ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00768

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 80 del 31/03/2023
Firmatari
Primo firmatario: GRIPPO VALENTINA
Gruppo: AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Data firma: 30/03/2023


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA CULTURA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA CULTURA delegato in data 30/03/2023
Stato iter:
07/06/2023
Fasi iter:

RITIRATO IL 07/06/2023

CONCLUSO IL 07/06/2023

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00768
presentato da
GRIPPO Valentina
testo di
Venerdì 31 marzo 2023, seduta n. 80

   GRIPPO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la cosiddetta legge «Ronchey» (legge n. 4 del 1993) è stata concepita con l'intento di dare in gestione a imprese private i cosiddetti «servizi aggiuntivi» dei musei, come ad esempio bookshop, guardaroba e caffetteria;

   il decreto legislativo n. 4 del 2004 recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio (meglio noto come «codice Urbani») ha ampliato queste fattispecie andando ad inglobare i servizi di accoglienza, audioguide, visite guidate, mostre, vigilanza, pulizia, laboratori e didattica;

   se da un lato l'intento di questi interventi normativi era quello di favorire la concorrenza e di offrire un servizio migliore agli utenti, dall'altro questo ha determinato per diverse migliaia di lavoratori l'instaurarsi di contratti precari con retribuzioni medie molto basse;

   nel 2005 la Corte dei conti aveva evidenziato che il 90 per cento dei servizi museali era in mano a sole 8 società concessionarie, a riprova del fatto che una vera concorrenza ancora non fosse, in realtà, stata raggiunta;

   la stessa Corte aveva poi ribadito nel 2013 la necessità di indire nuove gare con criteri trasparenti dopo diversi anni di tentativi andati a vuoto a causa dei ricorsi di fronte ai Tribunali amministrativi intentati dai concessionari più affermati;

   da diverso tempo, le migliaia di lavoratori e lavoratrici dei servizi museali lamentano come queste realtà private applichino di sovente anche alle mansioni di accoglienza, bookshop, biglietteria e quant'altro il contratto «Multiservizi», quando non addirittura quello per i servizi fiduciari – che prevede una paga netta oraria di poco superiore ai 4 euro – in luogo del contratto collettivo nazionale di Federculture, da poco rinnovato, il quale invece prevede una retribuzione netta oraria di 8,50 euro;

   alla luce, quindi, di un sistema concessionario che garantisce ai privati una grandissima fetta degli introiti, soprattutto sulle prevendite e sui servizi aggiuntivi, i lavoratori spesso si vedono negate le indispensabili tutele, a partire da ferie e malattie, con la frequente applicazione contratti a chiamata per lavori di fatto full time;

   a tal proposito, il TAR di Milano con sentenza 2075 del 2019 ha chiarito che «il CCNL “Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari” non sia coerente, per ambito tematico [...] con l'appalto per la gestione integrata dei servizi di vendita e prevendita di titoli di ingresso, visite guidate, eccetera nell'ambito del servizio di gestione dei musei civici»;

   il contratto Federculture, infatti, è l'unico contratto nazionale specifico per i lavoratori della cultura e rappresenta sia uno strumento utile per le aziende che una maggiore garanzia per i diritti degli operatori;

   la filiera della cultura è molto articolata e necessita di una corretta definizione delle diverse figure professionali che vi appartengono, le quali, se non valorizzate in modo appropriato, rischiano di non sentirsi gratificate e di offrire, conseguentemente, un servizio di minore qualità con ricadute negative anche sul piano economico;

   il problema è talmente diffuso – si stima che gli esternalizzati siano almeno il 60 per cento degli addetti ai musei, con il risultato di poter avere anche all'interno della stessa realtà lavoratori con mansioni analoghe ma condizioni contrattuali discrepanti – che nel 2019 è nata l'associazione «Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali», la quale ha peraltro presentato alla Camera dei deputati i preoccupanti risultati di una propria inchiesta sulla questione –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, si intenda intraprendere per garantire ai lavoratori esternalizzati dei musei maggiori tutele e stabilità contrattuali, imponendo alle società concessionarie, l'applicazione del Ccnl Federculture ed evitando, in particolare, che queste possano vincere i bandi con gare al massimo ribasso.
(4-00768)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

contratto di lavoro

retribuzione del lavoro

subappalto