A/12, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Palmizio n. 9/1544-A/13, Garofalo n. 9/1544-A/14 accettati dal Governo e che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Marco Di Stefano n. 9/1544-A/15, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Carra n. 9/1544-A/16, accettato dal Governo, purché riformulato.

  DAVIDE BARUFFI. Signor Presidente, io proporrei al Governo di muoverci in questi termini: giacché si tratta semplicemente di una proroga, io credo che il Governo possa valutare immediatamente se questa proroga possa essere concessa e quindi impegnarsi in questo senso. Credo che il segnale vada dato. Che poi questo avvenga nel primo provvedimento o nel secondo o nel terzo, credo che ora importi questo elemento. Quindi proporrei al Governo di non introdurre quella dizione che ci ha proposto e, al tempo stesso, sono disposto a togliere la locuzione «nel primo provvedimento utile».

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, va bene. Allora: senza le parole «valutare l'opportunità» e direttamente «impegna il Governo a differire» e si cancella «nel primo provvedimento utile». Quindi il dispositivo sarebbe il seguente: «impegna il Governo a differire il termine previsto (...)» e via dicendo.

  PRESIDENTE. Dunque con questa nuova riformulazione prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sani n. 9/1544-A/17, accettato dal Governo.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Paglia n. 9/1544-A/18, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, posso sapere la riformulazione per cortesia ?

  PRESIDENTE. Invito il Governo a rileggere la riformulazione sull'ordine del giorno Paglia n. 9/1544-A/18.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, la riformulazione del dispositivo è la seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità a partire dalla prossima sessione di bilancio (...)» e via dicendo.

  PRESIDENTE. Ci sarebbe anche: «compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica», da come risulta a noi.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paglia n. 9/1544-A/18, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Marcon n. 9/1544-A/19 e Boccadutri n. 9/1544-A/20, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zan n. 9/1544-A/21, non accettato dal Governo.Pag. 4
  Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zan n. 9/1544-A/21, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Velo, Luigi Cesaro, Busto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  392   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  96    
    Hanno votato no  296    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lacquaniti n. 9/1544-A/22, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lacquaniti n. 9/1544-A/22, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Bellanova, Rughetti, Guerini, Damiano, Stumpo, Misuraca, Benamati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  401   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  287    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Quaranta n. 9/1544-A/23, Nicchi n. 9/1544-A/24 e Fratoianni n. 9/1544-A/25, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Lavagno n. 9/1544-A/26, accettato dal Governo, purché riformulato.

  FABIO LAVAGNO. Signor Presidente, volevo sapere se era possibile sentire la riformulazione.

  PRESIDENTE. Il Governo ci può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno Lavagno n. 9/1544-A/26 ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, la riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno Lavagno n. 9/1544-A/26 è la seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere (...)».

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lavagno n. 9/1544-A/26, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Piazzoni n. 9/1544-A/27, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Per quanto riguarda l'ordine del giorno Allasia n. 9/1544-A/28, vi è una proposta di riformulazione, che si intende accettata.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Marguerettaz n. 9/1544-A/29, non accettato dal Governo.

  RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Signor Presidente, viste le dichiarazioni fatte in Aula ieri dal Governo, ci aspettavamo almeno il tentativo di una mediazione, insomma di una riformulazione.
  Spiace che questo non sia avvenuto. Rimaniamo fermi alle cose dichiarate ieri dal rappresentante del Governo e ritiriamo l'ordine del giorno.

Pag. 5

  PRESIDENTE. Quindi l'ordine del giorno Marguerettaz n. 9/1544-A/29 è ritirato.
  Passiamo all'ordine del giorno Guidesi n. 9/1544-A/30, con il parere contrario del Governo. Prendo atto che l'onorevole Guidesi insiste per la votazione.
  Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/1544-A/30, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  413   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   17    
    Hanno votato no  396.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bossi n. 9/1544-A/31, accettato dal Governo, e che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Buonanno n. 9/1544-A/33 e Caon n. 9/1544-A/34, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Passiamo all'ordine del giorno Rondini n. 9/1544-A/35, con il parere contrario del Governo. Onorevole Rondini, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1544-A/35, non accettato dal Governo ?

  MARCO RONDINI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rondini n. 9/1544-A/35, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zaccagnini, Pilozzi, Spessotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  419   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/1544-A/36, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1544-A/37 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1544-A/37, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa, Cera, Mazzoli, Benamati, Colaninno, Centemero, Carfagna, Bergamini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  425   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   47    
    Hanno votato no  378.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Grimoldi n. 9/1544-A/38, Invernizzi n. 9/1544-A/39, Marcolin n. 9/1544-A/40, accettati dal Governo, purché riformulati. Pag. 6
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Molteni n. 9/1544-A/41, non accettato dal Governo.
  Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n. 9/1544-A/41, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Lorenzis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  424   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/1544-A/42 e Busin n. 9/1544-A/43, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Airaudo n. 9/1544-A/44, accettato dal Governo purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Airaudo n. 9/1544-A/44, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Cesa, Di Salvo, Giuliani, Labriola.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  431   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Di Salvo n. 9/1544-A/45, accettato dal Governo, purché riformulato.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, per l'economia dei lavori non ho parlato prima, parlo adesso. La motivazione per cui non accettiamo la riformulazione è la stessa. Cioè, se ho capito bene il senso della riformulazione è di sottoporre...

  PRESIDENTE. Chiedo di liberare i banchi del Governo.

  TITTI DI SALVO. ... vincolare l'accettazione di questo ordine del giorno – che parla di esodati e della soluzione strutturale del problema – ai vincoli di finanza pubblica.
  Ora, siccome nel corpo dell'ordine del giorno è indicata la fonte dalla quale quelle risorse possono essere prese, cioè si indica la differenza dei conti tra Ragioneria e INPS, dei risparmi della legge Fornero, la fonte circa 70 miliardi di euro, e siccome noi pensiamo – stiamo parlando di un decreto che destina risorse alla cancellazione dell'IMU a tutti – che bisogna invertire le priorità della finanza pubblica, secondo noi gli esodati e la cassa integrazione in deroga sono la priorità e quindi la finanza pubblica, secondo noi, deve sottostare a queste priorità invertendo l'ordine dei fattori.
  Per questa ragione non accettiamo la riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Salvo 9/1544-A/45, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 7
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  348   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   43    
    Hanno votato no  305.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Fedriga n. 9/1544-A/46 e Borghesi n. 9/1544-A/47, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Attaguile n. 9/1544-A/48, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Prataviera n. 9/1544-A/49, Villecco Calipari n. 9/1544-A/50 e Franco Bordo n. 9/1544-A/51, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Duranti n. 9/1544-A/52, accettato dal Governo, purché riformulato.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, vorrei conoscere la riformulazione.

  PRESIDENTE. Il Governo può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno Duranti n. 9/1544-A/52 ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. «Valutare l'opportunità, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica».

  PRESIDENTE. Deputata Duranti, accetta la riformulazione ?

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, non accetto la riformulazione, perché si tratta di una sperequazione tra le fattispecie di lavoratori che per motivi di lavoro abitano in un comune diverso dal proprio. Noi siamo molto d'accordo sul fatto che i lavoratori vengano aiutati quando lavorano fuori e, quindi, possano non pagare l'IMU, pensiamo, però, che non si possa fare differenza tra diverse categorie di lavoratori e, quindi, chiedo comunque di metterlo ai voti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duranti n. 9/1544-A/52, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caon, Russo, Baldassarre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  440   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  321    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/1544-A/53, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Melilla n. 9/1544-A/53, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  La Marca, Nicoletti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  436   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  332    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 8

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Placido n. 9/1544-A/54, De Menech n. 9/1544-A/56, accettati dal Governo, purché riformulati e che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sandra Savino n. 9/1544-A/55, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zanetti n. 9/1544-A/57, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fauttilli n. 9/1544-A/58, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gebhard n. 9/1544-A/60, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Alfreider n. 9/1544-A/61, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Baroni n. 9/1544-A/62, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baroni n. 9/1544-A/62, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fontanelli, Verini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  437   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  333    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cecconi n. 9/1544-A/63, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ragosta n. 9/1544-A/64, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ragosta n. 9/1544-A/64, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paolucci, Grassi, Fauttilli, Marzana...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  444   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  322.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Sottanelli n. 9/1544-A/65, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIANFRANCO LIBRANDI. Signor Presidente, accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Oliaro n. 9/1544-A/66, accettato dal Governo, purché riformulato.

  ROBERTA OLIARO. Signor Presidente, chiedo se, gentilmente, può essere letta nuovamente la riformulazione.

  PRESIDENTE. Chiedo se il rappresentante del Governo ci può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno Oliaro n. 9/1544-A/66.

Pag. 9

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Oliaro n. 9/1544-A/66 purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare l'opportunità di».

  PRESIDENTE. Onorevole Oliaro, accetta la riformulazione ?

  ROBERTA OLIARO. Sì, signor Presidente, è già contenuta nel testo.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Rossi n. 9/1544-A/67, accettato dal Governo, purché riformulato.

  DOMENICO ROSSI. Sì, signor Presidente, è già contenuta nel testo.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Crippa n. 9/1544-A/68, accettato dal Governo, purché riformulato.

  ANDREA VALLASCAS. Signor Presidente, non accettiamo la riformulazione. Noi stiamo semplicemente chiedendo il Governo si prenda carico di individuare una norma estensiva in materia di IMU relativamente agli immobili costruiti sulle strutture artificiali ubicate nel mare territoriale, in modo da portare chiarezza su un settore e risolvendo una volta per tutte la controversia giurisprudenziale tra i comuni e le società petrolifere aventi piattaforme antistanti alle coste del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Onorevole Vallascas, insiste dunque per la votazione dell'ordine del giorno Crippa n. 9/1544-A/68 ?

  ANDREA VALLASCAS. Sì, signor Presidente.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, volevo solo far presente che non è un parere contrario. Abbiamo soltanto chiesto di correggere l'espressione: «una norma imperativa» con le parole: «una norma che ci consenta di valutare», ma non è un parere contrario, giusto perché resti agli atti.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accettano la riformulazione e insistono per la votazione dell'ordine del giorno Crippa n. 9/1544-A/68, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/1544-A/68, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Vacca, Pannarale...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  445   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Baruffi n. 9/1544-A/69, Russo n. 9/1544-A/70 e Rubinato n. 9/1544-A/71, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Rizzetto n. 9/1544-A/72, non accettato dal Governo.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, la ratio dell'ordine del giorno è proporre l'abolizione della manovra Fornero e successiva «salvaguardia tranche» ribadendo Pag. 10che il MoVimento 5 Stelle non si presta al via con il lancio del salvagente ogni due mesi per tirar su categorie di esodati che voi stessi avete gettato nel mare nero della disperazione con una manovra cinica, senza gradualità, che ha creato solo gravissimi danni sociali.
  Questo sistema delle salvaguardie si configura come squallido bacino di voti, utilizzando il ricatto della speranza della salvezza. Roba da funamboli del dolore.
  Per il MoVimento 5 Stelle nessuno deve rimanere indietro. Vi invitiamo, pertanto, a votare questo ordine del giorno per impegnare il Governo ad abrogare la «porcata» Fornero, e poi vediamo chi è che davvero se ne frega dei problemi dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rizzetto n. 9/1544-A/72, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nuti, Lupo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  450   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1544-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà. Deputato Di Gioia, ha facoltà di intervenire, prego.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, le chiedo scusa per non aver ascoltato momentaneamente la sua richiesta di intervenire sul voto finale.
  Noi quest'oggi stiamo approvando un decreto importante, un decreto che, per la parte di cui abbiamo discusso fino ad oggi, riguarda il non pagamento della prima rata dell'IMU, ma esso non contiene semplicemente la questione dell'IMU. Credo che debba essere considerato nel suo insieme, occorre capire le condizioni che si stanno sviluppando e fare anche, poi, una piccola analisi economica su come si inciderà, nel prossimo futuro, sul disegno di legge di stabilità, che è stato presentato ieri dal Governo.
  Come dicevo, questo decreto contiene alcune questioni importanti, come, per esempio, la proroga della cassa integrazione in deroga, le questioni che riguardano le difficoltà economiche e sociali che i cittadini italiani stanno attraversando, ed è per questo che io credo che il Governo abbia fatto bene ad inserire delle somme che riguardano, appunto, le questioni degli sfratti e di coloro i quali non sono in grado di poter pagare gli affitti.
  C’è un problema che riguarda, in buona sostanza, tutta una serie di interventi sul sociale, che mettono in condizione i cittadini italiani di poter guardare con più attenzione e fiducia al futuro.
  Vi è poi il problema dell'IMU, di cui ci rendiamo perfettamente conto. Sento parlare di un Governo di coalizione, non più di larghe intese.
  Ma vorrei sottolinearlo con determinazione e convinzione: ormai vi è una maggioranza politica che è diversamente raffigurata dalla maggioranza numerica, che ha sostenuto con forza affinché l'IMU venisse ad essere eliminata per tutti e, quindi, anche per coloro i quali hanno disponibilità economica, per coloro i quali hanno la possibilità di pagare questa patrimoniale sulla casa.Pag. 11
  Noi crediamo che sia stato sbagliato, lo diciamo con estrema convinzione, perché crediamo che coloro i quali hanno la possibilità di pagare le imposte, con riguardo anche ad un certo tipo di progressività, abbiano il dovere di contribuire al sistema del nostro Paese. E non è giusto che vengano ad essere equiparati a coloro i quali non hanno nulla, a quel ceto medio e, ovviamente, a quel ceto sotto al ceto medio, che ha difficoltà, giorno dopo giorno, ad intervenire sulle questioni di carattere familiare e su quelle di carattere sociale.
  Ecco perché abbiamo sostenuto con grande determinazione tutti coloro i quali hanno presentato emendamenti affinché quelle abitazioni che avevano un rendita catastale superiore a 750 euro potessero pagare regolarmente l'IMU sulla prima casa. E siamo convinti che all'interno del disegno di legge di stabilità, che è stato presentato ieri, dobbiamo fare una grande battaglia, augurandoci che ci sarà un grande consenso in Parlamento, al di là di quelle che possono essere, ovviamente, le situazioni di carattere politico e, quindi, di scelte che vengono ad essere fatte come mediazione all'interno di questo Parlamento, in virtù di una coalizione di Governo. Si possa avere la grande ragionevolezza di capire come 2 miliardi e 400 milioni non possono essere tolti dalle casse dello Stato per non far pagare anche coloro i quali hanno la possibilità di pagare.
  Dobbiamo riequilibrare il sistema, dobbiamo fare in modo che chi più ha contribuisca alla crescita di questo Paese, pagando. Dobbiamo fare in modo che coloro i quali non hanno – e mi riferisco ai più deboli di questo Paese – possano avere la capacità di pensare con grande determinazione che vi può essere un futuro, che vi può essere un'equità, che vi è, appunto, un'equità fiscale e un'equità sociale, che consente ai più deboli di sperare in un Paese migliore. E dobbiamo farlo con grande convinzione, perché, in questo periodo, in questi anni, in questo Paese, si è determinato uno squilibrio maggiore, dove coloro i quali avevano di più hanno avuto sempre di più, tanto è vero che la ricchezza è mantenuta nel 10 per cento di coloro i quali detengono il 50 per cento della ricchezza di questo Paese. Ecco, dobbiamo cambiare questo tipo di indirizzo, dobbiamo fare in modo che vi sia una redistribuzione diversa, dobbiamo fare in modo che chi più ha paghi in proporzione a quello che ha, dando, appunto, una mano a coloro i quali sono i più deboli.
  Io credo che dobbiamo discutere di questo. Poi, nella prossima legge finanziaria, o legge di stabilità, come oggi abbiamo appreso anche dai giornali, vi è una condizione che riguarda le tasse locali, questo accorpamento delle tasse sui servizi, che prevede anche il pagamento per quanto riguarda gli immobili. Credo che dobbiamo fare un ragionamento compiuto, sapendo sicuramente che vi sono delle difficoltà economiche, ma sapendo che vi sono degli sprechi.
  Noi abbiamo già sostenuto, in alcune discussioni precedenti, e su cui il Governo si deve impegnare, che non è possibile che questo Paese, che questo Governo non tagli 250 tra società pubbliche, enti pubblici, società partecipate con consigli di amministrazione, con coloro i quali, realmente, incidono sulla spesa pubblica; altro che costo della politica ! Io credo che bisogna guardare lì gli sprechi che ci sono e non soltanto eliminare i consiglieri provinciali che, peraltro, abbiamo già eliminato; sicuramente bisogna chiuderle, bisogna eliminare le province, bisogna, in buona sostanza, nel momento in cui andiamo a discutere la spending review, guardare con attenzione a quelle che sono le spese vere e quindi intervenire sulla spesa corrente primaria, cosa che già si è avuta, devo dire, con un primo intervento, anche con questo provvedimento; ma occorre incidere di più su tutte quelle lobby che esistono all'interno di questo sistema per fare in modo che vi sia la possibilità di recuperare e creare più equità, più certezza, soprattutto per i giovani, per le famiglie più deboli, e costruire sicuramente un futuro diverso, un futuro di crescita, un futuro di occupazione, un Pag. 12futuro che dia ai giovani una possibilità di esserci. Certo, restando all'interno di quello che è il patto che abbiamo responsabilmente sottoscritto con l'Europa, nel limite del 3 per cento tra deficit e prodotto interno lordo, ma sapendo, comunque, che vi è la possibilità di intervenire, sapendo, comunque, che vi è la possibilità di costruire, e di questo io sono convinto, e sono profondamente d'accordo con coloro i quali hanno detto che questo Paese negli anni passati ha avuto troppi interventi di antibiotici.

  PRESIDENTE. Deputato Di Gioia, concluda.

  LELLO DI GIOIA. Mi avvio a concludere. Oggi dobbiamo arrivare alla fase della crescita, alla fase dello sviluppo, alla fase del dare certezze, e credo che questo Governo nel momento in cui imposta questa linea possa dare queste risposte che i cittadini si aspettano, cioè dare risposte ai più deboli e fare in modo che coloro i quali hanno di più paghino regolarmente quelli che sono gli interventi per fare sviluppare questo Paese !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

  RENATE GEBHARD. Signor Presidente, come minoranze linguistiche siamo intervenuti in Commissione e in Aula con attenzione agli obiettivi immediati del decreto-legge a legislazione vigente e nella prospettiva indicata dal Presidente del Consiglio nelle sue dichiarazioni programmatiche. Una strutturale riforma del sistema di imposizione sul patrimonio immobiliare, la cancellazione per il 2013 del pagamento della prima rata e, con ulteriore provvedimento, la sospensione della seconda rata, infatti, sono misure urgenti al fine del sostegno dei redditi familiari e delle politiche abitative che potranno avere effetti positivi a regime esclusivamente con una generale revisione della disciplina delle imposte immobiliari, riforma che abbia quale priorità la prima casa e i fabbricati funzionali all'attività di impresa. Nel merito del provvedimento ringraziamo il relatore Causi e il Governo per aver affrontato e risolto finalmente l'annosa questione della valenza retroattiva del carattere di ruralità dei fabbricati ai fini ICI, molto sentita nei nostri territori.
  Al contempo, apprezziamo l'impegno che il Governo si è assunto con la previsione di una proroga per gli enti locali delle autonomie speciali che devono adeguare i propri ordinamenti alle disposizioni statali in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio, tenuto conto che esse sono state coinvolte in tale processo solo in un secondo momento. Manteniamo, tuttavia, forti perplessità in ordine alla riproposizione del meccanismo degli accantonamenti per il rimborso IMU ai comuni delle regioni e delle province a statuto speciale dotate di autonomia finanziaria, in quanto tale artificio è privo di fondamento costituzionale ed è stato già ripetutamente impegnato e anche con questo decreto-legge continuerà ad esserlo.
  Con la legge di stabilità per il 2014, che avrà valore pluriennale, il Governo ha dimostrato di assumere almeno in parte impegni di finanza pubblica e di politica fiscale che rendono possibile intervenire a sostegno delle famiglie e delle imprese, in primo luogo delle piccole e medie imprese artigianali, alberghiere e agricole, con particolare attenzione al cuneo fiscale e a misure di detassazione per chi assume.
  Soltanto in questo contesto la priorità oggi attribuita alla cancellazione dell'IMU per il 2013 avrà effetti coerenti con la generale necessità di intervenire sostanzialmente e senza ulteriori vincoli o rinvii, al fine di sostenere la crescita.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, già dalla legge salva Italia del 2011 è stato chiaro che l'IMU in essa contenuta era un'imposta particolarmente non solo gravosa Pag. 13per i cittadini, ma anche abbastanza approssimativa e incompleta, con dei limiti che poi si sono palesati nel momento in cui è stata applicata.
  In particolare, essa ha fallito ampiamente nelle aspettative. Si riproponeva di rimodificare e riscrivere in modo radicale quelle che erano le imposte municipali sugli immobili, invece ci siamo ritrovati con la vecchia ICI con un nome cambiato e con almeno quattro aspetti peggiorativi. Innanzitutto i presupposti di questa tassazione, che almeno per il 2012 hanno visto tassata la prima casa e le pertinenze, cosa che era esclusa dalla precedente imposta; inoltre, aliquote più pesanti a gravare sui contribuenti, basi imponibili più ampie per la rivalutazione delle rendite e l'aumento dei moltiplicatori, cosa che ha reso ancora più ingiusta questa imposta, visto che si basa su delle rendite catastali che sono palesemente non corrispondenti ai reali valori del mercato immobiliare italiano.
  Ma poi quello che vogliamo sottolineare è che la destinazione di questo gettito, di questa imposta che si chiama municipale non va direttamente e totalmente ai comuni; in buona parte va direttamente allo Stato, e questo la trasforma in una specie di farsa o di imbroglio.
  Le modifiche poi apportate da questa maggioranza sono state dettate più dalla necessità di trovare degli equilibri politici e delle quadrature nella maggioranza e dalla ricerca di vantaggi elettorali, piuttosto che dall'ambizione di riscrivere finalmente questa e tutti gli altri tributi locali che aspettano di essere rivisti in modo complessivo. Questo nonostante le promesse che sono state fatte a maggio, quando è stata sospesa la prima rata dell'IMU, promesse che prevedevano di riscrivere i tributi locali entro agosto di quest'anno: promessa non mantenuta, come molte altre di questo Governo. Siamo cioè (nonostante l'abrogazione della prima rata) ancora nell'ambito e nella logica del rinvio e dell'incoerenza anche di questa legge, visto che per alcune fattispecie, come per i magazzini delle aziende costruttrici, si prevede l'abolizione o l'esclusione della seconda rata, ma è previsto il pagamento della prima; per le cooperative edilizie a proprietà indivisa si prevede l'esclusione dell'IMU nel 2014, ma si prevede il pagamento per il 2013, cioè una generale confusione. Ma quello che è più grave è che siamo ancora in attesa della definizione della seconda rata che – per inciso – scade fra meno di due mesi e questo lascia i comuni e i cittadini, ma soprattutto i comuni, nell'incertezza più assoluta, tanto è vero che è stato concesso ai comuni di approvare il bilancio di previsione del 2013 entro il 30 novembre di quest'anno. Visto che i comuni sono aziende, sappiamo che le aziende i budget li fanno entro ottobre generalmente, ma dell'anno prima, non dell'anno in corso. È un'assurdità che vogliamo sottolineare.
  Ma quello che è ancora più grave, e che noi come Lega Nord e Autonomie vogliamo sottolineare, è che con questa imposta sono state affossate e tradite le istanze federaliste. I comuni che sono i principali beneficiari, anche se non gli esclusivi beneficiari di questa imposta, sono stati completamente ignorati nel processo sia di scrittura sia di riscrittura dell'imposta. L'IMU è apparsa subito come un problema nazionale, ancor peggio un problema partitico, gestito centralmente senza tenere in nessun conto le autonomie.
  Inoltre è stata abolita l'IMU sulla prima casa, quindi rimane l'IMU sulla seconda casa e sui fabbricati e quindi, in genere, sui non residenti.
  Questo è un passo indietro molto deciso nel processo di responsabilizzazione delle amministrazioni locali, secondo il principio federalista del «vedo, pago e voto». Inoltre, l'IMU sui fabbricati di classe D è destinata direttamente allo Stato, trasformando in questo modo i sindaci in semplici gabellieri che raccolgono le imposte per conto altrui; e, ci preme ricordare, che questi capannoni, questi famosi immobili, accatastati in classe D, la cui IMU, la cui imposta è consistente perché si parla di 8 miliardi, quindi una buona fetta di questa imposta è pagata soprattutto da quelle Pag. 14zone più produttive del Paese che noi rappresentiamo dove esistono questi capannoni con una certa densità.
  Si è voluto, quindi, ancora una volta, far pagare al nord, la parte più produttiva del Paese, questa imposta e non lasciarla sul territorio ma portarla direttamente nelle casse dello Stato.
  Le imprese, anche in questa fase, sono state completamente dimenticate, imprese a cui affidiamo quelle flebili ormai speranze di crescita del nostro Paese, di aumento dell'occupazione; anche in questo caso il Governo ha contribuito a peggiorare, se vogliamo, le cose, le condizioni per le imprese, scoraggiandole nella loro volontà di investire e di assumere.
  Intanto, confermando, nonostante le nostre proposte emendative l'aumento dei moltiplicatori da 60 a 65, lasciando questa imposta che è molto consistente e gravosa per le aziende indeducibile dai redditi di impresa, nonostante l'illusione durata un notte, quando dal primo testo rilasciato dal Consiglio dei ministri era prevista almeno la deduzione del 50 per cento di questa imposta dal reddito, durata una notte e poi sparita – non se ne è più saputo nulla –, rimane l'aumento dell'imposta, rimane l'aumento dei moltiplicatori e quindi indirettamente anche un peggioramento delle imposte sul reddito visto che non è deducibile.
  Quindi, in questo provvedimento, nessun segnale che potesse favorire o che potesse in qualche modo rendere più facile l'aggancio alla ripresa che cominciamo ad intravedere. Ma c’è di più, nelle clausole di salvaguardia, che potrebbero diventare molto concrete vista l'improbabilità delle fonti messe in entrata, si prevede addirittura un ulteriore aumento dell'anticipo IRES e IRAP, oltre a quello che abbiamo già visto con il decreto-legge n. 76 che, per inciso, ha provocato un prestito forzoso da parte delle aziende a favore del Governo di 900 milioni di euro.
  In tutto, dall'inizio dell'anno, le imposte sul reddito di impresa sono aumentate del 7,5 per cento, per un totale flusso aggiuntivo nelle casse dello Stato di un miliardo e 320 milioni, sempre a carico delle aziende, sempre a carico del settore produttivo.
  Poi non dimentichiamoci la TARES, perché l'applicazione della TARES è stata soprattutto penalizzante per gli esercizi commerciali, per i ristoratori, per settori comunque nell'ambito delle aziende private che già soffrivano una grave crisi. Una parentesi è giusto farla per la TARES perché, nonostante i proclami e nonostante quanto era contenuto nel testo non emendato, poi alla fine con un emendamento si è tornati al punto iniziale, si è detto ai comuni: «fate un pò quello che volete, basta che ci pagate i 30 centesimi, che vengono a noi, al metro quadro in ogni immobile». Questo è stato un atto di grave ingiustizia per cui i comuni virtuosi che sulla base del decreto hanno provveduto ad applicare la TARSU, si sono presi gli strali da parte dei cittadini e dei contribuenti e che ancora una volta si sono visti, diciamo, smentiti nella loro volontà etica di rispettare la legge, da un Governo che all'ultimo momento cambia le regole in un tema come quello della tassazione dove ci vorrebbe l'assoluta certezza.
  Per quanto riguarda le coperture, poi, anche qui si è dimostrato in modo evidente tutto l'affanno e tutta l'improvvisazione di questo Governo e i limiti della sua azione.
  Vogliamo sottolineare i tagli lineari fatti ai Ministeri senza nessun criterio che abbia un senso e che sia spiegabile, semplicemente i soliti tagli lineari un po’ a tutti, per non scontentare nessuno e per scontentare tutti alla fine, e le smobilizzazioni senza tener in minimo conto quello che sarebbe invece risolutivo per le casse dello Stato, cioè riesumare quelli che sono colpevolmente dimenticati, costi standard e fabbisogni standard, contenuti negli otto decreti attuativi del federalismo fiscale. Per non parlare di altre fonti di finanziamento contenute nel provvedimento, come l'aumento degli alcolici, dei tabacchi, dei prodotti energetici ed altro.
  Chiudo, Presidente, e chiudendo voglio ricordare una grave ingiustizia, che noi denunciamo in ogni momento e denunciamo Pag. 15in questo caso perché si parla di IMU, che è quella delle case fantasma, scoperte dall'Agenzia delle entrate, comunicate di recente: un milione e duecentomila unità immobiliari sconosciute al catasto, su due milioni e 200 mila, cioè più della metà, sempre concentrate nelle solite parti del Paese e che rendono questa imposta non solo odiosa, ma anche profondamente ingiusta.
  Noi invochiamo il Governo e la sua responsabilità di provvedere a risolvere questa grave ingiustizia perché non è tollerabile che un'imposta, fatta sugli immobili che sono assolutamente evidenti e rilevabili con gli strumenti a disposizione delle amministrazioni locali, vengano ignorati in una fetta così consistente.
  Chiudo per dichiarare che la Lega Nord sia asterrà su questo voto. Nonostante quanto detto e tutte le critiche rivolte al provvedimento e al modo di procedere, pensiamo che in un Paese in cui la pressione fiscale è così elevata, come in Italia, qualsiasi iniziativa che sia volta a diminuire la pressione fiscale sia da salutare comunque in modo positivo, soprattutto sulla prima casa, visto che questa è il bene irrinunciabile per i cittadini, a cui appunto questi tengono molto, compresi i cittadini italiani che noi vogliamo rappresentare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maietta. Ne ha facoltà.

  PASQUALE MAIETTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci apprestiamo oggi a votare la conversione del decreto-legge con il quale è stata disposta, tra le altre misure, l'abolizione della prima rata dell'imposta municipale propria sulle prime case per quest'anno. Parlo della prima rata perché la seconda è ancora nelle intenzioni – buone intenzioni – ma per ora solo questo.
  L'abolizione della prima rata dell'IMU è certamente una buona notizia per le famiglie italiane e dovrebbe costituire – come a più riprese è stato sostenuto – una vera boccata di ossigeno. Purtroppo, nei fatti, non sarà così. Non sarà così perché, nel frattempo, è aumentata l'IVA; non sarà così perché abbiamo appreso proprio ieri dai giornali che la prossima legge di stabilità che sta per essere approvata dal Consiglio dei ministri porterà con sé la TRISE, acronimo che sta per tassa rifiuti e servizi, e che sostituirà l'IMU, la TARES e anche l'istituenda service tax. La nuova tassa, a quanto pare, sarà articolata in due componenti: la prima, a copertura dei costi per la gestione dei rifiuti solidi urbani e destinata a essere più alta che in passato perché dovrà coprire per intero i costi di raccolta, e la seconda, a fronte dei costi relativi ai servizi indivisibili di comuni, come ad esempio l'illuminazione e le strade, che dovrà essere pagata anche dagli affittuari.
  Sarà introdotta l'ennesima nuova tassa quindi, mentre nulla è stato fatto nel senso della riforma complessiva della tassazione immobiliare, che grava oggi pesantemente sia sui privati, che devono effettuare una compravendita, sia sulle imprese costruttrici, e che rappresenta l'unico vero intervento da fare, che sia in grado davvero di far guadagnare al settore immobiliare quel ruolo trainante, che ha tradizionalmente sempre svolto nella nostra economia. E ancora nulla è stato fatto nel rispetto della spesa pubblica, il cui taglio continua ad essere delegato a commissioni e a super commissari, senza poi mai essere realizzato.
  I dati del Ministero dell'economia e delle finanze ci dicono che tra luglio e agosto di quest'anno il fabbisogno è cresciuto di ben 15 miliardi, un dato a dir poco allarmante, non ultimo se si considera il suo impatto sul rispetto del rapporto deficit/PIL, impostoci da Maastricht.
  Gli stessi dati ci dicono che anche la pressione fiscale è salita al record di 43,8 per cento del PIL ma che continua a riguardare solo alcuni, se è vero com’è vero, visto che le cifre sono date proprio dall'Agenzia delle entrate, che in Italia l'evasione fiscale ammonta a 100 miliardi di euro. Una spesa pubblica che ha pagato e paga il prezzo di scelte di politica Pag. 16economica, fiscale e previdenziale compiute negli scorsi decenni e che hanno favorito alcuni pochi rispetto a moltissimi altri. Qui l'esempio più eclatante, quello delle cosiddette pensioni d'oro, superiori anche a venti volte il minimo INPS, erogate in base al metodo retributivo, vale a dire in realtà sulla base di un meccanismo pensionistico che liquida al contribuente più di quanto da lui versato nell'arco della sua vita professionale. Per abolire questo anacronistico privilegio Fratelli d'Italia si batte e si batterà ed abbiamo presentato una proposta di legge in materia della quale attendiamo la prossima calendarizzazione ed abbiamo anche annunciato proprio ieri in un articolo di un quotidiano nazionale che la stessa Corte costituzionale, massimo organo di tutela del nostro ordinamento, si macchi di prassi tese ad ottenere il massimo beneficio rispetto al trattamento pensionistico del quale godranno i suoi membri, assegnando a ciascuno di essi, a turno, la presidenza dell'organo, anche laddove questo significhi che nessun mandato di presidente della consulta duri in carica tre anni, come invece previsto dalla normativa di riferimento. Andrebbero operati ripensamenti strategici su cui intervenire in materia di politiche fiscali, cercando di alleviare il peso che grava sui contribuenti onesti a danno di quelli che evadono e dell'incredibile macchina mangia soldi che è la pubblica amministrazione in tutte le sue espressioni. Andrebbe forse presa in considerazione la proposta che ha fatto Fratelli d'Italia di fissare un tetto alle tasse in Costituzione, al fine di garantire che non siano i cittadini a soccombere davanti all'ingordigia del loro stesso Stato e andrebbe forse anche finalmente attuata una seria politica di sostegno alle famiglie in ambito fiscale attraverso l'adozione di norme che tutelino in modo efficace le famiglie numerose, i nuclei i familiari con figli a carico, come anche auspicato in una recente dichiarazione del Presidente del Consiglio. Allora, visto che siamo alla vigilia dell'introduzione di una nuova imposta, la Trise, appunto ci auguriamo che questo possa rispettare le indicazioni appena esposte ed annunciamo sin d'ora che ci batteremo in questo senso. Tornando alle norme contenute nel decreto, vorrei evidenziare invece che apprendiamo con soddisfazione che è stata recepita una norma che era stata introdotta con un emendamento da parte di Fratelli d'Italia nel corso della discussione del precedente decreto volta a garantire le forze di polizia e le Forze armate che sono destinate a vivere fuori dal proprio comune di residenza e a non pagare l'IMU sulla casa che è nel loro luogo di residenza. Questo perché da un lato allevia già il loro peso di vivere spesso lontano dai propri cari e spesso lontano dal proprio luogo di residenza. Quello che invece ancora manca è una previsione normativa che permetta di sostenere lo sforzo delle nostre realtà produttive, che andrebbero esonerate dal pagamento dell'IMU rispetto agli immobili strumentali all'esercizio dell'impresa o dell'attività agricole, ma che in alternativa a questa misura, se proprio non fosse realizzabile, dovrebbero quanto meno godere di un regime agevolato. Le aziende, le imprese e le società agricole che in questo momento di crisi economica per il Paese riescono a mantenere la propria attività e soprattutto continuano a garantire i posti di lavoro dei propri addetti vanno a nostro avviso certamente salvaguardate e protette, ma questo non sembra essere il punto di vista del Governo, il quale seppure a parole abbia fatto grandi promesse, alla prova dei fatti si sta rivelando alquanto deficitario. Per quanto attiene invece alle disposizioni in materia di sostegno alle politiche abitative, valutiamo con favore quanto contenuto nel decreto-legge in esame, in particolar modo con riferimento al rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, un tema che Fratelli d'Italia aveva sollevato poco tempo fa nel corso del question time in Aula. In termini generali – e qui parliamo anche del Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa, del Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa e del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli – in questa difficile fase economica Pag. 17il problema della casa costituisce per strati estesi della popolazione uno dei principali fattori di disagio e di criticità. Accanto alle richieste di alloggi in affitto a canone moderato proveniente dalle categorie sociali tradizionalmente svantaggiate, quali disoccupati, lavoratori precari, pensionati e immigrati, che da sempre hanno cercato nell'edilizia pubblica una risposta al problema abitativo, stanno infatti emergendo nuovi fabbisogni manifestati da anziani, studenti, disabili, giovani coppie, famiglie monoreddito, nuclei familiari monogenitoriali.
  È evidente che le misure qui previste coprono un arco temporale ben limitato, il biennio 2014-2015, mentre sarebbe necessario che assumessero carattere strutturale, ma, ciò nonostante, reputiamo questo inizio un buon inizio, esattamente come le altre misure previste rispetto alle politiche abitative, come l'intervento della Cassa depositi e prestiti per permettere agli istituti di credito di erogare nuovi finanziamenti espressamente destinati a mutui su immobili residenziali da destinare all'acquisto dell'abitazione principale, nonché la proroga di tre anni dell'agevolazione dell'imposta di registro ridotta all'1 per cento in favore delle imprese che hanno acquistato un bene immobile su un terreno edificabile o edificato situato in aree comprese in piani urbanistici diretti all'attuazione di programmi di edilizia residenziale.
  In conclusione, Presidente, pur con tutti i nostri dubbi, avremmo espresso voto favorevole a questo provvedimento, in quanto, seppur con i limiti che abbiamo detto, apprezziamo e sosteniamo la scelta dell'abolizione della prima rata dell'IMU, che era contenuta anche nel nostro programma elettorale...

  PRESIDENTE. Deputato, concluda.

  PASQUALE MAIETTA. ... perché, da un lato, determina una riduzione della pressione fiscale che grava sui contribuenti, dall'altro, tutela la prima casa, il principale patrimonio delle famiglie italiane.
  Ma non possiamo e non vogliamo renderci complici di un inspiegabile ulteriore regalo di ben altri 100 milioni di euro che questo Governo ha dato ai gestori dei giochi, che, evidentemente, dispongono in questo Esecutivo di santi in paradiso, sulla cui identità ci riserveremo di fare chiarezza nel prosieguo della legislatura. Pertanto, annunciamo che esprimeremo voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, noi voteremo contro questo provvedimento per la ragione molto semplice che non ci avete convinto. Noi abbiamo provato, con coerenza e serietà, a stare dentro un dibattito che è vissuto nel Paese, nelle sue articolazioni, in questo Parlamento, che ci aveva fatto sperare che, tanto era grande l'errore che muoveva questo decreto, l'abolizione tout court dell'IMU per tutti sulla prima casa, che vi si sarebbe posto rimedio.
  Ci abbiamo sperato quando abbiamo sentito il Premier Letta evocare una nuova maggioranza politica, perché abbiamo creduto che la fine del ricatto di Berlusconi potesse manifestarsi da subito in una scelta che di quel ricatto era il simbolo. Forse il ricatto continua, forse non era tale, ma condiviso, forse Berlusconi non è uscito di scena, ma fatto sta che nulla è cambiato e tutti gli emendamenti della maggioranza volti a migliorare la legge sono via via caduti, senza colpo ferire.
  Sono rimasti solo i nostri e alla fine, ovviamente, sono stati sconfitti. Ma io sono orgoglioso, oggi, in quest'Aula, di poter dire che Sinistra Ecologia Libertà è rimasta l'unico partito italiano a ritenere che, nelle attuali condizioni del Paese, se una persona appartiene al 20 per cento più ricco della popolazione, che in Italia è molto ricco, persino troppo per essere paragonato all'altro 80 per cento, può permettersi di pagare un'imposta anche sulla prima casa.
  Gli altri, solo gli altri, quelli che una volta chiamavamo ceto medio – cosa che Pag. 18oggi non possiamo più fare, tanto si sono impoveriti – devono avere l'IMU cancellata, perché, in quel caso, non si tassa un patrimonio, ma il risparmio di una vita di lavoro.
  D'altronde, non siamo certo noi ad aver cambiato idea, ma chi ha fatto la campagna elettorale da nostro alleato su queste posizioni e che ha introdotto questa tassa nella scorsa legislatura, individuandola come tassello fondamentale per la stabilità della finanza pubblica, che, evidentemente, oggi ha cambiato idea.
  Soddisfatti, oggi, fino in fondo, potranno essere le destre e il MoVimento 5 Stelle, che hanno fatto di questa ipotesi un cavallo di battaglia e oggi possono incassare; qualcuno di loro, peraltro, fingendo persino di farvi opposizione, magari lamentandosi di come erano stati trovati questi 2,4 miliardi di euro, ma guardandosi bene, in fondo, dal presentare un emendamento che trovasse queste coperture alternative.
  Noi no, perché crediamo fermamente che dalla crisi si possa uscire solo rimettendo al centro della politica il grande tema dell'uguaglianza e perché crediamo che questo non si possa nemmeno immaginare se non si comincia dalla banalità di prendere i soldi dove ci sono, per restituirli a chi ha pagato da solo quando ce n'era e ha continuato a farlo anche quando non ce n'era più.
  Noi per questo vogliamo la patrimoniale, come risarcimento per ciò che non si è dato negli anni in cui la ricchezza si concentrava e come stimolo a rimettere in movimento una ricchezza immobilizzata che oggi non contribuisce ad alimentare la ripresa e lo sviluppo del Paese, ma si perde nella rendita. Il Governo oggi parte invece dallo smantellare un pezzo della patrimoniale spuria che c'era, e lo fa con l'idea di coprirla il prossimo anno con un nuova tassa che si annuncia ancor meno progressiva per il solo fatto di essere dovuta anche dagli inquilini. Parliamo ovviamente della service tax, oggi ribattezzata. Intanto avete aumentato l'IVA, vi apprestate a farlo di nuovo, stavolta per i beni di prima necessità, e aumenterete anche la benzina, perché questo decreto non ha coperture, se non quelle della clausola di salvaguardia che, appunto, si traduce nella benzina. A questo proposito voglio ricordarvi che di recente avete approvato un nostro ordine del giorno sull'accisa mobile, e sarebbe il momento di ricordarsene e tradurlo in atti normativi, prima che questo combinato disposto di accisa e IVA si traduca in un salasso per le famiglie italiane. Devo dire che le sentinelle antitasse del PdL 1 e del PdL 2 hanno in comune il fatto di addormentarsi in servizio, visto quello che sta passando sotto il loro naso. Ma l'impressione è che il loro interesse non sia elevato, perché dopo tutto quelle che aumentano sono le tasse sulla povera gente, mentre quelle che se ne vanno sono le tasse sui patrimoni e sulle rendite, e quindi va bene così, per chi ha fatto della difesa di patrimoni e rendite la ragione della sua vita politica. Poi tuttavia non vi si dovrebbe fare troppe domande sul perché la domanda interna di questo Paese sia crollata, e così la sua produttività, se è vero che non si trova un euro per detassare seriamente lavoro e investimenti finalizzati alla maggiore e migliore occupazione, mentre ci si attiva subito per difendere la proprietà di case del valore di milioni di euro. D'altronde questo è un decreto rivelatore della mentalità di questo Governo. È stato presentato come tax free ed è invece pieno di tasse nascoste. Nelle conclusioni, la famigerata clausola di salvaguardia, e nel contesto, l'IVA già aumentata e la manovrina che aspettiamo. E poi ha due facce: la prima sono gli articoli iniziali, quelli sull'IMU, appunto, che assorbono la gran parte delle risorse; la seconda sono gli articoli successivi che riguardano tutti, proprio tutti, i maggiori problemi sociali del nostro Paese, e lì ci sono le briciole. Parliamo di cassa integrazione in deroga, esodati, persone a vario titolo private del diritto ad abitare o comunque a serio rischio di perderlo. Per la cassa integrazione in deroga c’è una dotazione ancora apertamente insufficiente e siamo a metà ottobre, e stiamo parlando di lavoratori che vengono lasciati in una situazione di Pag. 19incertezza insostenibile. Gli esodati continueranno a essere ricondotti a frazioni all'interno dello Stato di diritto, quello in cui teoricamente tutti dovremmo vivere secondo la nostra Costituzione, quello in cui io, se metto in gioco il bene più prezioso, il lavoro, perché ho fatto un patto con lo Stato, posso vivere con serenità, perché so che quel patto sarà rispettato. E invece no. E io continuo ad essere incredulo che questa vergogna nazionale non venga percepita da tutti come tale, e anche stavolta ci si rifiuti di trovare una soluzione definitiva per tutti. Perché un'altra soluzione non può esistere in un Paese civile che rispetta i diritti acquisiti dei lavoratori. Per la casa poi non c’è nulla, nulla, se si esclude l'intervento a supporto delle banche di Cassa depositi e prestiti, che è importante, ma non esce da una dinamica di mercato. E il problema è che il problema è nel mercato, perché nel mercato sempre più cittadine e cittadini non riescono più a starci, non riescono a coprire gli affitti o le rate del mutuo e vivono quotidianamente il dramma di sfratti o pignoramenti oppure semplicemente rinunciano, per mancanza di reddito, a cercare una casa. E infatti la forma di cohousing più diffusa in Italia continua a essere la coabitazione con i genitori. Per tutti questi, che dovrebbero essere al centro della nostra attenzione, ci sono risorse insufficienti, per non dire ridicole, come sa chi abbia amministrato anche solo un piccolo comune e conosca quella che è l'entità reale del problema casa. Ma la questione purtroppo non si risolve con emendamenti improvvisati che fingono di trovare cifre importanti con soluzioni anche stravaganti. Il problema si risolve cambiando l'ordine delle priorità politiche, lo sguardo sull'Italia e sull'Europa; si risolve rimettendo al centro il lavoro, l'uguaglianza e la giustizia sociale. Il problema si risolve cambiando Governo e maggioranza, perché dovrebbe ormai essere evidente anche ai ciechi che quelli attuali non metteranno mai al centro i problemi che noi proviamo ad inserire nell'agenda. Non è una questione di cattiveria, non è una questione morale, ma di scelte politiche, che questo decreto purtroppo delinea con chiarezza. Questo Governo decide di far pagare, in fondo, la crisi a chi ha sempre pagato, a chi sostiene l'Italia con il lavoro e le tasse da quando esiste la Repubblica e forse anche da prima. Sollevare anche dall'impiccio di un sacrificio minimo chi ha grandi patrimoni, pure quel 10 per cento che possiede il 50 per cento della ricchezza nazionale, ottiene grandi rendite e le tasse, forse, non le ha neppure mai pagate fino in fondo. Questa è l'altra faccia del decreto. Con queste premesse, che io sfido chiunque a contestare, io non mi stupisco affatto del nostro voto contrario; la trovo una cosa naturale, ovvia e scontata. Mi chiedo, però, come qualcun'altro possa dare un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 11,30)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetti. Ne ha facoltà.

  ENRICO ZANETTI. Signor Presidente, l'oggetto principale, ancorché non esclusivo, di questo decreto è racchiuso nell'articolo 1, l'abrogazione della prima rata dell'IMU, in precedenza sospesa. Questo è il primo aspetto su cui va richiamata l'attenzione, perché ancora non c’è chiarezza circa lo stato attuale della legislazione in relazione alla tanto controversa IMU.
  Ad oggi l'IMU non è abrogata, non solo per tutti, ma non è abrogata per nessuno. Questo decreto abroga la prima rata, il che vuol dire che, in assenza di altri interventi normativi, il 16 dicembre tutti, tutti dovranno, poco o tanto, pagare la seconda rata dell'IMU. Quindi, non siamo in un contesto in cui questa imposta è stata abrogata. È stata abrogata solo la prima rata, il resto sono parole, impegni ancora non tradotti però concretamente in provvedimenti e, ancor di più, ancora non coperti con individuazione di risorse definite.Pag. 20
  Questo è il motivo per cui Scelta Civica aveva presentato un emendamento di riscrittura integrale di questo articolo 1, finalizzato ad abrogare l'abrogazione della prima rata a favore di una rimodulazione per l'intero anno dell'imposta dovuta, con un raddoppio delle attuali detrazioni da 200 a 400 euro e quella per figli a carico da 50 a 100 euro: una scelta che non era figlia del fatto che vi sia un amore per questa imposta, anzi posso garantire che se c’è un movimento politico che detesta cordialmente l'IMU, ebbene, siamo noi. Ci sono altri movimenti politici che in realtà la amano alla follia perché ci costruiscono intere campagne elettorali sopra. Noi siamo i primi a sperare che questa imposta possa sparire.
  Però, non possiamo fare a meno di agire con la dovuta serietà nei confronti dei cittadini e quindi, se si dice che l'IMU non c’è più per nessuno, ma in realtà continua ad esserci per tutti il 16 dicembre e 2,2 sono i miliardi di euro fino adesso individuati – sufficienti eventualmente per togliere solo la prima rata –, noi abbiamo pensato che fosse assai meglio – nel senso della progressività e dell'equità – rimodulare quei 2,2 miliardi di euro in quel raddoppio di detrazioni di cui dicevamo prima, tali per cui di fatto il prossimo 16 dicembre, senza bisogno di trovare altre coperture che al momento non si trovano, circa il 70 per cento dei cittadini, dei proprietari di immobili italiani si sarebbe trovato con IMU pari a zero, quindi di fatto esentato dall'IMU, non solo per la prima, ma anche per la seconda rata.
  Certo, per il restante 30 per cento con immobili di maggior pregio e di maggior valore si sarebbe invece reso necessario pagare. Ma attenzione – lo ribadisco ancora una volta perché se no non c’è chiarezza – in questo momento questi soggetti comunque il 16 dicembre dovranno pagare l'IMU. Il punto è che, oltre a loro, la dovranno pagare anche tutti gli altri.
  Alla fine noi abbiamo ritirato questo emendamento, lo abbiamo fatto sul filo di lana, all'ultimo secondo – non «pronti, via, si ritira tutto», come altri hanno fatto, perché per noi il punto andava difeso – e lo abbiamo ritirato quando finalmente da parte del Governo abbiamo avuto le rassicurazioni che chiedevamo proprio per evitare che su questa operazione continuino a farsi quegli illusionismi fiscali, che tanto bene possono fare alle campagne elettorali dei singoli partiti, ma tanto male invece hanno fatto, fanno e faranno a questo Paese.
  L'impegno che abbiamo chiesto – e che finalmente abbiamo avuto e che si è formalizzato in un ordine del giorno che è stato approvato – impegna il Governo ad escludere sin d'ora che le coperture necessarie per disporre l'eventuale soppressione della seconda rata dell'IMU per il 2013 al 100 per cento dei proprietari saranno reperite attraverso aumenti di entrate fiscali di qualsivoglia tipo, quali aumenti di altre imposte, introduzione di imposte nuove, riduzione di incentivi, agevolazioni o altre tax expenditure, aumenti di acconti di imposte per l'anno in corso, anticipazioni di acconti di imposte per l'anno successivo.
  In altre parole, non c’è trippa per gatti con giochi delle tre carte che già in passato, causa alcuni ricatti a cui il Governo ha dovuto suo malgrado cedere, sono stati fatti e che molti mal di pancia hanno generato nei cittadini, forse anche più della piacevolezza di diminuzioni di imposte a quel punto soltanto nominali e non sostanziali.
  Questo dimostra innanzitutto come, se è vero che magari all'interno di questa compagine di maggioranza esistono le sentinelle anti IMU, Scelta Civica per l'Italia è una sentinella anti tutte le altre tasse e, soprattutto, come ripeto, anti illusionismi fiscali che favoriscono magari riduzioni nominalistiche di imposte che hanno un impatto propagandistico più elevato, ma poi cedono alla copertura attraverso aumenti di altre imposte meno immediatamente percepibili nel dibattito politico, ma assai più deleterie in termini di incidenza sui consumi e sulla ripresa economica.
  Questa operazione per abrogare la seconda rata dell'IMU, grazie all'impegno e Pag. 21al fatto che Scelta Civica per l'Italia ha tenuto duro su questo punto, non potrà avere luogo. Devo anche dire che a questo punto è anche lecito chiedersi come sarà concretamente possibile abrogare per tutti questa seconda rata.
  È evidente che l'unica strada che rimane in piedi è quella giusta, ottima, ottimale delle riduzioni di spesa, ma è altrettanto evidente che nella misura in cui ancora oggi quelle coperture non sono state individuate e si comincia ad arrivare alla fine dell'anno, mentre con una pianificazione, che noi auspichiamo riprenda quanto prima, della spending review così come è stata effettuata nel 2012 in modo molto efficace sotto l'azione del Governo Monti, è possibile farlo per gli anni 2014 e a seguire, per quest'ultimo spicchio di 2013 diventa francamente difficile pensare di individuare gli oltre 2 miliardi di euro che serviranno. Motivo per cui, ove accadesse che alla fine l'abolizione dell'IMU anche per la seconda rata non arrivasse in quei termini integrali, ma arrivasse soltanto per una parte dei soggetti, in quel caso sarà nostra cura ricordare che noi questo tipo di operazione l'avevamo portata all'attenzione assai prima che si arrivasse a ridosso della scadenza finale.
  E speriamo che davvero questo non si verifichi, speriamo che davvero sarà possibile trovare quelle risorse senza fare quei giochi delle tre carte che renderebbero inutile in radice l'operazione e che grazie all'impegno di Scelta Civica per l'Italia non potranno verificarsi per l'impegno che il Governo ha formalmente assunto.
  Ribadisco, però, ove si verificassero, una volta di più si vedrà come sarebbe stato meglio sin da subito procedere meno appiattiti su alcuni pesanti ricatti che, in particolar modo nella scorsa fine di agosto, hanno influenzato la decisione del Governo, e seguire una via di serietà che, come ribadisco, non è una via finalizzata a tenere in piedi un'imposta che per le ragioni che ho già illustrato nessuno più di noi di Scelta Civica per l'Italia detesta, ma finalizzata a procedere ad interventi graduati in proporzione a ciò che realmente si può fare, non ad annunci e fughe in avanti prive di copertura che rischiano poi di minare seriamente la credibilità di un'azione di Governo che noi, viceversa, vogliamo rimanga credibile. Vedremo, dunque, cosa succederà nei prossimi mesi.
  Devo dire che, nel ritirare quel nostro emendamento che prevedeva anche una serie di importanti assimilazioni all'abitazione principale, siamo comunque riusciti a portare a casa quella parte di risultato. Il fatto che le abitazioni concesse in comodato d'uso ai parenti in linea retta, quindi a figli e a genitori, divengano assimilate all'abitazione principale è un risultato di una battaglia che Scelta Civica per l'Italia ha portato avanti in questi mesi, e anche le coperture che sono state individuate erano state quantificate in un'apposita interrogazione che Scelta Civica per l'Italia aveva effettuato nei confronti del Ministero dell'economia e delle finanze.
  Così come anche l'assimilazione che viene data alle abitazioni del personale delle forze militari e delle forze dell'ordine, che cambia la propria residenza per ragioni di servizio, risale ad un ordine del giorno che proprio Scelta Civica presentò, per la prima volta, in occasione del decreto-legge con cui veniva disposta la sospensione della prima rata che, oggi, viene abolita.
  Concludo quindi comunicando il voto favorevole di Scelta Civica a questo provvedimento, in ragione delle garanzie ricevute sul comportamento che verrà tenuto per risolvere anche la questione della seconda rata.
  Ribadiamo i nostri timori che, comunque, alla fine, sarà difficile riuscire a far quadrare i conti in modo serio, ma questo è dovuto purtroppo alla scelta tutt'altro che ancorata a parametri di serietà ma piuttosto a parametri di...

  PRESIDENTE. Onorevole Zanetti, concluda.

  ENRICO ZANETTI. ... di ricatto che è stata compiuta lo scorso agosto. Scelta Civica continuerà a monitorare la situazione e difenderà scelte che siano responsabili Pag. 22e coperte (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghe, colleghi, oggi convertendo in legge questo decreto-legge, le forze politiche della maggioranza mantengono uno degli impegni fondanti alla base anzi, tra le ragioni d'essere, del Governo di larghe intese cui abbiamo dato vita eccezionalmente alla luce del risultato elettorale del febbraio scorso.
   Oggi cancelliamo la prima rata dell'IMU senza introdurre nuove tasse. Il PdL rispetta il patto con i propri elettori e le altre forze politiche, che sostengono il Governo Letta, rispettano i patti con il PdL.
  Ma care colleghe e cari colleghi, lasciatemelo dire: al di là del rispetto pur importante degli impegni con gli elettori e dei patti tra noi, oggi possiamo andare fieri, tutti insieme, di fare una cosa giusta e necessaria per il Paese, cioè ridurre il carico fiscale sulle famiglie.
  Ricordo bene quando in campagna elettorale la proposta del Presidente Berlusconi di abolire l'IMU sulla prima casa veniva osteggiata e ridicolizzata dagli avversari politici e dai cosiddetti esperti. Oggi con questo voto, quest'Aula dimostra che quella proposta era realistica e non è la sconfitta di qualcuno ma è la vittoria dell'intelligenza e del buonsenso di tutti.
  Senza dimenticare le altre importanti misure che approviamo oggi: incrementiamo di circa 7 miliardi di euro il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni alle imprese; introduciamo limiti e criteri di buon senso nella definizione da parte dei comuni della tariffa sui rifiuti; riduciamo per gli immobili locati a canone concordato l'aliquota della cedolare secca dal 19 al 15 per cento; rifinanziamo gli ammortizzatori sociali in deroga e salvaguardiamo un'ulteriore platea di 2.500 esodati.
  E vengono poi stanziate da questo decreto-legge nuove risorse per diversi fondi volti a riattivare il circuito del credito alle famiglie e anche mutui e prestiti per l'acquisto della prima casa e l'accesso alle abitazioni in locazione.
  A fronte di questi dati positivi resta anche però l'amarezza e la grande preoccupazione per la norma gravemente contraria non solo al diritto di proprietà ma anche alla certezza del diritto che è stata votata sia pure di stretta misura in materia di sfratti. È un grave errore dei colleghi della sinistra che apre contenziosi enormi, mette tra parentesi sentenze della Corte di Cassazione e della Corte costituzionale altre volte recitate e rispettate in quest'Aula come se fossero testi sacri e che, di fatto, consente alle pubbliche amministrazioni di non rispettare un diritto di un cittadino riconosciuto in giudizio. Si tratta di una ferita grave e profonda che ci espone anche al rischio di condanne europee e che illustra una concezione illiberale dello Stato.
  Un conto è, infatti, che, lo Stato – e ciò è giusto – soccorra un cittadino in difficoltà, altro conto – e questo, invece, non è accettabile – è che, per fare questo, lo Stato calpesti il diritto di un altro cittadino privato, nonostante che tale diritto sia stato riconosciuto in giudizio.
  Interventi sociali vanno bene, vanno benissimo, ma non con i beni e con i soldi dei cittadini privati, che non sono un bancomat a disposizione dello Stato.
  Pongo, dunque, una domanda: d'ora in poi, che deve fare un cittadino che ha ragione, che si è fatto riconoscere in giudizio questa ragione, che si è fidato dello Stato e che ora vede lo Stato operare perché la sua ragione venga addirittura vanificata ? È una questione che non finisce qui e che richiederà una seria battaglia in Senato.
  Ma lascio questo aspetto molto negativo, torno ai fatti positivi e a una buona direzione, che dobbiamo con sempre maggiore decisione intraprendere, e cioè ridurre il carico fiscale complessivo su cittadini e imprese, e non semplicemente Pag. 23spostare questo carico da un'imposta all'altra o da una categoria di cittadini all'altra.
  Per questo, ho particolarmente apprezzato il ritiro degli emendamenti presentati dal Partito Democratico e da Scelta Civica per l'Italia che erano volti a ripristinare il pagamento dell'IMU su alcune prime abitazioni, prevedendo meccanismi a nostro avviso inadeguati per individuare quelle di maggiore pregio. Emendamenti che, oltre a porre in essere complicazioni di natura finanziaria rispetto ai trasferimenti già avvenuti agli enti locali e a rischiare di alimentare inutili tensioni politiche, non sarebbero stati nemmeno in grado, a nostro avviso, di realizzare il proposito di maggiore equità che era nelle intenzioni dei proponenti.
  Considerando, infatti, i forti squilibri negli attuali valori catastali, il forte rischio, anzi la matematica certezza, era di far pagare l'IMU su abitazioni nuove, ma certo non di grandi qualità costruttive, situate nelle parti semicentrali e periferiche dei grandi centri urbani in cui non abitano certo le famiglie più abbienti. Pericolo scampato, per fortuna, sia per la tenuta della maggioranza, sia per le tasche dei cittadini, sia per i proponenti che avrebbero compiuto un atto di autolesionismo.
  Ma attenzione, colleghi, con questa conversione di oggi noi rispettiamo solo la prima parte, è il caso di dire la prima rata, dei nostri impegni. Ora, nei prossimi giorni e settimane, dobbiamo senza incertezze procedere alla cancellazione anche della seconda rata dell'IMU, così come abbiamo fatto con la prima, e cioè senza aumentare o introdurre altre tasse.
  Ricordo a tutti che questo è anche l'impegno pubblicamente e solennemente assunto dal Presidente del Consiglio Enrico Letta il 28 agosto scorso. Il Presidente Letta allora si impegnò a indicare, nel decreto che accompagnerà la legge di stabilità, le coperture per l'eliminazione della seconda rata IMU, ma su questo punto assicurò il pieno impegno politico della maggioranza e del Governo: «l'IMU del 2013» – cito tra virgolette – «non sarà pagata» e questo «non comporterà nuove tasse». Queste furono le sue parole. Ora è giunto il momento di dare seguito a questo impegno tutti insieme, come abbiamo fatto per la prima rata.
  Ma un'ulteriore sfida che ci attende come maggioranza è quella della legge di stabilità e della service tax o Trise, come sembra si chiamerà. Cercheremo di capire a fondo nelle prossime ore e giorni cosa è stato scritto la notte scorsa, ma sin d'ora, prima ancora di leggerlo, va detto e ribadito che far rientrare dalla finestra ciò che abbiamo appena fatto uscire dalla porta sarebbe non solo politicamente inaccettabile, ma sarebbe un clamoroso errore dal punto di vista economico e sarebbe un inganno che i cittadini, tutti i cittadini di qualunque fede politica, non tarderebbero a riconoscere come tale, come un gioco delle tre carte.
  È in gioco l'indirizzo politico di fondo di questo Governo e della maggioranza che lo sostiene. Non possiamo procedere di tassa in tassa, semplicemente cambiando denominazione, né accontentarci di una mera sommatoria di tasse preesistenti, né permettere ai comuni di proseguire all'infinito con il gioco delle addizionali. Abbiamo bisogno di dare il senso di una svolta, il saldo deve essere positivo per i cittadini.
  I cittadini devono pagare meno, altrimenti non avrà perso solo il PdL, avrà perso questo Governo, avremo perso tutti. Per questo, verificheremo, passo dopo passo, i provvedimenti elaborati nelle scorse ore dal Governo.
  Con queste ragioni, annuncio il voto favorevole, assolutamente favorevole, ma anche la grande vigilanza, assolutamente senza sconti, del gruppo del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, colleghi, colleghe, cittadini italiani, Pag. 24a voi soprattutto è rivolto questo nostro discorso, a voi vogliamo motivare il nostro voto su tale provvedimento e a voi vogliamo illustrare ciò è avvenuto prima del suo approdo in Aula e, soprattutto, cosa accadrà dopo.
  Un provvedimento importante, l'abolizione dell'IMU: una tassa odiosa, ingiusta e che tutte le forze politiche hanno inserito nella loro campagna elettorale. Essendo così importante, voi ci chiederete: ne avranno di certo parlato e discusso a fondo, con attenzione e dovizia di particolari. Ebbene, sapete quali sono stati i tempi ? Soltanto due venerdì fa, di sera, è stato disponibile il cartaceo voluminoso, contenente circa 500 emendamenti, con termini di scadenza lunedì alle 17, termine entro il quale avrebbe dovuto iniziare il voto. Già, avrebbe dovuto iniziare il voto, visto che il Governo delle larghe e frazionate intese ha avuto qualche mancamento, e ci siamo ridotti a votare qualche articolo meno pregnante il martedì mattina, in circa mezz'ora – attenzione –, e poi abbiamo dovuto fare notte per chiudere entro mercoledì. Le larghe intese si sono rivelate alquanto anguste, quando si è trattato di definire una tassa patrimoniale, lasciando in bocca al popolo italiano il consueto sapore di indeterminatezza nei confronti di chi si è voluto assumere il compito di guidare il Paese.
  Agli occhi di chi parla ancora non si profila all'orizzonte un obiettivo di medio o lungo periodo, necessario per un approdo sicuro per un'Italia sfiancata. Da una parte, si ratifica l'abolizione della prima rata, dall'altra si proroga ulteriormente la riforma patrimoniale: tipico per un Governo che è abituato a stare alla finestra a osservare il corso degli eventi. Si preferisce navigare a vista, magari favorendo gli interessi di qualche categoria amica, con ripercussioni positive assai dubbie sull'economia reale. Ci riferiamo, ad esempio, agli «immobili merce», un grande regalo fatto soprattutto alla lobby dei costruttori.
  Siamo di fronte ad un insieme male assortito di interventi che, oltre a non essere di nessun aiuto alla situazione complessiva, alla fine, non soddisfano pienamente nessuno. Il PdL non è riuscito a difendere i ceti privilegiati, in quanto gli immobili di lusso pagheranno l'IMU, così come gli imprenditori e i professionisti; il PD, mentre cerca di recitare stancamente il suo ruolo di difensore delle classi sociali popolari – facendo evitare, appunto, alle case non di lusso di pagare l'IMU –, sta già vedendo come fare a recuperare dai cittadini quanto graziosamente concesso. Ci sarà, infatti, una riduzione della detrazione delle polizze di assicurazione e, quasi sicuramente, anzi certamente, si dovrà ricorrere alla clausola di salvaguardia, con conseguente aumento di IRES, IRAP, ma, soprattutto, delle accise. Ecco perché nella «manovrina» da 1,6 miliardi di euro si è evitato l'aumento delle accise, perché si sapeva che dovranno essere aumentate per l'IMU. Per cui, almeno, non c’è stato il coraggio di dover chiedere due volte l'aumento – anzi tre – in poco tempo.
  Alla clausola si dovrà rivolgersi perché il maggior gettito di IVA non ci sarà, sia per problemi legati all'applicazione del tributo, sia per problemi tematici. Inoltre, lo sconto effettuato ai gestori di slot machine assume in questo contesto l'aspetto di un regalo da 2,5 miliardi o da 600 milioni di euro, dipende da come la si vuole vedere. È un regalo, perché il termine di adesione per il patteggiamento è scaduto ieri e nulla si sa in merito; anzi, una cosa si sa: in quel conto corrente sono versati 136 mila euro. E tutto ciò la Corte dei conti lo aveva previsto.
  E che cosa dire dell'ulteriore sconto che è stato effettuato dell'80 per cento. Ma quale Stato di diritto può permettere una roba del genere ? La credibilità dello Stato viene prima di tutto e ai cittadini che messaggio passa ? Il messaggio che possono non pagare le tasse, perché, poi, devono avere anche loro lo sconto dell'80 per cento ? Questo è il messaggio che deve passare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Per quanto riguarda l'IVA, invece, dobbiamo aprire un discorso a parte, non tanto sulla sostanza del provvedimento, quanto sul metodo.Pag. 25
  Il Governo, infatti, ha tenuto conto nelle sue previsioni di un maggior gettito derivante dall'intenzione di anticipare al 2013 una tranche del 2014, dedicata allo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione. Questo vuol dire ammettere la possibilità di trovare coperture finanziarie basate su una logica espansiva, fidando in suo stimolo all'economia.
  Quando si vuole, quindi, si ammette l'inutilità della folle ideologia risanatrice fondata sul taglio indiscriminato della spesa pubblica. Ma stiamo forse, finalmente, sdoganando le teorie di stimolo anticiclico di tipo keynesiano e ragionando per moltiplicatori quando parliamo di coperture ? Perché, se così fosse, saremmo felicissimi di tutto ciò, perché era quello che noi dicevamo cinque mesi fa nel discorso fatto in occasione del DEF e quattro mesi fa in dichiarazione di voto sul provvedimento cosiddetto «slitta IMU».
  Quindi, inauguriamo una nuova stagione, siamo contentissimi. Intanto, per il momento inseriamo forme subdole di tassazione permanenti, dirette a ridurre il reddito reale disponibile dei cittadini; e chi abbasserà le accise, se ancora stiamo pagando quelle della guerra in Abissinia ?
  Tutto, quindi, rischia di risolversi nel solito gioco delle tre carte, con il quale dei Governi posticci, continuamente succedutesi nel tempo, cercano di risolvere la giornata: via l'ICI, dentro l'IMU, via l'IMU, dentro la service tax che adesso si chiama Trise, per giunta, ma chi ci rimette sono, come al solito, i cittadini italiani, quelli onesti, quelli che fanno fatica ad arrivare a fine mese !
  Non è pensabile togliere una tassa, temporanea per giunta, per aggiungerne altre che invece sono permanenti ! Con una mano si concede e con l'altra si sottrae, e l'equità e la giustizia sociale dove stanno ?
  Ricordiamoci che con un emendamento il MoVimento 5 Stelle aveva chiesto di togliere l'IMU ai terremotati, a coloro che si vedevano obbligati a pagare su un immobile, di cui, per colpa di una natura non benevola, non potevano godere, di una tassa iniqua. Si era addivenuti a un ordine del giorno tre mesi fa, accettato dal Governo; che fine ha fatto ? Guardate che noi abbiamo la memoria lunga e vi controlliamo: il Governo ha l'obbligo di adempiere agli impegni presi. Prima della stabilità, viene la credibilità di un Governo e di uno Stato !
  Voglio, inoltre, rimarcare che avete bocciato un nostro emendamento diretto a salvaguardare la materiale sopravvivenza di 12 mila esodati, attualmente costretti a supplicare e mendicare l'emanazione di un decreto ministeriale, che ogni anno viene varato sempre più tardi e che vede il riconoscimento dei diritti più elementari della persona degradati ad un concorso a premi di pura sorte, lasciando nella disperazione più nera migliaia di lavoratori con le loro famiglie. Questi non sono diritti acquisiti ? E quelli sulle pensioni d'oro, allora ?
  E ancora briciole vengono destinate ai fondi di solidarietà per i mutui destinati all'acquisto della prima abitazione, al fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa per le giovani coppie, al fondo di sostegno per l'accesso delle abitazioni in locazione e al fondo destinato agli inquilini morosi. Certo, meglio di niente, si potrebbe obiettare; ma in queste briciole di giustizia non vogliamo che si perda la dignità di un popolo costretto ad accontentarsi dell'elemosina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  È senz'altro condivisibile l'abolizione dell'IMU per gli immobili destinati alla ricerca scientifica, agli immobili sociali e agli IACP; è auspicabile, quanto meno, che la riduzione della cedolare secca per i contratti a canone concordato possa servire a far emergere il nero, calmierando il prezzo degli affitti, ma qui lo Stato deve vigilare. Si spera che l'intervento della Cassa depositi e prestiti a sostegno dell'abitazione si accompagni all'istituzione della commissione di vigilanza per evitare, visti i rischi che la stessa affronterà, che i risparmi degli italiani vengano messi oltremodo a rischio. Rimane, però, gravemente ignorato il grido d'aiuto delle imprese italiane, costituite soprattutto da Pag. 26piccole e medie imprese, che costituiscono – ricordiamolo – l'ossatura economica del nostro Paese e che si vedono costrette ad affrontare una tassazione parossistica, sacrificate sull'altare di un'austerità di facciata che le priva di ogni supporto pubblico.
   Di fronte a questo atteggiamento, oscillante tra la schizofrenia e l'ipocrisia, di questo Governo nei confronti dei cittadini, il MoVimento 5 Stelle voterà contro questo decreto-legge. Non vogliamo che venga tolta una tassa e ne vengano inserite altre mille a scapito dei cittadini. È un provvedimento che, accanto a poche luci, come al solito, purtroppo, presenta molte, moltissime ombre, a scapito dei cittadini !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

  SILVIA FREGOLENT. Signor Presidente, signori del Governo, gentili colleghi e colleghe, siamo giunti alla fine dell'esame del decreto in oggetto e preannuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, che cercherò brevemente in seguito di argomentare. Il voto positivo dipende anche e soprattutto dal proficuo lavoro svolto nelle Commissioni bilancio e finanze dai colleghi del Partito Democratico, che qui approfitto per ringraziare.
  Nel presente decreto ci sono aspetti che ci convincono molto e che cercherò brevemente di riassumere: il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, 500 milioni, e 600 milioni per risolvere il problema di un'ulteriore fascia dei cosiddetti esodati; il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione con un ulteriore stanziamento di 7 miliardi di euro, che si vanno a sommare a quelli attivati qualche mese fa con il decreto-legge n. 35 e che stanno avendo buoni effetti sul pagamento delle imprese da parte delle amministrazioni in ritardo nei pagamenti.
  Anche per quel che concerne gli immobili ci sono alcuni aspetti che convincono molto il Partito Democratico: la nuova modalità di provvista per il sistema bancario italiano stabilita con questo decreto, affinché esso possa facilmente e a minor costo concedere mutui ipotecari per l'acquisto della casa. Questo sistema è basato su un'innovativa provvista a più basso costo, rispetto a quella del mercato, da parte di Cassa depositi e prestiti.
  In Commissione abbiamo introdotto un'importante norma che indica che nella convenzione che Cassa depositi e prestiti dovrà stipulare con l'Associazione bancaria italiana siano presenti le garanzie affinché il minor costo di finanziamento per le banche sia trasmesso sui tassi di interesse a vantaggio dei mutuatari, quindi a vantaggio delle famiglie e dei soggetti che contraggono un mutuo. In più, 20 milioni di euro aggiuntivi vengono destinati ai fondi per l'acquisto della prima casa, 50 milioni di euro aggiuntivi ai fondi affitto e 20 milioni di euro aggiuntivi al nuovo fondo per il sostegno agli inquilini morosi incolpevoli.
  Inoltre, il provvedimento dispone, su questo versante, la riduzione dell'imposta sostitutiva sui redditi da affitto nel canale cosiddetto canone concordato, che si chiama cedolare secca, dal 19 al 15 per cento e instaurando quindi un differenziale con l'altra sostitutiva sugli affitti esclusi dal canone concordato, che resta del 21 per cento, un differenziale che tutti ritengono importante per incentivare il canale del canone concordato e calmierare così il mercato degli affitti.
  Altrettanto degni di nota sono l'esenzione IMU sugli immobili invenduti per favorire un mercato edile in caduta libera e il chiarimento relativo all'assimilazione ai fini IMU alla prima casa per gli IACP e per le cooperative a proprietà indivisa per gli alloggi sociali.
  In Commissione è stata risolta positivamente la questione dei fabbricati rurali esentando, anche per questa categoria, il pagamento della rata IMU.
  Dopodiché rimane in generale la questione relativa alla sospensione della prima rata IMU sulle prime case. Con il voto di oggi si certificheranno due decisioni prese dal Governo: in primo luogo, l'abolizione della prima rata, ad eccezione per le case di pregio storico e artistico, ville e castelli; Pag. 27la seconda è quella di procedere, a partire dal 2014, alla sostituzione dell'imposta municipale, così come conosciuta con il decreto «salva Italia» nel dicembre 2011, con una nuova imposta comunale sui servizi (tassa sui servizi indivisibili), la quale, in base a quanto riferito dal Governo in Commissione, avrà come caratteristiche: quella di essere più bassa dell'IMU sulla prima casa, in quanto lo stesso Governo si impegna a dare nel 2014 un aumento di trasferimento ai comuni, in modo tale che l'aliquota di equilibrio di questa nuova imposta sia più bassa di quella di equilibrio della vecchia IMU per la prima casa; la seconda caratteristica, che sarà un'imposta progressiva basata in prevalenza...
  È l'emozione della prima rata IMU (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). .. basata in prevalenza sui valori patrimoniali degli immobili.
  Mi preme qui sottolineare con chiarezza, e per dissipare possibili dubbi, che il Partito Democratico non è il partito delle tasse. Siamo ben contenti se possiamo alleggerire la pressione tributaria verso i cittadini e siamo ben consci del livello insopportabile raggiunto dalla stessa. Non mi metterò ad elencare i motivi per i quali la pressione fiscale in questo Paese è così elevata e perché vada ad incidere in prevalenza sui redditi dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori autonomi onesti, perché ciò è stato già frutto delle dichiarazioni rese dai miei colleghi nei giorni scorsi.
  Dopo di che occorre valutare, con estrema serietà, la situazione economica in cui versa il Paese e le sollecitazioni che, in sede di audizioni, sono pervenute da più parti e che ritenevano non opportuna una completa cancellazione della prima rata IMU. Lo diciamo anche in base ai continui richiami che ci vengono dalle forze produttive e dall'Unione europea, che continua a definire eccessiva ed elevata la tassazione sul lavoro e ci consiglia di trasferire la tassazione dal lavoro ai beni immobili.
  Ovviamente dobbiamo denunciare in più sedi e in diverse occasioni che l'IMU, così come prevista nel decreto Calderoli e applicata con il decreto «salva Italia», avesse degli elementi di criticità, tra i quali la cogestione tra Stato ed enti locali, che ha creato numerose storture tra comuni e comuni e tra i cittadini della medesima città, soprattutto perché applicata senza quella riforma del catasto che sarebbe apparsa necessaria per rendere più giusta l'applicazione dell'imposta e che ha reso meno redditivo l'introito da parte degli enti locali rispetto alla vecchia ICI.
  Pertanto, ben venga la cancellazione della prima rata IMU, ma quello che il Partito Democratico chiede al Governo con forza è che nella legge di stabilità ci sia un segnale forte per quel che riguarda la tassazione sul lavoro, oltre che le riforme che servono ad alleggerire la macchina organizzativa e burocratica dello Stato, pesante fardello per le imprese. Per questo lavoreremo in questi giorni.
  Soprattutto chiediamo che sia data certezza degli introiti spettanti agli enti locali: non si possono modificare in continuazione le normative che riguardano i tributi locali, pena la mancata erogazione dei servizi ai cittadini.
  Concludo, signor Presidente, invocando, anche a nome del Partito Democratico, che al più presto venga affrontata con forza e chiarezza la questione relativa ai beni immobili strumentali delle imprese, perché l'IMU ha comportato un fardello non più sostenibile per le aziende.
  Con queste raccomandazioni e per i motivi sopra richiamati, ribadisco il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Correzioni di forma – A.C. 1544-A)

  ROCCO PALESE, Relatore per la V Commissione. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.

Pag. 28

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, richiamo l'attenzione su due correzioni di forma che il provvedimento richiede. In particolare: all'articolo comma 2-bis dell'articolo 12, introdotto dall'emendamento 12.100 delle Commissioni, al secondo periodo le parole: «è soppresso il» sono sostituite dalle seguenti: «cessa l'applicazione delle disposizioni di cui al». Inoltre, all'articolo 3, comma 1, le parole: «articoli precedenti», sono sostituite dalle seguenti: «articoli 1 e 2».

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, le correzioni di forma proposte dal relatore si intendono approvate.
  (Così rimane stabilito).

(Coordinamento formale – A.C. 1544-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1544-A)

Testo sostituito con errata corrige volante   PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1544-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1544-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con errata corrige volante   Colletti, Paris, Toninelli, Capodicasa, Nardi, Fioroni, Abrignani, Zolezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, recante disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici» (1544-A):
   Presenti  477   
   Votanti  457   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  326    
    Hanno votato no  121    
  Colletti, Paris, Toninelli, Capodicasa, Nardi, Fioroni, Abrignani, Zolezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, recante disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici» (1544-A):

   Presenti  477   
   Votanti  457   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  336    
    Hanno votato no  121    

Testo sostituito con errata corrige volante   La Camera approva (Vedi votazioni).   La Camera approva (Vedi votazioni).

Seguito della discussione del disegno di legge: Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (A.C. 1154-A); e delle abbinate proposte di legge: D'iniziativa popolare; Pisicchio; Di Lello ed altri; Formisano ed altri; Lombardi ed altri; Grassi ed altri; Boccadutri ed altri; Nardella ed altri; Rampelli ed altri; Gitti e Vitelli (A.C. 15-186-199-255-664-681-733-961-1161-1325) (ore 12,12).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1154-A: Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore e delle abbinate proposte di legge: D'iniziativa popolare; Pisicchio; Di Lello ed altri; Formisano ed altri; Lombardi ed altri; Grassi ed altri; Boccadutri ed altri; Nardella ed altri; Rampelli ed altri; Gitti e Vitelli, nn. 15-186-199-255-664-681-733-961-1161-1325.
  Ricordo che nella seduta del 10 ottobre sono stati da ultimo approvati gli identici emendamenti Roberta Agostini 7.402 e Boccadutri 7.403 in un testo riformulato.
  Avverto che prima dell'inizio della seduta l'emendamento Sanna 10.441 è stato ritirato dal presentatore.Pag. 29
  Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 9.600, 10.0600, nonché una nuova formulazione dell'emendamento 9.700.

(Ripresa esame dell'articolo 7 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo quindi l'esame dell'articolo 7 e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati. (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Dobbiamo ora passare alla votazione dell'articolo 7. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Ferro, Gelmini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  479   
   Votanti  473   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato
 382    
    Hanno votato
no   91).    

  Passiamo agli articoli aggiuntivi all'articolo 7.
  Passiamo, pertanto, alla votazione dell'articolo aggiuntivo Lombardi 7.03 con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo interviene sul rendiconto di esercizio che i partiti sono chiamati a redigere. Noi vorremmo imporre che questo rendiconto fosse onnicomprensivo, e cioè che contenesse la descrizione di tutti i fatti di gestione relativi all'esercizio considerato. Inoltre, riteniamo necessario che la Commissione per la trasparenza possa effettuare una verifica di carattere analitico ed esaustiva sui dati contabili e quindi vogliamo evitare che i controlli vengano fatti a campione. Attraverso questa tecnica ispettiva, infatti, per i partiti diventa facile eludere i controlli relativi alle spese effettuate, in quanto la Commissione, invece di verificare tutti i dati, potrebbe verificare soltanto alcuni fatti di gestione contenuti nel bilancio.
  Pertanto, il modo più efficace per rendere effettivo il controllo della Commissione per la trasparenza sui bilanci dei partiti è proprio quello di fornire a tali magistrati tutti gli elementi utili per verificare se quanto dichiarato dai partiti corrisponde davvero alle spese sostenute e alle entrate percepite.
  L'articolo aggiuntivo in questione risponde al disegno del MoVimento 5 Stelle di attribuire poteri effettivi alla Commissione per la trasparenza. Infatti, ad oggi, questo organo è del tutto privo di strumenti concreti, che gli permettono di esercitare un reale potere nei confronti dei partiti. Manca la possibilità di un controllo penetrante dei documenti contabili forniti dai partiti e soprattutto manca un penetrante potere sanzionatorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, io capisco il senso, però noi dobbiamo ricordarci che stiamo passando ad un finanziamento tutto privato, dove sostanzialmente questi controlli in questa forma verrebbero estesi soltanto ai partiti che decidono di iscriversi ai registri del 2 per mille della detrazione. Quindi avremmo dei partiti che, secondo questa norma, verrebbero fuori da questo controllo analitico. Un partito che magari ha dietro un grandissimo sostenitore, fortissimi Pag. 30sostenitori, che decidono di iscriversi nella detrazione del 2 per mille può consentirsi di sfuggire a questo tipo di controllo.
  Per me la trasparenza deve valere per tutti i partiti, prescindendo se partecipano al 2 per mille delle detrazioni o hanno i rimborsi elettorali perché questo attiene alla trasparenza.
  In questo senso e per questi motivi, noi votiamo contro l'articolo aggiuntivo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lombardi 7.03, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  470   
   Votanti  469   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  369.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gitti 7.020, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione (Commenti).
  Scusate revoco l'indizione della votazione. A me risulta un parere contrario di Commissione e Governo, ma se c’è un invito al ritiro... la votazione è revocata. Prego, onorevole Gitti.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, posso parlare ? Avevo chiesto di potere intervenire brevemente. Non ritiro l'articolo aggiuntivo e volevo spiegare le ragioni. Posso ?

  PRESIDENTE. Sì, anche se io avevo aperto la votazione. Bisognerebbe chiedere la parola prima...

  GREGORIO GITTI. Per questo, le chiedo il permesso, Presidente. Se può chiudere la votazione...

  PRESIDENTE. Ho già revocato l'indizione della votazione. Prego, onorevole Gitti.

  GREGORIO GITTI. Scelta civica non ritira questo articolo aggiuntivo, che vuole fissare alcuni criteri di trasparenza e di gestione, secondo criteri di rigore.
  Voglio che ci sia un voto chiaro da parte della maggioranza di questa Camera contro in modo particolare il fatto che l'indebitamento finanziario di un partito o movimento politico sia consentito per un importo massimo pari a due terzi dell'ammontare complessivo delle sue entrate annue. È un criterio di gestione su cui voglio che i partiti rappresentati in questa Camera si esprimano, così come chiedo che questi partiti si esprimano sul fatto che ogni finanziamento o contributo privato superiore a mille euro debba essere versato con mezzi di pagamento diversi dal contatto. Scelta Civica sfida i movimenti e i gruppi parlamentari ad esprimersi con chiarezza su questi punti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, noi voteremo a favore di questa proposta emendativa, che è l'articolo aggiuntivo 7.020, non quello però che ci ha qui raccontato il collega Gitti. L'articolo aggiuntivo proposto da Gitti impone dei limiti alle spese elettorali e noi pensiamo che questa sia la prima forma di moralizzazione della politica, cioè evitare che durante le campagne elettorali i singoli possano spendere centinaia di migliaia di Pag. 31euro per un posto di rappresentanza. Per questo noi votiamo a favore dell'articolo aggiuntivo Gitti 7.020.

  PRESIDENTE. Saluto intanto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo statale San Giovanni Bosco di Gioia dei Marsi, che stanno assistendo ai lavori dell'Aula dalla tribuna del pubblico (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, io volevo solamente dire a proposito dell'articolo aggiuntivo Gitti 7.020 che anch'io condivido l'idea che nel sistema complessivo di ripensamento del finanziamento alla politica esso debba comprendere dei limiti ed una regolamentazione del sistema di finanziamento delle campagne elettorali. Pur tuttavia, il problema è solo il luogo dove facciamo questa nuova regolamentazione, che secondo me non può essere affidata solo ad un emendamento. Io personalmente sono presentatore di un disegno di legge sui limiti al finanziamento delle campagne elettorali per le elezioni dei sindaci con alcuni aspetti che mancavano nel sistema legislativo. È una legislazione completa da rifare, secondo me anche omogeneizzando le varie occasioni di elezioni che si presentano di fronte. Semplicemente noi pensiamo come relatori che questo debba trovare posto in un sistema di legge completamente nuovo che riguarda tutti i sistemi elettorali. Abbiamo pensato che non fosse questa legge il luogo più adatto dove esporlo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gitti 7.020, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Centemero, Paola Bragantini, Cesa, Vitelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  482   
   Votanti  480   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato  169    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Cardinale ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Migliore 7.0400 e Roberta Agostini 7.0401, sui quali c’è il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, noi ci asterremo su queste proposte emendative non certo perché siamo contrari all'accesso alle cariche elettive e agli uffici pubblici da parte di entrambi i sessi, anzi è previsto anche dall'articolo 51 della Costituzione.
  Ci asterremo, però, perché questi articoli aggiuntivi, a parere nostro, sono frutto di pura ipocrisia. Il nostro testo – è vero – comprende una norma simile, ma lo fa con l'intento di mantenere la legislazione oggi vigente, cioè la legge n. 96 del 2012. Voi, invece, tramite il disegno di legge del Governo, avete tolto questa previsione e poi l'avete introdotta per salvare l'apparenza.
  Una maggiore tutela delle donne, a mia opinione, ma di tutto il nostro gruppo, si dovrebbe ottenere, ma con una rivoluzione culturale dell'intero Paese e con politiche volte ad agire alla radice del problema, ad esempio garantendo un diritto alla maternità degno di questo nome. Io non so, Presidente, se lei si è mai chiesto come sono viste le donne in questo Paese. Io me lo chiedo, lo vedo, vi è addirittura un detto delle mie parti. Si dice: «cuoche in cucina, signore a tavola...» e il finale lo lascio Pag. 32perdere, perché è il solito finale all'italiana, ma in questo la politica ha le sue responsabilità, a nostro parere.
  Abbiamo ratificato la Convenzione di Istanbul, ma lo abbiamo fatto con la solita postilla: ove si verificheranno maggiori oneri – parafrasando – si vedrà; però, tanto, in quel caso, la bella figura comunque è garantita. Per non parlare del decreto sul femminicidio, che è stato smontato, in ogni sua parte, da tutti gli auditi, e ultimo, ma non certo per importanza, non abbiamo avuto un Ministro per le pari opportunità per tantissimo tempo e non ho visto lamentele da parte di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Noi, onestamente – io, ma penso anche le mie colleghe – non ci sentiamo animali in estinzione, per cui non abbiamo bisogno di essere chiuse in una riserva protetta. Abbiamo, piuttosto, bisogno di una rivoluzione culturale, lo specifico di nuovo. Prevedere obbligatoriamente una percentuale di sesso alternato nelle liste è peraltro, a parere nostro, svilente per l'intelligenza critica dell'elettore, che non è nemmeno più libero di esprimere una preferenza.
  Questo è un caldo consiglio: provate a fare come abbiamo fatto noi con le «parlamentarie». È stato un esperimento, però gli elettori, quando sono stati liberi, hanno scelto il 55 per cento di capoliste donne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è un risultato, a parere nostro.
  Comunque, per concludere, se avete bisogno di norme di questo genere e di sanzioni per la violazione delle stesse per garantire la parità di accesso, noi non vi ostacoliamo, ma nemmeno vi supportiamo in questo percorso ipocrita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roberta Agostini. Ne ha facoltà.

  ROBERTA AGOSTINI. Signor Presidente, nessuno di noi è un animale in via di estinzione, ma, in un Paese come l'Italia, che si colloca al 74o posto nella classifica mondiale per le discriminazioni di genere, è chiaro che ci vogliono norme. Attraverso questo articolo aggiuntivo noi miglioriamo la previsione della precedente legge sul finanziamento.
  È un articolo aggiuntivo che va letto contestualmente a quello che abbiamo già votato e che riguardava gli statuti, dove abbiamo previsto che i partiti debbano assicurare, attraverso azioni positive, la parità negli organismi dirigenti e nelle cariche elettive, e che va letto anche in relazione a un altro emendamento, dove si definisce la previsione di destinare almeno il 10 per cento del totale delle somme derivanti dal 2 per mille a sostegno dell'attività politica delle donne nei partiti.
  Qui definiamo un principio, che è un principio europeo, contenuto nelle migliori e più avanzate norme europee: nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento nelle liste. La sanzione è modulata in ragione della differenza tra il 40 per cento e la percentuale di sesso sottorappresentato, mentre un premio è attribuito al partito che elegge il 40 per cento o più del sesso sottorappresentato, che nel nostro Paese sono notoriamente le donne, e costruiamo un fondo con le sanzioni che derivano dalla violazione delle norme.
  È un principio europeo, dicevo, che definisce una soglia minima, una rete di salvaguardia sotto la quale non si può scendere, non si può andare. I partiti possono autonomamente fare di più di quella soglia minima, investendo sulla partecipazione politica delle donne e garantendo un principio di democrazia paritaria, che è un principio, io penso, moderno, che rende non solo giustizia ad un diritto relativo alla partecipazione politica delle donne, ma, io credo, rende le nostre istituzioni più forti e più rappresentative.
  Certo che vi è bisogno di una rivoluzione culturale, certo che vi è bisogno di un grande cambiamento, ma questo cambiamento passa attraverso azioni concrete, passa attraverso le norme che questo Parlamento vota (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 33

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, il cambiamento culturale però non può avvenire attraverso delle sanzioni. Ricordiamo che è prevista una sanzione nel caso in cui le donne in lista non siano il 40 per cento del totale dei candidati, e inoltre i partiti devono spendere il 10 per cento delle somme per iniziative volte ad accrescere la partecipazione attiva delle donne alla politica. Che cosa significa questo ? Noi crediamo che l'Italia debba fare dei passi avanti, che debba investire e che comunque debba tutelare le donne in ogni ambito e in ogni settore, dalla casa, alla famiglia, al lavoro. Ricordiamo le donne che sono licenziate perché magari rimangono incinte. Io sono una donna e voglio essere scelta, perché sono competente, non perché sono una donna. Mi sento discriminata se sono previste delle sanzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, a titolo personale, un minuto quindi, non molto tempo per sostenere, però con convinzione, l'emendamento di cui stiamo parlando. Noi pensiamo che una democrazia sia tale se riconosce alle donne e agli uomini la qualità e lo spazio dovuto. La qualità della democrazia ha bisogno di essere, non solo nominata, ma anche aiutata, e per questa ragione noi pensiamo sia correttissimo immaginare un legame tra il finanziamento ai partiti e la presenza delle donne nelle liste e anche una sanzione nel caso in cui non avvenga, perché vuol dire che il legislatore dice: se quelle condizioni non ci sono, quelle liste non hanno la qualità democratica necessaria. Quindi, ci assumiamo la responsabilità, come legislatori, di indicare quello che serve alla qualità della democrazia e serve che ci siano tante donne, perché un Paese migliore per tutti è un Paese in cui le donne sono nelle istituzioni, nei partiti e ovunque (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, quando ero un cittadino al di fuori delle istituzioni, sentivo spesso i parlamentari lamentarsi della legislazione italiana sulla base dell'eccessivo numero di leggi. In effetti, un Paese che ha troppe leggi ha pochi valori. Quando si prova ad inserire un reato, a sanzionare qualsiasi cosa, si denota una debolezza, si dimostra il fatto che non si può essere convincenti, appunto, con quella rivoluzione culturale di cui parlava la mia collega. Io credo – chiaramente provo a immaginarmi di essere donna, perché sono un uomo – però, se fossi donna, e dovessi, come dire, capire di essere messa in una lista perché altrimenti sarebbe un reato, altrimenti la cosa sarebbe sanzionata, onestamente mi sentirei, come donna, estremamente discriminata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, sono una donna e credo di essere sufficientemente competente, avendo dedicato la mia vita a queste tematiche. Il problema non è non essere messe in lista essendo incompetenti, il problema è che tante donne competenti sono disponibili e vengono tagliate fuori (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà) ! Questo è il problema che noi dobbiamo affrontare. Il problema non è la mancanza di donne competenti, il problema è che per ogni donna che viene eletta, viene eletto un uomo in meno e questa è la barriera contro la quale troppo spesso noi ci siamo trovate a scontrarci (Applausi dei deputati Pag. 34dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà). Per favore, cerchiamo di capire qual è il nocciolo del problema, e non facciamo finta di essere realisti non conoscendo la realtà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Misto).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà. Onorevole Colletti aveva chiesto la parola ? Non ho capito ! Qual è il problema ?

  ANDREA COLLETTI. Presidente, non sentivo.

  PRESIDENTE. Vuole parlare o no ?

  ANDREA COLLETTI. Certo ! Durante l'applauso non ho sentito che mi aveva chiamato per parlare, solo questo.

  PRESIDENTE. Adesso l'applauso è finito. Prego, onorevole Colletti.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, volevo solo dire che qualora in un partito non ci siano abbastanza donne candidate, basta non votare quel partito. Sanzioniamolo finalmente, quel partito, ma con il voto degli elettori, che sono i veri proprietari di questa democrazia, non con regole assolute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ma soprattutto evitiamo di fare quello che viene fatto nelle società, per cui alla dirigenza vengono messe donne, ma vengono messe donne perché «figlie di», «nipoti di» e «sorelle di». Quella è un'ingiustizia verso le donne veramente meritevoli di essere lì (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, dobbiamo desumere che alle ultime elezioni il Partito Democratico abbia messo tante donne in lista evidentemente perché c'era una norma che lo prescriveva e, allo stesso modo, dobbiamo desumere che le donne che non si sono sottoposte alle primarie evidentemente rispondevano alla stessa logica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.

  MARILENA FABBRI. Signor Presidente, io credo che gli interventi che sono stati appena fatti in quest'Aula dimostrano quanto sia debole culturalmente e politicamente il nostro Paese, perché sono state dette delle reali fesserie...

  PRESIDENTE. Onorevole Fabbri, le chiedo scusa. Qui ognuno dice quello che dice senza bisogno... onorevole Fabbri, la pregherei, siccome abbiamo un lungo dibattito e si sta facendo un confronto politico, le «fesserie» ce le possiamo risparmiare.

  MARILENA FABBRI. Non condivido, ma dimostrano il basso livello culturale che c’è ancora in questo Paese relativamente al rispetto dei generi.
  Vorrei far notare che noi abbiamo detto 40 e 60, non perché vogliamo preservare le donne nel 40 per cento, ma perché riteniamo che al prossimo giro gli uomini debbano essere garantiti almeno al 40 per cento di rappresentanza in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Scelta Civica per l'Italia).
  I processi culturali vanno accompagnati, non si producono in sé ma vanno accompagnati. Non introduciamo una norma di reato penale – vorrei ricordarlo a chi lo ha indicato –, ma semplicemente si premiano e si penalizzano quei partiti che vogliono l'accesso al finanziamento pubblico perché accompagnino la partecipazione dei diversi generi in cui è rappresentato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Scelta Civica per l'Italia).

Pag. 35

  PRESIDENTE. La ringrazio, ha concluso il suo tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lupo. Ne ha facoltà.

  LOREDANA LUPO. Signor Presidente, colleghi, io sono una donna e sono una mamma qua dentro. Vorrei farvi capire che l'importanza non risiede nella questione delle quote rosa, ma nel dare gli strumenti a una donna per entrare all'interno della politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Significa sostenerla, sostenerla nella maternità, perché quando una donna è uguale a un uomo non ha niente da essere discriminata ed è nella sua capacità, nel dimostrarla, nell'attivarsi l'importanza. Ma se gli altri non ti danno materialmente gli strumenti, la rivoluzione culturale non si avrà mai e le donne qui dentro non entreranno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Ho apprezzato molto gli interventi sull'esperienza. L'esperienza indica che c’è un movimento che senza quote rosa ha una grossa partecipazione di donne, che rappresentavano la società civile. Molte donne erano precarie, non potevano avere figli e non potevano lavorare, non potevano trovare la loro posizione nella società, non potevano nemmeno pensare di candidarsi. Molte donne che si candidano, su esperienze soprattutto comunali, sono persone «mogli di», non rappresentano la società. Quindi, prendiamo l'esperienza, diamo i servizi, cerchiamo di tutelare le donne e il lavoro ma non inventiamoci regole per la partecipazione. La partecipazione si ha quando si ha la libertà di poterla avere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, proprio sulla base di quanto detto dal MoVimento 5 Stelle, ho sentito che qualcuno dei colleghi parlava di troppe leggi in questo Paese. Io sono molto contenta che abbiamo molte leggi perché vuol dire che riconosciamo molti diritti, perché la legge è presupposto del diritto e questo, secondo me, è fondamentale, anche se si parla spesso di burocrazia.
  In base al fatto delle donne, io credo che ci sia un po’ di fraintendimento. Nessuna di noi vuole essere privilegiata, però c’è un discorso ed un percorso che vuole essere quello di essere sostenuta in una meccanismo culturale e sociale in cui la donna è comunque al margine, soprattutto per ciò che è la cultura, ma anche il costume del nostro Paese.
  Stare all'angolo, io ve lo posso dire per quanto riguarda la mia esperienza ad esempio sulla disabilità. Sono le mamme e le sorelle che sono in casa; i fratelli quasi sempre sono al lavoro, così come i padri.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

  BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, io sinceramente comprendo alcune delle valutazioni che ho sentito fare soprattutto dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, però vorrei anche spiegare loro come si arriva ad una proposta emendativa di questo tipo, perché se uno non conosce la storia, anche di quello che è accaduto in questo Parlamento, si rischia di dare una lettura sbagliata di un fatto secondo me assolutamente positivo e che parte da quella modifica dell'articolo 51 della Costituzione che fece l'allora Ministro delle pari opportunità Stefania Prestigiacomo, una nostra collega. Oggi si fa un ulteriore passo avanti rispetto anche al lavoro che è stato fatto dai Ministri delle pari opportunità dei Governi che si sono succeduti in quest'Aula che, tra l'altro, ci permette di equipararci anche ad un sistema europeo che vede, proprio nel testo dell'articolo aggiuntivo che noi stiamo votando, per le elezioni europee un meccanismo di questo tipo.Pag. 36
  Allora guardate, attenzione a confondere questo articolo aggiuntivo con il discorso delle quote rosa perché nulla ha a che fare questo articolo aggiuntivo con il discorso delle quote rosa. Questa è una proposta emendativa che favorisce la partecipazione delle donne in politica, soprattutto in Italia dove – e non lo diciamo noi in Parlamento, ma lo dicono le statistiche, lo dicono studi importanti – purtroppo la partecipazione femminile non è così rilevante. Allora in tal senso il Parlamento in questi anni ha fatto e ha promosso delle leggi per favorire che anche in Italia ci fosse una piena partecipazione femminile alla vita politica. Infatti, guardate, qui non si tratta di stabilire, con questo articolo aggiuntivo, chi è o meno degno da un punto di vista di merito di potersi candidare, perché questo lo si stabilisce all'interno dei rispettivi partiti, negli organi dei rispettivi partiti.
  Questo articolo aggiuntivo ci dice un'altra cosa. Ci dice che è importante garantire che in Italia le donne possano partecipare alla vita democratica di questo Paese, perché solo attraverso una piena partecipazione delle donne si ha una democrazia compiuta. Questo è il senso di questa proposta emendativa. Non si sta facendo riferimento ad alcuna quota. E, allora, io mi auguro, così come ha lavorato la Commissione in questi mesi su questo articolo aggiuntivo, e soprattutto per il lavoro che tanti di noi, uomini e donne, hanno svolto su questi temi al di fuori di quest'Aula, che almeno su questo il presente Parlamento non si divida, perché dividersi su questo punto significa non voler garantire una piena democrazia nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zan. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, parlo a titolo personale per dire che veramente sono basito per le dichiarazioni del MoVimento 5 Stelle che, peraltro, annovera tra le sue file molte donne. Io ricordo innanzitutto che tutti i Parlamenti e tutte le istituzioni europee si sono dotati di norme antidiscriminatorie per favorire la partecipazione delle donne in politica e nelle istituzioni. Non si sta parlando di quote rosa, ma si sta garantendo la percentuale di un 40 per cento di genere – potrebbe essere sia maschile che femminile – per garantire una pari opportunità. Voglio anche sottolineare come il MoVimento 5 Stelle ha presentato un articolo aggiuntivo, Lombardi 7.0402, che è uguale e che pone dei vincoli di genere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), altrimenti si toglie un ventesimo al 2 per mille di finanziamento ai partiti. Per cui siamo veramente in piena contraddizione. Si mettano d'accordo tra loro e dicano cosa pensano veramente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mariastella Bianchi. Ne ha facoltà.

  MARIASTELLA BIANCHI. Signor Presidente, solo per fare una considerazione. Questo articolo aggiuntivo, come diceva bene la collega Roberta Agostini all'inizio, si lega ad un emendamento che abbiamo già approvato e che mette al centro la parità, la realizzazione della democrazia paritaria, la necessità che ci siano stessi diritti e pari possibilità di partecipazione di uomini e donne in ogni ambito della vita lavorativa, del welfare, delle possibilità di realizzazione personale e, quindi, anche della rappresentanza politica.
  Noi non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla realtà. Lo dico da donna. Sono assolutamente convinta che le donne che sono ora in questa Camera, che sono al Senato, che sono impegnate in politica non hanno bisogno di quote, non hanno bisogno di sostegni, non devono essere tutelate, ma ci sono dei vincoli che noi dobbiamo assolutamente abbattere, quei vincoli che ancora ci impediscono di realizzare la parità, la pari rappresentanza, pienamente Pag. 37la democrazia paritaria in questo Paese. È per questo che è così importante che tutta l'Aula voti a favore di questi articoli aggiuntivi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
  Chiedo scusa ai deputati che fanno capannello, l'onorevole Rizzetto dovrebbe tentare di parlare.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, pochi giorni fa in quest'Aula qualche nostro collega si è indignato poiché chiamato ladro. Ci tiravano le scarpe addosso quasi. Bene, io mi sono indignato particolarmente quando la collega del Partito Democratico ha dichiarato che noi diciamo delle «fesserie» e siamo dotati...

  PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, è già stata ripresa da me.

  WALTER RIZZETTO. ... di un basso livello culturale. Bene noi rimandiamo al mittente queste accuse e queste offese, ricordando che non più tardi di ieri il Partito Democratico che parla di diritti delle donne e di quote rosa ha votato contro l'emendamento proposto dalla Lega rispetto alle mamme in maternità e alle pensioni delle stesse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Avete votato contro questa proposta. Quindi, per cortesia, guardiamoci tutti un po’ allo specchio e, come detto ieri, facciamoci delle domande e in questo caso datevi delle risposte.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, il collega Rizzetto ha sentito parlare di «fesserie», però la collega del PD non ha specificato se si riferisse al MoVimento 5 Stelle o a qualche collega del PD. Quindi comunque non credo sia il caso di pungersi. Vorrei far notare che le parlamentarie on line, molto criticate per carità, un numero ristretto di persone hanno potuto votare, però erano tutti voti liberi. Il meccanismo era quello di poter votare tre persone (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Permettete, scusate, erano limitate, aveva ragione: però era un voto libero e di questi tre voti si poteva scegliere a chi darlo tranquillamente senza considerare il genere. Ebbene, alla fine abbiamo trovato delle liste con il 55 per cento di donne. Questo significa che se il voto è libero non c’è bisogno di fare queste regole: bastano i valori, basta insegnare al proprio elettorato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manlio di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, a parte aver sentito un'aberrazione che è quella che in un Paese democratico le regole garantiscono i diritti che è l'opposto di ciò che la politica dovrebbe insegnare. Là dove esistono i valori, le regole non hanno motivo di esistere. Proprio parlando di valori e di cultura vi faccio notare che...

  PRESIDENTE. Onorevole Farina, onorevole Farina...

  MANLIO DI STEFANO. Proprio parlando di valori faccio notare che degli 81 «paracadutati» del PD soltanto 21 sono donne e, quindi, appena il 25 per cento. Quindi, se la, dimostrazione della cultura di un gruppo politico si vede dalle scelte fatte nell'assegnazione della lista, evidentemente la vostra rappresentanza femminile valutata meritevole, ingiustamente, perché ne meritereste molto di più probabilmente, è soltanto il 25 per cento. Quindi analizzate voi stessi prima di imporre le regole a uno Stato che probabilmente è molto più evoluto culturalmente del vostro gruppo politico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgia Meloni. Ne ha facoltà.

Pag. 38

  GIORGIA MELONI. Signor Presidente, molto velocemente perché questa è una discussione che francamente sembra un po’ non tenere conto della realtà nella quale noi ci muoviamo. Alcuni punti fermi. Primo: la partecipazione delle donne alla vita politica non si garantisce con l'elezione in Parlamento. Si garantisce con la possibilità per le donne di poter partecipare all'attività politica e di poter fare militanza politica, che effettivamente è un problema di conciliazione cioè è un problema della possibilità che tante donne hanno oggi di poter fare politica come posso fare tanti uomini e di poter avere la possibilità di misurarsi.
  Dopodiché su quale legge elettorale lavoriamo noi ? Perché, se effettivamente ci sono tre persone chiuse dentro una stanza che nominano mille parlamentari in nome e per conto degli italiani, allora ha un senso dire che bisogna immaginare delle quote per rappresentare adeguatamente la società all'interno di questo Parlamento. Il problema è che io contesto il principio. Io contesto il principio per cui ci debbano esservi in Italia tre persone chiuse dentro una stanza che nominano mille parlamentari in nome e per conto degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E vorrei sancire un banale parametro (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), cioè che in politica la gente dovrebbe stare in questo Parlamento banalmente perché viene scelta dal popolo italiano indipendente dal sesso e dall'età, indipendentemente...

  PRESIDENTE. Colleghi...

  GIORGIA MELONI. Allora io penso che la sfida dovrebbe essere quella di fare una legge elettorale che reintroduca il voto di preferenza, che dia la possibilità agli uomini e alle donne di competere liberamente e di far scegliere al popolo italiano da chi deve essere rappresentato. Perché lo dico ? Perché non ho mai sognato per le donne un futuro di quote in ogni ambito e grado. Io sogno per le donne italiane una rivoluzione del merito, e sogno che le donne italiane siano messe nella stessa condizione di competere rispetto ai loro colleghi maschi, perché sono convinta che, quando questo accadrà, a chiedere le quote dovranno essere i maschi.
  Allora noi preoccupiamoci di mettere a monte le donne nella condizione di fare politica, diamo la possibilità agli italiani di scegliersi i propri parlamentari, e ci ritroveremo in Parlamento un sacco di donne capaci che vogliono fare politica, e non persone che rischiano di starci perché qualcun altro ha già fatto una concessione. Perché la concessione non è mai una forma di libertà (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI. Signor Presidente, intervengo perché ho sentito parlare delle donne del Partito Democratico. A chi pensa di poter conoscere qual è il percorso faticoso delle donne del Partito Democratico, vorrei dire – rivolgendomi, naturalmente, con rispetto alla Presidenza, non agli altri deputati – che le donne del Partito Democratico hanno tutte una storia politica alle loro spalle che parla di amministrazioni comunali, amministrazioni provinciali e amministrazioni regionali, e una storia dentro al partito di cui noi siamo molto orgogliose. La cosa che vorrei sapere è come mai i click delle parlamentarie sono scomparsi: un interrogativo che ci poniamo da un po’ di tempo e su cui vorremmo avere una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, articolo 7-bis: Partecipazione delle donne alla vita politica. I benefici economici derivanti dalla ripartizione annuale delle risorse di cui all'articolo 10 sono ridotti dell'importo pari ad un ventesimo Pag. 39al partito politico che ha presentato, nel complesso dei candidati ad esso riconducibili per l'elezione dell'assemblea di riferimento, un numero di candidati del medesimo sesso superiore ai due terzi del totale, con arrotondamento all'unità superiore. Articolo aggiuntivo 7.0402. Lombardi, Cozzolino, Dadone, D'Ambrosio, Dieni, Fraccaro, Nuti, Toninelli. Per favore, non fateci perdere tempo, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPINA CASTIELLO. Signor Presidente, intervengo semplicemente perché sono una donna e la demagogia che si sta facendo oggi in quest'Aula mi sembra un po’ esagerata, e che venga dai banchi del MoVimento 5 Stelle su una proposta emendativa, dove io – premesso che sono in politica dal 1995 e sono una che si è confrontata col territorio e come me tante altre donne presenti in quest'Aula sono state amministratrici, consigliere regionali, elette con un'unica preferenza e ce ne sono tantissime, quindi sono confrontate – non vedo, però, il motivo per cui si mette in discussione una proposta emendativa, dove c’è un Paese in cui siamo ultimi dopo l'Uganda in termini di rappresentanza delle donne nelle istituzioni.
  E allora io, che non ho mai preferito, come dire, espormi a parlare a favore o meno delle quote rosa, non lo faccio neanche adesso, perché la mia storia dice – basta andarla a vedere – come sono entrata in questo Parlamento, però c’è un problema e quando c’è un problema, voglio dire, bisogna mettere mano alla legge e, quindi, dare vita ad una democrazia anche rispetto ad una parità di accesso delle donne, sia nelle istituzioni che in altri organi.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIUSEPPINA CASTIELLO. E mi meraviglia il fatto che oggi il MoVimento 5 Stelle e quindi le donne del MoVimento applaudano così tanto quando si parla di preferenze, ma vorrei dire loro: con le preferenze, dove stavate a quest'ora ? Dove stavate se non ci fosse stata una legge che vi nominava in Parlamento ? Probabilmente a casa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signor Presidente, tre brevissime considerazioni. Mi rivolgo all'onorevole Meloni per dire due cose. La prima: questa legge elettorale che tutti quotidianamente contestiamo, e che il mio gruppo, col MoVimento 5 Stelle e pochi altri, tra cui l'attuale Presidente della seduta abbiamo anche votato, nell'unica occasione utile, per rimuoverla, non ricordo bene quale maggioranza l'abbia fatta. Mi pare di ricordare che ci fosse l'onorevole Meloni e non noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  GIORGIA MELONI. Informati !

  NICOLA FRATOIANNI. La seconda riguarda le preferenze. Lo dico così: vorrei che quando si fa una discussione, facessimo un breve screening per vedere nei consigli regionali, in quelli comunali e in quelli dove ci sono le preferenze, quante donne ci sono.
  Sarà, forse, solo un problema del Sud, della regione nella quale sono stato eletto: ricordo che il consiglio regionale della Puglia, su settanta consiglieri, ha solo tre donne.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  NICOLA FRATOIANNI. L'ultima cosa, e lo dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: voi avete avuto un gran merito, portando molte donne, come anche altri gruppi: non capisco, però, perché rimuoviate il fatto che in questo Paese il tema dell'esclusione dalle pari opportunità ha a che fare, come è stato ricordato, con il potere, e che una norma di garanzia è una Pag. 40norma di civiltà e non un vincolo alla partecipazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nardi. Ne ha facoltà.

  MARTINA NARDI. Signor Presidente, io voglio ricordare che per lo meno da questa parte dell'emiciclo tutti coloro che sono seduti, o la stragrande maggioranza di coloro che sono seduti su questi scranni, è perché sono stati eletti: sono stati eletti da persone attraverso le primarie, e non nominati (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Questo mi serve a dire che la norma non è per noi: noi – molti di quelli che sono qua – siamo protagonisti dei nostri territori, sulla scena politica da molti anni. E io, quando avevo quindici anni, pensavo in modo molto simile alle cose che ho sentito dire dai colleghi del MoVimento 5 Stelle. Avevo quindici anni.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARTINA NARDI. E, però, ho imparato – e l'ho imparato sulla mia pelle, sulla conoscenza, e ho concluso, sul protagonismo della vita politica territoriale, regionale e nazionale – che, invece, c’è un tema, che è il tema del pari accesso...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Nardi.

  MARTINA NARDI. ... che c’è bisogno di far sì che i processi culturali che uno auspica si costruiscano anche attraverso le norme. Così si garantisce quella società culturale che tutti vorremmo e auspicheremmo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, ringrazio il collega Boccadutri per l'attenzione con cui ha letto la proposta emendativa successiva a prima firma Lombardi: un emendamento che è un «copia e incolla» del comma 13 dell'articolo 9 della legge n. 96, cosiddetta quote rosa. È stato attento, ma non è stato sufficientemente attento. Il segnale politico nostro era quello di dire che è inutile incancrenirsi nel voler fare nuove norme sulle quote rosa: lasciamo in vita quel simbolo politico, comunque, importante della legge n. 96. Una maggiore attenzione gli avrebbe, probabilmente, permesso di evitare un intervento inutile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, allora abbiamo capito, Toninelli: anziché il 40 per cento, voi volete il 33. Questa è la questione. Cioè, volete restare nella vecchia normativa, mentre noi vogliamo andare un passo avanti. Questo è quello che stiamo votando adesso (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Migliore 7.0400 e Roberta Agostini 7.0401, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gribaudo, Lainati, Palma, Brugnerotto, Giuliani... Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  338   
   Astenuti  123   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato  330    
    Hanno votato no   8.    

Pag. 41

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(L'onorevole Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Gitti. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, volevo sottolineare un dato politico che è emerso con chiarezza nel corso della votazione sul nostro emendamento all'articolo 7. Il dato politico è che questa legge sul finanziamento pubblico che si dice di voler abolire è voluta dal Partito Democratico e dal Popolo della Libertà. Ci sono stati più di 160 voti su un emendamento che voleva limitare i rimborsi e le spese per la campagna elettorale. A nome di Scelta Civica rivolgo un appello a tutti i colleghi perché riflettano su quella che è la nostra proposta e cioè riflettano se sui contributi privati vogliono che i cittadini sappiano gli importi, i nominativi, quali siano i rapporti con gli istituti di credito e che questi dati siano pubblicati con trasparenza on-line oltre che comunicati all'autorità di controllo.
  Così come nell'emendamento a firma Balduzzi, rivolgo un appello ai nostri colleghi perché trattino il tema della formazione politica sia dei militanti sia degli amministratori come un problema di natura pubblica e che ci possano essere rimborsi e spese documentate su piani di formazione concreti e soggetti a controlli rigorosi. Se la trasparenza, se la formazione è un dato a cui i partiti e i gruppi parlamentari tengono io chiedo il voto e chiedo un voto anche più ampio di quello che SEL e il MoVimento 5 Stelle hanno voluto assicurare al precedente emendamento, cosa di cui ringrazio e che apprezzo a nome del nostro gruppo.
  Questa legge, lo ribadisco, è stata voluta dal Partito Democratico e dal Popolo della Libertà e trattata con grande pragmatismo, e gliene va merito, dai relatori, i colleghi Fiano e Gelmini, che con grande accortezza il presidente Sisto ha scelto; è vero, lo ringrazio, ha voluto farmi l'onore di un ringraziamento pubblico qualche giorno fa, ha voluto ringraziare Scelta Civica per l'enorme massa di lavoro che in Commissione affari costituzionali abbiamo raccolto grazie alla sua indicazione. Ovviamente sono tutte materie che non interessano né al Partito Democratico né al Popolo della Libertà. Su questa legge io mi appello alla coscienza di tutti i deputati che vogliono un rapporto trasparente, chiaro, con i cittadini. Non basta solo chiede l'abolizione del finanziamento pubblico, bisogna essere rigorosi, responsabili e trasparenti sui contributi dei privati e sui rapporti con le banche, nei confronti delle quali, troppo spesso, i partiti si indebitano. Rivendico che Scelta Civica è l'unico partito, rappresentato in questa Camera e al Senato, che ha già pubblicato on-line tutti i finanziamenti privati ottenuti durante la campagna elettorale; nessun altro gruppo parlamentare lo ha fatto, neanche il MoVimento 5 Stelle che ha rifiutato il finanziamento pubblico; i contributi privati Scelta Civica li ha on-line e sfidiamo ogni altro partito e gruppo parlamentare a fare altrettanto (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 8 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli, il parere è contrario. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Gitti 8.1 e sull'emendamento Boccadutri 8.400 (versione corretta) (peraltro è assorbito da un emendamento successivo), altrimenti il parere è contrario.Pag. 42
  La Commissione esprime parere contrario sulle seguenti proposte emendative: Attaguile 8.2, Nuti 0.8.700.1, 0.8.700.2 e 0.8.700.5, Pilozzi 0.8.700.6, Nuti 0.8.700.3, Toninelli 0.8.700.4 e 0.8.700.7. Il parere della Commissione è favorevole sul subemendamento Pierdomenico Martino 0.8.700.9, mentre è contrario sul subemendamento Nuti 0.8.700.8.
  La Commissione esprime parere favorevole sul proprio emendamento 8.700, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Formisano 8.50 e invita al ritiro dell'emendamento Balduzzi 8.3. Esprime parere contrario sugli emendamenti Pastorelli 8.6 e 8.7, Formisano 8.51, ed infine formula un invito al ritiro, altrimenti il parere contrario, dell'emendamento Brunetta 8.8.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza ad esprimere i propri pareri.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere è favorevole sul testo alternativo del Movimento 5 Stelle, mentre è contrario sugli emendamenti Gitti 8.1, Boccadutri 8.400 (versione corretta) e Attaguile 8.2.
  Il parere è favorevole sui subemendamenti Nuti 0.8.700.1, 0.8.700.2 e 0.8.700.5, mentre è contrario sul subemendamento Pilozzi 0.8.700.6. Il parere è favorevole sui subemendamenti Nuti 0.8.700.3, Toninelli 0.8.700.4 e 0.8.700.7.
  Il parere è contrario sul subemendamento Pierdomenico Martino 0.8.700.9, mentre è favorevole sul subemendamento Nuti 0.8.700.8.
  Il parere è contrario sull'emendamento 8.700 della Commissione, mentre è favorevole sull'emendamento Formisano 8.50. Il parere è contrario sugli emendamenti Formisano 8.3, Pastorelli 8.6 e 8.7, Formisano 8.51 e Brunetta 8.8.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gitti . Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, solo per dire e confermare quanto avevo anticipato prima: abbiamo la conferma che il MoVimento 5 Stelle è contro la trasparenza dei contributi privati. Non lo ha mai fatto, non ha mai rivelato nulla di tutto ciò ai cittadini, e i cittadini lo devono sapere ! Siamo soli come gruppo parlamentare a sostenere questa posizione di trasparenza. Il MoVimento 5 Stelle fa della trasparenza solo una chiacchiera verbale e una provocazione politica.
  Quando si tratta di arrivare al sodo, come la neve si squaglia al sole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo dell'articolo 8 del relatore di minoranza, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Vitelli, Bargero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  437   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no   352    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Tidei e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Gitti 8.1. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.Pag. 43
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, io vorrei un attimo riportare il dibattito sulla strada che dovrebbe in realtà prendere, cioè quella della verità e della trasparenza e vorrei ragionare, siccome sono stato in religioso silenzio sino ad adesso e ho ascoltato un lungo dibattito, da cittadino informato che ragiona, non sono un costituzionalista né un economista, voglio ragionare così: da cittadino informato che ragiona.
  Io mi ricordo perfettamente le parole del 31 maggio del Ministro Quagliariello che, quando ha presentato questo disegno di legge, diceva: abbiamo superato il MoVimento 5 Stelle; anche l'ipocrisia del Ministro Quagliariello, quindi, ha un limite, perché è naturale che il metro di riferimento per il finanziamento ai partiti è il MoVimento 5 Stelle, è bene che lo sappiate tutti ed è il Ministro che l'ha sancito.
  Il 30 dicembre 2012 i signori dell'Agenda Monti dicevano di no al finanziamento pubblico dei partiti e la proposta prevedeva il rimborso pubblico delle spese elettorali; quindi questa è dissociazione oppure incoerenza, chiamatela come volete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  
Poi, il 30 giugno 2012, mi ricordo la proposta del segretario del PD Bersani, che prevedeva una piccola parte legata al finanziamento pubblico e, addirittura, si inventava un finanziamento sui progetti. L'11 marzo 2013, il signor Vendola, coerente in questo, disse: sono per abolire il finanziamento pubblico e per rimborsi elettorali che vengano dati su documentazione certa. Quindi SEL non è contraria al finanziamento pubblico ai partiti.
  Poi ricordo bene che Berlusconi, con il quale il PD governa – è bene ricordarlo ogni tanto –, il 6 aprile 2013 cacciò fuori otto proposte shock una di queste era : via il finanziamento ai partiti, mentre le forze politiche sembrano impegnate a perdere tempo. Questa era la dichiarazione di Berlusconi.
  Il 20 maggio 2013, invece, la Lega Nord, tramite le parole di Maroni, disse: intendiamo rinunciare al finanziamento pubblico.
  Benissimo, arriviamo al 24 maggio, a un comunicato stampa che, appunto, annuncia il decreto. Poi, dopo tutte queste belle dichiarazioni, naturalmente, di intenti, vai a leggere la Gazzetta Ufficiale e trovi che il PD si è intascato 45 milioni di euro di finanziamento pubblico, il PdL intasca 38 milioni di euro di finanziamento pubblico, la Lista Monti prende 8 milioni di finanziamento pubblico, la Lega Nord 7 milioni di finanziamento pubblico e SEL 5 milioni e 182 mila euro. Questa, ovviamente, dalle mie parti si chiama ipocrisia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, siccome sono passati cinque mesi dalla presentazione del decreto-legge, vale a dire dal 31 maggio, io conto giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre. Oggi forse riusciamo ad arrivare alla votazione finale. Mi domando: abbiamo tenuto il Parlamento bloccato per cinque mesi su questa bazzecola e vi faccio vedere, per la trasparenza alla quale si riferiva il deputato Gitti, la dichiarazione di richiesta di rimborsi elettorali del Movimento 5 Stelle, la quale, alla sezione dove viene richiesto il codice bancario (ABI, CAB e IBAN) e dove versare i soldi della Camera dei deputati, cioè dei cittadini italiani al partito, è bianca.
  Quindi, se voi aveste lasciato questo foglio in bianco, vi sareste accorti che avremmo potuto risparmiare cinque mesi di discussione e parlare del taglio delle pensioni d'oro e dell'abbassamento delle retribuzioni dei grandi manager. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Invece di dire fesserie – queste sono le vere fesserie, non quelle di cui parlavamo prima –, non date il vostro IBAN e i soldi non vi saranno accreditati. Risparmieremo cinque mesi di lavoro in Parlamento !

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, ero distratto. Ovviamente anche per lei il termine «fesserie»... Qui nessuno dice fesserie, Pag. 44ognuno dice la sua opinione ! Se siano fesserie o meno...
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, ringrazio il collega Sibilia per avere ricordato la posizione di Sinistra Ecologia Libertà, che non ha mai nascosto pubblicamente e sulla quale ha presentato anche una proposta di legge, la n. 733.
  Non lo ringrazio invece perché ha creato scompiglio, perché Sinistra Ecologia Libertà non ha ricevuto 5 milioni, ma circa 1 milione, che pubblicamente – sul sito di SEL si può controllare – sono stati spesi tutti per la campagna elettorale. Tutti per la campagna elettorale ! (Applausi dei deputati del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà).
  Vengo invece al merito dell'emendamento presentato dal collega Gitti, sul quale esprimeremo voto contrario con una motivazione ben precisa. Mi dispiace, comprendo lo spirito dell'emendamento, ma non possiamo condividerne un passaggio: si fa un passo indietro sui soldi che i partiti possono ricevere dalle società partecipate. Oggi la legge n. 195 del 1974 prevede il divieto per tutte le società partecipate, senza distinzione del livello di partecipazione; invece, con l'emendamento Gitti si riporta il divieto solo alle società con partecipazione superiore al 20 per cento. Per questo motivo noi voteremo contro l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Schirò Planeta. Ne ha facoltà.

  GEA SCHIRÒ PLANETA. Signor Presidente, intervengo per una precisazione riferita alle considerazioni dell'onorevole Sibilia. La differenza tra una tradizione parlamentare e nuove tradizioni che ancora non hanno nome è questa. Riportare delle intenzioni o delle opinioni a volte personali, che vengono riviste nel dialogo parlamentare, vengono trasformate in un progetto di legge o in emendamenti, attraverso i quali si può anche cambiare idea, è diverso: lei ha fatto il gioco delle tre carte, perché ha parlato di opinioni personali, facendole poi diventare delle decisioni parlamentari.
  Questa è una cosa molto scorretta, che va forse a beneficio della diretta e forse anche al fatto di fare riferimento a una sola persona. I partiti presenti in quest'Aula non hanno queste tradizioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, intervengo soltanto per precisare, in un minuto, che quando abbiamo audito in Commissione alcuni illustri rappresentanti della dottrina costituzionalistica, scelti, almeno per quanto riguarda la proposta di Scelta civica, non fra quelli che avevano appartenenze partitiche, ma fra coloro che avevano studiato più di altri l'articolo 49 della Costituzione e il problema dei partiti nell'odierna democrazia, ci siamo sentiti dire da tutti che il punto di fondo era mettere insieme gli articoli 49 e 3, assicurando a tutte le formazioni politiche e a tutti i partiti di attuare il dettato dell'articolo 49 della Costituzione. Per fare questo, ci sono molti strumenti: il finanziamento pubblico diretto e quello indiretto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, la differenza è che noi del Movimento 5 stelle siamo gli unici a volere l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Si parte da due presupposti diversi.
  Per quanto riguarda SEL, che dice di avere speso 5 milioni di euro per la campagna elettorale (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)... Uno ? È comunque tantissimo se pensiamo al risultato che hanno ottenuto. Quindi sono tantissimi soldi, spesi male (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 45

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, il Movimento 5 Stelle voterà contro questo emendamento perché il Movimento 5 Stelle è l'unico partito che vuole abolire immediatamente il finanziamento pubblico ai partiti, diretto e indiretto, mentre l'emendamento 8.1 a prima firma Gitti mantiene comunque una forma di finanziamento pubblico che si affianca a quella delle agevolazioni fiscali.
  Riguardo, invece, all'intervento precedente sul testo alternativo del MoVimento 5 Stelle, mi dispiace, ma il collega Gitti ha completamente sbagliato emendamento – avrà fatto confusione con la carta – perché il testo alternativo del MoVimento 5 Stelle non faceva che introdurre ed inasprire delle norme su quelle società di revisione che si occupano dei conti dei partiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, come Lega, voteremo contro questo emendamento, perché anche noi siamo contro il finanziamento pubblico ai partiti e preannuncio che voteremo anche contro l'articolo 14, che prevede la proroga per i prossimi anni. Questo per chiarezza e per trasparenza.
  Come ho già detto le volte scorse – perché ormai questo provvedimento lo abbiamo affrontato in più tappe in quest’ Aula – noi voteremo a favore di quegli emendamenti – come abbiamo già fatto – che prevederanno dei controlli più severi sui bilanci dei partiti e auspichiamo, però, che questi controlli più severi che verranno fatti giustamente e doverosamente ai partiti vengano fatti anche per i bilanci dei sindacati e di tutte le altre associazioni che ricevono soldi pubblici.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, davvero pochi secondi per ricordare a quest’ Aula che non è possibile dire sempre bugie su tutto. Il 20 dicembre 2011 a Servizio Pubblico Nichi Vendola sosteneva che il suo partito non riceveva alcun finanziamento pubblico ai partiti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, io credo che noi dobbiamo tentare di stare alla lettera della legge che stiamo approvando e, come abbiamo dimostrato prima, sull'emendamento riguardante il rispetto della possibilità per le donne e per gli uomini di non essere sottorappresentati nelle liste, a me sembra che noi siamo nel merito.
  Dico solo una cosa, signor Presidente: io credo che nessun gruppo politico possa permettersi di dire a noi che diciamo bugie, dopo aver detto che SEL ha preso 5 milioni di finanziamento pubblico ai partiti che è una grande bugia. Io credo che le cose vadano dette come stanno.
  Detto questo, SEL qui dentro, per dirlo ai colleghi del Movimento 5 Stelle, è l'unico partito e movimento che ha presentato una legge per dare la massima trasparenza e democraticità alla vita dei partiti e dei movimenti. Su questo, voi siete, per quanto ci riguarda, molto indietro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gitti 8.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Terzoni, Cera...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 46
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  444   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no   415.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Colleghi, se non vi sono obiezioni, vista anche l'ora, io porrei in votazione quest'ultimo emendamento e poi sospenderei la seduta, riprendendo dopo il question time. Siamo tutti d'accordo ?
  Passiamo all'emendamento Boccadutri 8.400. Prendo atto che il presentatore lo ritira.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Attaguile 8.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Attaguile. Ne ha facoltà.

  ANGELO ATTAGUILE. Signor Presidente, prendo la parola ribadendo che condivido l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e, nella massima trasparenza, per l'educazione democratica e l'idea democratica che ho del nostro Paese, è giusto che anche i piccoli partiti possano avere la propria rappresentanza politica e il diritto ad essere presenti nelle istituzioni. Ecco perché dico che anche i piccoli partiti possono avere il finanziamento privato, purché abbiano eletti nelle proprie liste dei parlamentari nazionali, senatori e parlamentari europei, in modo particolare anche nei consigli regionali e nelle province autonome di Trento e di Bolzano.
  Questo è un segnale di democrazia e di rappresentanza in un Paese democratico come il nostro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marguerettaz. Ne ha facoltà.

  RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Signor Presidente, intervengo brevemente. Questo è un emendamento che davvero cerca di portare un po’ più di equità rispetto, ad esempio, alla situazione nella Valle d'Aosta. Rubo qualche minuto, se me lo concede, Presidente.

  PRESIDENTE. No, ha quaranta secondi, onorevole Marguerettaz.

  RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Lo so, signor Presidente, ma in coda ho una cosa importante da dire.

  PRESIDENTE. Sì però la deve dire in quaranta secondi.

  RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Le assicuro che è per l'economia dei lavori dell'Aula. La situazione del consiglio regionale della Valle d'Aosta è questa: sei partiti rappresentati, quattro regionali, due nazionali, trentacinque consiglieri eletti, trenta rappresentanti delle forze autonomiste, cinque rappresentanti delle forze nazionali, due del MoVimento 5 Stelle e tre del Partito Democratico. Altri partiti nazionali nel consiglio regionale della Valle d'Aosta non ci sono.
  Questo emendamento tende a portare una maggiore equità rispetto all'80 per cento degli elettori della Valle d'Aosta.
  In coda, Presidente, come dicevo, per l'economia dei lavori, noi abbiamo appena approvato l'articolo 7-bis con gli emendamenti presentati dai colleghi. Faccio sommessamente presente che questo articolo rischia di essere anticostituzionale, perché non rappresenta una parte del Paese che è la regione Valle d'Aosta. Quando si mette l'obbligo della rappresentanza di genere per la Camera e per il Senato, in Valle d'Aosta, come i colleghi dovrebbero sapere, c’è un collegio uninominale...

  PRESIDENTE. La ringrazio, purtroppo siamo quaranta secondi oltre il tempo a sua disposizione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Attaguile 8.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.Pag. 47
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, Carella, Ventricelli, Ciprini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  425   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no   375.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta pomeridiana dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e l'esame della relazione della Giunta per le autorizzazioni sull'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Formisano.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,30).

  EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, volevo ricordare in quest'Aula i 70 anni che ricorrono oggi dal sabato mattina del 16 ottobre 1943, quando i mezzi militari della Wehrmacht tedesca circondarono il ghetto di Roma e prelevarono 1.022 ebrei romani, tra cui bambini, donne, anziani e uomini di tutte le età.
  Di quei 1.022, in 16 tornarono nelle loro case – oggi sono pochissime unità ad essere ancora vive –, alla fine della seconda guerra mondiale, dalla loro deportazione ad Auschwitz. Quell'assedio del ghetto, quella deportazione fu analoga a molti altri casi in giro per l'Europa, dal ghetto di Varsavia a quello di Praga, ma per l'Italia la deportazione degli ebrei romani rimane un unicum per la dimensione e per la città capitale dove si svolse.
  Il progetto nazista era quello di rendere il popolo ebraico «la civiltà scomparsa», era quello di umiliare gli ebrei prima di annientarli. A tal proposito, vorrei ricordare l'episodio dell'estorsione dei 50 chili d'oro agli ebrei romani e del saccheggiamento dell'antica biblioteca della comunità di Roma, con l'asportazione di antichi registri e volumi di ogni genere.
  Sappiamo come Hitler concepisse gli ebrei: gobbi, pelosi, con il naso adunco. Il Museo ebraico di Berlino conserva l'idea che aveva il nazismo dell'immagine degli ebrei e come questa immagine veniva tramandata nei libri di scuola in Germania e come venivano educati i soldati e i funzionari di quel regime terribile, perché, una volta indottrinati, fossero impermeabili al compito devastante di dover strappare dalle loro case bambini, donne e anziani.
  Se qualcuno ancora avesse dei dubbi su quale forza abbia avuto l'indottrinamento di marca nazista, dovrebbe vedere il video-testamento che ci ha lasciato Erich Priebke, con le sue idee, che ha voluto diffondere dopo la sua morte, su che cosa siano stati i lager dove sono morti sei milioni di ebrei e molti milioni di altri oppositori a quel regime. Io penso che si debba ricordare, sempre ricordare...

  PRESIDENTE. Deputato, concluda.

  EMANUELE FIANO. ...perché ciò che è accaduto – ho finito, Presidente – una volta agli ebrei, ciò che è accaduto una volta, 70 anni fa, nel ghetto di Roma, potrebbe capitare in un'altra parte del mondo a qualcun altro.
  Infatti, chi per una volta, il genere umano, ha considerato che nel proprio genere esistessero esseri inferiori, la cui sorte doveva essere quella di venire bruciati, potrebbe ripetere questo terribile, terribile, terribile dramma che è stata la Shoah (Applausi).

Pag. 48

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fiano.

  FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, intervengo per ricordare quello che è accaduto nella giornata di ieri nella città, medaglia d'argento della resistenza, di Albano Laziale. Con provvedimento improvvido, il prefetto di Roma ha ritenuto di autorizzare una cerimonia religiosa nella città di Albano per Erich Priebke.
  Voglio ricordare che questa cerimonia doveva essere tenuta all'interno di una chiesa del movimento lefebvrista, che notoriamente è un movimento antisemita, e che, nella stessa occasione, in questa cerimonia, è stata consentita la partecipazione di un notissimo esponente dei movimenti di estrema destra, di Militia, il signor Maurizio Boccacci.
  Credo che questa sia stata una grandissima provocazione e che dietro vi sia un disegno politico preciso, perché non può essere un caso che quell'associazione antisemita e che quel personaggio, militante e dirigente di Militia, siano stati presenti in questa occasione.
  È per questa ragione, Presidente, che, in occasione soprattutto della giornata che ricordava poc'anzi il collega Fiano, io credo che sia doveroso da parte del Governo venire a riferire per quale ragione...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Baratti. Colleghi, se restiamo in Aula... grazie.

  FILIBERTO ZARATTI. ... che il Governo debba venire in Aula per riferire per quale ragione il Prefetto di Roma abbia consentito una tale provocazione. Io credo che il Prefetto di Roma debba rassegnare le sue dimissioni per come ha gestito in modo così, diciamo, improvvido, la vicenda della salma di Priebke, e quindi ritengo che il Governo debba venire qui a darci delle spiegazioni. Chiedo alla Presidenza di farsi carico di questa nostra richiesta (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zaratti. La richiesta sarà ovviamente girata al Governo.

  GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, spero di dire le cose in maniera molto calma e molto chiara, perché a differenza di quello che hanno detto finora i miei colleghi... Premesso: ovviamente distante da me il nazismo, Priebke e tutto quello che ha fatto nella sua vita terrena, che ha avuto giustizia per quello che è successo, e lungi da me difendere una persona del genere. Ma, sinceramente...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Buonanno. Colleghi ! Siccome non è obbligatorio stare in Aula, facciamo in modo che il collega riesca a parlare.

  GIANLUCA BUONANNO. Ribadisco: lungi da me difenderlo, anzi. Giustizia terrena, e quello che è stato stabilito. Però, vedere delle immagini in cui persone con la falce e martello come bandiera prendono a calci un carro funebre, sinceramente a me ha dato molto fastidio. Non per chi c'era dentro, perché quando uno muore un minimo, tra virgolette, «di pietà»... Perché c’è poi una giustizia divina. Ma prendendo a calci con la falce e il martello un carro funebre, secondo me, si dimostra invece l'inciviltà totale. Per di più con la falce e martello coloro che, tra virgolette, «ricordano» il comunismo, che è stato, ed è ancora a tutt'oggi nel mondo, simbolo di morte, dove sono stati uccisi nei gulag... Io voglio ricordare un libro in tre volumi «Arcipelago Gulag», dove un russo dell'Unione Sovietica racconta le decine di milioni di morti provocati da parte del sistema comunista. E vedere adesso, che con quella falce e martello si Pag. 49va a prendere a calci un carro funebre, per una persona che ne ha combinate di tutti i colori, che è stato «giustiziato» e che adesso comunque avrà un'altra giustizia, io mi vergogno di quello che ho visto. E ribadisco: non voglio difendere quella persona, lungi da me. Ma quello che hanno fatto ieri, li equipara in qualche maniera a lui, perché non è giusto fare delle cose del genere contro un carro funebre.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO. Ovviamente lo Stato ha le sue colpe, perché l'ha gestita, come al solito, in una maniera incapace, però quello che ho visto veramente fa rabbia.

  PAOLO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Signor Presidente, vorrei ricordare che ieri, il 15 ottobre di ventisei anni fa moriva Thomas Sankara, primo Presidente del Burkina Faso, ucciso durante un colpo di Stato all'età di 38 anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il colpo di Stato del 15 ottobre 1987 vide un cambio di regime che ancora oggi vige in Burkina Faso, e fu appoggiato da Francia e Stati Uniti. Un Presidente scomodo come Sankara doveva essere rimosso. Un personaggio dagli ideali anticapitalisti che andava in contrasto con il pensiero unico occidentale era un pericolo per la neocolonizzazione in Africa. Sankara è stato uno dei pochi Presidenti africani a non piegarsi nei confronti dell'Occidente chiedendogli la carità e non perdendo occasione per criticarlo e sfidarlo, rivendicando l'indipendenza economica nazionale e africana. Non reclamò mai le frontiere aperte per favorire l'immigrazione selvaggia in Occidente, utilizzata dall’establishment come causa dei mali dei cittadini occidentali, ma bensì si oppose alla truffa del debito. Sankara è stato il primo uomo politico africano a dire chiaro e forte che i Paesi africani non erano in grado di pagare il debito che avevano contratto nei confronti dell'Europa. E lo disse in un celebre discorso che si trova facilmente in rete, all'Assemblea dell'ONU che si tenne nel 1984: «Il debito pubblico nella sua forma attuale, controllata e dominata dall'imperialismo, è una riconquista dell'Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita e il suo sviluppo obbediscano a delle norme che si ci sono completamente estranee. In modo che ognuno di noi diventi schiavo finanziario, cioè schiavo assoluto, di coloro i quali hanno avuto l'opportunità, l'intelligenza, la furbizia di investire da noi con l'obbligo di rimborso». Sankara era per l'indipendenza dell'Africa dal neocolonialismo occidentale che si nascondeva sotto l'alta finanza.
  Era per la sovranità alimentare, per l'alfabetizzazione, per il femminismo, per l'ecologismo. Era per l'abolizione dei privilegi dei politici e per il disarmo, diceva: «Non possiamo essere i dirigenti ricchi di un Paese povero». «Ogni volta che un africano compra un'arma dall'Occidente la usa contro un altro africano».
  Un presidente come lui sarebbe stato rivoluzionario anche al giorno d'oggi, e ogni volta che lo ricordiamo rivivono le sue idee. Mentre gli uomini passano, le idee rimangono e piano piano cambiano il mondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  IVAN SCALFAROTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IVAN SCALFAROTTO. Signor Presidente, intervengo soltanto pochi istanti. L'onorevole Buonanno non è più in Aula, ma io volevo soltanto esprimere il mio profondo disagio per le sue parole, dette in quest'Aula proprio il giorno 16 ottobre, il giorno in cui ricordiamo l'anniversario del rastrellamento di 1.022 ebrei romani. L'onorevole Buonanno dice: «C’è una giustizia divina», io gliela invidio perché esistono molte persone – tra le quali me, Pag. 50che sono cittadino di questo Paese – che non confidano particolarmente in una giustizia divina, ma pensano che ci debba essere una giustizia terrena e pensano anche che i rappresentanti di questo popolo dovrebbero avere la sensibilità di esprimere le loro opinioni tenuto conto di quelle che sono le risultanze della giustizia degli uomini, della giustizia dei concittadini, della giustizia pronunciata in nome del popolo italiano.
  E voglio ricordare anche che in questa mancanza di sensibilità l'onorevole Buonanno dimentica che quella falce e quel martello – che certamente non mi rappresentano sul piano della politica e che riconosco e so hanno avuto delle importanti responsabilità storiche negative in questo nostro pianeta, nella nostra storia del secolo scorso – sono state anche la falce e il martello che sono state parte della scrittura della Costituzione di questo Paese.
  Il Partito Comunista Italiano è stato un partito che non ha nulla di cui vergognarsi. Ripeto, io non mi riconosco in quella storia, ma è una storia che rispetto profondamente, è la storia della nostra Resistenza, la storia che ci ha consentito di essere qui tutti quest'oggi a parlare e a discutere avendo opinioni diverse. Ecco, senza quel contributo e se le persone di cui l'onorevole Buonanno ricorda non avessero avuto la prevalenza e la meglio, forse oggi non saremmo qui in un regime democratico, in una democrazia che appartiene a tutti, anche all'onorevole Buonanno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, anch'io non ho particolari affinità con il comunismo o con il nazismo, in quanto parte della mia famiglia viene dalla Repubblica Ceca e abbiamo subito prima l'invasione nazista e poi mio nonno è stato prigioniero politico dei sovietici. Quello che credo, però, vada detto in quest'Aula è che l'onorevole Buonanno si dovrebbe preoccupare più che della bara di Priebke delle bare che vengono da Lampedusa e delle morti nei CIE, perché pesano sulla coscienza dei leghisti queste morti. Quindi non si capisce, ma probabilmente si capisce bene che lo fa soltanto in maniera demagogica e provocatoria.
  Per quanto riguarda, invece, il comportamento del prefetto di Roma, credo che sia stato inqualificabile e si dovrebbe dimettere.

  ROSY BINDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROSY BINDI. Signor Presidente, vorrei ricordare a quest'Aula che oggi è anche l'ottavo anniversario della scomparsa di Franco Fortugno, che fu ucciso dalla ’ndrangheta il giorno nel quale si svolgevano nel suo paese, a Locri, come in tutta Italia, le primarie per la designazione del candidato premier del centrosinistra. Fu ucciso proprio nel luogo nel quale andava ad esercitare il suo diritto di voto, il suo diritto di partecipazione come cittadino, e credo che non sia un caso che sia stato colpito proprio in quella circostanza, perché Franco Fortugno è stato un militante vero ed un rappresentante del popolo calabrese dentro il consiglio regionale sempre molto attento e sempre partecipe degli eventi politici più significativi.
  Lo ricordiamo tutti come un uomo con un grande senso delle istituzioni, con un carattere mite, con una grande disponibilità nei confronti delle persone, con una grande onestà, come molti di coloro che vengono colpiti dal potere mafioso che ci ha privato e continua a privarci delle persone migliori.
  Io credo che sia giusto ricordarlo oggi, e insieme a lui ricordare tutte le vittime della mafia come segno anche del nostro impegno perché questo nostro Paese possa essere riscattato da un ricatto così forte e così pesante che impedisce a tutto il Paese, ma in maniera particolare ad una parte del Paese, di crescere, di crescere nella Pag. 51serenità e nella pace e di consentire a tutti di guardare al futuro. Ricordiamo insieme a lui la sua famiglia e ricordiamo anche tutti coloro che in quella terra continuano oggi a lottare per liberarla definitivamente dai poteri mafiosi (Applausi).

  ANGELO CERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, la giornata di oggi mi induce a ricordare un aspetto positivo della politica. Oggi si ricorda Priebke, ma io vorrei ricordare la storia di Kappler. Ricordiamoci che in quell'occasione, quando la politica era una cosa seria e c'era la grande Democrazia Cristiana, per la semplice fuga di Kappler si dimise il Ministro Lattanzio. Erano altri tempi, c'era la Democrazia Cristiana, era una scuola di cultura, era un modo diverso di governare. Per cui, fra le cose negative, ricordiamo anche questi aspetti positivi e questi ricordi di questo periodo che, se ricordati, possono fare anche bene a chi in Aula si contrappone su stupide contrapposizioni che non esistono più. Erano altri tempi. Ricordiamoci che proprio per quegli eccidi, per quelle morti, un Ministro della Repubblica, il Ministro della difesa, si dimise.

  PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della giustizia, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare.

(Iniziative per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, con particolare riferimento al piano di edilizia carceraria – n. 3-00377)

  PRESIDENTE. Il deputato Molteni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00377, concernente iniziative per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, con particolare riferimento al piano di edilizia carceraria (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  NICOLA MOLTENI. Ministro Cancellieri, lei in data 11 ottobre, durante un'intervista a «Radio 24», diceva con riferimento al problema del sovraffollamento delle carceri e al messaggio inviato dal Capo dello Stato in cui chiedeva al Parlamento di proporre l'amnistia e l'indulto: «So bene che per molti sarà anche un provvedimento impopolare, ma la gente capisce più di quanto pensiamo, cioè la necessità di far fronte all'emergenza carceri. Ho idee chiare sulla legge da proporre su amnistia e indulto – chiarisce poi il Ministro –, 20 mila i detenuti liberi».
  Ministro, io le ricordo che nel nostro Paese abbiamo 3 milioni di disoccupati, il 40 per cento di disoccupazione giovanile, il 12 per cento di disoccupazione generale, 260 mila esodati scoperti a causa della legge Fornero, 31 mila aziende chiudono, 50 mila negozi commerciali hanno chiuso. Le chiedo, alla luce di questi dati, se la priorità per lei e per il Governo e la necessità del Paese è quella di proporre un provvedimento di amnistia e di indulto.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Cancellieri, ha facoltà di rispondere.

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia. Signor Presidente, rispondo all'interrogazione dell'onorevole Molteni, Pag. 52richiamando le considerazioni svolte dal Presidente della Repubblica nel messaggio inviato alle Camere in data 8 ottobre ultimo scorso secondo cui, per risolvere il problema di straordinaria gravità del sovraffollamento carcerario, occorre un intervento altrettanto straordinario ed urgente ma composito su più fronti. Sarà naturalmente il Parlamento a decidere l'eventuale concessione di provvedimenti di amnistia o di indulto ed il loro ambito di applicazione sia soggettivo che oggettivo.
  Ma è chiaro che eventuali provvedimenti di clemenza non avrebbero alcun senso se non quello di alleggerire temporaneamente la tensione detentiva ove non fossero accompagnati da misure strutturali di carattere normativo, logistico ed organizzativo.
   Sotto il profilo normativo il recente intervento attuato con il decreto-legge n. 78 del 2013, che ha elevato i limiti di pena edittale per l'applicazione della custodia cautelare in carcere, ha abrogato alcuni automatismi che precludevano ai recidivi non pericolosi l'accesso ai benefici carcerari e ha reso più agevole l'impiego lavorativo dei detenuti, anche per progetti di pubblica utilità. Questo provvedimento sembra aver determinato un sia pur lento mutamento di tendenza. Si è infatti registrata una diminuzione delle presenze, dal 30 settembre 2012 ad oggi, di oltre 2 mila detenuti, mentre dal luglio scorso vi è stata una flessione di circa il 50 per cento del numero di ingressi in carcere dei soggetti condannati con sentenza definitiva.
  Sono inoltre attualmente al lavoro alcune commissioni di studio dalle quali giungeranno a breve ulteriori proposte di interventi normativi sull'ordinamento penitenziario, le condizioni detentive, le misure alternative alla detenzione, il sistema sanzionatorio e il processo penale.
  Per quanto concerne il fronte dell'edilizia penitenziaria, premesso che gli edifici già adibiti a case mandamentali sono stati dismessi negli usi penitenziari e restituiti ai comuni di appartenenza, osservo che di recente sono stati aperti; nuovi istituti penitenziari di Reggio Calabria e di Sassari, oltre quelli di Tempio Pausania e di Oristano operativi dallo scorso anno, ed è stato realizzato un nuovo padiglione detentivo a Carinola. Entro la fine del corrente anno saranno disponibili 2.500 nuovi posti detentivi, che diventeranno circa 4.400 nella prima metà del 2014 e circa 10 mila al completamento del piano carceri nella seconda metà del 2015.
  Ma credo che gli aspetti deteriori dell'attuale sovraffollamento possano essere subito affrontati mediante l'adozione ad ampio raggio di un nuovo modello organizzativo di detenzione caratterizzato da una maggiore apertura alla socialità e, quindi, da una radicale diminuzione del tempo trascorso all'interno di una cella chiusa e da una più ampia offerta di opportunità lavorative al fine di favorire il reinserimento sociale del detenuto, scongiurando il rischio di una sua recidiva.

  PRESIDENTE. Il deputato Molteni ha facoltà di replicare.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, non siamo assolutamente soddisfatti della risposta che ci ha dato, signor Ministro. Per noi le priorità del Paese, oggi, sono altre. Prima ho letto dei numeri che sono la fotografia dello stato di crisi di questo Paese, in termini occupazionali, in termini del lavoro, abbiamo le aziende che chiudono, abbiamo decine e centinaia di imprenditori che si tolgono la vita quotidianamente. E questo Governo e questa maggioranza cosa fanno ? Pensano al problema del sovraffollamento delle carceri, proponendo soluzioni di amnistia e di indulto.
  Le dico subito, in maniera chiara e in modo coerente, che la Lega era contraria nel 2006, è stata contraria, è stata l'unica forza politica che nel 2006 votò contro l'indulto del Governo Prodi: 36 mila detenuti rimessi in libertà e, nei primi cinque anni, 12 mila di queste persone rimesse in libertà sono tornate a delinquere. Siamo contrari alle amnistie, siamo contrari agli indulti, siamo contrari agli atti di clemenza, ma siamo anche contrari, Ministro, alle amnistie e agli indulti mascherati. Le ricordo che, dal 2010 al 2013, sono stati Pag. 53approvati tre provvedimenti «svuota carceri», che non hanno risolto il problema delle carceri, che hanno vanificato il lavoro delle forze dell'ordine.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  NICOLA MOLTENI. Vi preoccupate costantemente dei delinquenti e dei criminali, ma non vi preoccupate delle vittime dei reati, vanificate il lavoro delle forze dell'ordine e vanificate un principio sacrosanto, un diritto, che è il principio della certezza della pena e dell'efficacia e della funzionalità della pena. La Lega su questo provvedimento, se proporrete amnistia e indulto – lo dico al Governo e lo dico anche alla maggioranza e alle forze politiche presenti in Parlamento – farà le barricate: non permetteremo mai che questi provvedimenti possano essere applicati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

(Orientamenti del Governo in merito alle proposte di abrogazione del reato di immigrazione clandestina – n. 3-00378)

  PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00378, concernente orientamenti del Governo in merito alle proposte di abrogazione del reato di immigrazione clandestina (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, Ministro Cancellieri, la legge n. 94 del 2009 ha introdotto in Italia il reato di immigrazione clandestina. L'ingresso e la permanenza illegale nello Stato italiano vengono puniti con una sanzione pecuniaria, senza reclusione. In Europa, lo stesso reato è punito con il carcere: in Belgio, in Danimarca, nel Regno Unito, in Grecia, in Francia, in Germania, in Irlanda, in Svezia.
  L'Italia è all'avanguardia sull'integrazione degli immigrati regolari e dei rifugiati: ogni tentativo di colpevolizzazione del nostro popolo va, quindi, rispedito al mittente. In Commissione al Senato è stato, di recente, approvato un emendamento del MoVimento 5 Stelle, che prevede l'abrogazione del reato di immigrazione clandestina.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FABIO RAMPELLI. Il controllo delle frontiere è un atto costitutivo della sovranità con cui lo Stato si accerta dell'identità degli stranieri e ne regola l'afflusso.
  Chiediamo cosa pensa il Governo dell'abrogazione del reato di immigrazione clandestina e, nel caso sia favorevole, come garantirà il rispetto delle frontiere e la sicurezza dei cittadini.

  PRESIDENTE. La Ministra della giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere.

  ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia. Signor Presidente, rispondo all'onorevole interrogante, sottolineando, anche in questa occasione, il mio personale apprezzamento per il forte richiamo che il Capo dello Stato ha voluto rivolgere a tutte le istituzioni italiane ed europee a seguito dei tragici fatti di Lampedusa, definiti, per l'appunto, quale vera e propria strage di innocenti.
  Nel solco tracciato dal Presidente della Repubblica, ritengo sia indispensabile stroncare il traffico criminale di esseri umani, in cooperazione con i Paesi di provenienza dei flussi di migranti e dei richiedenti asilo. Si rendono, pertanto, necessari presidi adeguati lungo le coste da cui partono questi viaggi di disperazione e di morte e nel concreto e fattivo coinvolgimento di tutti i Paesi che fanno parte dell'Unione europea.
  Ricordo che il Governo italiano ha dato avvio, proprio in questi giorni, ad un'operazione militare ed umanitaria nel Mar Mediterraneo, che prevede il rafforzamento dell'attività di sorveglianza e soccorso in alto mare, finalizzata ad incrementare il livello di sicurezza della vita umana e il controllo dei flussi migratori attraverso l'impiego di dispositivi aeronavali. Pag. 54In quest'ottica, sarà fondamentale il coordinamento di tutti i mezzi e dispositivi di sorveglianza e soccorso e lo scambio di informazioni da tutti coloro che partecipano al controllo dei flussi migratori via mare.
  Come segnalato dal Ministro dell'interno, l'operazione avrà un effetto deterrente molto significativo per chi pensa di fare impunemente traffico di esseri umani. Tale effetto sarà, infatti, garantito sia dalle azioni di pattugliamento del mare che dalla possibilità di disporre il sequestro delle navi e l'arresto dell'equipaggio.
  Ciò detto, in linea generale, voglio ricordare nello specifico che, nell'attuale sistema, la fattispecie incriminatrice prevista per l'articolo 10-bis del decreto legislativo n. 296 del 1998 ha natura contravvenzionale, è devoluta alla competenza del giudice di pace ed è punita con la sola pena dell'ammenda. Si tratta di una fattispecie con carattere accessorio e complementare rispetto agli strumenti di tutela amministrativa previsti dal nostro ordinamento quali il rimpatrio volontario, il trattenimento nei centri di identificazione e di espulsione, nonché l'espulsione mediante accompagnamento coattivo alla frontiera. Nel rilevare, infine, che i temi sollevati nell'interrogazione coinvolgono competenze di svariati dicasteri, cito tra gli altri il Ministero dell'interno, degli affari esteri, della difesa e degli affari europei, posso assicurare che tutte le iniziative in proposito saranno assunte dal Governo in pieno accordo e solo dopo attenta riflessione su tutti i temi coinvolti. A tale specifico riguardo, peraltro, ritengo doveroso sottolineare che un più completo quadro normativo europeo potrebbe consentire di superare le divergenze delle legislazioni degli Stati, consentendo così di armonizzare l'iniziativa normativa nazionale con le previsioni dell'Unione europea.

  PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di replicare.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, Ministro Cancellieri, mi corre l'obbligo di informarla che non siamo affatto soddisfatti della sua risposta. Intanto perché non vi è stata una risposta; il quesito era abbastanza chiaro, si chiedeva che cosa pensasse il Governo in relazione alla possibilità, di cui si è discusso largamente in questa settimana, di abolire il reato che passa sotto la denominazione di immigrazione clandestina. Questa domanda non ha una risposta, non ha avuto una risposta, ma io una risposta per conto del Governo gliela sto per comunicare, perché a lei non sfuggirà – non si può venire qui a prendere per i fondelli il Parlamento, e attraverso il Parlamento gli italiani – che il 15 ottobre è stato approvato il decreto-legge n. 120, nel quale sono stati tolti 90 milioni di euro dal fondo rimpatri. Mi pare di tutta evidenza che se c’è un reato di immigrazione clandestina, ma non ci sono le risorse per fare i rimpatri si è già, de facto, deciso in buona sostanza l'orientamento. Poi che fine farà il reato in specie lo scopriremo vivendo, ma comunque è chiaro quale sia l'orientamento del Governo al riguardo. Quindi, si vuole disarticolare la legge Fini-Bossi e si vuole di fatto dare risposte che non sono risposte a quei Paesi poveri del «terzo mondo» che rischiano di essere completamente depauperati attraverso questa sorta di attrazione di persone piene di energia. Peraltro vorrei ricordare che dentro quei barconi, ahimé, le immagini le conserviamo con dolore ognuno nel proprio cuore, purtroppo, lo dico alle anime belle che evidentemente pensano il contrario, non c'erano soltanto bambini e donne così come anche negli sbarchi più recenti di questa mattina. Ci sono persone di cui è dubbia l'identità, che magari hanno anche dei precedenti penali, e noi abbiamo il dovere di indagare e di capire, attraverso anche l'accertamento dell'identità, se c’è compatibilità con l'ordinamento italiano, con le leggi italiane, con la Costituzione italiana, con i principi più elementari di convivenza e di integrazione.

Pag. 55

(Iniziative per la regolarità e la trasparenza dei concorsi universitari, alla luce di una recente vicenda relativa al concorso nazionale per professore di diritto costituzionale – n. 3-00379)

  PRESIDENTE. Il deputato Vacca ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00379, concernente iniziative per la regolarità e la trasparenza dei concorsi universitari, alla luce di una recente vicenda relativa al concorso nazionale per professore di diritto costituzionale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, Ministro, colleghi deputati, in questi giorni si è appreso dagli organi di stampa nazionale che cinque dei saggi incaricati dal Presidente del Consiglio di svolgere le funzioni consultive al fine di elaborare la riforma della Carta costituzionale, sono stati denunciati dalla Guardia di finanza per truffa, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e falso ideologico. I docenti sono accusati di aver costituito un'associazione per delinquere che avrebbe pilotato, negli ultimi tre anni, i concorsi per diventare professori nelle università italiane, come si evince anche dalla lettera del commissario OCSE, Callejon, datata luglio 2013. Il Ministero non ha sciolto la commissione in seguito a quanto emerso, come invece andrebbe fatto in questi casi. Nelle università italiane esiste ormai da decenni una logica di cooptazione dei nuovi ricercatori e docenti che si ramifica già dal dottorato di ricerca per arrivare fino ai concorsi per professori ordinari. La riforma Gelmini è stata del tutto inefficace, a quanto pare. Quindi, noi chiediamo come il Ministro intenda operare per arginare, una volte per tutte, il fenomeno dei concorsi pilotati nelle università !

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha facoltà di rispondere.

  MARIA CHIARA CARROZZA, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevoli colleghi, risponderò nei limiti delle mie competenze in quanto Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Il Ministero, dei cui atti io rispondo, svolge funzioni inerenti al reclutamento dei docenti universitari e vigila sulla regolarità delle procedure selettive. Il Ministro non ha invece il compito di accertare o perseguire reati. I concorsi ai quali fa riferimento l'interrogazione sembrano essersi svolti in tempi diversi e secondo regole diverse. I fatti descritti da recenti articoli di stampa si sarebbero svolti in anni passati nel regime dei concorsi locali, gestiti dalle singole università, introdotto nel 1998. Su quei fatti posso dire solo che attendo di sapere se un'indagine giudiziaria sia effettivamente in corso e a quali procedure si riferisca. Quando vi saranno documenti ufficiali e fatti accertati con sentenza adotterò i provvedimenti amministrativi conseguenti. Assicuro comunque fin d'ora la massima collaborazione con la magistratura per quanto di mia competenza. I fatti connessi alle dimissioni di uno dei componenti della commissione sorteggiata per il diritto costituzionale, invece, si sono svolti negli ultimi mesi e riguardano l'abilitazione scientifica nazionale, introdotta nel 2010 e gestita dal Ministero. Come è stato ricordato, gli uffici del Ministero hanno rivelato alcune illegittimità nell'operato della commissione e hanno conseguentemente annullato i relativi atti, disponendo una nuova valutazione di tutti i candidati.
  Non ritengo che si debbano operare collegamenti tra queste due vicende, e ancora meno tra esse e il lavoro della Commissione per le riforme costituzionale nominata dal Presidente del Consiglio. Non ritengo di dover aggiungere nulla alle valutazioni di legittimità che sono già state operate dal Ministero, né di poter anticipare sentenze penali. Voglio però in primo luogo rassicurare l'onorevole interrogante sul mio impegno per il reclutamento di giovani professori, non per sostituire o punire quelli in servizio, ma per garantire il naturale ricambio. Tra i risultati di questo impegno segnalo l'allentamento dei Pag. 56vincoli del turnover dei docenti universitari operato con il decreto «del fare» e le misure appena annunciate a favore della chiamata come professore dei vincitori delle «borse Montalcini» che ottengono l'abilitazione scientifica.
  Ho ripetutamente chiesto – e lo faccio anche oggi – alla comunità accademica italiana di impegnarsi attivamente e con spirito di servizio affinché tutte le procedure concorsuali avvengano con il massimo rigore nel rispetto dei principi di etica pubblica, a tutela dei candidati e con la massima trasparenza. Ritengo che la reputazione delle comunità scientifiche dipenda anche dalla capacità di gestire le selezioni e le scelte con autorevolezza e assoluta terzietà. Voglio infine osservare che è normale che i professori universitari discutano all'interno delle commissioni dei candidati e dei criteri di selezione. Naturalmente ciò deve avvenire nel rigoroso rispetto della legge, su cui il Ministero continuerà a vigilare.

  PRESIDENTE. Il deputato Vacca ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, io non solo non sono soddisfatto, assolutamente, ma resto anche allibito di fronte alle parole del Ministro, perché a giudicare dalla sua risposta sembrerebbe che tutto va bene all'interno delle università italiane, mentre sappiamo – e le inchieste di questi giorni lo dimostrano – che non è assolutamente così. Qua si parla di associazione a delinquere. Noi sappiamo benissimo che il fenomeno dei concorsi pilotati ha radici molto lontane. Le baronie e le sacche di potere che esse rappresentano, dentro e fuori le istituzioni accademiche, sono le vere cause della mediocrità dell'università italiana, quella che ci fa sprofondare agli ultimi posti delle classifiche internazionali. Con questa risposta lei in realtà conferma che questo Governo, al di là delle belle parole, non abbia nessuna discontinuità con il passato. Infatti, la riforma Gelmini intendeva bloccare la consuetudine dei concorsi pilotati attraverso l'istituzione di commissioni nazionali. È evidente, però, che siamo di fronte all'ennesimo tentativo andato a vuoto e che, nonostante alcuni membri delle commissioni siano designati tra personalità di fama internazionale ed altri vengano sorteggiati da una rosa di personalità accademiche, la situazione non è mutata, non sembra assolutamente mutata. E tutto questo, appunto, trova conferma nella lettera del membro OCSE, dove si denunciava l'esistenza di una commissione fantasma che opererebbe a fianco della commissione nazionale, influenzando le sorti del concorso. Il Ministero, alla luce di ciò, non ha sostituito la commissione esaminatrice, comportamento alquanto grave e che getta ombre sul suo operato. Lei sa bene, Ministro, che l'unico percorso possibile per arginare il fenomeno della cosiddetta baronia dei professori universitari, che controlla i concorsi e gestisce a proprio piacimento ogni risorsa degli atenei, è perseguire lo svecchiamento della classe docente, ma nei fatti, non a parole. E nei fatti il vostro Governo ha sì sbloccato in parte il turnover, ma se non si danno i soldi alle università questo sblocco diventa soltanto virtuale e non reale. Le risorse ci sono, ma state dimostrando che non c’è la volontà politica di destinarli all'istruzione e alla ricerca. Non vorremmo, gentile Ministro, che lei sia qui a tutelare i privilegi dei baroni, che ben conosce. Più passa il tempo e più questo Governo somiglia ai disastrosi Governi precedenti.

(Iniziative per la convocazione di un tavolo di concertazione in ordine alla vertenza Aprilia – n. 3-00380)

  PRESIDENTE. Il deputato Causin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Causin e Zanetti n. 3-00380, concernente iniziative per la convocazione di un tavolo di concertazione in ordine alla vertenza Aprilia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  ANDREA CAUSIN. Signor Presidente, signor ministro, dal 2009 al 2012 il mercato delle moto in Italia è crollato da 500 Pag. 57a 250 mila unità, un crollo del 50 per cento sugli scooter e del 45 per cento circa sulle moto.
  Nel primo quadrimestre 2013 il mercato in Italia ha segnato ancora dati preoccupanti: meno 36 per cento sugli scooter e meno 20 per cento nelle moto.
  Aprilia è un'azienda motociclistica fondata nel 1945 che fa parte del gruppo Piaggio e che opera oggi con 720 occupati negli stabilimenti di Noale e Scorzè e rappresenta per il territorio un'eccellenza industriale e un simbolo dell'Italia che vince nel mondo dello sport. Nonostante i risultati positivi Aprilia è segnata dalla crisi. In particolare nel settore delle moto e degli scooter.
  Nei recenti incontri con i sindacati, l'azienda ha messo sul piatto un piano di mobilità riguardante lo stabilimento di Scorzè e prevede un taglio di altri 98 lavoratori su 360. Negli anni scorsi ci sono stati altri provvedimenti e si parla di riduzioni di quasi 200 dipendenti.
  Chiediamo, per tali ragione, che il Ministro possa convocare un tavolo con le parti, con l'azienda, con i sindacati affinché si possa discutere del piano di rilancio dell'azienda.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Zanonato, ha facoltà di rispondere.

  FLAVIO ZANONATO, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, grazie onorevole Causin e onorevole Zanetti. Le unità produttive del gruppo Piaggio presenti nel territorio veneto, a cui avete fatto riferimento con la vostra interrogazione, svolgono una attività di assemblaggio di motoveicoli, ciclomotori e scooter. La pesante flessione di vendite, ricordata poco fa, negli ultimi anni ha colpito il settore motociclistico comportando una riduzione dei volumi prodotti tale da dover richiedere, a partire dal 2008 e 2009, il ricorso a strumenti di integrazione salariale. A fronte del perdurare della crisi del settore moto e scooter e allo scopo di contenere i costi gestionali, l'azienda ha condiviso con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie per gli stabilimenti di Noale e Scorzè la fruizione di un contratto di solidarietà dal 1o febbraio 2010 fino al 31 gennaio 2013. In data 16 gennaio 2013 i rappresentanti dell'azienda e le organizzazioni sindacali hanno concordato di far ricorso nuovamente ad un contratto di solidarietà per un ulteriore periodo di 12 mesi dal 1o febbraio 2013 al 31 gennaio 2014. L'azienda ha motivato questo percorso per il perdurare della crisi economica nell'area euro. Sono a conoscenza del fatto che nel novembre dello scorso anno la Banca Europea degli Investimenti e Piaggio hanno firmato un contratto di finanziamento di 60 milioni di euro per il sostegno dei progetti di sviluppo e ricerca del gruppo che saranno realizzati nei siti italiani.
  Pertanto concordo con gli onorevoli interroganti sulla necessità di individuare soluzioni adeguate al fine di scongiurare perdite occupazionali e professionalità.
  Anche se sono consapevole delle difficoltà del momento soprattutto nel settore del motociclo, il Governo, anche con la manovra attuale, sta adottando tutte le misure possibili per un'inversione di tendenza in senso positivo del mercato e, sono assolutamente disponibile, così come rappresentato dall'interrogante, fin da ora ad attivarmi o a far convocare, se richiesto dalle parti, presso il mio ministero, un tavolo di confronto al fine di affrontare le problematiche emerse con l'obiettivo di individuare un percorso che consenta di superare l'attuale momento di crisi e di ricercare ogni possibile soluzione affinché queste realtà produttive possano continuare ad operare nell'area del milanese.

  PRESIDENTE. Il deputato Causin ha facoltà di replicare.

  ANDREA CAUSIN. Mi dichiaro soddisfatto signor ministro perché ha accolto la richiesta che le abbiamo inoltrato anche in riferimento al fatto che i dipendenti dell'Aprilia hanno mediamente 40 anni ed hanno una specializzazione, come ricordava lei, che è molto elevata e sono tutte Pag. 58e due delle condizioni critiche per riuscire oggi a trovare una collocazione in altri ambiti professionali oppure per proporre un percorso verso il pensionamento.
  Credo che l'accoglimento di un tavolo che faccia una riflessione rispetto anche alle prospettive industriali del gruppo Piaggio e in particolar modo degli stabilimenti dell'Aprilia di Noale e Scorzè sia un fatto doveroso perché spendiamo, purtroppo, troppi soldi oggi in ammortizzatori sociali che rischiano di prolungarsi di anno in anno, ma che non danno una prospettiva occupazionale e di produttività seria che, invece, sarebbe la cosa che servirebbe per uscire dalla crisi.

(Tempi per l'adozione dei decreti attuativi di cui agli articoli 1 e 2 del decreto legge n. 69 del 2013 riguardanti misure in favore delle piccole e medie imprese – n. 3-00381)

  PRESIDENTE. Il deputato Montroni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Benamati n. 3-00381, concernente tempi per l'adozione dei decreti attuativi di cui agli articoli 1 e 2 del decreto legge n. 69 del 2013 riguardanti misure in favore delle piccole e medie imprese (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  DANIELE MONTRONI. Signor Presidente, Ministro, la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza del 2013 ha dedicato un apposito focus all'andamento del mercato del credito e ai suoi effetti sulle imprese, in cui si evidenzia che la riduzione del credito bancario ha iniziato a influenzare non solo le imprese in condizioni finanziarie fragili, ma anche quelle con bilanci solidi. Ha altresì dedicato un focus allo stato di attuazione dei provvedimenti in cui si osserva che, alla data del 15 settembre 2013, l'insieme dei provvedimenti legislativi adottati dal Governo comporta 265 provvedimenti attuativi di secondo livello, da emanare da parte delle amministrazioni centrali, di cui 89 previsti dal cosiddetto decreto del fare. Tra questi rientra il decreto del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, chiamato a dettare specifiche disposizioni attuative al fine di migliorare l'efficacia degli interventi del Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese. Rientra altresì il decreto del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, chiamato a definire i requisiti e le condizioni di accesso per l'acquisto di macchinari e attrezzature, il cosiddetto Sabatini-bis. Le chiedo quali siano i tempi previsti per l'emanazione dei richiamati decreti.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha facoltà di rispondere.

  FLAVIO ZANONATO, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, in merito allo stato di attuazione di quanto disposto dagli articoli 1 e 2 della legge 9 agosto 2013, n. 98, il cosiddetto decreto del fare, premetto che entrambi i previsti decreti interministeriali sono stati sottoscritti da me proprio ieri e sono in attesa dell'acquisizione del previsto concerto del Ministero dell'economia e delle finanze. Con il Ministero dell'economia e delle finanze però si sono «costruiti», quindi dovrebbe essere una cosa imminente. Evidenzio che il decreto interministeriale, così come all'articolo 1 del citato decreto-legge, è volto ad aumentare l'efficacia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese gestito dal Mediocredito centrale attraverso mitigazione dei criteri di valutazione delle imprese per il mutato contesto economico, innalzamento della misura minima dell'accantonamento a titolo di coefficiente di rischio, innalzamento delle percentuali di copertura del fondo in favore delle imprese creditrici della pubblica amministrazione, di quelle ubicate in aree di crisi, del settore autotrasporto, nonché per operazioni finanziarie di medio e lungo periodo, semplificazione delle procedure. Sempre in attuazione del citato articolo 1, gli interventi del fondo sono estesi ai professionisti. Segnalo che i nuovi criteri Pag. 59con i quali saranno valutati i bilanci aziendali per l'ammissione alla garanzia del fondo, adottati a seguito di uno studio effettuato dal Ministero sulla base di 540 mila bilanci di piccole e medie società di capitali ha per effetto il raddoppiamento della platea di imprese potenzialmente ammissibili a godere della garanzia concessa dal fondo. Con tale intervento si allarga il sostegno pubblico per l'accesso al credito da parte della piccola e media impresa, che sta registrando un incremento notevole della sua attività. Il numero dei finanziamenti garantiti è infatti aumentato del 25 per cento rispetto al 2012, da 62 mila operazioni a 77 mila e il volume dei finanziamenti attivati è passato da 8,2 miliardi del 2012 a 11 miliardi stimati per il 2013. Il secondo decreto interministeriale, quello dell'articolo 2, disciplina l'intervento agevolativo che accresce la competitività del sistema produttivo, migliorando l'accesso al credito delle piccole e medie industrie. Lo strumento, che mutua per certi aspetti la vecchia legge Sabatini, è rivolto alle imprese che realizzano investimenti anche mediante operazioni di leasing finanziario in macchinari, impianti, attrezzature e beni strumentali d'impresa nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in hardware, software e tecnologie digitali.
  Le agevolazioni sono concesse alle micro, piccole e medie imprese appartenenti a tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca. Gli ulteriori adempimenti previsti, che saranno conclusi entro l'anno, sono riferiti alla stipula di specifiche convenzioni tra ABI, Cassa depositi e prestiti e Ministero dello sviluppo economico, nonché alla pubblicazione di una circolare che definirà il termine dal quale le imprese potranno presentare le richieste di finanziamento e contributo, gli schemi di domanda, le dichiarazioni e la documentazione da allegare.

  PRESIDENTE. Il deputato Taranto, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.

  LUIGI TARANTO. Signor Presidente, signor Ministro, naturalmente esprimo la soddisfazione per i contenuti della sua risposta. Si tratta davvero di una buona notizia, perché conferma l'intensità dell'impegno con il quale si sta cercando di realizzare, dal punto di vista operativo, alcune tra le principali disposizioni del «decreto del fare».
  In effetti, questo elemento, l'elemento della tempestività, è sempre un elemento cruciale per l'efficacia delle politiche pubbliche. Lo è sempre e lo è particolarmente oggi, in una fase di transizione, ancora difficilissima, dal tempo della recessione più lunga e più profonda della storia repubblicana al tempo del ritorno alla crescita.
  E, appunto, la capacità di rispondere alla restrizione creditizia, di sostenere l'accesso al credito e di sostenere gli investimenti è un elemento che può significativamente concorrere al rafforzamento della dinamica della crescita attesa. Per questo, riteniamo che sia utile, per così dire, puntare con maggiore determinazione su norme caratterizzate da autoapplicatività e, contemporaneamente, su norme capaci di massimizzare l'effetto leva delle risorse pubbliche, come avviene attraverso gli strumenti di garanzia.
  Merita, allora, di essere ricordata un'ulteriore buona notizia, cioè la scelta operata ieri con il varo della legge di stabilità per il 2014, nel cui contesto, secondo le notizie che sono oggi riportate dagli organi di stampa, è tra l'altro previsto un importante rifinanziamento triennale dello stesso Fondo centrale di garanzia.
  Auspichiamo, dunque, che, con altrettanta rapidità, si sviluppi il concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, affinché questi strumenti possano divenire definitivamente e compiutamente operativi.

(Iniziative, anche normative, a fronte della situazione emergenziale nella cosiddetta «Terra dei fuochi» – n. 3-00382)

  PRESIDENTE. Il deputato Paolo Russo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione Pag. 60n. 3-00382, concernente iniziative, anche normative, a fronte della situazione emergenziale nella cosiddetta «Terra dei fuochi» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  PAOLO RUSSO. Signor Presidente, Ministro, parliamo della «Terra dei fuochi»: due province, Napoli e Caserta, 60 comuni, quasi 2 milioni di abitanti, una striscia di terra lunga 60 chilometri, 6 mila roghi di rifiuti in un anno, criminalità e incuria, incapacità gestionale ed aziende che lavorano in nero, ma anche tombamenti, interramenti, sversamenti abusivi di rifiuti, che, pur prodotti dal sistema industriale, non si ritrovano nelle forme ordinate di smaltimento; criminalità organizzata, camorra, certo, ma anche imprenditoria senza scrupoli, nord, ma anche rifiuti speciali del territorio.
  Si tratta di una tragedia biblica, da affrontare, come sollecitato dal Presidente Napolitano e dal Presidente Caldoro, con un'organica cornice di norma nazionale. Quest'oggi l'abbiamo illustrata, nelle linee di indirizzo, qui in Parlamento e qui vorremmo che fosse implementata e migliorata. I problemi sono quelli della filiera agroalimentare, la netta demarcazione delle aree food da quelle no food, un Piano Marshall delle bonifiche, norme penali più stringenti, militari per pattugliare e presidiare l'area e uno screening epidemiologico per conoscere lo stato di salute di chi lì vive, adulti e bambini.
  Confidiamo, Ministro, nella sua sensibilità, nell'impegno del suo Governo e in quello che potrete fare per ridare luce ad un territorio tanto vasto, oggi privato del più grande bene del vivere civile: la speranza, cioè, nelle future generazioni.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, rispetto al tema sollevato dall'onorevole Russo, già in più occasioni affrontato in questa sede, intendo ribadire che l'impegno per giungere ad una soluzione definitiva della grave situazione relativa alla cosiddetta «Terra dei fuochi» rientra tra i miei obiettivi prioritari, tanto che, a pochi giorni dal mio insediamento, è stata tra le prime missioni effettuate, per prendere diretto contatto con quella realtà e quel territorio.
  Sappiamo che i continui roghi di rifiuti che si verificano nella zona sono innescati, per lo più, con pneumatici usati e abbandonati.
  Sappiamo che in alcuni comuni della provincia commissariati a causa dell'infiltrazione della criminalità organizzata ricorrono ulteriori criticità nella gestione dei rifiuti illeciti. A seguito degli incontri con le autorità e la popolazione locale, ho condiviso l'esigenza di promuovere un maggior controllo del territorio. Già ho disposto che uno specifico gruppo NOE coordini e rafforzi l'attività dell'Arma sul territorio. Ho apprezzato le attività già avviate e in corso da parte del Prefetto di Napoli, del Prefetto di Caserta e dell'incaricato dal Ministero dell'interno. Nel contempo ho maturato l'idea che appare urgente un rafforzamento della legislazione in campo ambientale, in particolare in ordine ai reati, perché siano perseguiti con pene più severe ed efficaci rispetto alla gravità dei comportamenti, questione che ritengo decisiva per il contrasto, tanto ai roghi quanto alle discariche abusive. Per questo ho insediato un gruppo di lavoro di alto profilo tecnico e scientifico presso il Ministero, con il compito di avanzare proposte in merito. Tale lavoro sarà compiuto entro un mese, cioè entro la metà del mese di novembre. Ho favorito altresì l'intervento coordinato tra i comuni della provincia di Napoli e Caserta e il consorzio per il riciclaggio dei pneumatici usati, Ecopneus, mediante un protocollo di intesa siglato il 20 giugno scorso, finalizzato al prelievo e gestione di pneumatici fuori uso, abbandonati, per conferirli presso idonei centri autorizzati. Mi preme richiamare che anche un recente decreto del Ministero con il quale vengono definiti i criteri e le modalità di assegnazione, di Pag. 61ripartizione e disponibilità del Fondo per la promozione degli interventi di riduzione e prevenzione della produzione dei rifiuti, può essere uno strumento che può vedere beneficiare quei comuni che ho richiamato. Sapete bene che nel cosiddetto «decreto del fare» è stata approvata, su mia proposta, una norma che introduce il divieto temporaneo di importazione nella regione Campania dei rifiuti speciali e di quelli urbani pericolosi, limitatamente a quelli destinati allo smaltimento. Il divieto è necessariamente motivato dal mancato completamento degli impianti del ciclo. Per questo è opportuno impedire che il peso dei rifiuti speciali e di quelli urbani pericolosi nella regione sia aggravato dal carico di quelli importati. L'impegno attuale del Ministero è volto a favorire e ad accelerare il completamento del sistema impiantistico. Sul fronte sanitario ho scritto il 2 luglio al Ministro della salute a proposito dell'esigenza di uno studio epidemiologico. Sempre il 2 luglio ho scritto al ministro De Girolamo in ordine alla questione della classificazione dei suoli per quanto riguarda le aree agricole. Come si vede, è stata posta in essere una articolata azione, che però necessita di un maggiore coordinamento interistituzionale e di continuità. Per questo l'ipotesi di un provvedimento specifico per affrontare le questioni poste può costituire un utile strumento per determinare un salto di qualità nella soluzione del problema. Fondamentali poi saranno le modalità con cui si disciplineranno i fondi comunitari in ambito ambientale a partire dal 2014, così come vi è la possibilità di pensare ad un impiego con finalità di risanamento ambientale di parte dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Su questo punto credo che una riflessione sia matura.

  PRESIDENTE. Il deputato Sarro, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  CARLO SARRO. Signor Presidente, noi riteniamo soddisfacenti le espressioni che il signor Ministro ha utilizzato in relazione ad un tema così delicato, complesso e dalle implicazioni oltretutto drammatiche per la popolazione, e pensiamo che l'apporto che come Parlamentari intendiamo dare alla soluzione del problema anche attraverso la presentazione del disegno di legge che questa mattina è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa – come ricordava precedentemente l'onorevole Russo – sia indispensabile. Diamo infatti atto dei tanti interventi (io personalmente signor Ministro ho partecipato all'incontro tenutosi presso la Prefettura di Caserta subito dopo il suo insediamento, quindi c’è stata una attenzione e una sensibilità particolari), però ci rendiamo conto che un problema così complesso può avere una soluzione seria, efficace e in tempi compatibili con la tranquillità delle popolazioni, solo attraverso altrettanto efficaci strumenti normativi. Una ultimissima considerazione telegrafica: in ordine al tema dei beni confiscati alla criminalità organizzata, nell'esame del disegno di legge che noi abbiamo presentato, vi è la possibilità anche del recupero del lavoro pregresso condotto dalla magistratura con l'implementazione di importanti risorse finanziarie.

(Iniziative per la definizione di adeguati strumenti volti al contrasto dell'emergenza ambientale nella cosiddetta «Terra dei fuochi» – n. 3-00383)

  PRESIDENTE. Il deputato Formisano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00383 concernente iniziative per la definizione di adeguati strumenti volti al contrasto dell'emergenza ambientale nella cosiddetta «Terra dei fuochi» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, Ministro, dobbiamo andare un po’ più avanti. Noi, noi deputati del Centro Democratico, il 23 luglio del 2013, la interrogammo sulle vicende oggetto di discussione in questo intervento e in quello precedente, lei assunse degli impegni, le dicemmo pubblicamente, davanti alle centinaia Pag. 62di migliaia di italiani che ci ascoltavano, che saremmo tornati qui per chiedere conto degli impegni che il Governo aveva assunto. Poi le cose sono andate avanti, poi è intervenuto il Capo dello Stato, poi è intervenuto il Presidente della Camera, poi, da stamattina, anche il Presidente Di Maio fa delle proposte.
  Mi pare che ci siano tutti gli elementi per poter dire, una volta tanto, delle parole chiare agli italiani che ci ascoltano. Io le dico solo una cosa, poi ascolterò la sua replica e faremo le considerazioni. Qui c’è l'onorevole Impegno che sta coordinando tutti i sindaci dell'area nord di Napoli, le dico una sola cosa, signor Ministro: lo Stato è qui dentro, noi non dobbiamo – ringraziandolo per l'opera che fa – fare in modo che solo don Patriciello su queste questioni mantenga alta l'attenzione e mantenga viva la capacità di dare risposte. Lo Stato è qui dentro e da qui devono venire le risposte.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, facendo seguito alle questioni già trattate nella risposta precedente, proseguo sui temi richiamati dall'onorevole Formisano. In questo caso premetto che anche la regione Campania deve e sta operando secondo le finalità esposte.
  La regione ha stanziato per le attività di controllo e tutela ambientale 5 milioni di euro destinati a finalizzare i progetti tesi a contrastare il fenomeno dei roghi, anche mediante l'acquisizione di infrastrutture e tecnologie per agevolare gli operatori impegnati in attività di controllo. Così come la Scuola regionale della polizia locale promuove attività formative sulla tecnica di investigazione e di controllo del territorio in materia di smaltimento illecito dei rifiuti. Sono iniziative importanti per quel territorio in termini di crescita della cultura della legalità e di rafforzamento dell'azione di prevenzione che, unite a quelle già avviate e promosse dal Governo, ottimizzano il potenziale dell'intervento.
  In tal senso è funzionale il Fondo destinato al finanziamento di interventi di riduzione e prevenzione della produzione dei rifiuti, di raccolta differenziata e di riciclaggio, cui possono accedere i comuni delle regioni oggetto di procedura di infrazione comunitaria o di condanna da parte della Corte di giustizia per la violazione o non corretta applicazione delle direttive in materia di rifiuti i cui consigli comunali risultino sciolti con decreto della Presidente della Repubblica, così come il protocollo di intesa che ho già citato sulla questione della raccolta dei pneumatici.
  L'esigenza di un maggior controllo sul territorio è talmente sentita che ho disposto che uno specifico gruppo del NOE coordini l'Arma territoriale. Bisogna poi – come ho già detto, ma ho l'opportunità di riprendere il punto – promuovere un'iniziativa legislativa sui temi delle sanzioni per gli illeciti penali. Credo infatti che in materia di reati ambientali e di illeciti amministrativi ambientali sia giunto il momento di una complessiva riforma normativa dei sistemi delle sanzioni. Noi abbiamo bisogno di rivedere il complesso delle sanzioni amministrative, ma anche di ampliare l'ambito dei delitti contro l'ambiente, le risorse e il patrimonio naturale e paesaggistico. Come è già noto si è insediato presso il mio Ministero un gruppo di lavoro di esperti per avanzare una proposta che entro un mese proporrò al Parlamento.
  Resta sempre forte – come già annunciato – l'azione del Ministero per favorire e accelerare il completamento del sistema impiantistico di gestione dei rifiuti in attuazione degli impegni assunti con la Commissione europea, al fine di superare la procedura di infrazione e evitare un'ulteriore condanna della Corte di giustizia e al tempo stesso di consentire una gestione dei rifiuti corretta e trasparente, perché è nell'emergenza che si sviluppano fenomeni di illegalità.Pag. 63
  Anche sul territorio ci sono iniziative importanti che meritano di essere citate: la procura di Santa Maria Capua Vetere ha attivato un'azione di mappatura dell'area interessata e, al fine di verificare quale sia la migliore azione di supporto, stiamo valutando l'impiego di soluzioni tecnologiche innovative per la sorveglianza dell'ambiente anche con importanti agenzie aerospaziali che si occupano del tema. È mio intento garantire una sollecita convocazione del Comitato per l'ordine e la sicurezza, così come ho chiesto al Ministro dell'interno che ha garantito una sollecita convocazione in questa direzione.

  PRESIDENTE. Il deputato Formisano ha facoltà di replicare.

  ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, signor Ministro, la presa di coscienza della drammaticità del problema mi pare sia sotto gli occhi di tutti e mi pare che il fatto stesso che oggi tutti ne parlino, ne discutano e formulino proposte su questa vicenda significa che evidentemente abbiamo colto nel segno. Quando dicevo all'inizio, Ministro, che bisogna fare qualcosa in più, so che già tanto è stato fatto. Lei già nella discussione di luglio disse che avrebbe nominato questi esperti che avrebbero riformato e rimodulato un po’ anche la vicenda dal punto di vista penale.
  So che si sta procedendo in tale direzione. Lei ha preso un ulteriore impegno. Ha detto che entro un mese sottoporrà alle Camere una sua proposta. Il qualcosa in più che le chiedo è esattamente quello relativo alle risorse da mettere in campo. Lei ha fatto riferimento allo stanziamento della regione Campania che, solo per chi non conosce il problema, può essere considerato uno stanziamento che in qualche modo possa andare nella giusta direzione. Ministro, questo è un problema di Stato. E, allora, occorre che le risorse, quelle nazionali e quelle comunitarie, vengano da lei indirizzate. Faccia questo sforzo di coordinare gli interventi economici in quelle direzioni. Qualcuno ha parlato della necessità di ottant'anni per bonificare quelle zone. Pensiamo di cosa stiamo discutendo e pensiamo che in quelle zone ancora qualcuno coltiva e quelle cose coltivate possono finire nelle case dei nostri figli o nelle nostre case. Non sottovalutiamo il problema. Noi di Centro Democratico fra tre mesi saremo di nuovo qui a chiederle conto di quanto è stato fatto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

(Iniziative di competenza per la bonifica delle aree inquinate nella cosiddetta «Terra dei fuochi» e per evitare la realizzazione dell'inceneritore a Giugliano (Napoli), ricorrendo a metodi alternativi di smaltimento dei rifiuti – n. 3-00384)

  PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Migliore n. 3-00384, concernente iniziative di competenza per la bonifica delle aree inquinate nella cosiddetta «Terra dei fuochi» e per evitare la realizzazione dell'inceneritore a Giugliano (Napoli), ricorrendo a metodi alternativi di smaltimento dei rifiuti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, signor Ministro, l'emergenza ambientale in Campania e nella cosiddetta «Terra dei fuochi» deve uscire dagli annunci propagandistici, alcuni dei quali li abbiamo sentiti anche oggi in quest'Aula, ed entrare con tutta la sua drammaticità nel dibattito pubblico del Paese. Da mesi migliaia di cittadini manifestano pacificamente la loro rabbia chiedendo giustizia per un territorio martoriato da un'indecente gestione del ciclo dei rifiuti che ha patito la condizione di sversatoio dell'intero Paese. Adesso è l'ora delle bonifiche, della difesa di quell'area dalle incursioni permanenti della criminalità organizzata. Occorrono risorse vere. Occorre un supporto adeguato alle indagini della magistratura. Occorre una politica di conversione no food dei territori inquinati. Ed invece la regione Campania vuole risolvere tutto con la costruzione di un inceneritore...

Pag. 64

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  ARTURO SCOTTO. ...per smaltire le ecoballe accatastate da anni a Taverna del Re. Chiediamo al Ministro di imboccare un'altra strada.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, la questione sollevata dall'onorevole Scotto e da altri concernente la presenza di rifiuti tossici nel territorio campano ed in particolare in merito allo smaltimento delle ecoballe si collega alla precedente gestione emergenziale ormai chiusa. Partendo dal tema delle bonifiche, risulta che la regione Campania, con deliberazione della giunta del 27 maggio, abbia adottato in via definitiva la revisione e l'aggiornamento del proprio piano regionale di bonifica. Esso prevede tre diversi elenchi: l'anagrafe dei siti da bonificare, il censimento dei siti potenzialmente contaminati locali e il censimento dei siti potenzialmente contaminati. Oltre a questi sono state individuate sette cosiddette aree vaste costituite nella maggior parte dei casi da siti inclusi nei SIN e nelle relative aree di interconnessione tra le quali sono comprese anche quelle che vengono citate dall'ex pentito Schiavone. Per ciascuno dei predetti siti sono stati individuati specifici interventi di risanamento ambientale. Peraltro è in corso di attuazione l'accordo di programma denominato «Programma strategico per le compensazioni ambientali» dove, oltre all'elenco delle criticità ambientali e degli interventi di compensazione richiesti dai comuni sede di impianti di gestione dei rifiuti e di quelli già sede di impianti di discariche, è previsto lo stanziamento di 60 milioni di euro per la messa in sicurezza e/o bonifiche di discariche e siti di stoccaggio.
  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare aveva già stanziato oltre 39 milioni di euro in ragione di una convenzione stipulata con la regione Campania, il commissario di Governo e la Sogesid in data 7 ottobre 2010. Gli accordi citati sono attualmente in attuazione. Le affermazioni rese da Carmine Schiavone in merito al sistema di smaltimento illecito dei rifiuti perpetrato sul territorio campano trovano conferma nei molteplici elementi contenuti negli atti di un processo pendente innanzi al tribunale di Napoli nell'ambito del quale il Ministero si è costituito parte civile.
  In merito ho dato immediatamente mandato alle strutture ministeriali competenti e all'ISPRA, alla quale ho chiesto, in data 18 settembre 2013, di effettuare tutte le verifiche del caso per una corretta individuazione e delimitazione delle aree interessate da possibili fattori di inquinamento. Nell'ambito del programma di bonifica un tema fondamentale è costituito dallo smaltimento delle ecoballe, vera e propria bomba ecologica da sei milioni di tonnellate, esposte, peraltro, a pericoli ambientali quali l'incendio, ad esempio, sia di origine naturale che dolosa.
  Stante la delicatezza della materia, anche se nel piano regionale dei rifiuti si è individuato il termovalorizzatore di Giugliano come impianto dedicato alla risoluzione di questo annoso problema, ho insediato presso il Ministero dell'ambiente un tavolo di lavoro con i principali istituti di ricerca del Paese, ISPRA, CNR ed ENEA e con la presenza della regione Campania, per verificare l'esistenza di strade alternative alla termovalorizzazione.
  Il tavolo sta prendendo in esame tutte le proposte, senza esclusione di nessuna, e vi fornirà le soluzioni che però dovranno essere fondate scientificamente, sostenibili dal punto di vista della normativa europea e dal punto di vista finanziario ed assolutamente impermeabili rispetto al rischio di infiltrazioni.
  Alla luce delle soluzioni che emergeranno, sarà mia cura confrontarle con gli enti locali e con tutte le associazioni e i movimenti che democraticamente e civilmente si stanno battendo per contribuire a risolvere il problema. Dico questo anche Pag. 65perché ho trovato molto grave quanto accaduto nei giorni scorsi al commissario straordinario per la realizzazione del termovalorizzatore di Giugliano, al quale è stato messo online l'indirizzo e il numero di telefono privato. La via del dialogo e del confronto è incompatibile con qualunque forma di intimidazione, tanto più se rivolta a chi è chiamato ad attuare la legge vigente. Ma questo non toglie che la via del dialogo e del confronto debba essere quella da privilegiare e da seguire e così sarà strutturato il mio impegno nelle prossime settimane.

  PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di replicare.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, Ministro, lei parla di dialogo e di confronto e di tavoli insediati e noi siamo d'accordo con questa procedura, tuttavia ieri si è avuta la prima seduta di prequalifica al dialogo competitivo per la realizzazione dell'inceneritore di Giugliano e l'altro ieri i manifestanti, che sono stati lì per chiedere che non si aprissero le buste, hanno subito delle cariche da parte della Polizia. Non erano quegli imbecilli che andavano a mandare lettere minatorie al commissario di Giugliano, ma erano manifestanti pacifici, donne e ragazzi. Allora, su questo terreno, bisogna fare in fretta, bisogna favorire la partecipazione, bisogna lavorare affinché si trovino strade alternative all'inceneritore. Aggiungo e chiudo: ho sentito una sua apertura sulla legge speciale; vogliamo discuterne, c’è solamente un punto – lo dico non in maniera propagandistica – quando vedo le firme sotto la proposta presentata dal PdL mi preoccupo perché, in alcuni dei suoi protagonisti, vedo i responsabili del disastro dei rifiuti, a partire dal presidente della provincia di Napoli uscente, che non ha fatto nulla per modificare il dramma della «Terra dei fuochi».

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con la discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sull'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Formisano.

  La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Michele Bordo, Bressa, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Gioia, Fico, Fontanelli, Gebhard, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Gitti, Leone, Melilla, Giorgia Meloni, Meta, Mogherini, Gianluca Pini, Pisicchio, Realacci, Toninelli, Valeria Valente e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione di un documento in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (Doc. IV-quater, n. 2) (ore 16,02).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del seguente documento: Relazione della Giunta per le autorizzazioni su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Aniello Formisano (Doc. IV-quater, n. 2).
  Ricordo che, in base alla prassi, per tale discussione è attribuito un tempo pari a cinque minuti per ciascun gruppo e pari a tre minuti per ciascuna componente politica del gruppo Misto.Pag. 66
  Al gruppo parlamentare o alla componente politica cui appartiene il deputato interessato è attribuito un tempo aggiuntivo pari a cinque minuti.
  La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dal deputato Aniello Formisano nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

(Discussione – Doc. IV-quater, n. 2)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
  Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Franco Vazio.

  FRANCO VAZIO, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, cercherò di limitare la mia relazione alle parti significative e, diciamo, relative ai criteri generali, mentre mi richiamo alla relazione depositata e agli atti depositati agli atti del Parlamento.
  Il dibattito svolto in Giunta, anche al fine di elaborare criteri condivisi sul tema dell'insindacabilità parlamentare, si è concentrato in particolare sugli atti e sulle espressioni manifestate extramoenia, confrontando due esigenze, ovvero, da una parte, quella di assecondare la naturale predisposizione della politica e dei suoi esponenti parlamentari a fruire nel modo più libero e pieno della scena mediatica e, dall'altra, quella di evitare che l'applicazione della regola dell'insindacabilità si trasformi in un privilegio personale.
  A tal riguardo è stato opportunamente evidenziato che l'articolo 3 della legge n. 140 del 2003 riconosce l'applicazione dell'articolo 68 della Costituzione per ogni altra attività di ispezione e di divulgazione, di critica e di denuncia politica connessa alla funzione di parlamentare espletata anche al di fuori del Parlamento. Il giudizio sulla conformità di tale norma con i precetti costituzionali, è stato basato dalla Corte costituzionale, nella nota sentenza n. 120 del 2004, proprio sulla considerazione che tale disposizione non elimina il nesso funzionale e non stabilisce che ogni espressione dei membri delle Camere sia per ciò solo assistita dalla garanzia dell'immunità, giacché il criterio di delimitazione non è quello della localizzazione dell'atto ma piuttosto quello funzionale.
  Ciò posto, ove si pretendesse una totale e completa sovrapposizione della comunicazione e della divulgazione extramoenia rispetto ai lavori parlamentari, si colpirebbe, limitandone oggettivamente le prerogative e le azioni politiche, il parlamentare che onestamente e senza doppi fini conduca un'azione convinta e trasparente nelle sedi parlamentari rispetto a chi, invece, preordinatamente, all'azione di divulgazione politica, ne faccia precedere una di carattere strettamente istituzionale.
  Appare pertanto imprescindibile un bilanciamento tra l'interesse protetto dalla previsione costituzionale dell'insindacabilità, ed il principio di uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge e alla giurisdizione.
  In questa ottica non è certo possibile riconnettere l'immunità parlamentare ad opinioni espresse nel quadro di una generica attività politica, perché ciò estenderebbe in modo inaccettabile le prerogative parlamentari.
  È però auspicabile non restringere eccessivamente l'operatività dell'articolo 68, prima comma, della Costituzione, consentendo che la verifica della sussistenza del nesso funzionale tenga invece conto della multiforme e complessa funzione parlamentare.
  Nel caso in esame, assume rilievo decisivo il legame tra le dichiarazioni rese nel dibattito televisivo e le opinioni espresse intramoenia dall'onorevole Formisano. Emerge dagli atti esaminati dalla Giunta che quest'ultimo ha presentato un'interrogazione a risposta immediata sul contrasto alla diffusione e al radicamento della camorra in Campania, il cui testo chiama in causa le istituzioni nazionali e locali. Di certo, siffatta attività parlamentare testimonia attenzione per le questioni legate alla legalità del territorio campano ed evidentemente manifesta un atteggiamento critico rispetto al ruolo di quei Pag. 67politici con incarichi istituzionali colpiti da sospetti di collusione con poteri criminali.
  Non è, quindi, in dubbio il legame oggettivo tra le dichiarazioni rese in sede istituzionale e quelle espresse nel corso del dibattito televisivo. Ed invero, la medesima campagna politica condotta a livello locale, di cui l'onorevole Formisano ha fornito ampia documentazione durante l'audizione, trova la sua ragion d'essere proprio nel contrasto agli ambienti malavitosi.
  Con riguardo al legame temporale, dobbiamo concludere favorevolmente e analogamente ai principi di cui sopra. Per tali ragioni, con votazione a maggioranza, la Giunta per le autorizzazioni propone all'Assemblea di considerare le opinioni espresse dal deputato Aniello Formisano insindacabili ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Costa. Ne ha facoltà.

  ENRICO COSTA. Signor Presidente, io ho ascoltato le considerazioni del relatore e devo dire che quando ci sono le norme, di esse ci può essere l'interpretazione estensiva o l'interpretazione restrittiva. Ebbene, il relatore ha ben argomentato quella che noi possiamo dire essere un'interpretazione estensiva, perché il nesso funzionale può essere in vari modi interpretato. Quello che è opportuno ed è, poi, dirimente per il futuro è che una determinata interpretazione valga poi per tutti i casi che avremo di fronte in Giunta per le autorizzazioni. È chiaro che un atto dell'ufficio è presente, però devo dire che interpretare e considerare quell'atto dell'ufficio come necessariamente collegato con un nesso funzionale con il fatto contestato, ebbene, non dico che ci voglia una certa fantasia, però è chiaro che i nessi e i collegamenti sono piuttosto stretti.
  Io penso che sotto questo profilo dobbiamo intenderci, io non ne faccio una questione, in questo caso, specifica legata a quello che c’è stato. Io dico soltanto che c’è stato un attacco fortissimo a un politico, tra l'altro, del nostro schieramento, un attacco forte, aggravato, poi, dalle dichiarazioni dell'onorevole Formisano in sede di interrogatorio e collegato – si dice – funzionalmente con un'interrogazione di quattro o cinque anni prima, che, ovviamente, non citava il politico in questione, non citava neanche il comune in questione, non citava i fatti che poi sono stati, invece, individuati e specificati nell'ambito dell'interrogatorio.
  L'importante è che in questa Giunta per le autorizzazioni non si cambi opinione a seconda della maggioranza parlamentare che in quella determinata fase ha la maggioranza per poter assumere delle decisioni.
  Noi siamo sempre stati garantisti, noi abbiamo sempre cercato di far prevalere l'aspetto funzionale su quelli che erano, invece, dei passaggi più politici e, anche, in questa circostanza la nostra azione sarà improntata ad una analisi di questo tipo. Quindi, auspico che le considerazioni che sono state svolte oggi dal relatore fungano, servano per ispirarci anche in tutti gli altri casi, perché oggi è stata fatta, è stata posta in essere una scelta, è stato individuato un percorso, è stato individuato un metodo e un'interpretazione delle norme che sotto il profilo astratto va in una direzione molto estensiva. Non vorrei che andasse in questa direzione estensiva solo perché il danneggiato è un politico di centrodestra e il danneggiante era un politico di centrosinistra.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, comprendo abbastanza chiaramente dove l'onorevole Costa voglia condurci, vorrebbe assimilare il caso di cui stiamo parlando ad altri in cui la motivazione dell'insindacabilità, degli altri, risiederebbe, testualmente dico, perché in tanti atti della Giunta per le autorizzazioni lo abbiamo visto, nel perdurante clima di contrapposizione tra politica e magistratura. Ora, l'onorevole Costa chiede sostanzialmente e cerca di costruire un parallelismo tra quel tipo di atti e quello che stiamo trattando, ma qui stiamo trattando, sinceramente, un Pag. 68caso assai diverso per il quale preannuncio già che voteremo in maniera favorevole alla relazione e quindi verso l'insindacabilità dell'onorevole Formisano.
  Qui stiamo parlando di qualcosa di assai più serio, stiamo parlando di una contrapposizione in atto in alcune zone del Paese tra la criminalità organizzata e coloro che vi si oppongono, stiamo parlando di dichiarazioni rese a posteriori, di fatti gravi, di fatti intimidatori, di un clima che la campagna elettorale, certamente, ha esasperato o tende ad esasperare. In più qui abbiamo una dichiarazione dell'onorevole Formisano in presenza di atti tipici che ne suggeriscono l'insindacabilità e la dichiarazione è molto semplice, e cioè che c’è una parte agente impropria in questo procedimento, perché non Ciro Borriello, sindaco di Torre del Greco, dovrebbe essere la parte querelante di Formisano; le parole di Formisano sono rivolte a Cosentino, ad altra personalità di cui Borriello si definisce figlioccio, si definisce palesemente figlioccio e quindi qui siamo in presenza di almeno due gradi di libertà per i quali noi crediamo convintamente di votare favorevolmente al parere espresso dal relatore.
  L'ultima cosa che dico è che se le cose stanno così, e di questo stiamo parlando, non ho capito molto, in sede di Giunta per le autorizzazioni, perché i colleghi del MoVimento 5 Stelle invece abbiano assunto una posizione diversa e cioè abbiano optato per la sindacabilità, perché se il trasfert è questo: non di Ciro Borriello stiamo parlando, ma stiamo parlando di Nicola Cosentino, è chiaro che qui entriamo in un altra tipologia di discussione. Vorrei ricordare, fuori microfono pur essendoci quel microfono, che noi in questo momento stiamo trattando di una autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni che la magistratura richiede al Parlamento che evidenziano e potrebbero evidenziare – questo lo deciderà la magistratura in sede di giudizio – un quadro sicuramente non tranquillizzante, anzi, probabilmente criminale – ma, lo ripeto, sarà la magistratura a stabilirlo – di rapporti di potere che investono largamente la politica. Ecco, pertanto, credo di aver sufficientemente spiegato perché Sinistra Ecologia Libertà reputa insindacabili le dichiarazioni rese dall'onorevole Formisano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rossi. Ne ha facoltà.

  DOMENICO ROSSI. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole alla relazione, che è testé stata illustrata dal relatore, da parte di Scelta Civica.
  Ricordo preliminarmente che alla Giunta non è devoluto un giudizio nel merito dei fatti, ma ovviamente spetta invece una verifica su quella che è la sussistenza o meno di un legame funzionale ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione. In questo senso noi ci troviamo di fronte a un caso in cui, per giurisprudenza consolidata della Corte costituzionale, la prerogativa parlamentare di immunità opera solamente se vi è legame tra le attività dei parlamentari extramoenia e le attività tipiche svolte dal parlamentare. Questo è il punto e su questo punto, così come da ampia e dibattuta discussione nella Giunta, mi sembra che emerga chiaramente che il deputato di cui noi oggi chiediamo l'insindacabilità ha delle evidenti connessioni, nella sua attività politica, fra quanto ha detto e l'attività che quotidianamente svolge sul territorio. Non richiamo, cioè, unicamente l'atto di sindacato ispettivo che è stato richiamato prima come causa di questo nesso, ma chiamo in essere l'attività che questo deputato svolge sul territorio, o ha svolto sul territorio, con quotidianità. Questo al di là se il riferimento poi soggettivo è nei confronti del sindaco o nei confronti di Cosentino. In tal senso ci sembra pertanto che l'insindacabilità sia un atto dovuto e risponda al dettame costituzionale.

  PRESIDENTE. Siccome alcuni colleghi mi avevano detto che c'erano delle Commissioni in corso, comunico che sono state sconvocate. Nello specifico, erano le Commissioni difesa ed esteri. Quindi, non essendoci altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione.

Pag. 69

(Votazione – Doc. IV-quater, n. 2)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-quater, n. 2, concernono opinioni espresse dal deputato Aniello Formisano nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Simoni, Grillo, Ventricelli, Rizzo, Taricco, Giacomelli, Gnecchi, Mognato, Pastorino, Guerini Lorenzo, Prodani, Paglia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  363   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato 297    
    Hanno votato no 66.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Nicchi, Airaudo e Bonavitacola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1154-A.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1154-A, concernente l'abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore.
  Avverto che le proposte emendative Gitti 9.14, 10.02 e Tit. 1 sono state ritirate dal presentatore. Avverto inoltre che la Commissione ha ritirato gli emendamenti 9.600 e 9.700 (Nuova formulazione) e ha presentato gli emendamenti 9.601 e 9.602 e l'articolo aggiuntivo 14.0600, che sono in distribuzione e con riferimento ai quali il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato per le ore 17.
  Avverto inoltre che il subemendamento Cozzolino 0.9.600.1, essendo riferibile al nuovo emendamento 9.601 della Commissione, assume la numerazione 0.9.601.1. Avverto altresì che i subemendamenti Toninelli 0.9.701 e 0.9.702, a pagina 21 del fascicolo, essendo anch'essi riferibili all'emendamento 9.601 della Commissione, assumono rispettivamente la numerazione 0.9.601.2 e 0.9.601.3, e sono collocati con l'ordine di votazione, a pagina 15, dopo il subemendamento Cozzolino 0.9.601.1.

(Ripresa esame dell'articolo 8 – A.C. 1544-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Attaguile 8.37.
  Passiamo quindi al subemendamento Nuti 0.8.700.1.
  Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Minardo, Buttiglione, Nicchi, Fossati... sono appena entrati i deputati delle Commissioni esteri e difesa che abbiamo sconvocato quando ho avvisato prima, quindi solo per questo li aspettiamo e chiudiamo.
  Lavagno, Rabino, Locatelli, Nesci, Brescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  422   Pag. 70
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no   345    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Carlo Galli e Pellegrino hanno segnalato che non sono riusciti a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.8.700.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Madia, Fitzgerald Nissoli, Moretti, Pagani, Palazzotto, Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  425   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no   333    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Pellegrino ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Nuti 0.8.700.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, con questo subemendamento chiediamo semplicemente di mettere un tetto massimo alle donazioni di 5 mila euro; visto che si parlava tanto di mettere un tetto, anziché dare i partiti in mano ad alcuni soggetti, allora pensiamo che il tetto migliore sia quella da 5 mila euro e non cifre esorbitanti come in questi giorni si è sentito dire. Ed inoltre prevediamo che lo sgravio IRES del 19 per cento sia solo per le erogazioni massimo di 5 mila euro.
  Signori, vi faccio notare che in precedenza è stato votato, o meglio non è stato votato, l'emendamento che permetteva di abrogare il «salva Forza Italia». Quindi il Parlamento si è espresso per l'ennesima volta a favore di leggi fatte per continuare ad alimentare alcuni partiti, anche quelli non esistenti. Quindi, da ora in poi continueranno a prendere i contributi del finanziamento pubblico anche coloro che in realtà non hanno partecipato alle elezioni e nasceranno magari a seguito di sgretolazioni di altri partiti, con il famoso trasformismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.8.700.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Minardo, Molteni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  430   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no   352.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Pilozzi 0.8.700.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, devo dire che l'emendamento della Commissione ha un merito, perché introduce per la prima volta un tetto massimo alle contribuzioni che un singolo privato o una singola società può versare ad un partito. Diciamo che da questo punto di Pag. 71vista non era mai esistito nella normativa e nell'ordinamento un tetto alle donazioni private. Evidentemente, quando si fa – insomma – tutto privato, è necessario in questo caso porlo. Noi facciamo soltanto la proposta di ridurlo rispetto alla proposta che fa la Commissione: invece dei 300 mila o il 5 per cento massimo delle entrate del partito, 100 mila euro, perché riteniamo che sia una cifra abbastanza sostanziosa e anche coerente con il sistema delle detrazioni, il cui tetto massimo per le persone giuridiche è appunto di 100 mila.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pilozzi 0.8.700.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Beni, Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  424   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no   395    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Nuti 0.8.700.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, con questo subemendamento, a questo punto, visto che 5 mila euro di tetto massimo non sono andati bene ai «signori» che finora hanno preso i finanziamenti pubblici, quando, in realtà, non dovevano prenderli, chiediamo di mettere un tetto massimo, a questo punto, almeno di 10 mila euro, perché, francamente, 300 mila euro non sono delle donazioni di persone comuni, ma sicuramente sono di imprenditori che possano poi comandare il partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E visto che tanti colleghi, in quest'Aula, finora hanno detto che il finanziamento pubblico da parte dei cittadini deve avvenire con delle piccole donazioni, forse sarebbe ora di dimostrare un po’ di coerenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.8.700.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Battista, Nardella, Cuperlo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato   82    
    Hanno votato no  368.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Toninelli 0.8.700.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, forse non ce ne siamo ben accorti, ma il comma 6 del nuovo articolo 8, che sostituisce quello precedente, licenziato dalla Commissione, e che è un emendamento che sostituisce questo articolo presentato dai relatori per la maggioranza, è il punto di accordo sui tetti del PD e del PdL, il punto di accordo sui tetti in questo passaggio iniziale del comma 6, relativo alle donazioni liberali delle persone fisiche.Pag. 72
  Prevede un limite assoluto di 300 mila euro, ovverosia una cifra stratosferica rispetto ai 5 mila euro che proponiamo noi e che abbiamo proposto nel nostro testo alternativo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Alla faccia delle micro donazioni: 300 mila euro che un privato, una persona fisica, può donare.
  Ma il bello, però, deve arrivare, perché ai 300 mila euro si affianca il 5 per cento dei proventi messi nel conto economico del partito. Però, questo non vale da adesso. No, no, assolutamente ! Vale al quarto anno, al quarto esercizio dall'approvazione di questa legge. Quindi, per il 2014, per il 2015 e per il 2016 si è trovato un altro bellissimo accordo, ovviamente norma PdL, ovverosia: per il 2014, il massimale che un privato può dare a un partito è il 15 per cento del conto economico del partito del penultimo esercizio.
  Evidentemente, il tesoriere del PdL avrà fatto dei calcoli straordinari, perché nel 2012 i partiti prendevano tutto il finanziamento pubblico diretto, prima dell'approvazione della legge n. 96 del 2012, che lo diminuiva; di conseguenza, il 15 per cento di quella cifra, che un privato, una persona fisica, può donare, sono parecchi milioni di euro, parecchi milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Oggi una persona fisica può donare, o meglio l'anno prossimo, quando tale disposizione verrà applicata, parecchi milioni di euro ad un partito. Ciò a scalare: nel 2015 sarà il 10 per cento e nel 2016 sarà il 5 per cento.
  Ma io, se fossi Silvio Berlusconi, di fatto mi arrabbierei, perché mi sembra che si dica: «Per i prossimi tre anni mungiamo ancora molto le finanze di questo magnate economico, di Silvio Berlusconi, e poi, magari, nel 2018 si spera che vi sarà qualcun altro che lo sostituirà». Magari il PdL riuscirà ad accantonarlo e con 300 mila euro, o più di 300 mila euro, se saranno più persone fisiche, riuscirà a stare in piedi.
  Ma la cosa che mi stupisce enormemente è: se sappiamo che dietro il PdL c’è Berlusconi, dietro il PD chi c’è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Perché il PD vuole che una persona fisica possa donare milioni di euro ad un partito ? Ci saranno le coop, non lo so, qualcosa di strano di sicuro c’è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, noi avevamo già deciso di votare a favore di questo subemendamento, perché pensiamo che da questo punto di vista debba valere una regola per tutti, e non una regola percentuale a seconda delle entrate del partito, perché da questo punto di vista riteniamo che le regole in questo caso devono prescindere poi da quali siano le entrate complessive di un partito. Avevamo proposto un emendamento a 100 mila euro, proprio anche, diciamo, di conformità con l'ordinamento, che prevede un tetto di 100 mila euro per le detrazione delle persone giuridiche. Rimanendo 300 mila euro, siamo concordi a togliere tutto il criterio percentuale legato alle entrate di un singolo partito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà, per un minuto.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, solamente per chiedere a tutti i colleghi che dicevano che questa è una norma per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, se, alla luce della spiegazione del collega Toninelli, che ha evidenziato come non sia minimamente una abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, hanno ancora il coraggio di spiegare che stiamo discutendo l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti o casomai la rimodulazione del finanziamento pubblico, mascherato insieme a quello privato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 73

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Toninelli 0.8.700.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Realacci, Beni, Turco Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  455   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Toninelli 0.8.700.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, con il nostro subemendamento abbattiamo da 200 mila euro a 10 mila euro il limite massimo dell'erogazione delle persone giuridiche. Quindi l'altro accordo tra il PD e il PdL è quello dei 200 mila, con la differenza che se per le persone fisiche il privato può donare esclusivamente ad un partito, in questo caso si parla di partiti, cioè una persona giuridica può donare questi 200 mila euro a più partiti. Di conseguenza, da una parte facciamo in una maniera negativa e dall'altra parte siamo addirittura in grado di peggiorarla.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Toninelli 0.8.700.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  456   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  338.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pierdomenico Martino 0.8.700.9, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Barbanti, Vitelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  456   
   Votanti  365   
   Astenuti   91   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato  359    
    Hanno votato no   6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.8.700.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Fossati, Beni.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 74
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  452   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.700 della Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

  ANDREA GIORGIS. Signor Presidente, questo disegno di legge che ci accingiamo ad approvare presenta luci e ombre. Vi sono delle disposizioni, che abbiamo già analizzato, che per certi versi ci allontanano dall'Europa. Penso a quegli articoli che abrogano la vigente disciplina approvata nel 2012 e introducono una logica di contribuzione volontaria e, dunque, una logica in qualche misura censitaria nell'intento di ricostruire un rapporto di fiducia tra i cittadini e i partiti politici...

  PRESIDENTE. Colleghi vi posso chiedere di abbassare il tono della voce, per favore ? Non riesco neanche a sentire cosa sta dicendo il collega.

  ANDREA GIORGIS. Grazie Presidente. Intento che io mi auguro venga davvero conseguito e che, dunque, renda possibile – magari non troppo in là nel tempo – ritornare su alcune parti di questa legge in un clima più sereno e più razionale.
  Tuttavia, questa legge, accanto a questi profili, contiene anche delle parti che invece ci avvicinano all'Europa ed è proprio il caso dell'emendamento che stiamo per approvare e che introduce un limite ai finanziamenti privati. La ratio di una simile previsione è molto semplice e potrebbe essere riassunta nel tentativo di garantire l'autonomia e la separazione del potere politico da quello economico e, al tempo stesso, scongiurare il rischio che la disuguaglianza economica si traduca in disuguaglianza politica. Non è dunque una misura – come qualcuno ha detto – contro un partito, contro una qualche forza politica o contro una qualche persona. È una misura a tutela di un principio generalissimo, quello che caratterizza ogni ordinamento di stampo democratico e liberale, quel principio che Michael Walzer riassumerebbe nella formula della separazione del potere delle autonomie dalle sfere distributive, quell'autonomia in base alla quale nessun soggetto che riveste una posizione dominante in una sfera dovrebbe poter per ciò stesso esercitare una posizione dominante anche in altre sfere. Questo è il senso di questo emendamento che – ripeto – segna un primo passo per il nostro Paese senza dubbio importante verso l'Europa e verso l'idea che politica, economia e mezzi di comunicazione debbano essere separati e autonomi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà si asterrà su questo emendamento perché per la prima volta comunque, seppur non condividiamo la quantificazione, nel nostro ordinamento si pone un tetto alle contribuzioni private. Ma contiene anche altri importanti elementi relativi all'accesso alla contribuzione, che riteniamo allarghino la platea anche a soggetti più piccoli e quindi da questo punto di vista allarghino anche la possibilità a soggetti non presenti in quanto tali esclusivamente in Parlamento, come è stato finora, di avere anche le detrazioni. Infatti un partito politico non è soltanto un partito politico che ha la sua rappresentanza istituzionale: quello politico può anche essere un soggetto che decide anche – non è la mia cultura politica – di non configurarsi con una rappresentanza istituzionale, ma non per questo crediamo debba essere violata e non permessa ai contributori di questi partiti la possibilità Pag. 75delle detrazioni. Ecco, da questo punto di vista per questo noi comunque ci asterremo su tutto l'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente e rappresentante del Governo, «quanta Europa c’è in questo provvedimento ?» ha chiesto qualche collega. Se dovessimo guardare al nucleo del provvedimento e alla circostanza che nei Paesi europei normalmente i partiti e la politica hanno un finanziamento pubblico diretto, sostenuto da controlli qualche volta rigidi e qualche volta meno rigidi, ma comunque sempre controlli, dovremmo dire che ce n’è poca, ma ce n’è poca perché abbiamo scelto una strada diversa, una strada che forse può essere anticipatrice rispetto agli altri Paesi europei o forse può essere un'altra cosa, questo sarà l'avvenire a dircelo. Certamente, se c’è qualcosa di Europa in questo provvedimento, sta dentro questo emendamento, nel momento in cui diciamo che sono i cittadini a finanziare la politica; i cittadini sono molto diversi fra loro: evidentemente ci sono cittadini che possono e vogliono finanziare di più e cittadini che possono e vogliono finanziare di meno. E allora come fare per trovare un equilibrio ? Bisogna fissare un limite per impedire appunto che la diversità dei cittadini si trasformi in una diversità di accesso alla vita politica e ai partiti. Però l'articolo 49 sicuramente ha un'esigenza maggiore, perché ci dice che questi soggetti sono quelli che servono a tutti i cittadini per fare quella cosa grossa: concorrere a determinare la politica nazionale. Non semplicemente a manifestare l'opinione politica, non semplicemente a concorrere alle elezioni, come sta scritto in altre Costituzioni, ma a determinare la politica nazionale. E allora questo ha bisogno che i cittadini sappiano di poter essere in fondo se non tutti proprio uguali, almeno di poter avere una garanzia, a regime, che questo possa accadere. Questi tetti sono all'altezza ? Probabilmente sono tetti che non ci portano in equilibrio rispetto al resto del mondo, perché sono tetti molto alti, ma da nulla, signor Presidente, a qualche tetto comunque è qualcosa. È questa la ragione, altrimenti Scelta Civica avrebbe avuto dei problemi grossi su questa legge. Direi che in questo emendamento e in qualche altro piccolo emendamento che riusciremo ad approvare probabilmente nel proseguo sta il nostro affidarsi che quella scelta che abbiamo fatto di un finanziamento pubblico non più diretto, non sia una scelta contro la Costituzione e contro la democrazia italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, in questo emendamento, oltre ad esserci dei tetti stratosferici che metteranno i partiti in mano alle lobby e a non esserci addirittura nessun tetto nei confronti dei lasciti mortis causa...

  PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce.

  DANILO TONINELLI. ... c’è una zona grigia, un punto buio, incredibile e pericolosissimo ovverosia quello delle sanzioni. Ci domandiamo: dov’è finito il reato di finanziamento illecito ai partiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Dov’è finito qua, all'interno di questo emendamento che è un articolo vero e proprio ? Qua si parla esclusivamente di restituire quanto il partito ha ricevuto in più dei tetti massimi. Questa è la sanzione che in quest'articolo, che diventerà purtroppo legge, cadrà sui partiti. Si fa esclusivamente cenno a fatti salvi i finanziamenti ricevuti da quelle società pubbliche o partecipate che non possono, ma il finanziamento illecito ai partiti che fine ha fatto ? C’è magari dietro questa mancanza di volontà di inserirlo, la volontà di depenalizzarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

Pag. 76

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, ascoltando le dichiarazioni oggi in Aula trovo il titolo di questo provvedimento inadeguato. Proporrei ai relatori di modificarne un po’ il contenuto e proporrei un titolo del tipo: abolizione del finanziamento pubblico forse... nel 2018. Nel frattempo, vi aumentiamo l'IVA, vi aumentiamo il costo della benzina, togliamo l'IMU, ma mettiamo la Trise (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non mettiamo il reddito di cittadinanza, non aumentiamo la tassazione sulle speculazioni finanziarie e magari anche ci scriviamo che nel frattempo abbiamo fatto dei grandi regali ai concessionari di slot machine così i cittadini hanno capito esattamente cosa sono stati gli ultimi cinque mesi di legislatura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Signor Presidente, per non far passare sotto silenzio un'interpretazione che semplicemente non esiste e, cioè, che chi vota questo emendamento sta abrogando la legge penale che punisce il finanziamento illecito dei partiti, precisiamo e ricordiamo, perché semplicemente non è così e chi interpretasse così, ha interpretato male, a meno che non interpreti dolosamente male e allora influenza in maniera malvagia anche i suoi colleghi che magari ci credono, che esiste sempre la legge del 1974 per cui, se io do ad un partito o un movimento politico una somma di denaro superiore ai 5 mila euro e questi 5 mila euro e un centesimo non sono tracciati, non sono dentro una delibera di un organo amministrativo di un'azienda, non sono dentro il bilancio di un partito, allora lì si punisce chi dà e chi riceve con la prigione. Qui invece noi stiamo semplicemente articolando in maniera razionale, come dovrebbe fare un legislatore capace, la possibilità di graduare una sanzione nel caso finanziamenti tracciati ed effettuati con il sistema bancario...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  FRANCESCO SANNA. ... superino il limite previsto dalla legge. Quindi, resettare quello che si è detto prima e rimane la norma penale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

  MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, solo per svolgere alcune riflessioni rispetto al testo dell'emendamento della Commissione che è stato oggetto di grande discussione e anche di non poche polemiche. Noi come Popolo della Libertà siamo per un'impostazione liberale e denoto il fatto che questo provvedimento mira a far risparmiare denaro pubblico, ad abolire il finanziamento pubblico dei partiti e non mi pare che debba avere come obiettivo quello di impedire a chicchessia e, in particolare, al presidente Berlusconi di poter finanziare il suo partito. Abbiamo accettato perché in un Governo e in una maggioranza di larghe intese, così come sottolineava il collega Balduzzi, occorre trovare il compromesso più nobile possibile.
  Certo, noi avremmo voluto un'impostazione totalmente rispondente ai criteri liberali e quindi, convinti della necessità di garantire la massima trasparenza e la massima tracciabilità, il tema del tetto non lo avremmo introdotto, così come non era presente nella proposta del Governo. Ma oggi è troppo importante togliere un argomento a chi fa demagogia, a chi fa politica, come dire, un po’ a basso costo, evitare che il provvedimento sull'abolizione del finanziamento pubblico si interrompesse. Allora, credo che anche il nostro contributo va nella direzione di trovare Pag. 77una sintesi con un tetto. Francamente, dal punto di vista della ratio, continuiamo ad esprimere perplessità e a non essere convinti, ma pensiamo che sia più importante arrivare in fondo e abbandonare le polemiche e i pretesti e, se oggi riusciremo finalmente ad approvare questo provvedimento e quindi ad abolire il finanziamento pubblico, avremmo risparmiato denaro e, se questo vale, come dire, la necessità di trovare un'intesa sul tetto, sinceramente il PdL non fa passi indietro e dà il proprio contributo costruttivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, solamente per fare due precisazioni. La prima è che abbiamo sentito dire dalla collega Gelmini che è contro chi fa politica con demagogia, ma soprattutto contro chi fa politica a basso costo. Quindi, signori, da oggi, fare politica a basso costo sta diventando una cosa negativa. Non lo sapevamo questo, è incredibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Poi al collega Sanna preciso che, se si sfora il tetto delle donazioni, non si va in carcere: basta leggere di questo emendamento il comma 8, che non punisce completamente col carcere. Quindi, prima di votare certe cose, quanto meno controllare quello che è stato scritto perché magari, come è capitato già col collega Balduzzi, molto attento in passato, il collega ha rilevato che c'erano delle incongruenze rispetto a quello che pensava lui e, infatti, tempo fa ne ha chiesto l'accantonamento. Quindi anziché dire delle cose, magari controllare bene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cristian Iannuzzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, semplicemente per rispondere indirettamente alla deputata Gelmini, visto che parlava del contributo che vogliono dare i partiti al Paese attraverso questa legge. L'unico contributo che vorrebbero i cittadini dai partiti è che restituissero i soldi che hanno preso contro il volere dei cittadini e contro un referendum popolare. Quindi, restituite il malloppo ! Tutto questo vogliamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Io credo sia deleteria la polarizzazione e l'estremizzazione della discussione tra chi impone il finanziamento privato dei partiti con soglie altissime, che agevoleranno il controllo della politica da parte dei gruppi finanziari di interesse e delle lobby e tra chi vuole abolire tutto senza garantire risorse pubbliche anche minime alla politica. Polarizzazione – sottolineo – purtroppo della discussione che sarebbe stata fondamentale su questo argomento, come nel Parlamento inglese si sta facendo per la reintroduzione del finanziamento per motivi di trasparenza. Io non ho la soluzione, ma purtroppo provo sconcerto a vedere come quest'Aula non abbia neanche le basi per discutere dell'argomento e le persone che qua siedono non hanno alcuna cognizione di causa su cosa stanno trattando...

  PRESIDENTE. Si rivolga con rispetto ai suoi colleghi.

  ADRIANO ZACCAGNINI. ...perché lo trattano solo in maniera demagogica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.700 della Commissione, come subemendato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 78

  Gribaudo, Galperti, Vitelli, Buttiglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  412   
   Astenuti   46   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  328    
    Hanno votato no   84.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Formisano 8.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   EMANUELE FIANO. Mi preme chiarire un punto che riguarda un'ipotesi avanzata dal collega Toninelli, relatore di minoranza, circa l'emendamento che abbiamo appena approvato, ovverosia l'emendamento 8.700 della Commissione, il quale potrebbe, nelle parole del collega Toninelli, che pure egli ha messo in forma dubitativa – diciamo così – contenere una sanatoria sull'illecito finanziamento. Io voglio rassicurare il collega Toninelli, chiedendogli di vedere cosa è scritto al comma 11 dell'emendamento appena approvato, il quale recita nell’incipit: «Fermo restando quanto previsto dall'articolo 7 della legge n. 195». Che cosa dice l'articolo 7 della legge n. 195 ? Dice, al primo comma, che sono vietati i finanziamenti e i contributi in qualsiasi forma erogati ad amministrazioni ed enti pubblici; poi, che sono vietati i finanziamenti e i contributi in qualsiasi forma, diretta o indiretta (sempre parla di società); all'ultimo comma, dice: «Chiunque corrisponde o riceve contributi in violazione dei divieti previsti nei commi precedenti ovvero, trattandosi delle società di cui al secondo comma» – quindi, sia i privati sia le società – «senza che, nel caso delle società, sia intervenuta la deliberazione dell'organo societario e senza che il contributo o finanziamento sia stato regolarmente iscritto...» eccetera «... per ciò solo è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa fino al triplo delle somme versate in violazione della presente legge». Cioè, noi abbiamo assorbito, in questa scrittura dell'emendamento, la normativa penalistica vigente oggi per tutto ciò che riguarda l'illecito finanziamento ai sensi delle leggi preesistenti e della vigente legge. Quindi, l'avversità politica va bene, ma non mettiamo in giro la voce che qui ci sia stata una lavanderia della penalizzazione dell'illecito finanziamento.   EMANUELE FIANO. Mi preme chiarire un punto che riguarda un'ipotesi avanzata dal collega Toninelli, relatore di minoranza, circa l'emendamento che abbiamo appena approvato, ovverosia l'emendamento 8.700 della Commissione, il quale potrebbe, nelle parole del collega Toninelli, che pure egli ha messo in forma dubitativa – diciamo così – contenere una sanatoria sull'illecito finanziamento. Io voglio rassicurare il collega Toninelli, chiedendogli di vedere cosa è scritto al comma 11 dell'emendamento appena approvato, il quale recita nell’incipit: «Fermo restando quanto previsto dall'articolo 7 della legge n. 195». Che cosa dice l'articolo 7 della legge n. 195 ? Dice, al primo comma, che sono vietati i finanziamenti e i contributi in qualsiasi forma erogati da amministrazioni ed enti pubblici; poi, che sono vietati i finanziamenti e i contributi in qualsiasi forma, diretta o indiretta (sempre parla di società); all'ultimo comma, dice: «Chiunque corrisponde o riceve contributi in violazione dei divieti previsti nei commi precedenti ovvero, trattandosi delle società di cui al secondo comma» – quindi, sia i privati sia le società – «senza che, nel caso delle società, sia intervenuta la deliberazione dell'organo societario e senza che il contributo o finanziamento sia stato regolarmente iscritto...» eccetera «... per ciò solo è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa fino al triplo delle somme versate in violazione della presente legge». Cioè, noi abbiamo assorbito, in questa scrittura dell'emendamento, la normativa penalistica vigente oggi per tutto ciò che riguarda l'illecito finanziamento ai sensi delle leggi preesistenti e della vigente legge. Quindi, l'avversità politica va bene, ma non mettiamo in giro la voce che qui ci sia stata una lavanderia della penalizzazione dell'illecito finanziamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Formisano 8.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Benamati, Gregori, Vacca... Hanno votato tutti ? Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  448   
   Votanti  432   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  341).    

  Passiamo all'emendamento Balduzzi 8.3. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento 8.3.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo all'emendamento Pastorelli 8.6
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pastorelli 8.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 79
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ancora ? Piepoli, Lo Monte, Gribaudo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
  32    
    Hanno votato
no  421).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pastorelli 8.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi... Gregori... Paris... Oliaro... Vacca... Galperti... Villecco Calipari... Scotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  466   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no   418.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Formisano 8.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte... Ricciatti....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  463   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato    8    
    Hanno votato no   455.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Brunetta 8.8.
  Ha chiesto di parlare la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, faccio mio l'emendamento Brunetta 8.8 e lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'articolo 8.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli.... Pes... Piepoli ancora non riesce a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  427   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  344    
    Hanno votato no    83    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Le deputate Grillo e Nicchi hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 80

  MARIASTELLA GELMINI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli.
  La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 9.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) e Lombardi 9.451.

  PRESIDENTE. L'emendamento 9.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) non c’è più.

  MARIASTELLA GELMINI, Relatore per la maggioranza. Nel fascicolo degli emendamenti è pubblicato.

  PRESIDENTE. È precluso, vi sono degli emendamenti preclusi. La invito ad esprimere il parere sulle seguenti proposte emendative: Cozzolino 0.9.601.1, Toninelli 0.9.601.2, Toninelli 0.9.601.3 e 9.601 della Commissione.

  MARIASTELLA GELMINI, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sui emendamenti Cozzolino 0.9.601.1, Toninelli 0.9.601.2 e Toninelli 0.9.601.3.

  La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 9.601.

  PRESIDENTE. Se ci può dare, giusto per fare ordine, il parere sull'emendamento Dadone 9.24.

  MARIASTELLA GELMINI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario, così come sui successivi emendamenti Cozzolino 9.450 e D'Ambrosio 9.27.
  La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 9.602, mentre esprime parere contrario sui successivi emendamenti Cozzolino 9.26, Lombardi 9.29 e Boccadutri 9.153.
  L'emendamento Brunetta 9.400 credo sia ritirato.

  PRESIDENTE. A noi non risulta.

  MARIASTELLA GELMINI, Relatore per la maggioranza. Allora, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Brunetta 9.400, così come sugli emendamenti Boccadutri 9.411 e Roberta Agostini 9.45.
  La Commissione esprime parere contrario sui successivi articoli aggiuntivi Pilozzi 9.054 e 9.0400.

  PRESIDENTE. Poi, vi sono una serie di proposte emendative che risulteranno precluse. Ove non siano precluse, chiederò il parere.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Invito, dunque, il relatore di minoranza ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate all'articolo 9.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, sul testo alternativo del MoVimento 5 Stelle, a mia firma, esprimo parere favorevole, così come sugli emendamenti Lombardi 9.451, Gigli 9.12, Nuti 9.51, Cozzolino 9.52.

  PRESIDENTE. Come ho detto, se questi non saranno preclusi, ne chiederò il parere. Iniziamo dall'emendamento Dadone 9.24.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, sull'emendamento Dadone 9.24 esprimo parere favorevole.

  PRESIDENTE. Poi, possiamo andare avanti su tutte le proposte emendative che riguardano l'articolo 9.

Pag. 81

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti Cozzolino 9.450, D'Ambrosio 9.27 e Cozzolino 9.26 il parere è favorevole, mentre sull'emendamento 9.602 della Commissione il parere è contrario.
  Sui successivi emendamenti Lombardi 9.29 e Boccadutri 9.153 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Brunetta 9.400, Boccadutri 9.411 e Roberta Agostini 9.45 il parere è contrario, così come sugli articoli aggiuntivi Pilozzi 9.054 e 9.0400.

  PRESIDENTE. Poi mi servirebbero i pareri sui seguenti subemendamenti: Cozzolino 0.9.601.1.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Toninelli 0.9.601.2.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Toninelli 0.9.601.3.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 9.601 della Commissione.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Iniziamo quindi dal testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli.
  Avverto che il testo è precluso limitatamente ai commi 2, 3, 4, 5 e 6.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  449   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no   365.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Genovese ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.9.601.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa, Lomonte, Verini, Marti, Pastorelli, Vecchio, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  465   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  379.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Genovese ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Toninelli 0.9.601.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Del Basso De Caro...Pag. 82
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  467   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no   365.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Toninelli 0.9.601.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Gregori, Baruffi, Palazzotto, Della Valle, Cancelleri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  466   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no   365.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento 9.601 della Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, come Lega Nord voteremo in modo contrario su questo emendamento che andrà a sostituire... Ciò per un motivo molto semplice, perché nella bozza dei ragionamenti iniziali che si stavano facendo, c'era la possibilità di dedurre una percentuale maggiore per gli importi minori, per allargare la platea per le microdonazioni, anche se micro fino ad un certo punto, perché riguardavano donazioni fino a 20.000 euro. Questo per portare invece la soglia, che è percentualmente inferiore, di detraibilità, da 20.000 a 70.000 euro, quando all'inizio si poteva detrarre solo la quota che andava da 20.000 a 50.000 euro. Dunque, a mio avviso, per fare un favore a chi versa donazioni consistenti, si è ridotta la possibilità di detrarre alle microdonazioni, che riguardavano una platea maggiore e di cui avrebbero usufruito moltissimi cittadini. Per questo motivo, la Lega Nord su questo emendamento darà un voto negativo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.601 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lattuca, Moretti, Marzano, Palma, Manfredi, Buttiglione, Rabino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  466   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  358    
    Hanno votato no  108.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Avverto che, a seguito dell'approvazione degli emendamenti 9.601 e 8.700 della Commissione, risultano precluse tutte le proposte emendative riportate alle pagine da 16 a 20, fino all'emendamento Dadone 9.24.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 9.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paglia...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 83
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  465   
   Votanti  464   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no  375.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 9.450, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Vacca, Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  463   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 9.27, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Brandolin, Madia, D'Agostino, Moretti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  466   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no   380.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Dovrei chiedere al relatore e al Governo il parere sull'emendamento 9.602 della Commissione.

  MARIASTELLA GELMINI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza aveva già espresso in precedenza parere contrario su questo emendamento. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.602 della Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Colonnese, Gregori, Borghi, Vacca, Buttiglione, Mazziotti Di Celso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  465   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  372    
    Hanno votato no   93.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 9.26, con il parere contrario Pag. 84della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17,30)

  Onorevoli Colonnese, Duranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  447   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no   326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Carlo Galli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e il deputato Crippa ha segnalato di essersi astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 9.29, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Paris, Gregori, Gribaudo, Giancarlo Giordano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  459   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no   321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Boccadutri 9.153.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, io invito i colleghi a ragionare su questo emendamento che dice una cosa seconda me di assoluto buon senso. In un momento in cui il finanziamento è tutto privato, limitare la contribuzione privata alla politica, e cioè incidere naturalmente in un certo senso su quelli che poi sono gli attori e i decisori politici, soltanto ai cittadini italiani – e a quelli che sono all'estero ovviamente iscritti all'AIRE – e alle società che hanno la sede legale in Italia, mi sembra assolutamente necessario. Un cittadino italiano non può partecipare finanziando la campagna presidenziale negli Stati Uniti. È precluso in quel caso. Io non capisco perché in un sistema tutto privato dobbiamo aprire le porte alla possibilità non di persone fisiche ovviamente qui, ma di multinazionali che neanche hanno la sede legale in Italia, cioè non pagano neanche le tasse in Italia, di finanziare i partiti in Italia. Su questa cosa chiedo al Governo e al relatore di ripensarci (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, noi come abbiamo già detto in Commissione siamo parzialmente a favore di questo emendamento, solo che manca una cosa molto, ma molto, particolare. Voi parlate delle persone fisiche che non sono residenti in Italia. Dunque questa norma, come la mettete voi, è aggirabile semplicemente facendo venire un cittadino degli Stati Uniti o dell'Arabia Saudita in Italia a prendersi la residenza, e questo può fare il versamento. Bisognava, e l'ho consigliato, modificare l'emendamento dicendo che possono farlo solo i cittadini italiani che sono residenti in Italia o le società che Pag. 85hanno sede in Italia. Fatto in questo modo non serve assolutamente a niente, anzi si va a creare una possibile zona grigia. Dunque ci asteniamo perché il concetto potrebbe essere giusto, ma è scritto molto, ma molto, male.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, è difficile non cogliere l'argomento e il valore dell'argomento portato nell'intervento soprattutto del collega Boccadutri, tanto più se rapportato ad una connotazione normale dell'organizzazione dei partiti e del rapporto tra i cittadini e i partiti riconosciuta anche nella nostra Costituzione. È vero che poi ci sono norme che favoriscono la partecipazione politica anche dei non cittadini addirittura fino all'esercizio del voto, però il principio fondamentale è quello di collegare la partecipazione politica alla cittadinanza, tanto più in una legge che dice «no» al finanziamento pubblico diretto, ma «si» a quello dei cittadini che partecipano. Probabilmente può essere stata – immagino – da parte anche dei relatori — una considerazione che può essere utilmente – io spero – rivista, perché almeno per quanto riguarda noi come Scelta Civica, credo che sia difficile dire che l'argomentazione e il fondamento di questo emendamento siano trascurabili.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, per esprimere il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle all'emendamento a prima firma Boccadutri e ribadire e confermare quanto da lui appena detto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, solo per dire chiaramente che io mi associo a quanto dice anche il collega Balduzzi.
  Infatti, dopo che noi abbiamo previsto che una persona possa avere il 15 per cento di un partito, se questa persona è uno straniero, non mettendo neanche il tetto al numero di partiti di cui può avere il 15 per cento, noi rischiamo che dei cittadini stranieri possano avere molte partecipazioni ai partiti politici.
  E per rispondere all'onorevole Bragantini – già lo abbiamo fatto in Commissione – noi riteniamo che la residenza, siccome con la residenza si pagano le tasse in Italia, sia un elemento sufficiente per stabilire che un cittadino, anche se non italiano, ma residente in Italia, pagando le tasse qui, possa contribuire alla vita politica dei nostri partiti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boccadutri 9.153, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lattuca, Vallascas...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  421   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  147    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Prodani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'emendamento Brunetta 9.400.

Pag. 86

  RENATA POLVERINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, faccio mio questo emendamento e lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo all'emendamento Boccadutri 9.411. Avverto che la parte consequenziale dell'emendamento Boccadutri 9.411 risulta preclusa a seguito dell'approvazione dell'emendamento 9.601. Sarà, pertanto, posta in votazione la sola parte principale.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Boccadutri 9.411 lo ritirano.
  Passiamo dunque all'emendamento Roberta Agostini 9.45. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Roberta Agostani 9.45 lo ritirano.
  Passiamo pertanto alla votazione dell'articolo 9. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, intervengo soltanto per richiamare il fatto che, proprio all'interno di questo articolo 9, è stato inserito un emendamento, proposto da Scelta Civica, volto a favorire l'attività di formazione politica dei partiti. Attraverso un meccanismo che favorisce le detrazioni, con un tetto considerato soddisfacente, abbiamo recuperato quell'idea, che era stata fatta propria da alcuni emendamenti di Scelta Civica, volta proprio a sottolineare che uno dei ruoli più importanti dei partiti politici è proprio quello di riuscire a promuovere la sana partecipazione politica tra i cittadini.
  Dunque, l'ordinamento deve farsi carico di questo, certamente controllando che non vi siano abusi, ma questo è un problema generale. Una delle ragioni che ha spinto Scelta Civica ad aderire a questa legislazione, così, per certi profili, meritevole di un approfondimento, è proprio la circostanza – ringrazio i relatori, anche per la disponibilità manifestata – che questo, che per Scelta Civica era un emendamento qualificante, è stato, nella sua sostanza, tenuto presente.
  Ecco perché vi è una considerazione favorevole anche di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moretti, Segoni, Garavini, Gregori, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  449   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato   356    
    Hanno votato no    93.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Le deputate Rotta e Rubinato hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Pilozzi 9.054.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, prima qui è stata richiamata la legge n. 195 del 1974, che vieta ai partiti politici di ricevere contributi dalle società partecipate. Non mi stancherò mai di dire che questo invece è consentito – come è anche, diciamo, noto in diverse cronache – alle fondazioni politiche. Quindi essenzialmente grazie alle fondazioni spesso si aggira il divieto della legge del 1974. Questo articolo aggiuntivo è teso a ripristinare, a estendere, alle fondazioni politiche Pag. 87il divieto di ricevere contributi dalle società partecipate. Perché è del tutto evidente che poi i vertici di quelle società vengono nominati dai decisori politici, e quindi da soggetti che magari fanno capo a quelle fondazioni da cui ricevono poi i soldi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, anche su questo articolo aggiuntivo, la Lega era favorevole. Lo stesso, lo voterà a favore, anche se è molto, ma molto, limitativo. Perché, come ho già detto in Commissione, si poteva veramente migliorare, in questo caso, come prima. Non è vero che i cittadini stranieri che sono residenti in Italia pagano in ogni caso le tasse; pagano le tasse se hanno un reddito in Italia, ma se arriva il magnate russo che dà i finanziamenti magari a qualche partito di sinistra, potrebbe dare i soldi e non pagare le tasse. Una reminiscenza storica. A parte le battute, in questo emendamento si dice che «si applicano anche alle fondazioni e alle associazioni aventi come oggetto lo svolgimento di attività politiche sotto ogni forma, compresa la ricerca e la formazione, costituite e/o promosse da parlamentari in corso di mandato o cessati dalla carica, da chi ha svolto o svolge incarichi di Governo, o componenti di organismi di partiti o di movimenti politici». Dunque tutte le fondazioni create da sostenitori o militanti di un partito che non sono stati né parlamentari, né sono stati al Governo, né sono stati membri dei direttivi nazionali o federali di quel partito, queste non rientrano. A nostro avviso, si doveva dire o tutte le fondazioni o nessuna. Per questo, votiamo a favore di questo articolo aggiuntivo, sapendo che però è molto limitativo e aggirabile facilmente da qualsiasi fondazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente volevo anche io dire ai colleghi Pilozzi e Boccadutri, che noi abbiamo – come loro sanno – trattato nella Commissione il tema del finanziamento delle fondazioni. Abbiamo approvato in quest'Aula un emendamento che stabilisce regole di trasparenza – credo all'articolo 5 – analoghe a quelle previste da questa legge per i finanziamenti ai partiti, anche per le fondazioni. Rimane oggettivamente molto difficile circoscrivere o comunque descrivere la natura delle fondazioni coinvolte, anche da quello che vogliono fare i firmatari di questo articolo aggiuntivo con il riferimento all'articolo 7 della legge n. 195 del 1974, sulla cui materia, cioè la natura delle fondazioni che si occupano di politica o addirittura che partecipano al finanziamento della politica, è evidente che serve un quadro di legislazione più complessa. E noi non pensiamo che un articolo aggiuntivo, da solo, possa favorire questa legislazione che pur riteniamo anche noi necessaria.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore di minoranza, onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo in qualità di relatore di minoranza, per il parere sugli articoli aggiuntivi Pilozzi 9.054, in discussione, e Pilozzi 9.0400. Per errore è stato indicato parere contrario. Per entrambi il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pilozzi 9.054, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stumpo, Adornato, Picierno.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 88
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  454   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no   319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Pilozzi 9.0400.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, io per stare al merito di questo provvedimento, inviterei veramente i colleghi – soprattutto i colleghi del Partito Democratico – a leggere bene il testo di questa proposta emendativa, perché noi con questo articolo aggiuntivo estendiamo il divieto a dare finanziamenti e contributi ai partiti politici, che oggi è previsto per le società partecipate, anche agli amministratori delle società pubbliche e ai revisori dei conti delle società pubbliche. Questa è una cosa particolarmente importante perché – come sapete – spesso e volentieri, non solo a livello centrale, anche a livello locale, ci sono una miriade di società pubbliche che hanno amministratori pagati fior di quattrini e poi può succedere che quegli amministratori contribuiscano con elargizioni importanti alla vita dei partiti. Siccome noi riteniamo che questa cosa può mettere in difficoltà non solo quel partito che riceve i soldi e non solo quell'amministratore che dà il contributo, ma può mettere in difficoltà – come è avvenuto – tutta la politica e tutti i partiti, io invito tutti quanti a fare un gesto importante e ad aiutare tutti coloro che quei soldi non li prendono e non li prenderanno mai a non finire dentro il calderone del «Siete tutti uguali», perché noi tutti uguali non lo siamo.
  Volevo dire anche all'onorevole Bragantini, il quale per ogni emendamento che noi presentiamo, oltre a votarlo a favore, ci dice che lo dovevamo presentare meglio, io lo invito la prossima volta a presentarli lui questi emendamenti che presentiamo noi, perché stranamente questi emendamenti che vietano o danno l'impossibilità a società pubbliche di finanziare anche le fondazioni o a soggetti stranieri di finanziare i partiti o a amministratori di società pubbliche, pagate con i soldi pubblici, a finanziare i partiti è solo SEL che li sta proponendo in quest'Aula.
  Quindi, noi ribadiamo che abbiamo affrontato questa legge nel senso della trasparenza e nel senso della moralizzazione e quindi questi sono quegli emendamenti che possono andare in quella direzione e che impediranno a chi vorrà inquinare la politica di continuare a farlo. Quindi invito veramente a votare questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ne approfitto per salutare, sono presenti ad assistere ai nostri lavori, gli alunni e gli insegnanti della scuola media statale di Castel San Giorgio, in provincia di Salerno (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, perché a me sarebbe piaciuto presentare un emendamento semplicissimo: che le società partecipate o controllate non possono dare 1 euro ai partiti. Non lo posso fare, perché lederebbe l'autonomia delle società, che stanno invece in un codice che è diverso.
  E allora costruiamo degli emendamenti che tendono a limitare la recezione da parte dei partiti. Io penso che proprio il punto è questo: è una vergogna che ci siano società che, gestite da diversi decisori pubblici, poi possono dare soldi ai partiti. Il conflitto di interesse non è soltanto Silvio Berlusconi: il conflitto di interesse c’è tutte le volte che un soldo, un euro dalle società partecipate finisce nelle casse dei partiti (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento Pag. 89elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pilozzi 9.0400, con il parere contrario del relatore per la maggioranza, del Governo, mentre il parere del relatore di minoranza è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  450   
   Votanti  448   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  308.

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, poi mi interrompa se ci sono emendamenti all'articolo 10 che sono fuori sacco.
  Il parere sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli, è contrario.
  Il parere sull'emendamento Formisano 10.50 è contrario.
  Sull'emendamento Gigli 10.3 vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Il parere sull'emendamento Pastorelli 10.8 è contrario.
  Il parere sull'emendamento Formisano 10.53 è contrario.
  Il parere sull'emendamento Formisano 10.51 è contrario.
  Il parere sull'emendamento Cozzolino 10.11 è contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento Francesco Sanna 10.441 è ritirato.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere sull'emendamento Roberta Agostini 10.440 è favorevole.
  Il parere sull'emendamento Dadone 10.10 è contrario.
  Il parere sull'emendamento Cozzolino 10.16 è contrario.
  Il parere sull'emendamento della Commissione 10.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) è favorevole.
  Il parere sull'emendamento Lombardi 10.12 è contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento Balduzzi 10.2 è ritirato.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere sull'emendamento D'Ambrosio 10.6 è contrario.
  Il parere sull'emendamento Nuti 10.9 è contrario.
  Il parere sull'emendamento Boccadutri 10.402 è contrario.
  Il parere sull'articolo aggiuntivo Toninelli 10.0500 è contrario.
  Il parere sull'articolo aggiuntivo Migliore 10.0400 è contrario.

  PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo Gitti 10.02 è ritirato.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere sull'articolo aggiuntivo Pilozzi 10.055 è contrario.

  PRESIDENTE. Ci sono due fuori sacco.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere sul subemendamento Cozzolino 0.10.0600.1 è favorevole.
  Il parere sull'emendamento 10.0600 della Commissione è favorevole.
  Sull'articolo aggiuntivo Losacco 10.07 vi è un invito al ritiro, perché c’è l'emendamento 10.0600 della Commissione.Pag. 90
  Il parere sull'articolo aggiuntivo Boccadutri 10.300 è contrario.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza ad esprimere il parere.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere sul testo alternativo del MoVimento 5 Stelle è favorevole.
  Il parere sull'emendamento Formisano 10.50 è contrario.
  Il parere sull'emendamento Gigli 10.3 è favorevole.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Pastorelli 10.8, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Formisano 10.53 e 10.51. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Cozzolino 10.11, mentre il parere è contrario sull'emendamento Roberta Agostini 10.440. Esprimo, inoltre, parere favorevole sugli emendamenti Dadone 10.10, Cozzolino 10.16, 10.600 della Commissione, Lombardi 10.12, D'Ambrosio 10.6, Nuti 10.9 e Boccadutri 10.402. Esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Toninelli 10.0500, mentre il parere è contrario sugli articoli aggiuntivi Migliore 10.0400 e Pilozzi 10.055. Esprimo, infine, parere favorevole sul subemendamento Cozzolino 0.10.0600.1, mentre il parere è contrario sul subemendamento 0.10.600 della Commissione e sull'articolo aggiuntivo Boccadutri 10.0300.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza deputato Toninelli.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sani, Cominelli, Bobba, Calabria...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  442   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no   355.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Formisano 10.50, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lupo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato    7    
    Hanno votato no   433.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Lorefice ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto votare contro e i deputati Lupo e Botta hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Gigli 10.3, sui cui vi è un invito al ritiro da parte della Commissione e del Governo, altrimenti il parere è contrario.
  Chiedo al presentatore se accede all'invito al ritiro.

Pag. 91

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, non lo ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Prego. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Premetto che sono assolutamente favorevole al sistema misto di finanziamento che si è delineato e, quindi, anche al meccanismo del 2 per mille. Poiché, però, con il 2 per mille qui noi non andiamo a finanziare la ricerca o un'opera caritatevole o la Chiesa, ma stiamo dando soldi pubblici alla politica – ripeto: principio sul quale sono d'accordo – credo che questo debba essere fatto raccogliendo le espressioni e le intenzioni dei cittadini, ma in modo che ciascun cittadino conti con uguale peso nella raccolta di questi fondi a favore dei partiti.
  Non possono esserci cittadini che, in virtù del loro censo, pesano mille e cittadini che, in virtù del loro censo, pesano uno. È per questo motivo che ritengo che debba essere posto un tetto alla possibilità di finanziare con il 2 per mille ciascuna persona.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gigli 10.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vitelli, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  452   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  155    
    Hanno votato no   297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Pastorelli 10.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli... Non posso dichiarare aperta la votazione... L'onorevole Pastorelli ha chiesto di parlare. Nonostante quello che voi possiate pensare, la Presidenza è lucida... L'onorevole Pastorelli ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà (Applausi).

  ORESTE PASTORELLI. Grazie Presidente. Io volevo sottoporre ai colleghi questo emendamento, perché se il cittadino non esprime la preferenza, io credo che debba essere gestito dallo Stato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pastorelli 10.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vacca, Giordano, Palazzotto, De Lorenzis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  454   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no   344.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Formisano 10.53.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formisano. Ne ha facoltà.

  ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, noi di Centro Democratico siamo presentatori di un gruppetto di emendamenti, quasi tutti censurati dal relatore sia di maggioranza e, stranamente, anche minoranza.Pag. 92
  Potevamo acconciarci a ritirarli senza farli mettere in votazione, questo però – sull'argomento interveniamo anche in Aula – assume un carattere particolare, un po’ simile a quello che ha tentato prima di spiegare l'onorevole Pastorelli. Questo provvedimento diventerà legge dello Stato, sarà applicato, sullo stesso saranno concessi dei contributi alle forze politiche e, inevitabilmente, sullo stesso si aprirà un dibattito che porterà a verificare come, con questa nuova legge di cui ci stiamo dotando, probabilmente non si è tenuto conto della volontà dei cittadini fino in fondo. L'emendamento che noi avevamo proposto consentiva semplicemente alle forze politiche – che hanno mediato con sofferenza su questo provvedimento che, su alcuni punti, ci vede in dissenso – di poter affermare che sono veramente i cittadini a scegliere – quando scelgono – chi finanziare e chi non finanziare. Praticamente noi sostenevamo che per le opzioni non espresse dai cittadini quelle risorse non dovrebbero essere utilizzate ai fini del contributo alle forze politiche; né più né meno quello che abbiamo detto pubblicamente, cioè che i cittadini sono arbitri del destino delle forze politiche. Si fa come lo struzzo, si mette la testa sotto la sabbia, si ignora che, senza fare questo tipo di previsioni, alla fine il meccanismo sarà simile a quello dell'8 per mille. Di conseguenza, con o senza la scelta dei cittadini, vi sarà la ripartizione delle risorse sulla base, unicamente ed esclusivamente, dei cittadini che hanno fatto la scelta. Noi pensiamo sia sbagliato procedere in questo modo, chiediamo che questo emendamento venga votato e respinto, quando poi in futuro si aprirà la discussione su questa legge Centro Democratico potrà dire che, probabilmente, aveva visto meglio degli altri chiedendo di fare in modo che siano i cittadini arbitri del destino economico delle forze politiche, come andiamo affermando anche all'esterno. Mi pare che non si proceda in questa direzione, motivo per cui chiedo ai componenti più sensibili di quest'Aula di votare questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che voteremo «no» per il semplice fatto che in Commissione abbiamo deciso che le destinazioni sono stabilite esclusivamente sulla base delle scelte effettuate dai cittadini, quindi questa previsione è già inclusa nel testo uscito dalla Commissione, che ha già risolto il problema in anticipo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.

  MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, intervengo solo per lasciare a verbale il fatto che questa contribuzione indiretta del 2 per mille, fondata sulla libera scelta dei cittadini, noi del PdL volevamo fosse esclusivamente destinata alla ricerca o alle ONLUS. Ad ogni modo, nella misura in cui si introduce questa modalità anche per i partiti, credo che in sede di attuazione bisognerà assumere tutti gli accorgimenti necessari per garantire comunque la segretezza del voto e la privacy del contribuente. Non vorremmo che l'indicazione del partito a cui destinare il 2 per mille avvenisse in maniera tale da violare un principio costituzionalmente garantito come quello della segretezza del voto (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Signor Presidente, colleghi, sin dal testo del Governo era inequivocabilmente stabilito che a differenza dell'8 per mille a favore della Chiesa cattolica, in questo caso chi vuole dare il 2 per mille dell'IRPEF lo fa volontariamente e dispone solo di quello; non esiste, in altri termini, l'inoptato, il cosiddetto inoptato distribuito proporzionalmente. Pag. 93Come dicono gli interpreti grezzi, a prova di scemo abbiamo aggiunto anche «esclusivamente», e dispiace che ci sono colleghi che ancora insistono nell'attribuire un'interpretazione semplicemente sbagliata. Quindi, i cittadini scriveranno in maniera riservata la loro opzione a favore di una singola forza politica, di un singolo movimento politico se lo vorranno fare, altrimenti tutto il resto rimane allo Stato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, francamente non ho mai visto un cittadino che si rivolge ad un CAF e mette poi la croce su ciò che desidera.
  Solitamente lo si lascia fare a chi produce, a chi fa il modello. Pertanto è molto probabile che noi, alla fine, in questo processo saremo condizionati pesantemente da chi in questo sistema si trova: i sindacati con tutti coloro i quali in qualche maniera metteranno le mani sulla politica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Formisano 10.53, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco... Colonnese... Magorno... Vacca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  444   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato   26    
    Hanno votato no   418    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Formisano 10.51, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza e della V Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris.. Piepoli... Carrescia... Locatelli... Bellanova...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  448   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato    7    
    Hanno votato no   441.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 10.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani... Righetti... Lotti... Malisani... Russo... Dallai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  448   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no   346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Roberta Agostini 10.440, con il parere favorevole della Commissione e del Governo ed il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bindi... Rizzetto....Pag. 94
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  445   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  331    
    Hanno votato no   114.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 10.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Signor Presidente, l'emendamento in questione è volto a ribadire ulteriormente la necessità che venga verificata la scelta che viene espressa nell'orientamento del partito politico. Cioè, le persone quando si recheranno presso il loro commercialista o faranno la dichiarazione dei redditi dovranno dichiarare il partito politico a cui intendono destinare il 2 per mille. Questo è uno dei due pilastri su cui si regge questo provvedimento. Un pilastro è quello legato al tema delle erogazioni liberali, un tema su cui non c’è cultura in Italia, non c’è cultura delle erogazioni liberali al partito; e l'altro implica, invece, la scelta nell'espressione nel modello della dichiarazione dei redditi.
  Io credo che queste due cose siano due cose estremamente ipocrite in questo momento, soprattutto perché il provvedimento, nel prosieguo, non definisce gli ambiti ammissibili di spesa. Definisce che i bilanci devono essere certificati, però non definisce che cosa deve essere strettamente possibile spendere nel corso dell'attività politica. A me pare che, da una parte, si sia voluto privilegiare chi ha disponibilità di grandi finanziatori e, dall'altra, si sia voluto privilegiare chi, invece, mantiene rapporti stretti e, a volte, anche collaterali, con i CAF, che garantiscono, poi, la possibilità di ricevere ingenti somme.
  Io ho delle grossissime perplessità su questo e ho anche delle grossissime perplessità che sia costituzionale il fatto che una persona, di fronte a un dipendente di un CAF o a un commercialista, dichiari l'espressione del proprio orientamento politico.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 10.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Carrescia, Bargero... Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  447   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no   334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 10.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gianni Farina, Galgano... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  449   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   344.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 95

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Centemero, Stumpo, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  452   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  448    
    Hanno votato no   4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).
  Avverto che, a seguito dell'approvazione della condizione della Commissione bilancio prevista dall'emendamento 10.600, sostitutiva del comma 6 dell'articolo 10, risultano precluse tutte le proposte emendative che incidono su tale comma, vale a dire gli emendamenti Lombardi 10.12, D'Ambrosio 10.6 e Nuti 10.9.
  A questo punto passiamo alla votazione dell'emendamento Boccadutri 10.402.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, questo è un emendamento molto semplice che introduce una sanzione amministrativa a quei condannati in via definitiva per alcuni reati, fra i quali l'associazione mafiosa, il voto di scambio, la frode fiscale, che riteniamo non possano dare soldi ai partiti per il semplice fatto che, mi pare evidente, che se la politica si nutre di soldi sporchi sarà naturalmente sporca.
  Allora il senso dell'emendamento è semplice; riteniamo che chi si macchia di reati che hanno a che fare con la mafia e soprattutto con la frode alla solidarietà pubblica, civile della società perché non versa i soldi e froda il fisco, non possa poi dare i soldi ai partiti che costruiscono su questo i processi decisionali della politica. È un emendamento di pulizia e di moralizzazione della politica (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boccadutri 10.402, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Abrignani, Della Valle...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  439   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no   299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Pellegrino e Airaudo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Toninelli 10.0500, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza...
  Chiedo scusa, il Presidente ha sbagliato, perché bisogna prima votare l'articolo 10. Quindi revoco l'indizione della votazione.
  Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

Pag. 96

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, la ringrazio anche per la pazienza. Il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà voterà contro questo articolo, che è quello che stabilisce il 2 per mille, perché è la più grande ipocrisia. Noi stiamo stabilendo che non ci sono più i contributi pubblici distribuiti attraverso il consenso perché si distribuiscono sulla base dei risultati elettorali e dei voti, che hanno ottenuto i partiti, dove ogni cittadino vale uno, ma invece sono contributi pubblici indiretti che si basano sulla base del censo, perché la dichiarazione di un lavoratore dipendente sarà sempre inferiore a quella del suo datore di lavoro.
  Per questo noi votiamo contro, perché si passa da un sistema basato sul consenso ad uno passato sul censo. Questo è un cedimento culturale gravissimo anche di forze che si richiamano al centrosinistra e alla sinistra, perché mortifica anche il secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione che dice chiaramente che la Repubblica rimuove gli ostacoli di ordine economico volti alla partecipazione dei cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgis. Ne ha facoltà.

  ANDREA GIORGIS. Signor Presidente, io colgo l'occasione di questo articolo per riprendere una considerazione che ho sentito prima fare con molta onestà intellettuale dell'onorevole Gelmini, la quale, in ordine al problema del tetto, ha da un lato sottolineato la propria contrarietà, le proprie perplessità, ad introdurre una qualche forma di limitazione ai contributi privati e dall'altro, però, ha dichiarato il proprio voto favorevole all'emendamento in nome, in sostanza, di un vincolo di maggioranza e di un impegno a fare in modo che il provvedimento andasse in porto.
  Bene, l'analogo vincolo vale anche per noi, perché abbiamo approvato alcuni articoli che io non mi rassegno a immaginare che possano essere riconsiderati, non sulla base di un principio di forza numerica, ma sulla base della forza degli argomenti. Io non rinuncio all'idea che sia possibile persuaderci l'un con l'altro spiegando le ragioni delle diverse proposte. E a questo proposito faccio alcuni esempi; penso a ciò che prima abbiamo respinto in ordine alla necessità che soggetti che non vivono stabilmente in Italia, non sono cittadini italiani, o persone giuridiche che non hanno sede nel nostro territorio, possano senza particolari limitazioni sostenere l'attività politica.
  C’è una questione qui che in altri Paesi tratterebbero sotto il tema della sovranità nazionale e quindi dell'autonomia dello Stato da soggetti stranieri. Su questo tema io spero ci siano le condizioni per, con serenità, tornarci su, così come per quanto riguarda le detrazioni. Anche sulle detrazioni, noi ci siamo trovati all'ultimo momento a rivedere quelle che sono le quote. Io spero che ci siano le condizioni economiche che qui all'ultimo, anche come spesso accade, purtroppo, vengono riconsiderate sulla base di non si capisce bene quali calcoli, e che dunque si possa, come originariamente si prevedeva, incentivare maggiormente le piccole e diffuse donazioni ed eventualmente sacrificare meno, o meglio ridurre, i benefici a favore delle donazioni più consistenti. Lo stesso vale per questo problema legato al rapporto tra capacità censitaria e autonomia della politica. Ho voluto sottolineare questi tre aspetti per evidenziare come il senso di responsabilità e il principio di lealtà agli accordi che sono stati raggiunti ci induca a votare come è stato annunciato in sede di dichiarazione di parere da parte del relatore Fiano.
  Ma tuttavia, oltre a spiegare le ragioni politiche che ci inducono a queste scelte, io spero e ribadisco che la forza degli argomenti e la capacità di comprendere queste ragioni possano al Senato ulteriormente migliorare questo testo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, su questo articolo 10 io terrei a Pag. 97sottolineare anche un'altra questione: questo articolo 10 mette a repentaglio la segretezza del voto in questo Paese, perché il fatto che i cittadini contribuenti debbano mettere una firma sotto la denuncia dei redditi per dire che a quale partito va il loro 2 per mille, mette a repentaglio anche la segretezza del voto dei cittadini. Io credo che questa sia una cosa veramente seria e invito veramente i colleghi del centrosinistra, del Partito Democratico, a riflettere. In un Paese e in un Parlamento in cui noi ci riempiamo la bocca e votiamo all'unanimità l'articolo 416-ter noi stiamo dicendo in tante aree del Paese a delle persone non proprio specchiate qual è l'intenzione di voto e a quale partito danno i soldi i singoli cittadini.
  Io credo che su questo noi dobbiamo fare una riflessione ulteriore e io invito veramente, tramite lei Presidente, i colleghi del Partito Democratico a fare una scelta secondo coscienza e non a sottomettersi a regole di maggioranza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, io dico qualcosa di più: è chiaro che se uno si rivolge a un CAF, ad un sindacato, sappiamo tutti come nel firmamento della politica i sindacati sono collegati, e mi riferisco anche a tante altre forme di associazionismo che fanno CAF.
  Ma mi riferisco a tanta gente, vedi nei piccoli comuni, dove l'anziano si reca al CAF perché ce ne sta uno solo, e si rischia di far compilare il modellino anche a un cittadino che è di un colore e i soldi vanno a finire su un altro; allora tanto più sarà forte il sindacato, allora tanto più sarà forte il CAF quel sindacato tanto più continueremo ad avere una politica disegnata ad hoc per alcuni partiti.
  Io mi riferisco pure ai piccoli partiti, come il nostro, piccolino, piccolino, che non è legato a nulla. E che facciamo ? Lo Stato ci chiude le borse. Che facciamo ? È un fatto di democrazia che sta venendo meno, questo è il risultato di questo modo di ragionare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piras, Bellanova, Locatelli, Sibilia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  438   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  316    
    Hanno votato no  122    

  La Camera approva (Vedi votazioni).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Toninelli 10.0500, con il parere contrario dei relatori di maggioranza e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Della Valle, Magorno, Nicoletti, Luciano Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  436   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no   300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione all'articolo aggiuntivo Migliore 10.0400 con il parere contrario dei due relatori di maggioranza, del relatore di minoranza e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, diciamo che da questo punto di vista la proposta del Governo aveva in sé Pag. 98alcuni buoni propositi, e ciò è esattamente quello che noi vogliamo riproporre, riportare, diciamo, e far rivivere il testo che aveva proposto il Governo.
  Cioè la possibilità di dare a tutti i soggetti politici un piccolo spazio nell'informazione pubblica, che spesso invece è gestita secondo criteri che non sono prevalentemente quelli del pluralismo. Allora attraverso questa somma di un milione di euro si consentiva ai partiti di prodursi delle pillole per informare sulla loro attività i cittadini attraverso il mezzo della televisione, che ovviamente insieme ad Internet è il principale mezzo di diffusione delle informazioni, perché come sappiamo, anche da questo punto di vista invece i lettori dei giornali purtroppo sono sempre meno nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 10.0400, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi, Fitzgerald Nissoli, Colonnese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  431   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no   402.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pilozzi 10.055.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, solo perché rimanga agli atti che noi facciamo qui rivivere una innovazione importantissima, della legge n. 96 del 2012, il principio del cofinanziamento, che c’è ad esempio in Germania, che funziona e che premia sostanzialmente la capacità di raccolta dei partiti politici. Penso che sia un errore cassarlo da parte del Governo e per questo motivo con questo emendamento l'abbiamo fatta rivivere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 10.055, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliaro, Malpezzi, Dellai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  432   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no   403.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.10.0600.1, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  436   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  434    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.0600 della Commissione, come subemendato, con il parere favorevole Pag. 99della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Grassi, Turco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  329   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato  327    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Boccadutri 10.0300, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Patriarca, Bratti, Fitto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  435   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato   32    
    Hanno votato no   403.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Convocazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza e della Delegazione presso l'Assemblea parlamentare dell'Iniziativa centro-europea (INCE) per la relativa costituzione.

  PRESIDENTE. Comunico che, d'intesa con il Presidente del Senato della Repubblica, sono state convocate per procedere alla relativa costituzione: la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, per giovedì 17 ottobre 2013, alle ore 14, presso la sede di Palazzo San Macuto; la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza per giovedì 17 ottobre 2013, alle ore 14, presso la sede di Palazzo San Macuto; la Delegazione presso l'Assemblea parlamentare dell'Iniziativa centro-europea (INCE) per giovedì 17 ottobre 2013, alle ore 14, presso la sede di Palazzo Valdina, Sala Soprachiesa.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Roberta Agostini 10.440, risultano preclusi gli emendamenti Di Lello 14.1, il Testo alternativo all'articolo 14 del relatore di minoranza, gli emendamenti Dadone 14.4 e Cozzolino 14.3, 14.6 e 14.8. Avverto, altresì, che, sempre a seguito dell'approvazione dell'emendamento Roberta Agostini 10.440, l'emendamento Cozzolino 14.5 risulta precluso limitatamente alla soppressione dei commi 1 e 3. La parte non preclusa sarà, pertanto, posta in votazione dopo l'emendamento Merlo 14.50.
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, mi aiuti, se saltiamo qualcuno degli emendamenti che lei ha citato adesso come preclusi. Quindi, sull'emendamento Cozzolino 14.5...

Pag. 100

  PRESIDENTE. Forse è meglio che glieli dico io e lei mi dice il parere. Cominciamo dall'emendamento Dadone 14.7.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Sull'emendamento Merlo 14.50 ?

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Poi vi è la parte non preclusa dell'emendamento Cozzolino 14.5.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Per chiarimento, vuole dire che l'emendamento resta in vita per l'ipotesi di soppressione del comma 2. Dico giusto ?

  PRESIDENTE. Esattamente.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Vi è poi l'articolo aggiuntivo 14.0600 della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è favorevole.
  Presidente, mi scusi, l'emendamento Cozzolino 14-bis.400 è precluso ?

  PRESIDENTE. Onorevole Fiano, viene dopo, quando passeremo all'esame dell'articolo 14-bis. Adesso stiamo esaminando l'articolo 14.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Ma lei mi ha chiesto dell'emendamento 14-bis.600.

  PRESIDENTE. No, io le ho chiesto dell'articolo aggiuntivo 14.0600 della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi scusi, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. I pareri del relatore di minoranza ?

  DANILO TONINELLI. Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento Dadone 14.7. Il parere è contrario sull'emendamento Merlo 14.50. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Cozzolino 14.5, nella parte non preclusa. Sull'articolo aggiuntivo 14.0600 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 14.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Gandolfi, Ferrari, Palmieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  422   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no   316.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Merlo 14.50, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 101

  Paris...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  425   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato    5    
    Hanno votato no   420.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 14.5, nella parte non preclusa, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palazzotto, Simone Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  431   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no   325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, D'Agostino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  430   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  324    
    Hanno votato no   106.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cominardi ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 14.0600 della Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, questo è un emendamento che rende più chiara una previsione già contenuta nella legge n. 96 del 2012. Con la legge n. 96 del 2012 a un certo punto del dibattito nasce l'esigenza che le dichiarazioni patrimoniali e reddituali, che tutti noi come parlamentari siamo tenuti a fare, fosse estesa anche ai tesorieri o agli amministratori o a chi svolge analoghe funzioni dei partiti e dei movimenti politici. Purtroppo, per come è stata scritta, anche sotto la pressione dell'opinione pubblica – vi ricordate che c'era anche il coinvolgimento di tesorieri di partito ? –, quella norma è stata scritta in un modo che potrebbe anche delle volte risultare poco applicabile. Con questo emendamento si costruisce, invece, una proposta – credo – molto più applicabile e si conferisce questo obbligo soltanto ai tesorieri di quei partiti e movimenti politici che hanno eletto dei parlamentari.
  Insomma, caro Presidente, è un emendamento di trasparenza e io non capisco come chi ha alzato sempre il vessillo della trasparenza oggi possa dare un parere contrario a questo emendamento. È un emendamento di trasparenza perché mette sullo stesso piano chi gestisce le risorse dei partiti e i parlamentari che devono dire quanto hanno guadagnato e qual è la loro situazione patrimoniale. Io ritengo che, essendo un emendamento di trasparenza, vada incontro alla sensibilità dell'opinione pubblica che chiede trasparenza e per questo SEL voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 102
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.0600 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  335   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato  333    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 14-bis – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento della Commissione 9.600, che nella parte consequenziale reca modifiche all'articolo 14-bis, risulta precluso l'emendamento Cozzolino 14-bis.400 soppressivo dell'articolo 14-bis medesimo. Per quanto riguarda l'emendamento 14-bis.600 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, poiché la relativa condizione posta dalla Commissione bilancio è stata parzialmente revocata, procederemo alla votazione della sola parte principale dell'emendamento e non di quella consequenziale. Quindi procediamo con i pareri.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, può leggerci quale è la parte dell'emendamento 14-bis.600 della Commissione che rimane in vita ?

  PRESIDENTE. Rimane soltanto: Al comma 1, dopo le parole: sono estese aggiungere le seguenti:, nel limite di spesa di cui al comma 2,. Questa è l'unica parte che rimane.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, volevo solo ricordarle che questa è la condizione posta dalla Commissione bilancio, solo per sua informazione.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14-bis. 600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), nella parte residua che ho letto prima, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre il parere del relatore di minoranza è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris ? Lomonte ? Gribaudo ? Grillo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   Presenti e votanti  432   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  431    
    Hanno votato no  1.    

Pag. 103

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14-bis, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli ? Lotti ? Costantino ? Stumpo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   Presenti  429   
   Votanti  428   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato   296    
    Hanno votato no  132.

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIASTELLA GELMINI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il parere sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli, è contrario.
  Il parere sull'emendamento 15.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) è favorevole.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza ad esprimere il parere.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere sul testo alternativo del MoVimento 5 Stelle è favorevole.
  Il parere sull'emendamento 15.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il parere del relatore di minoranza è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini ? Vito ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  439   
   Votanti  438   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  332.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Lavagno, Baruffi, Vecchio, Gitti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  441   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  438    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 104

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vecchio, Pilozzi, Della Valle...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  438   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  354    
    Hanno votato no   84.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Invito i relatori ad esprimere i prescritti pareri.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Brunetta 16.400. La Commissione, infine, esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Lombardi 16.02.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sul testo alternativo del relatore di minoranza. Esprimo, inoltre, parere favorevole sull'emendamento Brunetta 16.400 e sull'articolo aggiuntivo Lombardi 16.02.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  422   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no  335.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 16.400, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Garavini, Zardini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  438   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  404    
    Hanno votato no   34.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 105

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  438   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  323    
    Hanno votato no   115.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vargiu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lombardi 16.02, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vecchio, Lupo, Palma, Zoggia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  446   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no   357.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 8.700 della Commissione che, nella parte consequenziale, reca modifiche all'articolo 17, risulta precluso il testo alternativo del relatore di minoranza, interamente sostitutivo dell'articolo 17 medesimo.
  Risulta, peraltro, alla Presidenza che l'unico emendamento rimasto, l'emendamento Brunetta 17.1, è ritirato. A questo punto, non si farà altro che votare l'articolo 17.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Kronbichler...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  447   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  357    
    Hanno votato no   90.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, sono stati presentati solo due ordini del giorno, presentati entrambi dal gruppo Lega Nord.
  Sul primo ordine del giorno, primo firmatario Bragantini Matteo, formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, perché vuole immettere una disciplina identica a quella dei partiti per quanto riguarda le organizzazioni sindacali. È del tutto evidente che non c’è solo Pag. 106un'esigenza, che dal punto di vista logico, in astratto potrebbe essere anche condivisibile, ma è altresì del tutto evidente che, ad esempio, gran parte dei contributi associativi ai sindacati non rientrano nella disciplina delle agevolazioni fiscali. Quindi, è del tutto evidente che la materia, pur nella sua complessità, mi pare non accoglibile, da questo punto di vista. Per questo, come detto, chiedo un invito al ritiro, altrimenti ribadisco il parere contrario.
  Il secondo ordine del giorno è relativo alla questione, già sollevata in fase di discussione, che riguarda la sanzione circa la parità di accesso alle cariche elettive e, in particolare, è stato rilevato, la questione della Val d'Aosta, dove vige un sistema uninominale, dove appare del tutto evidente che la sanzione non potrebbe essere applicata perché è espressione di un'unica rappresentanza. Ma proprio per questo dico al collega firmatario che l'ordine del giorno potrebbe essere accolto limitatamente all'impegno al Governo ad individuare una soluzione che consideri la particolarità della regione Val d'Aosta, togliendo la parte che ne inficerebbe la costituzionalità, perché se dobbiamo trovare una soluzione, va trovata dentro quell'ambito dell'attuale normativa della Val d'Aosta, e non immettendo un elemento di incostituzionalità nella complessità del ragionamento. Quindi, accolto come raccomandazione limitatamente all'impegno, che sarebbe semplicemente «ad individuare soluzioni che considerino la particolarità della regione autonoma Val d'Aosta rispetto ai dispositivi del comma 2 dell'articolo 7-bis». Con l'espunzione della restante parte.

  PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Matteo Bragantini se acceda alla richiesta di ritiro del suo ordine del giorno n. 9/1154-A/1, formulata dal rappresentante del Governo.

  MATTEO BRAGANTINI. No, Signor Presidente, non accetto di ritirarlo, perché questa è una discussione molto importante, e si sta facendo da vari anni, ne abbiamo parlato anche in Commissione. Questo è un semplice impegno.
  Siccome i sindacati prendono contributi dallo Stato in varie forme, sia attraverso i CAF sia attraverso altre tipologie di contributi, e poiché ci sono stati, anche su tale punto, dei referendum, riteniamo che anche per i sindacati – e le associazioni di lavoratori o anche di datori di lavoro – ci debba essere l'impegno ed anche una normativa chiara di trasparenza dei loro bilanci. Penso che sia un ordine del giorno di buonsenso. Penso che molti partiti che a parole, anche in Commissione, si sono detti favorevoli, debbano votare questo ordine del giorno, perché penso che sia di trasparenza anche per altri settori, importanti, di questo Stato.

  PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori non accolgono l'invito al ritiro dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/1154-A/1, formulato dal rappresentante del Governo.
  Passiamo pertanto ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/1154-A/1, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti... Nardella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  337   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  56    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Genovese ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Chiedo all'onorevole Marguerettaz se acceda alla richiesta di riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1154-A/2, formulata dal rappresentante del Governo.

Pag. 107

  RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Signor Presidente, volevo capire bene dalla rappresentante del Governo se si tratta di un accoglimento con riformulazione o di un accoglimento come raccomandazione, perché forse non è stata chiara.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. L'ordine del giorno Marguerettaz n. 9/1154-A/2 è accolto come raccomandazione, accoglimento che comporta però anche una riformulazione. Il dispositivo sarebbe così: «impegna il Governo ad individuare soluzioni che considerino la particolarità della regione autonoma Val d'Aosta rispetto ai dispositivi del comma 2 dell'articolo 7-bis».

  PRESIDENTE. Tecnicamente l'ordine del giorno Marguerettaz n. 9/1154-A/2 è accolto come raccomandazione con riformulazione.

  RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Approfitto semplicemente per ricordare al rappresentante del Governo che ha parlato di due ordini del giorno presentati dal gruppo Lega Nord, che il gruppo al quale io appartengo si chiama Lega Nord e Autonomie. Poiché il secondo ordine del giorno è stato sottoscritto soltanto da me, io rappresento quella componente che si chiama Autonomie.
  Comunque accetto la riformulazione formulata dal Governo dell'ordine del giorno n. 9/1154-A/2 a mia prima firma.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Data questa specificità, fatta dal collega, se accetta la riformulazione che io ho letto, a questo punto il Governo accetta, non come raccomandazione, l'ordine del giorno Marguerettaz n. 9/1154-A/2.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marguerettaz n. 9/1154-A/2, accettato dal Governo, purché riformulato.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, noi ci rendiamo perfettamente come Socialisti di essere controcorrente in questa Assemblea nel voto di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Di Gioia. Colleghi, capisco che la seduta è stata faticosa e capisco anche che, essendoci le dichiarazioni di voto, si esca. Però consentite a chi rimane in Aula di parlare. Pertanto, se dovete uscire, vi pregherei di farlo in silenzio e rapidamente.

  LELLO DI GIOIA. Grazie, signor Presidente. Dicevo che siamo controcorrente, perché credo che in questo Parlamento la maggioranza assoluta sicuramente è a favore del finanziamento pubblico dei partiti. Eppure l'ipocrisia, la grande ipocrisia che vi è (perché comunque siamo soggetti agli umori della piazza di cui sistematicamente ci si fa interpreti) porta a dire: «siamo contrari al finanziamento pubblico».
  Noi lo diciamo chiaramente. Diciamo che siamo a favore del finanziamento pubblico, perché questo è un momento di grande democrazia, perché tutti possono partecipare alla vita politica e non certamente ed esclusivamente coloro i quali il hanno le possibilità economiche. Noi non vogliamo essere preda dei grandi gruppi industriali o di lobby. Vogliamo essere liberi per esprimere le nostre opinioni, Pag. 108vogliamo essere liberi perché siamo Socialisti e, come tali, ci riteniamo liberi. Per questo siamo fortemente contrari a questo provvedimento e ribadiamo con forza, come abbiamo già detto (abbiamo anche tentato di migliorare questo provvedimento, ma anche i nostri emendamenti sono stati bocciati), che noi voteremo contro questo provvedimento che voi oggi ipocritamente state approvando.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà, per due minuti.

  PINO PISICCHIO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, credo che quest'oggi noi stiamo uscendo con un provvedimento che a nome della mia componente, il Centro Democratico, ci apprestiamo a votare con indicazione di voto favorevole. Stiamo uscendo da un inganno semantico che è quello che ha condizionato la stagione del finanziamento pubblico mascherato da rimborso elettorale. Un inganno semantico che evidentemente molto ha nuociuto ad una reputazione già abbastanza provata della forma partito in questa nostra stagione politica.
  Il provvedimento che oggi stiamo per approvare, che vede peraltro la confluenza di interventi e anche di suggestioni, oltre che di contributi concreti di molte forze parlamentari – molte infatti erano le proposte di legge ai nastri di partenza – non è il provvedimento perfetto. Questo mi pare evidente.
  Non è il provvedimento perfetto, per quanto ci riguarda: per esempio, avrebbe potuto insistere su percorsi relativi alla democrazia interna, con un precipitato ancora più puntuale o, per esempio, l'aspetto che riguarda le nuove forme di attingimento delle risorse politiche che sono le fondazioni; o, ancora, sottolineare la grande carenza di questa cosiddetta Seconda Repubblica, che è quella legata alla formazione del ceto dirigente, del ceto parlamentare. E, tuttavia, è un passo avanti, onorevoli colleghi, è un passo avanti che va certamente incoraggiato, e questo passo avanti verso la definizione di un ordinamento...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Pisicchio, per favore.

  PINO PISICCHIO. Concludo, signor Presidente, accolgo il suo invito... io credo che non debba essere da noi ignorato. Per questa ragione, dichiaro il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Plangger. Ne ha facoltà.

  ALBRECHT PLANGGER. Egregio signor Presidente, carissimi colleghi, la cattiva amministrazione di denaro pubblico per un'attività costituzionalmente garantita come quella dei partiti ed una serie di scandali che si sono protratti negli anni e che non hanno avuto precedenti hanno portato il Parlamento, a meno di un anno dall'ultima riforma, all'abolizione del finanziamento pubblico diretto.
  Tutti, in realtà – certamente, il nostro partito –, sono convinti che il finanziamento deve essere pubblico, per garantire libertà di espressione e di mandato nel primario interesse del bene comune e secondo i principi costituzionali. Per quanto avvenuto, tuttavia, siamo posti di fronte alla scelta che pare obbligata, e per l'opinione pubblica senza credibili alternative, adesso, di cambiare ancora la legge e di sostituire i contributi pubblici ai partiti con un sistema di finanziamento indiretto.
  Non seguiamo, in questo modo, la strada di altri Paesi europei, come per esempio la Germania, e finiremo – e questa è la nostra preoccupazione – in un vicolo cieco, senza che vi siano norme e regole ispirate ad una forte etica pubblica. Nel momento in cui si consente ai privati di donare ai partiti somme che un normale lavoratore non riesce a guadagnare neanche in una vita intera, si entra in una logica che non offre garanzie ed è tutt'altro che coerente con le giuste esigenze di rigore e trasparenza. Nessuno è convinto della nuova via, ma la legge si fa lo stesso.Pag. 109
  Noi, come piccolo partito locale, senza scandali e che da sempre ha rendicontato con la massima trasparenza, non abbiamo avuto un ruolo attivo e non abbiamo avanzato proposte emendative, anche per protesta contro un percorso la cui logica di fondo non convince. Il finanziamento del partito non può dipendere dalla liberalità dei privati, ma deve garantire un ruolo pubblico dei partiti nel sistema democratico e, per questa ragione, deve rimanere pubblico.
  Servono certamente controlli seri e concreti, occorre un'amministrazione responsabile, con trasparenza e parsimonia, da buon padre di famiglia, dei fondi pubblici. L'amministrazione di un partito deve essere un esempio positivo e non costituire ragione di scandalo e di protesta dei cittadini per la cattiva, se non in molti casi, illegale gestione che è stata fatta delle risorse pubbliche.
  Nonostante le nostre preoccupazioni, voteremo a favore di questa legge. Come SVP applicheremo, come sempre, le regole rigorose del nostro statuto, limitando al massimo la liberalità dei privati e garantendoci così libertà di espressione e di mandato, rafforzando ulteriormente il peso dei nostri più di 50 mila iscritti che costituiscono il nostro partito del popolo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, colleghi deputati, Ministro, noi abbiamo volutamente tenuto un profilo basso intorno alla discussione che ci ha accompagnato in queste settimane e che già abbiamo incardinato prima dell'estate. Abbiamo preso la parola, svolto un lungo intervento di impostazione generale per offrire, comunque, un contributo all'Aula, ma riteniamo che l'impostazione complessiva di questo provvedimento sia il classico pasticcio all'italiana.
  Non si è avuto il coraggio di difendere la bontà del finanziamento pubblico, così come accade in tanti altri Stati europei, non si è avuto il coraggio di andare fino in fondo neanche in direzione esattamente opposta, ad emulazione di quanto accade, in particolare, non tanto nei Paesi anglosassoni comunemente intesi, perché sappiamo che in Gran Bretagna le cose vanno diversamente, quanto, ad esempio, negli Stati Uniti d'America.
  Non c’è un finanziamento pubblico, non c’è un finanziamento esclusivamente privato, c’è il solito ibrido di chi non si vuole assumere responsabilità, di chi non ci vuole mettere la faccia, di chi non ha il coraggio di difendere comunque un impianto che è, di fatto, un impianto costituzionale, che vede comunque padroni del Parlamento i cittadini italiani. Infatti, attraverso il finanziamento pubblico, il principio che si intendeva far prevalere era esattamente quello della sovranità popolare. La sovranità popolare si esercita, innanzitutto, mettendo in protezione le forze politiche rispetto a quei condizionamenti che conosciamo e che hanno luogo nei Paesi citati, non tanto in quelli a finanziamento misto – in fondo anche l'Italia ha avuto ed ha, fino all'approvazione della legge, un finanziamento misto, non è che sia vietato ai privati contribuire alla causa di un partito – quanto in quegli Stati che hanno solo e soltanto un finanziamento da parte dei gruppi privati.
  Questi, infatti, condizionano fortemente la politica; lo abbiamo potuto leggere sui giornali, quotidiani autorevoli nei mesi scorsi hanno ricordato le consulenze date da Barack Obama negli Stati Uniti d'America, guarda un po’ il caso, ad un manipolo di consulenti, di professionisti, di manager che avevano fortemente contribuito, da un punto di vista economico, alla sua campagna elettorale, una sorta di selezione per censo all'accesso ai luoghi e alle funzioni che contano all'interno di uno Stato.
  Si può accedere a questo tipo di soluzione, non è la nostra logica; sì può, viceversa, come dicevo, mettere in campo il coraggio per difendere un impianto che preveda comunque la salvaguardia del principio della sovranità popolare e quindi la tutela, la difesa dell'autonomia rispetto Pag. 110ai condizionamenti della politica, dei partiti e quindi anche dei Governi di cui sono espressione, rispetto a chi, casomai, è nelle condizioni di mettere in campo dei finanziamenti importanti.
  Abbiamo assistito anche al recupero di importanti stralci di proposte di legge che erano state depositate fin dalla scorsa legislatura e confermate in questa legislatura; tra queste proposte ce n'era anche una di Fratelli d'Italia. Tale proposta, di fatto, intendeva però andare in una direzione molto precisa che era quella di non consentire un finanziamento pubblico sic et simpliciter ai partiti da parte dello Stato senza controlli, ma non fermarsi neanche come prevede in quota parte questa legge a comminare delle sanzioni relativamente alle carte, alla burocrazia, alla rendicontazione che è fondamentale dal punto di vista della capacità di salvaguardare la trasparenza, ma non è bastevole rispetto al principio del rispetto, chiedo scusa per la ripetizione, degli statuti dei partiti.
  Infatti, le associazioni hanno sì uno statuto e questa legge si preoccupa di verificare che lo statuto sia compatibile da un punto di vista di quegli elementi che vengono giudicati fondamentali e che quindi devono essere contemplati all'interno di uno statuto, altrimenti non si può accedere a quello che è previsto da questa legge, ma si consente comunque ai partiti di non rispettare i propri statuti. Tant’è che si prevede la possibilità, che già conosciamo, perché gli attuali partiti già lo hanno fatto, parliamo sia dei partiti che sono sopravvissuti a Tangentopoli sia di quelli che sono nati successivamente a Tangentopoli, di decidere in maniera del tutto arbitraria, attraverso le commissioni di disciplina e probiviri, se e in quale misura trattare alcune defaillance di carattere interno.
  Noi riteniamo che quelle associazioni, quei partiti, che accedono a questo tipo di finanziamento – o comunque che avrebbero potuto accedere in una maniera tradizionale al finanziamento pubblico che fin qui abbiamo conosciuto –, per meritarsi le agevolazioni che vengono previste anche in questo provvedimento debbano non esibire uno statuto, ma impegnarsi a rispettare lo statuto, perché la democrazia non è sventolare un pezzo di carta dove ci sono delle sane petizioni di principio per prendere per i fondelli gli italiani.
  Democrazia significa garantire la partecipazione; significa cancellare con un colpo di spugna quelle decisioni oligarchiche, quando non monarchiche, che hanno accompagnato la storia interminabile di questa Seconda Repubblica. Democrazia significa far decidere i cittadini, anche con i nuovi strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione, ma senz'altro attraverso la possibilità di riunire gli organi che prevede ogni movimento e ogni partito; significa avere la possibilità di farsi giudicare dai propri elettori. Quindi, è così che prendono forma delle decisioni in maniera partecipata e sintetica, mentre la storia che fin qui abbiamo conosciuto non è solo la storia del finanziamento pubblico che un po’ c'era e un po’ non c'era, dei rimborsi elettorali che venivano utilizzati impropriamente perché non avevano niente a che vedere con le campagne elettorali sostenute, tant’è che più di qualcuno è andato a comprarsi lingotti d'oro piuttosto che diamanti, piuttosto che a fare investimenti azionari, piuttosto che a comprare immobili.
  È stata una storia triste, tristissima, ma penso che bisogna ammettere che rispetto all'anomalia di un finanziamento che veniva utilizzato in maniera degenerata c'era l'anomalia di partiti che decidevano tutto al proprio interno, linea politica e candidature, pur beneficiando dei contributi dello Stato. È questo il capitolo che non è stato minimamente intaccato da questo provvedimento, ed è una vergogna ! Perché tutti quanti noi sappiamo perché non hanno funzionato i partiti in questi anni. Mettersi solo e soltanto a fare un'azione – opera meritoria, per carità – in ordine alle garanzie di trasparenza, alla possibilità che ciò che viene speso venga adeguatamente rendicontato, senza arrivare fino in fondo fino alle estreme conseguenze relativamente alla possibilità appunto di partire dal principio democratico, dal principio Pag. 111della partecipazione degli iscritti e degli elettori alla vita di un partito, significa fare poca cosa.
  Quindi, in buona sostanza – e concludo, Presidente e colleghi – il risultato è un risultato profondamente deludente. Noi ci saremmo aspettati e avremmo preferito – come esiste, ripeto, anche nella gran parte degli Stati occidentali – la formula del finanziamento pubblico, una formula rigorosa, però certamente non stiamo qui a fare le barricate, perché capiamo che c’è un vento di antipolitica, di sfiducia verso il Parlamento e verso le forze politiche che lo compongono.
  Avremmo qualche difficoltà, essendo comunque un partito neonato, a far capire degli argomenti che certo tutto si può dire fuorché che siano argomenti furbeschi per tentare di intercettare dei finanziamenti per poi fare quello che di questi finanziamenti hanno fatto i partiti della Prima e della Seconda Repubblica. Quindi, il nostro sarà un voto di astensione, perché non vogliamo premiare il pasticcio all'italiana, le scelte promiscue, l'incertezza, né vogliamo premiare questo tentativo di cominciare a mettere sul banco della frutta i partiti affinché qualche grande potere, qualche potere economico e finanziario possa intervenire nelle maglie – ci sono possibilità, come è stato denunciato da tanti interventi – entrando e di fatto condizionando, comprando, un partito, che poi dovrà necessariamente rispondere a chi lo finanzia perdendo la sua libertà. Perdendo la libertà automaticamente e contestualmente i cittadini perdono la loro sovranità rispetto alla proprietà dell'istituto parlamentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, onorevoli colleghi, questo provvedimento a nostro avviso è nato con le migliori intenzioni da parte di tutti i gruppi. Indubbiamente tutti i gruppi hanno ritenuto di abolire il finanziamento pubblico ai partiti diretto. Il percorso è stato difficile, lungo.
  Molte volte, personalmente, ho avuto l'impressione che ci fossero dei partiti che stessero allungando i tempi in modo voluto per alla fine non fare niente, perché questo progetto di legge, questa legge è venuta a causa di errori fatti da singole persone, di molti partiti, direi di quasi tutti i partiti, che hanno utilizzato i fondi pubblici per interessi personali.
  Molti partiti, compreso anche il movimento di cui faccio parte, sono stati parte lesa contro questi personaggi che, oltre a rovinare l'immagine di trasparenza, di pulizia e la passione che rappresenta tantissimi militanti del mio movimento, ma penso anche di altri movimenti o partiti che hanno avuto questi personaggi, hanno avuto anche un danno economico perché questi fondi riguardavano si probabilmente per una parte il finanziamento pubblico diretto, ma anche una grande parte del finanziamento volontario che tantissimi iscritti, ad esempio della Lega Nord, versano al movimento perché ci credono nella politica, ci credono al proprio movimento, sanno cosa vuol dire fare politica, sanno che una struttura ha un costo, che le campagne elettorali hanno un costo.
  Dunque per questi errori, nati anche tanto tempo fa, perché i primi casi di tesorieri che hanno usato male questi fondi, se non erro, risalgono già agli anni ’70 agli anni ’80, hanno finalmente detto a tutti: «chiudiamo, chiudiamo i rubinetti del finanziamento diretto».
  Dopo qualche mese, dopo sei mesi di rinvii in Commissione, di partenze, finalmente si è fatta una legge; una legge, per carità a nostro avviso migliorabile, poteva essere più rigida per quanto riguarda i bilanci, ci poteva essere più trasparenza; si poteva abolire immediatamente il finanziamento pubblico diretto e non farlo in tre anni, dare delle idee più chiare. Ma alla fine, finalmente, ci siamo riusciti e speriamo che al Senato questo processo, questa legge venga conclusa in fretta, perché non vorrei che al Senato si ricominci di nuovo tutta la discussione su varie tematiche e si paghino ancora mesi su mesi e magari alla fine il Governo casca e Pag. 112dunque non si fa più niente. Perché sarebbe una brutta pagina della Politica, la Politica con la «p» maiuscola, nei confronti dei cittadini, con cui dobbiamo riprendere credibilità, e per riprendere credibilità dobbiamo fare anche delle scelte coraggiose, però trasparenti e chiare.
  Infatti non riesco a capire il perché, per esempio, degli ultimi ordini del giorno sui sindacati, non riesco a capirlo perché anche per questi sindacati o associazioni di categoria è giusto che ci sia un bilancio pubblico, che ci sia la trasparenza. Non devono esserci più zone d'ombra perché tutte le associazioni sono fatte da uomini e in tutte le associazioni e gruppi, nella grande moltitudine di persone perbene e nel gran numero di persone che credono a quello che fanno, a far politica, ad impegnarsi per il proprio sindacato e via dicendo, può darsi ci siano persone che potrebbero avere delle ombre. Dunque bisogna che ci sia trasparenza.
  Di questo provvedimento ci è piaciuto l'intervento sull'articolo 49, che avevamo già cominciato a discutere nella legislatura scorsa; ne siamo contenti perché ? Perché abbiamo dato delle regole ma non così rigide, nel senso che abbiamo detto che negli statuti dei partiti e dei movimenti politici deve essere previsto come vengono prese le decisioni, quali sono gli organismi che devono prendere queste decisioni, da chi sono eletti, quali sono le sanzioni che possono essere date, come possono esser fatti i ricorsi. Ma non è stato detto qual è lo schema rigido. Dunque un partito o movimento può fare anche uno statuto in cui semplicemente dire: noi per quanto riguarda le scelta dei nostri candidati, lo decide la rete; noi per quanto riguarda le tematiche da mettere nel nostro programma elettorale, le decide la rete.
  Giustissimo, però è giusto che in questo nuovo statuto ci siano scritte queste cose. In questa norma si dice semplicemente che deve essere scritto chi è che decide, non chi deve decidere. Per questo noi abbiamo votato a favore, perché se fosse stato previsto uno statuto rigido, che doveva prevedere solo delle tipologie di norme o di organismi e da chi fossero eletti o le anzianità e via dicendo, saremmo stati contrari. Abbiamo detto solo che bisogna che ci sia scritto, che ci sia trasparenza verso i cittadini su queste norme, in modo che un cittadino guarda i vari statuti e dica: bene, sceglie uno che mi manda una email; mi sta bene, sceglie uno che finanzia il partito per il 50 per cento – non può più perché abbiamo cambiato –, bene almeno lo sappiamo e non ci sono più zone d'ombra. Altri dicono no, decidono le varie sezioni, si faranno le primarie, si faranno le primarie tarde, si faranno i congressi, l'importante è che sia chiaro e con questa norma secondo me abbiamo fatto un buon lavoro.
  Abbiamo fatto un lavoro su altre norme e c’è stato un buon dialogo tra tutte le forze politiche. Molte volte ci siamo scontrati, come è naturale, perché sennò non saremmo movimenti e partiti differenti, ma penso che siamo riusciti a fare un buon lavoro, forse – questo sì, come ho detto all'inizio – un po’ troppo lungo,con un po’ troppi stop and go, un po’ troppi passaggi: si sono ritirati emendamenti, si sono ripresentati, sono stati dati pareri. Questo spero che non succeda in altri provvedimenti importanti, perché si va a perdere troppo tempo e si vanno a incrinare dei rapporti anche all'interno degli stessi partiti. Questo forse è dovuto al fatto che le sensibilità anche all'interno dei partiti di maggioranza o di singoli partiti di maggioranza sono differenti. Dunque l'invito che faccio ai partiti di maggioranza, sia PDL sia PD sia Scelta Civica, è: quando affrontate un provvedimento – è un consiglio per carità – fate delle riunioni al vostro interno come singoli partiti e decidete la linea, fate una riunione di maggioranza, decidete la linea e dopo cominciamo a discutere, e dopo magari riusciamo a dialogare, perché se no, se ogni volta noi della minoranza dobbiamo parlare con tre o quattro esponenti del PD che hanno idee differenti o tre o quattro del PdL che hanno opinioni differenti, permettetemi i termini, questo ci incasina un po’ la vita e non riusciamo a lavorare bene. Quindi prendetevi questo impegno. Pag. 113Soprattutto voi del PD che avete un'esperienza di 50 o 60 anni di un partito strutturato e dovreste sapere come gestire le vostre discussioni interne, diciamo così. Questo semplicemente per il bene del lavoro dell'Aula e del Parlamento, perché sennò va a finire che non riusciamo a lavorare bene, lavoriamo male, lavoriamo sempre all'ultimo minuto con grande confusione.
  Comunque su questo provvedimento noi riteniamo di dover giustamente dare un voto favorevole perché è un passo importante, non esaustivo, affinché finalmente decidano i cittadini se finanziare un partito e con quanti soldi. Non sarà più lo Stato e dunque le maggioranze di quel momento a decidere quanti soldi dare ai singoli partiti. Dunque daremo un voto favorevole convinto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, siamo finalmente giunti alla fine di un lungo e tormentato esame di questa legge. Prima di svolgere ogni considerazione di merito, ritengo necessaria una premessa. Nel corso dell'esame di questa proposta di legge tutti siamo andati oltre i limiti consentiti non solo dai regolamenti, ma anche dai normali rapporti tra persone che per ragioni di lavoro o di mandato elettorale si debbono confrontare tutti i giorni in uno stesso luogo. Se a noi del MoVimento 5 Stelle, e a me per primo, può essere scappato qualche termine troppo forte o inappropriato, lo stesso è avvenuto da parte degli altri gruppi. Diciamo colleghi che al tema del finanziamento pubblico ai partiti ci siamo dedicati tutti, e credo di non offendere nessuno se lo dico, con grande passione e la passione, si sa, in alcuni casi favorisce il sentimento in danno della razionalità. Ora, visto che siamo giunti alle dichiarazioni di voto finale, è necessario tirare le fila, fare un consuntivo ed esprimere un giudizio compiuto sia tecnico sia inevitabilmente politico sul testo di questa legge, alla quale tutti ci siamo dedicati con grande impegno.
  Per fare ciò è indispensabile mettere da parte la passione e lasciare spazio alla lucidità e alla ragione. Ho già detto che l'esame che abbiamo svolto è stato un esame molto lungo ed estremamente travagliato: è partito nel lontano 18 giugno in Commissione, per approdare in Aula, in piena estate, il 2 agosto, per ritornare nuovamente in Commissione il 16 settembre e riapprodare definitivamente in Aula, nuovamente, il 25 settembre. Un iter che si è articolato in Aula in una seduta ad agosto, tre a settembre, per poi proseguire questo mese, in autunno. In questi mesi, l'impressione che ho avuto è stata quella di partecipare ad un gran premio di Formula 1, ma disputato dal primo all'ultimo giro in regime di safety car, ad 80 chilometri all'ora, con continui rientri ai box per cambiare le gomme.
  Inevitabile che l'esame di questo provvedimento assumesse tratti paradossali anche nelle argomentazioni utilizzate. In alcuni momenti, sembrava di vedere la rappresentazione vivente del famoso affresco di Raffaello: la «Scuola di Atene», con qualche collega a raffigurare Platone con il dito verso l'alto e altri nel ruolo di Aristotele, con l'indice rivolto alla materia terrena. Peccato che poi i motivi di dissenso che bloccavano questo provvedimento siano emersi chiaramente, ed erano di natura ben più bassa. E dalla «Scuola di Atene» sembrava di essere passati nel remake del film «Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto», con il PD e il PdL al posto di Giannini e della Melato, che si odiano, ma sono costretti, appunto, dal destino a convivere su un'isola deserta. E alla fine trovano, proprio come i protagonisti del film, anche una certa sintonia, diciamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Penso al limite assoluto di erogazioni che un partito può ricevere, penso ai problemi di un partito che si deve trasformare in un altro partito e non vuole perdere i benefici economici della legge, penso ad un generalizzato allentamento dei controlli e, soprattutto, delle sanzioni.Pag. 114
  Ultimo aspetto caratteristico e un po’ grottesco, emerso in questo esame, riguarda le posizioni che si sono create in merito al provvedimento. Il dissenso nei confronti del testo è stato di due nature: da un lato, quello del MoVimento 5 Stelle, che ritiene il disegno di legge insufficiente e propone soluzioni più radicali; dall'altro, il dissenso di coloro che dicono «no» al provvedimento per mantenere lo status quo.
  In mezzo c’è la posizione più pittoresca, ovvero quella di coloro che approvano questo provvedimento per non far perdere la faccia al Governo e per evitare contraccolpi politici sul proprio partito, ma, con il cuore e anche con le affermazioni fatte, sono vicini a chi vuole mantenere l'attuale sistema di finanziamento. Questo, sia in Commissione che in Aula, ha prodotto dichiarazioni di voto contro alcuni emendamenti che su You Tube spopolerebbero, tipo «caro collega, tu hai ragione, il tempo lo dimostrerà. Io il tuo emendamento te lo voterei, ma non posso, perché sennò ci salta il governo».
  Colleghi, il tema del finanziamento pubblico della politica e dei partiti politici può essere affrontato in due modi. Il primo è un approccio quantitativo e materiale, che, rapportando il volume del bilancio dello Stato al volume del finanziamento pubblico, sostiene che intervenire su quest'ultimo non costituisca una priorità. L'altro punto di vista, che è quello del MoVimento 5 Stelle, è il seguente: nelle condizioni economiche in cui si trova l'Italia e con il discredito che, meritatamente, colpisce ormai da anni la politica, la necessità di una legge che riformi drasticamente il sistema di finanziamento pubblico costituisce una priorità, prima del Parlamento e poi del Governo ?
  La risposta, in questo caso, è certamente «sì» e lo è per diversi motivi. Il primo è che, in una crisi come quella attuale, non è più concepibile che i partiti continuino ad essere tra i pochi che navigano nell'oro. Il secondo è che, in tutti questi anni, sono stati proprio i partiti i principali fautori dell'antipolitica, utilizzando, nel modo peggiore possibile, le ingenti risorse che si sono autodestinati. Infine, perché in campagna elettorale, da parte di tutti, ci sono state promesse di un intervento finalmente definitivo in questo senso; rispettare il volere dei cittadini, insomma.
  Colleghi, chiedendo l'abolizione integrale di ogni forma di finanziamento pubblico diretto, il MoVimento 5 Stelle non fa populismo, ma esprime una chiara e compiuta posizione politica. Noi non pretendiamo di avere la verità in tasca, ma rivendichiamo la libertà di affermare la nostra visione politica. Dicendo «no» ad ogni forma di finanziamento, e dunque anche a questa legge, noi diciamo «no» ai partiti-apparato.
  Diciamo basta a quei politici che, un minuto dopo non essere stati ricandidati, sbattono i pugni sul tavolo e pretendono un contratto di lavoro dal partito, che poi, tanto, paga Pantalone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Diciamo «no» alla possibilità di vivere un'intera vita di politica.
  Diciamo no alle campagne elettorali faraoniche e alle spese per giornali e tv di partito con direttori pagati 7.000 euro al mese, un'offesa per i normali lavoratori.
  La politica in cui crediamo, ma che abbiamo anche già realizzato, è quella a costo limitato e che si sovvenziona con l'aiuto dei militanti. È la politica di chi decide di dedicare parte del suo tempo privato e dell'attività professionale, al suo comune, alla sua regione o al Paese – non alle province – per poi tornare un minuto dopo la scadenza del suo mandato alla vita professionale e privata di prima. Cari colleghi, ma chi lo dice che questa non sarebbe democrazia ? Chi lo dice che fare politica in questo modo metterebbe a rischio l'articolo 49 della Costituzione ? Ecco perché, idealmente diciamo no a questo disegno di legge, perché noi crediamo ad un altro modo di fare politica e vogliamo provare, con i nostri limiti, a realizzarlo.
  Venendo al merito del disegno di legge, il MoVimento 5 Stelle dice no perché non si tratta di una vera riforma, ma di una dilazione, di un tentativo molto abile di Pag. 115prendere tempo, visto che il temporeggiare è la caratteristica di questo Governo, in attesa di tempi migliori. Si tratta di un gioco di prestigio che il mago Letta ha inventato nel tentativo di calmare l'opinione pubblica e al tempo stesso di non fare davvero male ai partiti che lo sostengono e a tutti gli altri ovviamente.
  In un film di qualche anno fa dal titolo «The Prestige» uno dei personaggi spiega le tre parti di cui si compone un gioco di magia. La prima è la cosiddetta «promessa» in cui l'illusionista mostra un oggetto e annuncia cosa sta per fare. Il secondo atto è definito «la svolta», ovvero il mantenimento dell'annuncio. Ed il tutto si chiude con l'ultimo atto che è il «prestigio» vero e proprio, ovvero la ricomparsa dell'oggetto. Sembra una descrizione perfetta del metodo seguito dal Governo Letta. Il Governo all'atto del suo insediamento ha annunciato di voler abolire il finanziamento pubblico. E questo costituisce la «promessa». Il disegno di legge costituisce «la svolta». Il Governo illude il pubblico di aver realizzato la promessa. Il problema sta nel fatto che, se le cose stanno come noi temiamo, prima o poi arriverà il «prestigio» vero e proprio, ovvero il tentativo di riaprire i rubinetti come e più di prima.
  L'articolo 14 stabilisce che nell'esercizio in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, il finanziamento è riconosciuto integralmente. Inoltre prevede che nel primo, secondo e nel terzo esercizio successivi a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge, il finanziamento è ridotto del 40, del 50 e del 60 per cento. Pardon, è stato approvato un emendamento che riduce il 25 per cento il primo anno, il 50 per cento il secondo e il 70 per cento il terzo. Ho citato testualmente questo passaggio per sottolineare che il testo non prevede date precise, ma il meccanismo di graduale riduzione della vecchia forma di finanziamento decorre dal momento dell'approvazione della proposta di legge. Ciò significa che se questa legge non dovesse essere approvata entro il 31 dicembre 2013 i partiti percepirebbero legittimamente 91 milioni di euro, ovvero la rata intera del finanziamento pubblico, anche per il 2014.
  Sul vantaggio fiscale previsto per le erogazioni liberali si è compiuto un altro colpo di mano proprio per cercare di aumentare il più possibile le risorse a disposizione dei partiti in una contingenza che gli stessi partiti sperano sia il più breve possibile.
  Gradualismo, ma sarebbe più appropriato parlare di deroga, anche per quanto riguarda il nuovo articolo 8 relativamente al tetto elevatissimo delle erogazioni liberali di 300.000 euro. Ebbene questo tetto alto come un grattacielo non scatta neppure da subito, ma dal 2017 !
  Per quanto riguarda le erogazioni liberali delle persone fisiche si opera su un doppio binario.
  Concludo. C’è una canzone molto famosa di diversi anni fa che dice « Berta filava. Filava con Mario e Filava con Gino. Poi nasce un bambino. Non è di Mario e non è di Gino». È la fotografia di questo disegno di legge che non è figlio di nessuno e che non è amato da nessuno dei partiti con cui il governo sta filando per farlo nascere. Questo significa che alla prima occasione utile sarà disconosciuto. Il nostro voto contrario vuole bocciare quella che non è una riforma, ma il piatto forte di Letta, l'ennesimo rinvio. La nostra riforma è agli atti, il tempo dirà chi ha avuto ragione e gli italiani giudicheranno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, prima di tutto voglio ringraziare tutti i componenti della I Commissione perché effettivamente, come avevamo detto, come ci eravamo detti, dare il tempo a quella Commissione di lavorare e avere il tempo di esaminare anche gli emendamenti avrebbe prodotto un miglioramento rispetto alla proposta del Governo.Pag. 116
  Quindi ringrazio anche i relatori, il collega Fiano e la collega Gelmini, che, anche con molta fatica, hanno condotto un lavoro al fine di ottenere il migliore risultato possibile, e soprattutto il presidente della Commissione, il collega Francesco Paolo Sisto, che si è fatto carico anche in momenti difficili di evitare che questo provvedimento arrivasse in Aula senza una discussione vera in Commissione. Io penso che da questo punto di vista...

  PRESIDENTE. Scusi onorevole Boccadutri, per favore colleghi...

  SERGIO BOCCADUTRI. ...il lavoro del presidente è stato davvero un grandissimo contributo alla discussione e alla democrazia, non soltanto di forma, ma di sostanza.
  Noi però a questo provvedimento non daremo un voto favorevole, perché poi c’è anche il merito della discussione. Noi – penso – abbiamo perso l'occasione in questo provvedimento di introdurre nuovi e più forti elementi di trasparenza, che – penso – siano il primo e principale dovere che abbiamo come partiti, come gruppi politici, come parlamentari e cittadini, perché la trasparenza consente agli elettori, ai cittadini di conoscere come stanno le cose e quindi di decidere ancora più liberamente.
  Abbiamo detto «no» a degli emendamenti che estendevano gli obblighi che hanno i partiti nazionali, ad esempio, di pubblicare tutte le erogazioni superiori a 5 mila euro anche a quelle ricevute dalle strutture territoriali. Quest'Aula ha detto «no» al fatto che allo stesso obbligo siano sottoposti gli individui, le persone che hanno una qualunque carica elettiva e che ricevono soldi per l'attività politica. Sappiamo bene che in una privatizzazione del sistema del finanziamento saranno principalmente i singoli attori politici a ricevere i soldi e su questo, purtroppo, la trasparenza sarà dovuta più al loro buon cuore che non a una norma di legge. Abbiamo detto «no» anche alla possibilità di interrompere quella lunga serie di conflitti di interessi strisciante che c’è in questo Paese, per la quale le società partecipate che non possono dare i soldi ai partiti poi li danno attraverso le fondazioni politiche.
  Certo, si potevano anche migliorare gli emendamenti che abbiamo proposto, ma il senso era questo e da questo punto di vista non si è fatto un passo avanti. Ma non si è fatto neanche un passo avanti sui «soldi sporchi» – fatemelo dire così –, perché in Paesi in cui c’è una evasione fiscale altissima...ripeto chi evade le tasse viola il principale patto di solidarietà tra i cittadini, così come chi si macchia di reati gravissimi non può poi dare soldi ad un partito, che è lo strumento attraverso il quale, come recita la nostra Costituzione, i cittadini si organizzano per fare le scelte. Anche sull'emendamento relativo ai soldi dall'estero, qui non abbiamo davvero capito perché non vietare a soggetti, persone e società, che non pagano neanche le tasse in Italia, che non stanno in questo Paese di poter dare i soldi ai partiti.
  Io non so, in passato qualche partito ha ricevuto soldi dall'estero, si è trattato di piccole somme ovviamente, ma ricordiamoci che in un sistema sempre più europeo, in un sistema in cui anche le normative, per esempio, sugli appalti dicono che è necessario fare delle gare europee, evitare che società straniere potessero dare i soldi ai partiti sarebbe stato anche qui un elemento di democrazia.
  Ma la nostra critica di fondo è coerente con quello che abbiamo sempre detto e difeso, perché noi abbiamo sempre difeso la necessità del finanziamento pubblico e non ce ne vergogniamo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Non ce ne vergogniamo perché siamo trasparenti, perché abbiamo usato sempre le risorse, fino all'ultimo euro, per fare attività politiche, per promuovere la partecipazione delle donne alla politica, per promuovere l'attività dei giovani nella politica, per promuovere anche la partecipazione anche di chi non ha le risorse per poter costruire un'iniziativa anche su un territorio. Noi abbiamo gestito così, Pag. 117così il mio partito ha gestito le somme, proprio nel solco di quello che è il significato del finanziamento pubblico.
  E qui io penso che con questa proposta noi ci allontaniamo dall'Europa, ma noi ci ritorneremo, perché quando ci renderemo conto di avere affidato completamente alla scelta privata il finanziamento della politica, ci renderemo conto di aver violato un principio costituzionale, che è quello dell'opportunità per tutti di fare politica. Noi l'abbiamo difesa senza problemi, sapendo anche che c’è stato un referendum, sapendo però che quel referendum è stato all'indomani di Tangentopoli, tant’è vero che un secondo referendum, qualche anno dopo, è andato deserto, perché non c'era quell'onda emotiva sulla quale ovviamente i media, che partecipano ai conflitti di interessi di cui parlavo prima... perché è interessante andare a vedere anche come spesso sono costituite le compagini societarie che reggono i patti di sindacato, quando ci sono o non ci sono, delle società editoriali, dove in mezzo ci sono banche, imprese finanziarie che determinano e cercano di determinare anche l'opinione pubblica. E lo abbiamo fatto tranquillamente, perché non abbiamo nulla da nascondere.
  Ma soprattutto io rimprovero un cedimento culturale a quelli che sono stati i miei alleati, i nostri alleati durante l'ultima campagna elettorale – e mi rivolgo al Partito Democratico – perché noi avevamo proposto una legge per determinare un fatto semplice: che almeno in occasione delle campagne elettorali ci fosse un intervento pubblico al fine del sostegno alle campagne elettorali, con dei tetti e specificando quello che si poteva spendere, le cose per cui si poteva spendere e le cose per cui non si poteva spendere. Ad esempio, noi siamo contro il fatto e siamo sempre stati contro il fatto che coi soldi pubblici si potesse patrimonializzare, cioè arricchire il partito attraverso l'acquisto di immobili o altri strumenti di carattere finanziario. I soldi pubblici servono per l'attività politica e cioè per le campagne elettorali. Non avere voluto, anche sulle campagne elettorali, che determinano di fatto poi la formazione della rappresentanza, ecco questo è stato davvero un gravissimo cedimento culturale. Io penso che l'errore del Governo sta in questo, in un cedimento culturale. Invece di spiegare, invece di costruire una norma inerente a quelle che sono le disposizioni di principio sull'utilizzo delle risorse pubbliche, si è scelto di tagliare la testa al toro, ma si è fatto a metà. Si è fatta una scelta che davvero è una restaurazione.
  Il Ministro Quagliariello ci disse: è una rivoluzione copernicana, qui passiamo da contributi pubblici diretti, basati sul consenso, perché distribuiti sulla base dei risultati elettorali, al 2 per mille, che sono contributi pubblici indiretti basati sul censo, sul censo perché sono relativi al 2 per mille di ogni singola dichiarazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  E allora è per questi motivi che noi voteremo «no», nella consapevolezza che fra qualche anno penso che ci rivedremo, anche perché in Europa si stanno muovendo in tutt'altra direzione. Proprio in questi giorni stanno approvando un nuovo regolamento per dare risorse non soltanto ai partiti politici europei, ma anche alle fondazioni europee, proprio affinché si costruisca, dentro quei partiti e dentro quelle fondazioni, quell'interconnessione politica necessaria nel nostro continente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, rappresentante del Governo, l'acqua era sporca e lo era rimasta nonostante i tanti segnali che il corpo elettorale, anche referendario, aveva dato. Ma il classico bambino non va confuso con quell'acqua. Sto parlando non di un bambino, vecchio o nuovo poco importa, inteso come un mero strumento di acquisizione del potere da parte di una persona singola, di una famiglia, di un gruppo o di un'azienda, ma di quel bambino descritto nella nostra Pag. 118Costituzione come lo strumento che dà la possibilità ai cittadini liberamente associati di concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. È una formula impegnativa, che non è il semplice concorso all'espressione del voto come nella Costituzione francese. Non è neanche il semplice essere espressione di pluralismo politico e di concorso alla formazione e manifestazione della volontà popolare come nella Costituzione spagnola. Non è neanche la collaborazione alla formazione della volontà politica del popolo come nell'articolo 21 della Costituzione tedesca. Il nostro articolo 49 va ben al di là e sono tutti testi successivi all'articolo 49, questo va sottolineato.
  Solo che questo bambino va nutrito, non va certamente ipernutrito, ma neanche può essere denutrito o lasciato morire di fame o abbandonato a padre adottivi, non disinteressati. Il meccanismo della legge n. 96 del 2012 consentiva e consente, purché lo si voglia o lo si volesse, di impedire che questo bambino diventasse o diventi troppo birichino o deviante. Abbiamo voluto superare la legge n. 96 scegliendo un modello innovativo che non ha precedenti in Europa. È un'anomalia bilanciata da norme capaci di guardare lontano o è una stranezza, un'eccentricità ? Risponde, questa legge, alle esigenze di ben nutrire quel bambino ? Sulla democraticità, è ancora un po’ timida. Ha però rotto una carenza pluridecennale. Gli statuti devono indicare le modalità di selezione delle candidature, ma nulla ci garantisce che tali modalità non siano troppo autocratiche, non siano top-down. Sulla garanzia delle minoranze, gli statuti devono indicare quei criteri perché questa garanzia sia assicurata, ma anche qui forse con un po’ di timidezza. Sulla trasparenza, abbiamo fatto un passo ulteriore. Qualcos'altro si può fare ancora. Il complesso sanzionatorio presenta chiaroscuri, ma abbiamo evitato almeno, Presidente, di avventurarci dietro a proposte indecenti, di colpi di spugna o simili.
  E sui tetti. I tetti alle erogazioni liberali sono indispensabili in un modello come quello che abbiamo individuato. Davvero denotano, però, l'anomalia italiana dalla quale così faticosamente cerchiamo di liberarci. Lo denotano per i tempi di attuazione di questi tetti e per l'entità, un po’ fuori Europa o fuori mondo. Ma i tetti comunque ci sono, oggi ci sono. Come pure c’è il segnale – ringrazio la disponibilità dei relatori Fiano e Gelmini – fortemente voluto da Scelta Civica sulla formazione politica, uno dei compiti cruciali, svolti in passato con modalità forse discutibili, ma svolti dai partiti politici. L'emendamento proposto da Scelta Civica dà un ruolo alle attività di formazione, dando benefici alle persone che vogliono approfondire la propria identità di cittadini che partecipano, che sono capaci di mettere insieme l'esperienza della civitas e l'esperienza della polis, che poi è l'esperienza europea.
  Tutto questo riassunto, il voto che noi diamo come Scelta Civica diamo, Presidente, rappresentante del Governo, non è certamente un voto senza preoccupazioni, senza timore di essere stati troppo al di sotto delle esigenze costituzionali, l'articolo 49 e l'articolo 3, e anche di quelle esigenze che sono richieste dall'attualità. C’è un bisogno forte, infatti, di riannodare in modo non virtuale, ma reale, sui territori, con persone fisiche face to face, faccia a faccia. Certamente questo è qualcosa di cui forse, forse, non completamente questa legge riesce a farsi carico.
  E, però, il nostro è un voto favorevole perché vuole essere un voto di speranza e di fiducia. Una speranza e una fiducia delle forze politiche – e Scelta Civica molto umilmente si mette alla testa di queste forze politiche – che vogliono fare un'alleanza, stipulare un'alleanza forte e trasparente con i cittadini italiani ai quali questa legge chiede un di più di responsabilità e di capacità di partecipazione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, il quesito che il Popolo della Pag. 119Libertà si è posto nell'affrontare questo tema è la compatibilità di questo disegno di legge governativo con i parametri dell'articolo 49 e dell'articolo 3, secondo comma, della Costituzione, perché è evidente che qualsiasi forma, qualsiasi scelta possa essere fatta, spinta da qualsivoglia logica di carattere politico, o addirittura culturale, deve fare i conti con il diritto che ciascun cittadino ha di potersi associare per liberamente fare politica.
  Devo dire che le difficoltà iniziali che la Commissione ha avuto per raggiungere un'intesa tra i relatori hanno avuto proprio nel dibattito all'interno della Commissione – come ricordava opportunamente il collega Boccadutri che, devo dargliene atto, anche per la sua diretta esperienza, è stato prezioso testimone di come il dibattito in Commissione abbia poi consentito all'Aula...è come se l'Aula fosse stata giustamente bloccata nel dibattito dalla necessità che il Parlamento si appropriasse di un'approfondita discussione in Commissione. Noi abbiamo perseguito duramente questo scopo, con grande difficoltà, ma alla fine mi sembra che il risultato, almeno nelle dinamiche parlamentari, possa dirsi raggiunto. Allora, il quesito è: questa norma consente di ritenere superato il quesito e la domanda se la Costituzione è salva ? Bene, la risposta, come sempre, deve lasciare tutti un po’ scontenti per essere una transazione accettabile. Sia chiaro: la strada seguita è una strada che già il Governo Berlusconi, nella scorsa legislatura, aveva indicato: noi abbiamo dimezzato il finanziamento pubblico, abbiamo introdotto il principio di cofinanziamento, aprendo la strada al finanziamento privato. Questo ci deve essere riconosciuto ed è un punto di partenza ineliminabile per il riconoscimento, non dei meriti, ma dei principi che consentono oggi di ritenere fortissimamente ridimensionato il principio della partecipazione pubblica al finanziamento dei partiti, con l'esaltazione di quello privato.
  Noi siamo arrivati, nello scorso anno, a parlare di una contribuzione mista, pubblica e privata, con una ricerca della contribuzione privata. Questo disegno di legge va indubbiamente oltre; va indubbiamente oltre perché definisce la strada per abbandonare totalmente il finanziamento pubblico, partendo da un fondamentale presupposto: una dimostrazione della capacità della politica di autoriformarsi, di ascoltare la voce del Paese e dei cittadini in un momento di grave preoccupazione e di disagio sociale. Una rivoluzione culturale e la consapevolezza che la libera contribuzione ai partiti è un contributo alla democrazia che va incentivato. Vengono così introdotte forme di contribuzione volontaria fiscalmente agevolata e contribuzione indiretta fondate sulla libera scelta dei cittadini.
  Il PdL quindi è ben consapevole che con questo provvedimento vi sono strumenti che possono avvicinarci man mano al miglior modo di incontrare la volontà del cittadino nel finanziare il proprio partito. Una parola è sicuramente il leitmotiv di questa scelta: trasparenza. La parola trasparenza garantisce una disciplina rigorosa dei finanziamenti privati ai partiti, ispirati appunto ad un criterio di massima limpidezza. Trasparenza, tracciabilità e pubblicità sono i tre cardini, i tre pilastri, i tre principi su cui si innesta questa nuova gestione del sistema. Sono principi che, tra l'altro, fanno il paio con la piena responsabilità dei partiti nella gestione delle risorse. Non può esserci nessuna ingerenza di poteri esterni, neppure di altre istituzioni, nella vita interna dei partiti, altrimenti si uccide uno dei criteri fondanti della democrazia liberale.
  Ma va ricordato, in questo ambito, che ogni libertà comporta una responsabilità. Quindi, libertà, responsabilità e trasparenza. Gli elettori devono conoscere e giudicare, con rigore, quello che viene svolto nell'ambito dei partiti come se fosse una regolare funzione pubblica.
  La trasparenza deve però fare il paio con la privacy, il diritto alla riservatezza delle opinioni politiche. Tutti i movimenti di denaro qui devono essere tracciabili e verificabili. Bisognerà trovare, all'interno dei criteri stabiliti dall'Ufficio di Presidenza della Camera, come all'interno del regolamento che dovrà emanare il Ministro Pag. 120dell'economia, le modalità per garantire il pieno rispetto della riservatezza e delle opinioni politiche di coloro che finanziano i partiti. Questo vale soprattutto per il 2 per mille. Ma attenzione: nessuno si pensi o pensi di poter dare neanche nella forma del sospetto un ruolo di criminalità al finanziamento del partito con propri denari. Bisogna evitare che la magistratura, pur dovendo compiere ogni indagine, non consideri tout court con una presunzione sia pure vincibile, che il finanziamento al partito sia una ragione di sospetto o di pubblica gogna. Se questo messaggio passasse noi avremmo depauperato significativamente se non decisivamente questo provvedimento della sua capacità di forza persuasiva ed economica nell'ambito della crescita della democrazia.
  Non si dimentichi che fattispecie come l'articolo 323, l'abuso di ufficio, e l'articolo 346-bis, traffico di influenza e la stessa corruzione sono in agguato perché qualche pubblico ministero, eccessivamente solerte, consideri il finanziamento privato come un viatico quasi necessario per poter giungere poi a delle ipotesi di reato che, parliamoci chiaro, molto spesso fanno peggio per non dire più male dei processi stessi.
  Allora con questa consapevolezza, il Popolo della Libertà ha insistito per rivedere il nuovo sistema di detrazioni in senso favorevole nei confronti dei cittadini che decidono di finanziare il proprio partito. Abbiamo messo in campo i nostri sforzi per trovare coperture necessarie ad aumentare gli importi massimi di detrazione. La novità è il tetto per le erogazioni liberali: qui noi non siamo stati perfettamente d'accordo. Non ha incontrato la volontà del gruppo del PdL perché riteniamo che il tetto alle erogazioni liberali – se si elimina il pubblico e si lascia il privato, il tetto è in rotta di collisione – sia poco coerente con l'intero impianto della riforma del finanziamento pubblico.
  È evidente come non sia logico far corrispondere l'abolizione del finanziamento pubblico a favore di un finanziamento privato tracciabile e trasparente con l'introduzione di un tetto, un limite, una soglia alla volontà dei cittadini di contribuire alla vita politica del proprio Paese. Nella idea di partito liberale che abbiamo questo tetto non può esserci e, per la verità, va detto che lo stesso Governo, che io non dimentico essere un Governo di larghe intese e, quindi, anche a matrice Partito Democratico, non aveva depositato in questo ramo del Parlamento nessuna norma che prevedesse il tetto.
  Si deve quindi ritenere che nella iniziativa genetica vi fosse stata perfetta coerenza tra finanziamento privato e mancanza del tetto. Questa coerenza la si è persa in Commissione. Si è trovato, per tante ragioni, una sorta di gentleman o gentlewoman, visto che c'era anche la collega Gelmini, agreement, per raggiungere quello che è stato poi il prodotto normativo che è passato in questa Aula.
  E qual è il risultato dell'articolo 8 ? Una gradualità dei limiti delle erogazioni per le persone fisiche per dare il tempo ai partiti di modulare la propria organizzazione e di adeguarsi alle nuove norme. Un punto di equilibrio che in qualche maniera, ripeto, ci lascia scontenti ma non per questo non fortemente convinti a votare favorevolmente questo provvedimento.
  Un passaggio meritano, Presidente, i controlli. I controlli hanno costituito forse il punto nodale del dibattito nella Commissione affari costituzionali in modo ampio ed approfondito. Controlli più incisivi, sanzioni per i partiti che non rispettano gli obblighi previsti dalle nuove e vecchie disposizioni non solo per il deposito dei rendiconti e della documentazione contabile, ma anche in termini di trasparenza e pubblicità. Recuperate le sanzioni previste dalla legge n. 96 del 2012 ma, soprattutto, nell'ambito della libertà di fare politica, il PdL ha ribattuto pesantemente sul dato che la Commissione, che è stata istituita, debba limitare il suo potere di giudizio alle sole violazioni oggettive escludendo in capo alla stessa il potere di stabilire discrezionalmente l'esistenza o meno di una violazione.
  La commissione non fa il partito. La commissione verifica oggettivamente e formalmente Pag. 121che il partito abbia requisiti formali, non certamente quelli sostanziali o discrezionali. La commissione, se avesse avuto questo potere discrezionale, avrebbe sì violato clamorosamente il disposto dell'articolo 49. E allora questi i principali temi, signor Presidente, – concludo – che costituiranno un importante banco di prova per i partiti, una scommessa sul fatto che potranno riprendere un rapporto diretto con i cittadini. Noi in questo siamo sempre stati in tempi non sospetti in prima linea e siamo pronti ad accettare questa sfida e per tale ragione il PdL voterà a favore di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, se quella che sta terminando oggi fosse una rappresentazione teatrale, si potrebbe intitolare: «Finanziamento pubblico ai partiti. Storia di una truffa». In verità più che di una commedia si tratterebbe di una farsa.

  PRESIDENTE. Colleghi...

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, poi mi raccomando il recupero.

  PRESIDENTE. Non dubiti, onorevole D'Ambrosio.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Si tratterebbe di una farsa – dicevo – in cui ognuno dei protagonisti è chiamato ad interpretare un ruolo. Si sa, qui in Aula facciamo teatro e questo probabilmente è l'ultimo atto. Signor Presidente, mi consenta, non vorrei parlare all'Aula ma ai cittadini quelli veri, quelli fuori dalle istituzioni che faticano a comprendere quello che oggi stiamo discutendo. Ed allora provo a spiegaglielo. La presente legge entra in vigore nel 2014. Per tutto il 2014 i partiti continueranno a ricevere dallo Stato somme pari ad un importo massimo di 91 milioni di euro. Per il 2015 potranno usufruire ancora del 60 per cento dei 91 milioni. Per il 2016 del 50 per cento. Per il 2017 del 40 per cento e solo a partire dal 2018 i partiti che hanno partecipato alle scorse elezioni smetteranno di prendere i soldi dallo Stato.
  A questi soldi pubblici si aggiungono quelli versati dai cittadini nelle casse dei partiti attraverso il 2 per mille dell'IRPEF a decorrere dal 2014. Questo disegno di legge inoltre ha fissato il limite delle donazioni a 300 mila euro annui per le persone fisiche e 200 mila euro annui per le persone giuridiche ma la cosa fantastica sono le ridicole sanzioni applicate in caso di sforamento di questo tetto.
  Oggi, signor Presidente, possono essere rimborsati solo i partiti che abbiano partecipato alle ultime elezioni. Con questa nuova norma, invece, la platea dei beneficiari si allarga anche ai partiti nati dopo le elezioni: sia quelli che nascono completamente nuovi sia quelli che si generano da scissioni o da transumanze parlamentari. E non so perché, signor Presidente, mi vengono in mente falchi, colombe oppure i cittadini direbbero volatili amari.
  Grazie a questa norma ognuno dei partiti politici che ha fatto parte di una lista elettorale e che di conseguenza non ha corso con quelle che sono le proprie liste, se iscritto nel registro dei partiti può accedere ai benefici previsti. Faccio un esempio pratico: se per esempio alle scorse elezioni la lista Rivoluzione Civile avesse raggiunto la propria presenza all'interno di quest'Aula e ci fosse questa norma, liste come l'Italia dei Valori, i Verdi oggi avrebbero beneficiato dei soldi pubblici e, quindi, ancora una volta la platea del «magna magna» con questa legge si allarga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Signor Presidente, nel disegno di legge in esame mancano ancora strumenti di controllo per i bilanci reali dei partiti e le sanzioni in caso di irregolarità risultano ancora sempre ridicole. Infatti il MoVimento 5 Stelle a proposito di ridicolaggine direi ritiene esagerate le detrazioni IRPEF concesse per le erogazioni liberali in denaro in favore dei partiti, la possibilità addirittura dei partiti di ricevere lasciti Pag. 122mortis causa di valore illimitato. E allora, signor Presidente, mi ricordo e ricordo a quest'aula che la Corte dei conti nel 2012 ha certificato che i partiti hanno realizzato dal 1994 al 2008 una plusvalenza di circa il 400 per cento tra quello che hanno speso e quello che hanno incassato. Sottolineo: il 400 per cento. Vergognatevi di questo 400 per cento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Siamo in un momento di difficoltà economica: nessun business – e chiamo business questo – garantisce profitti così alti a rischio zero.
  Presidente, mi si dirà che, probabilmente, questa è demagogia, populismo. Ed allora voglio portare in quest'Aula una testimonianza, che ritengo terribile, di questa demagogia e populismo. Cito testualmente: «Pensate ai rimborsi elettorali. Tutte le leggi introdotte dal 1994 ad oggi sono state ipocrite e fallimentari, non rimborsi ma finanziamento mascherato». Queste sono le parole di un certo Enrico Letta, Presidente del Consiglio, durante il discorso della fiducia qui in Parlamento e, quindi, non del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Presidente, evidentemente, in quest'Aula, nomi come Lusi, Fiorito, Belsito, Penati, potrei nominarne tanti altri, non hanno insegnato proprio nulla. Spudoratamente, questo articolo – il primo articolo del disegno di legge – recita che è abolito il finanziamento pubblico dei partiti. La realtà, invece, è ben diversa, perché se ne riduce progressivamente l'entità e il risultato è che l'attuale sistema, comunque, continuerà ad essere finanziato fino al 2017, e dopo non sappiamo. Quindi, in effetti, ripensandoci, l'articolo ha ragione – la prima parte –, però, andrebbe aggiunto, probabilmente, che, testualmente, si introduce il finanziamento «mascherato» da parte delle lobby, che vedranno tornare parte della loro mancia ai partiti attraverso i soldi dei cittadini. Questo è il vero testo probabilmente dell'articolo 1 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Presidente, il disegno di legge in esame, poi, contravviene a tutte le raccomandazioni rivolte al nostro Paese da parte dell'Europa: perché il «ce lo chiede l'Europa», in quest'Aula, è sempre a senso unico e, cioè, dalle tasche dei cittadini nei confronti delle tasche dei partiti. E per bilanciare quelle che sono le fantasiose tesi di chi diceva che il MoVimento non vuole abolire il finanziamento ai partiti, io voglio far presente, così, velocissimamente, alcune proposte che avevamo portato: avevamo chiesto di introdurre tetti di spesa per le campagne elettorali; avevamo proposto l'obbligo di redigere bilanci e pubblicarli dopo averli fatti certificare da un'apposita società di revisione; avevamo proposto che quest'ultima – la società di revisione – dovesse rispondere anche ai consumatori, volendo anche con una class action e introdurre, inoltre, norme che aggravino la responsabilità civile e penale delle società di revisione.
  Presidente, ciò che colpisce fortissimamente noi del MoVimento 5 Stelle è che attualmente, quindi, il sistema del finanziamento pubblico ai partiti prosegue sino al 2017 e, quindi, cambierà dal 2018, ma subito vengono aboliti tutte le sanzioni e i controlli; e, quindi, in questi tre anni, i partiti potranno allegramente cenare su un banchetto, senza alcun controllo. Quindi, anche su questo, il MoVimento 5 Stelle aveva chiesto due semplici accorgimenti: che il rendiconto di esercizio che i partiti devono presentare dovesse essere composto sia dalle entrate che dalle uscite e che la commissione di controllo fosse veramente dotata di poteri ispettivi reali e sostanziali.
  E, allora, Presidente, di fronte all'ennesima dimostrazione di arroganza da parte del Governo, che oramai potremmo chiamare nei confronti dei cittadini delle larghe pretese, pensiamo che Letta, anziché mantenere il finanziamento pubblico per qualche anno, promettendo una rimodulazione futura, dovrebbe avverarlo subito ed eventualmente reintrodurlo quando i cittadini dimostreranno di volerlo, magari, con un referendum, al quale questa classe politica è sempre allergica, Pag. 123visto quello che è accaduto nel 1993 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Presidente, è vero, il finanziamento pubblico ai partiti esiste in quasi tutta Europa, abbiamo ascoltato più volte dire questa cosa, soprattutto dal PD, però, è anche vero che in nessun Paese europeo esiste la classe politica composta da partiti clientelari come i vostri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, la ringrazio, siamo arrivati quasi alla fine dell'intervento, quindi, finiamola nel modo migliore.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Presidente, lo diciamo una volta per tutte: noi possiamo permettercelo di fare i moralizzatori, perché noi – e soltanto noi – abbiamo rinunciato a 42 milioni di euro dei soldi dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e questo unico semplice gesto ci ha dato tutta quella credibilità che voi avete sbriciolato in vent'anni. E la causa del dilagante e preoccupante disprezzo per le istituzioni in questo Paese non è il MoVimento 5 Stelle, ma siete voi. Il MoVimento 5 Stelle è qui per mandarvi a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Signor Presidente, probabilmente, in questo momento, alcuni vorranno toglierci la parola, mi auguro non lei. Ho il sospetto che in questo momento stiano ordendo piani in qualche modo per delegittimarci. Perché ? Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità. E la verità è che c’è qualcosa di terribilmente marcio in questo Paese. Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete posto censori e sistemi di sorveglianza, che ci costringono a piegarci a ciò. Cari cittadini, non sappiamo come ciò è accaduto; probabilmente non sappiamo nemmeno di chi è la colpa ! Sicuramente ci sono alcuni che sono più responsabili di altri e che dovranno rispondere prima o poi di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole.. non c’è che da guardarsi allo specchio.
  Io so probabilmente perché l'avete fatto. So che avevate paura. E chi non ne avrebbe avuta ? Instabilità, crisi, disoccupazione. C’è una quantità enorme di problemi, un'informazione prezzolata atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso.

  PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, concluda.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Mi avvio a concludere signor Presidente; la paura si è impadronita di voi, ed il caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all'attuale Alto Cancelliere del Quirinale che vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso silenzio e obbediente consenso.

  PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, deve concludere.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Concludo, signor Presidente; la nostra speranza è quella di ricordare che l'equità, la giustizia e la libertà sono più che parole, sono prospettive. Quindi, se oggi non avete visto niente, se i crimini di questo Governo e di questi Governi vi rimangono ignoti, vi consiglio di lasciar passare inosservato questo giorno.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole D'Ambrosio, è terminato il tempo (Il deputato D'Ambrosio mostra una maschera e fa il segno della «V» – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Martella. Ne ha facoltà.

  ANDREA MARTELLA. Signor Presidente, colleghi deputati, quello di cui in queste settimane abbiamo discusso e che oggi finalmente approveremo potrebbe essere definito un tema, mi si passerà il termine, alla moda a giudicare dall'attenzione Pag. 124che giustamente gli dedicano media e opinione pubblica e considerando, al tempo stesso, la notevole dose di propaganda e di demagogia che, assai meno giustamente, attorno ad esso molti spendono. Noi abbiamo avuto qui del resto esempi tanto fulgidi quanto negativi, anche poco fa. Allora vorrei ricordare ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, lo ha scritto qualche giorno fa Eugenio Scalfari, che quando si dà del ladro a tutti si fa un favore a quanti lo sono sul serio. La demagogia è questo, la demagogia non distingue, la demagogia semplifica e bisogna essere attenti e misurati perché poi, magari, capita che oltre a dividervi a casa ci accendiate voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
  Mi permetterete però di affrontare l'argomento uscendo da questo terreno e collocandomi su un altro piano perché quello di cui stiamo parlando è per la democrazia una questione centrale. In tutte le democrazie moderne infatti la disciplina del finanziamento della politica che è il mezzo che il vivere civile si è dato per governarsi è espressione del modo in cui si intende il rapporto tra governati e governanti. Sarebbe quindi utile evitare polemiche sterili o peggio ancora dannose, sarebbe utile che ogni piccolo egoismo o ricerca di tornaconto immediato lasciasse spazio ad una riflessione più ampia e volta al bene comune. Allora è al futuro dell'Italia che dobbiamo guardare...

  PRESIDENTE. Colleghi per cortesia...

  ANDREA MARTELLA. Anche conoscendo e riflettendo sulla storia del nostro Paese. A cominciare dal momento in cui i padri costituenti scrissero l'articolo 49 della Costituzione perché tutto nasce da qui ed è qui, su questo terreno, non su altri, che tutto deve tornare. La scelta di allora di non intervenire direttamente sulla struttura interna dei partiti fu presa alla luce del silenzio in cui la dittatura aveva fatto cadere ogni voce libera; si scelse, cioè, di evitare ogni tipo di ingerenza nelle forme associative, nei partiti che stavano tornando o stavano cominciando a vivere.
  Oggi però quel tempo è lontano. Oggi non è più possibile accettare che attori di primo piano della nostra vita politica possano scegliere di non darsi una struttura democratica, magari fingendo palesemente di averla senza averla. Oggi si può dare seguito alle parole che Costantino Mortati pronunciò nel settembre del 1947 proprio in una seduta dell'Assemblea costituente, convinto già allora che uno Stato, il quale voglia poggiare su basi saldamente democratiche, non possa tollerare organismi politici che non si ispirino, anche alla loro struttura interna, a sistemi e metodi di libertà. È così, la nostra democrazia non ha bisogno di partiti chiusi, personali o familistici, ma di partiti aperti e democratici, con i cittadini come protagonisti anziché spettatori.
  Uno dei fondamentali obiettivi del disegno di legge che stiamo approvando, che è stato voluto, lo ricordo, dal Governo, e che indica la giusta direzione, è esattamente questo: rendere effettivo il diritto di partecipazione dei cittadini sancito dall'articolo 49 della Costituzione. E non è un caso che proprio in quest'Aula, in occasione del suo discorso sul voto di fiducia, due settimane fa, il Presidente Letta – perché queste sono le sue parole – abbia sottolineato questo punto in nome della trasparenza delle decisioni e delle procedure, esortando tutti, nessuno escluso, a non sentirsi esentati dal dovere dell'autorevolezza, a non considerarsi assolti dall'accusa di aver contaminato il confronto pubblico con gesti, parole, opere e omissioni. Sì, colleghi deputati, il punto al quale siamo arrivati e dal quale si deve assolutamente ripartire è chiaro ed è proprio questo: dobbiamo essere consapevoli, perché noi lo siamo, che un'intera classe politica è riuscita – lo ha scritto qualche tempo fa un acuto osservatore – a fare del finanziamento della politica un mezzo di delegittimazione della democrazia.
  Dobbiamo essere consapevoli che un intero sistema politico, in tutti i suoi protagonisti, nessuno escluso, colleghi deputati, viene percepito come sempre più bloccato e incapace di dare risposte efficienti Pag. 125e tempestive ai problemi della società. Ora, noi dobbiamo e abbiamo l'obbligo e la straordinaria occasione di rimediare, di iniziarlo a fare con una scelta peraltro che si inserisce nel quadro della revisione della spesa pubblica e che potrà consentire, se accompagnata da altre riforme nella stessa direzione, di ridurre la distanza che tanti italiani che fanno sacrifici e che tante famiglie che fanno sacrifici, sentono di avere rispetto alle istituzioni e alla politica. E ribadisco il concetto: non è con la demagogia, non è facendo leva sull'irrazionalità e sull'antipolitica che troveremo i rimedi alle indubbie degenerazioni della rappresentanza politica e ai problemi di una democrazia malata come la nostra. La sfida che riguarda tutti è un'altra. L'obiettivo è quello di abolire il finanziamento pubblico diretto e ogni forma di rimborso elettorale ai partiti così come l'abbiamo conosciuto. L'obiettivo è quello di abolire il finanziamento pubblico diretto ai partiti, non quello di abolire i partiti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! A questo sono arrivati solo i regimi totalitari. E anche il nostro Paese ne sa qualcosa, guai a dimenticarlo ! Così come non va dimenticato che nei momenti più difficili della nostra storia – penso solo, e dovreste ricordarvene, alla pagina buia del terrorismo – la forza delle istituzioni ha coinciso con quella della politica, dei partiti e dei cittadini associati liberamente al loro interno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  I partiti, se li faremo vivere ed operare in coerenza con l'articolo 49 della Costituzione, attuando finalmente in pieno quell'articolo e dando a tutti i cittadini uno spazio eguale per partecipare, sono strumenti essenziali della democrazia. Certo, partiti radicalmente rinnovati e realmente democratici, lontani tanto dall'anarchia quanto dal cesarismo; partiti aperti e trasparenti, non più chiusi in un rapporto esangue con i loro elettori e in processi decisionali oligarchici, ma abitati da cittadini messi nelle condizioni di valutarli e giudicarli; partiti, come si prevede in questo provvedimento, capaci di promuovere la parità di accesso, ne abbiamo parlato questa mattina, alle cariche elettive in materia di attuazione dell'articolo 51 della Costituzione; partiti valutati giorno per giorno, giudicati almeno una volta l'anno come, ad esempio, sarà possibile fare con il meccanismo del 2 per mille, un incentivo per i partiti a comportarsi bene, a comportarsi in maniera corretta e trasparente, per acquisire il consenso dei cittadini, per conquistare una nuova legittimità. È per questa ragione che dobbiamo sciogliere i nodi che soffocano la democraticità interna dei partiti e moltiplicare ogni forma di partecipazione che avvicini i cittadini alla politica.
  Questo disegno di legge, ripeto, va nella giusta direzione. Lo dico al rappresentante del Governo, lo dica anche al Presidente del Consiglio, noi abbiamo fatto la nostra parte per quanto ci riguarda non ci sarà bisogno di un decreto da parte del Governo. Ne sta a me anche al Senato perché questo provvedimento venga approvato in tempi rapidi.
  Noi, da parte nostra più che sottolineare ciò che ci convinceva meno, abbiamo preferito lavorare positivamente per migliorarlo e per renderlo più efficace l'abbiamo fatto, ad esempio, dicendo un chiaro «no» a qualsiasi proposta di depenalizzare il reato di finanziamento illecito e anche mantenendo le sanzioni amministrative di cui si parlava prima. Lo abbiamo fatto fissando un tetto massimo alle erogazioni liberali in denaro, ne ha parlato questa mattina il collega Giorgis, perché la diseguaglianza economica non può tradursi in diseguaglianza politica. Perché un'opaca democrazia di relazione non può prendere il posto di una democrazia piena e partecipata.
  Non si può concedere, come ha scritto bene qualche tempo fa Guido Rossi, che gli interessi acquisiti dai crony capitalist, cioè i capitalisti delle intime amicizie, abbiano il sopravvento sulla politica dei diritti fondamentali dei cittadini. La politica è e deve tornare ad essere qualcosa di alto. È passione, è disinteresse personale, è amore per il proprio Paese. È capacità di portare il proprio sguardo più in alto, Pag. 126è capacità, attraverso riforme ed incisive, comprese quella elettorale, di rinnovare l'istituzione, rendendole più efficienti e in grado di decidere.
  I pericoli, per il nostro Paese non solo finiti. I rischi sono ancora ben presenti ma noi abbiamo nelle nostre mani la possibilità, approvando questo disegno di legge, di dare finalmente una risposta agli italiani su una questione che riguarda tanto noi, quanto il funzionamento e la qualità della nostra democrazia.
  Per questa ragione voteremo a favore, facciamolo e la politica darà una dimostrazione di cosa può e deve essere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà, per due minuti.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, la parte del provvedimento relativo alla privatizzazione del finanziamento della politica va ad accomunare la situazione italiana a quella, per esempio, degli Stati Uniti.
  Permettere ai grandi gruppi della finanza, alle banche e alle multinazionali di influenzare, controllare e gestire la politica è antidemocratico e priva i cittadini di poter partecipare come cittadinanza attiva bloccati da chi viene sovvenzionato dal libero mercato, dal capitale, dai loschi figuri di «Cernobbio and friends» legati al neoliberismo.
  Per quanto riguarda la parte del provvedimento relativo alle procedure chiare e certe e per la trasparenza dei meccanismi di democrazia interna e partecipazione questo è certamente un passo in avanti rispetto alla mancanza di misure in tal senso. Mancanza dovute al contesto del 1948 che ha permesso lo sviluppo e possibilità ambigue di partecipazione e per lo più controllate o autoritarie, gerarchizzate. Quello che auspico è che, ad esempio, quando in Italia si discuterà di strategia politica per la formazione di un nuovo Governo, come avvenuto in Germania per l'alleanza fra CDU e SPD, si coinvolgano e consultino i membri dei partiti o movimenti in merito alle decisioni che interessano la vita politica di tutti noi.
  Così tutte le procedure siano trasparenti e sia tutelato l'autogoverno dei territori, le scelte politiche dei diversi territori e gli attivisti nel caso decidano in autonomia e con metodo democratico.
  Infine metodi di cui ogni formazione si può dotare che possono essere implementati innovati e migliorati soprattutto oggigiorno grazie all'uso consapevole del web e delle applicazioni di tecno-politica possibili, ma sempre rimarcando la centralità della persona e della libertà di coscienza. Per questo mi asterrò.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sarò rapidissimo, io volevo ringraziare i colleghi della I Commissione, i colleghi tutti del Parlamento, i funzionari del Parlamento e della I Commissione, la mia correlatrice, l'onorevole Gelmini, che si associa ai ringraziamenti per il risultato che abbiamo conseguito. Sarà una piccola cosa, ma io credo che il lavoro che si è sviluppato, pur nel mantenimento delle idee diverse tra di noi, tra maggioranza e opposizione, anche all'interno della maggioranza, abbia dimostrato che comunque ci si può ascoltare e ne può venire fuori un lavoro buono.
  Poi si può non condividere la conclusione del lavoro, ma i rapporti tra di noi, l'approfondimento di questo lavoro, secondo me, comunque lascerà il segno.

  PRESIDENTE. Mi consenta, penso anche a nome del Vicepresidente Di Maio, di ringraziare anche i funzionari dell'Aula perché chi ha gestito la seduta e la Presidenza in questa giornata si è reso conto di quanto fosse complicato procedere nelle votazioni (Applausi).

Pag. 127

(Coordinamento formale – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1154-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Non funziona il sistema dell'onorevole Manlio Di Stefano.

  ETTORE ROSATO. Lo ha disattivato apposta.

  PRESIDENTE. Onorevole Rosato, lo so ma la Presidenza è alta e quindi ha la possibilità di vedere e anche di decidere, non si preoccupi.
  L'onorevole Manlio Di Stefano ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore» (1154-A):

   Presenti  410   
   Votanti  403   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  288    
    Hanno votato no  115    

  La Camera approva (Applausi – Applausi polemici del MoVimento 5 Stelle – l'onorevole D'Ambrosio mostra una maschera) (Vedi votazioni).

  Onorevole D'Ambrosio, grazie.

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Si intendono assorbite le abbinate proposte di legge.

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta del Governo e secondo le intese intercorse tra i gruppi, lo svolgimento della discussione delle mozioni concernenti iniziative in materia di utilizzo di alcune tipologie di combustibili solidi secondari nei forni dei cementifici, previsto all'ordine del giorno della seduta di domani, si intende rinviato alla prossima settimana.

Elezione dell'Ufficio di presidenza della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

  PRESIDENTE. Comunico che la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha proceduto, in data odierna, all'elezione dell'Ufficio di presidenza. Sono risultati eletti vicepresidenti i senatori Francesco Maria Giro e Maurizio Santangelo; sono risultati eletti segretari i deputati Celeste Costantino e Lorenzo Cesa.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,50).

  CLAUDIO FAVA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

  CLAUDIO FAVA. Signor Presidente, molto rapidamente, domani siamo stati convocati per l'insediamento della Commissione antimafia. È una convocazione Pag. 128che arriva a poche ore da un evento particolarmente significativo che riguarda la Lombardia, lo scioglimento del primo comune della Lombardia per mafia, il comune di Sedriano, che è insieme una buona e una cattiva notizia. La cattiva notizia ci conferma l'insediamento ormai radicato delle mafie nella Lombardia; la buona notizia è che sono cambiate le sensibilità istituzionali in quella regione, perché ricordo che fino a pochi anni fa...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Fava, colleghi prego tutti quanti. La giornata è praticamente finita. L'onorevole Fava sta tentando di parlare anche di un argomento rilevante, se fosse possibile farlo parlare. Onorevole D'Attorre, ce l'ho anche con lei.

  CLAUDIO FAVA. Signor Presidente, chiedo pochi secondi. Dicevo che la notizia positiva è che c’è un cambio di sensibilità istituzionale. Fino a pochi anni fa ricorderete che il prefetto della Repubblica a Milano sosteneva che non ci fosse traccia di mafia in quella città e in quella provincia e adesso siamo allo scioglimento per mafia di un comune della Lombardia. Mi sembra significativo che tutto ciò accada a poche ore dalla riconvocazione della Commissione antimafia.
  Io le rivolgo Presidente, perché naturalmente se ne faccia carico idealmente nei confronti di questa Aula e nei confronti del Senato, perché domani questa riunione non vada deserta. L'istituzione della Commissione antimafia non è un debito burocratico che questo Parlamento deve adempiere. È un dovere civile e istituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Sarebbe complicato spiegare al Paese, che è anche il Paese che ci racconta lo scioglimento del comune di Sedriano, che per ragioni di faziosità politica ancora una volta la Commissione antimafia non può essere insediata. Non possiamo fare a meno di questo prezioso strumento civile e culturale, per cui mi auguro che domani l'appuntamento venga onorato con il dovuto senso di responsabilità da tutte le forze politiche del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, l'astensione collettiva dal lavoro dei dipendenti dell'INPS, prevista per il 18 ottobre, è l'ennesima dimostrazione del fallimento di una politica di Governo che non ha intenzione di tutelare le classi sociali più disagiate, che, giustamente, per farsi sentire continuano a ribellarsi scioperando.
  I lavoratori dell'ente previdenziale protestano contro i tagli al bilancio imposti all'INPS dalla legge di stabilità 2013, e in particolare contro la richiesta del MEF di tagliare le retribuzioni di 300 euro mensili. Il taglio è previsto sull'indennità di produttività, che è parte integrante del salario dei dipendenti INPS. Decurtare 300 euro su uno stipendio medio di poco più di mille euro è una misura che metterebbe a rischio povertà tante famiglie già tartassate dall'aumento del costo della vita.
  Inoltre, i dipendenti INPS hanno già dato il loro contributo a questa crisi. Dal 2009, infatti, vi è il blocco dei contratti, che si confermerà, probabilmente, fino al 2014. Vorrei quindi ricordare al Governo, attraverso lei, Presidente, che i dipendenti pubblici non possono essere trattati come bancomat, quando i veri tagli si possono fare altrove.
  La norma della legge di stabilità 2013 lascia ampio margine all'amministrazione per il reperimento delle risorse richieste, prevedendo, fra l'altro, l'eventualità di fare ricorso ad eventuali maggiori entrate derivanti da accordi di sponsorizzazione con soggetti privati. In virtù di tale prerogativa, infatti, l'INPS risulta che avrebbe individuato, in alternativa, la misura di decurtazione dei fondi per l'erogazione di prestiti e mutui. Spero, e concludo, che si possa scongiurare uno sciopero grazie ad un intervento tempestivo che dimostri Pag. 129maggiore buonsenso nello scegliere una strada alternativa al taglio degli stipendi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, intervengo per ringraziare il Governo per la scelta che è stata fatta nel Consiglio dei ministri di oggi di sciogliere il consiglio comunale di Sedriano e dare atto al Governo di avere dato seguito al lavoro svolto dalla prefettura, che era stata sollecitata da un'interrogazione presentata a novembre dello scorso anno, di cui ero primo firmatario, che chiedeva l'invio della commissione per l'accesso nel comune di Sedriano. Per cui, voglio ringraziare il Governo per l'attenzione e la sollecitudine con cui ha operato ed è intervenuto.

  PAOLO PARENTELA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, nascere e crescere in una terra di ’ndrangheta non è facile. Devi rassegnarti a sottostare alle loro regole oppure scappare. Sottostare, scappare o ribellarsi, per poi morire. Com’è accaduto a Lea Garofalo, uccisa 4 anni fa per aver detto basta alla ’ndrangheta, decidendo di parlare e fare i nomi. Rapita, torturata, uccisa e poi bruciata nelle campagne, per nascondere le prove della sua morte. Sono andati a prenderla a Milano, dov'era scappata per paura di essere perseguitata. Era andata lontano, ma non abbastanza, perché la ’ndrangheta è ovunque. È nel cemento che riempie i nostri palazzi, nell'asfalto delle nostre strade, nei favori del politico amico di turno, nel lavoro in nero che ci viene dato come promessa per una stabilità futura, nelle navi che affondano al largo dei nostri mari, stracolme di merda radioattiva, uccidendo il nostro futuro, nel caffè che beviamo nei nostri bar, a Catanzaro come a Mantova, nel negozietto gestito dai cinesi che hanno aperto sotto casa.
  La ’ndrangheta è ovunque e non le si può sfuggire, se non smettendo di chinare il capo. Se non ci ribelliamo, tanto, ci uccide lo stesso, impadronendosi delle nostre vite e delle prossime generazioni. L'unica chance che abbiamo è ribellarci tutti insieme. Dobbiamo essere tutti pronti a morire per essere liberi dalle mafie, perché la logica del loro successo sta nella paura del nostro silenzio.
  Sabato verranno celebrati a Milano i funerali di Lea Garofalo. Noi dovremmo, un giorno, celebrare i funerali delle mafie. Sarà un giorno di grande festa, ma solo un sogno, se non inizieremo a svegliarci tutti. Non domani: subito, ora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  SILVIA BENEDETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Signor Presidente, forse non tutti sanno che oggi è la Giornata mondiale dell'alimentazione e forse non tutti sanno che, oltre al premio Nobel, c’è un altro premio dal significato importantissimo, che è quello del World Food Prize.
  Quest'anno questo premio è stato consegnato a tre biologi: Robert Fraley, Mary-Dell Chilton e Marc Van Montagu, che hanno scoperto come trasferire geni estranei nel genoma di una pianta. Se andiamo a vedere i curricula di Fraley e della Chilton, scopriamo che non sono biologi indipendenti. Fraley è vicepresidente esecutivo e capo dell'ufficio tecnologico della Monsanto ed è colui che ha introdotto in agricoltura la soia Roundup Ready, varietà resistente al noto erbicida a base di glifosato, che consiglieremmo di usare come deodorante per la casa, eventualmente.
  Poi c’è Chilton, che iniziò a lavorare nel 1983 in quella che oggi è la Syngenta Biotechnology, nota azienda produttrice di pesticidi. Oltre a ciò la Fondazione del World Food Prize si sostiene tramite donazioni Pag. 130di privati, di pubbliche amministrazioni e di aziende, tra cui figurano proprio Monsanto e Syngenta, la qual cosa pone questo premio in un'ottica assolutamente discutibile.
  Sul sito del World Food Prize si sottolinea che il premio va a coloro che hanno contribuito significativamente ad aumentare la quantità e disponibilità di cibo, e per aver avuto un ruolo essenziale nelle sfide globali del ventunesimo secolo, cioè produrre più cibo, in modo sostenibile, in un clima sempre più instabile. Peccato che in questo caso il cibo di cui si parla si intenda come mangime o biocarburante; quindi si tratta di colza, soia, mais da mangime o biocarburante e cotone OGM. Quindi spiegateci in che modo l'incremento di queste varietà colturali può far fronte al problema dell'alimentazione umana mondiale.
  A noi viene il dubbio che quest'anno il WFP sia stato vinto dai monopoli dell'agricoltura iperindustrializzata e monoculturale...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, onorevole Benedetti.

  SILVIA BENEDETTI. ...e dall’agribusiness completamente estraneo ad una visione integrata agricoltura-salute-ambiente.
  L'unico modo per fare agricoltura – come dice il WFP – è cambiare direzione e incentivare la ricerca e l'applicazione di misure agronomiche intelligenti. Questa è l'agricoltura sostenibile che noi vogliamo ed è l'agricoltura già confermata dalla preferenza di cittadini europei, compresi quelli italiani, interrogati sull'argomento. Sappiamo già qual è la direzione da prendere. Tutto il resto è una presa in giro.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 17 ottobre 2013, alle 9,30:

  1. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   COSTA: Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante (C. 925-A).
   e delle abbinate proposte di legge: PISICCHIO; GELMINI ed altri; DAMBRUOSO ed altri; LIUZZI e BUSINAROLO; MOLTENI ed altri (C. 191-1100-1165-1190-1242).
  – Relatori: Costa e Verini.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   DELL'ORCO ed altri: Modifica all'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e altre disposizioni in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali (C. 750-A).
  – Relatori: Nardella, per la maggioranza; Dell'Orco, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione delle mozioni Molteni ed altri n. 1-00183, Braga ed altri n. 1-00013, Di Salvo ed altri n. 1-00204 e Pizzolante ed altri n. 1-00205 concernenti iniziative a favore dei lavoratori frontalieri.

  La seduta termina alle 21.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1544-A - odg 9/1544-A/21 392 392 197 96 296 68 Resp.
2 Nom. odg 9/1544-A/22 402 401 1 201 114 287 68 Resp.
3 Nom. odg 9/1544-A/30 413 413 207 17 396 68 Resp.
4 Nom. odg 9/1544-A/35 419 419 210 118 301 68 Resp.
5 Nom. odg 9/1544-A/37 425 425 213 47 378 68 Resp.
6 Nom. odg 9/1544-A/41 424 424 213 116 308 68 Resp.
7 Nom. odg 9/1544-A/44 431 431 216 117 314 68 Resp.
8 Nom. odg 9/1544-A/45 427 348 79 175 43 305 68 Resp.
9 Nom. odg 9/1544-A/52 441 440 1 221 119 321 67 Resp.
10 Nom. odg 9/1544-A/53 436 436 219 104 332 67 Resp.
11 Nom. odg 9/1544-A/62 438 437 1 219 104 333 66 Resp.
12 Nom. odg 9/1544-A/64 445 444 1 223 122 322 66 Resp.
13 Nom. odg 9/1544-A/68 445 445 223 127 318 66 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/1544-A/72 451 450 1 226 124 326 66 Resp.
15 Nom. Ddl 1544-A - voto finale 477 457 20 229 336 121 62 Appr.
16 Nom. Ddl 1154-A e abb. - articolo 7 479 473 6 237 382 91 61 Appr.
17 Nom. articolo agg. 7.03 470 469 1 235 100 369 61 Resp.
18 Nom. articolo agg. 7.020 482 480 2 241 169 311 61 Resp.
19 Nom. articolo agg. 7.0400, 7.0401 461 338 123 170 330 8 60 Appr.
20 Nom. Testo alt. articolo 8 Rel. min. 439 437 2 219 85 352 60 Resp.
21 Nom. em. 8.1 444 444 223 29 415 60 Resp.
22 Nom. em. 8.2 430 425 5 213 50 375 60 Resp.
23 Nom. Doc. IV-quater, n. 2 382 363 19 182 297 66 73 Appr.
24 Nom. Ddl 1154-A e abb.-subem. 0.8.700.1 423 422 1 212 77 345 72 Resp.
25 Nom. subem. 0.8.700.2 426 425 1 213 92 333 72 Resp.
26 Nom. subem. 0.8.700.5 430 430 216 78 352 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. subem. 0.8.700.6 438 424 14 213 29 395 71 Resp.
28 Nom. subem. 0.8.700.3 450 450 226 82 368 71 Resp.
29 Nom. subem. 0.8.700.4 455 455 228 119 336 70 Resp.
30 Nom. subem. 0.8.700.7 456 456 229 118 338 70 Resp.
31 Nom. subem. 0.8.700.9 456 365 91 183 359 6 70 Appr.
32 Nom. subem. 0.8.700.8 456 452 4 227 129 323 70 Resp.
33 Nom. em. 8.700 458 412 46 207 328 84 70 Appr.
34 Nom. em. 8.50 448 432 16 217 91 341 70 Resp.
35 Nom. em. 8.6 453 453 227 32 421 70 Resp.
36 Nom. em. 8.7 466 466 234 48 418 70 Resp.
37 Nom. em. 8.51 463 463 232 8 455 70 Resp.
38 Nom. articolo 8 461 427 34 214 344 83 70 Appr.
39 Nom. Testo alt. articolo 9 Rel. min. 450 449 1 225 84 365 69 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. subem. 0.9.601.1 466 465 1 233 86 379 69 Resp.
41 Nom. subem. 0.9.601.2 467 467 234 102 365 69 Resp.
42 Nom. subem. 0.9.601.3 468 466 2 234 101 365 69 Resp.
43 Nom. em. 9.601 466 466 234 358 108 68 Appr.
44 Nom. em. 9.24 465 464 1 233 89 375 68 Resp.
45 Nom. em. 9.450 463 463 232 116 347 68 Resp.
46 Nom. em. 9.27 467 466 1 234 86 380 67 Resp.
47 Nom. em. 9.602 466 465 1 233 372 93 68 Appr.
48 Nom. em. 9.26 467 447 20 224 121 326 68 Resp.
49 Nom. em. 9.29 459 459 230 138 321 68 Resp.
50 Nom. em. 9.153 440 421 19 211 147 274 68 Resp.
51 Nom. articolo 9 451 449 2 225 356 93 68 Appr.
52 Nom. articolo agg. 9.054 454 454 228 135 319 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo agg. 9.0400 450 448 2 225 140 308 68 Resp.
54 Nom. Testo alt. articolo 10 Rel. min. 443 442 1 222 87 355 68 Resp.
55 Nom. em. 10.50 440 440 221 7 433 68 Resp.
56 Nom. em. 10.3 452 452 227 155 297 68 Resp.
57 Nom. em. 10.8 456 454 2 228 110 344 68 Resp.
58 Nom. em. 10.53 444 444 223 26 418 68 Resp.
59 Nom. em. 10.51 448 448 225 7 441 68 Resp.
60 Nom. em. 10.11 448 448 225 102 346 68 Resp.
61 Nom. em. 10.440 447 445 2 223 331 114 68 Appr.
62 Nom. em. 10.10 448 447 1 224 113 334 68 Resp.
63 Nom. em. 10.16 450 449 1 225 105 344 68 Resp.
64 Nom. em. 10.600 452 452 227 448 4 68 Appr.
65 Nom. em. 10.402 441 439 2 220 140 299 68 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo 10 440 438 2 220 316 122 67 Appr.
67 Nom. articolo agg. 10.0500 436 436 219 136 300 67 Resp.
68 Nom. articolo agg. 10.0400 431 431 216 29 402 67 Resp.
69 Nom. articolo agg. 10.055 432 432 217 29 403 67 Resp.
70 Nom. subem. 0.10.0600.1 436 436 219 434 2 67 Appr.
71 Nom. articolo agg. 10.0600 432 329 103 165 327 2 67 Appr.
72 Nom. articolo agg. 10.0300 435 435 218 32 403 67 Resp.
73 Nom. em. 14.7 423 422 1 212 106 316 67 Resp.
74 Nom. em. 14.50 426 425 1 213 5 420 67 Resp.
75 Nom. em. 14.5 432 431 1 216 106 325 67 Resp.
76 Nom. articolo 14 432 430 2 216 324 106 67 Appr.
77 Nom. articolo agg. 14.0600 422 335 87 168 333 2 67 Appr.
78 Nom. em. 14-bis.600 432 432 217 431 1 67 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 89)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo 14-bis 429 428 1 215 296 132 67 Appr.
80 Nom. Testo alt. articolo 15 rel. min. 439 438 1 220 106 332 67 Resp.
81 Nom. em. 15.600 441 441 221 438 3 67 Appr.
82 Nom. articolo 15 439 438 1 220 354 84 67 Appr.
83 Nom. Testo alt. articolo 16 rel. min. 442 422 20 212 87 335 67 Resp.
84 Nom. em. 16.400 442 438 4 220 404 34 65 Appr.
85 Nom. articolo 16 442 438 4 220 323 115 65 Appr.
86 Nom. articolo agg. 16.02 447 446 1 224 89 357 65 Resp.
87 Nom. articolo 17 450 447 3 224 357 90 65 Appr.
88 Nom. odg. 9/1154-A/1 421 337 84 169 56 281 66 Resp.
89 Nom. Ddl 1154-A e abb. - voto finale 410 403 7 202 288 115 61 Appr.